periodico trimestrale • numero 2 • anno 1 • ottobre 2007 registrazione al tribunale di arezzo n° 10/07rs del 26 aprile 2007
3 AMICI A CACCIA DI 1 NINFA I L RU M OR E E L E VI B R AZ I ONI NE G LI AMBIE NTI DI LAVO RO C AS ACLIMA, L’AMO RE P E R L’ABITARE S E RRAME NTI E S TE RNI L A S U P RE M AZ I A DELLA CIRCO LAZIO NE NATU RALE LE ANTICHE SPONDE DEL FUTURO
GES T IRE L A S I C U RE Z Z A NE G LI E DIFICI REA L IZ Z A Z I O N E E G E S T I O NE DI IMP IANTI CO MP LE S S I VAS I O... GR AT TA C I E L I ? SUG GE S T IONI DI . . . E DI L I Z I A CAD ON O D A L C I E L O . . . - E VENTO AMBIE NTATO PUN T I D I A N C O R A G G I O P E R CO P E R TU RE
Journal Edilizia Technologies
Giornale di Informazione per l’Edilizia e le Nuove Tecnologie
JET
Riparte l’avventura editoriale di Jet Set, il giornale di informazione sull’edilizia e tecnologie. Dopo il periodo di pausa estivo, riprende il cammino intrapreso circa un anno fa, in veste di House Organ. Questo secondo numero da testata editoriale, non si discosta dalle precedenti edizioni e vuole essere supporto informativo di approfondimento alla Mostra Convegno di Set che si terrà a Firenze dal 6 al 8 novembre 2007. La rivista continua, perciò, a viaggiare in parallelo a questo evento culturale. Il professionista usufruirà di questo supporto cartaceo per puntualizzare alcuni estratti degli argomenti trattati nel convegno, firmati da professionisti del settore. La rivista si propone di portare dentro gli studi di chi opera sul campo, alcuni tra gli spunti più contemporanei in materia di edilizia, da cui ripartire per una progettazione consapevole. In questo numero parte anche un piccolo spazio che vuole allargare gli orizzonti comunicativi di Jet Set, una sorta di sperimentazione in cui si proverà attraverso rapide incursioni nel mondo del design a rendere sinergici due aspetti che comunque scaturiscono entrambi da un processo creativo. La creatività si alimenta in continuazione di imput diversificati, imput che partecipano alla realizzazione di un sogno progettuale sia edile che di design. E’ anche per questo motivo che proseguono la serie di racconti ispirati dalla materia trattata, che hanno accompagnato le precedenti edizioni ed accompagneranno le future. Racconti sovrareali, volutamente leggeri per introdurre temi seri e importanti. Un filtro comunicativo sui generis, uno spazio wellness della mente, ma soprattutto una mia follia, che mi auguro sia apprezzata come tale.
S
Nei tre giorni di Mostra Convegno dal 6 all’ 8 novembre saranno affrontati i seguenti argomenti: - Tecniche di misura e strumentazione per l’acustica in edilizia. Requisiti acustici passivi e qualità delle sale di ascolto. - Il rumore e le vibrazioni negli ambienti di lavoro. - Solare termico – Il divenire, la scienza e l’applicazione in Italia e nel mondo - Casa bioedile e biomassa: quale connubio a favore dell’ambiente e della valorizzazione della filiera legno. - Serramenti esterni: marcatura CE di finestre e porte pedonali esterne e risparmio energetico - CasaClima, l’Amore per l’Abitare. Guida ragionata alla scelta dell’efficienza nelle costruzioni” Fonti energetiche rinnovabili.
periodico trimestrale numero 2 • anno 1 ottobre 2007
registrazione al tribunale di arezzo n° 10/07rs del 26 aprile 2007
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via giotto 1 50019 sesto fiorentino, fi t+f +39 055 440881 studiogaut@virgilio.it
s t u d i o d i a rc h i t e t t u r a
direzione e redazione studio di architettura e comunicazione g@ut
JET non è la summa di tutto quello che avviene nel mondo edile, ma vuole offrire uno spaccato esaustivo su quelle che sono le innovazioni e le tecnologie più avanzate. JET, è un supporto essenziale per chi deve lavorare in questo settore, ma anche un modo di scambio culturale aperto tra le parti interessate al mondo edile e non solo JET propone edilizia a chi sa fare edilizia e insegna edilizia a chi vuole iniziare a farla. JET è un annuario che raccoglie le esperienze dei quattro saloni convegno annuali e ne sancisce i risultati scritti, promuovendo in maniera nuova le novità emerse nei giorni di esposozione. JET è quanto un’azienda che opera nel settore può desiderare per continuare a lavorare nel settore dell’edilizia o intraprendere questa strada.
direttore responsabile
luca bolognese direttore di redazione
silvia scuffi abati
silvia.gaut@virgilio.it
comitato redazione lydia aurora padula cristina lombardi samuele pecoraro
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arch. luca bolognese direttore responsabile
amministrazione e pubblicità tecnopromo srl via dante 43 52025 montevarchi, ar t. 055 980801• f. 055 9102728 www.tecnopromo.com info@tecnopromo.com
sommario
tre
responsabile
3 AMICI A CACCIA DI 1 NINFA
a rc h . lu c a b o lo g n e s e , s ilvia scuff i abati
luciano dotti
info@tecnopromo.it
studio di architettura e comunicazione g@ut
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© 2007
s t u d i o d i a rc h i t e t t u r a
art direction e progetto grafico
studio di architettura e comunicazione g@ut
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© 2007
s t u d i o d i a rc h i t e t t u r a
progetto editoriale
stampa il bandino tipografia via a. meucci 1 • bagno a ripoli fi t. +39 055 641503 • f. +39 055 6466384 info@ilbandino.it
in copertina EVENTO RESTAURATO in occasione di SET2 2007 a cura di studio di architettura G@UT allestimento realizzato con: idroflorence • badia a settimo eurogomiti • forlì enzo zago • strada in chianti
foto G@UT Tutti i diritti sono riservati. E’ vietata la riproduzione anche parziale. La direzione non assume responsabilità per le opinioni espresse dagli autori dei testi redazionali e pubblicitari. Manoscritti, foto e/o disegni quando non esplicitamente richiesti non vengono restituiti.
q u a t t r o IL RUMORE E LE VIBRAZIONI NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
in g . s t e f a n o c o r s i, s e r g io lu z z i, a le s s a n d ro mat teucci
otto
CASACLIMA, L’AMORE PER L’ABITARE
a rc h . u g o t e r z i c o n la c o lla bo r a z io n e di a rc h . elena scarlat ti
dodici
SERRAME NTI ESTERNI
ant onio d’albo
LA SUPREMAZIA DELLA CIRCOLAZIONE NATURALE
diciotto
gaio croci
ventidue
LE ANTICHE SPONDE DEL FUTURO
e lvio er macora
ventiquattro ventisei
GESTIRE LA SICUREZZA NEGLI EDIFICI a rc h .
le t iz ia pietraperz ia
REALIZZAZIONE E GESTIONE DI IMPIANTI COMPLESSI loris manni
trenta
VASI O... GRATTACIELI?
arch. luca bolognese e silvia scuffi abati
trentaquattro trentotto
SUGGESTIONI DI... EDILIZIA a rc h . c r istina lombardi
CADONO DAL CIELO... - EVENTO AMBIENTATO
quarantadue quarantaquattro quarantasei
a rc h . lu c a b o lo g n e s e , s ilvia scuff i abati
PUNTI DI ANCORAGGIO PER COPER TURE
a rc h . ly dia aurora padula
ESPOSITORI SET1-2007 PROGRAMMA CONVEGNI SET1-2007
ERA moglie di Zeus
3 AMICI A CACCIA DI 1 NINFA
di luca bolognese e silvia scuffi abati
Zeus era solito ogni venerdì sera tradire sua moglie Era, ma questo venerdì non sapendo come fare per impegnarla aveva deciso di mandare Eco, la ninfa, a intrattenerla; non tutte le ciambelle riescono con il buco, nemmeno ad uno come Zeus, che di ciambelle con il buco ne avrebbe potuto sfornarne a migliaia con un solo fulmine. Era, non solo mangia la foglia…. se la fuma anche e sgama Zeus scoprendo le sue attività extraconiugali e la complicità di quella ninfa. Ma Zeus è pur sempre Zeus e non potendo fare niente nei confronti di un dio di così tale importanza decide di rifarsela con la complice. Era punisce Eco costringendola a ripetere sempre l’ultima parola: una punizione terribile che le provoca un handicap difficilmente apprezzato dal sesso maschile. Nonostante sia una ninfa e….. che pezzo di ninfa! Eco avrà dei problemi nell’accasarsi in futuro. Infatti Narciso di cui si innamora follemente non se la caga per niente, costringendo la povera Eco, depressa, a scappare nel bosco, diventando solo un lontano eco, un semplice effetto sonoro. Questo è quanto era successo. Zeus da buon egoista non fece niente per aiutarla pur avendola messa nei guai, ma negare tutto anche l’evidenza è sempre stato una prerogativa del sesso maschile. Fu così che decidemmo, io e i miei due amici del cuore, di andare a cercarla nel bosco. Vagammo per molto tempo, provammo in ogni direzione, ma di Eco non trovavamo nessuna traccia, guardavamo su tutti i dirupi, in ogni anfratto in ogni intercapedine del terreno, ma di Eco niente, finchè un giorno ci imbattemmo in una bella, giovane, bionda, discinta e candida come una dea e domandammo a lei se conoscesse Eco. La giovane annuì. Io e i miei due amici ci guardammo soddisfatti, forse ce l’avevamo fatta? Eh sì che la conosceva bene… ci disse che lei, Ecologia era sua figlia e scoprimmo tante cose. Eco, aveva avuto 4 figli, di cui due gemelli Ecologia appunto ed Economia, due gemelle eterozigote, belle, bianche, bionde ma diverse. Ecologia si era data allo studio dei boschi e della natura, Economia aveva preferito studiare la matematica e le sue applicazioni; gli altri due fratelli Ecosostenibile ed Ecocompatibile erano invece due filibustieri che confusi con gli umani cercavano di fare del business. Ma chi era il padre di questi quattro figli? Ci raccontò che Eco delusa dal rifiuto di Narciso si era accoppiata con un ecoterrorista chiamato Riverbero, un aitante dio che amava far soffrire gli umani con rumori assordanti. Quando arrivava Riverbero, poco si poteva fare, non bastavano infissi a prova di decibel o materassini fonoassorbenti di ultima generazione; nonostante il mercato proponesse soluzioni sempre più professionali, Riverbero si permetteva il lusso di spadroneggiare ovunque. Riverbero non era uno stinco di santo, anche perché era un dio e un santo se lo prendeva di tacco….. anche lui, da maschio dominante tradiva Eco. La scusa ufficiale era che non riusciva a comunicare con lei, dato che si perdeva sempre le ultime parole, in realtà era un dio vanaglorioso che non rifuggeva le donzelle. Si dice che stesse da anni con Onda Sonora una poverina incontrata su una spiaggia di un isoletta greca. I figli erano molto attaccati alla madre ma volevano molto bene anche al padre; cercarono, in maniera blanda di avvertire Eco, ma lei non capì o meglio fece finta di non capire, un po’ forse perché lei aveva nella testa ancora Narciso e un po’ perché tanto Riverbero non sarebbe mai riuscito a comprendere le sue offese. La famiglia era comunque unita e mangiavano quasi sempre insieme; negli ultimi tempi anche Riverbero aveva diradato i suoi incontri con Onda Sonora perché aveva avuto degli acciacchi di salute, problemi di cuore; in questi casi una moglie silenziosa era essenziale e indispensabile. Io e i miei due amici del cuore annotavamo tutto con dovizia, ma avevamo il desiderio di conoscere di persona Eco; volevamo vederla; noi che ci sentivamo anche un po’ figli suoi; noi che avevamo dedicato tanto tempo alla sua ricerca. Chiedemmo a Ecologia se fosse possibile incontrarla. La figlia deluse subito le nostre aspettative: Eco non amava incontrare nessuno e preferiva rimanere nei suoi boschi, lasciando ai suoi figli il plauso della fama. Ecologia comunque volle farci un regalo, ci raccontò che sua madre teneva un diario giornaliero e seduta in qualche anfratto del bosco, in solitudine, annotava la sua vita; uno diario sulla vita di una ninfa… un diario bello come chi lo aveva scritto, un diario dove le ultime parole non si perdevano nel vuoto. Il titolo del manoscritto era proprio “Ecosistema”, e parlava di tutte quelle innocenti marachelle di Zeus, delle tribolazioni del suo amore per Narciso e di tutti quegli infruttuosi tentativi di eliminare il suo difetto; un vano tentativo per poter coronare il suo vero amore. Era proprio questo capitolo che interessava a noi ed eravamo disposti a tutto pur di mettere le mani su una copia…… quante cose avremmo potuto scoprire su di noi!... Quanti misteri rivelati dentro quel manoscritto!.... Ecologia, bella, bionda, discinta, non volle deluderci e premiò la nostra perseveranza; si allontanò per un po’ e ritornò con il manoscritto per farcelo consultare. Fu così che non vedemmo Eco, ma capimmo tutto, capimmo la nostra esistenza, capimmo le nostre origini. Io, Ecodoppler, e i miei due amici del cuore Ecocardiogramma, e Ecografia avevamo anche noi una storia da raccontare…...
