R I C H A R D
B R A N S O N
I M M A G I N I A M O I L D O M A N I
I N S P I R I N G
S T O R I E S
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L I F E S T Y L E
10,00€
Sir Richard Branson: Immaginiamo il domani
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S I R
ISSUE 11
WITH ENGLISH TEXT
FO R SO ME O NE IT’ S A S H AP E .
Cruising is an art with Custom Line. An accomplished exponent of timeless Italian excellence from its very inception, Custom Line is on a mission to create exquisite, unmistakeable designs that combine cutting-edge technology and ingenious functional solutions, to deliver an extraordinary experience for every owner. Because cruising is the art of going beyond. The art of being different.
FOR US IT’S AN AMAZING SCULPTURE.
Manolo Valdés - Mariposas, 2017 Courtesy of Contini Art Gallery
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STORIA DI COPERTINA
di/by FRANCESCO LA BELLA Direttore responsabile
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Branson
U N M I X D I F O L L I A E G E N I A L I TÀ P E R G U A R D A R E A L F U T U R O B R A N S O N , A M I X O F M A D N E S S A N D T R U E G E N I U S TO L O O K AT T H E F U T U R E
Tutto cominciò vendendo LP ricercati e usati, alla periferia di Londra, per la sua mai tramontata passione dedicata alla musica. Da quel giorno Richard Branson ha fatto di tutto, senza mai tirarsi indietro: viene da pensare che il motore del suo continuo mettersi in gioco fosse proprio la passione, magari ben supportata da inquietudine, genialità, forse fortuna e un bel po’ di qualità, inevitabilmente mixate a qualche difetto. Non ha ancora finito di guardare avanti e probabilmente non potrebbe fare altrimenti! Per questo è l’icona da copertina, in questo numero di Genius People Magazine, dedicato a chi non ha paura e non si nasconde dietro alle comode convenzioni o l’appiattimento serpeggiante, per conservare quel po’ di follia che serve a lanciare nel futuro una propria visione, razionale e analitica, come pure sognante o geniale.
Everything started by selling used and wanted LPs, in the suburbs of London thanks to his everlasting passion dedicated to music. From that day, Richard Branson has done everything, without ever stepping back: it seems right to think that the engine pushing his continuous involvement with anything is passion, maybe supported by some concern, genius, maybe luck and some quality, inevitably mixed with some flaw. He still hasn’t stopped to look forward and he probably never will! This is why he is the icon of the cover, in this issue of Genius People Magazine, dedicated to those whom are not afraid and do not hide behind convenient conventions or a winding flatness, to preserve some madness which is useful to launch in the future their own vision, rational and analytical, as dreamful and ingenious.
Genius People Magazine
Issue 11
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Time is money? Spesso è un valore. Ma quanto vale il tempo investito ad ascoltare, pensare, condividere, guardare avanti, immaginare fino a sognare, creare?
Time is money? It is usually a value. But how much time is invested into listening, thinking, sharing, forecasting, imagining to the point of dreaming and creating, really worth?
Quanta gente va di fretta, per poi vincere la noia con lo smartphone in mano a scambiarsi pensieri inutili, annaspando nella propria solitudine mascherata?
Just how many people live in a hurry, to then give up to boredom with their smartphones in their hands, exchanging useless thoughts, gasping in their masqueraded loneliness?
Il mondo occidentale si agita, ma non cresce. Molti vivono senza domani, a cominciare da molti giovani, ma non c’è nessuna guerra alla porta, solo una lieve decadenza nella quale, un po’ fiaccamente, ci culliamo.
The western world shakes but doesn’t grow. Several live to see the day, starting from many young ones, but there is no war knocking at the door, only a mild decadence in which, with weak resistance, we embrace it.
Genius People Magazine cerca e lancia spunti di riflessione, facendo parlare personaggi diversi, senza presunzione né pesantezza, fuori dalla cronaca quotidiana e dalla politica. Con la ricerca del bello e della piacevolezza di lettura.
Genius People Magazine seeks and offers food for thought, giving a voice to different figures, without assumptions nor heaviness, detached from the daily news and politics. Pursuing what is nice and the pleasure of reading.
C’è tanto da pensare, fare, crescere, innovare veramente e servono Persone e modalità nuove, idee e il recupero di alcuni valori dispersi.
There is a lot to truly do, think about, grow and innovate, there is a need for new People and new ways, new ideas and the recovery of some values that have been lost.
Riccardo del Sabato Presidente e AD Genius Editore S.r.l.
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Oltre La Siepe Beyond The Hedge di/by FABIO DE VISINTINI
EDITORIALE
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FACE TO FACE
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Una gara di velocità tra ragazzini insegna molto di più di un cellulare in mano A speed race between kids teaches way more than a smartphone held in your hands di/by ANNA MIYKOVA
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Cambiare il paradigma che governa il mondo è possibile e dipende da noi Changing the governing paradigm is possible and it is up to us to do it di/by FABIO DE VISINTINI
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Bisogna definire chiaramente ciò che per noi ha un valore strategico We have to clearly define what has a strategic value for us di/by FRANCESCO LA BELLA
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Restituisco il tempo alle persone Giving back time to people di/by FEDERICO GRAZIANI
La persona è la grande risorsa per immaginare il futuro The Person is the key resource to imagine the future di/by VALENTINO MAGLIARO
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Di futuro, responsabilità e valori Future, Responsibility and Values di/by ANNA MIYKOVA
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I veri leader dovrebbero abbandonare l’ego Real leaders need to lose the ego di/by ISAAC GETZ
FOCUS
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Il segreto del successo di Branson? Divertirsi nel business e nella vita privata Branson’s secret to success? Having fun both in business and private life di/by ANNA MIYKOVA
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Un uomo, un brand, mille prodotti One man, one brand, a thousand products di/by MATTEO MACUGLIA
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Lo “Space grabbing” diventa una sfida a tre per portare turisti nello spazio Space Grabbing has become a three man challenge to take tourists to space di/by FEDERICO GRAZIANI
RICHARD BRANSON
Genius People Magazine
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Così è nato DK This is how DK was born di/by MARIO GOMBOLI
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STYLE & FASHION
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Horizon Soft: la nuova e innovativa valigia a rotelle Louis Vuitton Horizon Soft: The new innovative rolling luggage by Louis Vuitton
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Alberto Buzzanca dietro l’obiettivo Alberto Buzzanca behind the lense
Speciale DK Prima stagione - Numero 1 di 4 Capitolo: La trappola
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ART & CULTURE
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Baryshnikov racconta la danza attraverso il suo obiettivo fotografico Baryshnikov presents dance through its photographic lens di/by GALLERIA D’ARTE CONTINI
alla natura e sinuoso 160 Ispirazione dinamismo nelle opere di Pablo Diabolik©Astorina srl
Atchugarry Natural inspirations and sinuous dynamism in Pablo Atchugarry’s works di/by GALLERIA D’ARTE CONTINI
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Carla Tolomeo. Nerver Rest a Venezia e Cortina d’Ampezzo Carla Tolomeo. Never Rest in Venice and Cortina d’Ampezzo di/by GALLERIA D’ARTE CONTINI La Dubai del futuro: un posto da poter chiamare casa Dubai of the future: a place to call home Focus on Dubai by SILVIA PASUT
Genius People Magazine
Un ritorno in grande stile per la regina delle Dolomiti. Nelle sfavillanti vetrine di Franz Kraler un tripudio di emozioni che anche la moda vuole raccontare. A great comeback for the queen of the Dolomites. Inside the shop windows of Franz Kraler there's a great amount of emotions which also fashion wants to tell. di/by ANNA MIYKOVA Pershing 8X: la rivoluzione 134 Nuovo della fibra di carbonio
New Pershing 8X: The Carbon Fibre Revolution
LINE 120’: l’arte del planante 144 CUSTOM CUSTOM LINE 120’: The art of the planing yacht
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LE PRINCIPALI CITTÀ DOVE PUOI TROVARE LA RIVISTA CITTÀ
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• ROMA - Passenger Lounge
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• ROMA - Le Anfore
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• TRIESTE - Michelangelo
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I CANALI DI DISTRIBUZIONE MAGAZINE WEB SITE
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ANNAPAOLA FRIZIERO - VENEZIA SILVIA PASUT - DUBAI PATRIZIA LORENZI - CORTINA D’AMPEZZO MARCO DE MARINIS -MILANO MONTECARLO
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EDITO DA Genius Editore S. r. l. - Via di Torre Bianca n. 20, 34132 Trieste- Italia www.genius-online.it - info@genius-online.it Registrazione Tribunale di Trieste n. 1233 reg. per. - 3151/2014 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente e AD - Riccardo del Sabato Vicepresidente - Francesco La Bella Consigliere - Alessandra Postir BRAND MANAGER Leonardo Comelli DISTRIBUZIONE HOTEL, VIP LOUNGE, AEROPORTI, TRENI Johnsons P Publishing - Johnsons Inflight VENDITA & MARKETING Genius Editore SRL - Tel. +39 3661206556 - marketing@genius-online.it PER ORDINI E SPEDIZIONI marketing@genius-online.it STAMPA Sinegraf doo - Vrbje 80 - 3310 Žalec - Slovenia DIRETTORE RESPONSABILE Francesco La Bella - direttore@genius-online.it CAPOREDATTORE Anna Miykova - anna.miykova@genius-online.it DIRETTORE EDITORIALE Fabio de Visintini - fabio.devisintini@genius-online.it EDITORIALISTI Valentino Magliaro, Mario Gomboli LE FIRME Matteo Macuglia, Federico Graziani, Galleria Contini, Isaac Getz, Silvia Pasut ART DIRECTOR Martina Civiero GRAFICA Paolo Secoli TRADUZIONI Costantino Neri Chiuso in redazione nel mese di Giugno 2019 Copyright @Genius Editore SRL Issue 11
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EDITORIALE
di/by FABIO DE VISINTINI
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OLTRE LA SIEPE
BEYOND THE HEDGE
Il corposo panorama dei periodici in distribuzione, copre uno spettro molto esteso di interessi e di fasce di lettori, tra moda, attualità, modernità, tendenze di comportamenti di consumo, di grafiche e linguaggi. Non è stato da meno Genius che ha percorso, nella sua giovane vita, una traccia che ha toccato temi diversi, attuali, affidandosi alla credibilità di Persone che avessero quella notorietà conseguita grazie al successo ottenuto nel loro ambito.
The dense category of distributed magazines, covers a very wide spectrum of types of readers and interests, such as fashion, current events, modernity, consumer behaviour tendencies, graphics and languages. Genius is no exception, which has followed, even at a “young age”, a path which has dealt with different current themes, by relying on the PEOPLE’s credibility which they gained through their success in their focus area.
La sensazione sempre più netta che il mondo occidentale abbia imboccato, tra le sue tante contraddizioni, una sorta di stallo, se non di decadenza, però, ci impone il bisogno di reagire, di stimolare nuove riflessioni e sensazioni. Oggi tutti sembrano molto prudenti nel toccare temi più profondi, evitando una proiezione sul domani che verrà. Molti preferiscono imbellettare una vita abbastanza felice o presunta tale, un po’ infiacchiti e costantemente alla ricerca di stimoli, che ci garantiscano d’essere vivi. A volte sembra che abbiamo affidato le chance del nostro futuro alla tecnologia e alle sue meraviglie, consentendoci una pausa di relax, accontentandoci di un posto in seconda fila.
The most nagging feeling that the western world has been heading down to is a sort of stall, maybe even decadence, but it gives us the need to react, stimulate new thoughts and sensations. Today everyone seems more prudent when dealing with deep thematics, avoiding the projection of what will come in the future. Many prefer to put a mask on and be happy or at least look like it, to be a bit drowsy and constantly looking for incentive which guarantee the feeling of being alive.
Ci piacerebbe offrire una piccola scossa, nel precorrere e percorrere una strada che non sia ogni giorno battuta da altri, affinché Genius non risulti l’ennesimo periodico che rincorra temi d’alta vi-
We would like to offer a small shock while travelling and travelling a path that has not been beaten by others, so that Genius doesn’t look like another magazine which follows highly sought themes or
Genius People Magazine
Sometimes it looks like we have given the keys to our future to technology and its wonders, giving us a break to relax, being ok to sit back in the second row.
EDITORIALE
sibilità o trend del momento, per illuminarsi del bagliore del mattino. Non solo, Genius non ha l’intenzione di amplificare il coro del lamento collettivo, quanto piuttosto di stanare quel capitale di cultura, creatività, pensiero innovativo che solo le Persone possiedono, per metterlo a disposizione. Un piccolo contributo per riaccendere la luce, per ricordare che gli eredi di Michelangelo e Galileo siamo noi e il mondo, se vuole crescere, col sorriso, avrà sempre bisogno di noi.
trends, to light up in the glow of the morning. Not only that, Genius does not want to join the collective sorrow, but rather draw out those hidden treasures called culture, creativity and innovative thinking which only PEOPLE have, and make it available. A small contribution to spark a light, to remind us that we and our world are the heirs to Michelangelo and Galileo Galilei, and if the world wants to grow with a smile, it will need PEOPLE like us.
Genius si concentra sempre sulle Persone perché sono loro il motore del mondo, nel bene e troppo spesso nel male, con la loro passione e la capacità d’immaginare. Un People Magazine che affronta apertamente e spudoratamente, quando è il caso, temi che facciano riflettere chi è intervistato e chi avrà la cura di leggere. Un po’ quel che oggi si tende a non fare, ma di cui si scorge il bisogno: non balzare sull’onda restando in superficie, ma nemmeno scendere negli abissi in cerca della pietra filosofale. Semplicemente ascoltare, riflettere, immaginare, per guardare avanti, usando la testa abbinata al cuore. E dirci la verità, magari anche quelle scomode.
Genius is always focused on the PEOPLE because they are the engine of the world, both in the good and unfortunately what happens the most, in the bad way. A People’s Magazine which openly and shamelessly addresses themes which make the interviewee think and those who will care to read. A bit like what normal people do not tend to do today, but something we actually need: not surfing the crest of the wave but not even diving deep into the abyss in search for the philosopher’s stone. We simply listen, think, imagine, look forward with our minds connected to our heart. And to tell the truth, maybe even the inconvenient one.
Persone.
People.
Chiederemo a donne e uomini del nostro tempo di riflettere con noi sugli argomenti che Genius di
We will ask men and women from our time to ponder upon topics which from time to time Genius will
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EDITORIALE
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volta in volta affronterà. Vogliamo sapere cosa pensano veramente su questioni essenzialmente intangibili e non necessariamente legate all’attività che li ha resi noti e credibili. Eviteremo, per quanto possibile, le risposte allineate alla comunicazione ufficiale, quella visionata, se non scritta direttamente, dall’ufficio stampa interno.
talk about. We want to know what people truly think about the matters which are intangible and not necessarily tied to the activities which made them noticeable and credible. We will try to avoid the answers given to official communications, the examined if not directly written by the press office.
Futuro.
Future.
Nessuno oggi immagina o pensa con una proiezione che superi un paio d’anni: la Visione sembra un accessorio superato al pari del Marketing che l’ha definita e il mondo, giovani compresi, sembra vivere senza domani. Dobbiamo stimolare la Persone e chiedere loro cosa vedono se guardano avanti. Industria 4.0 non è una risposta sufficiente, per Genius e i suoi obiettivi, visto che include tecnologia/business, ma probabilmente esclude le Persone. Come vivremo domani? Cosa farà la generazione entrante? La cultura individualista/liberista è ancora una ricetta valida?
Today nobody imagines or thinks of a projection which is farther away than a couple of years: The Vision seems like an accessory with the same value of Marketing which has shaped it, and the world, together with the young people, seem to live without a tomorrow in sight. We have to stimulate the PEOPLE and ask them what they are looking forward to. Industry 4.0 is not a sufficient answer for Genius and its goals, as it includes technology and business, but most likely excludes the PEOPLE. How will we live in the future? What will the next generation do? Is individualism and liberalism still a valid option?
Valori.
Values.
Vocabolo in disuso, ma non per questo superfluo. L’uomo non può fare a meno del rispetto, delle passioni, dell’onesta intellettuale o materiale, abdicando all’invidia, alla gelosia o alla cattiveria. La pena, infatti, è l’infelicità o la discordia e in questo, da Adamo ed Eva, nulla è cambiato per l’Uomo e la Donna. Oggi l’aspetto valoriale è trascurato e anarcoide o, meglio, monopolizzato dall’unico valore riconosciuto e rispettato, cioè il denaro. Ogni pensiero o atto sembra essere misurato con la quantità di ricchezza che può produrre. Per questo, provocatoriamente, parliamo di civiltà in decadenza, perché un unico valore non sembra in grado di donare la felicità.
A no longer used word, but certainly not unnecessary. Man cannot spare respect for passions, intellectual honesty and material, abdicating to envy, jealousy or meanness. The punishment is in fact misery or discord and since Adam and Even nothing has changed for Men and Women. Today values are neglected and anarchist, or even better, monopolised by the only acknowledged value… money. Ever thought or action seems as it has to be measured by the money it can generate. This is why we provocatively write of decadency, because it seems like it’s the only value which cannot give happiness.
Spiritualità.
Spirituality.
L’assenza di riferimenti genera paura nell’uomo. Nel mondo globalizzato dalla rete e dai trasporti low cost, senza un credo dominante, la gente, che
The absence of reference points scares men. In the globalised world by the internet and low cost transportation, without a dominant creed, people
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EDITORIALE
non ha evoluto la propria autonomia (geneticamente serve più tempo, culturalmente pure), cerca e trova riferimenti d’ogni genere, miti a cui credere, anche se vanno e vengono ad alta frequenza. La spiritualità resta un bisogno essenziale nell’equilibrio interiore, che ognuno rischia di cercare e trovare a casaccio, tra tifo calcistico e campane tibetane. Un tema da affrontare con coraggio, in mezzo a esoterismi e nuove verità farlocche (vd. terrapiattisti), superando la paura delle religioni che non sentiamo appartenerci e ai possibili fanatismi.
who haven’t evolved their own independence (which genetically and culturally takes longer) look out for and finds reference points everywhere. Myths which come and go frequently. Spirituality remains an essential need in the internal equilibrium, which everyone looks for and might randomly find between football cheering and Tibetan bells. A theme to talk about with courage, battling fake truths (such as the flat earth society) overcoming the fear of religions which are not ours and possible fanaticism.
Ascolto, riflessione,
Listening, debating,
immaginazione.
imagining.
Per molti sono una perdita di tempo. Nella realtà erano e sono la chiave per il progresso della civiltà. Oggi domanda e risposta vivono l’immediatezza del tempo reale, come l’equivalenza “mal di testa=pillola antidolorifica”. Non si può smettere di relazionarsi tra persone per capire il mondo e poi immaginare, creare e perfino sognare. Non si può smettere di studiare. Per fare tutto questo servono capacità personali, quelle intangibili che sono parte integrante della Persona, su cui nessuno sembra voler investire, magari perché la valutazione del ROI non ne garantisce la validità! E infatti misuriamo il benessere delle popolazioni con il PIL.
For many people these are a waste of time. In reality they were and till are the key to a progressive civilisation. Today question and answers live in the immediacy of time like an equivalence “headache=painkiller pill”. We cannot stop to relate with people to understand the world and imagine, create and dream. We can’t stop studying. To do all of this there is a need for personal capabilities which are intangible and are part of the Person, on which no one seems to invest because the ROI may not guarantee its validity. This is why we measure the wellness of population through the GDP.
Tempo.
Time.
Non è necessariamente denaro. Su un periodico che esce ogni tre mesi, la cronaca e l’attualità sono concetti relativi, mentre i tempi dell’evoluzione dell’uomo sono più che generazionali. Nessuno sembra volersi staccare più dal fatto quotidiano, come se questo garantisse la possibilità di restare in sella e correre la rat race. Niente si ferma per restare impresso e tutto scivola via, per lasciare il posto allo stimolo successivo. Come si può pensare di avere una visione d’insieme che spazi lontano e sia valida anche tra un anno o più? Proviamo a salire più in alto, anche nel nostro piccolo e guardiamo la luna che ci indica il saggio, non il suo dito.
It is not always money. On a quarterly magazine, news and current events are relative, while the times of evolution of men are more than generational. No one seems to want to detach from the daily news, as if they guaranteed a permanent spot into the rat race. Nothing stops to remain imprinted and everything slips away, to allow the next stimulus to come. How can we think we can have a collective vision which is spaced farther and will be valid in more than a year’s time? We try to fly higher, even if we do not count much and we look at the moon which points us to the sage, not to his finger.
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valentino magliaro Genius People Magazine
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EDITORIALE
di/by VALENTINO MAGLIARO
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L a p er s o n a è l a g r ande risorsa p er im mag inare il futuro THE PERSON IS THE KEY RESOURCE TO IMAGINE THE FUTURE
Valentino Magliaro, classe ’92, nel 2019 è stato scelto da Forbes Italia tra i 100 leader italiani under 30 nella categoria imprenditori sociali. Nel 2017 Barack Obama premia il suo impegno nelle scuole e lo invita, tra i 300 Civic Leader nel mondo, al primo meeting della Obama Foundation a Chicago. Dopo l’esperienza come responsabile delle pubbliche relazioni del Gruppo Spaggiari Parma, leader nel mondo dell’educazione, fonda Humans to Humans (HtoH), società di Corporate Activism, che propone alle imprese progetti per la crescita del business ponendo al centro la sostenibilità della persona e del pianeta e accompagna le organizzazioni nel costruire il proprio patrimonio di reputazione con gli stakeholder.
Ciò che ci limita è credere che il mondo sia un posto enorme e mai completamente raggiungibile. Limita noi stessi e le persone che lavorano con noi, quelle a cui troppe volte chiediamo risultati senza mostrare i benefici che ne deriveranno. Sono le persone a determinare il successo o il fallimento della nostra Impresa con la “i” maiuscola perché rappresenta una vera e propria missione nel mondo. Cosa significa fare impresa? Immaginare il domani ed esserne costruttori. L’imprenditore, l’artigiano, lo startupper è un attivista che scende in campo e crede nelle parole di Adriano Olivetti: «Il terGenius People Magazine
Born in 1992, Valentino Magliaro has been nominated by Forbes Italy in the list of 100 Italian leaders under 30 in the social entrepreneur category. In 2017 Barack Obama has recognised his efforts in schools and invites him to the 300 Civic Leaders of the World first meeting at the Obama Foundation in Chicago. After his experience at public relations for Spaggiari Parma Group, world leader in education, he founds Humans to Humans (HtoH). HtoH is a company which deals with Corporate Activism, which offers companies projects to grow their business by putting under the spotlight the person and world sustainability and allows the companies to build up their reputation with the stakeholders.
What usually limits us is believing the world is a huge place and never completely accessible. It limits us and the people who work with us, those to whom we often ask too many results without showing them the benefits derived by their work. The people are the ones who determine the success or failure of our Enterprise with the capital “e”, because it truly represents a mission in the world. What does it mean to enterprise? To imagine the future and be its builder. The entrepreneur, the artisan and the start-upper are all activists who are ready to go on the field and believe in the words of Adriano Olivetti: “Well, if I may say so, the term uto-
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mine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande». Per immaginare una visione occorre guardare oltre l’impresa e oltre se stessi, aprirsi e ibridarsi, incontrare gli altri, cambiare ed evolvere continuamente. Per disegnare un’idea di mondo è necessario creare relazioni, promuovere la collaborazione, agevolare il dialogo, le sinergie, l’approfondimento comune. L’impresa è il luogo della diversità e del progresso e la persona, indipendentemente dal proprio ruolo, deve sentirsi attore della storia, coautore della missione e della sua grandezza. L’innovazione ha un senso solo se diventa patrimonio comune, strumento per migliorare la vita delle persone e acceleratore verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale. Nelle aziende, realtà storiche e società appena fondate, lavoreranno donne e uomini cresciuti con una visione sostenibile del mondo e aperta alla contaminazione tra saperi, orizzonti e punti di vista differenti. Genererà valore chi saprà abbracciare la diversità del mondo, la reciprocità delle relazioni e la persona, unica grande risorsa e speranza per immaginare il nostro futuro.
pia is often the most convenient way to excuse what you do not have the urge, the ability, or the courage to do. A dream seems like a dream until you start working on it. And then it may become something infinitely bigger”. To imagine a vision you need to look beyond the enterprise and beyond yourself, open up, hybridise, meet with others, change and evolve continuously. To design an idea for the world it is necessary to create relationships, encourage collaborations, aid conversation, synergies, common investigation. The enterprise is the place of diversity, progress and the person, where independently from its role, he or she must feel part of the story, co-author of the mission and its greatness. Innovation is only useful if it becomes a common heritage, a tool to improve people’s lives and accelerate to economical, social and environmental sustainability. Men and women with a sustainable, open and contaminated by different knowledge mindset will work in new and old companies. It will generate value which will embrace the world’s diversity, the reciprocity of relations and the person, the only great resource and hope to imagine our future.
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PER DISEGNARE UN’IDEA DI MONDO È NECESSARIO CREARE RELAZIONI, PROMUOVERE LA COLLABORAZIONE, AGEVOLARE IL DIALOGO, LE SINERGIE, L’APPROFONDIMENTO COMUNE. TO DESIGN AN IDEA FOR THE WORLD IT IS NECESSARY TO CREATE RELATIONSHIPS, ENCOURAGE COLLABORATIONS, AID CONVERSATION, SYNERGIES, COMMON INVESTIGATION.
Foto Alessandra Merlo
Genius People Magazine
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PER UNA DIABOLIKA ESTATE
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L’avventurosa ricerca di meravigliosi gioielli lunga 584 pagine!
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ff Face to Face Kristian Ghedina
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Ervin Laszlo
Alberto Pellai
48 Michele Grazioli
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Andrea Margelletti
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INTERVISTA A KRISTIAN GHEDINA
di/by ANNA MIYKOVA
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U n a gar a di v elocità tr a r aga zzini i n s eg n a molto di p iù d i u n c el lulare in m ano A SPEED RACE BETWEEN KIDS TEACHES WAY MORE THAN A SMARTPHONE HELD IN YOUR HANDS
Con dodici vittorie e 29 podi solo nella Coppa del Mondo di sci alpino nella specialità discesa libera, Kristian Ghedina appartiene all’Olimpo dei discesisti di tutti i tempi. Grazie a una scommessa, nel 2014 regala agli spettatori una leggendaria spaccata mentre porta a termine una discesa sulla Streif alla velocità di quasi 140km/h. Nel 2006, decide di intraprendere una nuova sfida e si lancia sulla pista dell’automobilismo correndo il Campionato italiano superturismo, con la BMW del team Zerocinque Motorsport e l’F3000 International Masters con la Lola B99/50. Ha allenato il campione croato Ivica Kostelic e oggi continua a dedicarsi a questa disciplina nella sua scuola ampezzana M’Over. Con la Nazionale Piloti indossa le scarpette da calcio nelle partite di beneficenza e nel 2021 sarà lui a rappresentare nelle vesti di testimonial d’eccellenza i Campionati del Mondo di Sci Alpino a Cortina D’Ampezzo.
Il mondo, oggi, vive alla giornata e nessuno sembra azzardare un’ipotesi di futuro, anche di pochi anni, se non riguardo al settore tecnologico sempre proteso al miglioramento. Come evolveranno i nostri comportamenti sociali, tra famiglia e lavoro, sport e divertimento? Indubbiamente l’avvento della tecnologia ha reso tutto molto più semplice e ha portato le persone a prendere la vita con molta leggerezza. Ma se non Genius People Magazine
With an astonishing record of twelve first places and 29 podiums in the Alpine Ski World Cup in the downhill specialty, Kristian Ghedina belongs to the Olympus of the downhillers of all times. Thanks to a bet, in 2014 he blesses his spectators with a remarkably incredible split while he was racing on the Streif hill at a speed of almost 140km/h. In 2006 he decides to undertake another challenge, racing with cars in the Italian Superturismo Championship with a BMW of the Zerocinque Motorsport team and in the F3000 International Masters with the Lola B99/50. He has trained the Croatian Ski Champion Ivica Kostelic and up until today he continues to dedicate to this discipline in his school M’Over in Cortina d’Ampezzo. With the pilots’ national team he wears football shoes to participate to charity games and in 2021 he will be the one to represent as an ambassador of excellence the Ski World Cup in Cortina d’Ampezzo.
