jet set

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periodico trimestrale numero 1 • anno 2 • maggio 2008

registrazione al tribunale di arezzo n° 10/07rs del 26 aprile 2007

DONCHI CHOTTE e SAN CHOPANZA M ATE RIALI E S IS TE MI CO S TRU TTIVI L ’ I N VE C C HIAME NTO DE LL’ARCH ITE TTU RA MO DE RNA E D ALTRE 1 2 NO TE S E M ANT I C A DE LLO S PAZIO ARCH ITE TTO NICO COS’E’ LA CALCE L A P RO G E TTAZIO NE S O S TE NIBILE A . I.BI .M . T E T T I E C AS E DI L E G N O E L E M E N TI DI E S P L O S I VI S T ICA E D I L IZ IA S O S T E NI B I L E POL L U Z IO N I A R C HI T E T T O N ICH E CATTURATI DALLA RETE, EVENTO SOVRA-EDILE

Journal Edilizia Technologies

Giornale di Informazione per l’Edilizia e le Nuove Tecnologie


JET

Nuova edizione di Jet Set, formula editoriale che si sta consolidando sempre di più e che vede la partecipazione di un numero di aziende sempre più grande. Si arricchisce anche la parte di contributi da parte di professionisti di settore; la redazione cerca, anche questa volta, di focalizzare l’attenzione sugli argomenti trattati nei convegni, per poter fermare su carta i dibattiti trattati in questa sede convegnistica.

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Il sucesso della manifestazione ci stimola ad allargare le potenzialità di una rivista di settore, inerpicandosi in possibili nuove sinergie. E’ necessario stimolare il lettore in diverse direzioni e far capire che l’introduzione di nuove motivazioni può apportare benefici intellettuali anche in campi inusuali. Per questo è importante accostare ad esempio in modo audace scritti di ispirazione edile all’approfondimento delle nuove tecnologie in campo di risanamento delle costruzioni. La rivista vuole essere, come ho più volte detto in questa prefazione, un blog cartaceo, aperto, dove il razionale convive con l’irrazionale e dove la ricerca scientifica coabita con l’utopia progettuale. Per creare un sistema di vita migliore si deve far lavorare la fantasia. La fantasia è l’unica qualità, concessaci dall’unico creatore, degno di tale nome, il Padre Eterno, che rende l’uomo libero.

periodico trimestrale numero 1 • anno 2 maggio 2008

registrazione al tribunale di arezzo n° 10/07rs del 26 aprile 2007

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in copertina EVENTO SOVRAEDILE in occasione di SET3 2007 a cura di studio di architettura G@UT allestimento realizzato con: edilbilancino • impruneta fi

foto G@UT

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MATERIALI E SISTEMI COSTRUTTIVI

ma t t e o b o r g h i e a le s s andro panz eri

L’INVECCHIAMENTO DELL’ARCHITETTURA MODERNA ED ALTRE 12 NOTE

a c u r a di a rc h . b a r b ara puggioni

otto d iec i sedici diciassette venti ventuno ventidue ventiquattro ventotto

Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione anche parziale. La direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori dei testi redazionali e pubblicitari. Manoscritti, foto e/o disegni quando non esplicitamente richiesti non vengono restituiti.

DONCHI CHOTTE e SAN CHOPANZA

a rc h . lu c a bo lo g n e s e , s ilvia scuf fi abat i

trentadue trentaquattro

SEMANTICA DELLO SPAZIO ARCHITETTONICO a rc h . o r nella viz z arri

COS’E’ LA CALCE

a c u r a di f o r u m della calce

LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE

g. mant egaz z a

A.I.BI.M. TETTI E CAS E DI LEGNO f ranco laner

ELEMENTI DI ESPLOSIVISTICA o rdin e de i g e o lo g i della toscana

EDILIZIA SOSTENIBILE s e rgio gat teschi

POLLUZIONI ARCHITETTONICHE

a rc h . lu c a b o lo g n e s e e s ilvia scuf fi abat i

CATTURATI DALLA RETE, EVENTO SOVRA-EDILE a rc h . lu c a bo lo g n e s e , s ilvia scuf fi abat i

ESPOSITORI SET MAGGIO 2008 PROGRAMMA CONVEGNI SET MAGGIO 2008


DONCHI CHOTTE e SAN CHOPANZA di luca bolognese e silvia scuffi abati

“Viveva, non da molto, in una terra della Mancia, che non voglio ricordare come si chiami, un hidalgo di quelli che tengono lance nella rastrelliera, targhe antiche, magro ronzino e cane da caccia”. (Miguel de Cervantes Saavedra). Questo hidalgo, iscritto all’università spagnola di lettere decise di approfondire la materia dei suoi studi in terra d’Europa. Voleva fare nuove esperienze intellettuali, voleva toccare con mano gli argomenti che aveva studiato sui testi teorici, e soprattutto voleva trovare lo spunto per la sua tesi di laurea: la letteratura picaresca. Riteneva che sarebbe stato molto utile vivere errabondando, alla ricerca di avventure; un illuminata esperienza di arricchimento personale. Questo desiderio d’avventura era nato perchè la Mancia era troppo stretta per lui; lui, così terribilmente cool. Alon Soquijano così si chiamava. La sua passione per le avventure picaresche era tale, che sapeva a memoria molti trattati sul tema cavalleresco, che non esitava a definire sacri. L’idea di muoversi dalla Mancia lo entusiasmava anche perchè al suo ritorno avrebbe potuto raccontare qualcosa alla sua amata Aldonzalo Renza. Ogni cavaliere aveva un’amata e anche lui non ne era da meno; un’amata musa ispiratrice di avventure, un motivo da dare alla propria vita. Coinvolse in questo suo peregrinare alla ricerca di emozioni anche un compagno, un vecchio amico di infanzia, un po’ grassottello; questo sventurato compagno di avventure non volendo più lavorare in un quel triste call center nel centro della Mancia aveva deciso di accompagnarlo; sperava, anche per dirla tutta, di poter abbattere qualche chilo di troppo facendo del sano moto: San Chopanza si chiamava. I due partirono alle prime luci della mattina quando ancora si poteva vedere nel cielo la luna piena. Alon Quija, entrò ben presto nel personaggio e già in territorio francese iniziò dare i primi segni di squilibrio. In Francia, sulla costa scambiò il Casinò di Montecarlo per un castello incantato e le slot machine, per terribili soldati al servizio di feroci orde barbariche musulmane; le affrontò, gridando loro i peggiori epiteti che mai erano stati pronunciati da bocca umana e le scaraventò al suolo con una furia da indemoniato. Fu dopo un aspra lotta con queste slot machine e sopratutto dopo che i buttafuori lo scaraventarono fuori dal prestigioso Casinò che decise di adottare un nome d’arte; si fece chiamare Donchi Chotte. Erano segni tangibili di insano invasamento mentale; una piaga che aveva già colpito in passato con la stessa intensità anche un altro abitante della Mancia. Ma questo evento non era frutto di droghe allucinogene bensì di regressivo stato mentale, e come tale si ripetè in altri luoghi. A bordo della loro cinquecento cabrio, ribattezzata Marmittante, si imbatterono in un complesso residenziale di recente costruzione; un innovativo complesso ecocompatibile, situato in Toscana nel cuore del chianti classico. Una serie di abitazioni altamente tecnologiche in grado di produrre energia da fonti naturali; il non-plusultra dell’innovazione; un sistema in grado anche di produrre energia da poter scambiare con altri sistemi abitativi e infrastrutturali. Abitazioni che sfruttavano il vento e il sole; ma per Il nostro in preda a un deja-vu erano soltanto grossi giganti da combattere ed abbattere. Quelle terribili pale eoliche, che giravano sui tetti, erano armi belliche in mano a conquistatori crudeli. Con la sua Marmittante vi si scagliò contro. Il suo compagno cercò invano di dissuaderlo ma Donchi Chotte, era un cavaliere senza macchia e senza paura e non volle sentire ragioni. Finì per scontrarsi sulla facciata frontale fracassando la Marmittante e tutti i pannelli solari alla loro altezza. Nonostante questa brutta caduta, pensò lo stesso di aver sconfitto terribili mostri e dedicò la vittoria alla sua amata, ribattezzata Dulci Neadelto Boso, un nome altisonante e cavalleresco per quella commessa Mac Donalds di cui si era invaghito. Il nostro Donchi Chotte vagò alla ricerca di emozioni, immaginando mondi, sognando di liberare indifesi dagli oppressori fino alla fine dei suoi giorni. Sulla sua tomba un epitaffio:

“Giace qui l'hidalgo forte che i più forti superò, e che pure nella morte la sua vita trionfò. Fu del mondo, ad ogni tratto, lo spavento e la paura; fu per lui la gran ventura morir savio e viver matto” Miguel de Cervantes Saavedra

UNITA’ ABITATIVA ECOSOSTENIBILE esterno studio di architettura G@UT

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correlazione tra requisiti termici e acustici degli edifici

materiali e sistemi costruttivi matteo borghi

e

alessandro panzeri

Il notevole interesse per le prestazioni di isolamento acustico degli edifici, definite dal DPCM 5-12-1997, e la recente emanazione della nuova normativa sul risparmio energetico in edilizia (DLgs 192, DLgs 311 e Legge finanziaria 2007) hanno rafforzato la necessità di definire procedure di progettazione che considerino entrambi gli aspetti. Attualmente infatti, nella maggioranza dei casi, la progettazione del risparmio energetico e dell’isolamento acustico vengono affidate a differenti professionisti che non dispongono di adeguata competenza in entrambi i campi. Ci si trova quindi ad esempio a dover ridefinire più volte le stratigrafie dei pacchetti costruttivi (e ad eseguire più volte i calcoli di progetto) per ottenere un edificio che soddisfi entrambi i requisiti, o a introdurre con difficoltà, in un progetto già completo, dettagli costruttivi indispensabili e così via. Nei paragrafi che seguono si cercherà di considerare i due aspetti correlati per provare a indicare una procedura di progettazione “congiunta” e integrale. Prima però alcune considerazioni di carattere generale: a) materiali isolanti termici, sistemi isolanti acustici Innanzi tutto va fatta una precisazione fondamentale: l’isolamento termico di una struttura è determinato principalmente dalle caratteristiche del materiale isolante (conduttività termica e spessore), l’isolamento acustico ai rumori aerei è invece definito dalle caratteristiche interdipendenti di ogni strato ovvero dall’intera struttura nel suo insieme. Considerando ad esempio una parete verticale, è noto che per determinarne la trasmittanza si procede sommando tra loro gli inversi delle resistenze dei vari strati che la compongono. È facile osservare che lo strato che maggiormente contribuisce a minimizzare le dispersioni energetiche è proprio il materiale isolante termico.

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Nell’esempio a fronte di una resistenza termica complessiva Rt=2.533 m_K/W, il materiali isolante da 8cm rappresenta il 74% del livello d’isolamento della struttura (con conduttività 0.042 W/mK e quindi resistenza termica del materiale isolante Riso = 1.9 m_K/W). Quindi il suo contributo è determinante. Il metodo di calcolo lineare per l’isolamento termico non è riproducibile per l’isolamento acustico ai rumori aerei, il quale non può essere determinato sommando tra loro le prestazioni di potere fonoisolante dei singoli strati. Operando in tale maniera si osserverebbe che i materiali isolanti hanno in genere scarse prestazioni fonoisolanti rispetto a mattoni o lastre in gesso rivestito. Di fatto tali strati hanno il ruolo importante di contribuire all’isolamento acustico globale minimizzando le risonanze nelle cavità delle pareti. Diventano pertanto fondamentali per il raggiungimento della prestazione richiesta, ma non sono i soli responsabili dell’isolamento. In conclusione si può affermare che per ottenere il rispetto delle prestazioni di isolamento termico non si commettono grossi errori se ci si sofferma sulla scelta del tipo di materiale isolante e del suo spessore; in acustica è invece necessario studiare l’intera stratigrafia della struttura. b) isolamento da calpestio Un discorso a parte merita invece l’isolamento ai rumori da calpestio. Nella maggior parte dei casi è sostanzialmente obbligatorio utilizzare, e posare correttamente, materiali elastici desolidarizzanti per bloccare la trasmissione di vibrazioni dal rivestimento a pavimento alle strutture al contorno. L’assenza di tali materiali determinerebbe il non raggiungimento delle prestazioni richieste. Si evidenzia che questi materiali non necessariamente sono isolanti termici e spesso di per sè non sono neppure fonoassorbenti. c) i ponti termici e i ponti acustici Frequentemente confusi tra loro, si adottano indiscriminatamente i medesimi interventi per risolvere entrambe le problematiche. In realtà non sempre un ponte termico coincide con un ponte acustico. Un esempio sono i pilastri in cemento armato sulle pareti di facciata. Tali elementi, dalla massa elevata, sono certamente degli ottimi isolanti acustici rispetto ai rumori provenienti dall’esterno, e non rappresentano quindi ponte acustico per i rumori aerei. D’altro canto, se non


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sono isolati, sono degli ottimi conduttori ter mici (conduttività termica del c.a. _=1,9 W/mK) e quindi sono ponti termici da correggere. d) l’igrotermia Secondo le prescrizioni del DLgs 311 è necessario assicurare che nelle strutture a contatto con l’esterno non si verifichino fenomeni di condensazione interstiziale e s u p e r f i c i a l e . Ta l e v e r i f i c a è d a e s e g u i r s i contestualmente alla scelta del materiale isolante poiché dipende dalle sue caratteristiche, dalla sua posizione e dal grado di isolamento della parete. Dato l’elevato grado di isolamento richiesto alle strutture il verificarsi di fenomeni di condensazione superficiale è generalmente da escludere. L’attenzione va posta invece al rischio di condensa interstiziale e in fase di progetto è bene seguire due principi generali che riducono il rischio di condensazione interstiziale: 1) porre i materiali più isolanti termicamente verso l’esterno di modo che il salto di temperatura all’interno della struttura si sviluppi a condizioni di ridotta concentrazione di vapore; 2) porre i materiali più resistenti al passaggio di vapore verso l’interno di modo che la concentrazione di vapore venga ridotta e che quindi le temperatura di rugiada siano elevate già nei primi strati (il che comporta ridotti rischi di condensazione). e) inerzia delle strutture Infine coperture e pareti a contatto con l’esterno devono assicurare una buona risposta inerziale per evitare il surriscaldamento degli ambienti. Risposta che può essere verificata secondo le indicazioni del DLgs 311 con due criteri di valutazioni: 1) massa superficiale m’ > 230 kg/m_, 2) massa superficiale m’ < 230 kg/m_ e comportamento analogo (in termini di sfasamento e attenuazione dell’onda termica) al criterio 1. Come impostare quindi la progettazione? Quali scelte vanno compiute e quando? Quali materiali utilizzare? Le seguenti considerazioni affrontano i vari aspetti per le varie tipologie di partizioni presenti in un edificio proponendo una gerarchia nel processo decisionale e di verifica.