ZEUS
NARCISO ed ECO Waterhouse
NARCISO Caravaggio
il rumore e le vibrazioni
inquadramento del problema e novità normative
negli ambienti di lavoro
ingegneri
stefano corsi, sergio luzzi, alessandro matteucci
La progressiva meccanizzazione delle varie operazioni in ambito lavorativo ha portato al moltiplicarsi delle fonti di rumore e di vibrazioni e a un aumento della percentuale di lavoratori esposti a questo fattore di rischio e dei livelli di inquinamento acustico dell’ambiente. Questa problematica interessa diversi settori: produttivo, trasporti, edilizia, agricoloforestale, terziario, ecc. L’esposizione prolungata a livelli di rumore elevati ha numerosi effetti dannosi sul corpo umano, il maggiore dei quali è l'ipoacusia, cioè la diminuzione fino alla perdita della capacità uditiva. Questo è il danno da rumore meglio conosciuto e più studiato, tuttavia il rumore agisce con meccanismo complesso anche su altri organi ed apparati (apparato cardiovascolare, endocrino, sistema nervoso centrale ed altri) mediante attivazione o inibizione di sistemi neuroregolatori centrali o periferici. Dai dati INAIL la malattia professionale "Ipoacusia e sordità da rumori" è la patologia professionale più frequentemente denunciata e rappresenta circa un terzo dei casi di tutte le malattie professionali denunciate nel ramo industria. Il rumore determina, inoltre, un effetto di mascheramento che disturba le comunicazioni verbali e la percezione di segnali acustici di sicurezza (con un aumento di probabilità degli infortuni sul lavoro), favorisce l’insorgenza della fatica mentale, diminuisce l'efficienza del rendimento lavorativo, provoca turbe dell'apprendimento ed interferenze sul sonno e sul riposo. Tra gli altri organi, l'apparato cardiovascolare sembra essere il più influenzato direttamente ed indirettamente dal rumore. Dall'analisi della Letteratura emerge che il rumore, con intensità in genere superiore ad 85 dB(A), determina aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, delle resistenze vascolari periferiche, della concentrazione ematica ed urinaria di noradrenalina e, spesso, di adrenalina. Anche l’esposizione umana a vibrazioni meccaniche può rappresentare un fattore di rischio rilevante per i lavoratori esposti. L’angiopatia e l’osteoartropatia da vibranti sono riconosciute come malattie professionali dalla Commissione dell’Unione Europea e dalla legislazione del nostro Paese. Le sole osteoangioneurosi da vibranti costituiscono nel nostro Paese la quinta causa di malattia professionale indennizzata dall’INAIL e il rischio da vibrazioni, secondo uno studio del 2002 dell'Ispesl, determina ogni anno il 4-5% delle malattie professionali indennizzate dall'Inail. Negli ultimi 2 anni sono stati pubblicati due importanti decreti relativi all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici, ovvero: - il Decreto Legislativo n. 187 del 19 agosto 2005, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 220 del 21 settembre 2005 che recepisce la Direttiva 2002/44/CE relativa all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti da vibrazioni meccaniche - il D. Lgs. n. 195 del 10 aprile 2006 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 30 maggio 2006, che recepisce la Direttiva 2003/10/CE relativa all'esposizione dei lavoratori
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ai rischi derivanti dagli agenti fisici (rumore). La Commissione Ambiente e la Commissione Sicurezza dell’Ordine degli Ingegneri, in collaborazione con la rivista Bollettino Ingegneri, hanno organizzato, nell’ambito del SET 2007, il seminario dal titolo “Il rumore e le vibrazione negli ambienti di lavoro”. Il seminario fornirà un’occasione di confronto sul tema tra esponenti al più' alto livello di istituzioni, professionisti, imprenditori, università e altri operatori del settore e permetterà di fare il punto sull’applicazione e le problematiche relative ai decreti precedentemente elencati. Rischio da rumore Prima dell’entrata in vigore del D. Lgs. 195/06, la valutazione dell’esposizione dei lavoratori al rumore era regolata dal D. Lgs. 277/91. Il decreto prevedeva la definizione dei parametri fisici da prendere in considerazione come indicatori dell’esposizione del lavoratore: questi erano il livello equivalente ponderato A e i livelli Lep,d = esposizione giornaliera personale di un lavoratore al rumore e Lep,w = esposizione settimanale di un lavoratore al rumore. L’espressione matematica di questi indicatori, illustrata nell’art. 39, comma 1.a del Decreto, era riferita a 8 ore di lavoro giornaliere e, nel caso di tempi di esposizione inferiori o superiori, veniva corretta con un fattore per normalizzare logaritmicamente il livello di esposizione riportandolo alla base temporale standard (giornata di 8 ore e settimana di 5 giorni). Secondo le indicazioni del decreto, l’effettuazione della valutazione dell’esposizione era basata sull’analisi acustica preliminare dell’ambiente e delle postazioni di lavoro e sulla compilazione di schede personali all’interno delle quali veniva definita la giornata (o la settimana) di lavoro standard di ciascun addetto. Erano quindi effettate le misure dei livelli equivalenti e di picco del rumore nelle diverse postazioni ed erano calcolati i livelli di esposizione giornalieri o settimanali. La valutazione dell’esposizione al rumore veniva ripetuta a prefissati intervalli di tempo (5 o 3 anni), e ogni qualvolta venivano introdotte nelle lavorazioni modifiche che influivano in modo sostanziale sul rumore. Il decreto 195/06, modificando il titolo del D.Lgs. 626/94 e inserendo al suo interno il titolo V-bis “Protezione da agenti fisici”, ha abrogato le disposizioni di cui al Capo IV del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277 e soppresso la voce «rumori» nella Tabella allegata al DPR 303/56. A partire dal 14 dicembre 2006 tutte le attività soggette al D.Lgs.626/94 hanno l’obbligo di aggiornare il proprio documento di valutazione dei rischi secondo le nuove disposizioni previste dal D.Lgs.195/2006 e, nello specifico, qualora il datore di lavoro abbia verificato, sulla base delle informazioni disponibili, il superamento del limite di 80 dB(A) per l’esposizione dei lavoratori a rumore (valore inferiore di azione), procedere a una nuova misurazione del livello di
esposizione al rumore non più secondo le regole fissate dal D.Lgs. 277/91, ma secondo i nuovi criteri definiti dal D.Lgs.195/2006, che interviene in modo sostanziale sulla procedura valutativa fin qui usata e sulle conseguenti azioni da compiere, abrogandone alcune e modificandone altre. In definitiva, con l’entrata in vigore del D.Lgs. 195/2006 la valutazione del rischio rumore dovrebbe essere più approfondita e dettagliata rispetto a quanto previsto dal D. Lgs. 277/91. Il decreto prevede, infatti, che il datore di lavoro debba prendere in considerazione, oltre al livello, al tipo ed alla durata dell'esposizione, anche: - gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore; - tutti gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori derivanti da interazioni fra rumore e sostanze ototossiche e fra rumore e vibrazioni, per quanto possibile a livello tecnico; - tutti gli effetti indiretti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni fra rumore e segnali di avvertimento; - le informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori delle attrezzature di lavoro e l'esistenza di attrezzature di lavoro alternative; - le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria; - la disponibilità di dispositivi di protezione dell'udito con adeguate caratteristiche di attenuazione. Inoltre tra le altre cose che cambiano, vi sono gli indicatori dell’esposizione giornaliera e settimanale. Il decreto definisce: - il livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h), misurato in dB(A), come valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di otto ore (rif. ISO 1999: 1990), riferito a tutti i rumori presenti nell’ambiente di lavoro, considerando anche il rumore impulsivo; - il livello di esposizione settimanale al rumore (LEX,8h), misurato in dB(A) come valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana nominale di cinque giornate lavorative di otto ore. Rischio da vibrazioni Sino a ora l'obbligo per i datori di lavoro di valutare il rischio e di adottare misure di prevenzione, protezione e sorveglianza, discendeva dalle indicazioni fornite da più norme: l'art. 24 del D.P.R. 303/1956, la voce 48 della tabella delle lavorazioni di cui all'articolo 33 dello stesso D.P.R. 303/56 e più in generale le prescrizioni del D. Lgs. n. 626/94. Rispetto alla disciplina previgente, il D. Lgs. n. 187/05 ha il merito di fornire i criteri valutativi per consentire al datore di lavoro di effettuare la valutazione del rischio e porre in essere le necessarie misure di salvaguardia. Il decreto, costituito da 13 articoli, si rivolge a tutte le imprese che espongono i lavoratori al rischio di vibrazioni utilizzando macchine pneumatiche, elettriche, idrauliche o a