Today’s world is lived day by day and no one seems to be looking at the future, not even to the short term one, with the exception of technological advancement which is always evolving. But how will our behaviour in society, in our families, workplaces, sports and leisure be affected? Undoubtably technology has made everything easier, and it has made people live’s more light. Al-
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La famosa spaccata di Kristian Ghedina a una velocità di 140km/h sulla Streif (Kitzbühel)
ci ridimensioniamo temo che i valori tradizionali si perderanno progressivamente. In questo senso, noto una tendenza a non pensare più al futuro e alle priorità come quella di costruire una famiglia, per esempio, o di mettere da parte dei soldi per investirli un domani per i propri figli o per comprare una casa. Certo, la tecnologia e internet hanno migliorato il modo di lavorare facilitando alcune mansioni, ma per molti resta l’illusione che premendo un tasto sia tutto possibile. Nell’ambito dello sport, e in particolare dello sci, la tecnologia ha permesso ai professionisti di poter usufruire di molte informazioni grazie alle banche dati di cui disponiamo oggi e la professionalità si è innalzata a un livello superiore anche sotto l’aspetto della preparazione atletica. E per i giovani di oggi che aspirano ad avvicinarsi o crescere nello sport, quali prospettive future vedi? In generale, oggi si fa più fatica a emergere perché i bambini sono più poltroni e in un certo senso svogliati, chiusi come sono tra quattro mura con un cellulare o un gioco elettronico in mano. Per la mia generazione invece il divertimento era il pallone, l’albero, la cerbottana o i giochi all’aperto
though, I believe that if we do not scale back we will risk to lose our traditional values progressively. In this way, I am noticing a tendency to not think about the future and its priorities, such as starting a family, or saving money to invest them in your own kids’ futures or to buy a home. Sure, technology and internet have improved our ways of working by easing certain tasks, but for many people it has become an illusion where anything is possible with a ‘click’. In the world of sports, and particularly ski, technology has allowed professionals to reach many more informations thanks to the databases which we can access today, and also the level of professionalism has risen even in the field of physical preparation. What about the youngsters who wish to grow into the world of sports, what future prospectives do you see? Generally, today it is much harder to emerge because children are more lazy and indolent, they are closed into their reality with a smartphone or a video game console in their hands. On the other hand, my generation used to have fun playing with a football, a blowgun, climbing trees and games that you would play in the outsides where you could breathe Genius People Magazine
CERTO, LA TECNOLOGIA E INTERNET HANNO MIGLIORATO IL MODO DI LAVORARE FACILITANDO ALCUNE MANSIONI, MA PER MOLTI RESTA L’ILLUSIONE CHE PREMENDO UN TASTO SIA TUTTO POSSIBILE. SURE, TECHNOLOGY AND INTERNET HAVE IMPROVED OUR WAYS OF WORKING BY EASING CERTAIN TASKS, BUT FOR MANY PEOPLE IT HAS BECOME AN ILLUSION WHERE ANYTHING IS POSSIBLE WITH A ‘CLICK’.
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Foto Alessandro Belluscio_Colmar Alpine
dove respiravi aria sana. Anche a livello fisico e psicomotorio si era molto più veloci perché quello che si impara da bambini non si dimentica. Così, una sfida di corsa tra ragazzini, camminare su un terreno irregolare o attraversare un fiume passando sopra i sassi sono tutte attività che aiutano a tenere il cervello sempre allenato perché di volta in volta memorizza queste attività che si rivelano utili per la crescita ma anche in età adulta. I ragazzi di oggi invece sono preparatissimi a livello tecnologico ma carenti nella pratica. Bisogna tornare a praticare queste attività quotidianamente come si faceva una volta. Oggi i ragazzini sono inesperti e difficilmente sarebbero in grado di costruire una casetta in legno o una fionda. Temo possano avere anche difficoltà a capire da che parte tenere un martello (ride scherzosamente, ndr). In quest’ottica, la tecnologia è stata deleteria. I giovani, se mai si può generalizzare, sembrano in attesa che qualcuno risolva loro i problemi (come disse Marchionne) e fanno fatica a immaGenius People Magazine
fresh air. Even on a physical and psychomotor level we were much faster as what you learn as a kid you can’t forget. A speed race between kids, walking on an uneven ground or crossing a river onto its rocks all help train and maintain the brain because from time to time it memorises these activities which are useful while growing but also in your adult life. We need to go back to practicing these activities daily as we used to. Today teenagers are inexperienced and probably wouldn’t be able to build a small wooden house or a slingshot. I am afraid they may have difficulties holding a hammer from the right side. (Humorously laughing, ed.) In this manner, technology has been detrimental. Youngsters, if we can generalise, seem to be waiting for someone to solve their problems (as Sergio Marchionne said) and have difficulties imagining a different future. In your opinion, can we expect a rebirth in responsibility from their side? A sort of rebirth to exit from this declining mood we are giving up to?
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ginare un futuro diverso. Secondo te, possiamo attenderci una certa responsabilizzazione da parte loro? Uno slancio vitale per uscire dal clima un po’ decadente al quale ci stiamo rassegnando? In questo periodo storico dobbiamo ancora rassegnarci ad accettare lo stato attuale delle cose ma penso che tra dieci, venti o forse cinquant’anni qualcosa cambierà. A titolo di esempio, basti pensare all’allarme mondiale sull’inquinamento terrestre provocato dalla plastica che è stato lanciato recentemente. Per anni i ricercatori hanno sensibilizzato le persone sulle gravi conseguenze che l’impatto della plastica avrà per noi e per il nostro pianeta, eppure abbiamo fatto poco o nulla per migliorare la situazione. Arriviamo sempre troppo tardi per prendere provvedimenti. Dici che bisogna toccare il fondo per poi risalire… Sì, temo proprio questo: ci accorgiamo di un problema quando è troppo tardi. Quando si parla di tematiche che a volte sembrano lontane dalla nostra quotidianità tendiamo a prendere gli avvertimenti con troppa superficialità. Solo con il passare del tempo e quando il problema diventa grave ed evidente, ci troviamo costretti ad agire. “Il tempo è denaro” sembra un dogma universalmente riconosciuto. Ne scrisse già Francis Bacon alla fine del ‘500 e lo ribadì Franklin Delano Roosvelt all’inizio dello scorso secolo. Credi che il Tempo necessario ad ascoltare, studiare, riflettere, sognare sia uno spreco inutile, per sognatori fuori dal tempo, o un investimento nel medio-lungo termine? Penso ci voglia equilibrio in tutte le cose ma ognuno di noi ha, per così dire, i propri tempi. Bisogna cercare di capire qual è il tempo necessario per apprendere e conoscere. Se ad esempio uno decidesse di fare il garzone in una bottega di falegnameria potrebbe credere che osservando il lavoro saranno sufficienti un paio di giorni per usare gli strumenti di lavoro. Ma la fretta è cattiva consigliera e si fa presto a farsi male con una sega. Il tempo per apprendere il mestiere, o per fare pratica in generale, è importante. Il massiccio utilizzo dei social network o delle app di messaggistica come WhatsApp per comunicare è, per alcuni, il segnale di una solitudine interiore. Un po’ come se si comunicasse di continuo, ma con poche cose da dire e sentimenti non sempre nobili da condividere?
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In this historical era we still have to give up the current situation and accept things as they are, but I think that in ten-twenty maybe even fifty years some things will change. For example just take a look at the global alarm on pollution due to plastic that has risen recently. For years researchers have educated people on the severe consequences plastic will cause on us and our planet, but we have done very little or nothing at all to improve the situation. We are always late when we have to make a decision. So you are saying we have to touch the lowest point to rise again… Yes, I am afraid this is the situation: We understand there is a problem when it’s already too late. When dealing with things that may seem far from our daily lives we have the tendency of underestimating these warnings. Only when time passes and the problem grows and becomes clear we then are forced to act. ‘Time is money’ seems like it has become a universal dogma. Francis Bacon talked about it in the 16th century and Franklin Delano Roosevelt resumed it in the beginning of the past century. Do you think that the time to listen, study, reflect, dream, is a useless waste, for dreamers of another era, or an investment on the medium to long term? I think there is a need for equilibrium for everything, but everyone has its own, let’s say, timing. We need to understand when it’s time to learn and understand. If for example a person decides to become an apprentice in a carpentry, he might decide that observing the work of a professional for a couple of days could be sufficient to use the tools he uses. But rushing may be a bad idea as it is easy to get injured with a saw. Taking your time to learn a job or to practice in general, is important. The massive use of social networks or messaging apps such as WhatsApp to communicate is for some people, a clear signal of internal loneliness. It is like we continuously communicated very little things and feelings that are not always noble. I have to make the premise that I am not a ‘social’ guy. Actually, I might say that I am unfit. When I was in the United States in 2004 I discovered Facebook and I immediately fell in love with it because I thought it was extraordinary to find old friends with just a click. I was euphoric, I was beGenius People Magazine
BISOGNA CERCARE DI CAPIRE QUAL È IL TEMPO NECESSARIO PER APPRENDERE E CONOSCERE. WE NEED TO UNDERSTAND WHEN IT’S TIME TO LEARN AND UNDERSTAND.
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INTERVISTA A KRISTIAN GHEDINA
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Devo premettere che io non sono affatto social. Anzi direi che sono negato (ride di gusto, ndr). Quando ero in America nel 2004 ho scoperto Facebook e me ne sono subito innamorato perché pensavo fosse straordinario ritrovare con un solo click vecchi amici o conoscenze. Ero euforico, chiedevo l’amicizia a tutti. Con il tempo però mi sono reso conto che i social network ci rendono schiavi di una macchina, il computer, e ci allontanano dalla realtà. Se prima esisteva una certa solitudine questo solco viene reso ancora più profondo dalla realtà virtuale, che ci impedisce di vivere la vita reale. Io navigo principalmente per curiosità e non sono per esempio uno di quelli che comunica con le foto, come si usa oggi. Questo strumento può aiutare le aziende, il marketing, la pubblicità ma a lungo andare ci logora, ci allontana dalle persone e ci rende apatici, confermando questa mancanza di argomenti. Una certa penuria comunicativa. Temo che stiamo in un certo senso regredendo. Il selfie di Kristian Ghedina con la sciatrice statunitense Lindsey Vonn
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coming friends with everyone. As time passed I discovered that Social Networks enslave us under a master which is a machine, a computer, and they depart us from reality. If before Social Networks there was some loneliness, this loneliness becomes larger due to virtual reality. I use the internet mainly for curiosity and I am not one of those who communicates with pictures, as it is the habit today. This tool may help companies, marketing, advertisement strategies but on the long run it wears us, it separates us from people and it makes us apathetic, confirming the lack of arguments. A sort of communicative shortage. I am afraid we are in a regression. This being said, the person’s value is and will always be a primary value or appearance will be more important? In my opinion, a person will always be in first place, but the vast majority of people lose their essence and make appearance prevail because they are
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A questo proposito, il valore della persona è e sarà sempre un valore primario o sarà l’apparenza ad avere la meglio? La persona, per quanto mi riguarda, sarà sempre al primo posto, ma la maggior parte delle persone perdono la loro essenza e fanno prevalere l’apparenza perché si fanno prendere da questa euforia virtuale. Si entra in un circolo vizioso dal quale è difficile uscire come capita a quelli che vanno a giocare al casinò e vogliono sempre vincere. Mio padre diceva che “quelli che vincono al casinò sono quelli che stanno a casa”. Con questo voglio dire che la persona è un valore assoluto che deve prevalere sulle realtà create virtualmente sui social network. Questi ultimi dovrebbero servirci semplicemente come uno strumento utile a soddisfare i nostri bisogni lavorativi, vista l’evoluzione del mondo del lavoro in questo senso, ma non a sopraffare la persona. Credi che la cultura media sia cresciuta negli anni attraverso le grandi opportunità offerte dalla tecnologia o si sia in qualche modo abbassata? Dipende. Sotto un certo punto di vista la tecnologia ha permesso di essere molto più scaltri e veloci. La cultura delle persone è cresciuta sotto l’aspetto teorico perché internet dà accesso a molte informazioni però sotto l’aspetto pratico c’è un netto peggioramento. Adesso si crede di imparare a palleggiare un pallone guardando in rete il video di qualche calciatore professionista, ma si perde di vista l’importanza della pratica e dello studio, del duro allenamento. Per imparare bisogna fare molta pratica. Ritornando allo sci, sono moltissime le nozioni che apprendi stando nel bosco tutto il giorno e che non potrai fare navigando in Internet senza un riscontro pratico. Con le conoscenze attuali, a livello scientifico, si potrebbe fare di più, per vivere meglio? Sì, si potrebbe fare di più ma bisogna ripartire in un certo senso dalle origini per comprendere l’evoluzione, imparare a vivere la realtà e apprendere dalla pratica. Ed è bene che le persone se ne rendano conto. Non ha senso sfruttare le conoscenze scientifiche per migliorare un mondo che siamo noi stessi a peggiorare. In questo senso, ognuno di noi può contribuire al miglioramento facendo del suo meglio, magari raccogliendo le bottigliette di plastica in una camminata nel bosco o per strada (come fa Kristian, ndr).
captured by this virtual euphoria. You become part of a vicious cycle from which it is difficult to get out of. Similarly, it happens with gamblers at the casinos who always want to win. My father used to say “those who win at the casino are the ones who stay at home”. This means that the person is an absolute value which must prevail on the realities virtually created on social networks. These personas should simply provide us with a tool to satisfy our work needs, due to the evolution of the work sphere in this sense, but shouldn’t overwhelm the single person.
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LA CULTURA DELLE PERSONE È CRESCIUTA SOTTO L’ASPETTO TEORICO PERCHÉ INTERNET DÀ ACCESSO A MOLTE INFORMAZIONI PERÒ SOTTO L’ASPETTO PRATICO C’È UN NETTO PEGGIORAMENTO.
Do you think that the average cultural level has risen over the past years through the huge opportunities offered from technology or in some way it has been detrimental to it? It depends. From a certain point of view technology has allowed us to be more sly and fast. People’s culture has risen under the theoretical aspect because internet gives access to many informations but under the practical aspect it makes us severely worse. Today we believe that we can learn how to jog a ball just by looking at some professional footballer’s video found online, but we lose sight of what is really important, practicing and studying, training hard. To learn well you must practice a lot. Going back to the sphere of ski, many of the notions you will only be able to learn staying in the woods all day long training and you surely won’t learn that by searching the internet with no practice to go with it.
PEOPLE’S CULTURE HAS RISEN UNDER THE THEORETICAL ASPECT BECAUSE INTERNET GIVES ACCESS TO MANY INFORMATIONS BUT UNDER THE PRACTICAL ASPECT IT MAKES US SEVERELY WORSE.
With our current knowledge, at a scientific level, could we do more to live better? Yes, we could do more but we must take a step back and look at our roots to understand evolution, to learn how to live real life and learn from practicing. It is key that people start realising this. There is no need to use our scientific knowledge to improve our world if we are the ones who are destroying it. In this way, everyone may contribute to a better situation, just by picking up plastic bottles during a hike in the woods or by walking on the road (just as Kristian does, ed.) In collaborazione con
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INTERVISTA A ERVIN LASZLO
di/by FABIO DE VISINTINI
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C amb iar e il paradig m a c h e g ov er na il m ondo è p o s s ib il e e dip ende da noi Il “mondounico” in cui viviamo è interdipendente perciò è necessario cooperare per raggiungere la sostenibilità
Ervin Laszlo ottiene il Dottorato di ricerca in Studi umanistici e filosofia alla Sorbona nel 1970 e oggi è direttore dell’Istituto Laszlo per la Ricerca sul Nuovo Paradigma (Italia), fondatore e presidente del Club di Budapest, membro dell’Accademia internazionale delle arti e della scienza, dell’Accademia ungherese della scienza nonché dell’Accademia Internazionale di filosofia della scienza. Il Professor Lazslo è inoltre senatore dell’Accademia internazionale medicea ed editore di World Futures, rivista di ricerca sui nuovi paradigmi. È vincitore del Premio per la Pace “Goi” (2002), del premio “Mandir la Pace” (2005), del premio Conacreis per la divulgazione della cultura olistica (2009), del Premio Etica di Milano (2014) e del Premio di Lussemburgo per la pace nel mondo (2017). Laszlo è cittadino onorario della città di Buenos Aires e professore onorario dell’Istituto tecnologico di Buenos Aires. È stato insignito del titolo di dottore di ricerca ad honorem negli Stati Uniti, in Canada, Finlandia e Ungheria ed è autore o co-autore di 54 libri tradotti in 24 lingue. Laszlo è stato nominato per il Premio Nobel per la Pace nel 2004 e 2005.
Professor Laszlo, lei è il mentore di un Nuovo paradigma per la ricerca. Il livello più alto di specializzazione nella scienza e nella tecnologia spesso esclude visione allargata e altri punti di Genius People Magazine
CHANGING THE GOVERNING PARADIGM IS POSSIBLE AND IT IS UP TO US TO DO IT The “oneworld” we are living in is interdependent therefore cooperation is necessary to achieve sustainability
Ervin Laszlo, Doctorat d’État Sorbonne (1970) is Director of the Laszlo Institute of New Paradigm Research (Italy), Founder and President of The Club of Budapest, Fellow of the World Academy of Art and Science, Member of the Hungarian Academy of Science and the International Academy of Philosophy of Science, Senator of the International Medici Academy, and Editor of the international periodical World Futures: The Journal of New Paradigm Research. He is the recipient of the Goi Peace Prize (2002), the International Mandir of Peace Prize (2005), the Conacreis Holistic Culture Prize (2009), the Ethics Prize of Milano (2014), and the Luxembourg World Peace Prize (2017). Laszlo is Honorary citizen of the City of Buenos Aires and Honorary Professor of the Buenos Aires Institute of Technology. He holds Honorary PhD’s from the United States, Canada, Finland, and Hungary and is the author or co-author of fifty-four books translated into twenty-four languages. Laszlo was nominated for the Nobel Peace Prize in 2004 and 2005.
Professor Laszlo, you are the mentor of a New Paradigm for Research. The highest level of specialization in science and technology often excludes an enlarged vision and other points of
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vista. Crede che in futuro avremo bisogno di più interdisciplinarietà nella ricerca? Viviamo in un mondo sempre più unito attraverso le azioni e la comunicazione. Abbiamo un unico mondo, siamo talmente interdipendenti che non esistono diversi “futuri possibili” per noi ma solo un futuro per tutti. Questo “mondounico” è ora minacciato da condizioni non sostenibili per l’ecologia, il clima e anche per la sfera degli affari, della politica e della società. Abbiamo bisogno di una visione completa della nostra condizione per poter agire con buone probabilità di raggiungere il nostro obiettivo fondamentale, che deve essere quello di vivere e prosperare su questo pianeta, di mantenere tutta quanta la comunità umana nell’abbraccio dell’intera biosfera. Se non riusciamo ad avere una visione integrale, non possiamo essere sicuri che i risultati delle nostre azioni corrispondano alle nostre intenzioni, ivi inclusa quella che deve essere la nostra intenzione primaria: vivere e prosperare come individui e come comunità. Non c’è alternativa alla creazione di ulteriori aree di ricerca interdisciplinare. Dobbiamo tenere a mente che la nostra condizione su questo pianeta non rientra nelle categorie ordinate con cui segmentiamo il nostro modo di pensare. La condizione fisica della nostra esistenza non è separata e separabile dalle sue condizioni biologiche, e questa condizione non può essere separata dalle condizioni che regnano nella società. Dobbiamo vedere le cose nella loro integralità: vedere le connessioni. Altrimenti, rischiamo di impegnarci in azioni parziali che segmentano la condizione umana e creano sempre più conflitti capaci di generare violenza. Il mondo sta per collassare, ma gli statisti e le multinazionali non si muovono. Lei afferma che che anche il business può crescere attraverso criteri di sostenibilità. Può spiegare il suo punto di vista? Il mondo è sulla strada del collasso ma solo laddove non cambieremo e non ci adatteremo alla realtà della condizione umana sul pianeta. Il fatto è che per evitare il collasso dobbiamo cambiare e il cambiamento reale è, nella maggior parte dei casi, difficile e doloroso perché significa abbandonare pratiche e privilegi consolidati. Il cambiamento è più difficile per coloro che hanno molto cui rinunciare, vale a dire le persone influenti in politica o negli affari. Non c’è da sorprendersi che potenti lobby cerchino di mantenere lo status quo sia nei grandi affari che nella grande politica!
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Foto Bernard F. Stehle
view. Do you think that in the future we will need more interdisciplinarity in research? We live in a world that is ever more united in its actions and through its communication. We have just one world – we are so interdependent that there are not several futures possible for us only one future for all. This “oneworld” is now threatened by unsustainable conditions – in the ecology in the climate, and also in the sphere of business, politics and society. We need an overview of our condition so we could act with a good chance of achieving our basic goal, which must be to live and to thrive on this planet – to maintain the whole human community in the embrace of the whole-biosphere. If we fail to have an integral vision, we cannot be sure that the results of our actions correspond to our intentions, including what must be our basic intention: living and thriving as individuals and as a community. There is no alternative to creating ever more areas of interdisciplinary research. The fact to keep in mind is that our condition on this planet does not segment into the neat categories by which we segment our thinking. The physical condition of our existence is not separate and not separable from its biological conditions, and that condition cannot be separated from the conditions the reign in society. We need to see things in their integrality – see the connections. Otherwise we risk engaging in partial actions that segment the human condition and create ever more conflicts that may give rise to violence. Genius People Magazine
DOBBIAMO VEDERE LE COSE NELLA LORO INTEGRALITÀ: VEDERE LE CONNESSIONI. ALTRIMENTI, RISCHIAMO DI IMPEGNARCI IN AZIONI PARZIALI CHE SEGMENTANO LA CONDIZIONE UMANA E CREANO SEMPRE PIÙ CONFLITTI CAPACI DI GENERARE VIOLENZA. WE NEED TO SEE THINGS IN THEIR INTEGRALITY – SEE THE CONNECTIONS. OTHERWISE WE RISK ENGAGING IN PARTIAL ACTIONS THAT SEGMENT THE HUMAN CONDITION AND CREATE EVER MORE CONFLICTS THAT MAY GIVE RISE TO VIOLENCE.
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IL FATTO È CHE PER EVITARE IL COLLASSO DOBBIAMO CAMBIARE E IL CAMBIAMENTO REALE È, NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI, DIFFICILE E DOLOROSO PERCHÉ SIGNIFICA ABBANDONARE PRATICHE E PRIVILEGI CONSOLIDATI. THE FACT IS THAT TO AVOID COLLAPSE WE NEED TO CHANGE, AND REAL CHANGE IS IN MOST CASES DIFFICULT AND PAINFUL BECAUSE IT MEANS LETTING GO OF ESTABLISHED PRACTICES AND PRIVILEGES.
Tuttavia, la politica e gli affari, elementi portanti della società ai giorni nostri, devono imparare ad adattarsi alle nuove condizioni, vale a dire devono cambiare per diventare sostenibili. Il massimo, il più elevato, il più importante criterio per il funzionamento di un sistema è la sua sostenibilità e, più precisamente, la sostenibilità delle condizioni che crea e sviluppa. Se le condizioni che circondano il sistema diventano critiche, il sistema si guasta. Questo è noto in linea di principio a tutti i leader della politica e del mondo del business, ma in pratica non lo valutano e non gli danno priorità. I leader politici e gli uomini d’affari di oggi sono più preoccupati per le sfide immediate poste dalla concorrenza e per il mantenimento della loro base di potere e della loro posizione piuttosto che dalla sostenibilità delle condizioni che creano con le loro azioni. Questa è una pratica pericolosa che rischia di creare una rottura. La sostenibilità intesa nel suo significato principale che si riferisce all’intero sistema politico e del business è il criterio fondamentale. Ciò significa che in questo mondo interdipendente, i leader politici e aziendali devono unirsi e cooperare per raggiungere la sostenibilità, perché da solo nemmeno il più potente sistema politico e imprenditoriale non può ottenerlo. Anche questo è noto ai leader di oggi, ma anche questo è sepolto sotto la valanga della competizione nei confronti di vantaggi e benefici immediati. Lei è anche un noto filosofo. Oggi la tecnologia e il business sono un po’ le stelle guida del nostro modo di vivere, pensa che le persone abbiano bisogno di un approccio spirituale per vivere insieme ai robot e ad ogni tipo di automazione domestica? La tecnologia è destinata a servire non a dominare la nostra vita. Tuttavia spesso prende il sopravvento, perché la competizione per ottenere profitti nel breve periodo impone che venga sviluppata anche a spese di obiettivi e aspirazioni fondamentali. Dobbiamo ripensare a ciò che vogliamo raggiungere e, poi, pensare a come la tecnologia può servire questo scopo. Non tutto ciò che è tecnologicamente fattibile è umanamente vantaggioso, anche se porta profitti a breve termine. Il fatto è che non possiamo ottenere ciò che vogliamo ottenere senza incorrere in una moltitudine di altri risultati, alcuni non previsti, e altri, che vogliamo ignorare perché comportano costi aggiuntivi e richiedono risorse aggiuntive. L’ecologista americano Garret Hardin ha affermato che Genius People Magazine
The world is going to collapse, but statesmen and multinationals don’t move. You say that also business can grow with sustainability criteria, can you explain your point of view? The world is on the way toward collapse if, but only if, we don’t change and adapt to the reality of the human condition on the planet. The fact is that to avoid collapse we need to change, and real change is in most cases difficult and painful because it means letting go of established practices and privileges. Change is the most difficult for those who have the most to give up. That means leading people in politics and in business. It is not surprising that powerful lobbies try to maintain the status quo both in big business and in big politics! But politics and business, leading element of society in our day, must learn to adapt to new conditions. That is, they need to change to become sustainable. The ultimate, the highest, the most important, criterion of the functioning of a system is its sustainability, more exactly, the sustainability of the conditions that it creates and develops. If the conditions around the system become critical, the system breaks down. This is known in principle to every political and business leader, but in practice they do not value it and give it priority. Today’s political leaders and business executives are more concerned with the immediate challenges of competition in and with maintaining their power-base and position than with the sustainability of the conditions they create with their actions. This is a dangerous practice that risks creating breakdowns. Sustainability in the basic sense where it refers to the entire system of politics and business is the basic criterion. That means that in this interdependent world, political and business leaders must get together and cooperate to achieve sustainability, because alone not even the most powerful political and business system can achieve it. This, too, is known to today’s leaders, but this, too, is buried under the avalanche of competition for immediate advantages and benefits. You are a famous philosopher too. Today technology and business are the stars in our way of life, do you think that people need a spiritual approach to live together with robots and every kind of home automation? Technology is intended to be a servant, not a master in our life. But often it takes over, because competition for short-term profit dictates that it should be developed even at the expense of more basic goals and aspirations. We need to re-think what we
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Professor Ervin Lazslo fondatore di The Lazslo Institute of New Paradigm Research
“non possiamo fare solo una cosa”. Le “altre” cose che facciamo anche se non le vogliamo fare devono essere prese in considerazione. In un mondo interdipendente non ci sono “effetti collaterali” trascurabili. Ogni effetto è una causa di innumerevoli altre cause ed effetti in una catena ininterrotta. Non dobbiamo permettere agli effetti collaterali che sono secondari, di poter sopraffare e superare le nostre intenzioni e aspirazioni primarie. Avere robot automatizzati che governano la nostra esistenza significa esporre noi stessi a una moltitudine di effetti collaterali imprevisti e in
want to achieve, and then think how technology can serve it. Not everything that is technologically feasible is humanly beneficial – even if it brings short-term profit. The fact is that we cannot achieve what we want to achieve without incurring hosts of other results, some of which we did not foresee, and some we want to ignore because they incur extra costs and require extra resources. The American ecologist Garret Hardin said that “we cannot do just one thing.” The “other” things that we do even if don’t want to do them must be taken into account. In an interdependent world there are no Genius People Magazine
LA TECNOLOGIA È DESTINATA A SERVIRE NON A DOMINARE LA NOSTRA VITA. TECHNOLOGY IS INTENDED TO BE A SERVANT, NOT A MASTER IN OUR LIFE.