Pareti verticali divisorie tra unità immobiliari Per queste strutture il DPCM 5-12-1997 indica i seguenti valori minimi di indice di potere fonoisolante apparente (R’w), suddivisi in base alla destinazione d’uso dell’edificio: Categorie di edifici R’w Ospedali, cliniche, case di cura e assimilabil 55 Residenze, alberghi, pensioni o attività assimilabili 50 Attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili 50 Uffici, attività ricreative o di culto, attività commerciali o assimilabili 50 Il DLGS 311-2006, nell’allegato I, riporta: Per tutte la categorie di edifici, ad eccezione degli edifici industriali, da realizzarsi in zona climatica C,D, E ed F il valore della trasmittanza delle strutture edilizie di separazione tra edifici o unità immobiliari 2 confinanti, […], deve essere inferiore o uguale a 0,8 W/m K nel caso di pareti divisorie verticali e orizzontali.

Il requisito di isolamento termico può essere raggiunto facilmente inserendo nella partizione uno strato di materiale isolante. Per ottenere l’isolamento minimo ai rumori aerei invece è necessario costruire una parete dotata di indice di potere fonoisolante (Rw ) superiore al minimo richiesto e stimare l’influenza dalle trasmissioni laterali di rumore.

Pertanto, per questa tipologia di partizioni, è possibile sostenere che la maggiore attenzione dovrà essere rivolta all’analisi dell’isolamento acustico. Nella progettazione preliminare è consigliabile prevedere l’adozione di pareti dotate di materiale isolante in intercapedine. Quali i materiali da impiegare? Per quanto attiene l’isolamento acustico ai rumori aerei è noto che materiali fibrosi determinano prestazioni migliori rispetto a materiali cellulari. D’altro canto se le pareti opache sono già caratterizzate da elevato potere fonoisolante, come nel caso di pareti massive, è possibile adottare materiali cellulari senza problemi. Pertanto la scelta del materiale dovrà basarsi sulla stratigrafia della parete e sulla sua destinazione d’uso.

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il libro di giovanni klaus koenig

l’invecchiamento dell’architettura moderna ed altre dodici note

architetto

barbara puggioni

Copertina della terza edizione del libro di G.K. Koenig, L’invecchiamento dell’architettura moderna ed altre dodici note, LEF, Firenze 2008 Immagini di Giovanni Klaus Koenig, gentilmente fornite dall’arch. Marco Brizzi

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“L’invecchiamento dell’architettura moderna ed altre dodici note” di Giovanni Klaus Koenig, alterna “ (..) esercitazioni di carattere estetico ad abbozzi di saggi critici. Ma pur dolendosi della commistione, l’autore non ha voluto rinunziarvi, volendo presentare al lettore un estratto della propria attività degli ultimi anni” 1. Le parole di Koenig ben delineano l’intento del volumetto 2 che si presenta come una miscellanea di scritti su vari argomenti che spaziano dall’architettura al design, dai caratteri tipologici al disegno, inteso come “notazione grafica di un linguaggio”3. Il libro, pubblicato in una prima edizione nel 1963, fu successivamente ristampato nel 1967, in un’edizione più accresciuta, con l’inserimento di altri sette scritti. Tra questi, troviamo “Industrial design, pop art e popular design”, nato in seguito alla lettura di uno stimolante saggio di Giulio Carlo Argan, avente per titolo “Arte moderna come arte popolare”, le letture critiche di due opere di Hans Scharoun, architetto molto studiato ed amato da Koenig e “Fantasia e variazioni sopra un pezzo di Pane”, una specie di “comica finale”4 (non a caso è l’ultimo degli scritti all’interno del volume), avente per oggetto un immaginario dibattito inerente al restauro, anch’esso immaginario, di un quadro di Burri, dibattito che ironicamente vedeva coinvolti accademici del restauro e della storia dell’arte, tra i quali Sanpaolesi, De Angelis d’Ossat e Brandi. L’intento di Koenig di colloquiare, o si potrebbe dire, di stabilire un dialogo virtuale con il lettore, viene ben sottolineato attraverso le avvertenze che l’autore si premura di scrivere a mò di monito, in ciascuna delle due edizioni del libro. Qui, pur rimarcando la disorganicità del testo, afferma che “(..) anche se sarà estremamente improbabile trovare una sola persona disposta a condividere tutte le argomentazioni, sarà invece possibile convincere il lettore della fondatezza di almeno una delle molteplici dimostrazioni, pregandolo di pazientare fino a quando non abbia trovato quella che gli è più congeniale”5. La forza e l’attualità di questo libro, tornato dopo quarant’anni alla stampa, risiede principalmente nel non voler fornire nessuno strumento assoluto, né per capire l’architettura, né tantomeno nel volerla giudicare. Nel primo degli scritti che dà anche il titolo al volume, “L’invecchiamento dell’architettura moderna”, nato ricalcando lo schema logico strutturale dell’ “Invecchiamento della musica” di T. W. Adorno, l’autore parla non dell’estetica dell’architettura moderna ma della sua matrice dialettica, del suo indissolubile binomio “angoscia-speranza”. L’architettura è invecchiata perché si è ridotta ad un puro gioco di forme, denuncia Koenig, e se sé arrivata a questo punto è perché ha rinunciato alla sua carica emozionale, essendo troppo debole per accettare la tormentata angoscia della vita di oggi. Di grande acutezza le parole con cui conclude lo scritto in questione: “Nella storia dell’architettura vi è sempre stato un rinnovamento continuo di forme e di spazi, ma se ambedue ristagnano non vi è nessun progresso: solo invecchiamento di un risultato che, appunto, perché invecchia diventa immediatamente comprensibile e comunicabile senza alcuna fatica o choc. Ma tale risultato (tale immagine architettonica ormai invecchiata) paga questa sua accessibilità col non significare più niente a nessuno: essa ha subito lo stesso processo che nel linguaggio letterario è ormai definito come ‘luogo comune’”6.


E così, leggendo le pagine del libro, diversi sono i concetti che fanno riflettere. Il progettare inteso come proposta “di riforma di talune relazioni e condizioni umane”7, la differenza tra la storia dell’architettura, che è “(..) storia di personalità creatrici” 8 cioè in altre parole, storia di come il concetto di spazio prende forma in ogni personalità e i caratteri distributivi che “sono storia degli spazi come origini di for me architettoniche”9. Koenig è stato architetto, designer, storico dell’architettura e del design, ma soprattutto critico acuto e polemista dalla battuta fulminante. Questo libro, alla terza edizione, dimostra quanto i suoi pensieri siano attuali e quanto necessario e piacevole sia perdersi all’interno delle sue riflessioni e delle sue battute sagaci. Il volume, inoltre, ha il grande merito di offrire due letture importanti sulla Filarmonica di Berlino e il liceo di Lunen di Hans Scharoun, architetto espressionista tedesco, e di riproporre l’articolo scritto dallo stesso Koenig su “Casabella” (1966), “Le Corbusier e morte a Venezia”, dove l’autore con una prosa attenta e suggestiva, ripercorre il progetto di Le Corbusier di un ospedale veneziano e riconosce all’idea guida dell’architetto svizzero, una reale autenticità “per la prima e ultima volta (..) disegnata, nel quasi disperato tentativo di annullarsi nel tessuto urbanistico della Venezia minore e più vera”10. 1. G.K.KOENIG,B.PUGGIONI ( a cura di) L’invecchiamento dell’architettura moderna ed altre dodici note, Libera Editrice Fiorentina, Firenze 2008, p. 9 2. Idem, p.12. 3. Idem, p. 80. 4. Idem, p.12. 5. Idem, p. 9. 6. Idem, p.21. 7. Idem, p. 177. 8. Idem, p.64. 9. Ibid. 10. G.K.KOENIG, B.PUGGIONI (a cura di) Firenze 2008, p.224.

