jet set

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periodico trimestrale • numero 1 • anno 1 • maggio 2007 registrazione al tribunale di arezzo n° 10/07rs del 26 aprile 2007

BIOFOODHOUSE IL VERDE PENSILE LE CASE DI CARTONE LA CASA JAZZ CADUTE DALL’ALTO, L’INFORTUNIO PIU’ GRAVE LE PROPOSTE PER UN’EDILIZIA SOSTENIBILE

SPERIMENTALISMO ED UTOPIA URBANA ROTATORIE, CORDOLI, ERBA E TAPPETI URBANI IL GIARDINO SONORO PRODURRE ENERGIA IN MANIERA AUTONOMA ORO ROSSO - EVENTO RESTAURATO COSTRUIRE NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE

Journal Edilizia Technologies

Giornale di Informazione per l’Edilizia e le Nuove Tecnologie


JET

Primo numero di Jet Set, giornale di informazione sull’edilizia e sue tecnologie. Nato come “House Organ” della mostra convegno “Set”, che si tiene a Firenze, in tre divere edizioni, finalmente diventa rivista di settore, ufficializzando le mie aspettative: creare una vera e propria testata editoriale. Già in veste di House Organ avevo dichiarato la mia emozione nell’intraprendere un percorso editoriale, adesso in veste di rivista più che mai mi sento consapevole di accingermi ad un progetto ben più difficile, ma che affronterò insieme alla mia equipe editoriale, nella stessa maniera in cui esercito la professione di architetto e designer: con passione. Vetrina, per questo primo numero da testata editoriale sarà sempre Set, la naturale sede in cui è cominciata questa avventura. La rivista, come già accennato, viaggerà in parallelo con gli appuntamenti di questa importante mostra convegno sull’edilizia. Jet Set è una testata di settore che contribuisce a diventare ausilio informativo più specifico per tutti i professionisti che ruotano intorno all’edilizia, ma continuerà ad essere anche il principale organo di stampa dove tirare le somme su quello che si è dibattuto durante i tre giorni di incontri. In apertura della rivista rimane quello che ritengo essere una sorta di vezzo per chi scrive, ma anche una sorta di marchio di fabbrica del mio studio d’architettura, un racconto sovrareale sull’edilizia, un racconto mediato dalla fantasia sull’argomento trattato che serve a lanciare dei possibili input, ma che soprattutto è un modo più leggero per introdurre tematiche più importanti. Un augurio a tutti i professionisti e utenti di settore a vedere il loro lavoro anche da un’angolazione diversa, che non sia sola applicazione tecnologica o visione normativa. L’obiettivo di Jet Set è quello di potersi sviluppare ulteriormente e che questa piccola testata possa poter diventare un “blog cartaceo” dove mettere in sinergia professionisti di diverso settore.

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periodico trimestrale numero 1 • anno 1 maggio 2007

registrazione al tribunale di arezzo n° 10/07rs del 26 aprile 2007

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via giotto 1 50019 sesto fiorentino, fi t+f +39 055 440881 studiogaut@virgilio.it

s t u d i o d i a rc h i t e t t u r a

direzione e redazione studio di architettura e comunicazione g@ut

direttore responsabile

luca bolognese direttore di redazione

silvia scuffi abati

silvia.gaut@virgilio.it

comitato redazione lydia aurora padula barbara puggioni cristina lombardi giulia mincigrucci giacomo bevanati

Nei tre giorni di questa terza edizione che si terrà dal 15 al 17 maggio al Saschall di Firenze, verranno dibattuti temi riguardanti l’edilizia e le sue tecnologie con un occhio di riguardo alle tematiche ambientali. Si farà un punto su quanto l’edilizia propone di innovativo su questo argomento. In sede convegnistica i temi trattati saranno: - “Sostenibilità in architettura: dalla teoria alla pratica” - “La nuova normativa termica: il dlgs 192/05 e il dlgs 311/06, prescrizioni tecniche e soluzioni costruttive per pareti, solai e coperture” - “La Casa...Jazz - Progetto pilota di casa passiva nel Comune di Scarperia” - “Efficienza energetica in edilizia” - “Costruire nel rispetto dell'ambiente. I nuovi regolamenti regionali” - “Sistemi Anticaduta dall’alto secondo le normative della Regione Toscana” - “Umidità di risalita capillare KalibraDRY® - la soluzione definitiva non invasiva” Mi piace ricordare quello che per me è Set e che ho già scritto nei precedenti numeri: adesso più che mai, in veste di direttore editoiale di testata ufficializzata dichiaro che: JET SET non è la summa di tutto quello che avviene nel mondo edile, ma vuole offrire uno spaccato esaustivo su quelle che sono le innovazioni e le tecnologie più avanzate in campo edile. JET SET, è un supporto essenziale per chi deve lavorare in questo settore, ma anche un modo di scambio culturale aperto tra le parti interessate al mondo edile. JET SET propone edilizia a chi sa fare edilizia e insegna edilizia a chi vuole iniziare a farla. JET SET è un trimestrale che raccoglie le esperienze dei tre saloni convegno annuali e ne sancisce i risultati scritti, promuovendo in maniera nuova le novità emerse nei gior ni di esposizione. JET SET è quanto un’azienda che opera nel settore può desiderare per continuare a lavorare nel settore dell’edilizia o intraprendere questa strada.

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amministrazione e pubblicità tecnopromo srl via dante 43 52025 montevarchi, ar t. 055 980801• f. 055 9102728 www.tecnopromo.com info@tecnopromo.com

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art direction e progetto grafico

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in copertina EVENTO INSONORIZZATO in occasione di SET1 a cura di studio di architettura G@UT foto G@UT

Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione anche parziale. La direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori dei testi redazionali e pubblicitari. Manoscritti, foto e/o disegni quando non esplicitamente richiesti non vengono restituiti.

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arch. luca bolognese

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LE CASE DI CAR TONE

a rc h . c r is tina lombardi

LA CASA JAZZ

in g . g iuseppe moschi

CADUTE DALL’ALTO, L’INFOR TUNIO PIU’ GRAVE

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LE PROPOSTE PER UN’EDILIZIA SOSTENIBILE

s ergio gatteschi

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SPERIMENTALISMO ED UTOPIA URBANA

a rc h . or nella viz z arri

ROTATORIE, CORDOLI, ERBA E TAPPETI URBANI a rc h . lu c a bo lo g n e s e , s ilvia scuf fi abat i

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IL GIARDINO SONORO

lorenzo brusci e stefano passerotti

PRODURRE ENERGIA IN MANIERA AUTONOMA

trentotto quarantadue quarantaquattro quarantasette

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IL VERDE PENSILE

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ORO ROSSO - EVENTO RESTAURATO a rc h . lu c a bo lo g n e s e , s ilvia scuf fi abat i

COSTRUIRE NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE o rdin e de i g e o lo g i dellla toscana

ESPOSITORI SET3-2007 PROGRAMMA CONVEGNI SET3-2007


BioFoodHouse

arch. luca bolognese + silvia scuffi abati Stefy e Andrew si erano finalmente comprati una casa, nel quartiere sperimentale più “in” della città. Sperimentale perchè il governo aveva fortemente voluto e aveva incentivato un tipo di costruzione che rispettasse l’ambiente e che usasse le energie alternative. La ricerca tecnologica negli ultimi dieci anni si era spinta assai avanti soprattutto quella legata al mondo dell’edilizia e delle energie eco-sostenibili; ma quello che aveva dato una consistente svolta in questa direzione, era stata un’idea nata dalla mente di due progettisti tanto intraprendenti quanto “sovrareali”. Il loro era un avanguardistico progetto destinato a riscrivere la storia dell’unità abitativa residenziale; a tal proposito un gruppo di scienziati tra architetti, ingegneri, chimici e medici si erano occupati di realizzare tecnicamente questa visionaria, quanto bislacca idea: la prima “casa alimentare biologica” mondiale, in inglese ben presto definita come “BioFoodHouse”. I due “sovrareali architetti”, di cui sopra, avevano sognato questa dimora, dopo aver riletto in una torrida notte di mezza estate la favola di Hansell e Gretel dei fratelli Grimm. Non fu facile convincere il gota universitario di quanto fosse realizzabile e sostenibile questo tipo di architettura. Molti accademici adottarono posizioni intransigenti nei confronti di questa folle teoria bioalimentare/edile, adducendo molte volte, pretesti privi di fondamento: impatto ambientale disastroso, inquinamento batterico/micotico e altre banali ovvietà. Purtroppo poco riuscirono a fare. L’iniziativa privata di un eletto ricchissimo magnate dell’agricoltura, mise a tacere tutte le possibili reticenze; influì indubbiamente la necessità impellente di denaro da parte di alcuni partiti di governo che non disdegnarono affatto di attingere a finanze fresche per le loro strategie politiche. Fu, perciò, permessa con disinteressato entusiasmo, la sperimentazione e la conseguente realizzazione di questo bislacco prototipo abitativo. Si diede inizio al primo insediamento, interamente edificato con cibo e prodotti naturali della terra: la BioFoodHouse, prima unità abitativa costruita con materiali alimentari. Le fasi realizzative non differivano da quelle tradizionali usate nell’edilizia: furono dapprima gettate le fondamenta, fu creata una platea, si posero però sul fondo di questa alcune grosse fette di carne essiccata; la forte resistenza al peso e la grande coibenza all’umidità di risalita faceva di questo materiale un ottimo isolante, ma anche una risposta valida ai movimenti strutturali dell’intero edificio, oltre a rispondere in maniera più che idonea alle norme antisismiche. Furono poi piantati quaranta plinti in sedano; le loro nervaure naturali creavano un sistema biologico talmente stabile da adattarsi a qualsiasi asperità di terreno; inoltre il pennacchio verde in alto fungeva da decoro della facciata. I solai, in barrette di cioccolato alleggerito con cereali soffiati, creavano una griglia sicura, resistente a qualsiasi sollecitazione di taglio e di sforzo. Una volta posizionata l’ossatura portante si ordiva il tetto: le travi carote sostenevano i travetti zucchine: la copertura era composta da farfalline di pasta, la cui forma permetteva un ottimo deflusso delle acque piovane; un gustoso sugo di funghi usato come guaina protettiva. Pensando di sfruttare al meglio le fonti di energia pulita fu predisposta sulla copertura una superficie adatta a questo scopo; uno spazio adibito alla piantagione di girasoli. I girasoli naturalmente predisposti biologicamente all’accumulo energetico del sole permettevano, oltre ad utilizzare una fonte di energia pulitissima, anche alla produzione di olio combustibile per il riscaldamento dell’ambiente interno. Le pannellature di tamponamento su tre lati erano sottolineate da nervature in liquirizia, tra l’una e l’altra, mattoni in marzapane coloratissimi alternati a caramelle di menta trasparente all’uopo di finestre; sul restante lato, quello principale, una grossa fetta di Emmhentahl, i cui fori altro non erano che suggestive tagli di luce per l’interno. Non mancava neanche l’idea di un eccentrico designer di fama che aveva suggerito al costruttore di usare come porta di ingresso un coscio di pollo e come vetro decorativo al suo interno della gelatina di lamponi. Durante la prototipizzazione della residenza si scoprì che la maionese era un ottimo coduttore di elettricità; per questo venne usata per tutta l’impiantistica; riccioli di succolenta maionese correvano a vista sull’interno e sull’esterno, finendo per diventare elementi decorativi anch’essi. Gli scarici idraulici inizialmente avevano rappresentato un grosso problema , alla fine fu adottata una soluzione alimentare anche per quello che sembrava dovere essere un limite invalicabile; venne in aiuto il settore ittico: l’esoscheletro di grossi gamberoni fu un naturale e valido sisitema alternativo ai vecchi tubi in metallo. Per i sanitari, mantenendo il colore bianco leggermente sfumato di tenue verde, venne usato sia per il lavandino che per I sanitari il finocchio. La prima unità abitativa di Stefy e Andrew diede il “la” all’avvio per la costruzione di altre unità del quartiere che proprio per le loro peculiarità costruttive, non furono mai uguali tra loro: c’è chi usò l’ananas come struttura portante e ciliegie come finestre; chi, fece dei porticati con la banana e usò i kiwi come comignoli, chi amò circondarsi di patate che usava come spogliatoi per la piscina e chi decorò la facciata con le venature del cavolo c’era anche chi, di natura più passionale, preferì il rosso del pomodoro come accesso al proprio talamo. Divenne un quartiere coloratissimo, il più colorato che si fosse mai visto, ma soprattutto divenne l’ unico quartiere al mondo profumato. Gli abitanti consci di essere dei pionieri nel vivere in case realizzate con materiali totalmente naturali non autorizzarono l’accesso nè alle automobile nè a nessun altro mezzo che potesse portare inquinamento o potesse alterare quell buon odore di cibo che permaneva nell’ambiente. Si generò così un ecosistema autonomo, non dipendente da nessuna altra forma di energia e tecnologia tradizionale. Un ulteriore vantaggio: ogni qual volta qualcuno dei suoi abitanti era sopraffatto dai morsi della fame, poteva facilmente saziarsi addentando le parti strutturali della propria abitazione non compromettendone la stabilità; sarebbe stato sufficiente andare al centro commerciale più vicino e approvvigionarsi del cibo mancante… grande idea di progettisti illuminati.


linee evolutive e ruolo nello scenario urbano attraverso l’opera di alcuni architetti contemporanei

il verde pensile benefici ecologici

architetto

e architettura del verde pensile

marco forcelli Da sempre il verde pensile ha un doppio ruolo nell’architettura delle città: è elemento di scena e fattore di utilità. Dall’analisi di alcuni tra gli episodi più significativi che la storia recente ci propone, è evidente come esso sia stato impiegato tanto per arricchire l’aspetto degli edifici, quanto per conferire ad essi migliori capacità di rispondere ad esigenze di comfort e di mitigazione/integrazione ambientale. Oggi la copertura a verde torna fortemente d’attualità proponendosi come soluzione riequilibrante nel delicato rapporto tra ecosistema e ambiti urbani.