combustione interna (motoseghe, macchine a percussione o smerigliatrici). L’entrata in vigore della nuova disciplina normativa comporterà, quale immediata conseguenza (e, in particolare, con decorrenza dal 01/01/2006 - art. 13 -) l’obbligo, a carico del datore di lavoro, della revisione del documento di “VALUTAZIONE DEI RISCHI” con specifico riferimento al rischio vibrazioni (art. 4). E’ importante sottolineare che, recentemente, la giurisprudenza si è occupata in modo specifico del rischio costituito dalle vibrazioni. Con Sentenza n. 12248 del 30/03/2005, infatti, la Cassazione – Sezione Penale – ha confermato la condanna di un datore di lavoro per lesioni colpose cagionate ad una lavoratrice esposta a vibrazioni trasmesse al sistema mano – braccio (oltre che, nella fattispecie, a movimenti ripetuti) facendo applicazione del generale principio di cui all’art. 2087 del Codice Civile e all’art. 4 della Legge 626/1994, nonché in applicazione dell’art. 33 del DPR 33/1956. La sentenza conferma, peraltro, un orientamento già espresso dalla Suprema Corte nel 1999 (v. sentenza della Cassazione del 19 marzo 1999 che aveva confermato la condanna di un datore di lavoro per lesioni personali colpose gravi, per avere cagionato, per “colpa consistente in negligenza e inosservanza dell’art. 377 del D.P.R. 547/1955, lesioni permanenti a un dipendente adibito a lavori di scavo con martello pneumatico produttivo di vibrazioni). Se già in assenza di una disciplina specifica e organica in materia, la Cassazione aveva dimostrato particolare attenzione alla tutela della salute del lavoratore rispetto al rischio “vibrazioni”, c’è da attendersi, a seguito dell’entrata in vigore del D. Lgs. N. 187/2005, un ulteriore maggior rigore da parte della giurisprudenza nella valutazione delle responsabilità del datore di lavoro nel controllo del rischio specifico, controllo che inizia con una corretta e adeguata redazione della “valutazione dei rischi”. L’obbligo di esecuzione della valutazione dei rischi è in vigore dal 1° gennaio 2006, mentre l’obbligo di adeguamento ai nuovi valori limite sulle vibrazioni per macchinari messi a disposizione prima del 6 luglio 2007 è differito al 6 luglio 2010 (6 luglio 2014 per il settore agricolo e forestale). Problematiche applicative A pochi mesi dall’entrata in vigore dei due decreti legislativi 187/05 e 195/06, la comunità tecnico-scientifica ha iniziato a confrontarsi con le problematiche legate alla loro applicazione. In particolare, per quanto riguarda il D. Lgs. 195/06 sull’esposizione al rumore rimangono da chiarire alcuni aspetti, primo fra tutti la necessità di tener conto dell'attenuazione prodotta dai dispositivi individuali di protezione dell'udito indossati dal lavoratore nella determinazione dell'effettiva esposizione del lavoratore e
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nella conseguente verifica del rispetto dei valori limite di esposizione. Permane, inoltre, qualche dubbio sull’efficacia della nuova metodologia di valutazione e soprattutto se essa sia in linea con l’obiettivo primario della Direttiva che è quello di promuovere un più elevato livello di protezione dei lavoratori. L’applicazione del D. Lgs. 187/05 presenta maggiori difficoltà. Se, infatti, il decreto sull’esposizione al rumore si inserisce all’interno di una prassi quindicennale iniziata dal D. Lgs. 277/91, il decreto sull’esposizione alle vibrazioni introduce procedure, metodologie e obblighi nuovi per il datore di lavoro e per gli operatori del settore in generale. In primo luogo rimane l’incertezza su quando l’esposizione alle vibrazioni dei lavoratori possa limitarsi ad una valutazione basata sui dati ufficiali di ISPESL, CNR, regioni o altri soggetti istituzionali e quando questa debba, invece, essere effettuata tramite misurazioni effettive. In quest’ultimo caso possono nascere difficoltà' sia pratiche che economiche in quanto la strumentazione per le misurazioni è costosa, quindi non sono molti i tecnici che ne sono dotati, le tariffe possono raggiungere livelli elevati. Contestualmente le prime applicazioni hanno evidenziato alcune questioni tecniche che richiedono un approfondimento sia sulle modalità operative che sulle stime del tempo di esposizione e sulla variabilità del lavoro. Queste e altre questioni pratiche e metodologiche stanno generando non pochi problemi a chi per primo si trova ad applicare le disposizioni dei decreti, le soluzioni delle quali non possono essere affidate al singolo datore di lavoro o al singolo professionista. Esse saranno tanto più efficaci quanto più saranno generate dal confronto dei punti di vista di tutte le parti in causa. Perciò sono ancora necessari momenti di confronto pubblico fra i diversi soggetti interessati; i chiarimenti metodologici e applicativi possono infatti giungere dal dibattito interpretativo e dall’esperienza sul campo, con il necessario contributo delle istituzioni e degli organi di controllo, delle imprese e delle associazioni di categoria, dei professionisti e delle loro associazioni. Il seminario “Il rumore e le vibrazioni negli ambienti di lavoro” del 7 novembre 2007, organizzato dalla Commissione Ambiente e dalla Commissione Sicurezza dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Firenze all’interno del SET, rappresenta uno di questi importanti momenti di chiarimento e confronto necessari alla definizione di standard efficaci per garantire la sicurezza dei lavoratori ed il rispetto delle normative in materia.
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casaclima, l’amore per l’abitare il legno per costruire casaclima
architetto
ugo terzi, federlegno-arredo, assolegno elena scarlatti - archiinova a.c.
con la collaborazione di architetto
introduzione a cura di
norbert lantschner, ideatore di casaclima
Sono passati solo cinque anni dalla prima presentazione di CasaClima e già tutti la vogliono. Casaclima ha rivoluzionato l’edilizia, dando risposte concrete alla sfida dettata dal cambiamento climatico e all’esigenza di risparmiare energia e risorse. Il quarto rapporto delle Nazioni Unite non lascia dubbi: il cambiamento climatico arriverà più veloce, più potente e sarà' più' pericoloso di quanto ci sia attendeva. Una veloce riduzione delle emissioni gas serra è prioritaria. Nell’edilizia, settore di maggior consumo in Europa, si deve applicare per questo scopo tutto ciò che oggi è esperienza e conoscenza maturata e condivisa. I numerosi esempi presenti nel nuovo libro CasaClima, ricchi d’informazioni e dettagli, pongono l’accento ed evidenziano l’architettura di qualità, l’efficienza energetica e la sostenibilità, concetti generatori della filosofia CasaClima. Idee applicabili non solo nelle nuove costruzioni, ottenendo notevoli risparmi energetici, ma anche nelle opere di risanamento e riqualifica. Realizzare una CasaClima Oro intervenendo sul nuovo o in un restauro ad esempio, significa fornire un edificio che richiede solo un decimo d’energia rispetto ad una costruzione tradizionale e riduce fortemente l’impatto ambientale contribuendo a proteggere il clima.
Il Legno per Costruire CasaClima La produzione lorda del settore delle costruzioni in Europa rappresenta circa l’11% del PIL ed il 5,6% del valore aggiunto. E’ dunque il principale settore industriale, davanti a quello alimentare e chimico. Solo in Italia, il settore delle costruzioni ha visto nel 2006 l’ottavo anno di crescita consecutiva, chiuso con una produzione di circa 144 miliardi di euro. Costruire in maniera appropriata significa oggi soprattutto costruire in maniera "sostenibile" non solo per il cliente o i vicini di casa, ma per l'intero pianeta. Scegliere i materiali e le tecnologie appropriate significa compiere un'azione moralmente, prima che progettualmente, corretta. La problematica del risparmio energetico impatta sul settore delle costruzioni e ne disegna un nuovo scenario. Si entra nella fase di business, si moltiplicano le agevolazioni e cambiano i regolamenti edilizi. Qual è lo scenario concreto nei prossimi cinque anni? Come cambierà il mercato dell'edilizia? Noi qui oggi vogliamo in qualche modo indicare una possibile via olistica per costruire in maniera efficiente. La via che proviamo ad indicare è quella del legno strutturale. In che modo un materiale così "antico" può rappresentare una valida scelta "moderna" sia dal punto di vista progettuale e cantieristico che dal punto di vista sociale ed ambientale?
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Solo attraverso una corretta analisi del ciclo di vita (LCA Life Cycle Assessment) del prodotto è possibile rispondere correttamente alla domanda. I prodotti in legno strutturale, dalle travi e pilastri in legno massiccio a quelle in legno lamellare, passando per i pannelli compositi, costituiscono a pieno titolo una valida alternativa al cemento e all'acciaio. Un'alternativa finalmente riconosciuta anche in Italia, con il D.M. "Norme Tecniche per le Costruzioni" in vigore definitivamente a partire dal 1 gennaio 2008. Le ottime caratteristiche meccaniche e il grado di sicurezza del legno massiccio, ma ancor più del legno lamellare, si accompagnano a peculiarità che altri materiali strutturali non offrono. Eppure è incredibile la quantità di immotivati pregiudizi che ancora sussistono. Vediamo una ad una le ragioni di questa teoria. Il legno risparmia energia: esso racchiude in sé l’energia immagazzinata nel corso di tutta la loro vita dalle piante da cui è tratto, le quali assorbono incessantemente anidride carbonica ed energia solare. Come per tutti i materiali, anche per lavorare, trasportare e montare il manufatto in legno è necessario il dispendio di una certa quantità di energia. Per la produzione di un metro cubo di componenti in legno pronti per il montaggio necessitano dagli 8 ai 30
kWh. Per il cemento dai 150 ai 200 kWh, per elementi in acciaio dai 500 ai 600 kWh, per l'alluminio 800 kWh! Il legno trattiene il calore dall’interno e dall’esterno: studi ed esperimenti hanno dimostrato che con una casa di legno si ha in media un risparmio energetico del 40 – 50 % rispetto alla stessa costruzione in cemento o mattoni e di conseguenza si inquina di meno; per ottenere lo stesso valore di isolamento termico di una parete in legno di 10 cm, una parete in laterizio dovrebbe avere uno spessore di 54 cm, mentre una in calcestruzzo dovrebbe essere spessa 80 cm. Il legno favorisce la salute: le pareti in legno stabilizzano gli sbalzi di temperatura. Grazie alla sua proprietà di diffusione, il legno agisce come un filtro trattenendo l'aria consumata e nociva, rilasciando nell'ambiente aria rigenerata. Il legno mantiene il suo valore: ha la proprietà di mantenersi e proteggersi dalle intemperie grazie al suo ciclo vitale che lo fa interagire con le stagioni. E’ per questo che molte coperture e solai dei secoli passati resistono ancora oggi. Il legno è stabile: essendo elastico e resistente può subire forze di trazione e in parte anche forze di compressione; inoltre ha una minore rigidezza strutturale e una massa inferiore rispetto al cemento per cui il periodo delle scosse telluriche è ridotto.