Immagini di Giovanni Klaus Koenig, gentilmente fornite dall’arch. Marco Brizzi

Koenig a Berlino, 1956. La foto è di proprietà del Centro Studi Giovanni Klaus Koenig, Firenze

GiOVANNI KLAUS KOENIG (Torino 1924- Firenze 1989) Koenig è stato architetto, designer (suo il progetto del Jumbo Tram milanese, 1973), storico dell’architettura e del design. Ha insegnato nelle Facoltà di Architettura di Venezia (IUAV) e di Firenze, ha fatto parte del Comitato Tecnico che gestì il passaggio della Libera Università d’Annunzio di Pescara, nata per iniziativa di Enti Locali, ad Università Statale. E’ stato scrittore dalla prosa acuta e coinvolgente e professore dalla battuta sagace, caratteristiche che gli creavano non pochi nemici, come lui stesso ammetteva nella prefazione scritta per il volume di Francesco Gurrieri, C’era una volta la facoltà di Architettura (Salimbeni, Firenze 1980): “Ho speso la vita nella facoltà di architettura, e forse l’ho già spesa quasi tutta, con poche soddisfazioni e scarso costrutto. Ma ho usato un mio sistema per superare le frustrazioni quotidiane e le calunnie che si sono sommate ad i giusti rimproveri per la mia grullaggine. Ho sempre voltato allo scherzo anche gli eventi più disastrosi. L’unica vera soddisfazione è quella di irridere i potenti che ci sfruttano e i cretini che ci comandano; e per il gusto di una battuta mi sono giocato ventennali amicizie. Di queste semmai mi dolgo; e non del disprezzo dei potenti che altro non è che un doveroso scambio di sfavori”.

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"…luoghi infiniti e spazi senza limiti…"

Jorge Luis Borges

la semantica dello spazio “architettonico”

architetto

ornella vizzarri

Siamo sopraffatti da norme, regolamenti edilizi, vincoli legislativi ed economici, preventivi e computi: queste, da sempre e mai come adesso, sono le limitazioni del "progetto" di un'architettura o diciamo dell'architettura. Far rimanere l' "anima" della progettualità spesso rischia di essere un'utopia o molto difficile. Occorre difendere la complessità del progetto: le proporzioni, i volumi, le altezze, gli aggetti, le luci, le ombre, i vuoti, i materiali ecc. tutte variabili, ed altre, che costituiscono l'emozione del progetto o il sentimento emozionale dell'architettura. A volte il progetto, anche quello apparentemente semplice, si esplica in un'idea pura di perfezione. Le architetture devono ricondurre ad uno spazio–non spazio, ad una delimitazione dello spazio fisico da quello metafisico, ad un qualcosa che deve essere "oltre" il costruito: una dilatazione in un'altra dimensione astratta. Osservando l'edilizia che si prospetta e si delinea nelle nostre città-metropoli, dall'ex-novo ai piccoli interventi (di ristrutturazione), ci si domanda se è stato difeso il concetto di SPAZIO "reale" ed "irreale", se è stata difesa l'emozione del progetto, la genesi dell'idea. Gli architetti hanno il compito di "riconoscere" lo spazio adatto per le città, per i quartieri, per gli uomini, per il singolo individuo, "riconoscere" e "ridefinire" l'essenza della primordiale concretezza. Lo spazio , il progetto e l'architettura non sono elementi di una casualità creativa, ma simbiotica correlazionalità del "significante " e del "significato"*, riconoscendo nella vera Architettura la perfezione di un equilibrio superiore.

L'ARCHITETTURA DEVE PRESCINDERE DAI PROPRI CODICI. "La Struttura assente" di U.Eco 1968 "L'architettura parte forse da codici architettonici esistenti, ma in realtà si appoggia su altri codici che non sono quelli dell'architettura, e in riferimento ai quali gli utenti dell'architettura individuano le direzioni comunicative del messaggio architettonico.[…]. L'architetto, come costruttore di significanti, che può attenersi ad un codice proposto, quanto l'architetto come programmatore di significati che le sue forme significanti dovranno denotare o connotare[….], prima ha codificato delle funzioni possibili […]poi ha elaborato un codice di forme che le debbano denotare. Egli ha cercato il sistema di relazioni, in base a cui elaborare i codici dei significanti architettonici fuori dall'architettura. Si è fatto, per poter elaborare il linguaggio architettonico, sociologo, e politico, igienista e moralista.[…]. Così l'architetto, per costruire, è continuamente obbligato ad essere qualcos'altro da se stesso. E' costretto a diventare sociologo, politico, psicologo, antropologo, semiologo […]. Costretto a trovare forme che mettano in forma sistemi di esigenze su cui non ha potere, costretto ad articolare un linguaggio, come l'architettura che deve dire sempre qualcosa di diverso da se stesso (il che non accade alla lingua verbale,che a livello estetico può parlare sulle proprie forme; né alla pittura, che come pittura astratta può dipingere le proprie leggi; e tanto meno alla musica, che organizza sempre soltanto dei rapporti sintattici interni al proprio sistema), l'architetto si trova condannato, per la natura del proprio lavoro, ad essere l'unica e ultima figura di umanista della società contemporanea: obbligato a pensare la totalità proprio nella misura in cui si fa tecnico settoriale, specializzato, inteso a operazioni specifiche e non a dichiarazioni metafisiche".

Semantica: "Studio del rapporto fra segni e gli oggetti cui i segni sono applicabili". William Morris

PAESAGGIO LUNGO UN FIUME Bruno Taut, 1920 GEOMÉTRICO Burle Marx Roberto(1909-1994)

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calce

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La calce è il più antico e apprezzato dei leganti utilizzati dall'uomo per edificare, decorare e proteggere le sue costruzioni. La calce, mescolata con sabbie di diversa natura e granulometria, ha trovato impiego nelle murature da tempi antichissimi e reperti archeologici ottimamente conservati ne attestano a tutt'oggi valore e durabilità. Per oltre 10.000 anni, la calce dispersa in acqua ha rappresentato il sistema di imbiancatura e igenizzazione delle superfici architettoniche; unita alle terre colorate e ai pigmenti minerali, si è imposta come materiale di riferimento per coloriture, decori murali e affreschi. Oggi la calce non si usa quasi più, i leganti cementizi e polimeri di sintesi l'hanno sostituita ovunque e comunque, e dell'antico legante rimane soltanto la memoria impressa negli edifici storici e nei trattati di arte ed architettura. Eppure si fa sempre più strada la consapevolezza che le prerogative e la qualità della calce debbano essere rivalutate: non sono negli interventi di restauro, dove è necessario un uso corretto e coerente dei materiali simili agli originali, ma anche e soprattutto nell’edilizia tradizionale, in bio-architettura, dove i materiali moderni hanno definitivamente mostrato i loro limiti. Calce è un termine molto generico che comprende tutti i prodotti e le forme chimiche e fisiche, sotto le quali possono presentarsi gli ossidi e/o idrossidi di calcio e/o magnesio. Nell'ambito specifico delle calci da costruzione, con ‘calce' o meglio 'calce aerea' si indica due prodotti ottenuti dalla cottura di calcari puri, ad alto contenuto di carbonato di calcio: • la calce ‘viva', costituita prevalentemente da ossido di calcio; • la calce ‘idrata' o ‘spenta' costituita prevalentemente da idrossido di calcio. Dalla cottura dei calcari dolomitici e delle dolomie, che contengono oltre al carbonato di calcio, il carbonato di magnesio, si ottiene ancora 'calce viva' e successivamente 'calce spenta', che conterrà insieme all'ossido/idrossido di calcio, l'ossido e l'idrossido di magnesio. I termini di calce viva e calce spenta si usano, pertanto, indipendentemente dal contenuto o meno di magnesio. Quando si vuole specificare la presenza del solo calcio,