LE CORBUSIER il solarium di villa Savoy a Poissy (1929-1931)

RIKEN YAMAMOTO università di Saitama presso Tokio (1999)

1. I BENEFICI DEL VERDE PENSILE IN AMBIENTE URBANO I monitoraggi ambientali, sempre più frequenti ed analitici, condotti negli ultimi anni, hanno rivelato una realtà decisamente preoccupante. O meglio, l’aspetto più inquietante risulta essere la velocità con cui l’attività dell’uomo sul pianeta, nei molteplici aspetti con cui si manifesta, è capace di produrre effetti negativi sull’ecosistema. Oggi il mantello vegetale esistente è ridotto a meno del 30% di quello esistente prima dell’avvento dell’agricoltura. La deforestazione avanza di 16 milioni di ettari all’anno provocando un aumento del 20% delle emissioni di gas serra. Studi recenti hanno dimostrato che negli ultimi duecento anni, la concentrazione di anidride carbonica nella troposfera è aumentata del 26%, quella del metano del 110% e del 10% quella dell’ossido di azoto; si ipotizza che nel 2050 la concentrazione di CO2 sarà doppia rispetto ai 160.000 anni che hanno preceduto l’era industriale. L’effetto serra e i cambiamenti relativamente repentini di cui esso è causa (stravolgimenti climatici e surriscaldamento terrestre), sono fenomeni con cui ormai ci dobbiamo confrontare costantemente. Un dato altrettanto inquietante è costituito dal fatto che le città, pur occupando solo il 2% della superficie terrestre, sono responsabili del 78% del consumo globale di energia e della produzione di anidride carbonica dovuta alle attività umane; non solo: un terzo della quota del consumo energetico urbano, è dovuta al riscaldamento e raffrescamento degli edifici, in gran parte inefficienti sotto il profilo del risparmio di risorse. Il fatto emergente, che rappresenta tuttavia una conferma piuttosto che una sorpresa, è che gran parte della perdita di equilibrio tra attività umane ed ecosistemi naturali, è dovuta alla presenza nell’ecosistema delle città contemporanee. Spetta ad essa allora mettere in atto strategie di riallineamento verso obiettivi di sostenibilità, siano essi macro-obiettivi, o obiettivi specifici, ovvero tesi a rispondere a criticità immanenti. Ad esempio conservare, ripristinare o estendere le superfici verdi in quanto biomassa capace di assorbire CO2 ed altri gas serra, diminuendone il rilascio in atmosfera. In questo scenario è forse più facile comprendere l’interesse che accompagna oggi la diffusione del verde pensile che, se vogliamo, rappresenta un’opportunità facilmente praticabile per portare un contributo migliorativo alla vivibilità degli insediamenti umani, soprattutto in forma urbana. Il verde pensile possiamo dire che costituisce una modalità fattibile per restituire superficie vegetale (e vitale), laddove essa è sottratta a livello del suolo. Il perchè esso debba oggi essere ritenuto un elemento di qualità ecologica del costruire è espresso da una lista di vantaggi che sono allo stesso tempo di natura ecologica ed economica. Nel confronto con una copertura di tipo tradizionale, infatti, il verde pensile presenta i seguenti aspetti qualificanti: 2 L’ARCHITETTURA DEL VERDE PENSILE Coprire gli edifici con un manto vegetale è una pratica nota da circa quattro

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millenni, ma già in precedenza, quando le abitazioni ipogee rappresentavano l’unica opportunità di avere a disposizione una dimora stanziale, il suolo costituiva il primo vero e proprio “tectum”, riparo. 2.1 L’avvicinamento all’età contemporanea Dal giardino babilonese (1750 a.C.), passando per il giardino pensile d’epoca romana, “xystus” fino all’epoca rinascimentale, il verde pensile da mero espediente diviene sì simbolo di lusso, manifestato attraverso l’immagine di una natura resa domestica, asservita, ma contestualmente è anche espressione manifesta della capacità dell’uomo di gestire la tecnica costruttiva a favore del miglioramento della qualità delle condizioni abitative. Dal XIX secolo però, le città tornano ad essere densamente popolate e il “sistema tetto” è sottoposto a numerose sperimentazioni finchè la diffusione su vasta scala dei materiali bituminosi, poté dunque indurre a forzare la regola primigenia che voleva che fosse il clima a determinare la copertura degli edifici. Ma è solo a partire dalla seconda metà del 1800 che le sovrastrutture impermeabilizzanti leggere acquisteranno il ruolo di soluzione costruttiva trasmissibile e dovremo attendere l’opera delle avanguardie del secolo scorso per assistere ad una nuova riscoperta del tetto-giardino. Saranno Le Corbusier, Wright e i Maestri italiani del ‘900 ad anticipare nei loro progetti le potenzialità del verde pensile, interpretando la tendenza a ricreare spazi privati godibili sulla sommità degli edifici. L’intenzione è quella di proporre il verde pensile come elemento di qualità della costruzione, in grado di assicurare grandi potenzialità fruitive, migliorando funzionalità e comfort degli edifici residenziali. Al contempo il verde pensile torna ad essere visto componente del paesaggio, segno urbano e prova inconfondibile della potenza espressiva di cui è capace il connubio inaspettato tra costruito e vegetazione. 2.3 L’attualità e le linee di tendenza L’attualità del verde pensile, può essere letta attraverso due aspetti: il primo, prettamente quantitativo, corrisponde alla lettura del dato che esprime la crescita delle diffusione delle superfici trattate a verde pensile, mentre il secondo aspetto riguarda la rinnovata forza espressiva del verde pensile quando entra nel progetto di architettura, soprattutto quando questo è gestito da alcune tra le figure più rappresentative oggi in attività. Come ad esempio Tadao Ando, cui è riconosciuta una sapienza progettuale che gli consente di coniugare forme e materiali in insiemi di rara purezza. Egli predilige l’austerità del cemento armato gestito in piani e volumi spesso dominati dalle regole della geometria pura. Nei suoi edifici anche il tetto partecipa integralmente al disegno compositivo; egli stesso definisce il tetto la “quinta facciata“. Nel complesso residenziale di Osaka, terminato nel 1999, i tetti rappresentano la parte dell’edificio alla quale il progettista affida il compito di stabilire una continuità percettiva tra la natura e il luogo racchiuso dell’agire umano; essi sono in realtà giardini, in cui il verde assume forme geometriche minimali che avvicinano natura e architettura evitando l’imitazione dell’organico. Per Tadao Ando, la terrazza, in parte pavimentata, in parte inverdita, costituisce il luogo della casa in cui si prende contatto con l’ambiente, coinvolgendo tutti i sensi pur rimanendo al riparo dal “disordine del mondo”. Anche nel lavoro del gruppo di Riken Yamamoto per l’Università di Saitama (1999) riscontriamo un uso felice del verde in copertura. L’università si trova nella periferia di Tokio e sorge tra aree residenziali di nuova costruzione e vaste zone di territorio utilizzate a risaie. L’edificio si articola in due stecche

GRUPPO MVRDV, ARCHILAB 2001. Gli aggetti alberati introducono spazi vitali

GRUPPO MECANOO la biblioteca dell’Università di Tecnoligia di Delf, in Olanda (1997)

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Marco Forcelli Dottore in Tecnologie dell’Architettura. Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e Design “Pierluigi Spadolini” Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze. marco.forcelli@taed.unifi.it

LEESER, ARCHILAB 2001 i tetti come opportunità di ritrovare le superfici verdi perse al suolo

dislocate ai lati di uno spazio centrale che è contemporaneamente cortile e copertura delle aule sottostanti. Il verde pensile è racchiuso tra percorsi pedonali che a loro volta determinano il perimetro dei cortili su cui si affacciano le aule. Il piano dei cortili determina una piattaforma traforata che consente l’aerazione e l’illuminazione diretta dei locali posti al livello inferiore. L’area urbana di Tokio è soggetta o forti innalzamenti dei valori di temperatura e umidità nel periodo estivo, ed era tra gli obiettivi fondanti del progetto, limitare l’apporto impiantistico per mantenere minimi i costi di gestione e di fabbisogno energetico. Il gruppo olandese dei Mecanoo, si è spesso distinto per un approccio al progetto in cui è molto avanzata la ricerca bioclimatica. Tra le loro realizzazioni recenti, si distingue la Biblioteca dell’Università di Tecnologia di Delft (1993-1997), dove il verde pensile è l’elemento chiave attorno al quale si sviluppa tutto l’edificio. La scelta di realizzare gli ambienti al di sotto di una coltre di suolo e vegetazione, è stata fatta al fine di instaurare un microclima interno adeguato alla conservazione di materiale cartaceo, utilizzando al minimo il contributo impiantistico. “I libri possono essere conservati come il buon vino”, diranno i Mecanoo, i quali ottengono a Delft il doppio obiettivo di aver realizzato un’architettura a pieno titolo sostenibile ed una superficie verde utile alla città. C’è poi un futuro per il verde pensile, che per adesso è soltanto immaginato, del quale deve ancora maturare l’idea, ma i cui tratti possono essere intravisti. Ad Archilab 2001, rassegna conclusasi ad Orléans nel giugno 2001, il tema dell’esposizione e dei convegni correlati è stato la residenza, intorno al quale 90 progettisti hanno dichiarato la loro idea di evoluzione.

L’excursus che abbiamo percorso, ci suggerisce la considerazione che l’opzione verde pensile, si configura oggi come una delle alternative tecnologiche in possesso dei migliori requisiti per diffondersi nella pratica del costruire. La presa d’atto dei benefici che è in grado di innescare, insieme alla comprensione di come esso possa oggi essere gestito nell’architettura delle città, può aprire la strada ad una ampia diffusione, vantaggiosa tanto per chi fruisce direttamente degli spazi inverditi, quanto per la collettività urbana.

Anche in questo caso è stato notato come, a ricorrere più frequentemente, sia stato l’approccio progettuale teso ad integrare spazi abitativi e spazi verdi, e, in generale, a rendere ibrida l’attività dell’abitare, utilizzando la casa per risiedere, ma anche per lavorare e comunicare. Lo stesso gruppo MVRDV, già autore del padiglione olandese all’EXPO di Hannover 2000, ha proposto una modalità residenziale in cui gli “aggetti alberati“, sembrano voler rendere riconoscibili le singole unità abitative e, nello stesso tempo offrire agli utenti una possibilità del tutto “personalizzata”, di fruire di spazi esterni differenziati gli uni dagli altri. L’Architetto Leeser, tra gli altri, propone invece di recuperare sul tetto quegli spazi che solitamente mancano alla residenza urbana: la copertura diviene un giardino dove gli inquilini di un ipotetico edificio multipiano, possono fruire ognuno di una porzione di verde che di volta in volta può essere utilizzato come spazio gioco, giardino, orto o quant’altro.