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gran parte anche imprevedibili, e al “danno collaterale” che ci infliggono. Se concentrarsi sui nostri desideri e su obiettivi primari significa essere “spirituali”, allora dobbiamo essere spirituali. Ma secondo me questo significa solo essere realisti e non solo “pratici”. Dobbiamo sapere dove ci portano i nostri comportamenti: dove vogliamo andare o verso quali altre direzioni. Lei è anche un artista, un musicista…Se “il tempo è denaro”, qual è il futuro delle arti? Il tempo è denaro, ma il denaro è un valore per ciò che può fare per noi. Se serve ad acquistare cose senza senso, non ne vale la pena. La grande arte non è priva di significato. È un sentimento, un’intuizione, una realizzazione, il ritrovamento di qualcosa di significativo sia per ciò che esprime, sia per come lo esprime. Quel qualcosa è un valore in sé, non può essere semplicemente comprato con i soldi. Nelle sue forme più significative, il denaro non può comprare l’arte e non abbiamo bisogno di denaro per tentare di comprarla. L’arte è bellezza e significato: è il significato della più suprema varietà. Nella scala delle priorità, poter godere del contributo dell’arte nelle nostre vite, è più importante che possedere la maggior parte di qualunque altra cosa. Il futuro delle arti dipende da noi ovverosia se siamo capaci di comprendere le nostre priorità. E ancora, con riguardo alla politica e agli affari, dobbiamo sapere cosa vogliamo e non dobbiamo lasciarci sedurre da obiettivi di breve periodo in termine di potere e privilegi. La soddisfazione che ricaviamo dall’esperienza estetica catalizzata dalla grande arte supera ampiamente la soddisfazione che riceviamo nel possedere cose che possiamo comprare. Ma anche in questo caso, il futuro dipende dalla quantità di persone che si rendono conto di ciò e da quanto intensamente lo desiderano. Ai giorni nostri, in qualche modo quasi tutte le forme di arte sono accessibili alla quasi totalità delle persone. Non dobbiamo più essere un ‘Medici’ per vedere grandi dipinti e un Kaiser austriaco per ascoltare musica sopraffina. Possiamo vedere e ascoltare quasi tutto ciò che viene prodotto ai nostri giorni, e siamo noi a scegliere ciò che vogliamo conoscere. Fintanto che ci saranno persone che scelgono opere che danno vere esperienze estetiche, ci sarà un futuro per le arti. In che modo le nuove generazioni saranno in grado di cambiare i vecchi paradigmi? Genius People Magazine
negligible “side-effects.” Every effect is a cause of myriad other causes and effects in an unbroken chain. We must not let these secondary “side” effects overpower and overtake our primary intentions and aspirations. Having automated robots govern our existence is to expose ourselves to hosts of unforeseen, and in large part also unforeseeable, side effect, and to the “collateral damage” they inflict on us. If focusing on our primary, well – conceived wishes and goals means being “spiritual” – then we need to be spiritual. But in my view, this only means being realistic and not just “practical.” We have to know to where our practices are taking us: to where we want to go, or to somewhere else. But you are an artist too, a musician! If “time is money”, which is the future for arts? Time is money, but money is a value for what it can do for us. If it “buys” a meaningless things, it is not worth having. Great art is not meaningless. It is a feeling, an intuition, a realization – a finding of something meaningful both by what it expresses, and how it expresses it. That something is a value in itself, cannot be simply bought with money. In its most important forms, money cannot buy it, and we do not need money to try to buy it. Art is beauty and significance – it is meaning of the most supreme variety. In the scale of priorities, having the contribution of art for our life is more important than having most anything else. The future of the arts depends on us: whether we get our priorities right. Again, as with politics and business, we have to know what we want, and not be seduced by shortterm objectives in power and privilege. The satisfaction we get from the esthetic experience catalyzed by great art is far above the satisfaction we get in owning things we can buy. But again, the future depends here, too, on how many people realize this, and how intensely they want it. In our day and age in some way nearly all forms of are accessible to nearly all people. We no longer have to be a Medici to see great paintings, and an Austrian Kaiser to hear great music. We can see and hear almost everything that is produced in our day, and it is us to choose what we want to experience among them. As long as there are people who choose works that give true esthetic experiences, there is a future for the arts. How will new generations be able to change the old paradigms? The answer to this question is two-fold. First, by
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La risposta a questa domanda è duplice. In primo luogo, sapendo cosa vogliono e sapendo che il nuovo paradigma offre un modo migliore di ottenerlo rispetto al vecchio. E in secondo luogo, agendo alla luce dell’insegnamento di Gandhi: “sii il cambiamento che desideri vedere nel mondo”. In tempi di grande incertezza e instabilità, non possiamo ignorare il potere dei modelli di comportamento e degli esempi personali. Il pensiero e l’azione ispirati da altri sono “contagiosi”. Possono diffondersi nel mondo con una velocità lampo. C’è un enorme potere nei desideri e nelle aspirazioni sia di singoli individui sia di gruppi impegnati. Non solo con il denaro, ma già con Internet ci procuriamo ciò che vogliamo, indipendentemente dal fatto che sia davvero buono per noi. Se un numero congruo di persone si rende conto di ciò che è buono per loro, possono “diventarlo”, e unirsi per raggiungerlo. Hanno buone probabilità di ottenerlo. Quando un numero sufficiente di persone ricerca un nuovo paradigma, quel paradigma diventa realtà. Quando questo accade, il mondo cambia. E potrebbe cambiare in meglio. Infine, il cambiamento del paradigma dipende da ciò che le persone vogliono, e con quanta dedizione lo vogliono. Shakespeare aveva ragione quando diceva che non si tratta solo di quanto ami, ma di quanto bene lo fai... Questo vale anche per il paradigma secondo cui viviamo la nostra vita. È tempo di cambiare il paradigma che governa il nostro tempo. Sta a noi creare il paradigma che ispiri il nostro modo di pensare e governi le nostre azioni, quel paradigma con cui noi e coloro che ci circondano possiamo vivere in maniera sostenibile e prospera su questo prezioso pianeta.
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knowing what they want and knowing that the new paradigm offers a better way of achieving it than the old. And second, by acting in light of Gandhi’s saying: “be the change you wish to see in the world.” In times of great uncertainties and instabilities, we cannot disregard the power of role models and personal examples. Inspired thinking and action are “contagious.” It can spread through the world with lightning speed. There is tremendous power in the wishes and aspirations of both individuals and dedicated groups. Not only money, already the Internet brings us what we want, independently of whether or not it is truly good for us. If enough people realize what is good for them, they can “become” it, and join to achieve it. They have a good chance of getting it. When enough people seek a new paradigm, that paradigm becomes reality. When it does, the world change. It could change for the better. In the final count, shifting the paradigm depends on what people want, and with how much dedication they want it. Shakespeare was right when he said that it’s not just a question of how much you love, but of how well… This also applies to also to the paradigm by which we live our life. It is time to shift the governing paradigm of our time. It is up to us to create the paradigm that inspires our thinking and governs our actions – the paradigm by which we and those around us can live sustainably and floridly on this precious planet.
STA A NOI CREARE IL PARADIGMA CHE ISPIRI IL NOSTRO MODO DI PENSARE E GOVERNI LE NOSTRE AZIONI, QUEL PARADIGMA CON CUI NOI E COLORO CHE CI CIRCONDANO POSSIAMO VIVERE IN MANIERA SOSTENIBILE E PROSPERA SU QUESTO PREZIOSO PIANETA. IT IS UP TO US TO CREATE THE PARADIGM THAT INSPIRES OUR THINKING AND GOVERNS OUR ACTIONS – THE PARADIGM BY WHICH WE AND THOSE AROUND US CAN LIVE SUSTAINABLY AND FLORIDLY ON THIS PRECIOUS PLANET.
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INTERVISTA A ALBERTO PELLAI
di/by ANNA MIYKOVA
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D i f u tu r o, r es p o n s a b ilità e val o r i Conversazione con il dottor Alberto Pellai sui giovani di domani
FUTURE, RESPONSIBILITY AND VALUES A conversation with Dr. Alberto Pellai regarding the new generations
Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva autore di numerosi libri sui giovani
Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, è ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Bio-Mediche dell’Università degli Studi di Milano, dove si occupa di prevenzione in età evolutiva. È autore di numerosi bestseller per genitori, educatori e ragazzi quali “Tutto troppo presto”, “Girl Revolution”, “L’età dello tsunami” e “I papà vengono da Marte, le mamme da Venere” scritto a quattro mani con la psicopedagogista Barbara Tamborini. Nel 2004 è stato insignito della medaglia d’argento al merito della sanità pubblica dal Ministero della Salute.
La critica degli adulti nei confronti dei giovani è un fil rouge che attraversa la nostra società e quelle di epoche passate. Nella letteratura quattrocentesca i giovani di allora venivano descritti come sedotti dalla mollezza dei costumi o ignavi, Henry Ford nel secolo scorso li definiva indolenti, l’ex Ministro del lavoro Fornero li ha chiamati schizzinosi esortandoli a pensare al lavoro…Insomma, tante critiche ma nessuna prospettiva futura. Quanto saranno capaci, preparati e responsabili i giovani di domani? Io credo che lo saranno tanto quanto i giovani di tutte le generazioni. Essere giovani vuol dire prepararsi al futuro e mettersi in gioco al massimo delle proprie potenzialità. Gli adulti, piuttosto che criticare, dovrebbero al contrario sentirsi responGenius People Magazine
Alberto Pellai, physician and therapist of developmental age, is a researcher in the Bio-Medical Science department of the University of Milan, where he is involved in prevention in developmental age. He is an author of numerous bestsellers for parents, educators and teenagers such as “Tutto troppo presto”, “Girl R-evolution”, “L’età dello tsunami” and “I papà vengono da Marte, le mamme da Venere” co-written with psychopedagogist Barbara Tamborini. In 2004 he was awarded the silver medal of honour of the public health by the Italian Ministry of Health.
Adults criticising youngsters is a “fil rouge” which has been part of our society and the ones of passed times. In 15th century literature, youngsters were described as seduced by the softness of the customs or opinion-less regarding them. Henry Ford described the youngsters as indolent, the former Italian Minister of Labour Elsa Fornero described them as picky urging them to truly think about jobs. In short, so much criticism but no future perspective. How well prepared, capable and responsible will the future generations be? I believe they will be as prepared as the youngsters of all generations. Being young means to be preparing for the future and get involved at their full potential. On the contrary, adults should be asking
FACE TO FACE
sabili e domandarsi quale futuro stanno preparando per i giovani. La difficoltà sta nel fatto che i giovani di oggi sono la prima generazione nella storia dell’umanità a trovarsi di fronte un futuro che gli adulti continuano a raccontare come nero e fallimentare che è vuoto al suo interno. È la posizione più dura che si sia mai avuta nella storia dell’adolescenza e della gioventù, quella di darsi da fare faticosamente per prepararsi a qualcosa che al momento ti dicono non avrai mai. A chi spetta educarli? Spetta a tutto il mondo adulto ovvero a una sinergia tra le agenzie del territorio, la scuola e la famiglia che hanno responsabilità educativa. Ma sono convinto che questo compito spetti in primis agli adulti di riferimento, quindi tra tutti alla classe politica che deve rappresentare davvero un modello esemplare, un indicatore di direzione. Anche questo, a mio avviso, è stato negli ultimi vent’anni uno dei colpi più duri alla crescita delle giovani generazioni: avere di fronte una delle autorità più fragili, più inconsistenti e spesso anche meno adulte latu sensu. La parte politica, laddove deve costituire un riferimento e ha una modalità di funzionamento ancora più adolescenziale di quella degli adolescenti, dovrebbe fare una riflessione o un mea culpa sugli errori commessi. È come se non ci fosse la percezione di quanto que-
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theirselves what kind of future are they preparing for the youngsters, instead of criticising them. The main issue is that the youngsters of this era are the first ones in the history of humanity where adults have described the future as dark, unsuccessful and empty. It is one of the most difficult situations adolescents and young adults have had to face: work hard to prepare for a future which adults say is unreachable. Who’s role is it to educate them? The entire adult world, namely territorial bureaus, schools and families have the responsibility to educate. Although, I am sure that this role to educate is up to role models, first and foremost, the politicians who must represent a true exemplary model, a North Star. This too has been one of the hardest hits for the young generations of the past twenty years or so. Having to look up to fragile authorities, very inconsistent and revealingly less adult. The political side, which must represent a role model which instead is even more adolescent than adolescents, should meditate about the current situation or recite the mea culpa for the mistakes made. It is like there isn’t a perception of how much they generate a social model to look up to. We often hear about an empty generation, without points of reference and values. Do you agree
GLI ADULTI, PIUTTOSTO CHE CRITICARE, DOVREBBERO AL CONTRARIO SENTIRSI RESPONSABILI E DOMANDARSI QUALE FUTURO STANNO PREPARANDO PER I GIOVANI. Genius People Magazine
ON THE CONTRARY, ADULTS SHOULD BE ASKING THEIRSELVES WHAT KIND OF FUTURE ARE THEY PREPARING FOR THE YOUNGSTERS, INSTEAD OF CRITICISING THEM.
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INTERVISTA A ALBERTO PELLAI
sto sia un ruolo che genera modelli sociali e di riferimento. Si sente parlare spesso di generazione vuota, priva di punti di riferimento e valori. Lei è d’accordo sull’affermazione che i valori tradizionali non vengano insegnati a sufficienza o siano in qualche modo trascurati? Un valore non può essere insegnato come una materia scolastica ma deve essere testimoniato. Dobbiamo cioè percepire il valore di qualcosa per la cura che viene riposta in esso all’interno del contesto di vita. La dimensione dei valori è dunque una di quelle aree in cui il mondo adulto predica bene ma razzola male. Dentro a questo paradosso c’è una crisi etica e sociale che ha portato alla definizione di Bauman di “società liquida” dove non esistono più riferimenti e cornici chiare. I valori rappresentano le fondamenta su cui si regge il vivere civile ma non abbiamo bisogno di trattati che ci insegnino i valori ma di una società adulta che sia valoriale, cioè esemplificatrice di valori. Negli ultimi quaranta o cinquant’anni, il valore si è effettivamente spostato moltissimo sul successo tout court: avere successo indipendentemente dalle competenze e dal merito che dovrebbe garantirtelo e avere tanti soldi, intendendo la ric-
UN VALORE NON PUÒ ESSERE INSEGNATO COME UNA MATERIA SCOLASTICA MA DEVE ESSERE TESTIMONIATO.
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with the statement that traditional values are not sufficiently taught or are in some way forgotten? A value cannot be taught like a school subject but it must be witnessed. We must perceive the value of something by observing the attention given to it into our lives. The dimension of values is then one of those areas where the adults talk the talk, but don’t walk the walk. Inside this paradox there is an ethical and social crisis which has lead to Bauman’s definition of a “liquid society” where there are no more reference points and clear boundaries. Values are what civilisation is based upon, but we do not require treaties which teach us values, but we need an adult society which is of values. In the last forty to fifty years, values have moved totally towards success. Having success independently from competence and merit, which should grant it and allow you to have a lot of money, transforming richness into the final goal. These are not values, they should have merely been a consequence to the values chosen to follow in life. Values of participation and sharing are left behind to make room for a greater individualism where the dimension of the single being is more important than the one of the group or community. Just think about how teenagers share and
A VALUE CANNOT BE TAUGHT LIKE A SCHOOL SUBJECT BUT IT MUST BE WITNESSED.
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chezza come fine. Questi non sono valori ma avrebbero dovuto eventualmente essere una conseguenza di scelte di valori della vita. I valori della partecipazione e della condivisione lasciano spazio a un sempre maggiore individualismo dove la dimensione del singolo conta più di quella del gruppo o della comunità. Si pensi al fatto che i ragazzi oggi condividono e comunicano molto sui social network (contenuti, foto, pensieri) ma poco nella vita reale a contatto con i loro coetanei. Come valuta una simile prospettiva? È una prospettiva molto pericolosa. L’essere umano è un essere strutturato congenitamente per stare in relazione con gli altri. Ed è la relazione il senso profondo del nostro esistere: è incontrare, stare con e per l’altro. Ma questo “altro” deve essere però in carne ed ossa. La relazioni si trasforma così in contatto. Quando invece la dimensione sociale diventa “social” è come se noi entrassimo in una zona che è un simulacro, cioè una rappresentazione di quello che ci serve ma che non è realmente quello che ci serve. E questo rischia di spostarci in modo spaventoso in una zona che è fuori dal principio di realtà. Nella prospettiva di medico terapeuta significa che sei in una zona psicotica dove si alterano concretamente i parametri dello stare al mondo e dove quindi può succedere un po’ tutto: ci si può far male oppure fare male agli altri. Se è vero che l’esempio degli adulti di oggi contribuisce a plasmare il comportamento dei giovani di domani. Quali saranno, secondo lei, gli insegnamenti che le generazioni future porteranno con sé? Da un lato, credo che per i giovani resetteranno un po’ tutto a zero. Penso ad esempio alla vicenda di Greta Thunberg (la sedicenne svedese che scioperando ogni venerdì contro il riscaldamento globale davanti alla sua scuola, è riuscita a trascinare nelle piazze di tutto il mondo milioni di giovani che ne hanno seguito l’esempio attraverso i social network, ndr) e ai giovani che chiedono a chi li governa di dar loro conto su quello che stanno facendo. Penso a quei giovani che con le loro modalità, il loro entusiasmo e la loro voglia di futuro provano a ridefinire delle priorità. Allo stesso tempo, credo che nella comunità ci siano persone illuminate che con la loro vita, il loro esempio e i loro valori testimoniano l’importanza di dare senso alla propria esistenza. E poi c’è ancora un sot-
communicate a lot on social networks (content, pictures, thoughts) but do not share a lot in the real life interacting with their peers. How do you rate such perspective? It is a very dangerous perspective. Human beings are structured congenitally to relate with others. Relationships are at the base of our profound sense of being: meeting, living with and for one another. But this other person must be flesh-and-blood. As so, a relationship becomes contact. Instead, when the social dimension becomes “social” it is like we entered a simulation zone, which is a representation of what we need but not what we really need. We risk moving to a scary zone which is set apart from the principle of reality. From a medical point of view it means that you are in a psicotyc zone where the parameters of reality may get seriously altered and anything can happen. You could get hurt or hurt others. If it is true that the models given by adults help shape the behaviour of the next generations, which, in your opinion, will be the lessons learned by the future generations? On one side, I believe youngsters will reset everything at factory settings. Take for instance the Greta Thunberg phenomenon (the Swedish 16 year old who is striking every friday against global warming in fron of her school, she’s been able to mobilise in the squares of all the world millions of youngsters which have followed her case through social networks, ed.) and all the youngsters which ask the people who rule in their countries to think about what they are really doing. I am feel for those youngsters who with their ways, enthusiasm and their thirst for a better future try to redefine their priorities. At the same time, I think that in our community there are illuminated people that which their lives, their setting examples and their values show the importance of giving a reason to their existence. And then there is a subgroup of free intellectuals and competent people who do not have a voice in the right channels but for instance through social networks and the internet who are capable of creating a debate which is parallel to the mainstream one, capable of moving significantly the ideals and conscience of people.
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QUANDO INVECE LA DIMENSIONE SOCIALE DIVENTA “SOCIAL” È COME SE NOI ENTRASSIMO IN UNA ZONA CHE È UN SIMULACRO, CIOÈ UNA RAPPRESENTAZIONE DI QUELLO CHE CI SERVE MA CHE NON È REALMENTE QUELLO CHE CI SERVE. INSTEAD, WHEN THE SOCIAL DIMENSION BECOMES “SOCIAL” IT IS LIKE WE ENTERED A SIMULATION ZONE, WHICH IS A REPRESENTATION OF WHAT WE NEED BUT NOT WHAT WE REALLY NEED.
If properly used, technology can allow many possibilities of learning, to develop cognitive abilities, although sometimes it is a tool which takes over our lives, especially in the generation of “digital natives”. We prefer to scroll our feeds Genius People Magazine
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INTERVISTA A ALBERTO PELLAI
togruppo di intellettuali liberi e competenti che magari non ha voce negli spazi ufficiali ma, per esempio, attraverso i social network e la rete riesce a generare un dibattito parallelo a quello mainstream, capace di smuovere in modo significativo gli animi e le coscienze e di accendere gli ideali. La tecnologia, se usata bene porta a molteplici possibilità di apprendimento, di sviluppo di abilità cognitive ma talvolta anziché essere uno strumento prende il sopravvento sulle nostre vite, soprattutto sulla generazione dei cosiddetti nativi digitali. Preferiamo scorrere lo schermo del cellulare distrattamente e in maniera annoiata piuttosto che dedicarci alla musica, all’arte, alla lettura di un libro. Crede ci sarà in futuro un’inversione di tendenza? Io me lo auguro perché la tendenza è altrimenti quella di un ripiegamento autistico dove nello schermo non facciamo altro che cercare costantemente la proiezione dei nostri desideri e ci illudiamo di trovare quello che stiamo cercando, stando però sempre più soli e non allenando più il pensiero critico, non esplorando e non ampliando il fuoco dello zoom. Paradossalmente nell’online tutto diventa un imbuto dove noi andiamo a cercare quello che ci fa comodo perché il resto viene messo da parte. Bisogna quindi avere una visione complessa delle cose, non stare sulla superficie ma andare in profondità, generare una verità che non è mai un elemento monolitico che prende in considerazione solo la mia prospettiva ma è derivato dal confronto, dall’approfondimento e dalla multidisciplinarietà. Quindi spero che in futuro la tecnologia rimanga un supporto, uno strumento ma non sia l’essenza stessa del contenuto. Perché laddove la tecnologia diventi contenuto e non contenitore rischiamo di farci male.
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on our phones in a bored way than dedicate our time to music, arts or reading a book. Do you think there will be a radical reverse flip? I hope so because other wise the trend is an autistic retreat where we constantly search for a projection of our desires into a screen and we are fooled we are finding what we are looking for, although we are becoming more lonely and not stimulating critical thinking. We are not exploring and putting into focus a wider angle. Ironically on the online world everything becomes a funnel where we search what we are comfortable with because the rest is put to rest. We must have a complex vision of things, we must dig below the ground of our society, generate a truth which is not monolithic and doesn’t only take into account my perspective but is derived by confrontation, deepening and multidisciplinary. I hope that in the future technology will remain a support tool, but not the actual reality of content. Because where technology is no longer content but a container it is dangerous.
ISAAC GETZ
di/by ISAAC GETZ
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I V ER I L EADER DOV REB B ERO AB B AN D O NARE L’EG O
REAL LEADERS NEED TO LOSE THE EGO
Isaac Getz, professore di leadership presso la ESCP Europe Business School, relatore a conferenze internazionali, autore di “Freedom, Inc.” (edizione italiana, 2018).
“Ciò che scarseggia maggiormente nel mondo oggi non è il petrolio o il cibo, ma la leadership senza ego”. Lo ha affermato Bob Davids, che per 40 anni ha diretto con successo sei società in diversi settori industriali, tra cui Radica, azienda leader high-tech produttrice di giocattoli, e Sea Smoke Cellars, azienda vinicola di fama mondiale. L’affermazione di Davids è spiegata dall’ex AD di General Foods Clarence Francis: “Puoi comprare il tempo di un uomo, puoi comprare la presenza fisica di un uomo in un determinato luogo ... ma non puoi comprare entusiasmo, non puoi comprare iniziativa, non puoi comprare fedeltà, non puoi comprare la devozione dei cuori, delle menti e delle anime. Devi guadagnartele queste cose.” Naturalmente, se un capo ha un grande ego, se pensa di essere la persona più intelligente dell’isolato e lo mostra continuamente, non guadagnerà devozione, vale a dire impegno. Ad ogni modo, l’ego non è un atteggiamento solo del capo. È anche nella struttura organizzativa e nelle modalità di azione. Maggiore è l’ego e più alta è la gerarchia, maggiore è il controllo delle procedure organizzative e delle pratiche motivazionali del bastone e della carota. Genius People Magazine
Isaac Getz, professor of Leadership at ESCP Europe Business School, international speaker, author of “Freedom, Inc.” (italian edition, 2018).
“The biggest shortage in the world is not oil or food. It’s leadership without ego.” So said Bob Davids, who has successfully led six companies in diverse industries for 40 years, including a leading hightech toymaker Radica and world-famous winery Sea Smoke Cellars. Davids’ claim is explained by former General Foods CEO Clarence Francis: “You can buy a man’s time, you can buy a man’s physical presence at a certain place … but you cannot buy enthusiasm, you cannot buy initiative, you cannot buy loyalty, you cannot buy the devotion of hearts, minds, and souls. You have to earn these things.” Of course, if a CEO has a big ego, if they think they are the smartest person on the block and show it permanently, they won’t earn devotion – in other words, engagement. However, ego is not only the CEO’s behaviour. It’s also embodied in organisational structure and practices. The bigger the ego and the steeper the hierarchy, the more controlling the organisational procedures and motivational — carrots and sticks — practices. Hence, employee engagement requires a radical transformation of the command-and-control organisation. This starts with the CEO letting go of ego. I
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Quindi, il coinvolgimento dei dipendenti richiede una radicale trasformazione dell’organizzazione di comando e controllo. Questo inizia con l’abbandono dell’ego da parte del capo. Non ho mai visto un’organizzazione trasformarsi con successo senza la trasformazione personale del leader.
RESTRINGERE IL LEADER Il potere di qualsiasi Paese od organizzazione risiede nella sua gente. Quando le persone vedono che il loro capo le rispetta e usa il potere che gli hanno concesso per il loro bene, conferiscono al leader ancora più potere. Mostrano lealtà e si impegnano. Ma quando vedono il loro capo appropriarsi del potere che gli hanno concesso agendo con disprezzo, iniziano a trattenere quel potere. Smettono di seguire il leader e iniziano a opporsi alle sue misure. Alla fine, potrebbero far cadere il capo. Ho incontrato alcuni leader che non avevano un ego di partenza. La loro storia personale ha modellato la loro umiltà, che non è stata alterata da crescenti responsabilità. La maggior parte dei leader, tuttavia, aveva bisogno di diversi mesi di training da dirigente. Poi, alcuni avevano bisogno di uno psicoanalista, che è una buona cosa. Questa idea di restringere le azioni di un leader capovolge le nostre concezioni comuni sulla leadership, ma non è un pensiero nuovo. Lao Tzu, fondatore del taoismo, scrisse nel VI sec. a.C. di un tipo di leadership che chiamò Wu Wei. JeanFrançois Zobrist, leader nel campo del business della trasformazione, ha descritto Wu Wei così: “Agire senza fare è un laissez-faire che non significa non fare nulla, ma creare le condizioni perché le cose accadono da sole”. Eppure, l’idea che una leadership efficace possa voler dire andare fuori strada – andare a pescare invece di affrontare pressanti problemi aziendali – sembra ancora paradossale. Viene percepita come un’anti-leadership e quindi non la prendiamo in considerazione come alternativa.
CINQUE LEZIONI DI BOB DAVIDS Bob Davids è tra coloro le cui azioni e la cui storia esemplificano questo concetto di leadership radicalmente diversa. Non è un capo sovrumano. Tali leader, nonostante i successi occasionali, rendono le loro organizzazioni permanentemente fragili, in balia della loro partenza o di qualche sorpresa. I successi di Davids sono arrivati grazie al suo essere un leader molto umano, che si è astenuto dall’agire quando altri l’avrebbero trovato irresistibile (l’agire, ndr).