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oppure del calcio e del magnesio insieme, si ricorre agli aggettivi ‘calcico' e ‘magnesiaco' o ‘dolomitico', avendo così ad esempio ‘calci calciche' e ‘calci magnesiache' o ‘calci dolomitiche'. L'impiego di termini quali aerea, viva, caustica, spenta, estinta, calcica, magnesiaca, dolomitica ecc. ci consente dunque di distinguere diversi prodotti, tutti riferiti alle calci aeree da costruzione, così come vengono definiti dalla norma europea UNI EN 459-1. Esistono diversi tipi di leganti ognuno adatto ad un determinato tipo di utilizzo, per questo e altri motivi le calci aeree non vanno mai confuse con le calci idrauliche, leganti assolutamente diversi per origine, chimismo e processi di presa e indurimento. La calce aerea La calce aerea, impiegata per la realizzazione di malte, intonaci, finiture architettoniche ecc. è disponibile sul mercato in forma idrata, sia in polvere sia in pasta. La calce in polvere e quella in pasta sono materiali chimicamente analoghi (fatto salvo il contenuto di acqua) ma differiscono molto per quanto concerne le proprietà fisiche, la reologia, la velocità di carbonatazione ecc. Calce idratata in polvere La calce viva (non utilizzabile direttamente in edilizia) può essere trasformata in una polvere bianca e fine, chiamata calce idrata in polvere facendola reagire con acqua (idratazione) in condizioni controllate (idratatori). La calce idrata è reperibile in sacchi ed è apprezzata per la comodità di confezionamento. Calce idrata in pasta Commercialmente la calce idrata è disponibile anche sotto forma di pasta, cioè di dispersione densa di idrossido di calce in acqua. La calce idrata in pasta è ottenuta aggiungendo in fase di idratazione un eccesso d'acqua rispetto a quella necessaria a trasformare tutto la calce viva in calce spenta. La calce idrata in pasta si ottiene anche stemperando la calce idrata in polvere in acqua fino ad ottenere un prodotto omogeneo. La calce idrata in pasta è chiamata comunemente grassello. In realtà il grassello di calce è un prodotto con caratteristiche peculiari e proprietà che lo rendono

unico e non accomunabile a una pasta di calce idrata. Al grassello di calce è stata recentemente dedicata la pubblicazione di un libro di oltre 200 pagine. La Calce Idraulica Le calci idrauliche sono materiali da costruzione tradizionali e costituiscono una tappa fondamentale della storia dei leganti impiegati in architettura prima dell'avvento del cemento Portland. I primi esempi di impiego di malte idrauliche risalgono ai Romani e prima di loro ai Greci. In realtà, questi popoli ottenevano composti idraulici mescolando calce aerea e pozzolana e non direttamente con calci idrauliche, così come noi la conosciamo, che sono prodotti decisamente più recenti. L'esistenza di calci, ottenute dalla cottura di calcari particolarmente richi di argille, note anche come 'calci forti', è ben documentata, ma fu solo nel Settecento che fu capito che il meccanismo di reazione della calce idraulica era legato alla presenza di impurità argillose, cominciarono le sperimentazioni nella cottura di miscele artificiali di calcare ed argilla. Nel 1793, J. Smeaton scoprì fortuitamente che la cottura del calcare contenente impurezze di argille produceva un tipo di calce (calce idraulica) con caratteristiche analoghe a quelle della miscela calce-pozzolana. L'aggettivo 'idraulico', riferito a un legante, è stato introdotto da ingegnere francese Louis Vicat (1786 –1861), che per primo stabilì in maniera precisa le proporzioni tra calcare e argille necessaria a produrre materiali in grado di fare presa e indurire anche in assenza di aria, ovvero in presenza di acqua. Sempre il Vicat, propose la prima, e sotto molti aspetti ancora valida, classificazioni delle calce idrauliche.

LA CALCE IN ARCHITETTURA La calce aerea è il principale legante di gran parte delle opere costruttive realizzate dall'uomo negli ultimi cinquemila anni e rappresenta per antonomasia, il mestiere e l'arte dell'edificare. La calce trova impiego nella realizzazione degli edifici nelle malte da muratura, allettamento, stuccatura, negli intonaci interni ed esteni, nei calcestruzzi per fondazioni, murature a sacco ecc.

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La calce è impiegata altresì nelle finiture architettoniche, negli stucchi e marmorini, così come nelle pitture murali e negli affreschi. La totale compatibilità con tutti i materiali costruttivi, pietra, laterizio, legno, terra cruda ecc. ne fanno il più apprezzato e valido legante di ogni epoca e civiltà, e da preferirsi a ogni altro nelle opere di restauro.

LA CALCE NEL RESTAURO Nell'ambito del recupero e restauro di manufatti antichi, l'impiego di leganti non compatibili con i materiali preesistenti rappresenta uno dei più importanti fattori di rischio per la salvaguardia nostro patrimonio storicoarchitettonico. L'uso indiscriminato di leganti di tipo cementizio per la formulazione di malte di allettamento, stuccatura e intonaco, a causa dell'incompatibilità chimico-fisica con i substrati tradizionali, rappresenta, a tutt'oggi, una delle cause principali di alterazione, al pari se non superiore a fattori quali inquinamento atmosferico o totale mancanza di ogni forma di manutenzione che sono considerati i maggiori responsabili del degrado del costruito di interesse storico-monumentale. Con questa consapevolezza, risulta a tutti evidente che l'impiego della calce nell'opera di restauro non rappresenta soltanto conseguenza logica di un processo di sostituzione e integrazione di un materiale preesistente, ma una scelta consapevole, supportata da dati sperimentali e ricerche scientifiche che individuano nella calce il solo materiale veramente compatibile con la maggior parte delle opere architettoniche costruite dall'uomo dall'antichità fino agli inizi del Novecento.

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dei rinforzi strutturali e delle pavimentazioni industriali

la progettazione sostenibile

dott.

g. mantegazza

d i rettore tecni co r ured i l s p a

La Direzione Tecnica Ruredil attraverso questi incontri formativi, intende dare ampia diffusione a alle nuove tecnologie da lei studiate,sviluppate e commercializzate, fornendo a progettisti e committenze una ricca documentazione tecnico-scentifica ,unica nel suo genere. Ruredil è una società che potremmo definire dell’innovazione nel settore dei nuovi materiali High Tec nel settore delle costruzioni. Recentemente Ruredil ha introdotto un sistema di rinforzo per le murature e per il calcestruzzo –FRCM (Fiber Reinforced Cementitiuos Matrix) sostituendo i tradizionali sistenmi FRP a base di resina epossidica. Ruredil X Mesh C10 per il rinforzo delle murature Ruredil XMesh gold per il ripristino del calcestruzzo Questi due prodotti sono: ignifughi rispetto agli FRP che sono infiammabili resistenti all’umidità a differenza degli FRP che dopo un anno di esposizione perdono più del 50% dele loro proprietà di rinforzo compatibili con il supporto murario e di calcestruzzo perchè di natura inorganica mentre gli FRP sono a base di resina epossidica biocompatibili. Gli FRP sono tossici e nocivi facili da mettere in opera anche da personale non specializzato a differenza degli FRP in cui necessitano mestraenze che dovrebbero seguire corsi specifici Fanno parte delle nuove tecnologie emergenti anche le fibre sintetiche strutturali- RXF54- impiegate nella progettazione di pavimentazioni civili ed industriali in sostituzione delle reti e delle fibre metalliche. La grande diffusione di questo nuovo materiale in Italia e negli Stati Uniti dipende dai seguenti fattori: - sviluppo di nuovi polimeri con prestazioni meccaniche elvate per la realizzazione di filati tecnici sintetici (polietilene/polipropilene). - la fibra sintetica strutturale RXF54, essendo più sottile e pertanto con una numerosità maggiore, aumenta la tixotropia dell’impasto favorendo l’aggrappo del calcestruzzo al sottofondo durante l’azione. - RXF54, a differenza delle fibre metalliche non si corrode in nessuna condizione ambientale. - le fibre sintetiche strutturali-RXF54- limitano e in alcuni casi eliminano totalmente il ritiro plastico del calcestruzzo.