TADAO ANDO complesso residenziale Rokko ad Osaka

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Fonti delle illustrazioni: Minke G., Dacher Begrunen, Okobuch, Freiburg 2000. Dètail, n°5/2000. Andreucci A., Del Nord R., Felli P., Zambelli E., “Verso l’industrializzazione aperta”, Edizione I.T.E.C. / La Prefabbricazione, Milano 1979. A A . V V. L’ a t l a n t e d i F i r e n z e , E d . M a r s i l i o , F i r e n z e 1 9 9 3 . Gurrieri F., Pierluigi Spadolini. Umanesimo e tecnologia. Electa, Milano 1988. Rand H., Undertwasser. Ed.Taschen, Koln, 1992. Dètail , n°5/2000. Paesaggio Urbano n° 6/1998; Articolo di L. Cavallari dal titolo: Lucien Kroll e il recupero delle periferie. Sito internet del Gruppo Mecanoo: www.mecanoo.nl “D” n° 259 del 10/7/2001, Gruppo Editoriale l’Espresso S.p.A., divisione La Repubblica



le case di cartone architetto

cristina lombardi

PAPER STUDIO Keio University, Fujisawa, Kanagawa, Japan, 2003 arch. Shigeru Ban

PAPER TEMPORARY STUDIO Paris, France, 2004 arch. Shigeru Ban

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La frontiera della sperimentazione in edilizia si estende verso nuovi percorsi progettuali, attingendo a vecchie tecnologie per reinterpretarle in chiave moderna, grazie all’ausilio di processi intellettivi avanzati. Ci sono ormai professionisti riconosciuti che si inerpicano in soluzioni alternative; pionieri di una biocompatibilità edile che si spinge ai limiti, studiando soluzioni e materiali. Progettare ecosostenibile è un dovere morale di ogni professionista che operi in un contesto contemporaneo; l’edilizia non può e non deve esimersi da pensare architetture che non siano in sintonia con i programmi ecologici che investano anche altri settori; progettare pensando alle risorse della terra è una sfida da affrontare con entusiasmo. Basti pensare agli esperimenti di architetture in terra che si fanno un po’ ovunque e che attingono a quelle che sono le origine delle abitazioni umane; basti pensare all’adobe; mattoni fatti a mano, in argilla e sabbia, con i quali si possono ripensare nuove strutture nel rispetto alle nuove normative di risparmio energetico. In questo contesto sperimentale si inserisce Shigeru Ban architetto giapponese che progetta case di carta e cartone di cui mostriamo alcune fotografie di progetto. Questo per far capire all’utente di settore che è possibile creare soluzioni architettoniche contemporanee, in simbiosi con l’ambiente vissuto e non in contrasto con le logiche estetiche di una civiltà tecnologica come la nostra. L’alternatività non è solo nel riciclo del materiale ma è nello studio approfondito delle risorse della terra; un passo che negli ultimi decenni in preda alla colonizzazione tecnologica dell’ambiente ci eravamo dimenticati, ma che adesso è urgente affrontare.


La struttura provvisoria del PAPER TEMPORARY STUDIO - Paris, France, 2004 è uno spazio tubolare di 34.5m in lunghezza e di 4.4m in larghezza. Lo spazio di volta circolare è completamente coperto nella sua lunghezza da un sistema di membrana e di pannello impermeabile che è supportato su un sistema di costole cilindriche. 29 archi semicirculari, uguali in lunghezza e in una rete di elementi trasversali di controventatura, wind-bracing. Gli archi sono a intervalli 1.2m. Le costole sono costituite tubi di carta, diametro interno120mm, diametro esterno 760mm. La struttura, la volta e la base, sano coperte da un sistema di membrana esterna in PTFE (imballaggio etilene Tetra Fluoro in conformità stretta con i regolamenti antincendio correnti) che fornisce il water-proofing, sistema di impermeabilizzazione per esterni. Le due facciate e frontoni laterali sono in struttura di legno e pannelli infill. La struttura provvisoria è concepita come uno spazio continuo intero.

Il boathouse, CENTRE D'INTERPRETATION DU CANAL DE BOURGOGNE - Pouilly-en-Auxois, France 2005, è la prima fase di un grande complesso culturale dedicato alla storia del Canal de Bourgogne che include anche un piccolo museo. È stato concepito come la struttura del tubo di carta e proteggerà una vecchia barca per presentarla al pubblico. I piccolo museo è un posto per esaminare esposizioni e tenere le attività pedagogiche. La sua costruzione è una scatola di vetro trasparente, aperta al paesaggio circostante. La struttura conta su angoli di ripiano metallici leggeri utilizzati per tutto l'edificio, fornendo così partizioni flessibili per l’area di esposizione. Il boathouse e il museo sono ubicati l'uno vicino all'altro in un'area rurale, sul confine del canale dove esso forma un gruppo.

CENTRE D'INTERPRETATION DU CANAL DE BOURGOGNE Pouilly-en-Auxois, France 2005 arch. Shigeru Ban

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la ingegnere

casa...

Jazz

giuseppe moschi

“La casa... Jazz”, perché Jazz vuol dire energia, musica, ballo, allegria, gioventù, passione, sentimenti,

innovazione......… slogan facile da ricordare e che sintetizzasse, in modo non formale, tutti i contenuti di un nuovo modo di costruire. Il progetto della casa bifamiliare nasce dall’esigenza di costruire un’abitazione bifamiliare innovativa; nella ricerca di contenere i costi è stata fatta la scelta di adottare soluzioni e tecnologie idonee a condurre i lavori in economia e per mettere la realizzazione di alcune finiture in autocostruzione. Pertanto, dopo lo studio di massima del progetto architettonico, avendo messo al centro l’innovazione come elemento trainante di tutta l’operazione, è stata fatta una lunga ricerca, durata diversi anni, sulla scelta di tutti i materiali e delle varie tecnologie che rispondessero essenzialmente ai seguenti obiettivi: 1. Costruire un edificio secondo i criteri della bioedilizia e con elevata efficienza energetica. La villetta viene costruita nel rispetto dei principi della casa ecologica, con ridotti consumi energetici annui (circa 20 Kwh/mq cioè un consumo di 2 litri di gasolio a mq all’anno), inferiori anche a quelli richiesti per Casa Clima classe A, dalla quale si differenzia anche per l’assenza di impianto gas. Tali obiettivi di efficienza energetica sono stati raggiunti mediante l’utilizzo dei seguenti accorgimenti: • Progettazione architettonica, orientamento, distribuzione interna, finestrature e finiture esterne, nel rispetto degli aspetti climatici ed ambientali. • Utilizzo, prevalentemente, di materiali naturali e biocompatibili. • Elevato isolamento termico ed acustico. • Impermeabilità al vento. • Elevato comfort e salubrità degli ambienti. • Infissi ester ni ad alta prestazione energetica. • Sistema di areazione degli ambienti interni con apporto di aria esterna opportunamente trattata e riscaldata dalla serra. • Impiego esclusivo di energie rinnovabili: fotovoltaico, solare termico e biomasse. • Utilizzo di apparecchiature elettriche a basso consumo. • Risparmio idrico attraverso il riutilizzo dell’acqua piovana. • Utilizzo del solare termico per il riscaldamento dell’acqua sanitaria. • Utilizzo delle biomasse e dell’aria riscaldata da una serra per il riscaldamento invernale. • Climatizzazione estiva con raffrescamento naturale e geotermico. Nel progetto è stata posta inoltre particolare attenzione ai seguenti aspetti, atti a garantire un elevato comfort abitativo e alla massima sicurezza della struttura: • Elevata sicurezza dell’edificio ai fini sismici mediante l’utilizzo di isolatori elastomerici. • Elevata qualità e sicurezza e insonorizzazione degli impianti

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tecnologici. • Protezione dai campi magnetici. • Impiantistica facilmente ispezionabile per la manutenzione. • Finiture esterne ed interne durevoli e con ridotti oneri di manutenzione. • Pavimenti in legno locale trattato ad olio e cere naturali. • Strutture portanti in elevazione fuori terra, in pannelli di legno lamellare. Ci preme inoltre sottolineare come edifici costruiti con la tecnologia illustrata nelle pagine seguenti, non producano debiti al territorio, ma consentano di vivere in equilibrio con esso, consumando poca energia, prodotta interamente da fonte rinnovabile, e rappresentando a tutti gli effetti depositi di carbonio (elemento fondamentale del legname utilizzato per le strutture), e contrastando quindi l’emissione di CO2 in atmosfera da utilizzo di combustili fossili. Costruire edifici con il legno ha inoltre il merito di sostituire ad alberi adulti che assorbono poco carbonio, piante giovani che invece, nella fase di crescita, ne assorbono molto di più. Infine, preso atto dell’inevitabile crescita del costo dei combustibili fossili, iniziare a costruire edifici efficienti ed autonomi energeticamente potrebbe rivelarsi una scelta, oltre che saggia, anche vantaggiosa economicamente non solo per i singoli proprietari, ma per tutta la società. 2. Sperimentare l’utilizzo di materiali innovativi, idonei a realizzare alcune finiture ed una parte degli impianti in autocostruzione; l’intervento doveva conciliare l’esigenza di costruire una sorta di prototipo di elevata qualità con quella di contenere i costi. Pertanto, non volendo rinunciare all’efficienza energetica e alla qualità prestazionale, abbiamo fatto la scelta di costruire il grezzo con pannelli prefabbricati in legno lamellare, tecnologia già ampiamente utilizzata nel centro Europa anche per edifici pubblici multipiano, in quanto tale soluzione, come si può vedere anche dalle foto riportate nelle pagine seguenti, si presta a proseguire con i lavori interni con estrema semplicità, avendo inoltre adottato finiture a secco. La tecnologia utilizzata ha permesso di costruire la casa in tempi brevissimi (quattro giorni), con un ridotto impianto di cantiere e senza installazione di impianto gru. Posta particolare cura al progetto degli impianti e evitando sistematicamente attraversamenti a pavimento, per le finiture delle pareti interne ci siamo orientati verso l’utilizzo di mattoni in calcestruzzo cellulare Gasbeton ed intonaco in cartongesso, mentre per i pavimenti è stato scelto parquet posato su letto di sabbia. Teoricamente, anche la realizzazione del


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cappotto esterno, escluso intonaci e posa del manto di copertura, docce e pluviali, avrebbe potuta essere realizzata in autocostruzione, dato che la soluzione adottata ne permette un facile montaggio. A differenza della tipologia di cappotto generalmente utilizzato sulle pareti in legno lamellare e dell’emergente tetto ventilato, è stato scelto di proteggere la casa dall’acqua, dal vento e dal freddo, con una sorta di piumino imbottito, contenuto da una guaina traspirante il quale viene protetto da una sorta di “crosta esterna” che svolge la funzione di assorbire lo shock termico ed idrometrico. Tale “crosta esterna” che riveste le pareti e le falde del tetto è realizzata con pannelli di lana di legno, sulla quale si attacca saldamente l’intonaco a calce e si fissa stabilmente il manto di copertura in cotto, ha la caratteristica di essere particolarmente robusta, elastica, inerte e traspirante. 3. Sperimentare una nuova concezione di offerta edilizia, che favorisse nuove opportunità per maestranze qualificate ed innovativi servizi professionali imprenditoriali; E’ noto che il settore edilizio soffra di difficoltà strutturali, dovute da un lato alla forte concorrenza e al conseguente abbattimento dei prezzi, che sommato alle incertezze dovute al mercato, rende difficile dare continuità alla formazione delle maestranze, dall’altro al cambiamento delle attese sociali, che tende ad allontanare dall’edilizia le nuove generazioni e che porta pertanto maestranze precarie e costituite prevalentemente da extracomunitari a riversarsi in tale settore. Queste condizioni non favorevoli si riflettono in una diffusa caduta di qualità, soprattutto nella realizzazione delle finiture, dove la maestria dell’artigiano risulta più necessaria. A fronte di tale quadro generale, le recenti normative (sismica, acustica e energetica) richiedono invece di porre maggiore attenzione all’esecuzione di alcuni dettagli costruttivi, che garantiscano la piena efficacia dei nuovi materiali utilizzati per il rispetto degli standard qualitativi imposti dalla Legge. I costruttori si orientano, giustamente, verso soluzioni facili da realizzare e possibilmente prefabbricate, per semplificare la composizione dell’organico di cantiere. Per il mondo delle imprese artigianali si può aprire, pertanto, un nuovo mercato, costituito da attività specialistiche eseguibili solo da maestranze qualificate. Questo vale anche per il mondo professionale, il quale a causa di una cultura conservativa presente in tutti i settori della nostra società, contraria a qualsiasi cambiamento che innescasse meccanismi di concorrenza, opera oggi in un settore caratterizzato, oggi, dall’inesistenza di condizioni serie di mercato (mancanza di programmazione delle pubbliche amministrazioni, permanenza del rapporto fiduciario, regole certe per il calcolo dei compensi, etc...). In assenza, inoltre, di modalità di pagamento “normali“, si deve prendere atto, a malincuore, che nel nostro paese non esistono ancora condizioni favorevoli per uno sviluppo delle attività professionali organizzate. In un tale panorama, che non sarà facile modificare in tempi brevi, anche il mondo professionale potrebbe avere nuovi spazi, operando nel settore dell’innovazione e offrendo servizi più evoluti rispetto a quelli squisitamente professionali, sconfinando nelle attività d’impresa e collaborando con le imprese artigianali, per offrire attività qualificate sia ai soggetti pubblici che privati. La sperimentazione dell’autocostruzione di una parte di finiture potrebbe permettere ad un certo tipo di clientela di comprare una casa di grande qualità a prezzi accessibili, con la garanzia comunque di tutta la necessaria assistenza per garantire il successo dell’operazione. Una sorta di offerta edilizia analoga al mercato del fai da te tipo IKEA, in cui al committente privato potrebbe essere garantita la costruzione fino al grezzo ed una parte degli impianti. Si deve infine prendere atto che la bioedilizia non è più un ristretto mercato, ma è invece una formula