Il legno è resistente al fuoco: garantisce, quando viene attaccato dal fuoco, una buona riserva di sicurezza, poiché lo strato esterno, carbonizzando, impedisce al fuoco di progredire attraverso la sezione resistente. E’ dunque sufficiente aumentare lo spessore del legno per ottenere lo stesso effetto che una vernice intumescente garantisce sul cemento o sull’acciaio, ma senza i relativi costi ambientali. Il legno è ecologico: cresce in natura e ci garantisce una qualità di vita naturale non necessitando, per il mantenimento, di notevoli trattamenti chimici. Su 1 m cubo di legno circa il 75% può essere convertito in legno per costruire, mentre il 25% che viene scartato può essere utilizzato come combustibile per riscaldamento o per generare nuova energia pulita. La relativa produzione di CO2 da combustione risulta bilanciata dalla produzione di ossigeno della fase vitale della pianta. Il legno porta armonia negli ambienti: un edificio in legno evoca una piacevole atmosfera, un posto dove rilassarsi fuori dal rumore e dal carico di lavoro giornaliero, ricaricarsi di energia, godere musica e intrattenere amici e ospiti.
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serramenti
marcatura CE e trasmittanza termica
antonio d’albo
- direttore tecnico laboratorio legnolegno
La Direttiva Comunitaria 89/106/CEE ha il preciso compito di regolamentare, a livello europeo tutti i prodotti utilizzati nel campo delle costruzioni. La Direttiva 89/106, recepita in Italia con il DPR 246/93, stabilisce i requisiti essenziali (di seguito riportati) ai quali tutti i prodotti da costruzione, tra cui i serramenti, devono rispondere al fine di risultare idonei all’uso previsto: 1) 2) 3) 4) 5) 6)
Resistenza meccanica e stabilità Sicurezza in caso di incendio Igiene, salute ed ambiente Sicurezza di utilizzazione Protezione contro il rumore Risparmio energetico e isolamento termico
Naturalmente, in funzione di ogni categoria merceologica di prodotto, sono previsti requisiti essenziali cogenti, ai quali i prodotti immessi sul mercato devono essere obbligatoriamente in grado di dare risposta; normalmente, la cogenza di uno o più requisiti (e delle relative prestazioni da rilevarsi sul prodotto) viene riportata all’interno della specifica norma di prodotto. Per quanto riguarda i serramenti esterni è possibile identificare, a tal proposito, due tipologie di prodotto: • Sistemi oscuranti (regolamentati dalla norma di prodotto UNI EN 13659:2004) • Finestre e porte esterne pedonali (regolamentati dalla norma di prodotto UNI EN 14351-1:2006) Le norme di prodotto elencate, emesse dal CEN a livello europeo e recepite negli stati membri dagli appositi organismi (UNI in Italia) vanno successivamente a regolamentare, per ogni singolo prodotto da costruzione, le modalità di caratterizzazione prestazionale e di classificazione; tali procedure, che consentono di verificare la conformità a norma dei prodotti, sono di fatto lo strumento per verificare il soddisfacimento dei requisiti essenziali riportati in Direttiva e sopra esplicitati.
Per quanto riguarda le tempistiche relativa all’entrata in vigore della marcatura CE per i sistemi oscuranti e per i serramenti esterni (finestre e porte pedonali) è necessario considerare che: • per i sistemi oscuranti, il 31 marzo 2006, è terminato il periodo di coesistenza sul mercato (periodo transitorio durante il quale la marcatura CE è facoltativa) di prodotti con e senza marcatura CE. Ciò significa che dal 1 aprile 2006 TUTTI i sistemi oscuranti (persiane, antoni, avvolgibili, ecc.), la cui norma di riferimento è la UNI EN 13659:2004, devono essere accompagnati dalla marcatura CE (sul prodotto e sui documenti commerciali) secondo quanto
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esterni
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specificato nell’allegato ZA della norma di prodotto stessa. • per quanto riguarda le finestre e le porte pedonali esterne, la norma di prodotto è stata recepita in Italia da UNI il 13 luglio 2006 (rendendo la norma UNI EN 14351-1) e pubblicata su GUUE n° C 180/11 del 02/08/06. Il periodo di coesistenza per i prodotti regolamentati dalla norma UNI EN 14351-1 è iniziato il 1 febbraio 2007 e terminerà il 1 febbraio 2009 data in cui potranno circolare sul mercato italiano esclusivamente finestre e porte pedonali esterne accompagnati dal marchio CE indicante le prestazioni specificate nell’allegato ZA della norma sopra indicata. Le prove iniziali di tipo previste dall’allegato ZA (ITT) Le prove iniziali di tipo (da dover eseguire presso un laboratorio notificato) hanno lo scopo di poter identificare la capacità del prodotto di soddisfare i requisiti prestazionali richiesti. Secondo l’allegato ZA della norma UNI EN 14351-1 il produttore dovrà eseguire le seguenti prove. • • • • •
Permeabilità all’aria Tenuta all’acqua Resistenza ai carichi del vento Trasmittanza Termica Isolamento acustico (con metodo di prova o tabella presente in norma) • Sicurezza in uso sui dispositivi di bloccaggio (se presenti, con metodo di prova o calcolo) • Resistenza all’impatto (solo per finestre da tetto e porte vetrate con rischi di infortunio – di responsabilità del produttore) • Emissione sostanze dannose (non devono essere rilasciate, secondo i limiti nazionali) • Abilità di rilascio (solo per porte su via di fuga) • F o r z e d i funzionamento (solo per attrezzature automatiche)
finestra sottoposta
Come determinare le prestazioni energetiche dei a prova di permeabilità all’aria
serramenti…'85 Un breve riepilogo legislativo…'85. Il requisito 6) RISPARMIO ENERGETICO della direttiva 89/106 richiede ai serramenti di essere accompagnati dall’infor mazione sulle proprietà energetiche dei componenti e del prodotto finito. In Italia per soddisfare il requisito del risparmio energetico sono state emanate la legge 10/91 e il D.M. 98 applicativo della legge 10/91. Il D.M. 98, nell’allegato A, indica l’elenco dei componenti soggetti all’obbligo di certificazione energetica. Per i serramenti viene richiesto di indicare alcune caratteristiche energetiche: 1) permeabilità all’aria, 2) trasmittanza termica, 3) trasmissione luminosa dei vetri. La certificazione risultava obbligatoria, a partire dal 5 maggio del 2000, se i serramenti e le chiusure trasparenti avevano un valore di conduttanza inferiore a 5 W/m2K. Si precisa che attualmente il D.M. 98 è in vigore. Nel 2005 molti articoli della legge 10/91 vengono abrogati con il D.lgs 192/2005 il quale contiene un allegato che indica, nelle tabelle 4a) e 4b), per ogni zona climatica , il limite della trasmittanza termica degli infissi e dei vetri. Il decreto impone, quindi, di rispettare contemporaneamente i li m iti di tr a smi t t anza d i vet rocamera e i n f i s s o . Nel 2006, a dicembre, viene integrato il D.lgs 192/2005 con il D.lgs 311/2006 che per i serramenti introduce sostanzialmente nuove tabelle che sono di seguito riportate. Pertanto tabelle non rispondenti attualmente alle seguenti sono da ritenersi superate e cioè non valide. Tabelle aggiornate del D.lgs 311/2006
coefficiente termico Ug ≤ 2,4 W/m2K (TAB. 4b) e con quella vetrocamera il serramento dovrà avere una trasmittanza termica (se finestra Uw – se porta finestra UD) ≤ 2,8 W/m2K. Ora il decreto non fa differenza tra serramenti costituiti da diversi materiali (legno, alluminio, PVC, misti) ma impone a tutti i serramenti di rispettare i limiti riportati nelle tabelle. Ciò vuol dire che serramenti aventi telai con trasmittanza termica diversa potrebbero montare vetrazioni, nel rispetto del limite della tabella 4b), diverse. Quindi in commercio ci sono serramenti che pur avendo identiche caratteristiche geometriche (sezione, dimensione geometrica e vetrocamera, ecc) ma con telaio o componenti di differente conduttività termica λ hanno ovviamente diversa trasmittanza termica Uw (finestra) o UD (porta pedonale esterna). Quindi l’unico modo per conoscere il reale valore della trasmittanza termica del serramento e confrontarlo con gli altri di simili proprietà è quello di calcolarlo con le medesime procedure contenute nelle norme di riferimento attraverso i reali valori forniti dalle schede di fornitori. Nuova costruzione Oltre alla trasmittanza termica, per le nuove costruzioni, viene richiesto ai serramenti la classificazione rispetto al test fisico di permeabilità all’aria e il valore della perdita alla pressione di riferimento di 110 Pa. Il DM 2 aprile 98 che risulta vigente, nell’allegato A richiede: • permeabilità all’aria • trasmittanza termica • trasmissione luminosa Il valore di permeabilità, da indicare sulla dichiarazione di prestazione energetica, sarà quello corrispondente all’infiltrazione verificatasi alla pressione di 100 Pa e riferita alla superficie totale del serramento. Tale valore è riportato sul rapporto di prova dell’Ente Notificato ed è espresso in m 3 /hm 2 in corrispondenza della pressione di 100 Pa. Per determinare la trasmittanza termica U degli infissi vetrati… E’ necessario che il produttore sia in possesso di: 1) 2) 3) 4)
Come si utilizzano le tabelle del Decreto 311/2006 Se il proprietario dell’immobile, richiede il permesso di costruire o DIA su un edificio di NUOVA costruzione appartenente alla zona climatica E (comune di Correggio) i serramenti dovranno avere una vetrocamera con un
dimensioni geometriche del foro dell’abitazione dimensioni geometriche del serramento dimensioni geometriche dei vetri trasmittanze termica di a. anta mobile e telaio fisso (Uf) in funzione del tipo di materiale costituente i telai con accessori b. vetrocamera (Ug) c. lineare ψg d. conduttività termica λ dei materiali
Alcuni dei dati sopra riportati sono contenuti nelle norme inerenti la trasmittanza termica o su schede tecniche in possesso dei fornitori (di vetrocamera, guarnizioni, legno,
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alluminio, PVC, ecc.) Un esempio per illustrare come, agendo semplicemente sulla tipologia di vetrocamera da installare su di uno stesso serramento, è possibile rientrare nei limiti previsti dalle tabelle sopraelencate. Prendiamo in considerazione una finestra realizzata in Pino di Svezia avente le seguenti caratteristiche: • spessore medio tra anta e telaio: 58 mm • superficie complessiva: 1,95 m2 2 • superficie vetrata: 1,14 m • lunghezza perimetrale del vetro: 6,8 m In base alle suddette caratteristiche è possibile determinare il valore della trasmittanza termica della finestra UW secondo la norma UNI EN ISO 10077-1:2007 in funzione della trasmittanza termica Ug di alcune tipologie di vetrocamera comunemente utilizzate.
porta Finestra sottoposta a prova di tenuta all’acqua
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Finanziaria 2006 applicata nel 2007. Di seguito si riporta esclusivamente la tabella con i valori limite definiti per ciascuna zona climatica dalla Legge Finanziaria all’allegato D
Chiarimento sulla finanziaria Per il produttore di serramenti/rivenditore, a fronte di richieste, da parte di committenti/proprietari di immobili, sullo sgravio fiscale del 55% previsto dalla finanziaria, l’unico onere è quello di fornire i valori della trasmittanza termica, dei prodotti soggetti a detrazione, verificando che le Uw e UD ottenute siano inferiori o uguali a quelle previste dalla tabella dell’allegato D sopra riportato. A tale scopo ci sono dei programmi in grado di calcolare la trasmittanza termica. L’unica accortezza è quella di verificare che il calcolo sia stato eseguito in conformità alla norma UNI EN ISO 10077-1:2007. I calcoli svolti prima dell’8 marzo 2007 devono essere corretti con gli aggiornati c oef f ic ienti p r evi st i d al l a nuova nor ma v i ge n te .
sistema oscurante sottoposto alla prova di resistenza al vento camera acustica - interno della camera ricevente con asta rotante.