Durante il corso verranno inoltre illustrati nuovi sviluppi nella progettazione (software di calcolo che verrà distribuito gratuitamente) delle pavimentazioni industriali, civili e dei rinforzi strutturali delle murature.

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because we can... and because we should!

a.i.bi.m

dr sultan ahmed al jaber

L’A.I.BI.M. partner istituzionale del progetto Biocostruire ha avuto l’onore di essere invitata come relatore ad Abu Dhabi dal 21 al 23 Gennaio 2008 dove, con il patrocinio dell’H.H. General Sheikh Mohammad bin Zayed Al Nahyan, la Masdar Iniziative, con a capo il Dr. Sultan Ahmed Al Jaber ha organizzato il primo World Future Energy Summit. L’intervento di Elvio Ermacora, responsabile tecnicoscientifico del progetto Biocostruire, assieme a quello dei più grandi esperti ambientali, di bioedilizia e di risorse energetiche alternative ha fatto da cornice alla fiera che ha visto la cooperazione dei leader del mercato petrolifero assieme a quelli delle future tecnologie per lo sfruttamento delle risorse energetiche ed ai più autorevoli esperti di sviluppo sostenibile. Hanno aperto il Summit: H.H. General Sheikh Mohammad bin Zayed Al Nahyan seguito dagli i nte rve n ti de l l ’ o l o g r a m m a d e l P r i n c i pe C a rl o D’Inghilterra, dal Duca di York, dal Dr. Sultan Ahmed Al Jaber capo dell’iniziativa Masdar , dal presidente dell’islanda Olafur Ragnar Grìmsson, dal presidente del Gibuti Ismail Omer Guelleh , dello sceicco HE Mohammad Ahmad Al Bowardi , dell’arch. William McDonough premiato dal Time come “Hero of the Planet”. Dalle parole di questi illustri personaggi, è stata chiara la motivazione che ha portato ad Abu Dhabi questo Summit, cioè la consapevolezza da parte del governo locale di avere le capacità, le possibilità ed il dovere di ingaggiare una competizione per la risoluzione dei problemi ambientali. “Because we can…and because we should!” (Dr Sultan Ahmed Al Jaber) Durante tale evento chiave per il futuro delle energie il responsabile del progetto Biocostruire, ha parlato di “Energie rinnovabili nella casa del futuro dalla Bioedilizia alla Bioclimatica. Assieme alla Dottoressa Cassì dell’Enel ha portato la voce dell’Italia in tale irripetibile evento.

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s eminar io s ulle cos tr uz ioni in l e g no

tetti e case di legno

franco laner Il seminario intende offrire una sintesi dello stato dell’arte delle costruzioni di legno nel nostro Paese con speciale attenzione alle costruzioni di tetti e case di legno prendendo in considerazione alcuni aspetti strutturali, sia di calcolo, sia di certificazione delle caratteristiche fisico-meccaniche, in conformità a quanto prescritto dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture 14 gennaio 2008. Tale decreto, per il legno, è uno strumento che si presta all’innovazione, ma soprattutto mette il progettista in condizioni di operare e pretendere la qualità richiesta e necessaria affinché il legno sia sempre più alternativa da prendere in considerazione nella realizzazione delle opere edili. Gli altri argomenti del seminario riguardano la questione energetica, quindi isolamento termico, ma anche alcuni temi di isolamento acustico. Ancora, per completare il quadro dei temi di frontiera che oggi investono l’impiego del legno, particolare spazio sarà dedicato alla durabilità, nodo centrale e decisivo per la definitiva legittimazione del legno e dei suoi derivati, come il lamellare, il GLT, il KVH, l’OSB, pannelli di tavole incrociate, come il KLH ed altre tipologie che l’industria del legno oggi offre anche in Italia. Ormai l’offerta da parte dell’Industria di tipologie di prodotti, componenti e sistemi a base di legno è così vasta e variegata che il progettista ha serie difficoltà a districarsi e progettare, semplicemente perché non li conosce. Il tema determinante della durabilità, viene visto dal punto di vista progettuale, piuttosto che dal punto di vista dei trattamenti chimici. Il legno è in grado di difendersi dal degrado (e anche dal fuoco) con i propri mezzi qualora sia attentamente eseguito il dettaglio costruttivo e scelta la specie più opportuna e ne sia programmata la manutenzione e fornito il manuale d’uso. La durabilità è sempre più questione di progetto e concetti come “sacrificio”, oppure “facile sostituibilità” devono far parte del bagaglio conoscitivo di chi progetta col legno L’altra questione riguarda la certificazione delle prestazioni del legno, ancora oggi alquanto disattesa, ma indispensabile per l’affidabilità strutturale e le verifiche di sicurezza, fino al collaudo delle opere. Il comportamento termoigrometrico degli edifici e la difesa dai rumori aerei e di calpestio sono argomenti di larga attualità per la certificazione del consumo energetico e per il confort fisico e psichico che il legno, se impiegato con intelligenza e consapevolezza può offrire a chi sceglie di impiegarlo. Oltretutto nessun altro materiale come il legno possiede le caratteristiche richieste per essere definito sostenibile. La questione del risparmio energetico sarà trattata non solo per il riscaldamento invernale, ma soprattutto l’attenzione sarà dedicata al raffrescamento estivo, con tecnologie passive, ma anche attive, come la ventilazione. Ogni modulo viene svolto da uno specialista del settore con l’obiettivo di fornire gli elementi di base per il progetto col legno, senza ovviamente la pretesa di esaustività e completezza, possibile solo con dedizione e perseveranza che il legno richiede, ma che sicuramente restituisce a chi gli si avvicina con umiltà e voglia di imparare!