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che funziona, che è destinata a crescere rapidamente e che questo è un ottimo momento per “seminare”.

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4. Incentivare, anche nel nostro territorio, l’industria del legno strutturale e la conseguente tutela e valorizzazione del patrimonio boschi della Toscana; La Toscana è la regione con la maggiore copertura forestale in Italia, pari al 47% (circa 1.100.000 ettari) dell’intero territorio, anche se solo il 20% di esso è idoneo come materiale per falegnameria e per impieghi strutturali, mentre il restante 80% è coltivato a bosco ceduo che può trovare utilizzo per fini energetici. L’agenzia Arsia, insieme alla Regione Toscana, da molti anni, sta portando avanti un progetto di valorizzazione del nostro patrimonio boschivo per impieghi strutturali e per l’uso energetico. L’intervento descritto nelle pagine seguenti rappresenta pertanto un utilissimo esempio pratico di edificio in legno, alimentato con biomasse, che può essere messo a disposizione di visite ed esame critico a favore delle istituzioni, degli imprenditori, dei professionisti e del mondo scientifico. Il legname utilizzato nella nostra costruzione è abete rosso, assemblato dalla KLH e proveniente dall’Austria, ma ci auguriamo che a seguito di un gradimento del mercato verso tale tecnologia, possa svilupparsi anche in Toscana una industria per l’utilizzo evoluto del legno, che favorisca lo sfruttamento, a fini strutturali, anche di legname di non elevata qualità, favorendo nel contempo sia la coltivazione dei nostri boschi che creando una nuova opportunità occupazionale per le nuove generazioni. Dai primi riscontri avuti con il mondo professionale ed imprenditoriale, ritengo che non sia meramente utopistico ipotizzare che si possano sviluppare, a breve, anche nel nostro territorio, aziende che si occupino della lavorazione dei pannelli strutturali in legno lamellare a strati incrociati e successivamente anche della loro produzione. Al presente progetto hanno manifestato il proprio interesse il Prof. Ario Ceccotti Direttore di I.V.A.L.S.A. (Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree) - CNR, (insieme ai collaboratori Ing. Marco Lauriola e Ing. Maurizio Follesa), il Prof. Andrea Vignoli Direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile Università di Firenze e sono in programma una serie di prove sul comportamento strutturale, termico ed acustico dell’intervento. GENERALITA’ dell’ intervento L’esempio che andremo ora ad analizzare è l’edificio per civile abitazione realizzato nel Comune di Scarperia in Via dell’Azzurro, il primo esempio in Toscana di edificio con struttura in pannelli di legno lamellare a strati incrociati. La particolarità dell’edificio investe anche l’aspetto estetico che esso avrà una volta ultimato; infatti le superfici esterne avranno una finitura tradizionale ad intonaco a calce e manto di copertura in cotto dato che i pannelli con cui la casa è stata realizzata si prestano a qualsiasi tipo di rivestimento agevolato anche dal modesto spessore delle strutture. L’edificio è costituito da n. 2 unità immobiliari con accessi indipendenti organizzate all’interno di un unico corpo di fabbrica caratterizzato da una geometria molto regolare con pianta quadrata con lato di circa 12,00m, copertura a capanna e prospetti regolari privi di elementi in aggetto. L’edificio si sviluppa su due piani fuori terra, un sottotetto in parte abitabile ed un piano interrato con funzione di grande cantina e locale impianti tecnici. La caratteristica strutturale è quella di un edificio in muratura portante realizzata con pannelli di legno multistrato; pannelli che andranno a costituire l’ossatura dei muri perimetrali e di parte dei tramezzi interni. Le strutture in elevazione così come il solaio di piano primo, sottotetto e copertura sono realizzate con i predetti pannelli, assemblati in opera mediante l’utilizzo di collegamenti puntuali di acciaio

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distribuiti. Il solaio di piano terreno è stato realizzato in un unico getto di c.a. dello spessore di 35cm appoggiato lungo il perimetro a n. 12 pilastri in c.a. del diametro di 30 cm ed un pilastro centrale di diametro 40 cm. Tra le strutture in elevazione e la fondazione è stata realizzata una sconnessione nel piano tale da rendere quasi indipendenti le due strutture alle traslazioni orizzontali, in caso di evento sismico la fondazione trasmetterà alle strutture in elevazione solo una parte delle forze sismiche. La sconnessione è stata realizzata con appoggi scorrevoli multidirezionali della ditta FIP INDUSTRIALE spa posizionati in corrispondenza degli otto pilastri laterali e il pilastro centrale. In corrispondenza dei quattro pilastri agli spigoli sono stati posizionati degli isolatori elastomerici forniti sempre dalla ditta FIP INDUSTRIALE spa. L’intera struttura poggia su una fondazione a platea in c.a. dello spessore di 35cm che fa da fondazione anche ad uno scannafosso perimetrale accessibile.

LA CASA JAZZ vista esterna

referenti del progetto:

TIESSE INGEGNERIA srl

di Giovanni Olivero, Giuseppe Moschi, PierLuigi Poggetti e Rodolfo Giachi Via G. Massaia, 88 50134 Firenze t. 055 486347 info@tiesseingegneria.it Progetto integrale e coordinato: Ing. Giuseppe Moschi Progetto esecutivo: (architettonico e strutturale) Ing. Simone Sonni e Ing. Leonardo Negro Progetto architettonico: Ing. Pierluigi Poggetti Progetto impianti esterni: Ing. Rodolfo Giachi Progetto impianto elettrico: Ing. Primo Moschi Progetto impianto di climatizzazione e del bilancio energetico: Ing. Gilberto Barzagli e Ing. Riccardo Barzagli P r o g e t t o i m p i a n t o f o t o v o l t a i c o : P. I . M a r c o M a t t e i n i Consulenza tecnologia strutture in legno: Ing Marco Lauriola e Ing. Maurizio Follesa Consulenza caratterizzazione del legno strutturale: Dott. Agr. e Forestale Mario Moschi Consulenza per le tecnologie della bioedilizia:Arch. Biagio De Pietro, Arch. Enzo Dotta, Arch. Giovanna Giuntini (Istituto Nazionale di Bioarchitettura) ESECUTORI Opere edili : Edil Ca Due srl. Opere in legno : KLH Massivholz GmbH Impianti : Ca.gi.ba. snc Impianto fotovoltaico : Fedi impianti sas

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e s t r a t t o d e l l a g u i d a r e d a t t a d a L I N E AV I T A

cadute dall’alto, l’infortunio più grave e ricorrente nei cantieri edili

Il numero elevato degli infortuni mortali e permanenti nel mondo dell’edilizia derivanti dalle cadute dall’alto, hanno indotto gli organi competenti ad adottare misure preventive introducendo nuove regole e leggi all’inter no dei Regolamenti d’Igiene e dei Regolamenti Edilizi (per esempio l’”Integrazione al Titolo III del Regolamento di Igiene, art. 3.2.11, ”Disposizioni concernenti la prevenzione dei rischi di caduta dall’alto” per la Regione Lombardia o producendo leggi Regionali (L.r. 1/2005 art 82 comma 16 per la Regione Toscana ). Nuove disposizioni sono in fase di studio e attuazione in molte altre Regioni Italiane, per cui è necessario informarsi preventivamente per eventuali obblighi.

certificata l’abitabilità o l’agibilità ai sensi della vigente normativa , il professionista abilitato, al momento del deposito in comune dell’attestazione di cui all’articolo …………….. deve allegare la certificazione di conformità delle opere eseguite sulla copertura alle misure preventive e protettive previste e consegnare copia del fascicolo dell’opera, ove ne sia prevista la redazione ai sensi dell’articolo 4, comma 1 (lettera b) del decreto legislativo del 14 agosto 1996, n. 494. (Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili), da ultimo modificato con decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276.

“le seguenti disposizioni si applicano alle nuove costruzioni di qualsiasi tipologia d’uso (residenziale, commerciale, industriale, agricolo, eccetera) nonché in occasione di interventi su edifici esistenti che comportino anche il rifacimento sostanziale della copertura. L’intera opera deve essere progettata ed eseguita in modo che le successive azioni di verifica, manutenzione o di riparazione dell’opera stessa e delle sue pertinenze, comprese le componenti tecnologiche, possano avvenire in condizioni di sicurezza per i lavoratori che effettuano tali lavori e per le persone presenti nell’edificio ed intorno ad esso”.

PROCEDURE PER LA REDAZIONE DI UN ELABORATO TECNICO 1) IL TECNICO ABILITATO dovrà compilare il modulo preposto (riportato a pag.…) dichiarando quale dispositivo e disposizione del sistema permetterà l’accesso e il lavoro in sicurezza sulla copertura. 2) IL TECNICO ABILITATO elaborerà un progetto grafico ai fini di verifica della corretta esecuzione presso l’opera delle misure tecniche predisposte. 3) IL TECNICO ABILITATO a fine lavori dovrà produrre un elaborato tecnico contenente: • Dichiarazione di corretta messa in opera dei componenti (rispettando accuratamente le indicazioni dei costruttori) da parte dell’installatore • Le certificazioni dei prodotti o dichiarazione di conformità in rispetto alla UNI EN 795 • L’installazione di apposita cartellonistica per identificare i dispositivi • Progetto planimetrico della copertura (tenendo conto degli effetti derivanti da una caduta) con criteri d’installazione del sistema di anticaduta a norma UNI EN 795 contenente:

I già strumenti normativi in materia di prevenzione degli infortuni ed igiene del lavoro e in materia di dispositivi di protezione individuale, sia dal punto di vista dell’uso che del prodotto, presentano attualmente una frammentazione di disposizioni che creano una qualche difficoltà nella loro applicazione specialmente per quanto riguarda la prevenzione degli infortuni causati dalle cadute dall’alto. ADEMPIMENTI 1. La conformità del progetto alle misure preventive e protettive indicate nell’apposito modulo (attestata dal tecnico abilitato) all’atto di inoltro: a) delle istanze di permesso di costruire, anche riferite a varianti in corso di opera che comportano la sospensione dei relativi lavori; b) delle denunce di inizio dell’attività, anche riferite a varianti in corso d’opera che comportano la sospensione dei relativi lavori; c) delle varianti in corso d’opera, che non comportano la sospensione dei relativi lavori 2. L’attestazione del progettista è corredata dall’elaborato tecnico della copertura, redatto in conformità alle misure preventive e protettive indicate nel modulo 3. In caso di istanze di sanatoria di cui all’articolo 140 della l.r. 1/2005, la conformità delle opere realizzate sulla copertura alle misure preventive e protettive, è attestata dal tecnico abilitato 4. Nel caso di interventi edilizi per i quali debba essere