Inoltre… la domanda per l’agevolazione deve essere redatta da un tecnico abilitato così come previsto dal decreto del 19 febbraio 2007 e successiva circolare del 31 maggio 2007 dove il tecnico indicherà i valori di trasmittanza termica in possesso del produttore verificando che i valori soddisfino limiti richiesti dalla finanziaria. La detrazione è richiedibile solo su interventi che prevedono la sostituzione di serramenti e non quelli configurabili in interventi di nuova costruzione secondo il D.lgs 192/2005 e successive integrazioni previste dal D.lgs 311/2006.
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Il sistema elettrofisico per la deumidificazione delle murature dall’eccesso di umidità (di risalita) si basa sul semplice principio fisico che i muri bagnati fungono da polo negativo che attira le cariche e quindi le molecole di acqua; il sistema di Solumi (k2000) inverte tale polarità per cui i muri respingeranno le molecole di acqua e quindi si libereranno progressivamente dall’eccesso di umidità. La tecnologia è svizzera, il consumo di elettricità pari a 5-7 watts, il campo magnetico assolutamente innocuo.
SoluzioniViaper l’Umidità' srl I° Maggio n.4 38066 Riva del Garda (Tn) t+f 0464 551505 cell. 328 5549007 e-mail: solumi@gmail.com p.iva: 01913980221.
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90% degli impianti solari nel mondo
la supremazia della circolazione naturale
gaio croci pres. c.d.a. accomandita t.s.e. s.p.a
1. La convezione naturale, detta semplicemente “circolazione naturale”, negli impianti solari è molto più efficiente di quella forzata con pompe. Richiede meno spazi su superficie esposta e in inverno è più attiva. Non richiede energia elettrica per il funzionamento, né oneri manutentivi. 2. La circolazione forzata invece non consente il rilascio all’utente di soddisfacenti garanzie in quanto impianto “custom built” (ovvero impianto che utilizza sì componenti industriali, però assemblati sul posto artigianalmente), mentre la circolazione naturale realizzata con impianti “factory made” (ovvero impianti completi finiti e collaudati in fabbrica) permette l’estensione della garanzia persino al “fattore di contribuzione solare” (F.C.S.), personalizzato ed espresso in litri-temperature mese per mese. Solo così è possibile un calcolo di ammortamento scientifico. 3. A parità di irraggiamento e superficie la circolazione naturale assicura una temperatura non penalizzata dal Δt imposto sul regolatore della forzata. Inoltre la velocità di circolazione del fluido vettore nella “naturale” è ottimale in quanto la convezione naturale la imprime secondo i Δt contingenti (autoregolazione della circolazione). 4. La circolazione naturale non richiede manutenzione e non soffre di black out. 5. La circolazione naturale è facilmente inseribile negli impianti esistenti con recupero molto semplice delle sovratemperature quando occorre. 6. La circolazione naturale rispetto alla forzata si presta bene per gli impianti domestici. Meglio ancora per i grandi impianti, per hotel, comunità, industrie ed anche ad integrazione al riscaldamento o mantenimento temperature piscine. Si trova in Italia il più grande impianto d’Europa a circolazione naturale. Ed è Solahart. 7. I boiler solari caratteristici delle circolazioni naturali possono essere montati sopra o sotto il tetto ed anche in giardino. Del resto le amministrazioni che inizialmente avevano posto ostacoli, ora hanno emanato norme molto più comprensive dell’esigenza tecnica. 8. E’ vero che gli impianti messi su supporto per aumentare la pendenza o orientarli a sud sono molto impattanti ma mentre per la circolazione forzata non c’è rimedio, per quella naturale sempre si può utilizzare la pendenza di falda e, se la falda è a est o ovest, si compensa bene aumentando del 50% la superficie esposta senza che sia necessario installare supporti metallici impattanti. 9.
Ai problemi manutentivi, di affidabilità, di durata, di
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garanzia, che caratterizzano la circolazione forzata, sono ascrivibili i fallimenti del solare termico in Italia degli anni ’70, ’80 (campagna Enel!) e la diffidenza ringhiosa che ne è seguita. Si veda a tal proposito il rapporto del più autorevole ente mondiale nel campo dell’energia. Ma ancora più importante al fine di decretare senza appello la superiorità della convezione naturale degli impianti solari sono i risultati delle ricerche effettuate negli Stati Uniti dagli anni ottanta in avanti. Una ricca bibliografia in merito è disponibile sui siti dei vari enti. 10. Nel mondo, grazie a quei Paesi dove l’energia solare ter mica ha avuto sviluppo spontaneo basato sulla affidabilità, efficienza, durata e valenza economica intrinseca, senza costose necessità manutentive, il 90% degli impianti solari sono a circolazione naturale, come riportato nel numero 1/2006 di Sun & Wind Energy. Nello stesso rapporto è citata la Solahart come la più grande del mondo. Il doppio rispetto alla n. 2. Ed è una casa con 53 anni di esperienza e un dipartimento R.D. che è addirittura riconosciuto dal governo come certificante in materia. 11. Non è vero che il boiler esterno disperde di più di quello interno. Intanto è orizzontale e per ciò stesso disperde meno offrendo meno superficie. Poi è solo una questione di isolamento. Nei boiler esterni l’isolamento è commisurato ai Δt che deve affrontare. Quindi molto maggiore di quelli all’interno. Così i boiler disperdono, pure all’aperto, meno di quelli all’inter no. Prova ne sia che funzionano egregiamente da decenni proprio in alto Adige anche a 2000 metri di quota potendo affrontare temperature esterne di – 30°C e più. Naturalmente quelli che cito sono Solahart e sono costruiti per affrontare tali circostanze senza penalizzazioni. 12. Di un impianto “factory made” esiste un responsabile dei materiali, del funzionamento e di tutte le garanzie comprese quelle sul F.C.S. e di carattere ambientale come lo smaltimento a fine vita. Ed è il fabbricante della macchina completa. Di un impianto “custom built” le garanzie sono solo sui materiali e spalmate su molti produttori e indipendenti tra loro. Per esempio, brucia una centralina in garanzia e viene sostituita ma se ciò ha recato danno per sovratemperature, le altre garanzie è difficile attivarle. Inoltre è un installatore che può assicurare (pro tempore) il continuo funzionamento ma nessuno è in grado di rilasciare un F.C.S. personalizzato sulla effettiva produzione in litri/temperature e nessuna certificazione ai sensi delle norme EN 12977 che sono quelle di fattispecie. Per non parlare del marchio europeo di qualità totale “Solar Keymark” che, nella circolazione forzata, può esserci solo sui pannelli o altri componenti mentre per la circolazione naturale può coprire l’intera macchina (EN12976).
13. Una corretta manutenzione per la circolazione forzata prevede il controllo della acidità dei fluidi, almeno una volta dopo ogni estate (costi manutentivi), senza contare le onerosissime manutenzioni per problemi all’elettronica, alle pompe, sonde ed a ogni macchina esposta agli shock termici che gli impianti devono patire. Per la circolazione naturale, che prevede scarico termico oltre i 99° C ovvero recupero sovratemperature per miscelazione contingente, la manutenzione consiste in un controllo ogni 5 anni del fluido e delle protezioni dalle correnti galvaniche. Così è possibile avere garanzie complete anche fino a 15 anni, non solo sui materiali ma anche sul funzionamento. 14. Intermezzo ideologico. L'impianto solare a circolazione naturale è autonomo e quindi puro in quanto non richiede energia ausiliaria utilizzando quella solare non solo per riscaldare i fluidi di scambio ma anche per imprimere e regolarne la dinamica. Poiché sono anche più efficienti e affidabili, a noi risulta ingiustificata l'altra tecnologia che per di più si sviluppa sul mercato solo se è incentivata con contributi. Siccome non si può dare il contributo a tutti, ciò stesso è un limite automatico alla loro diffusione spontanea e generalizzata. L’impianto Solahart, quindi, rispetto a quelli “custom built” è più aderente all’etica di settore e di impresa. 15. A volte gli impianti a circolazione forzata proposti sono combinati con quelli tradizionali solo per vendere di più. In questo caso l'apporto solare potrebbe essere patetico anche se l'utente fa fatica a valutarlo perché la caldaia sopperisce a tali carenze. 16. Infine gli impianti a circolazione naturale sono semplici, intendendosi per semplicità la risoluzione di complessità mentre quelli forzati sono facili in quanto le complessità anziché risolte sono aggirate con espedienti che creano nuove complessità in misura del numero delle salvaguardie pretese. 17. E’ necessario esortare i neofiti dell'energia solare a non fermarsi alle prime apparenze e a non farsi ammaliare dagli appelli commerciali. Noi abbiamo maturato l'attuale sapienza profittando della ricerca e sviluppo della casa madre e della nostra esperienza sul campo per 27 anni. Per questo numerosi professionisti da tutta Italia frequentano i nostri corsi i cui docenti sono gli stessi ingegneri che producono progettazione e seguono l'indotto impiantistico sviscerandone ogni aspetto di affidabilità, efficienza e congruità economica. Ciò ha portato la nostra attività' didattica a periodicità quindicinale in sede e nelle filiali e suscita richieste di estensione anche nelle scuole tecniche superiori ed in istituti universitari. Infine è bene porre sull'avviso gli interessati circa il fenomeno, tipico dei prodotti che si affacciano promettenti sul mercato, che è sintetizzato dal motto "il mercato è ricco mi ci ficco". Molti oggi raffazzonano nozioni e prodotti pur di essere presenti in un settore dove pensano che si possa far soldi. La realtà è diversa e solo la professionalità maturata con scienza ed esperienza può fornire le risposte corrette sia per l'affidabilità che anche per i tabù degli impatti visivi.
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a.i.bi.m. associazione italiana biocostruire mediterraneo
le antiche sponde del futuro
elvio ermacora pre sidente associazi one i ta l i a na b i ocostr ui re me d i t e r r a n e o - A . I . B I . M .