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have never seen a successful organisational transformation without the leader’s personal transformation. SHRINK THE LEADER The power of any country or organisation resides with its people. When people see that their leader respects them and uses the power they granted him or her for their good, they give the leader even more power. They show loyalty and engage. But when they see their leader hoarding the power they granted, acting with contempt, they begin to withhold that power. They stop following the leader and start resisting his or her measures. Ultimately, they may pull the CEO down. I met some leaders who did not have an ego to begin with. Their personal history shaped their humbleness, which hasn’t been altered by growing responsibilities. Most leaders though, needed several months of executive coaching. Then, a few needed a psychoanalyst, which is a good thing. This idea of shrinking a leader’s actions turns our common conceptions about leadership upside down, but it isn’t a new thought. Lao Tzu, the founder of Taoism, wrote in the 6th century B.C. of this type of leadership he called Wu Wei. One transformational business leader Jean-François Zobrist described Wu Wei thus: “To act without acting is a laissez-faire that does not mean doing nothing, but means creating conditions in which things happen by themselves.” Yet, the idea that effective leadership could mean getting out of the way — going fishing instead of dealing with pressing business issues — still feels paradoxical. It feels like anti-leadership, and so we ignore it as an alternative. FIVE LESSONS FROM BOB DAVIDS Bob Davids is among those whose actions and track record exemplifies this radically different leadership concept. He is not some superhuman leader. Such leaders, despite occasional successes, make their organisations permanently fragile — at the mercy of their departure or some surprise. Davids’ achievements have come thanks to being a very human leader, who refrained from acting when others might have found it irresistible. Here are just five edited excerpts from more than one hundred hours of recorded interviews with Davids. 1. “Management is controlling the things you can. There are only three things that you can control in business: time, money, and quality. Note that there Genius People Magazine
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Qui ci sono solo cinque estratti modificati da più di cento ore di interviste registrate con Davids: 1. “Il management è controllare le cose che potete. Ci sono solo tre cose che potete controllare negli affari: tempo, denaro e qualità. Notate che non si parla di persone. Non potete controllare le persone, potete solo guidare le persone.” 2. “Il micromanagement invia alle persone il messaggio di essere degli idioti. E finché pensate siano degli idioti, saranno degli idioti. In effetti, li state facendo diventare degli idioti. Le persone che vanno in giro e fanno soldi per voi…pensate siano idioti. Perché li tenete se sono idioti?” 3. “In qualità di capi non dovreste voler piacere o addirittura essere amati, ma se non potete guadagnarvi il rispetto di ogni singola persona, dovreste lasciar perdere. Come leader, siete un fallimento.” 4. “L’autorità non è la leadership. Potete essere i proprietari, i presidenti o anche gli AD e non essere dei leader. Per contro, un supervisore o un caporeparto può essere un leader. Non è l’autorità che fa un leader, ma è se le persone lo vogliono seguire o meno”. 5. “Avrete problemi con il capo quando penserà che il denaro sia più importante delle persone. Se le persone, l’ambiente, la cultura e la morale sono corretti, avete l’opportunità di fare soldi. Se vi concentrate sui soldi, la mancanza di morale, la mancanza di cultura vi farà cadere come leader. Le persone dell’organizzazione troveranno un modo per sbattervi fuori. Lo faranno.”
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is no mention of people. You can’t control people, you can only lead people.” 2. “Micromanagement sends the message to the people that they are idiots. And as long as you think they are idiots, they will be idiots. In fact, you’re making them idiots. The people that go out and make you money, you think they’re idiots. Why do you keep them if they’re idiots?” 3. “As a CEO you should not want to be loved or even liked, but if you can’t earn the respect of every single person, you should quit. As leader, you are a failure.” 4. “Authority is not leadership. You can be the owner, chairman, or even CEO and not be a leader. Conversely, a supervisor or foreman can be a leader. It’s not authority that makes a leader, it’s whether people want to follow.” 5. “You’re in trouble with the CEO when he thinks that money is more important than people. If the people, environment, culture, and morale are correct, you have the opportunity to make money. If you focus on money, the lack of morale, the lack of culture will bring you down as a leader. The people in the organisation will find a way to get you out. They will.”
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Isaac Getz è professore presso la ESCP Europe business school e autore di numerosi libri
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INTERVISTA A ANDREA MARGELLETTI
di/by FRANCESCO LA BELLA
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B i s o g n a definire c h i ar amente ciò che p er n o i h a un valore s tr ateg i c o Per l’analista Margelletti sviluppare una Visione strategica permette di immaginare il futuro e costruirlo gradualmente
Genovese, classe ‘66, Andrea Margelletti fonda il Centro Studi Internazionali (Ce.S.I) di cui è Presidente dal 2004. Già Consigliere Strategico del Ministro della Difesa dal 2012 al 2018, è stato inoltre membro del Comitato Consultivo della Commissione Internazionale sulla Non Proliferazione e il Disarmo Nucleare. Margelletti è docente presso la Facoltà di Scienze delle Investigazioni e della Sicurezza dell’Università di Perugia e Narni, la Scuola di Formazione della Presidenza del Consiglio, la Scuola Ufficiali e Sottufficiali dell’Arma dei Carabinieri, la Scuola Superiore della Polizia di Stato, l’Istituto Alti Studi per la Difesa, il Centro Studi Post-Conflict Operations dell’Esercito Italiano, la Scuola di Polizia Tributaria e il Centro Addestramento di Specializzazione della Guardia di Finanza, il Centro Interforze Intelligence. È commentatore per le emittenti RAI, Mediaset, CNN, Al Jazeera, SKY, MSNBC, TV2000 e Radio Rai e autore del libro “Un mondo in bilico”. Andrea Margelletti è il primo e unico membro onorario delle Forze Speciali Italiane.
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WE HAVE TO CLEARLY DEFINE WHAT HAS A STRATEGIC VALUE FOR US According to the analyst Margelletti developing a strategic Vision allows us to imagine the future and build it up gradually
Born in Genova in 1966, Andrea Margelletti is the Chairman of Ce.S.I. – Centre for International Studies. Prof. Margelletti has been Strategic Advisor to the Italian Minister of Defense from March 2012 to May 2018. He has been also a member of the Advisory Committee of the International Commission on Non-Proliferation and Nuclear Disarmament and an advisor to COPASIR – Parliamentary Committee for the Security of the Republic. Prof. Margelletti is a teacher at several national institutions: the University of Perugia/Narni (Italy), the Italian Joint Intelligence Services School, the Officers’ School of the Arma dei Carabinieri, the High Academy of the Italian Police, the Institute of Higher Military Studies of the Defence Staff, the Centre for Post Conflict Studies of the Italian Army, the Italian Finance Police Training and Specialization Centre (CAS), the Centre for Specialised Training of the Italian Financial Police and at the Joint Intelligence Centre of the Defence Staff. He regularly appears as a guest commentator and political analyst on tv and radio (RAI, Mediaset, CNN, Al Jazeera, Sky, MSNBC, TV 2000, Radio Rai). He is also author of the book “Un Mondo in bilico”, published by Eurilink. He is the first and only honorary member of Italian Special Forces Command.
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Oggi tendiamo a vivere alla giornata e non osiamo fare ipotesi sul futuro, anche di pochi anni, se non per la tecnologia. Come cambieranno i nostri comportamenti sociali riguardo a lavoro e famiglia, sport e divertimento? Viviamo nell’epoca dell’accessibilità. Ciascuno di noi ha a disposizione una quantità di oggetti, possibilità, informazioni senza precedenti. Posso farmi recapitare a casa un articolo qualsiasi del catalogo sterminato di Amazon. Posso pianificare una vacanza con Airbnb e provare le experience più disparate. Posso recuperare in pochi clic delle notizie che alcuni decenni fa sarebbero state confinate solo in qualche emeroteca ben fornita. E questa accessibilità ci è data dalla tecnologia. Ma tutto ciò non ci dovrebbe abbagliare. Il modo in cui facciamo esperienza del mondo e lo interpretiamo, oggi, è quasi sempre mediato dalla tecnologia. In termini assoluti non è né meglio né peggio di prima: è diverso. E di questa diversità dovremmo tenere conto. Per un motivo molto semplice: la mappa non è il territorio. Lo strumento che usiamo per accedere incide sul modo in cui lo comprendiamo e interpretiamo. Una litigata su Whatsapp ha dinamiche e impatti diversi rispetto a una sfuriata faccia a faccia. Un altro esempio preso dal lavoro cui ho scelto di dedicare la mia vita: credere che un Paese sia come viene raccontato su Twitter non ti permette di com-
Today’s world is lived day by day and no one seems to think about the future, even in the short term, if not regarding technology. How will our social behaviours between friends and family, sports and leisure, evolve? We live in the time of accessibility. Everyone has an amount of objects, possibilities and informations like never before. I can have anything delivered to my home from the amazon catalog. I can plan a vacation through Airbnb and try the most desperate experiences. I can access news from decades ago which once were limited to a very good newspaper library. All this, thanks to technology. But this shouldn’t amaze us. The way we experience the world and interpret it, is almost always mediated by technology. And in absolute terms it is nor better nor worse than before: it’s different. And this is the diversity we should take into account. For a very simple reason: A map is not a territory. A tool we use to access, affects on the way we comprehend and interpret it. An argument on Whatsapp has a different dynamic and impact than a face to face one. Another example taken from the job I decided to dedicate my life to: to believe that a country is just as Twitter pictures it doesn’t allow you to comprehend it, or it gives you only certain shades of it, but you must go on the field to touch the real situation.
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Il Presidente del Ce.S.I durante una visita istituzionale in Pakistan
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prenderlo, o te ne fa capire solo certe sfumature, ma bisogna andare sul campo per avere il polso della situazione reale. CERTO NON SI PUÒ GOVERNARE IL CASO, E LA STORIA È COSTELLATA DI “CIGNI NERI” DIFFICILMENTE PREVEDIBILI E CON UN IMPATTO SIGNIFICATIVO ANCHE A LIVELLO GLOBALE. SURELY YOU CAN’T RULE
Industria 4.0 è una prospettiva realistica per il business, lo sarà anche per la Gente? Che ci piaccia o no, il mondo di domani sarà un mondo sempre più interconnesso. E questo apre enormi sfide in termini di sicurezza. Perché, banalmente, se i benefici che ne derivano arrivano in modo sempre più capillare nella nostra vita quotidiana, aumentano anche le potenziali minacce. È fondamentale ridefinire il perimetro di cosa definiamo “di valore strategico” e non farci trovare impreparati.
THE CASE, AND HISTORY IS FULL OF “BLACKSWANS”, HIGHLY UNPREDICTABLE, AND WITH A SIGNIFICATIVE IMPACT, EVEN GLOBALLY.
L’Impresa potrà vivere, domani, senza una Visione oggi? C’è una bella differenza tra subire il cambiamento e provare a governarlo. Certo non si può governare il caso e la storia è costellata di “cigni neri” difficilmente prevedibili e con un impatto significativo anche a livello globale. Ma avere una Visione non ha solo il significato di conoscere la rotta e reggere saldo il timone. Sviluppare una Visione vuol dire immaginare il futuro e costruirlo passo dopo passo. Vuol dire essere capaci di modificare rotta in ogni istante, se si ritiene sia il caso. I giovani sembrano aspettare che qualcuno risolva loro i problemi e non riescono a pensare a un futuro diverso. Possiamo attenderci qualche guizzo, da parte loro, per uscire dal clima un po’ decadente, nel quale sembriamo assopirci se non addirittura arrenderci? Le energie nuove di cui abbiamo bisogno ci sono. Ma sembrano disperse, non canalizzate in modo adeguato. Ecco, non vorrei che rimanessimo ipnotizzati da questo mantra della decadenza, rassegnati a vivere in un clima da fine impero e che non avessimo più la capacità di scorgere le novità e valorizzarle. Il genio italico è forse l’asset più importante della nostra Storia. Oggi, però, il business regna sovrano e Creatività, Innovazione, Arte&Design sono trascurate. È forse il valore da incentivare, per ripartire con fiducia e risollevare le sorti del Made in Italy, da noi come nel mondo? Mai come quest’anno, nel cinquecentenario di Leonardo da Vinci, dovremmo prendere coscienza di quel tratto peculiare che contraddistingue l’ingegno italiano, da secoli, in tutto il mondo. Da Genius People Magazine
Industry 4.0 is a realistic prospective for a business, will it be same for the people? Like it or not, the world of tomorrow will be more and more interconnected. And this opens incredible breaches in security. This is simply because if benefits will come always more widespread, the same will go with potential threats. It is necessary to redefine the perimeter of what we define “of strategic value” and not find us unprepared. Will the enterprise live, tomorrow, without a Vision today? There is a big difference between endure the change and to try and run it. Surely you can’t rule the case, and history is full of “black-swans”, highly unpredictable, and with a significative impact, even globally. But having a Vision is not only the meaning of knowing the route and grasping the helm firmly. Developing a vision means to imagine the future and building it step by step. It means to be able to change route at any time if it is required. Youngsters, if we can generalise, seem to be waiting for someone to solve their problems (as Sergio Marchionne said) and have difficulties imagining a different future. In your opinion, can we expect a rebirth in responsibility from their side? A sort of rebirth to exit from this declining mood we are giving up to? The new energies we require are here. But they seem scattered, not properly channeled. This is why I wouldn’t want for us to remain hypnotised by this decadence mantra, giving up to live into an atmosphere of end of an empire, and that we do not have the capacity to find novelties and value them. The “Italian Genius” is possibly the most important asset of our history. Although today, business rules over Creativity, Innovation, Art&Design. Is it the value that we must promote to revive the Made In Italy, here and in the world? This is the year, 500 years from Leonardo da Vinci, where we should take conscience of the Italian Genius which over centuries has distinguishes us from the rest of the world. From this point of view the road is set: The biggest chunk of developing countries and especially in South-East Asia, are betting on creative industries. We just have to roll up our sleeves. The massive use of social networks or messaging apps such as WhatsApp to communicate is
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questo punto di vista, poi, la strada è spianata: la maggior parte dei Paesi in via di sviluppo e penso in particolare al sudest asiatico, stanno puntando sempre di più sulle creative industries. Non ci resta che rimboccarci le maniche. L’esuberante utilizzo delle comunicazioni, tra social e WhatsApp, indica per alcuni una carenza generica di spiritualità se non una solitudine interiore. Da un lato, si ha l’idea che la comunicazione scorra ininterrottamente, dall’altra però i contenuti sembrano scarseggiare e non sempre ciò che viene condiviso sono sentimenti nobili... Il valore di una cosa è l’uso che se ne fa. I social possono essere stati pensati per facilitare la comunicazione, ma li si può piegare facilmente a molti altri usi. Comunicare non è strillare, né riaffermare compulsivamente il proprio ego. È ascolto dell’altro, curiosità, capacità di mettersi in discussione. Il problema, in questi casi, è che i discorsi d’odio hanno un maggior potenziale di mobilitazione e ingenerano un meccanismo di mimesi. I social sono un’agorà senza molte regole e imporne è un’operazione complessa, che richiede tempo, lungimiranza e dedizione. Bisogna imparare a scardinare le camere dell’eco, ripulire con pazienza l’orizzonte comunicativo. E possi-
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for some people, a clear signal of internal loneliness. It is like we continuously communicated very little things and feelings that are not always noble. The value of something is the determined by the use of it. Socials may have been thought to easy communication, but they can easily bend to be used for many other things. Communicating is not shouting, nor is compulsively reaffirming your own ego. Communicating is listening to the other people, curiosity, discuss. The problem in these cases is that hate discussions have a bigger mobilisation and generate a mimicking mechanism. Socials are squares without many rules, and to enforce them is complex and it requires time, foresight and commitment. We need to unhinge the eco, patiently clean the communicative horizon. And, possibly avoid to praise “bad teachers”. ‘Time is money’ seems like it has become a universal dogma. Do you think that the time to listen, study, reflect, dream, is a useless waste, for dreamers of another era, or is it an investment on the medium to long term? The western world, our culture, is deeply tied to the concept of a watch. A tool that tries to tie up time, cut it to pieces and give each piece a value. Other cultures give time its value as it is, they can look
Andrea Margelletti, Presidente del Centro Studi Internazionali (Roma)
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bilmente evitare di ergere ad esempio i “cattivi maestri”.
LA CONOSCENZA ORIZZONTALE NON È GARANZIA DI QUALITÀ. HORIZONTAL KNOWLEDGE IS NOT SYMBOL OF QUALITY.
Il tempo è denaro, recita un dogma ormai scolpito nella roccia, anche se non consacrato da alcun ente supremo. Secondo lei il Tempo dedicato ad ascoltare, riflettere, studiare, immaginare, dedicare all’arte è uno spreco inutile, per sognatori fuori dal tempo, o un investimento nel mediolungo termine? La società occidentale, la nostra cultura, è profondamente legata al concetto di orologio. Uno strumento che tenta di imbrigliare il tempo, lo sminuzza e assegna ad ogni sua porzione un valore. Altre culture danno valore al tempo in quanto tale, sanno guardare in modo innato al di là di un orizzonte ristretto, ai prossimi 50 anni e alle prossime generazioni. Un cambio di prospettiva che gioverebbe senz’altro anche a noi. Le crescenti opportunità che la tecnologia offre hanno accresciuto la cultura media della Gente? La conoscenza orizzontale non è garanzia di qualità. Dobbiamo chiederci cosa significa “conoscere qualcosa”. E certamente non significa saper trovare una voce su Wikipedia, ma avere la capacità di metterla a sistema con il resto e utilizzarla per raffinare la nostra comprensione del mondo e di noi stessi. Il valore della Persona è e sarà un Valore primario? Lo deve essere, dobbiamo vigilare affinché ciò accada. Un esempio: è impossibile slegare il Made in Italy dalle persone che lo creano, dalle loro competenze, idee, intuizioni, aspirazioni. Ecco, forse ciò di cui si sente più il bisogno, per evitare un depauperamento della persona, è una sorta di “Umanesimo 4.0”. Con le conoscenze attuali, a livello scientifico, si potrebbe fare di più, per vivere meglio? La Tecnica e l’Uomo sono coessenziali. Vivere meglio è un prodotto di questo rapporto, dell’equilibrio che sappiamo creare. Ma non è detto che debba essere la Tecnica a trainare l’Uomo. Una società senza aspirazioni, senza una visione, rende la tecnica cieca.
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beyond the horizon, to the next 50 years and the next generations. A change in perspective which could undoubtably aid us too. Do you think that the average cultural level has risen over the past years through the huge opportunities offered from technology Horizontal knowledge is not symbol of quality. We must ask ourselves what does “knowing something” means. And it surely doesn’t mean to find something on Wikipedia, but having the skills to put it together with what we have and utilise it to refine our comprehension of the world and of ourselves. The person is, and will always be, a primary value? It must be, or we must supervise it until it happens. An example. it is impossible to untie the Made in Italy from the people who create it: it comes from their competences, ideas, intuitions, ambitions. So what we might need, in order to avoid a depletion of the person, is a sort of “Humanism 4.0” With todays knowledge, on a scientific level, could we do more to live better? Technique and Man are co-essential. Living better is a product of this relationship, of the equilibrium we know how to create. But it is not said that technique must drive Man. A society without ambition or vision makes the technique blinded.
I SOCIAL SONO UN’AGORÀ SENZA MOLTE REGOLE, E IMPORNE È UN’OPERAZIONE COMPLESSA, CHE RICHIEDE TEMPO, LUNGIMIRANZA E DEDIZIONE. SOCIALS ARE SQUARES WITHOUT MANY RULES, AND TO ENFORCE THEM IS COMPLEX AND IT REQUIRES TIME, FORESIGHT AND COMMITMENT.
di/by FEDERICO GRAZIANI
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R es ti tu i sco il tem p o al l e p ersone
GIVING BACK TIME TO PEOPLE
Scrive algoritmi da quando aveva 13 anni, dorme in media tre ore e cinquantadue minuti a notte e il suo film preferito è Forrest Gump: “Come lui, se voglio fare una cosa la faccio, senza troppi pensieri”. Michele Grazioli, classe ‘95, è a capo del Divisible Global, una holding da otto aziende e oltre dieci milioni di euro di fatturato nel 2018, con prospettive di crescita entusiasmanti. Opera nel campo dell’intelligenza artificiale e la sua missione è semplice e moderna: ridare il tempo alle persone. “Tutto è nato con mio padre, che ha una piccola azienda di ristrutturazioni edili. Nel 2008, primo anno della crisi, era sempre stanco mentalmente e riusciva a dedicarmi poco tempo. Avevo 13 anni e decisi di dargli una mano: ‘Papà, ti faccio un software per aiutarti’. Lui non sapeva di cosa stessi parlando: ‘Se èl al software?’ Così mi ci sono messo da solo e ho costruito quello che ancora oggi è l’algoritmo base della mia attività: un programma che aiuta a prendere le decisioni, in modo da alleggerire il carico di stress che grava sulle spalle degli imprenditori”.
Come hai fatto a scrivere il programma a 13 anni? Il primo approccio alla programmazione risale alle elementari, da autodidatta, quindi ero già piuttosto pratico. La difficoltà maggiore era che non co-
He writes algorithms since he was 13, he sleeps averagely three hours and fifty-two minutes each night and his favourite movie is Forrest Gump: “Just like him, if I want to do something I do it, without bothering too much. Michele Grazioli, born in 1995, is the chief of Divisible Global, a holding company which has 8 corporations and over ten million euros in turnover in 2018, with thrilling growth prospects. He operates in the Artificial Intelligence field and his mission is modern and simple: giving back time to people. “It all started with my father, who owns a small building renovation company. In 2008, the first year of the crisis, he was always mentally tired and couldn’t dedicate me much time. I was 13 at the time and I wanted to help him: “Dad I’ll build you a software to help you”. He didn’t know what I was talking about: “What the heck is a software?” So I decided to work on it on my own and I created what today still is the basic algorithm to my business: a program which help to take decisions, so that it can help with the stress levels the backs of the entrepreneurs.
How did you manage to write a program at the age of 13? The first approach I had to programming came from the times of elementary school, I was self-taught so I was already quite advantaged. The biggest diffiGenius People Magazine
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Michele Grazioli, dirige a soli 24 anni il gruppo Divisible Global che opera nel settore dell'intelligenza artificiale
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noscevo il settore. Così ho pensato di costruire un software che imparasse a conoscerlo al posto mio a partire dai dati di cui disponevo, dalle fatture alle mail e al numero di clienti.
culty was the I didn’t know the field of work of my father. So I built a software which could learn about it for me starting from data I had, bills, emails and clients’ contacts.
Quindi hai creato una specie di machine learning, un algoritmo che impara da solo? Sì, ma per necessità, perché non potevo farlo in altro modo. Come dico sempre, il caso è sempre stato il mio più grande alleato.
So you created a sort of Machine learning, an algorithm which learns on its own? Yes, but because I needed to, I couldn’t do it in any other way. As I always say, the case has been my greatest ally.
Che cosa fa nello specifico questo algoritmo? Individua la causalità all’interno della correlazione.
What does it do exactly? It finds the causality inside a correlation.
Ovvero? La correlazione misura quanto sono affini due serie di dati, ma non ne spiega il rapporto di causaeffetto. Per esempio, c’è una correlazione quasi del 99% tra l’aumento della temperatura terrestre e la diminuzione dei pirati, ma non c’è rapporto di causa-effetto: se ci fosse, basterebbe diventare tutti pirati per eliminare il problema del cambiamento climatico. Il mio algoritmo misura la quota di causa-effetto tra i dati generati all’interno di un’azienda. Così prevede le conseguenze di varie decisioni e aiuta a prendere quella migliore. Tecnicamente, si chiama proactive decision making.
What do you mean? The correlation measures how close two series of data are, but it doesn’t explain the cause-effect relationship. For instance, there is a 99% correlation between the increasing temperature of the globe and the diminishing number of pirates, but there is no cause-effect relationship: if there was one, we could just all become pirates to avoid global warming. My algorithm measures the cause-effect percentage between the generated data inside a company. This predicts the consequences of various decisions and helps take the best one. It is technically called proactive decision making.
Quando hai capito di aver creato qualcosa di importante? Quando testando il mio algoritmo su applicazioni diverse si è scoperto che funzionava meglio di molte delle soluzioni presenti sul mercato.
When did you realise you had created something important? When I tested my algorithm with different applications and it was clear that it was working better than most other options on the market.
Quindi cosa hai fatto? All’inizio in realtà poco. Poi dopo qualche anno ho cominciato a fare sul serio, ma con una convinzione sbagliata: credevo che, avendo la tecnologia migliore, non avrei avuto problemi a venderla e che, anzi, avrebbero fatto la fila fuori dalla mia porta. Così ho investito i successivi due anni e mezzo, corpo, mente e il poco denaro che guadagnavo, solo nello sviluppo degli algoritmi. Sbagliavo. Nonostante il mio pacchetto tecnologico fosse pioneristico, fatturavo molto poco. Perché le aziende non capivano e io non sapevo vendermi.
So what did you do? In the beginning not much. Then, after a couple of years I started being more involved but with a wrong approach: I was sure that having a better technology I wouldn’t have had difficulties selling it and that people would have fought for it. So I invested the next two and a half years mind, body and the little money I earned only developing algorithms. I was wrong. Even though my technological packages were ground-breaking, I was making very little money. Because businesses didn’t understand me and I didn’t know how to sell my products.
Quando hai avuto l’illuminazione? C’è stato un episodio che mi ha cambiato la vita. Avevo 18 anni, stavo uscendo da scuola a Milano e mi chiama un imprenditore molto importante, chiedendomi di raggiungerlo nella sua città. Arri-
When did it spark? There has been a moment that changed my life. When I was 18, I was leaving school in Milan and a very important entrepreneur called me to meet him in another city. I suited up, I went into a meeting Genius People Magazine
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IL MIO ALGORITMO MISURA LA QUOTA DI CAUSA-EFFETTO TRA I DATI GENERATI ALL’INTERNO DI UN’AZIENDA. MY ALGORITHM MEASURES THE CAUSEEFFECT PERCENTAGE BETWEEN THE GENERATED DATA INSIDE A COMPANY.
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LÌ HO CAPITO CHE STAVO SBAGLIANDO TUTTO, CHE LA GENTE NON AVEVA IDEA DI COSA FOSSE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E CHE POTEVO ANCHE AVERE LA TECNOLOGIA PIÙ POTENTE DEL MONDO, MA SENZA RENDERLA COMPRENSIBILE NON CI
vo in giacca e cravatta, entro in una sala riunioni enorme e il presidente mi fa: “Che onore dottor Grazioli, oggi ero a pranzo con un ingegnere e mi ha detto che lei è il migliore al mondo nell’intelligenza artificiale”. Io, imbarazzato, cerco di abbassare le aspettative, ma lui mi interrompe e mi dice: “Arriviamo subito al punto, mi faccia un’intelligenza artificiale per mio fratello perché è un po’ stupido”. Pensavo che fosse una battuta. Invece no: mi aveva convocato da lui per costruire un casco che migliorasse le capacità cerebrali del fratello. Lì ho capito che stavo sbagliando tutto, che la gente non aveva idea di cosa fosse l’intelligenza artificiale e che potevo anche avere la tecnologia più potente del mondo, ma senza renderla comprensibile non ci facevo nulla.
FACEVO NULLA. AT THAT POINT I UNDERSTOOD I WAS DOING IT ALL WRONG. PEOPLE DIDN’T KNOW
Avevi un punto di vista sbagliato, insomma? Sì, ma me lo ero creato nel tempo. Ero partito con l’idea “voglio ridare il tempo a mio papà” e poi avevo smesso di sviluppare quella visione, concentrandomi solo sulla tecnologia.
WHAT AI WAS AND EVEN THOUGH I COULD HAVE HAD THE BEST TECHNOLOGY IN THE WORLD I COULDN’T MAKE IT UNDERSTANDABLE, IT WAS USELESS.