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giornata di studio introduzione all’uso degli esplosivi nei lavori civili e minerari

elementi di esplosivistica

ordine dei Geologi della Toscana Nell’ambito dell’aggiornamento professionale continuo l’Ordine dei Geologi della Toscana, col contributo di Pravisani S.p.A., propone una giornata di studio sull’esplosivistica civile e mineraria. L’obiettivo è quello di fornire un quadro chiaro, ancorché di massima, sugli aspetti relativi a questo particolare strumento di lavoro, l’esplosivo, sovente poco conosciuto ed ancora oggi, specie nell’opinione pubblica, avvolto in un alone di mistero se non addirittura di sospetto. L’esplosivo è invece un vero e proprio strumento di lavoro, estremante versatile e, se utilizzato a dovere, con elevati standard di sicurezza e ridotti impatti ambientali, impiegato non solo in ambito estrattivo, ma anche nei lavori civili, demolizioni, attività di Protezione Civile, ecc.. La giornata di studio è quindi rivolta non solo a chi opera nel settore estrattivo, cave e miniere, o delle grandi opere, che rappresentano i settori di maggiore consumo di esplosivo, ma a tutti coloro che vogliono avvicinarsi a queste speciali tipologie di intervento, compresi gli aspetti di controllo, prevenzione dei rischi e mitigazione delle voci di impatto ambientale. La giornata svilupperà quattro punti cardine: - gli aspetti normativi, con le relative incombenze burocratiche; - le caratteristiche fondamentali dei principali esplosivi ed accessori da mina utilizzati nei lavori civili e minerari; - la prevenzione degli infortuni sul lavoro ed una corretta gestione dello “strumento esplosivo”; - le basi di progettazione e controllo delle volate, integrando con casi reali come lo scavo delle gallerie per le grandi opere che hanno interessato l’area urbana della periferia fiorentina (Terza Corsia, TAV); e vorrebbe concludersi con una discussione finale sul ruolo e sul contributo del geologo nell’esplosivistica. I docenti, Alessandro Muller del Dipartimento di Prevenzione della U.S.L. fiorentina, Ivo Rossi di Pravisani S.p.A. ed il dott. geol. Luca Barletti, sono tecnici che da anni operano nel settore, pubblico e privato, avendo avuto la possibilità di affinare le proprie conoscenze sul campo affrontando una vasta casistica applicativa.

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le proposte degli amici della terra e del forum energia

edilizia sostenibile

sergio gatteschi

Chi siamo Le associazioni ambientaliste, Forum Energia e Amici della Terra, lavorano da tempo per l’efficienza del sistema energetico e per il ricorso alle energie rinnovabili: dall’esperienza della SCO2mmessa, di autogestione dei consumi energetici nelle scuole, al ciclo di convegni sull’efficienza energetica in edilizia, per arrivare, finalmente, ai cantieri che abbiamo aperto in cui abbiamo realizzato isolamenti termici di abitazioni singole e di condomini, installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici, di caldaie a biomassa, di impianti di cogenerazione e geotermici, ed altro ancora. siti web : www.forumenergia.net www.amicidellaterra.org www.fotovoltaicoinitalia.it www.sergiogatteschi.it Il sito www.forumenergia.net Attraverso il nostro sito web è possibile tenersi aggiornati su tutti gli argomenti che riguardano l’energia: convegni, leggi, manifestazioni, ditte del settore. E’ inoltre possibile, iscrivendosi, partecipare ai forum tematici e ricevere la nostra newsletter. Il sito è visitato da più di 15.000 persone al giorno, la newsletter raggiunge oltre 2.000 iscritti.

ELIMINARE GLI SPRECHI Gli sprechi di energia sono enormi: grandi possibilità di risparmio sono possibili nei sistemi energetici delle abitazioni (riscaldamento, raffrescamento, elettricità), del sistema industriale e dei trasporti. Occorre quindi rendere razionale il nostro sistema di consumi attuando, da subito, una maggiore efficienza di tutti i nostri impianti. Questo è possibile con impianti e tecnologie largamente sperimentate: in edilizia un migliore isolamento termico, da solo, può abbattere i consumi ed i costi del riscaldamento e del condizionamento estivo del 20-30%; sostituire caldaie di vecchia generazione con impianti ad alta efficienza o di cogenerazione rappresenta un investimento che si ripaga con sempre maggiore velocità. La Finanziaria 2007, confermata da quella del 2008, ha introdotto il recupero del 55% delle spese sostenute per il recupero di efficienza; i nuovi incentivi del conto energia rendono molto interessante anche l’energia elettrica prodotta con sistemi fotovoltaici: due novità che cambiano radicalmente la situazione, e in meglio.

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Per contatti e informazioni: SERGIO GATTESCHI Presidente Amici della Terra - Toscana Via Giano della Bella 22 50124 Firenze info@sergiogatteschi.it cell. 3384759461

Il nostro programma: CONVEGNO: L’ISOLAMENTO TERMICO PER L’ EFFICIENZA ENERGETICA IN EDILIZIA Sala 1 Saschall, ore 15,30, martedì 20 maggio 2008

Software operativi della piattaforma Telecare

Perché e come consumare meno gas e corrente elettrica per inquinare meno e risparmiare? Con quali accorgimenti? Con quali materiali ed impianti? Con quali costi? Quali sono gli incentivi e gli sgravi fiscali a cui è possibile avere accesso? Quali sono le novità tecnologiche del settore? Come è possibile rispondere alle problematiche poste dalla riqualificazione del patrimonio edilizio di una città storica come Firenze? A queste domande le associazioni �ambientaliste Amici della Terra - Toscana e Forum Energia, con il sostegno delle pubbliche amministrazioni, rispondono presentando le possibilità, tecniche e di finanziamento, della concreta realizzazione di opere di efficienza energetica in edilizia, dall'isolamento termico all'impiantistica. Al termine delle relazioni, ognuna della durata di dieci minuti, si aprirà il dibattito, ed i tecnici saranno a disposizione per rispondere a tutte le domande poste dai presenti. Presiede Sergio Gatteschi, Presidente Amici della Terra - Toscana Relazioni: Pietro Novelli, DG Presidenza della Regione Toscana, "Le politiche della Regione Toscana per una edilizia sostenibile" Alessandro Crudeli, architetto, "Isolamento ed efficienza energetica nel recupero edilizio" Carlo Profili, Progettista coibentazione, "Tecniche di isolamento termico in edifici nuovi e storici” Monica Giorgi, BNL, “Il credito agevolato per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili” Egidio Raimondi, architetto,"Impiantistica ed efficienza energetica in architettura" Alberto Di Cintio, Università di Firenze, Conclusioni

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un’officina di idee

polluzioni architettoniche

architetto

TAVOLO IMPELLICCIATO studio di architettura G@UT

BOCCA IMBOTTITA E... SILICONATA studio di architettura G@UT

luca bolognese e silvia scuffi abati

Il nostro appproccio architettonico vive le sue nevrosi creative suggestionato dalle molteplicità della vita contemporanea e dal vissuto temporale in qualsiaisi ambito del processo progettuale. Creare e rivivere il passato e attualizzarlo nel presente pensando al futuro, anche quando non ci saremo più…… il più tardi possibile….. (toccata libera). E’ importante per noi vivere in un ambiente carico di emotività; un emotività che affonda le sue radici nel nostro ego puerile e si alimenta in esso cercando di crescere ma rifiutandosi di farlo in modo consapevole. E’ per questo che non necessariamente l’idea di uno spazio-studio dove si fa della progettazione architettonica deve essere per forza quella di un asettico locale fashion simile ad uno dei tanti locali disseminati per i nostri centri urbani, fatti di niente, così uniformente uguali e monotoni, intrisi di un’ormai immagine iconografica strereotipata, che nel tempo è diventata vuota e rarefatta. Lo studio di architettura è un officina di pensieri, la fucina di Vulcano dove l’io infantile dell’uomo deve emergere vistosamente, è per questo che per noi le suggestioni non devono essere necessariamente architettoniche, ma devono coesistere con quelle fantasie che contraddistinguonio l’infanzia. La mancanza di archetipi mentali precostituiti, la verginità celebrale pronta a recepire l’ambiente circostante con l’entusiasmo di un bambino, questo deve fare l’architetto; e il suo ambiente deve ricordargli quello che è stato, un entusiasta astronauta alla ricerca del tutto progettuale, per essere ciò che è diventato. Aprire, rompere per ricostruire riaggregare, riciclare. Non si inventa niente; diffidare da chi afferma di essere un creativo. Il creativo non esiste, esistono solo stimoli esterni che alimentano la sensibilità. Vivere in uno studio dove la gioia della progettazione traspare anche dal vissuto dei suoi progettisti aiuta a mettersi in gioco e soprattutto a divertirsi nel proprio lavoro: vedere un coloratissimo abito di barbie o una vecchia collezione di fumetti, o l’icona emblematica di una rockstar ti aiuta a pensare che si può progettare per rendere la vita possibile. Ammirare un’opera d’arte non esclude la possibilità di eccitarsi di fronte ad una tenda fatta di capelli o ad una bocca imbottita o ad una lampada estintore, o ad un tavolo ricoperto di pelliccia. Riciclare il proprio passato e reinventarlo in nuovi stimoli permette di progettare ambienti piccoli, come pure ambienti più grandi, quali alberghi e negozi, sempre però giocando con le mille influenze contemporanee fatte da assurde infantili contrapposizioni. La progettazione creativa è una polluzione (da polllutiònem accusativo di pollùere intesa come, macchiare contaminare) e lavora proprio come una sana polluzione erotica giovanile, irrefrenabile e naturale (quando il sesso ancestrale lavora di inconscio sul tuo organismo).