L’Associazione Italiana Biocostruire Mediterraneo (AIBIM) è un'associazione “ONLUS” che intende svolgere la propria attività a livello nazionale ed internazionale quale garante dello sviluppo sostenibile attraverso azioni di :studio, ricerca, conoscenza, diffusione e valorizzazione delle risorse ambientali e naturali, affiancando alla tradizione le migliori pratiche e tecnologie innovative, volte ad una progettazione consapevole e rispettosa dell’ecosistema, attenta all’intero ciclo di vita del prodotto, alla garanzia della certificazione, alla bioedilizia al risparmio energetico ed al ricorso alle energie alternative. L’Associazione non è competitiva con altre realtà già esistenti e ben consolidate In ambito ambientale, ma vuole affiancarsi ad esse come punto di riferimento per i soggetti sensibili alla difesa e tutela dei “veri prodotti bioecompatibili” e desiderose di intraprendere un percorso di certificazione serio ed affidabile. L’Associazione diviene quindi volano per uno sviluppo possibile sostenibile ed ecologico a livello filosofico, economico, giuridico che permetta la creazione di un “mercato bio” capace di rispondere con competenza, etica e serietà a tutte le esigenze delle componenti associative. L’Associazione accoglie al suo interno, in sinergia: aziende, artigiani, liberi professionisti, P.A., associazioni e singoli privati cointeressati ad operare in progetti comuni. L’associazione si impegnerà a fornire informazioni pronte, corrette e di qualità. L’associazione diventa un’importante opportunità' per gli “Operatori di Cantiere” - aziende, artigiani, imprenditori edili, progettisti e liberi professionisti -, in quanto possano conoscere ed utilizzare tecnologie e materiali rispettosi dell’ambiente, tutelando nel modo più completo possibile il cliente finale. Gli operatori di cantiere che vorranno aderire all’associazione saranno il suo braccio operativo per un’azione concreta sul mercato che non rischi di esaurirsi in meri discorsi cattedratici. L’AIBIM fornirà loro strumenti, prodotti e know how per poter raggiungere insieme l’armonia tra ambiente ed edilizia attraverso la bioedilizia mediterranea; armonia rappresentata nel logo associativo che vuole rappresentare l’equilibrio tra la tradizione costruttiva (architettura) e l’ambiente naturale (olivo) caratteristiche proprie del bacino mediterraneo la cui conservazione continua ad evocare nel tempo lo splendore della sua storia.
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“Le antiche sponde del futuro” La bioedilizia in Italia nasce nel Nord-Est e precisamente nel Friuli Venezia Giulia,dove trova il terreno ideale sensibile e fertile alla divulgazione del costruire sano nel pieno rispetto e recupero della tradizione. AIBIM raccoglie queste tematiche per proiettarle in un territorio più ampio, essendo anch’essa nata in questa regione nel cuore dell’Europa, rivolta verso i paesi dell’Est e gli Stati del bacino del Mediterraneo, luoghi che annoverano un’alta concentrazione di beni architettonici, paesaggistici, ambientali e culturali di fondamentale importanza internazionale. Associazione Italiana Biocostruire Mediterraneo per la tutela, difesa, recupero ed utilizzo dei materiali autoctoni ricchi di storia (..il passato..), lo sviluppo delle nuove tecnologie a basso impatto ambientale (..il futuro..) per la salvaguardia dell’ “ecosistema mediterraneo”.
“La tecnologia che inquina può anche disinquinare, la produzione che accumula può distribuire equamente, a condizione che prevalga l’etica del rispetto per la vita e la dignità dell’uomo, per i diritti delle generazioni umane presenti e future” (Giovanni Paolo II)
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progettazione e sicurezza
gestire la sicurezza negli edifici
riflessioni sulle problemetiche di acquisizione e comunicazione dati
architetto
letizia pietraperzia
La Progettazione e Gestione della Sicurezza, è una materia che propone un alto livello di interdisciplinarità. In essa convergono complessi contenuti informativi e le procedure investono di responsabilità molteplici operatori. Sono numerose, infatti, le informazioni e i dati che entrano in gioco quando si analizza la sicurezza di un edificio in ragione delle attività che vi si svolgono. Ente Gestore, Responsabile della Sicurezza, Datore di lavoro e poi Tecnici, Progettisti, Esecutori, fino agli stessi utenti, divengono figure che in misura e modalità differenti sono parte attiva nel processo di conduzione in sicurezza di un edificio. Vi prendono parte in maniera determinante anche le stesse autorità di controllo che hanno la responsabilità di verificare e “promuovere” il rispetto delle norme tecniche. Un problema ricorrente che interessa l’intero processo, inteso come sistema di relazioni e sequenza di fasi operative, risulta essere la difficoltà di interazione tra i soggetti coinvolti.
Ognuno di essi si propone con un back-ground di cultura tecnica estremamente specializzata che difficilmente trova momenti di sintesi in cui la comunicazione diviene rapida ed efficace. L’esigenza ravvisata è quella di avere a disposizione uno strumento di dialogo che raccolga, sintetizzi ed esprima al meglio il sistema delle informazioni inteso come quel complesso di dati grafici ed alfanumerici che hanno il compito di andare di volta in volta a costituire i contenuti di ciò che si vuole consultare e/o comunicare. A questo proposito l’anello di unione può essere rappresentato da uno strumento informatico automatizzato (Sistema Informativo). Con il Dlgs. 626/94 il datore di lavoro, non è più chiamato solo ad attuare misure di prevenzione, ma anche a dotarsi di una rete organizzativa e gestionale (Servizio di Prevenzione e Protezione) della sicurezza. Egli diviene il grafico 1 R ES P ON SA B ILITA ’ C H E IN V E S TON O C H I GE S TISC A U N IMMOB ILE
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regista che si fa carico dell’insieme del sistema. Con l’art.4 del Dlgsl 626, che impone l’obbligo di redigere il Documento di Valutazione dei Rischi e il D.M. 16/02/82, che introduce l’obbligo del C.P.I., viene sottolineato come, avendo tali documenti validità in funzione del loro stato di aggiornamento, divenga indispensabile per i Soggetti Gestori la dotazione di uno strumento di conoscenza e controllo dello stato di fatto dell’edificio e della sua funzionalità, sempre aggiornato, aggiornabile e di facile consultazione. Si avverte dunque la necessità di indirizzare il percorso di ricerca, nel campo della pianificazione e gestione della sicurezza, verso quello che deve essere da considerare come pre-requisito ovvero: la conoscenza approfondita dell’edificio negli aspetti morfologici, tecnologici, funzionali. Percorso che ci porta inevitabilmente a riflettere sulla necessità di un costante “dialogo” tra gli operatori attivi, e quindi sulla necessità della strutturazione di un Sistema Informativo. La corretta rilevazione di informazioni sull’edificio, siano esse sotto forma di dati geometrico-dimensionali o alfa-numerici, costituisce il fondamento imprescindibile per strutturare quella base dati che poi diviene strumento di interfaccia, di dialogo e di confronto tecnico. Il processo di acquisizione delle informazioni deve essere un processo di tipo “dinamico” che, a partire da un momento iniziale, prosegue con gradualità e continuità nelle acquisizioni ed aggiornamenti. In sintesi il Sistema Informativo dovrà fornire dati di ritorno relativi ai seguenti aspetti: dati anagrafici e di consistenza, elaborati grafici, dati diagnostici, dati relativi a norme e prescrizioni regolamentari, dati tecnici, dati amministrativi, dati relativi alla individuazione dei rischi. Se gli attori del processo di pianificazione e gestione della sicurezza fondassero la loro attività su un documento comune nel quale convergono informazioni provenienti dai vari operatori coinvolti, sarebbero fortemente agevolati tutti i passaggi di informazione ed abbattute le diseconomie e/o errori dovuti a difficoltà comunicative o interpretative. Va sottolineato inoltre come, informazioni apparentemente slegate tra loro o reputate di scarza inportanza possano invece risultare preziosa fonte di spunti di riflessione quando si analizzi la sicurezza dell’edificio e delle attività che in esso si svolgono.
grafico 2 C R ITE R I E FIN A LITA ’ C ON C U I SI A TTU A IL C ON TR OLLO GE S TION A LE D EGLI IMMOB ILI
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venticinque
realizzazione e gestione
innovazione tecnologica
di impianti complessi
loris manni
responsabile idrospring
IDROSPRING pannelli fotovoltaici
L’innovazione tecnologica: gioie e dolori di un’evoluzione frenetica che apre scenari sempre nuovi e che offre soluzioni sempre più complesse. Anche nel campo impiantistico oggi si inseguono obiettivi di comfort e di risparmio e nergetico che solo fino a pochi anni fa erano impensabili e mai come adesso la parola d’ordine per far fronte a tale evoluzione è “specializzazione”. Le aziende produttrici, che hanno competenze specialistiche nella loro area operativa, forniscono spesso un ottimo supporto ai professionisti e agli installatori nella scelta e nel dimensionamento di componentistica di loro produzione/distribuzione. Quando ci si trova a dover affrontare problematiche che coinvolgono più tecnologie spesso emergono i limiti legati alle proprie competenze e/o alle responsabilità dei propri partner. Spesso può succedere che chi ha una grande conoscenza dello specifico settore in cui opera non sempre ha una visione complessiva di tutte le problematiche legate ad altri aspetti che nel progetto sono coinvolti e necessitano di essere trattati opportunamente. Chiunque, sia esso cliente finale, professionista e/o installatore, che abbia provato a far dialogare due esperti tecnici di due diverse aziende fornitrici, conosce questa difficoltà. L’ideale sarebbe perciò avere a disposizione un unico interlocutore che supportasse il professionista progettista, facendosi carico di “gestire” i vari esperti e facendoli dialogare fra di loro al fine di proporre una soluzione, sia in termini tecnici che economici, che si la sintesi di tutte le conoscenze. Il professionista potrebbe così partire da una base già avallata dai vari esperti settoriali coinvolti ed operare gli aggiustamenti e le modifiche che ritiene più opportune con la certezza che saranno tecnicamente supportate dalle aziende.
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IDROSPRING progetto di impianto termale vista cascatelle
UN CASO CONCRETO Realizzazione di un impianto termale composto da percorsi benessere, piscine, bagni turchi comprensivo di impianto di filtrazione acqua termale e alimentato da energie rinnovabili. Il supporto specialistico relativo al prodotto è stato fornito da IDROSPRING allo studio tecnico di progettazione incaricato dal committente: IDROSPRING è una realtà che raggruppa aziende dei settori del trattamento acque, dell’energia e del benessere. I tecnici esperti delle aziende hanno affrontato, in completa collaborazione con lo studio tecnico incaricato, le problematiche relative ai vari aspetti progettuali raccordando le varie soluzioni ipotizzate in un’unica completa proposta. Sono stati realizzati impianti pilota per valutare nello specifico le problematiche legate all’impianto da realizzare; al momento così della scelta impiantistica è stata messa a disposizione del progettista una valutazione e conseguentemente una soluzione che tenesse conto di tutti gli aspetti studiati in fase di progetto. Successivamente IDROSPRING ha messo a disposizione dello studio tecnico e del committente un gruppo selezionato di installatori convenzionati e certificati; il gruppo IDROSPRING ha infatti tra i suoi obiettivi la continua formazione dei propri installatori, programmando annualmente con specifici corsi di formazione l’aggiornamento tecnico di chi andrà ad operare sul cantiere. Il risultato è stato sia per lo studio di progettazione che per il committente finale, un solo interlocutore da intendersi, non come un “tuttologo”, ma la sintesi del know-how accumulato in oltre vent’anni di attività dagli esperti delle oltre 10 aziende produttrici facenti parte del gruppo.