Come hai corretto la rotta? Ho stravolto tutto. Ho cambiato la struttura delle aziende formando un gruppo, il Divisible Global, in cui ognuna di esse si occupa di una parte del processo: dalla ricerca e sviluppo al rapporto con il cliente. Per ciascuna ho selezionato persone più brave di me in quello specifico settore. Con la nuova struttura abbiamo messo la quarta e ora, a distanza di qualche anno, cresciamo a vista d’occhio, cercando comunque di rimanere con i piedi per terra. Quali sono le vostre tecnologie? Oltre all’algoritmo che individua la causalità nella correlazione, abbiamo altri due fiori all’occhiello: una rete neurale White Box e uno strumento di profili decisionali. Cos’è una rete neurale? È un complesso modello di analisi che sfrutta centinaia di migliaia di interconnessioni. L’incrocio di operazioni al suo interno è tanto fitto da ricordare le reti neurali del cervello. La tecnologia che imita la natura? Sì, e come accade nel cervello le singole operazioni neurali sono incomprensibili. Non vediamo il ragionamento del software, ma solo il risultato finale. In ambito aziendale, però, chi compie una scelta consigliata dalla macchina vuole capirne anche Genius People Magazine
room and the Chairman said: “What an honour Dr. Grazioli, today I was having lunch with an engineer who told me you are the best in the world for AI”. I was embarrassed and tried to lower the expectations but he stopped me and said: “Let’s get right to it, make an artificial intelligence for my brother because he is a bit stupid”. I thought it was a joke. It wasn’t. He wanted me to build a helmet to improve the cerebral capacities of his brother. At that point I understood I was doing it all wrong. People didn’t know what AI was and even though I could have had the best technology in the world I couldn’t make it understandable, it was useless. So you had the wrong approach? Yes, but I created it with time. I started with the idea of “giving time back to my father” and I stopped concentrating on the Vision to solely develop the technology. How did you change your route? I disrupted everything. I changed the structure of businesses creating a group called Divisible Global, where each one of them deals with a part of the process: from research and development to customer care. For each one of them I chose people who are better than me at that particular task. With the new structure we have changed gears and now, after some years, we grow by the minute, trying to remain in the real world. Which are your technologies? Besides the algorithm that finds causality in correlation we have two other great tools: a White Box neural network and a decision making tool. What’s a Neural Network? It is a complex model of analysis which uses hundreds of thousands of interconnections. Its operation intersections are so dense that they recall the ones neural networks of the brain. Technology mimics nature? Yes, and just like in our brain, the single neural operations are incomprehensible. We do not see the reasoning of the software, but only the final result. In the business scope, those who accept a suggestion from a machine want to know its reasoning. And this is where our White Box comes into play. It is a system that allows to look inside the neural network: power and reliability
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il ragionamento. E qui interviene il nostro White Box, un sistema che permette di guardare dentro alla rete neurale: potenza e affidabilità. E i profili decisionali? Sono strumenti che permettono di analizzare piccoli campioni di dati raggiungendo i bassi margini d’errore tipici di campioni enormi. In pratica, creano le condizioni per leggere al meglio i risultati delle nostre analisi. Come funziona il vostro business? Lavoriamo il più possibile a profit sharing. Inizialmente forniamo una piattaforma per valutare l’impatto delle decisioni sull’azienda del cliente. Questo è l’unico investimento che chiediamo, per avere clienti coinvolti e sul pezzo. Ma da qui smettono di “sporcarsi le mani”: simuliamo i nostri modelli, a nostre spese e senza altri costi per gli imprenditori e poi veniamo pagati in percentuale all’impatto che portiamo. Così risolviamo il problema di far capire la tecnologia: facciamo tutto noi, al cliente interessa solo il margine che produciamo. E gli imprenditori come reagiscono? Mi riempiono di telefonate. Perché, sono preoccupati? No, per ringraziarmi. Da buoni imprenditori, quando vediamo risultati positivi pensiamo sempre al prossimo passo. E la loro soddisfazione è il nostro volano: lavoriamo con clienti medio-piccoli (indicativamente fino a 200 milioni di euro di fatturato) che si conoscono tra loro. Se uno crea valore grazie all’intelligenza artificiale, lo dice agli altri, che ci contattano e ci permettono di crescere. Così ti hanno notato Forbes, che ti ha inserito nella top 100 dei giovani italiani e la multinazionale della consulenza Alkemy. Con Alkemy abbiamo ufficializzato il rapporto a fine marzo: mi hanno messo a capo della loro divisione di intelligenza artificiale, in cui scaliamo il nostro modello in realtà molto più grandi, offrendolo alle multinazionali dell’energia, del petrolio… Già Divisible immagino fosse impegnativa, come fai anche con Alkemy? Sfrutto al massimo il tempo che ho. E mi circondo di persone più brave di me.
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What about the decision making tools? They are tools which allow us to analyse small samples of data reaching low marginal errors which are typical of huge samples. It basically creates the conditions to read perfectly the results of our analysis. How does your business work? We work the most through profit sharing. We firstly provide a hub to assess the impact of the decisions on the business of our client. This is the only investment we ask for, to have clients who are involved and on point. But here on they stop getting their hands dirty: we simulate our models, at our own costs, without extra expenses to entrepreneurs and we then get paid based on the percentage of improvement we bring. This is how we avoid explaining technology: we do the work, the client is only interested in the margin produced. How do the entrepreneurs react? They bombard me with phone calls Because they are worried? No, to thank me. As we are good entrepreneurs, when we see positive results we always think to what’s next. And their satisfaction is what pushes us: we work with medium-small clients (more or less a maximum of 200 million euros in turnover) who know each other. If one of them creates value off of Artificial Intelligence, he spreads the word and others contact us and we can expand. So this is how Forbes noticed you, which put you in the top 100 young Italians, and how the multinational consulting company Alkemy found you. With Alkemy we have finalised our relationship in the end of March: they appointed me as chief of the AI division, where we scale our model to bigger realities, offering our services to companies of energy, gas… I can imagine Divisible is enough trouble, how do you deal also with Alkemy? I exploit my time the most. And I surround myself with people who are better than me. What does your day look like? I wake up at 03:30 AM. I meet with the Pakistani and Indian divisions. After that I work four or five hours on my own, the most productive of the day. Later on I go to my office, where I supervise the activities and try to avoid setbacks. Genius People Magazine
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Giornata tipo? Mi sveglio alle tre e mezza. Riunione con le sedi in Pakistan e in India. Poi quattro o cinque ore di lavoro solitario, le più produttive della giornata. Dopo vado in ufficio, dove supervisiono le attività e cerco di prevedere intoppi.
How can you have energy by sleeping so little? It called polyphasic sleep: sometimes I take twentyminute naps. I started when I still went to school: in the afternoons and evenings I used to work, so I had to study during the night. Although lately I have rediscovered the beauty to stop and think.
Come fai ad avere energie dormendo così poco? Con il sonno polifasico: ogni tanto faccio dei sonnellini di venti minuti. Ho cominciato quando andavo ancora a scuola: tra pomeriggio e sera lavoravo, quindi dovevo sfruttare la notte per studiare. Ma ultimamente sto riscoprendo la bellezza di fermarmi a pensare.
How did you graduate from the Bocconi University? I used the “trial and error” method: you try exams, you understand errors, you pass.
E in Bocconi come hai fatto a laurearti? Metodo “trial and error”: andavo a tentativi. Provavo l’esame, capivo gli errori e la volta dopo lo passavo. E gli orali? Li passavo al primo colpo. Mi chiedevano cose di bilancio, di diritto aziendale, di cui avevo esperienza diretta con le mie società. Quindi raccontavo aneddoti legati al mio lavoro e via. Media voto? Non alta, ovviamente. Senza studiare, anche in materie come matematica e statistica, di cui potrei tenere dei corsi a livello di applicazione, non prendevo più di 20: saltavo i teoremi e compensavo con il ragionamento. Esame più difficile? Microeconomia, ma ero fortissimo in quello. C’era una parte che si chiama teoria dei giochi: studia quali decisioni prendono le persone in un contesto competitivo. Cioè la base di quello che fanno le mie aziende. L’esercizio chiedeva di determinare tra moglie e marito la scelta ottimale su ciò che avrebbero fatto una sera. Finisco il problema e la scelta migliore risulta quella del marito. Alla fine tiro una riga e scrivo: “L’evidenza empirica mi dice che sceglie la moglie”, ma così per ridere. Non me l’hanno contato. Fortunatamente il resto lo sapevo, quindi ho preso 23. Peccato, poteva essere l’unico 30, ma ne è valsa la pena. Che voto daresti al settore dell’intelligenza artificiale in Italia? Ti direi che è come chi non passa l’esame, ma ai genitori dice di aver preso 18 e festeggia. Genius People Magazine
What about oral exams? I passed them at the first shot. They asked me about budgeting, corporate law, from which I already had experiences from my companies. So I just told them about anecdotes from my work and life. Grade Averages? Not high, obviously. Without any study even in subjects such as maths and stats, subjects which I could teach on a practical level, I didn’t get grades higher than 20 (18 is passing, 30 maximum): I used to skip theorems and compensated with reasoning. Toughest exam? Microeconomics, but I was very good at it. There was a part called theory of games: it deals with what decisions people take in a competitive context. Basically what my companies do. The exercise asked to determine which choice a wife and a husband had to take on a night. I end the problem and the result is that the husband’s choice was the best, although I wrote down: “The empirical evidence suggests the wife decides”, just to laugh. They didn’t count the answer. Fortunately, the rest of the test was good so I got a 23. It’s a shame because it could have been the only 30, but it was worth it. What grade would you give to Artificial Intelligence in Italy? I would say it’s like those who don’t pass an exam but tell their parents they got an 18 and celebrate it. Oh really? Why? Because almost half of the startups tied to Artificial Intelligence which ask for funding have nothing to do with AI. They just exploit the hype, the marketing bust around it.
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LA DEMOCRATIZZAZIONE DEL SAPERE È FANTASTICA, MA PER CERTE COSE SERVE LA SPECIALIZZAZIONE. THE DEMOCRATISATION OF KNOWLEDGE IS FANTASTIC BUT FOR SOME THINGS THERE IS A NEED OF SPECIALISATION.
Addirittura, perché? Perché quasi la metà delle startup legate all’intelligenza artificiale che chiedono finanziamenti non hanno nulla a che fare con l’IA. Lo fanno solo per sfruttare l’hype, la montatura pubblicitaria che si è creata intorno al settore. E l’altra metà? Usa i chatbot, che spesso di intelligenza artificiale hanno ben poco. Sono software programmati per rispondere alle frasi in modi predeterminati. Non elaborano e non imparano, salvo rare eccezioni. Ormai dire di lavorare con l’IA è diventato come la favola del re che voleva il vestito più bello del regno. Il sarto gli diede un vestito invisibile dicendo che solo gli stupidi non lo vedevano e il sovrano, per non passare da stupido, cominciò a girare per la città in mutande. Allora cos’è intelligenza artificiale? Sarebbe meglio parlare di machine learning, software che imparano dai dati e scelgono di volta in volta il comportamento più adatto a situazioni anche nuove. È un nuovo paradigma. Quale? Quello in cui non si insegna più al software a fare delle cose dandogli tutte le regole, ma si crea un algoritmo capace di apprendere da solo. Sul web esistono decine di librerie piene di questi strumenti.
What about the other half? They use chatbots, which usually don’t have much to do with AI. They are softwares programmed to answer to questions in predetermined ways. They don’t elaborate nor learn, except in rare cases. Nowadays saying you work with AI is like the fairy tale of the king who wanted to be the best dressed in the kingdom. The Taylor gave him an invisible dress saying only the stupid ones couldn’t see it and the king, to not look stupid, started to go around just with his underwear. So what Artificial Intelligence? It would be better to talk about machine learning, softwares which learn from data and decide from time to time the most suited behaviour to adopt, even with new situations. It is a new Paradigm. Which one? The one which you don’t teach a software how to do things by giving him all the rules, but you create an algorithm which can learn on its own. The internet has dozens of libraries full of these tools. Is it good or is it bad? Both. But it is more bad in my opinion. The democratisation of knowledge is fantastic, but for some things there is a need of specialisation. I had to create everything from scratch, thankfully, because I know how our tools work. Others instead work with Genius People Magazine
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FACE TO FACE
Ed è un bene o un male? Entrambe le cose. Ma più un male, secondo me. La democratizzazione del sapere è fantastica, ma per certe cose serve la specializzazione. Io ho dovuto creare tutto da zero, ed è stato un bene, perché so come funzionano i nostri strumenti. Molti altri, invece, lavorano con algoritmi che non conoscono: se il contesto cambia non hanno idea di come aggiustarli.
algorithms which they don’t know: if their focus changes they don’t know how to adjust them.
M G
È questa mancanza di controllo che ti spaventa della tecnologia? Soprattutto questo, sì, perché mette a rischio bolla come mai prima. Quando hai preso alcuni processi aziendali e li hai dati in mano a una macchina senza conoscerla a fondo, questa può cominciare a comportarsi in modi imprevedibili. A quel punto non sai più gestirla e salta tutto.
Il rischio è anche quello di una bolla economica? Sì, come quella delle Dot-com di inizio anni Duemila, ma con uno zero in più nelle dimensioni. Non rischi di togliere il lavoro a qualcuno con i tuoi algoritmi? Noi aiutiamo a prendere decisioni, non le prendiamo al posto di qualcun altro. Ma se il nostro algoritmo dice che occorre tagliare alcuni dipendenti, è sbagliato fingere che il risultato sia diverso. Parlano i numeri, privi di interpretazioni etiche. Decidere di girarsi dall’altra parte potrebbe essere un comportamento in realtà meno etico rispetto ad agire subito, perché in futuro la situazione potrebbe aggravarsi e il taglio iniziale potrebbe moltiplicarsi di cinque o dieci volte. Qual è il problema della tecnologia di adesso? Crea lavori che necessitano di competenze sempre più elevate. In passato le persone che uscivano dall’agricoltura potevano andare in fabbrica, poi chi era in fabbrica poteva riciclarsi nel terziario. Oggi gli esodati di questo tipo non possono fare il data scientist o lo sviluppatore di reti neurali.
È giusto escluderli? È il progresso stesso che li esclude. Oggi la tecnologia viaggia più velocemente della capacità delle persone di formarsi. In Italia non si riesce ad avere una visione futura che cambi alcuni paradigmi rimasti troppo indietro, come l’istruzione. Se subìto in modo passivo, il progresso scientifico può essere il fattore di disuguaglianza più grande che ci sia.
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And this lack of control is what worries you the most about technology? Especially this, yes, because it puts us in a bubble risk like never before. When you give some business based processes to a machine without knowing it perfectly, this can react in unpredictable ways. You arrive at a point where you can’t manage it anymore and it blows up. So the risk of a bubble is also economical? Yes, just like the Dot-com one in the beginning of this century, but with an extra “zero” into the dimensions.
OGGI LA TECNOLOGIA VIAGGIA PIÙ VELOCEMENTE DELLA CAPACITÀ DELLE PERSONE DI FORMARSI. TECHNOLOGY TODAY DEVELOPS FASTER THAN PEOPLE’S EDUCATION.
Don’t you risk to take away the job to someone with your algorithm? We help with decision making, we don’t take them for someone else. But if our algorithm says it is necessary to cut some employees out, it is wrong to think the result will be different. Numbers speak for themselves, without any ethical interpretation. What is the problem of technology now? It creates jobs which always require higher and higher competence. In the past people who left the agricultural jobs could go to work in a factory, and those in the factory could go to the tertiary. Today the exiles of this kind can’t become data scientist or the neural network developer. Is it right to exclude them? Progress itself is excluding them. Technology today develops faster than people’s education In Italy there can’t be a future vision which changes some paradigms which have remained behind, such as education. If passively undergone, scientific progress can be the greatest factor of inequality ever. So what should we do? There is a study which in an apocalyptic way, but not too sci-fi, sets 2050 as the date which more than half of the world’s population will not bring any added value and therefore will have to be subsidised. So the solution is to give everyone a subsidy? It is risky to simplify too much, but it is impossible to deny that in the future some form of welfarism will have to be used, ideally exploiting the added value brought by machines. Genius People Magazine
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INTERVISTA A MICHELE GRAZIOLI
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E quindi che si fa? C’è uno studio che – in modo apocalittico, ma non così fantascientifico – fissa nel 2050 la data in cui oltre la metà della popolazione mondiale non porterà più valore aggiunto e quindi sostanzialmente dovrà essere mantenuta. Quindi la soluzione è dare a tutti un reddito di cittadinanza? È rischioso semplificare troppo, ma è innegabile che in futuro occorrerà prevedere qualche forma di assistenzialismo, idealmente sfruttando il valore aggiunto prodotto dalle macchine. La parte di popolazione che non produce sarà maggiore di quella che produce. Come si rapporteranno? Questa trasformazione economica produrrà sicuramente un grave problema sociale. In base alla democrazia, gli individui improduttivi, in maggioranza, potranno decidere sulle sorti di chi li mantiene. Ma questi ultimi – che idealmente controllano la tecnologia – possono decidere di estraniarsi in un sistema sociale parallelo, escludendo tutti gli altri. Per evitarlo, bisognerà trovare un nuovo equilibrio, ripensando gli ordinamenti sociali. L’Italia cosa fa per l’innovazione? Poco, forse troppo poco. Pensa che a Soncino, dove sono cresciuto, a 50 chilometri da Milano, la fibra ottica è arrivata quest’anno. Poi ci sono paesi considerati del Terzo Mondo dove la copertura di internet mobile ad alta velocità (il 4G che presto diventerà 5G) è al 99,5%, addirittura maggiore della copertura dell’acqua potabile. Da cosa si dovrebbe partire? Dalla burocrazia e dalla semplificazione. E bisogna imparare la cultura del fallimento: nell’economia digitale, la filosofia vincente si può riassumere con “meglio provare e non riuscire che non riuscire a provare”.
The part of the population which will not produce will be larger of the producing one. How will they interact? This economic transformation will certainly create a concrete social problem. Based on democracy, the ones who will not produce will be able to decide for the producing ones, the ones who will support them. Although, these people will be in control of the technology, deciding to pull themselves away into a parallel social system, excluding the others. To avoid this, we will have to find a new equilibrium, rethinking the social orders. What does Italy do to innovate? Very little, maybe too little. Take a look at Soncino, where I grew up. It is 50 km away from Milan and optical fibre has been made available starting this year. And then there are countries considered of the third world where internet mobile coverage (4G which will soon become 5G) is at 99.5%, even higher than fresh water coverage. From where should we restart? From bureaucracy and simplification. And we need to learn the culture of failure: in the digital economy, the winning philosophy can be summed up as “better to try and not be able to rather than to not be able to try. Who are your entrepreneurial models? The most important is my father. As Newton used to say, if I have seen further it is by standing on the shoulders of Giants, and my father is one of them. Then I look up to my friends Gianfausto Ferrari, President of Superpartes and internet pioneer in Italy, and Francesco Beraldi, vice-president of Alkemy. But I am lucky to work with many good entrepreneurs, and from each and one of them I learn something.
Quali sono i tuoi modelli imprenditoriali? Il più importante è mio papà. Come diceva Newton, se vedo più lontano degli altri è perché mi sono seduto sulle spalle dei giganti, e mio padre è uno di questi. Poi citerei gli amici Gianfausto Ferrari, presidente di Superpartes e pioniere dell’internet in Italia, e Francesco Beraldi, vicepresidente di Alkemy. Ma io ho la fortuna di lavorare con tanti bravi imprenditori e da ognuno di loro imparo qualcosa.
E BISOGNA IMPARARE LA CULTURA DEL FALLIMENTO: NELL’ECONOMIA DIGITALE, LA FILOSOFIA VINCENTE SI PUÒ RIASSUMERE CON “MEGLIO PROVARE E NON RIUSCIRE CHE NON RIUSCIRE A PROVARE”. AND WE NEED TO LEARN THE CULTURE OF FAILURE: IN THE DIGITAL ECONOMY, THE WINNING PHILOSOPHY CAN BE SUMMED UP AS “BETTER TO TRY AND NOT BE ABLE TO RATHER THAN TO NOT BE ABLE TO TRY.
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Focus by
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Anna Miykova
79 Federico Graziani
Matteo Macuglia
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M.T.
Milano-Cortina 2026: è tutto vero
Comune di Cortina d’Ampezzo
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branson
! i c n i v n o n i h c s i r n o i n l e g i s "S n o c i e i m i e t a t l o Asc " . a t o n e t e d n e r p e
I RISCH N O N SE INCI! NON V TE I MIEI A SCOLT IF YOU DON'T TAKEARISKS, GLI YOU WILL NEVER WIN. CONSI ETE NOTA. D LISTEN TO MY ADVICE E PREN AND TAKE NOTES.
Genius People Magazine
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Esce il primo numero della rivista Student
1968
The first issue of “Student” magazine is released
Virgin Mail Order inizia a vendere su ordinazione dischi in vinile a prezzi ribassati
1970
Virgin Mail Order starts to sell vinyls on request at lower prices
Apre su Oxford Street il primo Virgin Record shop
1971
The first Virgin Record Shop opens on Oxford Street
Virgin apre uno studio di registrazione a Oxford
1972
Virgin opens a recording studio in Oxford
Nasce l’etichetta discografica Virgin Records con cui esce il leggendario album Tubular Bells di Mike Oldfield
1973
The record label Virgin Records is born and the legendary album Tubular Bells by Mike Oldfield is released
Viene fondata Virgin Films
1979
Virgin Films is founded
Come per gioco arriva anche Virgin Games
1981
Just as a game, Virgin Games is born
Branson compra il Gay Club Heaven di Londra e lancia la moda dei locali gay nella vita notturna
1982
Branson buys the Heaven Gay Club in London and starts the trend of night clubs for gay people
Viene lanciata la compagnia aerea Virgin Atlantic
1984
Virgin Atlantic airline company is founded
La Virgin sbarca anche nel turismo con Virgin Holidays
1985
Virgin gets involved in the world of tourism through Virgin Holidays
La prima radio nazionale nel gruppo Virgin
1993
The first national Virgin Radio is born
Lancio di Virgin Vodka e Virgin Cola
1994
Launch of Virgin Vodka and Virgin Cola
Con Virgin Money il gruppo offre anche servizi finanziari; compaiono le sale cinematografiche Virgin Cinemas
1995
With Virgin Money the group offers financial services; the first Virgin Cinemas are open
Nasce Virgin Trains
1997
Virgin Trains is born
Virgin Active apre la prima palestra e viene lanciato l’operatore telefonico Virgin Mobile
1999
The first Virgin Active gym is launched, together with the telephone operator Virgin Mobile
A Branson viene conferito il titolo cavalleresco di “Sir” per i suoi meriti imprenditoriali. Nascono Virgin Energy, Virgin Wines e Virgin Cars
2000
Branson is given the Sir title thanks to his entrepreneurial merits. Virgin Energy, Virgin Wines and Virgin Cars are founded.
La Virgin si lancia alla conquista dello spazio con Virgin Galactic e crea la fondazione a scopi benefici Virgin Unite
2004
Virgin launches the tourist space race with Virgin Galactic and founds Virgin Unite, a charity foundation
Virgin Media diventa il primo fornitore in Gran Bretagna di servizi Quadplay (TV, internet, telefono via cavo e mobile); nasce su iniziativa di Branson e Mandela, The Elders, ONG che riunisce leader mondiali che lottano per la pace nel mondo e i diritti umani.
2007
Virgin Media becomes the first supplier in Great Britain for Quadplay services (TV, internet, telephone and mobile phones); Thanks to Branson and Mandela, The Elders, NGO which unites world leaders who fight for world peace and human rights is founded
Virgin Racing diventa un team di Formula 1
2010
Virgin Racing becomes a Formula 1 team
La Virgin Galactic annuncia lo sviluppo di LauncherOne, sistema di lancio nell’orbita spaziale; Assura Medical diventa Virgin Care e fornisce servizi al sistema sanitario nazionale britannico (NHS)
2012
Virgin Galactic announces the development of LauncherOne, an orbital launch system; Assura Medical becomes Virgin Care and provides services to the National Health Service.
"Just do it! Agisci e basta!" "JUST DO IT! ACT NOW!"
Genius People Magazine
di/by ANNA MIYKOVA
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I l s eg r et o del successo d i B r an son? D iv er ti r si nel b usiness e n el l a v ita p rivata BRANSON’S SECRET TO SUCCESS? HAVING FUN BOTH IN BUSINESS AND PRIVATE LIFE
PERCHÉ BRANSON NON È SEMPLICEMENTE UN UOMO D’AFFARI, MA UN AVVENTURIERO.
Qualcuno lo ha definito folle, altri rischiatutto, altri ancora visionario, ribelle o anticonformista. Ma uno degli appellativi che mette tutti d’accordo sul conto di sir Richard Branson è certamente quello di “tycoon degli affari”: un leader mondiale, capace di scrivere insieme ad altri la storia del business. Del resto, il Virgin Group fondato da Branson comprende attualmente più di 400 società, ha 60 milioni di clienti in tutto il mondo, un fatturato da 24 mld $, 65.000 dipendenti in 35 Paesi. I numeri parlano da soli. Ma non si tratta di sole cifre. Perché Branson non è semplicemente un uomo d’affari, ma un avventuriero, un innovatore coraggioso, un sognatore e anche un uomo impegnato a risolvere i grandi problemi sociali ed ecologici che affliggono il pianeta. La sua immagine diventa essa stessa il brand aziendale e l’estro che ne contraddistingue il carattere e il ruolo imprenditoriale raccoglie molti consensi. “Il branding è tutto. Una volta, – racconta l’imprenditore – una bambina si avvicinò a me e mi disse che sarei potuto diventare famoso perché assomigliavo proprio a Richard Branson”. Già nel 2012 Branson raggiunge quota 1 milione di follower su LinkedIn aggiudicandosi il primato nella lista degli Influencer sulla piattaforma professionale più celebre in rete. La sua carriera diventa un modello da seguire mentre i suoi consigli assumono per molti i tratti di un mantra su come ottenere il successo. Basta sfogliare i suoi numerosi libri e annotare (un’abitudine quasi ossessiva per l’imprenditore) i suggerimenti su come co-
Some define him as insane, as someone who is ready to risk it all, others as a visionary, a rebel, a nonconformist. But one of the appellations that everyone agrees upon Sir Richard Branson is most definitely “Business Tycoon”. A global leader, capable of rewriting together with few others the history of business. After all, the Virgin Group founded by Branson includes more than 400 companies, 60 million world wide customers, a turnover of 24 billion USD, 65,000 employees in 35 countries. Numbers speak for themselves. But it’s not only about numbers. Branson is not simply a business man, but an adventurer, a courageous innovator, a dreamer and is also involved in solving the great social and ecological problems which the planet is affected by. His image has become his own brand and his flair distinguishes his nature. His entrepreneurial role receives much support. “Branding is everything. A young girl once came up to me and told me I could be famous because I looked just like Richard Branson”. In 2013 Branson reached a million followers on LinkedIn, breaking the record on the influencers’ list of the most famous professional social network. His career has become a role model while his tips become for many a kind of mantra to success. It is sufficient to read his books and take notes (an almost obsessive habit of Branson) of all his suggestions on how to cope with work and private life, harvest happiness, and moreover act at any cost to understand him.
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BRANSON IS NOT SIMPLY A BUSINESS MAN, BUT AN ADVENTURER.
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SAREBBE MOLTO MEGLIO CHE QUEI SOLDI VENISSERO SPESI IN AFRICA. È QUESTIONE DI MANTENERE UN EQUILIBRIO. IT WOULD BE SO MUCH BETTER IF THAT MONEY WAS SPENT IN AFRICA - AND IT’S ABOUT GETTING A BALANCE.
niugare lavoro e vita privata, coltivare la felicità e, soprattutto, agire ad ogni costo. “Nella mia esperienza, il 99% delle persone che ricoprono ruoli dirigenziali non prende appunti. Recentemente, sono stato in Sudafrica e ho passato del tempo a parlare con il responsabile di una delle nostre proprietà. Il giorno dopo ho notato che non aveva fatto quello di cui avevamo parlato, quindi gli ho chiesto se avesse preso nota della nostra conversazione. Se non scrivi le cose, è davvero facile dimenticare ciò che è stato detto e spesso nel mondo degli affari sono le piccole cose che fanno una grande differenza per il tuo cliente. Tieni un taccuino nella tasca posteriore per scrivere pensieri o commenti e assicurati di seguirli in modo tempestivo.” Agenda e penna alla mano. Siamo pronti per immergerci nella narrazione del magnate britannico e appuntare i consigli. I libri di Branson contengono la storia di una vita straordinaria, quella di un imprenditore e manager che, partendo da zero, è riuscito a fare affari nei settori più disparati: dalla rivista studentesca, al negozio di dischi, studio di registrazione, editoria, case di produzione e diffusione cinematografica, club notturni, addirittura una compagnia aerea, trasporto ferroviario di persone, petrolio e altri idrocarburi, automobili, preservativi…Certo, impossibile scordare quella volta in cui un Mates si rompe e Branson diventa il padrino del bambino della cliente che aveva presentato un acceso reclamo. Segno che anche i fallimenti sono un modo per imparare e migliorarsi (parola di Branson, ndr). Continuando a scorrere la lista delle sue iniziative appaiono aziende di bevande analcoliche, alcolici, sale fitness, servizi finanziari, lotterie e ultimo, ma non per importanza, il turismo spaziale. Eppure nell’immaginario del gentiluomo britannico evidentemente non basta vivere da eccellente uomo d’affari perché Branson è anche un convinto filantropo. È il businessman in persona a organizzare e promuovere la maratona di Londra: il più grande evento di beneficenza al mondo, secondo il Guinness dei primati, sponsorizzato da Virgin Money. Nel 2007, insieme a Peter Gabriel e Nelson Mandela fonda poi The Elders, un’organizzazione non governativa che mette al centro i grandi problemi del mondo come il cambiamento climatico, il virus dell’HIV, la povertà e i conflitti. Tra i suoi membri si annoverano dodici dei maggiori statisti, leader politici e attivisti per la pace e i diritti umani nel mondo.