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1. d’aria) 2. 3. 4. •

I requisiti relativi alla distanza dal suolo (tirante L’eliminazione degli “effetto pendolo” Indicazione dell’accesso alla copertura percorso Dimensionamento indicando:


24126 Bergamo - Via Bellafino, 20 C.Comm. Galassia (Blocco H) Tel. 035 315315 - Fax 035 330000 e-mail info@lineadivita.it sito associazione www.lineavita.org

L lunghezza della linea E distanza max tra gli intermedi nr MAX degli utilizzatori F freccia della deflessione fune T forza sviluppata in capo al cavo R resistenza minima alla rottura del supporto M il momento applicato alla struttura (VERIFICA STRUTTURALE) • Le forze applicate alla struttura dovranno essere verificate da un ingegnere o laddove non fosse possibile eseguire un collaudo come indicato nella norma UNI EN 795 • La dichiarazione di conformità (redatta da un ingegnere) nel caso venissero realizzati elementi aggiuntivi necessari all’installazione dei sistemi UNI EN 795 (tipo supporti, pali, staffe ed elementi di fissaggio) • Libretto di istruzioni e manutenzione • Istruzioni per il corretto utilizzo e scelta idonea dei D.P.I. che si possono e devono utilizzare in conformità del sistema installato. REQUISITI PER UNA IDONEA VALUTAZIONE PROGETTUALE Progetto di un sistema di anticaduta Per una corretta progettazione di un sistema anticaduta il tecnico dovrà tener conto delle seguenti valutazioni: • individuazione dei rischi susseguenti alla caduta • strutturali e susseguenti alla forma planimetrica della copertura • pratico operative • impatto architettonico • economiche Per eseguire correttamente un progetto per la scelta di dispositivi di ancoraggio a norma UNI EN 795, bisogna sapere che tale norma è suddivisa in classi: EN 795 classe A1: Comprende ancoraggi strutturali progettati per essere fissati a superfici verticali, orizzontali ed inclinate EN 795 classe A2 Comprende ancoraggi strutturali progettati per il fissaggio a tetti inclinati EN 795 Classe B Dispositivi di ancoraggio provvisori portatili EN 795 classe C Comprende dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio flessibili orizzontali. Per definizione di tale norma per linee orizzontali si intende una linea che devia dall’orizzonte per non più di 15 °. EN 795 Classe D Dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio rigide o orizzontali EN 795 Classe E Dispositivi di ancoraggio a corpo morto

pertanto si dovrà tener conto di: • Tipologia della struttura • Tipologia della copertura con esigenze tecniche per garantire una buona impermeabilizzazione • Altezza dal suolo • Presidi fissi • Presidi mobili • Numero degli operatori

esempio di progettazione : COPERTURA A DUE FALDE Soluzione economica, poco invasiva, con punti di ancoraggio UNI EN 795 A2 –poca libertà di movimento –ridotto numero di operatori in contemporanea –ideale per tetti bassi con esigenza di lavoro in trattenuta

COPERTURA A DUE FALDE La linea di vita UNI EN 795 C è la soluzione ideale per la libertà di movimento e con più operatori in copertura. Questo tipo di soluzione ci permette di risolvere gravi problemi di impermeabilizzazione, insostituibile su colmi superiori ai 15mt di lunghezza.

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TIPOLOGIA DELLE STRUTTURE La tipologia della struttura può determinare la scelta dell’ancoraggio e viceversa tenendo conto di questi requisiti: Per i dispositivi in classe A1 e A2 la resistenza dei dispositivi di ancoraggio deve essere di 10 KN applicata nella direzione in cui tale forza può essere applicata in esercizio. Per i dispositivi in classe C la resistenza della struttura è una risultante di calcolo (dimensionamento). Le differenti tipologie esistenti sul mercato non permettono di dare delle indicazioni standard, questi valori devono essere elaborati dall’installatore o indicate nelle istruzioni di installazione da parte del costruttore. Come indicazione standard (per l’installazione di una linea di vita ARIANA –FIRST -EVOLUTION) il valore massimo è di 37 KN sviluppato al punto estremo della linea R. Il momento applicato alla struttura verrà calcolato in funzione all’altezza del supporto o palo utilizzato. Esempi applicativi :

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L’Associazione ALV da disponibilità per organizzare seminari tecnici che contribuiscano a chiarire e approfondire l’argomento. L’invito ad organizzare questi seminari è soprattutto rivolto agli ordini degli ingegneri–architetti e ai geometri Iscrivendosi all’associazione ( iscrizione gratuita) si potrà accedere all’area tecnica sul sito e usufruire di una serie di servizi di consulenza e di supporto alla progettazione dei sistemi di anticaduta. Il presidente associazione ALV Giancarlo Vitali


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i motivi delle scelte degli amici della terra e del forum energia:

le proposte per un’edilizia sostenibile

sergio gatteschi presidente amici della terra toscana e forum energia

PERCHE' AUMENTARE L’EFFICIENZA ENERGETICA E RICORRERE ALLE ENERGIE RINNOVABILI I problemi connessi all’approvvigionamento delle fonti di energia, alla crisi climatica, all’inquinamento, alla scarsità delle risorse in un sistema globale in pieno sviluppo sono or mai all’ordine del gior no del sistema politico, imprenditoriale e sociale del pianeta: da Al Gore ad Angela Merkel, passando per l’ambientalismo mondiale, tutti sappiamo che dobbiamo limitare le emissioni ed il ricorso ai combustibili fossili. Le nostre associazioni ambientaliste, Forum Energia e Amici della Terra, lavorano da tempo per l’efficienza del sistema energetico e per il ricorso alle energie rinnovabili: dall’esperienza della SCO2mmessa, di autogestione dei consumi energetici nelle scuole, al recente ciclo di convegni sull’efficienza energetica in edilizia, per arrivare, finalmente, ai cantieri che abbiamo aperto con cui abbiamo realizzato isolamenti termici di abitazioni singole e di condomini, installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici, di caldaie a biomassa, di impianti di cogenerazione e geotermici, ed altro ancora. Perchè? Queste le nostre riflessioni, sviluppate da diversi anni e confermate dagli avvenimenti più recenti. I combustibili fossili (petrolio, gas naturale, carbone) costano ogni giorno di più, a causa della richiesta che è divenuta assai superiore all’offerta con l’entrata in scena dei nuovi sistemi industriali delle grandi nazioni asiatiche (India e soprattutto Cina) e di altre parti del mondo. L’uso del petrolio poi è destinato a terminare entro i prossimi quaranta - sessanta anni per esaurimento dei giacimenti. In ogni caso queste fonti di energia, che alimentano la quasi totalità dei consumi italiani (industria, trasporti, energia elettrica, riscaldamento) • ci hanno reso dipendenti da situazioni internazionali complesse e coinvolte in conflitti militari terribili • stanno causando le variazioni climatiche dovute all'effetto serra • sono responsabili dell'inquinamento dell'aria, con i residui della combustione L'intero sistema mondiale dovrà quindi trovare un diverso sistema di approvvigionamento energetico, e dovrà farlo in tempi relativamente brevi. ELIMINARE GLI SPRECHI Gli sprechi di energia sono enormi:grandi possibilità di risparmio sono possibili nei sistemi energetici delle abitazioni (riscaldamento, raffrescamento, elettricità), del sistema industriale e dei trasporti. Occorre quindi rendere razionale il nostro sistema di consumi attuando, da subito, una maggiore efficienza di tutti i nostri impianti. Questo è possibile con impianti e tecnologie largamente sperimentate:

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in edilizia un migliore isolamento termico, da solo, può abbattere i consumi ed i costi del riscaldamento e del condizionamento estivo del 20-30%; sostituire caldaie di vecchia generazione con impianti ad alta efficienza o di cogenerazione rappresenta un investimento che si ripaga con sempre maggiore velocità. E’ POSSIBILE RICORRERE ALLE ENERGIE RINNOVABILI? Le energie rinnovabili (idroelettrica, geotermica, eolica, solare, nonché la prospettiva forse più interessante, l'energia dell'idrogeno alimentata da impianti rinnovabili) dovranno nel tempo sostituire i combustibili fossili, ma fino ad oggi avevano bisogno di tempi lunghi, di massicci investimenti e di aumento di efficienza per supportare quote significative di consumi. L’aumento dei prezzi dei combustibili tradizionali e dell’energia elettrica con essi prodotta rende già oggi competitive diverse fonti energetiche: il solare termico (riscaldamento dell’acqua con il sole), le biomasse ( utilizzabili con caldaie o addirittura centrali termiche a legno, cippato, pellets), su tutti. La Finanziaria 2007 ha introdotto il recupero del 55% delle spese sostenute per il recupero di efficienza; i nuovi incentivi del conto energia rendono molto interessante anche l’energia elettrica prodotta con sistemi fotovoltaici: due novità che cambiano radicalmente la situazione, e in meglio. AMBIENTALISTI E TECNICI A SERVIZIO DELL’EFFICIENZA ENERGETICA Il Forum Energia e gli Amici della Terra sono oggi in grado di offrire ai privati, al sistema delle aziende, agli enti pubblici proposte operative basate su una vasta esperienza di interventi concreti: quindi progettazione ed esecuzione di lavori (dall’installazione di pannelli solari all’isolamento termico degli edifici). I nostri associati sono universitari, ricercatori, ingegneri, architetti e bioarchitetti, installatori di impianti, edili specializzati, che formano un gruppo che opera sui problemi dell’energia con approccio sistemico su due scelte ben precise (risparmio energetico, ricorso alle energie rinnovabili) ed è concretamente in grado di interagire con ogni settore della società. Ambiti di intervento studio delle possibilità concrete di risparmio energetico attraverso migliorie di impianti e strutture architettoniche per aziende, edifici pubblici e privati, impianti sportivi; progettazione e messa in opera di strutture basate sul risparmio energetico ed il ricorso alle energie rinnovabili; finanziamento delle opere di miglioramento energetico attraverso il sistema ESCO (energy service companies); studio e redazione di atti amministrativi volti a improntare i contratti delle amministrazioni pubbliche e private, verso il sistema ESCO ed il risparmio energetico;


AMICI DELLA TERRA TOSCANA E FORUM ENERGIA via giano della bella, 22 50124 firenze tel.: 3384759461 info@sergiogatteschi.it siti web www.forumenergia.net www.amicidellaterra.org www.sergiogatteschi.it

interfaccia verso l’Unione Europea e altri enti, statali e locali, per le ricerche e le progettazioni legate alle linee di finanziamento pubblico nel campo dell’energia. Il sito www.forumenergia.net Attraverso il nostro sito web è possibile tenersi aggiornati su tutti gli argomenti che riguardano l’energia: convegni, leggi, manifestazioni, ditte del settore. E’ inoltre possibile, iscrivendosi, partecipare ai forum tematici e ricevere la nostra newsletter. Il sito è visitato da più di 15.000 persone al giorno, la newsletter raggiunge oltre 2.000 iscritti. Convegni ed incontri realizzati

• Energie rinnovabili ed efficienza energetica, Firenze, 20 gennaio 2005 • Terresti accesa la tua automobile in salotto solo per riscaldare casa?, Pesaro, 17 febbraio 2004 • Energia,ecologia, economia, Osimo (AN), 14 ottobre 2003 • Il risparmio energetico nel pubblico e nel privato produttivo, Prato, 27 ottobre 2003 • I l p u n t o s u l l ’ e o l i c o i n To s c a n a , F i r e n z e , 2 1 l u g l i o 2 0 0 3 • Architettura, Risparmio Energetico, Energie Rinnovabili: un nuovo paradigma estetico, Vaglia (FI), 23 maggio 2003 • Energia e Globalizzazione, Social Forum Europeo Firenze, 6-10 novembre 2002 • Energie Rinnovabili per un Futuro Sostenibile, Firenze, 19 giugno 2002 • Il risparmio energetico è possibile: come attuarlo praticamente?, Firenze, 16 maggio 2002 • Verso il Piano Energetico del Comune di Firenze, Firenze, Maggio 2004 • Come limitare i consumi energetici in edilizia: quale regolamento per i comune di Firenze, , Firenze, Maggio 2006 •Il ripremio dell’acqua: buone idee e buone pratiche, Firenze, Maggio 2006