VASI DANZANTI studio di architettura G@UT

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evento sovra-edile CATTURATI DALLA RETE di arch. luca bolognese

mostra-convegno EVENTO SOVRA-EDILE a cura di studio di architettura G@UT

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silvia scuffi abati

Anche in questa nuova edizione lo studio d’architettura G@UT di Luca Bolognese e Silvia Scuffi Abati riallestiscono il palco del teatro Saschall a Firenze; anche questa volta con materiale inedito; creano una quinta scenografica con pannelli di rete metallica antizanzara. Una caverna ipertecnologica dove i riflessi di luce cangianti danno cromatismi emozionanti e calore all’ambiente. Una riflessione progettuale su un materiale che abitualmente vediamo tirato sulle finestre delle nostre case, e che spinto in altre direzioni può avere un'altra funzione semantica. Una rete materica, tenda semirigida, che connota lo spazio scenico, un gioco etereo di vedo non vedo. La goffratura del materiale in alluminio cambia le prospettive dello spazio: angolazioni in movimento che sottolineano la dinamicità dei temi affrontati nei convegni. Lo studio d’architettura G@UT non ha paura a manipolare il materiale, non si accosta ad esso con reverenza concettuale, ma si avvicina con la forza della scoperta. Un segno riconoscibile, il banco di prova sul quale allo studio piace lavorare. L’occasione di allestimento di questo tipo di spazi scenici permettono sperimentazioni che aiutano a pensare e progettare ambientazione spinte ai limiti; suggerimenti per possibili decorazioni di interni od oggetti di uso anche per altre situazioni.

mostra-convegno EVENTO SOVRA-EDILE a cura di studio di architettura G@UT

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TECNOPROMO srl via dante 43 52025 montevarchi, ar t. 055 980801 • f. 055 9102728 www.tecnopromo.com • info@tecnopromo.com

EVENTO SOVRA-EDILE

progetto a cura di studio di architettura e comunicazione G@UT manifestazione mostra convegno SET SOFTWARE.2008 - salone

mostra-convegno EVENTO SOVRA-EDILE a cura di studio di architettura G@UT

edilizia e tecnologie luogo saschall • firenze data 2007

hanno contribuito alla realizzazione dell’evento ambientato: ZANZAR SISTEM corso europa z.i. 74023 grottaglie ta t. 099 5628177 f. 099 5628179 www.zanzarsistem.it ISPAD GRUPPO SOGIMI via ettore stobino 1 59100 prato t. 0574 584950 f. 0574 584958 isopad@sogimi.com www.sogimi.com

mostra-convegno EVENTO SOVRA-EDILE a cura di studio di architettura G@UT

STUDIO DI ARCHITETTURA G@UT via giotto 1 50019 sesto fiorentino fi t.+f. +39 055 440881 info@gaut.it www.gaut.it

mostra-convegno EVENTO SOVRA-EDILE a cura di studio di architettura G@UT

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S

ITORI

ESPO

et maggio 2008

EVENTO SOVRAEDILE a cura di studio di architettura G@UT

enti e istituzioni patrocinanti COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE via masaccio, 235 • firenze tel. 055.5002371 fax. 055.5002372 info@geometrifirenze.it www.geometrifirenze.it

COLLEGIO DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI DELLA PROVINCIA DI LUCCA via romana, 615/s • lucca tel. 0583.491942 fax. 0583.919224 per.ind.lu@lunet.it

COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI AREZZO via verdi, 22 • arezzo tel. 0575.22247 info@cng.it www.geometriarezzo.it

COLLEGIO DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI DELLA PROVINCIA DI PRATO via giotto, 3 • 59100 prato tel. 0574 442829 fax. 0574 444340 segreteria@peritiprato.it www.peritiprato.it

COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI PRATO v.le montegrappa, 177 • 59100 prato tel. 0574.574855 fax. 0574.581136 segreteria@collegiogeometri.prato.it www.collegiogeometri.prato.it COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA via curtatone e montanara, 54 • pistoia tel. 0573.25125 fax. 0573.22230 info@geopistoia.it www.geopistoia.it COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI GROSSETO via gramsci, 2d • grosseto tel. 0564.23187 info@collegiogeometri.grosseto.it www.collegiogeometri.grosseto.it COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI PISA via pietro nenni, 30 • pisa tel. 050.9711531 fax. 050.9711345 geometripisa@tin.it www.collegio.geometri.pi.it COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI MASSA CARRARA viale roma, 149 • massa carrara tel. 0585.791109 fax. 0585.791107 segreteria@collegiogeometri.it www.collegiogeometri.it COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI LIVORNO via fiume, 30 • livorno tel. 0586.203969 fax. 0586.829996 sede@collegio.geometri.li.it www.collegio.geometri.li.it COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI SIENA viale curtatone, 2 • siena tel. 0577.280527 fax. 0577.283200 segreteria@geosiena.it www.geosiena.it COLLEGIO DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE via f. baracca, 17 • 50127 firenze tel. 055.367169 fax. 055.3249768 segreteria@periti-industriali.firenze.it www.periti-industriali.firenze.it

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COLLEGIO DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI DELLA PROVINCIA DI SIENA via delle terme,76 • 53100 siena tel. 0577 287492 fax. 0577 271277 info@peritiindustrialisiena.it www.peritiindustrialisiena.it COLLEGIO DEI PERITI AGRARI E DEI PERITI AGRARI LAUREATI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE via pietrapiana, 32 • 50121 firenze tel. 055.2340202 fax. 055.2345362 collegio.firenze@peritiagrari.it www,peritiagrarifi.it COMUNE DI FIRENZE palazzo vecchio p.zza della signoria • firenze ISTITUTO NAZIONALE BIOARCHITETTURA via cavour, 92 • firenze tel. 055.5000532 fax. 055.5416739 info@bioarchitettura.it www.bioarchitettura.it ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI AREZZO via petrarca, 21 • 52100 arezzo tel.+fax. 0575 27730 ordingar@tin.it www.ordineingegneriarezzo.it ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE via della scala, 91 • firenze tel. 055.213704 fax. 055.2381138 info@ording.fi.it • www.ording.fi.it ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA via panciatichi,11 • 51100 pistoia tel. 0573 25931 fax. 0573 24383 info@ordineingegneri.pistoia.it www.ordineingegneri.pistoia.it ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PRATO via f. tacca, 29 • 59100 prato tel+fax. 0574.605010 segreteria@ordineingegneri.prato.it www.ordineingegneri.prato.it

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