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In my experience, 99% of people in leadership roles don’t take notes. Recently I’ve visited South Africa where I spent some time speaking with a manager of one of our assets. The day after meeting I noticed he did not do what I demanded, so I asked him if he noted something of our conversation. If you don’t write down things it is really easy to forget what was said, and often in the business world the small things are the ones which make a great difference for your client.” “It may sound ridiculous, but my most important tip is to always carry a little notebook in your back pocket. But don’t just take notes for the sake of taking notes, go through your ideas and turn them into actionable and measurable goals”. With a notebook and a pen in our hands we are now ready to dive into the life of the British tycoon and take notes. Branson’s books contain the story of an extraordinary life, the one of an entrepreneur and manager who starts from the bottom and is capable to close deals in the most different sectors: from a student magazine to a record store, a recording studio, publishing house, film production companies, nightclubs, even an airline company, rail transportation, petrol and other oil businesses, cars, condoms too. Surely it is impossible to forget the time when Branson became the godfather of a kid who’s mother filed a fierce complaint because the Mates condom broke. It is a sign that failure is a way to learn and improve (Branson’s words, ed). If we take a look at the list of his initiatives we may find soft drinks, alcoholic beverages, fitness rooms, financial services, lotteries and last but not least, space tourism. Apparently it is not sufficient enough for a British gentleman to be a superb business man, this is because Branson is also a great philanthropist. Branson himself is the one who organises and promotes the London Marathon: the greatest charity event world wide, according to the Guinness World Records, sponsored by Virgin Money. In 2007 together with Peter Gabriel and Nelson Mandela he founds The Elders, a Non Governmental Organisation which focuses on the great problems of the world such as climate change, HIV, poverty and conflicts. Its members will include twelve of the major statesmen, political leaders and activists for world peace and human rights. Ridiculous yachts and private planes and big limousines won’t make people enjoy life more, and it
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“Ridicoli yacht e aerei privati, grandi limousine non serviranno alle persone per godersi di più la vita. Così facendo trasmetteranno semplicemente un pessimo messaggio a quelli che lavorano per loro. Sarebbe molto meglio che quei soldi venissero spesi in Africa. È questione di mantenere un equilibrio.” Una figura poliedrica quella di Branson che dimostra di non essere un tipico imprenditore milionario e allo sfoggio dell’opulenza acquisita preferisce mostrare il lato filantropico sensibilizzando il mondo sui problemi globali.
sends out terrible messages to the people who work for them. It would be so much better if that money was spent in Africa - and it’s about getting a balance. A multifaceted figure is what describes better Branson, who is an atypical millionaire, one who doesn’t show off the wealth he has gained but rather show his philanthropic side by raising awareness on a global scale about the world’s problems.
“Non perdere tempo. Ama la tua famiglia. Divertiti. Se ti diverti, i soldi verranno da sé.” “(…) NOT WASTE TIME. LOVE YOUR FAMILY. HAVE FUN. IF YOU HAVE FUN, MONEY WILL COME ANYWAYS”.
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INCONTENTABILE? SÌ, FINO ALLA VITTORIA. FINCHÉ NON ARRIVERÀ A EFFETTUARE IL GIRO DEL MONDO A BORDO DI UNA MONGOLFIERA. HARD TO PLEASE? ABSOLUTELY, UNTIL VICTORY. UNTIL HE WILL CROSS THE ENTIRE WORLD ON A HOT AIR BALLOON.
IL CORAGGIO DI RISCHIARE. ESSERE VINCENTI NEGLI AFFARI E NELLA VITA (2007)
SCREW IT, LET’S DO IT. LESSONS IN LIFE (2007)
Uno dei suoi libri di maggior successo prende subito avvio con un “Divertiti! Sii coraggioso! Sfida te stesso! Vivi il momento! Apprezza la famiglia e gli amici! Abbi rispetto! Sii innovativo! Fai del bene! (...)”. Capitoli tematici che suonano come il discorso d’incitamento alla squadra prima di scendere in campo e giocare la partita decisiva. Inizia così un saggio avventuroso ricco di esperienze vissute in prima persona in cui Branson rischia, fino a mettere quasi a repentaglio la propria vita, ma vince. Certo, se ti liberi dei punti esclamativi, ragioni sulle esortazioni e agisci con un buon metodo, molto probabilmente non diventerai Richard Branson. Ma in qualunque caso ridisegnerai le tue giornate. E forse anche la tua vita. A causa della sua dislessia a scuola Richard viene additato come un poltrone. Ma se per alcuni rappresenta un ostacolo, per lui la dislessia sarà al contrario uno dei tratti distintivi del suo successo: studiare a memoria gli permetterà di trasformare quest’ultima nella sua migliore alleata, l’asso nella manica da giocare negli affari migliori. Branson ama citare Platone e più volte ricorre all’adagio del filosofo greco che recita: “L’importante è fare il primo passo”. Poi però il tono platonico assume la concretezza tipica dell’imprenditore britannico e diventa: “Just do it”! Agisci e basta! Questo il senso della sua esperienza professionale e per spiegarlo racconta la storia della madre Eve – un’elegante e minuta signora di 95 anni dai vivaci occhi blu – che durante la guerra sognava di diventare pilota. Eve si reca all’aerodromo e chiede di lavorare ma le viene risposto che solo gli uomini possono pilotare aerei. A quel punto la giovane e avvenente ballerina indossa la giacca in pelle da pilota, infila la folta chioma bionda nell’ampio copricapo degli aviatori e impara a camuffare la sua voce. Ottiene quel lavoro e inizia a pilotare gli aerei senza motore. Dopo poco quella leggiadra ragazza diciottenne arriva ad addestrare lei stessa i futuri piloti, ovvero quei giovani britannici che avrebbero pilotato niente di meno che gli aerei militari durante la guerra. Si passa a un Branson quindicenne che fonda la rivista Student e che a un anno di distanza abbandona gli studi per dedicarsi completamente alla rivista dalla cantina di casa. Vende la pubblicità del magazine al telefono spendendo i pochi spicci che i genitori gli danno nelle telefonate con gli sponsor. Rie-
One of his most successful books, has chapters which are named: “Just Do It! Have Fun! Be Bold. Challenge yourself. Stand on your own feet. Live the moment. Value family and friends. Have respect. Do some good.” Chapters which are thematic and sound like a speech before a team goes on the field to play the final match. This is how an adventurous text rich in real life experiences lived by Branson in the first place starts. Where he risks it all up to the point of risking his life, but succeeds. Quite definitely if you forget about the exclamation marks, think about his admonitions and act with a decent approach, you probably won’t become Richard Branson. But you will anyways regenerate your everyday life, maybe even your entire life. Due to his dyslexia, Branson was thought to be a slacker in school. Although for many it is considered an obstacle, it has been one of the most important traits leading to his success: he studied everything by heart and his memorisation skills became his best ally in the game of business. Branson loves to quote Plato and many times he says the beginning is the most important part of any work. Although he prefers to use the his typical phrase: “Just do it!” Act now! The key to his professional career. He then talks about the story of his mother Eve, an elegant 95 year old lady with sparkling blue eyes who during the war always dreamt of becoming a pilot. Eve goes to the airfield and asks to work there, but she gets told only men are allowed to pilot planes. This being said, she dresses as a man, disguises her voice and earns the work place where she starts to pilot and in a future to teach the young British pilots whom would have piloted during the war. Next he writes about when he founded the magazine Student when he was fifteen, and after a year he drops out to dedicate completely to the garagebased magazine. He sells the advertisements of his magazine by phone spending the few pennies given by his parents. He is capable of interviewing John Lennon, Mick Jagger and Vanessa Redgrave, which allows him to sell vinyls by mail at lower prices. Soon he opens a record shop, in the city centre where his business starts booming thanks to new clients. His love for risk takes him on an adventure crossing the Atlantic Ocean with a motorboat from the Unit-
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sce a intervistare personaggi come John Lennon, Mick Jagger e Vanessa Redgrave, cosa che lo porta a vendere i vinili per posta a prezzi più bassi. Dopo poco, però, apre anche un negozio di dischi nel pieno centro della City, convincendo il proprietario di un negozio di scarpe a concedergli l’uso gratuito di un vano al piano superiore. Come? Ovviamente, assicurandogli un folto giro di nuovi clienti. Il coraggio di rischiare porta Richard Branson ad attraversare con una barca a motore l’Atlantico, dagli Stati Uniti all’Irlanda, in un tempo record. Una navigazione incredibile durante la quale nasce il primogenito e il corpo dell’imbarcazione si spezza ma in quel momento sir Branson sprona il suo equipaggio agli ultimi sforzi e, dopo aver riacceso i motori, taglia il nastro della vittoria nella prestigiosa gara “The blue riband”. Branson è anche il primo uomo che attraversa l’Atlantico a bordo di una mongolfiera in un’avventura davvero rischiosa, dove prima fa perdere le sue tracce in cielo e in seguito viene soccorso da un elicottero nelle acque gelide dell’oceano. Incontentabile? Sì, fino alla vittoria. Finché non arriverà ad effettuare il giro del mondo a bordo di una mongolfiera. “Ho imparato molte cose: non solo quella di fare una cosa se la desidero, ma anche di prepararmi bene, di credere in me stesso, di aiutare gli altri e
ed States to Ireland, in record breaking times. An incredible navigation from which his first son is born, the boat breaks down but he cheers up his crew who are then able to power up the engines once again, cutting the line and winning the prestigious Blue Riband race. Branson is also the first man to cross the Atlantic Ocean in a hot air balloon which was very risky, where they lose track of him and later was rescued by a helicopter in the icecold waters of the ocean. Hard to please? Absolutely, until victory. Until he will cross the entire world on a hot air balloon. “I learned many things: not only to do something if I crave it, but also to train well, to believe in myself, to help others and never give up” says Branson,
Qual è la cosa più saggia che tu abbia mai sentito? What is the wisest thing you’ve ever heard? Cercare sempre il buono nelle persone. Always look for the good in people.
Che cosa la fa andare su tutte le furie? What makes you the most mad? La negatività delle persone. Negative people. Che cosa la motiva? What motivates you? Mi motiva la mia inesauribile curiosità di imparare cose nuove, di intraprendere nuove avventure e di conoscere persone nuove. My insatiable curiosity of learning new things, to start new adventures and meet new people. La chiave del successo in tre parole? The key to success in 3 words? Le persone. Le persone. Le persone. People. People. People.
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"Se iniziate un business e vi aspettate che questo fallisca, nove volte su dieci fallirà.” “(…) IF YOU START A BUSINESS THINKING THAT YOU ARE GOING TO FAIL, NINE OUT OF TEN TIMES THIS IS WHAT WILL HAPPEN”.
di non arrendermi mai”, racconta il businessman e chiosa esortando il lettore: “Non perdere tempo. Ama la tua famiglia. Divertiti. Se ti diverti, i soldi verranno da sé”.
and urges the reader to “(…) not waste time. Love your family. Have fun. If you have fun, money will come anyways”.
LIKE A VIRGIN (2012)
LIKE A VIRGIN (2012)
Questo è un volume sui segreti del business che “non ti insegneranno alla Business School” perché sono frutto dell’esperienza diretta di un multimilionario che non ha mai lavorato per nessun altro se non per se stesso. I suoi consigli incassano consensi talmente importanti da trasformare il suo prontuario del bravo imprenditore in un nuovo campione di vendite per il Sunday Times. Da un estratto delle sue interviste emerge l’importanza del fattore umano, elemento principale per un business di successo come Virgin. “Un buon brand riflette le storie del tempo e del gruppo di persone che lo ha creato. Non può essere copiato. Non può essere riciclato”.
This book is about “Secrets they won’t teach you at Business School” because they derive from the experience of a multimillion dollar man who never worked for anyone but himself. His tips are so important that they transform his manual of a good business man into a Sunday Times best seller. From an abstract of his interviews the importance of the human factor emerges as the key element to success of a business like Virgin. “A good brand resembles the stories that time and the group have created. It cannot be copied, it cannot be recycled”.
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Le persone sono quindi il motore di un’impresa che funziona. “Date ai vostri dipendenti la possibilità di esprimere la propria creatività” esorta Branson, senza tralasciare una buona formazione professionale che è la “condizione fondamentale per un buon business”. Proprio come fecero i suoi genitori che non ostacolarono mai il suo percorso, Branson invita gli imprenditori a concedere libertà di azione ed essere riconoscenti per il lavoro che i dipendenti o i collaboratori svolgono perché “entrambi saranno generosamente ripagate.” In particolare ai giovani imprenditori, soprattutto perché meno esperti e più timorosi, il businessman britannico consiglia di tenere a mente che è impossibile dar vita ad alcuna attività senza assumersi dei rischi. “Dovete realmente credere in quello che fate. Dedicatevi totalmente al vostro lavoro e siate pronti a incassare alcuni colpi sulla strada che avete scelto. Se iniziate un business e vi aspettate che questo fallisca, nove volte su dieci fallirà”. E per evitare un simile epilogo disastroso, Branson ricorda sempre l’importanza del
People are therefore the engine of a working business. “Give your employees the possibility to express their creativity” urges Branson, without forgetting a good work training which is the “fundamental condition to a good business”. Just as his parents, who never blocked his course, Branson asks entrepreneurs to allow freedom of action to their employees and to be thankful for their work or their colleagues’ work because both entrepreneurs and employees will be generously rewarded. Especially to young entrepreneurs, as they are less prepared and more afraid, the British tycoon suggests to keep in mind that it is impossible to start any business without risk. “You have to firmly believe in what you are doing. Dedicate yourselves to your work and be ready to get hit hard on the path you’ve chosen. If you start a business thinking that you are going to fail, nine out of ten times this is what will happen”. And to avoid this happening, Branson reminds the readers that it is important to have fun: a true leitmotif
SEGRETI SU COME AVVIARE UN BUSINESS DI SUCCESSO E FARLO FUNZIONARE 5 Secrets To Starting a Successful Business
1. Se non vi dà gioia, non iniziate. If you don’t enjoy it, don’t do it. 2. Siate innovativi, create qualcosa di diverso. Be innovative - create something different. 3. L’orgoglio di appartenenza (a una data realtà, ndr) fa miracoli. Pride of association works wonders. 4. Dirigete gli affari imparando ad ascoltare Lead by listening. 5. Mantenete strette relazioni con i dipendenti e i vostri clienti. Be visible.
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divertimento: vero leitmotif nella vita professionale dell’imprenditore sin dalla fondazione della rivista studentesca. “Cercate sempre di divertirvi nel vostro lavoro. Questo aiuterà decisamente voi e i vostri colleghi a lavorare con entusiasmo e a mantenere la motivazione.” Perché in fondo… “Può darsi che i coraggiosi non vivano a lungo, ma i pavidi non vivono affatto!” A differenza del Machiavelli che al suo principe suggeriva di essere “temuto piuttosto che amato”, Branson è convinto che un bravo imprenditore debba essere un leader e non semplicemente un capo. “La vecchia immagine del generale che comanda le proprie truppe lontano dalla prima linea, piuttosto che guidarle in battaglia, non differisce molto dal modo in cui oggi vengono dirette molte società. Il leader è qualcosa di completamente diverso dal capo: se non vi mostrate di sovente dando il passo di marcia (ai vostri uomini), ciò significa che siete lontani dalla realtà del vostro business”. Per questo, a quegli uffici isolati e spesso posti all’ultimo piano del capo, predilige gli open space lavorativi con spazi dedicati per le riunioni del tipo brainstorming, ampie hall, sale da sport e tavoli da biliardo o piccole cucine adatte a una merenda leggera o una chiacchiera tra amici. “Gli uffici pieni di muri, scrivanie o sportelli sono una vera barriera per la comunicazione efficace.”
IL BUSINESS SENZA SEGRETI. ESPERIENZE DI UN IMPRENDITORE GLOBALE (2017) Il nostro viaggio nel mondo degli affari assieme a sir Branson si conclude con il suo best seller assoluto: quasi quattrocento pagine dedicate alle numerose esperienze che vanno dalla fondazione di società di successo, alla gestione del personale, la creazione di un brand vincente capace di dettare uno stile di vita – il cosiddetto “Virgin Way” – fino ai fallimenti da cui il tycoon britannico ha saputo trarre i migliori insegnamenti. Sullo sfondo dei suoi quarant’anni di carriera, Branson guarda poi al futuro, prospettando un’evoluzione nel modo di lavorare e di gestire il proprio tempo. “(…) la flessibilità lavorativa prenderà sempre più piede e le persone avranno l’opportunità di trascorrere più tempo con le loro famiglie senza danneggiare la loro reputazione professio-
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the businessman has followed ever since the founding of his first magazine. “Try to always have fun while working. This will help you and your colleagues work with enthusiasm and to be motivated.” Because you know, it might be the case that the brave ones won’t live long, but the cowards won’t live at all. Differently from Machiavelli’s book The Prince where he suggests to be “feared rather than loved”, Branson is convinced that a good entrepreneur had to be a leader and not only a boss. “The old idea of a General who controls his soldiers far from the front line rather than guiding them in battle, is not that far away from today’s reality regarding companies. A leader is completely different from a boss, if you’re not confident with the pace of your men then you’re probably not fit for that kind of business. This is why Branson prefers open space workshops and rooms dedicated to brainstorming, conference rooms, pool tables or small kitchens fit for a light snack or a friendly chat rather than an isolated top floor office. “Office buildings full of walls and desks are a true barrier to an efficient communication”.
BUSINESS STRIPPED BEAR. ADVENTURES OF A GLOBAL ENTREPRENEUR (2017) Our trip in the world of businesses reaches an end with his all time best seller: almost 400 pages dedicated to his numerous experiences which roam from building up a successful business, human resourcing, creating a successful brand capable of creating its own lifestyle movement, the famous “Virgin Way” up to the failures from where the British tycoon has learnt the most. Behind his forty-year career, Branson takes a look at the future, foreseeing an evolution in the work sphere and time management. “Working flexibility will become more important and people will have the possibility to spend more time with their families without damaging their professional reputation.” The old mentality of long work shifts and extreme careerism derives from another era of a strong developing western economy which is now an old memory. Flexibility is only valid if used correctly. It Is not about giving a laptop to your employees and let them work at home or that they can take an additional day off expecting the same results. There is
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nale”. La cultura lavorativa fondata su lunghi orari di lavoro e sul carrierismo estremo appartiene a un’epoca di forte sviluppo economico dell’Occidente che è ormai passata. La flessibilità è tuttavia un “valido strumento solo se usato correttamente”. Non si tratta di dare un laptop e lasciare che i propri dipendenti lavorino da casa o che prendano un giorno di riposo in più alla settimana, attendendosi lo stesso risultato. Bisogna creare un equilibrio tra casa e lavoro che sia vantaggioso sia per il dipendente sia per il datore di lavoro. “Il tempo trascorso a casa non equivale a inattività ma serve per consolidare la creatività e la cura, la fiducia e il lavoro di squadra. Valori che mantengono il business vivo.” Fiducia, libertà di agire, di esprimere la propria creatività e di scegliere sono dunque gli elementi di un business di successo. Per questo, Virgin offre ai propri dipendenti la possibilità di prendere ferie illimitate e di lavorare da casa. “È più facile attirare grandi talenti quando si è aperti e flessibili, – afferma Branson – Costringere i propri dipendenti a comportarsi in maniera convenzionale è controproducente”. L’idea di cinque giorni lavorativi e due di riposo si è integrata nella società, ma non è il futuro. La ragione risiede nelle tecnologie che cambieranno radicalmente le professioni umane. Con il progresso della tecnologia la quantità di lavoro si ridurrà. L’innovazione permetterà un’evoluzione dell’industria che avrà sempre meno bisogno della manodopera dell’uomo. Tuttavia, “la facilità di connessione consente alle persone di lavorare da qualsiasi luogo”. Uno studio dimostra che il 43% degli americani lavora in remoto, almeno per una parte del tempo e questo è reso possibile dalle telecomunicazioni che “indubbiamente migliorano la produttività. I dipendenti felici sono lavoratori migliori. Quindi non sorprende che coloro che lavorano da casa siano più soddisfatti del loro lavoro. Senza dover affrontare un viaggio, possono iniziare la giornata prima ed essere più produttivi. La possibilità di lavorare da casa consente inoltre ai datori di lavoro di trattenere i migliori lavoratori.” In definitiva, la fiducia è la chiave perché “il lavoro flessibile è intelligente. Questo è il business del futuro: se hai fiducia nella capacità dei dipendenti di prendere le proprie decisioni, loro ti ripagheranno”.
a need for balance between home and work which is both beneficial for the worker and the employer. “Time spent at home should not mean inactivity, but should rather be used to consolidate creativity and cure, trust relationships and team work.” Values which keep the business alive. Trust, the freedom to act, to express creativity and to choose are key to a successful business. This is why Virgin offers its employees to take unlimited vacation days and to work from home. “It is easier to attract great talents and minds when you are open and flexible, - says Branson - Forcing your own employees to act in a conventional way is counterproductive”. The five work days and two off has been integrated into society but it is not our future. The reason sits behind technologies, which will radically change human jobs. The technological progress will reduce the work volume. Innovation will allow an evolution in the industries which will require less and less manpower. However, “the ease with which one can connect will allow people to work anywhere”. According to a study, 43% of Americans work remotely, at least a part of the time and this is made possible by the telecom systems which improve productivity. Happy employees are the best workers. This means that those who work from home are the ones who are the most satisfied by their work. Without commuting to work, which is often a journey, they can start earlier and be more productive. The possibility of working from home allows employers to keep their best workers. Ultimately, trust is the key because flexible work is smart. This is the business of the future: if you believe in the ability of your employees to take their own decisions, they will repay you.
FIDUCIA, LIBERTÀ DI AGIRE, DI ESPRIMERE LA PROPRIA CREATIVITÀ E DI SCEGLIERE SONO DUNQUE GLI ELEMENTI DI UN BUSINESS DI SUCCESSO. TRUST, THE FREEDOM TO ACT, TO EXPRESS CREATIVITY AND TO CHOOSE ARE KEY TO A SUCCESSFUL BUSINESS.
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JAGUAR I-PACE 100% ELETTRICA
WORLD CAR OF THE YEAR. A NOI PIACE VINCERE IN SILENZIO.
Consumi WLTP ciclo combinato TEL 22,0 kWh/100km - TEH 24,8 kWh/100km. Emissioni CO2 0 g/km.
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, D N A R B N U , O I M T T O O U D UN RO P MILLE
di/by MATTEO MACUGLIA
ONE MAN, ONE BRAND, A THOUSAND PRODUCTS
Il pizzetto biondo, gli occhiali da sole iconici come la musica che Virgin ha contribuito a diffondere, un impero di aziende costruito nei campi più disparati. Richard Branson oggi vale circa 4 miliardi di dollari ma lavora come quando era un ragazzino appena uscito dal liceo: tanta voglia di divertirsi e nessuna remora a lanciarsi in nuovi business, partendo dai dischi musicali fino ai viaggi nello spazio.
Si sarebbe potuta chiamare Slipped Disc anziché Virgin. Probabilmente sarebbe stata ugualmente una delle case discografiche più famose di tutti i tempi. A salvare la situazione fu la puntualizzazio-
Blonde beard, iconic sunglasses, just like the music Virgin contributed to spread, an empire made of companies operating in the most different fields. Today Richard Branson is worth about 4 billion dollars but is still working like when he was a guy just out of high school: willing to have fun and no problem in launching new businesses, from music disc to space travel.
The name could have been “Slipped Disc” rather than “Virgin”. It may have become one of the most successful record company of all times anyway. It was one of the founder’s friend who saved the day: Genius People Magazine
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IL PRESIDE DISSE AI SUOI GENITORI: “O FINISCE IN GALERA O DIVENTA MILIONARIO”. AVEVA RAGIONE, È FINITO IN PRIGIONE (PER UN GIORNO SOLTANTO) ED È PURE DIVENTATO MILIONARIO. THE HEADMASTER TOLD HIS PARENTS: “HE’S GOING TO JAIL OR HE’S GOING TO BE MILLIONAIRE”. HE WAS RIGHT, HE ENDED UP IN JAIL (FOR ONE DAY ONLY) AND HE BECAME MILLIONAIRE AS WELL.
ne di una delle amiche dei fondatori: “Siete tutti vergini nel campo del business”. Grazie a queste parole di una scettica Tessa Watts, oggi la società fondata da Richard Brenson ha il nome che tutti conosciamo: “Virgin”. Era il 1970 e il giovane Branson aveva appena abbandonato la scuola, per la quale a dire la verità non aveva mai mostrato grande propensione o interesse. Era dislessico e poco portato per gli studi. L’ultimo giorno di liceo il preside disse ai suoi genitori: “O finisce in galera o diventa milionario”. Aveva ragione, è finito in prigione (per un giorno soltanto) ed è pure diventato milionario. Tutto comincia qualche anno prima con Student, poco più di un giornaletto del liceo ma già influenzato dall’ambizione del suo fondatore. Questo primo progetto va molto oltre i canoni del suo genere. Branson riesce a intervistare politici e personaggi più o meno famosi. A un certo punto anche Mick Jagger finirà per raccontarsi sulle pagine del giornale. La passione per il mondo dell’editoria diventa anche un primo, piccolo, successo commerciale: su Student compaiono le prime pubblicità. Anti-establishment, un po’ hippie, cazzona: Virgin nel 1971 è lo specchio del suo fondatore. Il primo negozio di dischi viene aperto in cima a un negozio di scarpe a Londra. All’interno ci sono cuscini per terra e un forte odore di marijuana. I commessi di Virgin sono molto bravi e dei gran fricchettoni. Branson è un grande negoziatore, convincerà il proprietario dell’immobile a rinunciare ai propri interessi sull’affitto. Il negozio intercetta una fetta di mercato interessata a dischi a
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“You are all virgins to business”. Thanks to these words from Tessa Watts, today Richard Brenson’s company is called the way we all know: “Virgin”. 1970, Branson just left school. Actually, he had never showed great talent or interest in it. He was dyslexic and he wasn’t strong on studies. The last day of high school, the headmaster told his parents: “He’s going to jail or he’s going to be millionaire”. He was right, he ended up in jail (for one day only) and he became millionaire as well. Everything started some year before, with Student: little more than a school newspaper but already a display of his founder’s ambition. This first project goes far beyond his genres standards. Branson manage to interview politicians and VIPs. Even Mick Jagger will end up telling his story on the pages of that newspaper. The passion for the publishing industry becomes a first, little, commercial success: Studentgets his first advertising. Anti-establishment, a little hippie, bone-headed: in 1971 Virgin is the reflection of his founder. The first disc store is located on the top of a shoe shop in London. Inside, plenty of pillows on the floor and a strong smell of marijuana. Branson is a great dealer, he’ll persuade the place’s owner to give up on collecting the rent. The staff is well prepared and entirely composed of freaks. The store sells to people looking for discounted discs and soon starts to sell via mail service. Since the beginning business is doing great. Two years later, the future billionaire and his associates found the first headquarter of Virgin Records. Born in an under-stair basement in Oxfordshire, it’s now one of the most influent record company in the world. It’s 1972.