IDROSPRING progetto di impianto termale vista doccioni
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01dB-Metravib Italia è stata fondata nel 1997 con l'intento di proporre al mercato italiano una linea particolarmente innovativa di strumenti di misura e calcolo per il settore dell'ACUSTICA e delle VIBRAZIONI. Con i 5 uffici dislocati sul territorio nazionale, e grazie al prezioso apporto dei tecnici qualificati che operano all'interno della propria struttura, 01dB-Metravib Italia è in grado di indirizzare i propri clienti verso lo strumento o il sistema più adatto per ogni particolare esigenza di rilievo, analisi od elaborazione di segnali di rumore o di vibrazione. Oltre alla rete di vendita, 01dB-Metravib Italia è dotata anche di una propria struttura per l'assistenza tecnica e la riparazione dei sistemi commercializzati: grazie a questa struttura è quindi possibile garantire i servizi di assistenza e di riparazione in tempi ragionevolmente brevi. 01dB-Metravib Italia è una società italiana, con una partecipazione al 50% della consociata 01dBMetravib Francia (Gruppo Areva), la quale sviluppa e produce gli strumenti commercializzati a livello mondiale. Sin dall'inizio della propria attività 01dB-Metravib ha lavorato in stretto contatto con ACLAN, una società Francese specializzata nella progettazione e nello sviluppo di trasduttori acustici, calibratori, fonometri e analizzatori. La collaborazione attraverso gli anni ha consentito alle due società di sviluppare una gamma completa di prodotti di alta qualità, competitivi, che vanno a coprire tutte le esigenze del mercato, dal settore AMBIENTALE a quello INDUSTRIALE.
O1dB ITALIA srl
via ansoniana 278 • 35010 campo d’arsego pd t. 049 9200966 • f. 049 9201239 www.01db.it info@01db.it
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vasi o... grattacieli?
architetto
luca bolognese e silvia scuffi abati
GRATTACIELO A DUBAI progetto studio di architettura G@UT
GRATTACIELO A NEW YORK progetto studio di architettura G@UT
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La scala metrica è un unità di misura inconfutabile, derivazione di una scienza esatta, la matematica, per questo inoppugnabile; supponiamo di pensare per un attimo che la scala metrica sia solo uno stato percettivo. Se riuscissimo a volare come gli uccelli, sicuramente percepiremmo il territorio in maniera diversa; per cui in un altro sistema spaziale avremmo delle percezioni diverse: lo stesso discorso, se fossimo nelle condizioni di una formica; finiremmo per percepire il mondo intorno come una infinita selva di grattacieli. Ma saremo solo noi, nel nostro sistema cartesiano a imaginarci il mondo con gli occhi di una formica, il piccolo insetto abituato alla situazione di “piccolo”, troverebbe del tutto naturale muoversi in mezzo alla grandezza, se non fosse per qualche bipede gigante pronto a schiacciarlo. Tutto questo per dire che la percezione dell’essere umano si muove nel sistema di coordinate relazionate alla propria fisicità. Ogni essere vivente, diverso da noi vive le proprie percezioni dello spazio in relazione al proprio sistema di coordinate, al proprio punto di vista percettivo. Si può perciò ipotizzare che lo spazio è certamente composto da un infinita quantità di spazi, un infinità di sistemi cartesiani, infiniti sistemi di diversi punti di vista percettivi. Nel nostro sistema di riferimento matematico codificato la XYZ rappresentano la lunghezza altezza e profondità, nel sistema percettivo a questi parametri dobbiamo aggiungerne un altro; ad esempio il parametro del movimento. Un parametro questo sostanziale, che vede i suoi sviluppi nello studio dell’ iperspazio rappresentato da un ipercubo. Teorie affascinanti che porterebbero il ragionamento su un piano filosofico in un attimo, ma non vogliamo addentrarci in esso più di tanto, anche perché finiremo per incartarci e per essere sconfessati da chiunque abbia più cervello percettivo del nostro. La premessa fatta è solo per cercare di spiegare che la scala metrica, il parametro più tangibile che caratterizza il nostro spazio circostante in realtà può essere intesa anche come un astrazione concettuale. Chi mi dice che sono alto è probabilmente un bambino, ma non me lo dirà mai una giraffa; chi potrà dire alla formica che è piccola? nessuno e nemmeno io, perché il mio spazio percettivo non potrà mai comunicare con il suo; senza ombra di dubbio, stesso discorso per la giraffa. Ogni essere vivente, ma anche ogni essere inanimato vive la propria fisicità materica nel proprio sistema. Le prospettive cambiano in ogni spazio, le scale non hanno più lo stesso significato; conseguentemente anche la progettualità muta all’interno di questo sistema. Per un castoro una diga costruita dall’uomo, non è altro che un muro invalicabile, per noi umani la diga del castoro è solo un’abilità meravigliosa che la natura gli ha donato. Proviamo a immaginarci che il Tirannosaurus Rex non si sia mai estinto, ma che esista ancora, e non è altro che un misero e piccolo rettile, molto simile a certe iguane dei paesi tropicali. Gli studiosi di preistoria potranno certamente
obbiettare che le ossa ritrovate sono senza dubbio di dimensioni maggiori, ma a noi piace immaginare altro; ad esempio che le ossa ritrovate si siano accresciute, con lo stesso procedimento con cui si è accresciuto l’uomo da primate a Homo Sapiens. Un passaggio spaziale da un sistema di riferimento ad un altro; mentre il povero Tirannosaurus Rex è rimasto nel suo spazio, finendo per diventare piccolo rispetto al sistema di riferimento nuovo. Il dinosauro non si è ridotto, lo spazio intorno si è allargato. I grattacieli di New York sono alti per noi ma non per un uccello in volo; per il volatile sono tali e quali agli altri edifici e li percepisce con coordinate cartesiane assai diverse dalle nostre; la coordinata di movimento in ogni direzione del pennuto, gli permette di godere di angolazioni prospettiche assai diverse dalle nostre. L’uomo cambia il proprio spazio in maniera sostanziale anche perché è dotato di un ulteriore coordinata, quella dell’intelligenza creativa. Quantificabile matematicamente in quoziente percettivo e rappresentabile da una curva in un sistema cartesiano. Tutto questo ginepraio per dire che la progettazione architettonica modifica il proprio spazio e vive anch’essa, in relazione al proprio sistema di riferimento. Se ci estraniassimo dalla fisicità che ci caratterizza, cercando di penetrare in uno spazio superiore, osserveremo che cambiando contenitore, cambia anche la scala e quello che prima era un grattacielo, adesso può essere un vaso di fiori o un centro tavola o roba simile. Percepire altre scale metriche vuol dire progettare tenedo conto di una visione dell’oggetto finale da altre angolazioni, un esercizio che aiuta il processo creativo e accresce conseguentemente le possibilità progettuali. Pensare da formica potrebbe aiutare a progettare grattacieli diversi………
GRATTACIELO A DUBAI progetto studio di architettura G@UT
GRATTACIELO A PARIGI progetto studio di architettura G@UT
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serramenti s p e c i a l i
serramenti in acciaio inox
serramenti in legno da esterno
facciate continue
facciate continue
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po r t e i n a l l u m i nio
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t r entatre
edilizia e design
suggestioni di... edilizia
architetto
cristina lombardi
In questa rubrica Jet Set si apre anche al design; un design, che non perde di vista il mondo dell’edilizia, anzi ricerca delle possibili sinergie segnalando proposte di questo settore che per diversi motivi possano interagire fra loro; sono segnalate perciò alcune manifestazioni presentate in eventi o fiere che in qualche modo hanno suggestionato la redazione.
sedia CHALLENGE di TONON disegnata da Weige
CHALLENGE sedia in legno curvato disegnata da WEIGE prodotta da TONON • www.tononitalia.it sedia CHALLENGE di TONON disegnata da Weige
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Le influenze, a cui attinge la creatività sono molteplici, qualunque visione percepita anche distrattamente finisce per rimanere indelebile nel proprio inconscio, che la rielabora, reinterpretandola in altro settore. Prendiamo ad esempio la sedia Challenge di Tonon, presentata al Salone del Mobile di Milano 2007. Una sedia in legno curvato, disegnata da Weige e vincitrice di prestigiosi riconoscimenti. Una sedie pulita nelle sue forme essenziali, una sedia che ridisegna lo spazio domestico, una sedia che stimola nuove prospettive progettuali ma che nello stesso tempo proviene da altre suggestioni; le tensioni geometriche dell’incrocio dei legni, ricordano svincoli autostradali visti dall’alto, linee che si intersecano sul territorio e che sono digerite e riproposte all’interno di uno spazio domestico, in scala ridotta. Potremmo azzardare a chiederci se mai il progettista sia stato influenzato a livello incoscio o volutamente e durante la progettazione abbia fermato le immagini di questi raccordi stradali che segnano il nostro incedere giornaliero.
IPER3 di silvia scuffi abati • studio di architettura G@UT
VOGLIA DI... BELLEZZA mostra di design presso la Sala espositiva dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze . settembre 2007 organizzata dall’associazione culturale no-profit OLTRE L’ARTE e dal gruppo 2000 OPERAZIONE CRESCITA curata da arch. ILARIA PAGNI L’associazione culturale no-profit Oltre l’Arte con il gruppo “2000 Operazione Crescita” sono stati promotori dell’evento Voglia di Bellezza e del relativo concorso di design; evento, patrocinato dall’Ordine degli Architetti di Firenze e Provincia, della rivista Toscana di architettura “Opere” e dall’ Unione Industriale Pratese. L’evento curato dall’architetto designer Ilaria Pagni parte dall’idea di dare un’interpretazione formale alla parola “bellezza”, un’esposizione di emozioni e sensazioni. “Per ogni designer c’è un tipo di bellezza che si caratterizza con il suo stile. Analizzare, Interiorizzare, Interpretare e Creare... attraverso il disegno o attraverso la realizzazione di modelli... sono i quattro punti fondamentali di un processo individuale o talvolta collettivo, come ad esempio in un team di lavoro, per la vera conoscenza della bellezza in tutti i suoi aspetti”. Vincenzo Ferragina segretario di “Oltre l’Arte” sottolinea che “il consumatore è il più evoluto e effettua gli acquisti con un mix di razionalità ed emotività, lasciandosi sempre più guidare dalle “emozioni” trasmesse da un prodotto. E’ in questa dimensione sensoriale che il marketing e il design trovano il loro punto d’incontro, esaltandosi a vicenda”. Roberto Fossi, presidente dell’Associazione, spiega che l’iniziativa nasce per riunire artisti del presente e del passato allo scopo di promuovere il dibattito culturale e far crescere l’interesse di un pubblico sempre più vasto. 18 sono state le creazioni di giovani e designer, 3 i premi: Principe Azzurro di Carlotta Carzaniga, e3+B di Daniele Nocentini, Nursey di Marco Puzzo e Stefania Barba. La redazione di Jet Set, sempre alla ricerca di stimoli che provengono da ambiti e settori diversificati segnala due progetti sul tema del cubo: un tema che richiama emozioni e crea sinergie. Il monolito di Kubrick era un parallelepipedo, in questo caso, si parla sempre di una forma geometrica, il cubo. “Nursey” un cubo pensato come un vaso da fiore, che poeticamente richiama l’atto della nascita, un modo per esaltare la bellezza della vita, rappresentato da un fiore di plastica; Iper3 di Silvia Scuffi Abati dello studio d’architettura G@UT, un ipercubo, forma geometrica dell’iperspazio, portale di accesso a fantastici e utopici mondi. Entrambi in scala diversa possono essere reinterpretati e diventare arredi urbani; totem segnalatori su rotatorie o monoliti rappresentativi su piazze, o addirittura espositori pubblicitari lungo le strade cittadine. Tra le aziende espositrici e partner dell’evento: Boxart, Catellani & Smith, Giovannetti Collezioni, Glass Design, Inbusta by Gaggiolini, My Best, Projectclima, Rubinetterie Zazzeri, Sia, Signoria di Firenze, Per l’occasione la Fondazione Roberto Capucci ha partecipato con uno splendido “abito scultura” Lapislazzuli che fa parte delle dodici “Architetture in Tessuto” realizzate nel 1995 per la Biennale di Venezia. Altro esempio di quanto l’architettura possa essere influenzata dal design.