CICLO DI CONVEGNI SULL'EFFICIENZA ENERGETICA IN EDILIZIA – FIRENZE – PRIMAVERA 2007. • 21 febbraio, ore 21,00, Villa Arrivabene, Quartiere 2 di Firenze • 6 marzo, ore 21,00, Sala Convivio, Quartiere 3 di Firenze • 13 Marzo, ore 21,00, Sala del Consiglio di quartiere in Via Lambruschini, Quartiere 5 di Firenze • 20 Marzo, ore 21,00, Sala del Consiglio di quartiere di Villa Vogel, Quartiere 4 di Firenze • 28 Marzo, ore 21,00, Sala dell'Altana in Piazza Tasso, Quartiere 1 di Firenze

partecipazioni

• L'Energia Eolica, Firenze, 06 novembre 2003 • Progetto Afghanistan, Vaglia (FI), 02/10/2003 • Insediamenti Iindustriali Costieri e Sviluppo Ecocompatibile, Siracusa 9-10 giugno 2003

Il nostro programma: � convegno: EFFICIENZA ENERGETICA IN EDILIZIA sala 1 saschall, ore 15.30, martedì 15 maggio 2007 Perché e come consumare meno gas e corrente elettrica per inquinare meno e risparmiare? Con quali accorgimenti? Con quali materiali ed impianti? Con quali costi? Quali sono gli incentivi e gli sgravi fiscali a cui è possibile avere accesso? A queste domande le associazioni �ambientaliste Amici della Terra - Toscana e Forum Energia, con il sostegno delle pubbliche amministrazioni, rispondono presentando le possibilità, tecniche e di finanziamento, della concreta realizzazione di opere di efficienza energetica in edilizia, dall'isolamento termico all'impiantistica. Al termine delle relazioni, ognuna della durata di dieci minuti, si aprirà il dibattito, ed i tecnici saranno a disposizione per rispondere a tutte le domande poste dai presenti. Il ciclo di Convegni che abbiamo organizzato ha già fatto tappa a Sesto Fiorentino, nei cinque consigli di quartiere di Firenze e a Colle di Val d'Elsa e proseguirà sabato 12 maggio, alle �ore 9,30, presso la sala Pegaso della Provincia di Grosseto, in Piazza Dante a Grosseto. relazioni: Sergio Gatteschi, Presidente Amici della Terra – Toscana "Una politica per la sostenibilità energetica" Pietro Novelli, DG Presidenza della Regione Toscana, "Le politiche della Regione Toscana per una edilizia sostenibile: la certificazione energetica degli edifici Margaux Cicali, Amici della Terra "Le iniziative su clima ed energia del network di Friends Of The Earth Europe” Alessandro Crudeli, architetto, "Isolamento ed efficienza energetica nel recupero edilizio" Fulvio Bongianni, imprenditore,� "La �Cogenerazione in edilizia" Paolo �Puccetti, Solar Convert,� "Solare, ter mico e fotovoltaico" Massimo Mugnai, SEF, "Le possibilità offerte dal fotovoltaico a terra"� Stefano Corsi, ingegnere "Le possibilità offerte dalle �biomasse" Egidio Raimondi, architetto ,"Impiantistica ed efficienza energetica in architettura" Oriella Ferrini �e Steven Roach Architetti, "Ristrutturazioni ed efficienza energetica negli edifici di valore paesistico" Alberto Di Cintio, Università di Firenze, Conclusioni

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sperimentalismo ed utopia urbana

architettura e ambiente

razionalità tra architettura, città e ambiente architetto

ornella vizzarri

“Che cos’è oggi la città, per noi? […] nel momento in cui diventa sempre più difficile viverle come città. Forse stiamo avvicinandoci ad un momento di crisi della vita urbana […] delle città invivibili. Oggi si parla con eguale insistenza della distruzione dell’ambiente naturale quanto della fragilità dei grandi sistemi tecnologici che può produrre guasti a catena, paralizzando metropoli intere. La crisi della città troppo grande è l’altra faccia della crisi della natura.” italo calvino, le città invisibili, 1972

CLAUDE NICOLAS LEDOUX la casa per guardie agricole, 1806

BARUMINI architettura nuragica, 1500 AC tipologia a tholos

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L’evolversi delle città e conseguentemente delle architetture e degli spazi che la costituiscono è in relazione con l’evolversi del paesaggio e dell’ambiente. Viviamo in un’epoca in cui il progresso, in specie la tecnologia e l’economia, condiziona notevolmente la “morfologia” della città, causando l’ “alterazione” dello spazio urbano. I cambiamenti sociali, secondo il parere di alcuni urbanisti, se da un lato evidenziano la perdita d’identità di luoghi ben connotati della città moderna, dall’altro acuiscono trasformazioni non più caratterizzanti quella qualità urbana di un tempo, chiara espressione di una forte tensione estetica. La definizione di paesaggio presente nel “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 enuncia quanto segue: “Per paesaggio si intende una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni” (comma1); la “tutela e valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili” (comma 2). L’importanza del territorio si desume dall’analisi attenta delle proto-architetture e come queste siano espressione naturale della simbiosi uomo-ambiente e quanto, l’alterazione di quest’ultimo, possa incidere direttamente sui manufatti abitativi, ripercuotersi nel modus vivendi dell’uomo. Un esempio di tali architetture ancestrali sono, in Italia, l’architettura nuragica (in particolare a Barùmini,) ed i Sassi di Matera*. Altri esempi sono quelli dell’architettura ipogea (“del sottosuolo”): dalle caverne scavate nella roccia

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riferimenti bibliografici. Bruno Zevi . Saper vedere la città, Einaudi Marcello Fabbri . Matera, dal sottosviluppo alla nuova città, Basilicata editrice

in Cappadocia (Turchia) alle antiche tombe di Micene (Tomba di Clitennestra). Il risalire a tali antichi esempi permette di comprendere l’importanza dell’ambiente, inteso non dissociato dalla città. Oggi l’adozione del Piano, come strumento burocratico e normativo di tutela e di gestione del territorio, ha portato ad una zoonizzazione inevitabile che ha scisso tutto quello che all’inizio era inscindibile. Un elemento basilare di queste tipologie di architetture è un forte legame con il territorio: esso appare un tutt’uno con le abitazioni ed il paesaggio. L’architettura è il linguaggio delle forme. Le forme di aggregazioni umane di civiltà protostoriche avevano un linguaggio molto raffinato, scaturito da quello che la natura poteva offrire loro: dalle caverne scavate nella roccia ad altre forme di abitazione. Da tali strutture derivano i concetti bioclimatici tradizionali, utilizzare materiale del territorio, della natura, sfruttare la coibentazione del terreno circostante l’abitazione, ecc. Questi contenuti ecologici avevano costituito una architettura con un determinato linguaggio, fortemente antropizzato con l’ambiente. La tecnologia e l’attuale evoluzione dell’architettura bioclimatica conduce sì a sviluppare fonti e materiali alternativi, ma non a ridefinire il linguaggio formale architettonico, costituendo il vero limite di questa tipologia costruttiva. Tutto quello che invece l’architettura hight-tech, aveva in qualche modo ovviato: infatti è riuscita a conciliare estetica tecnologica con i principi dell’utilizzo delle energie rinnovabili. La leggerezza dei materiali e l’innovazione hanno suggerito un nuovo linguaggio. Anche in passato l’architettura organica aveva posto l’attenzione all’uso dei materiali naturali, coadiuvando i principi formali e la ricerca di una nuova espressione semantica. Questo rapporto tra architettura, città, territorio ed ambiente è alla base di ogni trasformazione. In base a quanto detto, vanno sviluppate alcune riflessioni: - occorre ritrovare anche nella città moderna l’equilibrio tra natura ed aggregazioni umane: la città risulta sempre più limitata, anche se le espansioni periferiche nonostante siano notevoli risultano non omogenee e disgreganti, creando città nelle città e nel contempo la natura si deve adeguare a cicli non propri. - adeguare la tecnologia anche a servizio dell’ambiente. - ricostruire il tessuto urbano, decodificando i nuovi spazi con nuovi percorsi di comunicazione e di flussi anche virtuali. - riappropriarsi dei non luoghi e trasformarli in base alle effettive funzioni che la città richiede nel vivere attuale. - proporre la sintesi progettuale attraverso una maggiore qualità urbana in una situazione territoriale più ampia. Riscoprire infine le nuove rappresentanze semiotiche e fisiche nella città della modernità ed in tutto questo conservare sempre l’identità come elemento base di una evoluzione progressiva e tecnicistica. Il rapporto architettura ed ambiente è costituisce uno dei quesiti più urgenti nella centralità della città. Risolvendo parte delle problematiche ambientali si potrà avere la percezione di ritrovare il luogo, con spazi adeguati in cui l’uomo, in una dimensione utopica, possa esprimersi con le proprie incongruenze e diversità. La globalizzazione porta la città del futuro ad avere connotazioni più ampie ed a rispondere ad esigenze sempre maggiori. Saranno gli architetti ad avere questo compito di monitoraggio ed a captare i segnali del cambiamento soprattutto nel ridefinire la nuova metropoli, attraverso nuove architetture.

M I C E N E - T E S O R O d i AT R E O tomba di Clitennestra XV sec. A.C.

CUMBRIA VISITOR CENTRE, Penrith Lake District, Inghilterra, 1990 arch. Arthur Quarmby

L’ h a b i t a t c o s t r u i t o a M o n t r e a l d a MOSHE SAFDLE, 1967, ripropone il continuum medievale in versione moderna

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veduta dei sassi di Matera

il lammione

“I SASSI DI MATERA: tipologie edilizie ed urbanistiche”. I nuclei abitati di Matera sono stati caratterizzati dalla evoluzione della tipologia edilizia, dalla “casedda” al “lammione” alla “casa soprana”, conseguente le trasformazioni dei rapporti economici su cui si reggeva la società contadina. Ad esempio nei paesi dei latifondi della costa ionica, dove si praticava prevalentemente il bracciantato, il tipo edilizio diffuso è la “casedda”. Essa è costituita da una stanza di circa venti metri quadri, con quattro muri di tufo rivestita di calce ed un tetto di tegole a due falde sopra una “cannizza”, una stuoia di canne. Lungo la strada principale di un centro urbano si allineavano i palazzotti dei galantuomini, mentre i braccianti costruivano le loro schiere di casedde, con tre muri su quattro in comune con le case vicine, lungo il pendio della collina, con un orientamento e pendenza che permettevano a ciascuna casa di godere di una sufficiente insolazione, e nello stesso tempo favorivano lo scorrimento delle acque lungo il pendio verso la valle del Basento. Si dovrà assistere quasi due secoli per osservare con la trasformazione del bracciante in terricante, la punta massima del suo sviluppo economico e giuridico, raggiunto nei primi anni dell’800. Equilibrio instabile, poiché l’aumento della popolazione porterà al passaggio da terricante a quella di piccolo affittuario mularo. Si va così elaborando il tipo di abitazione del mularo che non sarà la “casedda”, ma il “lammione”. La sua forma, come il suo nome, ricorda come le grotte scavate nella pietra le origini di questa società contadina. Il mulo diventerà il capitale del contadino, lo alloggia prima nella casedda, poi in quella adiacente trasformata in stalla; infine preferisce da due casedde addossate ricavare un unico vano più grande. Così alla fine dell’800 si inizia a definire la “casa soprana”, in quanto il mularo non accetta più di abitare con gli animali domestici, costruendo la propria dimora sopra il lammione preesistente. Il sistema lammione-casa soprana ha permesso di conservare, con l’unificazione delle dimensioni e del sistema associativo a schiera, l’ordine urbanistico unitario del paese. Da tale analisi si desume come fosse limitato l’esame dei Sassi condotto a partire da un recinto; in realtà l’effettiva struttura dei Sassi è ben diversa e funzionava come una città contadina. Infatti il recinto non è un elemento determinante di una struttura la quale invece è fatta essenzialmente di percorsi a diversi livelli; in modo tale che la funzione di soggiorno all’aperto non sia mai chiusa e circoscritta ad un gruppo di famiglie fisso e immutabile, ma si colleghi in una continuità che, ad livello urbano, si visualizza dal fatto che la struttura a gradini concentrici dei Sassi permette in generale da ogni angolazione e da ogni casa di vedere il resto del paese. Il tipo edilizio di maggiore originalità e di maggior interesse è il “lammione”, che nella sua essenzialità appare molto simile alla cellula di una unità di abitazione di Le Corbusier. di Marcello Fabbri, Matera, dal sottosviluppo alla nuova città, Basilicata editrice