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prezzi scontati, lanciandosi anche nella vendita a mezzo posta. Gli affari vanno a gonfie vele. Due anni dopo il futuro miliardario e i suoi soci fondano, in un sottoscala dell’Oxfordshire, la prima sede di Virgin Records, oggi una delle case discografiche più influenti al mondo. È il 1972. Pensare fuori dalle righe, sfidare l’ordine costituito, negoziare fino alla morte, divertirsi, lanciarsi in nuovi progetti pur sapendo di non essere pronti. Branson ha costruito la sua fortuna su questi pilastri. Oggi il suo patrimonio personale vale 4.2 miliardi di dollari. Chi è appassionato di musica anni ’70 e ’80 non ha bisogno di sapere cosa Virgin abbia fatto per questo mondo. Il primo a firmare un contratto con Branson è stato Mike Oldfield. Dopo una prima fase più hippie, Virgin vive da protagonista gli anni punk e post punk con i Sex Pistols, XTC, Ruts and Public Ltd. La fase successiva è quella del synth pop: Human League, Simple Minds, Orchestral Manoeuvres in the Dark. Musica che ha fatto la storia di una generazione. Nel 1979, a 7 anni dal lancio di Virgin, il patrimonio netto di Branson vale 5 milioni di sterline. L’anno successivo Virgin Records lascia le coste inglesi e diventa un’etichetta internazionale. Da questo momento si sviluppa l’altra grande caratteristica del business model di Branson: la diversificazione degli investimenti. La casa discografica si espande in nuovi settori, uno dei primi è quello dei voli di linea con Virgin Atlantic nel 1984. Nessuno sapeva nulla del settore dei trasporti, tanto meno quello degli aerei. Si lanciano lo stesso. L’unico paracadute previsto non è quello in cabina ma un accordo, nel caso tutto andasse male: rivendere il Boeing 747 di seconda mano alla casa madre. Non ce ne sarà bisogno. Oggi Virgin Atlantic è una delle principali compagnie che attraversa lo scalo di Heathrow, il più grande aeroporto di Londra. A Branson piace fondare compagnie, non ha alcuna paura di mettere il suo team di fronte a nuove sfide e lo dimostra. Una dopo l’altra, vengono fondate: Virgin Games e Virgin Vision, Virgin Holidays, Virgin Airship&Baloons, Virgin Classics, Virgin Broadcasting, Virgin Publishing, Virgin Radio, Virgin Vodka, Virgin Cola, Virgin Money, Virgin Brides, Virgin Trains, Virgin Cosmetics, Virgin Active, Virgin Energy, Virgin Cars, Virgin Health Bank, Virgin Racing, Virgin Produced. Ultima in ordine di tempo: Virgin Galactic. Un impero pazzesco, un caso di brand stretching che sfida le leggi del marketing. Non sempre le cose funzionano ma
Think outside the box, challenge the status quo, bargain to death, have fun, throw yourself in new projects despite knowing not being ready. Branson built his fortune on these pillars. Today his net worth is around 4.2 billion dollars. The ones who are into seventies and eighties music don’t need to be told what Virgin did. The first to sign with Branson was Mike Oldfield. After a first hippie moment, Virgin is the protagonist of the punk and post punk period with Sex Pistols, XTC, Ruts and Public Ltd. The next phase is synth pop: Human League, Simple Minds, Orchestral Manoeuvres in the Dark. Music that made the history of an entire generation. In 1979, 7 years after Virgin was found, Branson’s net worth’s 5 million pounds. One year later Virgin Records leaves the english shores and goes international. From this moment, the great characteristic of Branson’s business model develops: investment diversification. The record company expands in new areas, one of the first ones is the flights with Virgin Atlantic in 1984. Nobody knew anything about transports, much less about planes. They go for it all the same. The only parachute prepared isn’t the one in the cabin but a deal, just in case anything goes wrong: selling back the secondhand Boing 747 to the company it was bought from. It won’t be necessary. Today Virgin Atlantic is one of the major companies operating in Heathrow, London’s biggest airport. Branson loves to start new companies, he doesn’t fear to put his team in front od new challenges and he constantly demonstrates it. One after the other, new companies are found: Virgin Games and Virgin Vision, Virgin Holidays, Virgin Airship&Baloons, Virgin Classics, Virgin Broadcasting, Virgin Publishing, Virgin Radio, Virgin Vodka, Virgin Cola, Virgin Money, Virgin Brides, Virgin Trains, Virgin Cosmetics, Virgin Active, Virgin Energy, Virgin Cars, Virgin Health Bank, Virgin Racing, Virgin Produced. Last but not least, Virgin Galactic. A crazy empire, a case-study of brand stretching that confronts the laws of marketing. Things not always work, but Branson is always raising the bet. The ones who work out in the Virgin Active gyms (there are several of them in Italy, a status-symbol in Milan) hardly know that the same brand published a good portion of the music that defined their youth, has a line of financial products and it’s about to deliver the first commercial flights in space in human history. Branson is now controlling his companies from Necker Island, a strip of land in the Virgin Islands. It seems that the total amount of operations connectGenius People Magazine
NON SEMPRE LE COSE FUNZIONANO MA BRANSON RILANCIA OGNI VOLTA. THINGS DON’T ALWAYS WORKOUT BUT BRANSON RELAUNCHES THEM EVERY TIME.
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Branson rilancia ogni volta. Difficilmente chi va in palestra da Virgin Active (anche in Italia ce ne sono diverse, uno status-symbol a Milano) sa che lo stesso marchio ha pubblicato una buona parte della musica della sua infanzia, ha una linea di servizi finanziari per la persona e sta per lanciare i primi voli turistici spaziali della storia dell’umanità. Oggi Branson comanda le sue società da Necker Island, un piccolo lembo di terra emersa tra le Isole Vergini britanniche. Si parla di circa 400 iniziative tra marchi Virgin a tutti gli effetti, licenze e brand ormai passati sotto il controllo di altre società. Il magnate britannico oggi può far leva sull’immagine del gruppo per chiamare a raccolta gli alleati necessari per penetrare in settori del mercato dove la sua azienda non ha alcuna expertise. Un sistema che gli permette di continuare a investire, continuare a rischiare. Per lui questa è una vera ossessione. Ha terribilmente paura di diventare troppo cauto con l’avanzare dell’età. E a 68 anni se lo potrebbe anche permettere. A renderlo un’icona anche la sua immagine, il modello di leadership. Degli anni giovanili ha conservato lo stile scanzonato. Il divertimento per lui è una questione fondamentale. Ancora oggi, nonostante le non poche primavere che porta sulle spalle, continua a fare sport, a conquistare l’attenzione dei media con uscite improbabili (è abbastanza recente la sua uscita in kite surf con una modella nuda sulla schiena), a tagliare le odiatissime cravatte, simbolo di una standardizzazione sul mondo del lavoro combattuta a colpi di camicie di lino, occhiali da sole e l’eterno pizzetto biondo. A volte sembra quasi che i soldi siano stati solo un effetto collaterale. Il successo è arrivato anche quando non se lo aspettava e, almeno inizialmente, i nuovi rami di Virgin erano un’estensione delle passioni del suo fondatore. Ancora oggi Branson non è felice quando deve cedere un settore delle sue società. Il caso più drammatico è stato quello di Virgin Records, sacrificata a EMI per poter continuare le operazioni di Virgin Atlantic. Soffre, il magnate britannico da quasi 5 miliardi di patrimonio personale anche se vendendo spesso realizza ingenti profitti. Ha paura di abbandonare un gruppo di persone del quale si sente responsabile, con cui ha condiviso tempo e speranze. Forse sta qui la chiave del successo del business model targato Virgin: uno stile amichevole, informale, umano.
ed to Virgin is around 400 initiatives. Among these we find the original Virgin brands, licenses, brand that were given in to other companies. Today, the English tycoon can count on the public image of his group to call under his banner the allies needed to penetrate into new businesses, in case Virgin has no expertise. A strategy that allows Branson to keep investing, keep taking risks. It’s an obsession for him. He’s terrified about becoming too conservative while aging. Being 68 years old it’s something you would expect. Branson is still iconic thanks to him image, his leadership style. He kept the light-headed mood that distinguished his youth. Even today having gun is a priority for him. Despite the time passing, he keeps doing sport, attracting the media attention with his extravagances (it’s not too old his kite surfing session with a naked model on his back) and he’s still cutting the hated ties, symbol of a standardized concept of work that he keeps fighting with is linen shirts, sunglasses and the eternal blonde beard. Sometimes it seems that money came just as a side effect. Success came unexpected and, at least at first, the news branches of Virgin were a reflection of the bosses passions. Even today Branson suffers when it comes to selling a sector of one of his companies. The most dramatic case was the Virgin Records one. The company was sacrificed to EMI in order to keep Virgin Atlantic functional. The 5 billion English tycoon suffers, even if selling often mean making profits. He doesn’t want to let go people that he feels responsible for, with whom he shared time and hopes. Maybe here lies the secret of Virgin’s success: a friendly, informal, human way of making business.
FORSE LA CHIAVE DEL SUCCESSO DEL MODELLO DI BUSINESS TARGATO VIRGIN STA PROPRIO NELLO STILE, COSÌ AMICHEVOLE, INFORMALE E UMANO. MAYBE THE KEY TO THE SUCCESS MODEL CALLED VIRGIN LIES IN THE STYLE, FRIENDLY, INFORMAL AND HUMANE.
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di/by FEDERICO GRAZIANI
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L o “S pac e g rab b ing” d iv en ta una sfida a tre p er p o r tare turisti n el l o s pazio SPACE GRABBING HAS BECOME A THREE MAN CHALLENGE TO TAKE TOURISTS TO SPACE
Elon Musk, Jeff Bezos e Richard Branson si contendono un mercato che nel 2040 potrebbe valere oltre mille miliardi di dollari. Per ora, il turismo del futuro ha raggiunto la Stazione spaziale internazionale a bordo delle navicelle della russa Roscosmos.
Elon Musk, Jeff Bezos and Richard Branson are fighting over a market which in 2040 could have a potential value of over one trillion dollars. As of now, the tourism of the future has reached the International Space Station on board of the Russian space ships of Roscosmos.
Grottaglie è un comune di trentamila abitanti dell’entroterra tarantino e ospita uno dei due spazioporti di Virgin Galactic. Dall’altro, quello nel New Mexico, il 13 dicembre 2018 è partita la Space Ship Two, la navicella della società di Richard Branson. È stato il primo volo di un mezzo di trasporto progettato per scopi turistici a raggiungere lo spazio con un equipaggio a bordo. Così, dopo alcuni insuccessi negli anni scorsi, Branson ha dato una sferzata alla sfida con Elon Musk di Tesla e Jeff Bezos di Amazon, i principali rivali nella corsa al turismo spaziale. Tre miliardari, un solo scopo: accaparrarsi la fetta maggiore di un mercato che secondo le stime potrebbe superare i mille miliardi di dollari entro il 2040.
Grottaglie is a small town near to Taranto of just 30,000 inhabitants and it hosts one of the two spaceports of Virgin Galactic. The 13th of December, from the other port, the one in New Mexico, the Branson owned Space Ship Two took off. It has been the first commercial space flight to reach space with a crew on board. After some fails in the past years, Branson has boosted the challenge with Tesla’s Elon Musk and Amazon’s Jeff Bezos, his biggest rivals in the touristic space race. Three billionaires, one common goal: get the biggest stake of a market which could be worth more than a trillion of dollars in 2040.
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Bezos, Musk e Branson, in rigoroso ordine decrescente di patrimonio, hanno comunque obiettivi diversi, almeno per quanto riguarda la distanza da raggiungere. Il primo fondò Blue Origin nel 2000, proprio durante lo scoppio della bolla delle dotcom che ridusse il suo patrimonio da 6,1 a 2 miliardi di dollari. Nei primi anni la società rimase segreta, ma cominciò a lavorare per dare forma al sogno che lo stesso Bezos espose durante il suo discorso alla cerimonia di fine liceo: salvare l’umanità fondando colonie permanenti su stazioni spaziali orbitanti. Come farlo concretamente? Riducendo i costi dei viaggi e aumentandone la sicurezza. Oggi, dall’alto dei suoi 160 miliardi di dollari che lo rendono l’uomo più ricco del mondo, Mr. Amazon sta investendo molto nei progetti spaziali: dai viaggi suborbitali a una specie di montacarichi per portare oggetti sulla Luna. In un’intervista del 2018 ha detto di puntare tutto sulla costruzione di un villaggio sul satellite, dove spostare, nel prossimo secolo, tutta l’industria pesante terrestre, rendendo il nostro un pianeta residenziale e dedicato solo al terziario avanzato. Elon Musk vede invece Marte nel futuro dell’umanità e sostiene che “l’uomo sta erodendo le risorse della Terra e prima o poi arriverà il momento di
L’UOMO STA ERODENDO LE RISORSE DELLA TERRA E PRIMA O POI ARRIVERÀ IL MOMENTO DI MOLLARE TUTTO E PARTIRE. MAN IS EATING UP ALL THE RESOURCES OF THE EARTH AND SOONER OR LATER THE TIME TO ABANDON IT WILL COME.
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Bezos, Musk and Branson, arranged in decreasing order by net worth, have different targets regarding the distance to reach. The first founded Blue Origin in 2000, exactly during the bust of the dot-com bubble which reduced his fortune from 6,1 to 2 billions of dollars. In the first years the company was secret but it started developing a dream Bezos himself talked about in his high school graduation speech: saving humanity founding permanent orbiting space colonies. But how could you do it? Reducing the costs of the trips and increasing security. Today, having reached 160 billion dollars in assets, which ranks him as the richest man in the world, Mr. Amazon is investing a lot into space projects: from suborbital trips to lifts to move objects on the moon. In an interview in 2018 he said he will bet everything on the construction of a village on a satellite, where in the next century all the heavy industrial production should take place, leaving our planet to be simply residential and dedicated only to the advanced tertiary sector. On the contrary, Elon sees Mars as the future of humanity and supports the claim that man is eating up all the resources of the Earth and sooner or later the time to abandon it will come. This is why in 2002 SpaceX was born. The reuse of rockets is the
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mollare tutto e partire.” È per questo che nel 2002 è nata SpaceX. La riutilizzabilità dei razzi è la chiave per ridurre drasticamente il costo dei viaggi spaziali e progettare una colonizzazione di Marte. Negli ultimi anni SpaceX ha accelerato il suo sviluppo: nel 2015 il primo atterraggio della parte principale di un razzo Falcon 9, che nel 2017 ha volato nuovamente. Nel 2018 il celebre lancio del Falcon Heavy, il più potente mai costruito, che ha portato in rotta di collisione con Marte una Tesla Roadster. E ora? Nei piani di Musk lo sbarco sul pianeta rosso è programmato per il 2024, previsione che anticipa di un decennio quella della Nasa. Per i prossimi cinque anni, infatti, l’agenzia statunitense si è data un obiettivo più vicino, il ritorno sulla Luna. E, visti i ritardi nella costruzione di un razzo targato Nasa, lo scorso aprile il vicepresidente Mike Pence ha detto che proprio il Falcon Heavy potrebbe aiutare a rispettare i tempi della missione.
LADY GAGA, LEONARDO DICAPRIO, BRAD PITT SONO TRA I PRIMI A ESSERSI AGGIUDICATI UN BIGLIETTO PER VOLARE A 100 CHILOMETRI DA TERRA. LADY GAGA, LEONARDO DICAPRIO AND BRAD PITT ARE AMONG THE FIRST ONES TO HAVE A TICKET TO FLY FROM 100 KM FROM THE GROUND.
Chi è più avanti sulla strada del turismo spaziale è però Richard Branson. “Le opportunità di business sono come gli autobus, ce n’è sempre un’altra in arrivo”, ama dire il papà di Virgin. E il prossimo bus sta arrivando dallo spazio. Al di là delle visioni sul futuro dell’umanità, dunque, il re della diversificazione imprenditoriale ha individuato un mercato scoperto, che sta cercando di aggredire per primo. Dopo il volo dello scorso dicembre, a febbraio è stato eseguito il primo test con passeggeri a bordo. A inizio anno il britannico aveva una pazza idea: celebrare il cinquantesimo anniversario dell’allunaggio di Neil Armstrong tra le stelle. Luglio però si avvicina e la ricerca della massima sicurezza consiglia di rallentare il piano. È probabile che Virgin Galactic possa cominciare a smaltire le settecento prenotazioni dal 2020. Ovvero prima dei due rivali. Non è un caso, in-
key to drastically reduce the cost of trips to space and to engineer the colonisation of Mars. In the past years SpaceX has accelerated its development: in 2015 the first landing of the Falcon 9 rocket occurred, which flew once again in 2017. In 2018 the take off of Falcon Heavy occurred. It is the most powerful rocket ever built, which took a Tesla Roadster in collision course with Mars. What now? Musk plans to land on Mars by 2024, ten years before NASA’s prediction. In the next five years the American agency has set a closer goal, returning to the moon. And since NASA is behind schedule with its own rocket, in April 2018 Vice President Mike Pence said that the Falcon Heavy could help meet the deadlines of the mission. Nevertheless the person who is better off with the space tourism project is Richard Branson. “Business opportunities are like buses, there is always another one coming” as Virgin’s dad loves to say. And the next bus is coming from space. Beyond the views on the future of humanity, the tycoon has found a fresh business, which he is trying to attack before anyone else. After the December flight, in February the first test run with passengers occurred. In the beginning of the year the British man forwarded a crazy idea. He wants to celebrate the 50th anniversary of the moon landing by Neil Armstrong in the stars. Although, July is rapidly approaching and the research for maximum security suggests to slow down the idea. It is likely that Virgin Galactic will start to work off the 700 reservations by 2020. That is, before its two rivals. It is no coincidence that Branson is the only one to have received the deposits (around 80 million of dollars) from the new tourists. Lady Gaga, Leonardo DiCaprio and Brad Pitt are among the first ones to have a ticket to fly from 100 km from
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fatti, che sia l’unico ad avere ricevuto addirittura le caparre (si parla di 80 milioni di dollari complessivi) da parte dei nuovi turisti. Lady Gaga, Leonardo DiCaprio, Brad Pitt sono tra i primi a essersi aggiudicati un biglietto per volare a 100 chilometri da terra. A quell’altezza un aereo si staccherà dal razzo Virgin e i passeggeri sperimenteranno sei minuti di assenza di gravità prima di atterrare sulla pista dello spazioporto. Modalità simile (ma si rientrerà con un gigantesco paracadute) a quello che proporrà Blue Origin, l’Amazon dei cieli, dalla fine del prossimo anno. Costo del biglietto, in entrambi i casi, intorno ai 250 mila dollari. Più o meno quanto Elon Musk vorrebbe far pagare per il futuro viaggio verso Marte “per consentire alla maggior parte delle persone che vivono nelle economie avanzate di vendere la loro casa sulla Terra e trasferirsi sul nuovo pianeta”. Prima di allora, ma comunque tre o quattro anni dopo i rivali, SpaceX offrirà una gita turistica che prevedrà la circumnavigazione della Luna. Per ora c’è una sola prenotazione, effettuata dal miliardario giapponese Yusaku Maezawa, che ha firmato un contratto con Musk i cui dettagli sono segreti. In ogni caso è probabile che il costo sia molto inferiore ai 35 milioni di dollari chiesti da quella che per ora è la monopolista di un mercato simile: dal 2001 la Space Adventures offre ai più facoltosi della Terra di visitare la Stazione Spaziale Internazionale per una decina di giorni, sfruttando le navicelle dell’agenzia nazionale russa Roscosmos. Finora i suoi sette clienti sono gli unici turisti spaziali della storia. Ma l’ambizione dei tre miliardari potrebbe presto aprire la strada verso un nuovo modo di intendere le gite fuori porta. E chissà che tra vent’anni, visitare i crateri lunari non sia come fare snorkeling nei mari delle Maldive o dei Caraibi oggi.
the ground. In fact, from that altitude a plane will detach from the Virgin rocket and the passengers with live in first person six minutes of zero gravity before landing on the spaceport landing strip. A similar experience (but the landing will be with a giant parachute) will be offered by Blue Origin, Amazon’s space company, starting from the end of next year. The cost will be around 250,000 dollars in both cases. More or less the same price Elon would like to make people pay for the trip to Mars, “to allow people who live in advanced economies to sell their house and move out to Mars”. Before the Mars colonisation, but still three or four years years later than its rivals, SpaceX will offer a trip which will circumnavigate the moon. As of now only one booking was made, by the Japanese Billionaire Yusaku Maezawa, which has signed an agreement with Musk, but its details are secret. In any case it is probable that the cost will be lower than the 35 million dollars trip currently offered by the monopolist company Space Adventures, which from 2001 has allowed the richest people of the Earth to visit the International Space Station for around ten days, using the Russian Agency Roscosmos’ Space Ships. As of now its seven clients are the only space tourists ever. But the ambition of the three billionaires could soon grant an open road to a new way of travelling. Who knows, maybe in twenty years time visiting lunar craters will be just as simple as snorkelling in the Caribbean or the Maldives.
E CHISSÀ CHE TRA VENT’ANNI, VISITARE I CRATERI LUNARI NON SIA COME FARE SNORKELING NEI MARI DELLE MALDIVE O DEI CARAIBI OGGI. WHO KNOWS, MAYBE IN TWENTY YEARS TIME VISITING LUNAR CRATERS WILL BE JUST AS SIMPLE AS SNORKELLING IN THE CARIBBEAN OR THE MALDIVES.
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L u X u R Y
M u L T i B R A n D
C o R T i n A
/
s T o R E
D o B B i A C o
D O b b I A c O V I A D O L O M I t I 4 6 , t 0 4 74 9 7 2 3 2 8
FRANZ KRALER DONNA ALANUI ALESSANDRA RICH ALEVì ALEXANDER MCQUEEN AMIRI AQUAZZURRA BALENCIAGA BALLANTYNE BALMAIN BLANCHA BRUNELLO CUCINELLI BURBERRY BVLGARI CELINE CHLOè CHRISTIAN LOUBOUTIN DAD FURS MILANO DOLCE & GABBANA DROME ETRO FAY FENDI FURLA GIVENCHY
cORtINA cORs O ItALIA 76, t 0436 867 725
cORtINA cORs O ItALIA 92, t 0436 860224
c O R t I N A c O R s O I t A L I A 1 0 7, t 0 4 3 6 3 1 9 7
c O R t I N A c O R s O I t A L I A 1 1 9 / 1 2 7, t 0 4 3 6 8 6 0 6 3 5
GLEN-PRINCE GLOBE-TROTTER GOLDEN GOOSE GUCCI HERNO HOGAN IENKI IENKI ISABEL MARANT ETOILE JIMMY CHOO KENZO KHRISJOY LOEWE LORO PIANA MAISON FLANEUR WOMAN MAVINA MAX MARA MICHAEL KORS MIU MIU MONCLER MONCLER - 1952 MONCLER – CRAIG GREEN MONCLER – QUINN MONCLER - SIMONE ROCHA MONCLER GRENOBLE MOOSE KNUCKLES MOSCHINO MR&MRS ITALY
NAO NICOLE BENISTI OFF-WHITE PRADA ROGER VIVIER SAINT LAURENT SALVATORE FERRAGAMO SIMONETTA RAVIZZA STELLA MC CARTNEY STUART WEITZMAN TOD'S TORY BURCH VALENTINO VALENTINO GARAVANI WOOLRICH ZANELLATO
j o i n
u s
FRANZ KRALER UOMO ADIDAS Y-3 ALANUI ALEXANDER MCQUEEN AMIRI ARCTIC EXPLORER BALENCIAGA BALLANTYNE BARBOUR BLUNDSTONE BONSAI BRUNELLO CUCINELLI BURBERRY CELINE CHRISTIAN LOUBOUTIN DOLCE & GABBANA DRM FAY FENDI GIVENCHY GLEN PRINCE GLOBE-TROTTER GOLDEN GOOSE GUCCI HERNO
HERON PRESTON HOGAN JACOB COHEN KENZO KHRISJOY LOEWE LORO PIANA MARCELO BURLON MONCLER MONCLER – 1952 MONCLER – PALM ANGELS MONCLER GRENOBLE MOOSE KNUCKLES OFF-WHITE PALM ANGELS PARAJUMPERS PRADA PYRENEX SAINT BARTH SAINT LAURENT SALVATORE FERRAGAMO STONE ISLAND TOD'S VALENTINO VALENTINO GARAVANI WOOLRICH
f r a n z k r a l e r . c o m Franz-Kraler
franzkraler
FRANZ KRALER JUNIOR BALENCIAGA KIDS BLUNDSTONE KIDS BURBERRY KIDS FENDI KIDS GUCCI KIDS MONCLER KIDS SAVE THE DUCK KIDS STONE ISLAND KIDS
Diabolik©Astorina srl
di/by MARIO GOMBOLI
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Così è nato Dk THIS IS HOW DK WAS BORN
Mi sono sempre chiesto come sarebbe stato Diabolik se le sorelle Giussani, creandolo, avessero fatto riferimento ai fumetti americani invece che al feuilleton francese di inizio secolo scorso. O semplicemente avessero trovato modo di conciliare quelle due fonti di ispirazione. Col passare degli anni, di tanti anni, mentre Diabolik cumulava successi su successi, consolidava la sua posizione “nell’immaginario collettivo degli italiani” (come usano scrivere i giornalisti), evolveva nella grafica e nella psicologia, ho continuato a pensare a un’altra sua possibile realtà. Per intenderci: una realtà che stesse a Clerville come Clerville sta alla nostra. Una realtà parallela diversa, deviata, riconducibile per qualche elemento a quella che i lettori conoscono da più di cinquant’anni… ma chiaramente “altra”. Così è nato DK.
I always asked myself how Diabolik would have been if the Giussani sisters, while creating it, would have alluded to American comic books instead of the French Feuilleton of the beginning of the past century. Or if they would have simply found a way to merge the two inspiration sources. As time passed, a lot of time, success after success, Diabolik was consolidating its position in the “collective imaginary of the Italians” (how journalists usually say), it was evolving in its graphics and its psychology, I was continuing to think about another possible reality for him. To make myself clear: I wanted to create a reality where Clerville is directly proportional to our. But a deviated and parallel reality, similar in some way to what the readers have known for more than fifty years… but clearly “another one”. This gave birth to DK.
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prima stagione
numero 1 di 4
tti
Copertina di Matteo Buffagni
lik.
il morto - il massacro - la trappola
Chi li ha uccisi si e’ servito di un’arma molto particolare, ispettore.
Una balestra, immagino... o qualcosa del genere.
LA trAppoLA
la maggior parte delle vittime e’ stata fatta fuori da quella droga, tenente. E deve essere stata una fine atroce.
3/1
e’ stato lui... di nuovo lui! Ormai so riconoscere il suo modo di agire, anche se ogni volta cambia trucchi e armi... e NON lascia mai testimoni!
Lo so, tenente... ne abbiamo gia’ parlato! Pure voi siete convinto che sia una mia ossessione, priva di solide fondamenta!
Almeno, a differenza degli altri, avete il coraggio di dirmelo apertamente. Perche’ vi sono amico!
Ma, ispettore...
Credo che siate stanco e stressato. Avete bisogno di un po’ di riposo. No, non ora...
Non prima di avere trovato qualcuno disposto a credermi. Non prima di avere dimostrato che LUI esiste.
Vi lascio al vostro lavoro. Fatemi avere i risultati delle analisi al piu’ presto.
D’accordo.
3/2
Del resto, se aveste visto qualcuno, vi avremmo gia’ sentiti sparare. Esatto. Conosciamo gli ordini. Qui tutto tranquillo. Niente e nessuno da segnalare.
Okay...
3/3
Sono arrivato fin qui attraverso un condotto fognario, per poi risalire scavando. E ho atteso il momento giusto, con pazienza. Come un ragno nella tela.
3/4
Devo pisciare... disinserite gli allarmi. potevi anche farla nel prato, signorina!
Be’, dove sei?
3/5
Ghhh...
Avanti! Muoviti a tornare! Non posso fare fuori tutti questi zombi da solo!
bang! Bang!
3/6
Oh...
Cosa!?...
3/7
Fino a qui tutto e’ coerente alle informazioni che ho comprato a caro prezzo. Ma la parte piu’ importante arriva adesso.
3/8
Si’, tutto corrisponde.
Questo diamante rosa varra’ piu’ di...
Ben arrivato...
3/9
Ero pronta a scommettere che saresti giunto fin qui, vivo. Solo tu potevi riuscirci.
Non sono cosi’ sciocca e sprovveduta.
3/10
Quello che mi protegge e’ vetro blindato. Non potresti scalfirlo nemmeno con un proiettile di grosso calibro...
Vedi, noi abbiamo svolto lunghe e accurate indagini. E sappiamo ormai molte cose su di te.
“Noi” chi?
E, in ogni caso, tu non usi armi da fuoco.
Puoi chiamarci GIUSTIZIERI!
Operiamo in segreto, attentissimi a non lasciare scoprire la nostra esistenza... e questo ci accomuna a te.
Perche’ e’ esattamente cio’ che intendiamo essere, in questa citta’ corrotta e dannata!
3/11
Ma parliamo di te, appunto... un criminale capace di imprese straordinarie agendo nell’ombra.
Spesso le tue vittime sono la peggiore feccia della citta’. Trafficanti di droga, politici corrotti, venditori di esseri umani... di cui ti interessano le enormi ricchezze. “Non e’ certo per giustizia, infatti, che hai ucciso Henry Summer, NON compianto assessore ai lavori pubblici...”
Nella sua cassaforte, la polizia non ha trovato traccia dei diamanti ricevuti in cambio di concessioni di appalti.
Sei stato TU, vero? E c’e’ la tua mano anche dietro a quell’attentato all’aereo privato, che hai fatto esplodere per eliminare un rivale...