LAPISLAZZULI • ARCHITETTURA IN TESSUTO roberto capucci per la biennale di venezia
NURSEY di marco puzzo e stefania barba VOGLIA DI... BELLEZZA vista d’insieme dell’allestimento
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evento ambientato CADONO DAL CIELO...
di arch. luca Bolognese e silvia scuffi abati
Terza edizione di Set, mostra convegno sull’edilizia. Ancora una volta, lo studio d’architettura G@UT dell’arch. Luca Bolognese e Silvia Scuffi Abati, oltre che essere il curatore redazionale della rivista Jet Set, si occupa di nuovo dell’allestimento della sala congressi sul palco del teatro Saschall. Su questo prestigioso palco, abitualmente usato per performance canore o teatrali, si sono tenuti i convegni dell’edilizia sui seguenti temi: mostra-convegno EVENTO AMBIENTATO a cura di studio di architettura G@UT mostra-convegno EVENTO AMBIENTATO a cura di studio di architettura G@UT
- sostenibilità in architettura: dalla teoria alla pratica; - la nuova normativa termica: il dlgs 192/05 e il dlgs 311/06. Prescrizioni tecniche e soluzioni costruttive per pareti solai e coperture; - la casa… Jazz, progetto pilota di casa passiva nel comune di Scarperia; - efficienza energetica in edilizia; costruire nel rispetto dell’ambiente. I nuovi regolamenti regionali; - sistema anticaduta dall’alto secondo le normative della Regione Toscana; - umidità di risalita capillare KalibraDry@ - la soluzione definitiva non invasiva. Come sempre lo studio di progettazione, forte del suo entusiasmo, si lancia in una nuova sperimentazione materica. L’occasione è ghiotta per chi abitualmente si muove nel design e vuole sondare nuove prospettive progettuali. Il settore dell’edilizia è ricco di suggestioni. Ancora una volta si parte dalla materia prima. La Manifattura Maiano, leader nella produzione di pannelli isolanti termoacustici con sede a Capalle (Firenze), mette a disposizione tre tipologie di pannelli di sua produzione: sintherm, naturtherm-ke, recycletherm. E’ compito degli architetti dello studio G@UT connotarli in maniera diversa e dargli una nuova vita. Pannelli che abitualmente non vengono visti, perché vivono la loro vita materica all’interno di altri manufatti, nascosti perciò, all’occhio umano, sono qui usati come quinta scenografica; l’alternanza di questi pannelli collegati fra di loro compone, formalmente, una tenda; le differenze cromatiche creano un impatto forte e piacevole; così decontestualizzati i pannelli diventano protagonisti decorativi di un evento che affronta tematiche importanti. L’obiettivo è quello di presentare un prodotto edile in modo diverso, e con l’occasione, sperimentare nuove applicazioni possibili, provare a lanciare degli input creativi per estendere le potenzialità del prodotto a altri settori merceologici. Questi pannelli termoacustici hanno, finalmente anche loro, il loro momento di gloria, la loro visibilità, finendo per proporsi come una valida e economica alternativa ai cosidetti materiali decorativi.
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TECNOPROMO srl via g.leopardi 31c 52025 montevarchi, ar t. 055 980801 • f. 055 9102728 www.tecnopromo.com • info@tecnopromo.com
mostra-convegno EVENTO AMBIENTATO a cura di studio di architettura G@UT
mostra-convegno EVENTO AMBIENTATO a cura di studio di architettura G@UT
EVENTO AMBIENTATO progetto a cura di studio di architettura e comunicazione G@UT manifestazione mostra convegno SET 3 - salone edilizia e tecnologie luogo saschall • firenze data marzo 2007 hanno contribuito alla realizzazione dell’evento ambientato: MANIFATTURA MAIANO via maiano 207 capalle – fi 055 8712421 fax 055 8951330 info@maiano.it www.maiano.it
mostra-convegno EVENTO AMBIENTATO a cura di studio di architettura G@UT
STUDIO DI ARCHITETTURA G@UT via giotto 1 50019 sesto fiorentino (fi) tel. + fax 055 440881 info@gaut.it www.gaut.it
mostra-convegno EVENTO AMBIENTATO a cura di studio di architettura G@UT
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obiettivo puntato su.....
punti di ancoraggio per coperture
riflessioni sulle problemetiche di acquisizione e comunicazione dati
architetto
lydia aurora padula
Il Gruppo Tractel, grazie alla sua consolidata esperienza a livello mondiale in più settori, fra cui quello dell’ anticaduta, si propone anche in Italia con una gamma di prodotti atti a soddisfare i problemi legati alle cadute dall’ alto. In particolare per andare in contro alle più recenti normative nell’ ambito della messa in sicurezza delle coperture edili, sono stati realizzati prodotti per soddisfare ogni esigenza. La linea di vita Travspring® è una linea di vita mono filare, flessibile orizzontale, montata su supporti di ancoraggio, conforme alla norma EN 795 C. E’ una linea di vita di “prossimità”, ovvero l’utilizzatore per poter superare i punti di ancoraggio intermedi (tratti rettilinei) deve svolgere un’ azione manuale (movimento guidato del moschettone di connessione), avvicinandosi al punto intermedio stesso, senza mai staccarsi dalla linea. Gli ancoraggi di trattenuta del cavo devono essere installati ad un interasse massimo di 15m. La linea di vita Travspring ® è concepita per 3 utilizzatori (MAX). Grazie al proprio assorbitore di energia brevettato INSR, Travspring®, in caso di caduta, sviluppa una forza ridottissima alle estremità. Gli elementi della linea di vita sono realizzati in acciaio inox, in cupralluminio con fune da Ø 8mm zincata o inox. La linea di vita Travspring® può essere installata a muro, a pavimento o su paletti.
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ITORI
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EVENTO ACUSTICO a cura di studio di architettura G@UT
enti e istituzioni patrocinanti ANCE FIRENZE SEZIONE EDILE DI CONFINDUSTRIA FIRENZE via valfonda, 9 • 50123 firenze tel. 055.27071 fax. 055.292043 info@firenzeindustria.fi.it www.firenzeindustria.fi.it COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE via masaccio, 235 • firenze tel. 055.5002371 fax. 055.5002372 info@geometrifirenze.it www.geometrifirenze.it COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI AREZZO via verdi, 22 • arezzo tel. 0575.22247 info@cng.it www.geometriarezzo.it COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI PRATO v.le montegrappa, 177 • 59100 prato tel. 0574.574855 fax. 0574.581136 segreteria@collegiogeometri.prato.it www.collegiogeometri.prato.it COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI PISTOIA via curtatone e montanara, 54 • pistoia tel. 0573.25125 fax. 0573.22230 info@geopistoia.it www.geopistoia.it COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI GROSSETO via gramsci, 2d • grosseto tel. 0564.23187 info@collegiogeometri.grosseto.it www.collegiogeometri.grosseto.it
COLLEGIO DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE via f. baracca, 17 • 50127 firenze tel. 055.367169 fax. 055.3249768 segreteria@periti-industriali.firenze.it www.periti-industriali.firenze.it COLLEGIO DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI DELLA PROVINCIA DI LUCCA via romana, 615/s • lucca tel. 0583.491942 fax. 0583.919224 per.ind.lu@lunet.it COLLEGIO DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI DELLA PROVINCIA DI PRATO via giotto, 3 • 59100 prato tel. 0574 442829 fax. 0574 444340 segreteria@peritiprato.it www.peritiprato.it COLLEGIO DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI DELLA PROVINCIA DI SIENA via delle terme,76 • 53100 siena tel. 0577 287492 fax. 0577 271277 info@peritiindustrialisiena.it www.peritiindustrialisiena.it COLLEGIO DEI PERITI AGRARI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE via pietrapiana, 32 • 50121 firenze tel. 055.2340202 fax. 055.2345362 collegio.firenze@peritiagrari.it www,peritiagrarifi.it COMUNE DI FIRENZE palazzo vecchio p.zza della signoria • firenze
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EVENTO ACUSTICO a cura di studio di architettura G@UT
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EVENTO ACUSTICO a cura di studio di architettura G@UT
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GEOTERMITALIA srl loc. caldana, 195 53018 sovicille (siena) tel. 0577.313216 - fax 0577.987074 info@geotermitalia.it www.geotermitalia.it
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CADUTE DALL’ALTO,COME PROGETTARE UN SISTEMA ANTICADUTA a cura di
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IL SOLARE TERMICO E IL SOTTOVUOTO a cura di
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TECNICHE DI MISURA E STRUMENTAZIONE PER L’ACUSTICA IN EDILIZIA. REQUISITI ACUSTICI PASSIVI E QUALITA’ DELLE SALE DI ASCOLTO a cura di
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IL RUMORE E LE VIBRAZIONI NEGLI AMBIENTI DI LAVORO a cura di
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Firenze ••• sala 2 • dalle ore 10.30 alle 13.30
SOLARE TERMICO - IL DIVENIRE, LA SCIENZA E L’APPLICAZIONE IN ITALIA E NEL MONDO a cura di
Accomandita TSE spa/Solahart Italia ••• sala 2 • dalle ore 15.30
CASA BIOEDILE E BIOMASSA:QUALE CONNUBIO A FAVORE DELL’AMBIENTE E DELLA VALORIZZAZIONE DELLA FILIERA LEGNO a cura di
A.I.BI.M Ass. Italiana Biocostruire Mediterraneo
8 novembre
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LE VISIONI DI OGGI SONO LA REALTA’ DI DOMANI. 8 ALLOGGI A COSTO “ZERO” a cura di
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SISTEMI COLLAUDATI DI RISCALDAMENTO ECOLOGICO E RISPARMIO ENERGETICO a cura di
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SERRAMENTI ESTERNI: MARCATURA CE DI FINESTRE E PORTE PEDONALI ESTERNE E RISPARMIO ENERGETICO a cura di
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CASACLIMA, L’AMORE PER L’ABITARE a cura di
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