sezione di un settore dei Sassi

la casa soprana

la casedda

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ventinove


rotatorie, cordoli, erba e tappeti urbani

architetto

luca bolognese e silvia scuffi abati

La città è un organismo in continua mutazione genetica, è sempre stato così e sempre lo sarà! Il processo evolutivo di questo organismo cybernetico è il movimento dei suoi abitanti sulla sua superficie, che ne muta costantemente i parametri: l’ipervelocità, provocata da stress quotidiano per i ritmi lavorativi accellerati, finisce per palesarsi nella realizzazione di sistemi viari per lo spostamento in superficie e non, sempre più caratterizzanti e caratterizzati; autostrade a quattro corsie, linee ferroviarie tecnologiche, piste per aerei, metropolitane di superficie, tunnel marini, ponti che sfidano le tensioni strutturali, segnano i nuovi confini geomorfologici; identificano nuove direzioni, evidenziano porte spazio temporali per vagabondi erranti alla ricerca di nuove CORDOLO IN CEMENTO dimensioni. Le città, grazie a questo sistema nervoso, si avvicinano fra loro, progetto studio di architettura G@UT le distanze diminuiscono, il territorio si adatta a queste nuove guide, si sviluppa realizzazione MICAV - firenze intorno a questi segni del terreno, si modella su questa tavolozza tridimensionale. Tra gli elementi che più stimolano l’immaginario collettivo di questi ultimi anni e che permettono alle città di interfacciarsi fra di loro in un continuum di movimento sono senza dubbio le rotatorie urbane ed extraurbane, cremagliere del motore territoriale. Motore meccanico, motore biologico: austostrade come le aorte del corpo umano, linee ferroviarie come sistemi nervosi primari, strade e rotatorie urbane ed extraurbane come sistemi nervosi secondari; immagine che rende al territorio il valore di macrocosmo vivente e di conseguenza ne evince l’importanza della sua gestione. Occorre perciò ripensare ad un sistema progettuale che preveda la connotazione di un territorio in maniera estetica, dove per estetica urbana si intende il buon mantenimento in salute di questo organismo dagli equilibri osmotici così delicati. Riconnotare le rotatorie, primo tassello di interconnessione tra diverse città, le più palesi e percepibili all’occhio del distratto automobilista, caratterizzare questi appezzamenti di terreno che inconsapevoli girotondini CORDOLO IN CEMENTO affrontano più o meno velocemente, equivale a lubrificare il motore o rinnovare progetto studio di architettura G@UT il plasma corporeo. Le rotatorie devono diventare inconfondibili segnali che realizzazione MICAV - firenze identificano le città, nuove porte di accesso a metropoli o a piccoli paesi, sulla sua superficie le caratteristiche di questi agglomerati (la storia, gli usi e quant’altro); entrare in una grande città industriale o una città d’arte e identificarne le peculiarità dalle sue periferiche rotonde. In questo contesto le aziende devono prepararsi ad affrontare una cultura estetica diversa, aziende fino adesso concentrate a risolvere problemi strutturali, devono iniziare a dare ai propri prodotti valori aggiunti, senza, con ciò, niente togliere all’aspetto tecnologico. Cemento inteso come materia prima per la sperimentazione del prodotto design, per lo studio di pioneristiche forme di spartitraffico o dissuasori ipertecnologici polifunzionali, marciapiedi accessibili a disabili, e funzionali tecnicamente e formalmente da tutti. Questo è lo scarto che identifica le nuove aziende leaders. Si inizia a fare molto nei paesi del nord Europa dove il sistema viario diventa una sorta di tappeto sia per chi lo affronta in macchina, ma anche per il pedone che identifica lo spazio non solo in profondità, ma anche in pianta. Immaginare gli sviluppi futuri dell’organismo cittadino, permette di immaginarsi nuovi prodotti; in questo contesto bene si inseriscono alcuni prodotti compositivi che si ritagliano questa fetta di mercato: - l’erba in ceramica che va a proporsi in alternativa all’erba vera, risultato di una sintesi propositiva e nello stesso tempo commercialmente appetibile; costi gestionali abbattuti. - il cordolo decorato non più anonimo cordolo alla marsigliese, apprezzato solo dal pneumatico che vi passa sopra, ma cordolo identificativo di una gestione cittadina coordinata e comunicativa; - un nuovo sistema di segnalazione viaria che catalizza attenzione e gratifica

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PIASTRELLE IN CERAMICA progetto studio di architettura G@UT

il territorio; potenzialità nella gestione dello spazio rotatoria, nello sfruttamento di sponsorizzazioni private (basti vedere quello che accade tra i vivaisti che si prendono in cura la rotatorie più strategiche). Il territorio cambia al mutare delle abitudini umane: immaginiamoci per un attimo in un non lontano futuro. I mezzi di movimento non saranno più gli stessi, e l’automobile su gomma lascerà lo spazio a piccoli mezzi aerei iperveloci che permetteranno spostamenti in poche ore in ogni parte della Terra e il cielo sarà pieno di segnalazioni luminose; le vecchie locomotive dei treni finiranno per essere show-room per esposizioni culturali da usarsi in piazze, i grandi aerei muteranno la loro tipologia in alberghi lussuosi parcheggiati sulle spiaggie delle coste cinesi, affollate da turisti occidentali, le autostrade saranno riconquistate da un verde curato che le lacererà, dove le famiglie passeggeranno o andranno a prendere il sole; linee ferroviarie ormai piste ciclabili per ciclisti professionisti o amanti del footing. Le rotatorie del terreno cosa potranno diventare? Tappeti cromatici urbani identificativi delle diverse zone territoriali, percepibili da passeggeri su auto volanti, oppure spazi multifunzionali per mostre itineranti, o aiuole per possibili scambi di proposte commerciali; tutti segni chiari che il territorrio sarà mutato e che verrà percepito tridimensionalmente, tanto che i nostri manufatti urbani diverranno segnali indiscutibili del nostro passato, messaggi culturali; per questo è dovere morale di ogni progettista e il nostro Studio ne anticipa la tendenza, di affrontare la sistemazione urbana con particolare riguardo a questo argomento, sensibilizzando le aziende di settore a muoversi verso questo tipo di ricerca. Lo studio che già aveva nel 2005 portato in fiera questo tema realizzando un’installazione di rotatorie, prosegue il suo percorso partecipando anche a seminari sull’argomento e cercando sinergie per lo sviluppo di nuove idee progettuali per il decoro urbano, un decoro che tenda a riqualificare ogni intervento urbanistico. Il motore territoriale deve essere lubrificato in ogni sua parte per poter pensare di farlo funzionare al meglio.

ELEMENTI DI ARREDO URBANO progetto studio di architettura G@UT realizzazione MICAV - firenze

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team di design ambientale

il giardino sonoro lorenzo brusci e stefano passerotti Giardino Sonoro è uno studio di environmental design con base in Toscana e il nome del laboratorio/campo sperimentale per le nuove installazioni e i prototipi acusticoluminosi progettati dal team (EEM, Expressive and Environmental Modules). Le componenti progettuali acustico/musicali, orticultuali e luminose sono gli strumenti utilizzati da Giardino Sonoro per ristrutturare e trasfigurare ambienti architettonici e naturalistici, così estendendo la loro capacità di esprimere contenuti simbolici pubblici e individuali, offrendo diverse e alternative prospettive di disegno dello spazio abitato. I moduli installativi EEM sono destinati alla progettazione d’interni, alla progettazione urbana e paesaggistica. Interior design: i nostri criteri di progettazione trasfigurano un ambiente interno, riscrivendo il rapporto tra luce, suono e spazio, rendendo dinamica e permutabile la portata, il senso e la pre-potenza dell’architettura materiale. Progettazione urbana: gli EEM accrescono la vivibilità nel contesto del caos acustico urbano, direzionando la percezione ordinaria verso forme musicali fantastiche, riducendo così l’esposizione all’invasività del rumore cittadino. Progettazione paesaggistica: Come ogni disegno del paesaggio di ieri e di oggi, anche Giardino Sonoro naturalizza l’artificiale e rende informativamente ibridabile il naturale con il proprio lavoro compositivo di suono, luce ed oggetto. Obiettivo è abitare espressivamente il contesto naturale, aprendone la complessa articolazione attraverso l’apporto di nuova complessità, formale e relazionale. Co-progettare è una delle principali determinanti del nostro metodo professionale. La relazione con altri designer e architetti sublima il valore e la prospettiva del nostro approccio modulare alla “composizione dello spazio”. Per un’architettura simbolica.

v.le del poggio imperiale 23 firenze www.giardinosonoro.it

in collaborazione con:

via del lavoro 24 loc. il ferrone - greve in chianti firenze t. 055 850416 • f. 055 8519914 www.altraluce.it

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t r entatre


produrre

energia

in

maniera

autonoma

una possibile risposta all’ SOS lanciato dal nostro pianeta

architetto

lydia aurora padula

alcuni aspetti del cambiamento climatico dovuto allo sfruttamento delle risorse naturali: scioglimento dei ghiacciai, desertificazione, eventi catastrofici, tsunami.

Il delicato equilibrio che regola la vita del nostro pianeta è costantemente messo in pericolo dallo sfruttamento incondizionato di tutte quelle che sono le risorse naturali. Premesso che la vita sul pianeta è regolata da un ciclo continuo di scambio, acquisizione e consumo di energia, l’energia è ciò che tiene in vita gli esseri umani, animali, vegetali. L’uomo ha bisogno di energia per ottenere elettricità e calore, e per soddisfare sempre nuovi bisogni, ha utilizzato, da sempre, elementi naturali. Solo nell’ultimo secolo (dall’inizio della rivoluzione industriale sino ai nostri giorni) il nostro pianeta ha visto un aumento esponenziale dello sfruttamento delle risorse; ma grazie agli studi sempre più approfonditi e all’acquisizione di conoscenze tecnico-scientifiche, oggi possiamo valutare le conseguenze derivanti da uno sfruttamento incondizionato delle risorse destinate ad esaurirsi (carbone, petrolio, gas naturali) e quelle rinnovabili (sole, vento, maree). L’utilizzo di alcune fonti di energia, in particolare carbone, petrolio provoca, come sappiamo bene, incalcolabili danni ambientali, inquinamento dell’atmosfera, surriscaldamento del pianeta, modifica dell’ecosistema; per tale ragione diventa sempre più pressante il problema della “sostenibilità” (la possibilità che il pianeta possa sostenere lo sviluppo in modo compatibile con la tutela e la salvaguardia delle risorse) e di conseguenza il problema di utilizzare tecnologie”eco-sostenibili”. Per contribuire ad un mondo più pulito, ad un sistema “eco-sostenibile” è possibile investire in energia alternativa, rinnovabile, inesauribile. Fra i vari sistemi di energia alternativa: il termoelettrico, l’idroelettrico, il geotermico, il generatore elettrico galleggiante, le biomasse, l’eolico e l’energia solare, possiamo considerare quest’ultimo come soluzione ottimale sia per un utente privato sia pubblico. Senza entrare nel merito di un’analisi di prodotti commerciali, le cui caratteristiche variano per dimensione, potenza, materiali (dei numerosi materiali utilizzati per la costruzione di moduli fotovoltaici, quelli più comuni sono in silicio cristallino, e tutti devono comunque essere testati in base alla normativa IEC 61215 per le caratteristiche tecniche e meccaniche), negli ultimi anni anche nel nostro paese c’è stato un incremento esponenziale della domanda di questi pannelli che consentono di produrre autonomamente energia elettrica. Ciò che è opportuno sottolineare è il crescente interesse, da parte di Governi, Enti Statali e Regionali, dal Ministero dell’economia a quello dell’ambiente e del territorio (legato alle direttive della Comunità Europea), a promuovere la diffusione dell’installazione di pannelli solari, che in alcune città europee sono divenuti obbligatori per ogni nuovo edificio.

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I pannelli fotovoltaici raccolgono l’energia del sole, la immagazzinano e la trasformano in elettricità.

Il sole è la più grande risorsa per l’uomo, l’energia sprigionata dal calore e trasformata, è un’energia pulita.

Per incentivare la produzione di energia elettrica con impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica, è nato un programma europeo “Conto Energia”: è stato approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico con il Decreto del 19 Febbraio 2007 ed offre interessanti opportunità a quanti vogliono contribuire alla riduzione dei consumi di fonti energetiche tradizionali, che risultano di forte impatto sull’ambiente. Per un periodo di 20 anni, all’utente che opera uno scambio con il gestore dell’energia, viene riconosciuta una tariffa incentivante per ogni kWh prodotto immettendo corrente nella rete nazionale e prelevandola gratuitamente in base alle proprie esigenze. L’energia prodotta viene calcolata da un contatore, quella in esubero immagazzinata per essere fruibile nei tre anni successivi all’installazione, sia per manutenzioni, sia nei periodi di maltempo che di notte. Anche dopo i 20 anni l’utente pagherà solo l’energia utilizzata e potrà continuare a vendere la parte di energia prodotta in eccesso. Il progetto di un impianto fotovoltaico richiede varie tappe dal sopralluogo tecnico alla scelta della soluzione con proposta, dalla gestione delle pratiche, fino alla realizzazione con installazione dell’impianto certificato, direzione lavori e allacciamento alla rete elettrica; per questo è necessario avvalersi di un referente affidabile. Come ultima nota tecnica, si sottolinea che per l’installazione di un tale impianto spesso è sufficiente presentare al Comune competente una semplice DIA, in quanto i pannelli sono considerati estensione dell’impianto idrico-sanitario, oltre ad essere opere di pubblica utilità. Diversa è la procedura da seguire per immobili che insistono su aree vincolate e richiedono una valutazione di impatto ambientale da parte di enti interessati, ovviamente le procedure variano nei Comuni interessati e sono quelle previste nei regolamenti locali.

le foreste sono una risorsa naturale messa in pericolo dallo sfruttamento incontrollato dell’uomo.

Fonti: - www.apat.org - www.kwant.srl.it – Pannelli Fotovoltaici - Decreto Conto Energia – Ministero dello Sviluppo Economico 19/02/07 - Guida alla scelta e all’installazione degli impianti solari per uso termico, Agenzia Regionale per l’Energia – Regione Abruzzo

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evento restaurato ORO ROSSO

di arch. luca Bolognese e silvia scuffi abati

mostra-convegno EVENTO RESTAURATO a cura di studio di architettura G@UT mostra-convegno EVENTO RESTAURATO a cura di studio di architettura G@UT

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Nuova scenografia sul palco del Saschall a Firenze, progettata dallo studio di architettura G@UT dell’architetto Luca Bolognese e Silvia Scuffi Abati in occasione di Set2, seconda edizione di Mostra Convegno su Edilizia e Tecnologia. Questa volta il materiale utilizzato per connotare lo spazio scenico teatrale, è il rame, l’ “oro rosso” così definito nel nostro contemporaneo. A creare questa definizione e soprattutto a far lievitare i prezzi di questo materiale è stata la forte richiesta proveniente dalla Cina; ancora una volta questo immenso paese si pone come ago della bilancia di delicati equilibri e decreta gli andamenti economici mondiali; la Cina ha un disperato bisogno di rame e questo lo ha fatto diventare richiestissimo. Fatti di cronaca sempre più presenti sui giornali lo vedono protagonista, preda di rocanboleschi ladri che se ne spartiscono il valore, sottraendolo nei posti più impensabili per fonderlo e rivenderlo al mercato nero. Un po’ affascinato da questo aspetto narrativo, ma soprattutto attratto, dall’idea che un materiale all’improvviso possa diventare una preziosa merce di scambio, ma anche attratto come architetti/designers dalle plusvalenze decorative che questo materiale può trasmettere, lo Studio G@UT lo ripropone sul palco del teatro del Saschall; lo reinterpreta in chiave scenografica arricchendo di contenuti anche estetici i temi dei convegni sull’edilizia fatti da professionisti del settore. Continua così quella sperimentazione che era iniziata nella prima edizione in occasione di Set1. Riciclare e rivalutare i materiali proponendone nuove tipologie applicative mediate da una sensibilità acquisita nel mondo del design di cui lo studio si nutre da anni. Tipologie di comignoli in rame riproposti come elementi della natura, funghi per abbellire giardini privati; foglie, usate per la decorazione dei canali di scolo abbelliscono le pareti di un possibile spazio abitativo. Lunghe catene, sgocciolatoi di tetti si trasformano in possibili corpi illuminanti al cui capo copritubi/paralumi. Proposte per applicazioni possibili. Dentro orci in terracotta gentilmente offerti da Enzo Zago, azienda del Chianti, abbiamo creato piante in rame con canalizzazioni per gronde; effetto scenico amplificato da una luce bluastra, calda e suggestiva per un giardino sovrareale. Ancora una volta il convegno è un luogo di incontri, ma anche un’emozionante sala, dove il tema dell’edilizia è sottolineato anche dai suoi elementi decorativi architettonici; tutto deve parlare di edilizia. Il professionista deve avvertire in modo discreto, senza distogliere l’attenzione dalla conferenza, che un materiale edile può essere altro; può essere reinterpretato sotto altre vesti. Un input scanzonato per presentare un materiale che un po’ per fama, ma soprattutto, per importanza, vive esteticamente dei suoi mille riflessi cangianti. Lo studio G@UT continua a percorrere questa strada insistendo sul tema della contaminazione progettuale, ritenendo che ancora ci siano spazi per la progettazione creativa. In questa operazione Idroflorence e Eurogomiti, rappresentano le aziende del rame illuminate che hanno creduto in questa rivisitazione.


TECNOPROMO srl via g.leopardi 31c 52025 montevarchi, ar t. 055 980801 • f. 055 9102728 www.tecnopromo.com • info@tecnopromo.com

mostra-convegno EVENTO RESTAURATO a cura di studio di architettura G@UT

mostra-convegno EVENTO RESTAURATO a cura di studio di architettura G@UT

EVENTO RESTAURATO progetto a cura di studio di architettura e comunicazione G@UT manifestazione mostra convegno SET 2 - salone edilizia e tecnologie luogo saschall • firenze data febbraio 2007 hanno contribuito alla realizzazione dell’evento restaurato:

mostra-convegno EVENTO RESTAURATO a cura di studio di architettura G@UT

IDROFLORENCE via del botteghino 85c • badia a settimo (fi) tel. + fax 055 7224236 www.idroflorence.com EUROGOMITI Via b. dovizi 1847100 forlì tel. 0543 473161 fax 0543 783257 eurogomiti@eurogomiti.com www.eurogomiti.com ENZO ZAGO via pogganesi 19 loc. palagione srada in chianti tel. 055 8587253 fax 055 8589101 STUDIO DI ARCHITETTURA G@UT via giotto 1 50019 sesto fiorentino (fi) tel. + fax 055440881 studiogaut@virgilio.it www.gaut.it

mostra-convegno EVENTO RESTAURATO a cura di studio di architettura G@UT

mostra-convegno EVENTO RESTAURATO a cura di studio di architettura G@UT

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ordine dei geologi della toscana

costruire nel rispetto dell’ambiente i nuovi regolamenti regionali di applicazione della LR 1/2005 e della LR 78/1998

A 2 anni dalla promulgazione della legge Regionale 1/2005 che, trattando materie che vanno dal recupero del patrimonio edilizio esistente, agli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia nelle zone a prevalente funzione agricola, alla nor mativa edilizia per la disciplina paesaggistica, dall'edilizia residenziale o produttiva di iniziativa pubblica al commercio, dalla mobilità alla gestione dei tempi, ai porti e approdi turistici, è a buon ragione considerata il Testo Unico delle Norme per il governo del territorio, è stato approvato il Regolamento di attuazione dell’art. 62 in materia di indagini geologiche. Tra le numerose leggi abrogate dalla LR 1/2005 dal momento dell’entrata in vigore delle direttive tecniche di cui all’articolo 62, comma 5, compare la L.R. 17 aprile 1984, n. 21 - Norme per la formazione e l’adeguamento degli strumenti urbanistici ai fini della prevenzione del rischio sismico. Il regolamento in oggetto disciplina infatti le direttive tecniche per le indagini atte a verificare la pericolosità del territorio sotto il profilo geologico e idraulico, la valutazione del rischio sismico, la procedura del deposito delle indagini geologico-tecniche presso le strutture regionali competenti e le modalità del controllo delle indagini stesse. Come già rilevato da questo Ordine in fase di stesura del regolamento stesso, tale atto costituisce di fatto la rivisitazione della Delibera di Consiglio Regionale n° 94 del 12 febbraio 1985 alla luce sia degli indirizzi della LR 1/2005 in attuazione del Piano di Indirizzo Territoriale, dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali e nel rispetto dei Piani di Bacino, con un chiaro riferimento quindi alla valutazione dei limiti della trasformabilità del territorio, nonché aggiornata alle più recenti normative in materia antisismica e di riduzione del rischio idrologico-idraulico. Infatti le nuove direttive prevedono espressamente che il Piano strutturale evidenzi e tenga conto dei fattori di pericolosità connessa alle caratteristiche fisiche del territorio, a garanzia del mantenimento delle condizioni di equilibrio idrogeologico e del recupero, laddove siano presenti, delle situazioni di criticità. A questo proposito dobbiamo dire che nella stesura definitiva permangono ancora, ad avviso del Consiglio dell’Ordine dei Geologi della Toscana almeno due questioni che certamente così come formulate nel regolamento non contribuiscono a fare chiarezza. La prima è riferita al fatto che ai fini della pericolosità geomorfologica l’impianto regolamentare è troppo sbilanciato sulle frane quasi che solo queste possano costituire “pericolo” nella gestione del territorio; la seconda è che nell’ambito della geomorfologia si fa riferimento ad una legenda che a nostro avviso è

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riduttiva giacchè, salvo qualche sporadica eccezione, tutte le scuole di geomorfologia fanno distinzioni che sono diverse da quelle consigliate nel regolamento, a questo proposito e solo per inciso vogliamo citare la Guida messa a punto dall’Ordine con l’Autorità di Bacino del Fiume Arno, terza ed ultima notazione afferisce al controllo degli Enti: purtroppo ad oltre venti anni dalla promulgazione della 94/85 possiamo dire con tutta sicurezza che le attività di controllo sono ancora troppo soggette alla “personalità” ed alla preparazione dei controllori con il rischio che ciò che viene richiesto in una provincia non collima con quello che viene richiesto in altra e talora neanche con la legge. A nostro avviso il nuovo regolamento avrebbe potuto fare di più e di meglio per rendere il regolamento più omogeneo per tutta la regione. Infine, per quanto attiene agli aspetti sismici tutto il territorio regionale viene considerato sismico e distinto in differenti zone sismiche sulla base del differente grado di pericolosità sismica di base identificato dalla DGRT n. 431 del 19/06/2006 in ottemperanza all’OPCM 28/04/2006 n.3519 ed in virtù dell’OPCM 20/3/2003 n. 3274 e succ. mod. ed integr. e del DM 14/09/2005 “Norme tecniche per le costruzioni” ed è a quest’ultimo che rimanda per le modalità di modellazione geologica e caratterizzazione sismica dei terreni, mentre per ciò che attiene ai criteri ed alle modalità di esecuzione delle indagini geognostiche, geotecniche e geofisiche rimanda a quanto prescritto nelle Istruzioni Tecniche Regionali del Programma Valutazione Effetti Locali (VEL). Di ancor più recente approvazione è il DPGR 23/02 2007, n. 10/R Regolamento recante istruzioni tecniche per la redazione degli strumenti della pianificazione provinciale e comunale in materia di cave e torbiere, di recupero di cave dismesse o in abbandono e di riutilizzo dei materiali assimilabili, in attuazione dell’articolo 6 della legge regionale 3 novembre 1998, n. 78. Questo regolamento, indispensabile in vista della successiva approvazione del PRAER, disciplina la pianificazione provinciale in relazione alla redazione del PAERP e dunque della carta delle cave e dei bacini estrattivi. Nella redazione del PAERP la Provincia disciplinerà le indicazioni per la pianificazione comunale dettando le istruzioni per l’accoglimento nello strumento urbanistico del PAERP e di quelli che dovranno essere gli obiettivi e le prescrizioni per il Regolamento Urbanistico, la normativa per la sistemazione ambientale, per la coltivazione delle cave di materiali storici, l’indicazione per le perimetrazioni delle aree estrattive, le attrezzature e gli impianti di prima lavorazione, i criteri per la coltivazione.



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