Maledizione! Come puo’ saperlo?!
3/12
Per la gente sei un... divertente argomento di conversazione salottiero. C’e’ UN ispettore convinto della tua esistenza, ma nessuno gli da’ retta. Invece noi...
“Per attirarti, abbiamo diffuso informazioni su un bottino a cui non saresti stato capace di resistere... nascosto in questa villa, affittata solo a tale scopo.”
“Se tu tornassi domani la troveresti vuota. Mentre al momento ci sono molti piu’ uomini, nascosti e armati, di quanti tu abbia visto ed eliminato...”
“Pronti a intervenire, a un mio ordine!”
...Abbiamo sempre creduto che dietro la leggenda metropolitana dell’ombra della notte... gia’, qualcuno ti ha chiamato cosi’... ci fosse una persona vera!
3/13
TU sei una leggenda metropolitana... noi GIUSTIZIERI non vogliamo essere nemmeno quello.
Eliminiamo senza chiasso... e senza lasciare tracce della nostra esistenza... individui che sono un pericolo e un danno per la societa’.
Spesso gli stessi tuoi obiettivi, sebbene per te rappresentino semplicemente soggetti da derubare.
Riteniamo che tu sia in grado di arrivare anche dove il nostro gruppo non puo’ e non riesce. Percio’ abbiamo un’offerta, molto conveniente...
Siamo disposti a fornirti informazioni utili per individuare degli ottimi bersagli e i loro punti deboli. Dopo averli eliminati, ti terrai tutto il bottino.
3/14
Insomma, saremo NOI a scegliere le tue vittime. Quanto al resto, per te sara’ esattamente come ora... anzi, meglio. E se rifiutassi l’offerta?
Come ho detto, nessuno deve sapere della nostra esistenza! Non costringermi a minacciarti... Sai di essere in trappola!
Una trappola ben congegnata. Per farla scattare, pero’, hai lasciato che uccidessi alcuni dei vostri... come si concilia tutto cio’ con il “senso di giustizia”?
Non erano dei nostri, ma solo mercenari... la loro morte e’ un sopportabile e previsto danno collaterale. Cose del genere vanno messe in conto.
Allora, sto aspettando una risposta! Decidi!
3/15
La mia risposta e’ NO! Non sono in vendita ne’ in affitto. NON rispondo a nessuno delle mie azioni e, se voglio informazioni, le compro o le estorco.
Percio’ non sono interessato alla proposta, e ora me ne vado. Con il diamante rosa.
Non puoi andartene cosi’! Forse non hai capito...
TU non hai capito! Ti ho lasciata blaterare solo per dare al raggio laser nascosto nell’impugnatura del mio pugnale il tempo di bucare il vetro... ... e fargli passare attraverso una certa quantita’ di antrace modificato geneticamente, per infettarti.
Cosa?!
3/16
Io ho preso un antidoto... tu no. Non ancora, almeno. Te lo faro’ avere, se mi lascerai andare senza che nessuno cerchi di fermarmi. Hai la mia parola.
Se non avessi studiato cosi’ attentamente la tua personalita’, potrei pensare che stai bluffando...
Quindi sai che non e’ cosi’.
3/17
Non oseranno seguirmi...
3/19
Il detector rileva qualcosa...
3/20
Una cimice, con un involucro di velcro.
Devono essere riusciti ad attaccarmela mentre attraversavo l’atrio.
Mossa furba... ma non abbastanza.
Tieni! Mangia!
3/21
Gli tengo strette le fauci, perche’ inghiotta il boccone. Poi lo lascio andare.
Non scappa... ne’ cerca di mordermi. Sembra che ne voglia ancora. Mi accorgo di stare sorridendo. E non ricordo quando e’ stata l’ultima volta.
Vattene, ora! Via!
3/22 continua...
www.gonet.fr
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REDAZIONALE
Horizon Soft: la nuova e innovativa valigia a rotelle LOUIS VUITTON Fotografo: Craig McDean per Louis Vuitton
HORIZON SOFT: THE NEW INNOVATIVE ROLLING LUGGAGE BY LOUIS VUITTON
Louis Vuitton lancia Horizon Soft: la seconda e innovativa gamma di valigie a rotelle, dedicata al viaggiatore moderno e disegnata da Marc Newson. “Dopo aver cominciato con i rigidi, le cui linee sono naturalmente più definite e rigorose, abbiamo ora intrapreso la seconda fase, ovvero quella della versione morbida. Ho dovuto individuare una tecnologia adeguata al valore del progetto, dovevo avere una ragione, qualcosa di davvero irresistibile per farlo partire. Non doveva essere tanto una tecnologia, quanto più un procedimento, una tecnica, un processo di cui ero venuto a conoscenza attraverso altri progetti che stavo seguendo e che essenzialmente è quello del lavoro a maglia”, Marc Newson. Il rivoluzionario guscio esterno della valigia è realizzato in maglia 3D termoformata, con un jacquard double-face, stampato con l’iconico motivo Monogram Louis Vuitton, reinterpretato da
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Louis Vuitton launches a second range of innovative rolling luggage for the modern traveller designed by Marc Newson. “After starting with hard luggage where the parameters are naturally more defined and rigid, we have embarked upon stage two, which is the soft version. I had to identify a suitable technology to give the project validity, I had to have a reason, something really compelling to kick the project off. That was to be the technology, which was not so much a technology, more of a process or a technique, a process that I was aware of through various other projects that I had been doing and essentially it’s knitting”. Marc Newson. This breakthrough outer-shell is made of thermoformed 3D knit with a double-sided jacquard featuring Newson’s interpretation of Louis Vuitton’s signature Monogram. The knit is fully-fashioned in a custom made technical yarn that includes elastic and thermo-fusible threads, using seamless knit-
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Marc Newson. La maglia è interamente realizzata con un filato tecnico personalizzato che include fili elastici e termofusibili che utilizzano la tecnologia della maglieria senza cuciture, un procedimento studiato appositamente per le esigenze di Louis Vuitton. La maglia è un unico pezzo che viene modellato a caldo per conferire all’oggetto la forma desiderata. Prima di questo processo di termoformatura il materiale viene sottoposto ad un trattamento idrorepellente. I tagli per le tasche e le cerniere sono realizzati con tecniche ad ultrasuoni; il 95% delle cuciture utilizzate su prodotti di questo tipo è stato eliminato per essere qui sostituito da un nastro termo fuso, un’elegante soluzione high-tech in linea con il procedimento utilizzato per costruire la forma principale.
ting technology, a process tailored specifically to the needs of Louis Vuitton. The one-piece knit is then heat formed to give the object its shape. Before this thermoforming process, it’s given a water repellent treatment. Cuts for pockets and zips are made with ultra-sound cutting techniques and as 95% of the stitching used on a comparable conventional product has been eliminated, it is replaced with tape fused through heat setting, an elegant high- tech solution in keeping with the process used to build the fundamental shape. When it comes to packing and travel, weight and capacity are essential. New technologies and endless testing during the development process meant Marc Newson has en-
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Quando si tratta di preparare una valigia per il viaggio, il peso e la capienza sono essenziali. Nuove tecnologie e continui collaudi, durante il processo di sviluppo, hanno fatto si che Marc Newson potesse garantire un peso ridotto al minimo e un volume massimizzato. Leggero ma al contempo forte e resistente, con un peso di soli 2,9 kg, questo trolley è adatto alle dimensioni da cabina. Nessun viaggiatore trasporterà un solo grammo più del necessario. Come per la linea Horizon, la collezione di valigie disegnata da Marc Newson e lanciata nel 2016, anche per Horizon Soft la maniglia estensibile in alluminio è stata posizionata all’esterno della valigia, dando robustezza e aumentando sostanzialmente lo spazio interno. Proprio come per gli storici bauli Louis Vuitton, la maniglia è rivestita in vacchetta naturale, appositamente creata per offrire il massimo comfort quando in uso ed il minimo volume quando riposta, poiché anche una maniglia sporgente viene considerata parte del volume esterno nelle restrizioni delle compagnie aeree internazionali. Marc Newson ha progettato ogni singolo componente, non è stato utilizzato un solo componente “in serie” nella realizzazione di
sured that weight has been reduced to a minimum and volume has been maximised. Lightweight, yet strong and resistant, weighing a mere 2.9 kilos for the cabin size, no traveller will carry even as little as a gram more weight than necessary. Like Horizon, the luggage collection designed by Marc Newson and launched in 2016, the anodised aluminium extendable cane has been relocated outside from within the luggage, adding both structure and strength, as well as substantially increasing the all-important interior packing space, removing entirely the awkward bumps and ridges normally associated with internal cane mechanisms and leaving useful space in its place. Just like one of Louis Vuitton’s historic trunks, the cane handle is covered in cowhide leather, specifically sourced to offer maximum comfort when in use and minimum volume when out of use, as even a protruding handle is considered part of exterior volume restrictions by international airlines. Marc Newson has custom designed every single component, there is not one “off-the-shelf” component used. This includes an ergonomic aluminium 3-digit combination zip-pull lock system that is TSA approved and can be operat-
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queste valigie. Questo anche per quanto riguarda il sistema di chiusura a cerniera in alluminio con combinazione di 3 cifre, ergonomico, approvato dal TSA e che può essere azionato con una sola mano. Il lucchetto è disponibile con finitura argento, champagne o grigio scuro. Le due piccole ruote sono state progettate per essere il più silenziose possibile. “Questo progetto può essere definito ‘sconveniente’ semplicemente perché nessuno lo ha mai realizzato prima d’ora, è davvero un’innovazione. La progettazione è, per definizione, interruzione e innovazione. Se non è nuova, allora che senso ha?” dice Marc Newson. Il designer aggiunge: “Sono un viaggiatore abituale e, come molte persone che conosco, viaggiando senza sosta, so cosa voglio dal mio bagaglio e non penso di essere l’unico. Il viaggio è intrinsecamente legato al lusso, dal contesto storico a quello funzionale. I due concetti semplicemente vanno di pari passo. L’esperienza è stata una parte molto importante di questo processo. Questi oggetti vivono o muoiono davvero sulla strada”.
ed with just the one hand. The lock comes in silver, champagne or dark grey finish. Two miniature wheels have been engineered to be as silent as possible. “This can be defined as disruptive simply because no one has done it; it’s innovation really. Design, by definition, is disruption and innovation. If it’s not new then, what’s the point ?” says Marc Newson. The designer adds “I’m a frequent traveller and like a lot of people I know I’m travelling nonstop so I know what I want my luggage to do and I don’t think I’m alone. Travel is so intrinsically linked to luxury, from the historical context to a functional context. The two just go hand in hand really. Experience has been such an important part of this process. These objects really live or die on the road”.
La valigia Rolling Duffle 55 a due ruote è disponibile in giallo, arancione, grigio mélange, nero e Monogram 55 x 32 x 25 cm 2.9 kg 36 l.
Rolling Duffle 55 Knit with two wheels comes in yellow, orange, grey heather, black and Monogram 55 x 32 x 25 cm 2.9 kg 36 l.
Il trolley Horizon Soft 55 a quattro ruote è disponibile in fucsia, grigio mélange e nero 55 x 39 x 21 cm 3.5 kg 37 l.
Soft Trolley 55 Knit with four wheels comes in fuchsia, heather grey and black 55 x 39 x 21 cm 3.5 kg 37 l.
La valigia Rolling Duffle è prodotta anche in una speciale tela leggera Monogram in due misure: 55 e 65
Rolling Duffle is also produced in a special lightweight Monogram canvas in two sizes: 55 and 65
Versione da cabina 55 x 32 x 25 cm 2.7 kg 36 l. e maxi 65 x 35 x 30 cm 3. 1 kg 55 l.
Cabin 55 x 32 x 25 cm 2.7 kg 36 l and maxi 65 x 35 x 30 cm 3.1 kg 55 l.
La tecnologia “Connected”, nata per tracciare il proprio bagaglio in viaggio, è disponibile anche per la collezione Horizon Soft come extra da inserire nelle tasche interne di tutte le valigie.
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The Louis Vuitton connected Echo device service remains available as an extra to put within internal pockets of all cases.
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ALBERTO BUZZANCA DIETRO L’OBIETTIVO Eredita dal padre, pittore visionario e vignettista pungente, l'armamentario per fotografare; ma forse molto di più. Nasce così, a 23 anni nel '92, l'impegno artistico di Alberto Buzzanca. Due vecchie reflex, gli obiettivi, la voglia di provare per gioco. Una passeggiata lungo il fiume, i primi scatti. Poi cascate di manuali, libri, riviste, la curiosità di imparare, capire come nasce la magia dei capolavori dei grandi. Vincitore nel 2009 del concorso Photo.fr su 50.000 foto provenienti da ogni parte del mondo. Dal 2014 ambassador nel mondo per il prestigioso marchio Fujifilm, per il quale testa e sponsorizza il materiale fotografico. Il soggetto preferito sono le persone: modelle in studio o immerse in suggestive location, ma anche uomini, donne, bambini ritratti nei reportages in giro per il mondo.
ALBERTO BUZZANCA BEHIND THE LENSE
He inherits from his visionary painter and pointy cartoonist father, the armory to take pictures; but maybe even more. In 1992 by the age of 23 Alberto Buzzanca’s artistic commitment is born. Two old reflex cameras, camera lenses, the thirst of trying a new game. A walk by the river are his first shots. Then tons of manuals, books, magazines, learning curiosity, understanding how the magic of the masterpieces of the greats are born. He wins in 2009 the Photo.fr competition, out of 50,000 pictures from all the world. From 2014 he is the world ambassador of Fujifilm, which he testes and sponsors its photographic products. His favorite pictures are of people: models in the studios or in evocative locations, but also men, women, kids who are pictured in his reportages around the world.
In collaborazione con / in collaboration with Nel 2019 Bentley Motors celebra il suo 100° anniversario aziendale con
In 2019 Bentley Motors celebrates is 100th anniversary with unique
manifestazioni uniche in tutto il mondo, tra le quali il nuovo showroom
events around the world, of which the new Showroom in Padova is part,
di Padova, sotto l’egida del Gruppo Fassina.
under the Fassina Group.
Bentley Motors è il marchio di auto di lusso più ambito al mondo, con
Bentley Motors is the most coveted car luxury brand in the world, with
le sue quattro gamme di modelli: Continental, Flying Spur, Bentayga
its four model range: Continental, Flying Spur, Bentayga and Mulsanne.
e Mulsanne. L’unione fra la tradizionale maestria e l’abilità artigianale
The union of traditional mastery and artisanal ability, passed down over
tramandate di generazione in generazione da un lato, e la perizia
generations on one side, and the engineering expertise and the most
ingegneristica e le tecnologie più innovative dall’altro, è una caratteristica
innovative technologies on the other, is a unique characteristic of the
unica dei marchi di auto di lusso del Regno Unito, come Bentley.
luxury brands of cars of United Kingdom, like Bentley.
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Servizio fotografico Bentley Padova - Model Lucia Pellizzaro Genius People Magazine
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Servizio fotografico Bentley Padova - Model Lucia Pellizzaro Genius People Magazine
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Servizio fotografico Bentley Padova - Model Lucia Pellizzaro Genius People Magazine
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di/by ANNA MIYKOVA
INTERVISTA A DANIELA KRALER
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Un ritorn o i n gra nd e sti l e p er la regi na d el l e D o l o mi ti . N elle sfav i l l a nti v etri ne di Fran z Kr a l er un t rip udio d i emo z i o ni che anche l a mo da v uo l e raccon tar e. A GREAT COMEBACK FOR THE QUEEN OF THE DOLOMITES. INSIDE THE SHOP WINDOWS OF FRANZ KRALER THERE'S A GREAT AMOUNT OF EMOTIONS WHICH ALSO FASHION WANTS TO TELL.
Daniela Kraler è titolare insieme al marito Franz, degli store di abbigliamento di lusso multimarca “Franz Kraler” presenti tra Dobbiaco – dove ha sede il loro splendido castello della moda, residenza estiva dell’imperatore Francesco Giuseppe – e Cortina D’Ampezzo.
Daniela Kraler, together with her husband Franz, is the owner of the multi brand luxury stores “Franz Kraler” located in Dobbiaco - which is the home to their beautiful fashion castle, which used to be the summer retreat of Emperor Franz Joseph, and in Cortina d’Ampezzo.
Raffinata, elegante, estremamente cordiale, Daniela mi racconta che per lei l’importante è far star bene i propri clienti. Il ritorno di proposte lontane dal minimalismo e che strizzano l’occhio a opulenza, sontuosità e persino esagerazione sono il tripudio di un grande passato che ritorna: emozioni che la moda vuole raccontare.
Refined, elegant and extremely warm, Daniela tells us that she cares for the well being of her customers independently from them buying or not clothing. The return of proposals which are far from minimalism and hint at opulence, sumptuousness and even exaggeration are the triumph of a great past that returns: emotions which fashion wants to convey.
Oggi si tende a parlare di un certo appiattimento culturale, le persone leggono poco, si dedicano poco all’arte, non hanno tempo per riflettere, sognare, studiare. Questo, soprattutto a causa di un uso smodato di tecnologia e social network che stanno modificando la percezione della realtà. La moda, in controtendenza, sembra rispondere a questa crisi culturale e valoriale con l’abbandono del minimalismo. Quali sono le nuove tendenze?
Today there is a trend to talk about a sort of cultural flattening, people don’t read much, do not dedicate time to arts, don’t have time for reflection, dreaming or studying. This is mainly due to an excessive use of technology and social networks which are modifying the perception of reality. Fashion seems to be going against this cultural and value crisis, by abandoning minimalism. Which are the new trends?
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La risposta è lapalissiana se guardiamo a uno dei maggiori creativi del momento, Alessandro Michele (direttore creativo di Gucci, ndr), che è stato definito un “troppista”. A dirla tutta, non ho mai ritenuto che il minimalismo si fosse affermato in maniera assoluta e totale. Ho sempre visto esagerazioni forti capaci di affermarsi più di certe tendenze minimal. Anche nella località in cui vivo, che è una zona turistica molto frequentata, le esagerazioni nell’abbigliamento, in senso positivo, sono molte. Le persone in vacanza hanno sempre comunque voglia di osare. Il trend della moda è in un certo senso dettato dagli stilisti ma secondo lei, da buyer e soprattutto da imprenditrice e creativa che ha dato vita a un proprio brand FK 1902, che cosa vogliono le persone dalla moda e che cosa cerca lei quando sceglie i capi per i sui negozi Franz Kraler? A fronte di una situazione globale che vede molti Paesi del mondo a rischio, anche solo per un viaggio turistico e alle numerose notizie negative che ci giungono quotidianamente dai media, le persone vogliono semplicemente stare bene e vanno alla ricerca di qualcosa che ne distolga momentaneamente il pensiero. La moda diventa coccola, appagamento, uno strumento per sentirsi psicologicamente meglio. Basti pensare che anche nel mondo dei social quello che piace di più e che ha maggior seguito sono le emozioni. Le persone vanno in vacanza per stare bene quindi accanto a una natura meravigliosa, all’aria buona che si respira da noi, la salute, la gioia, la psiche… anche le nostre vetrine e le proposte di moda devono essere sfavillanti, gioiose, ricche. Da noi, una persona deve sentirsi bene anche solo entrando, anche se non compra o non può comprare. Questo fa parte del mio DNA e del mio modo di concepire la moda, da sempre. Una volta la haute couture e le sfilate dell’alta moda erano qualcosa di elitario. Oggi, invece, con l’affermarsi della figura degli influencer – che spesso sono giovani di bell’aspetto con molto seguito sui social ma non sempre così preparati nel settore – sembrerebbe quasi che gli esperti di moda o i direttori delle maggiori riviste siano in qualche modo messi in ombra dal loro arrivo ai défilé. Cosa ne pensa e secondo lei quanto durerà questo fenomeno? Trovo che sia molto divertente e positivo se pensiamo che si tratta innanzitutto di giovani e che sanno indossare bene quei capi! L’alta moda era Genius People Magazine
The answer is self-evident if we take a look at the major creative people of the moment. Alessandro Michele (Creative Director of Gucci, ed.) has been defined as “Too much”. To be fair, I never believed minimalism totally prevailed. I always saw strong exaggerations prevail over some minimal tendencies. Even where I live, which is a highly popular tourist destination, exaggerations in apparel, in a positive sense, are many. People who are on vacations are always on the mood to dare. The fashion trend in a certain way dictated by stylists, but in your opinion of buyer and entrepreneur and creative who founded your own brand FK 1902, what do people want from fashion and what do you look for when you choose the clothes for your Franz Kraler stores? Looking at the global situation where many countries are risky even for a tourist trip, and all of the negative news which reach us daily, people simply want to feel good and look for something which clears their minds. Fashion becomes a cuddle, satisfaction, a tool to feel better psychologically. It is sufficient to take a look at the “social” world, where what you like the most and is the most followed are the emotions. People go on vacation to feel good, so together with a beautiful nature, fresh air, health, joy, psyche… likewise our shop windows and fashion proposals must be sparkling, joyful and rich. When you visit us, a person must feel good just by simply coming in, even if they don’t buy or can’t buy. This is part of my DNA and my way of conceiving fashion, since the beginning. Haute couture and fashion shows used to be something elitist. Today instead, thanks to the figure of the influencer - which are usually young good looking people with many followers on social media but not necessarily prepared on the industry - it seems like experts and directors of the major magazines are put to the side when they arrive at the défilé. What do you think and how long will this phenomenon last? Firstly, I find that this is positive and fun if you think about that we are talking about young people who know how to dress with those clothes. Haute couture was only accessible to the elite of the sector, now everyone can more or less be directly part of a dream. The influencer is anyhow a phenomenon which will find its equilibrium in time. The way we communicate has changed and with social networks now everything is accessible and fast. Pub-
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Daniela Kraler con una mantella impreziosita di Balmain
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Daniela e Franz Kraler, proprietari degli store di lusso multimarca Franz Kraler a Cortina d'Ampezzo e Dobbiaco
accessibile solo all’élite del settore, adesso tutti possono più o meno direttamente essere partecipi di un sogno. Quello dell’influencer è comunque un fenomeno che con il tempo troverà il giusto equilibrio. È cambiato il modo di comunicare e con l’avvento dei social adesso è tutto più accessibile e veloce. Il mondo dell’editoria si sta adeguando: le grandi penne restano ma l’approfondimento è necessario! Facciamo un’ipotesi per assurdo. Si dice che tra qualche decennio gran parte del lavoro dell’uomo verrà sostituito dai robot e cambierà dunque la visione tradizionale del lavoro. Cosa ne sarà dell’abilità dei sarti che realizzano interamente a mano abiti di alta moda? Penso che l’arte e l’abilità degli artigiani non scompariranno mai. Oggi i creativi dell’alta moda si rifanno molto alle tradizioni dell’artigianato territoriale e locale riproponendone i ricami e i dettagli. C’è un ritorno del tailoring attraverso il pellame pregiato, i bei tessuti. Questo dimostra come la creatività e l’artigianato ci saranno sempre e nulla vieta l’aiuto dei robot che potranno migliorare il lavoro dell’uomo. A questo riguardo, se la moda è una forma di arte e quindi di espressione della creatività, del genio umano, che cosa cambierà laddove l’intelligenza artificiale si affermasse progressivaGenius People Magazine
lishing businesses are evolving: the great writers remain but some deepening is required! Let’s make a crazy assumption. They say that in some decades the work of men will be substituted by robots and the views on traditional work will change. What will happen to tailors who will craft their haute couture clothes by hand? I think that the abilities of artisans will never disappear. Today the creatives of fashion are looking back a lot at traditional territorial and local craftsmanship reinventing embroideries and details. There is a return to fine leather and beautiful textiles tailoring. This shows how creativity and craftsmanship will always be present and nothing will block the use of robots which will improve man’s labour. This being said, if fashion is a form of art and therefore of expression of creativity of the human genius, what will change when artificial intelligence will prevail progressively… because if this was the case also the traditional sense of fashion will not be the same anymore. In my opinion we are living a great and rich return to the past, despite a minimalism characterised by the “less is more” motto. We are are not satisfied anymore by “lyophilising dreams” to use a cooking expression. Even the great starred chefs are looking back at traditional cousins and abundance: You don’t eat anymore the so called basil leaf… thank
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mente…perché se così fosse anche il senso tradizionale della moda non sarà più lo stesso. A mio parere stiamo vivendo un ritorno ad un passato grandioso e ricco a scapito di un minimalismo caratterizzato dal motto “less is more”. Non ci accontentiamo più di “liofilizzare i sogni” per usare un’espressione tipica della cucina. Anche i grandi chef stellati stanno sperimentando un ritorno alla cucina tradizionale e all’abbondanza: non si mangia più la cosiddetta fogliolina di basilico…e per fortuna! (a questo punto non riusciamo a trattenere le risate, ndr). Quindi, non ho paura che scompaiano il bel vestire, il bel cantare, il bel mangiare o il bel sognare… Il robot eventualmente sarà un supporto, ma sarà sempre l’uomo con la sua genialità, la sua arte e la sua creatività a dominare. Per questo sono a favore del progresso ed è giusto che la mente umana sperimenti ma con criterio ed etica. Visto che stiamo abbandonando le linee minimal per recuperare il grande passato, l’industria della moda sarà ancora capace di far sognare in futuro con gli abiti preziosi, unici e studiati su misura o prevarrà la concezione del fast fashion e del capo veloce, usa e getta. Penso che sopravvivranno entrambe le opzioni e trovo sia ancora più bello. Una volta esisteva un solo modo di vestirsi perché la realtà e il ritmo di vita erano diversi, più comodi forse. Oggi le cose sono cambiate, si va veloci e spesso si corre. Quindi sul lavoro bisogna vestire capi pratici e comodi. Tendiamo poi ad usare molti più cambi adatti alle diverse occasioni, così come a portare molti più abiti quando andiamo in viaggio. Tutto questo per dire che adesso possiamo personalizzare e adattare il nostro stile anche in base alle diverse situazioni e realtà in cui ci troviamo. Persino le sneakers si sono evolute adesso e anche quelle “gioiello” sono un capo utilizzatissimo in quasi tutte le occasioni, persino sul red carpet. Oggi le sfilate tornano a essere ricche, sontuose, importanti e chi fa più tendenza sono, se vogliamo, i più folli ovvero quelli che osano di più. Poi chiaramente ci sono le attitudini e la fantasia che devono giocare il ruolo fondamentale seguendo le esigenze personali e professionali.
god! (at this point we cannot keep a straight face and not laugh, ed.) Therefore I am not afraid of the disappearing of nice clothes, good singing, excellent eating or dreaming… Robots will eventually be a support, but mankind and its genius, its arts and creativity will always dominate. This is why I am in favour of progress and it is right that the human mind experiments with criterion and ethically.
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OGGI LE SFILATE TORNANO A ESSERE RICCHE, SONTUOSE, IMPORTANTI E CHI FA PIÙ TENDENZA SONO, SE VOGLIAMO, I PIÙ FOLLI
As we are abandoning the minimal routes to recover the great past, in the future will the fashion industry still be able to make people dream with precious clothes, unique and tailored, or will the concept of disposable, fast fashion will prevail? I think both options will survive and I think it is perfect. In the past, there was only one way of dressing because the reality and rhythm were different, more comfortable maybe. Today things have changed, we are fast and we often run. Therefore on the work place we must be dressed with handy and comfortable clothes. We tend to use many different clothes fit for different occasions, in the same way we take many more clothes with us when we travel. This being said, today we can adapt our style based on different situations and realities we face. Even sneakers have evolved and even the “jewel” ones are now a very used shoe in almost any occasion, even on the red carpet. Today the fashion shows are once again rich, sumptuous, important and those who have greater success, are the crazier ones, those who dare the most. Then there are clearly attitudes and fantasies which play a fundamental role following personal and professional requirements.
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OVVERO QUELLI CHE OSANO DI PIÙ. TODAY THE FASHION SHOWS ARE ONCE AGAIN RICH, SUMPTUOUS, IMPORTANT AND THOSE WHO HAVE GREATER SUCCESS, ARE THE CRAZIER ONES, THOSE WHO DARE THE MOST.
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Lo store di lusso multimarca di Franz Kraler Genius People Magazine
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NUOVO PERSHING 8X: LA RIVOLUZIONE D E L L A F I B R A D I C A R B O N I O IL CAPOLAVORO DELLA X GENERATION SARÀ PRESENTE AL CANNES YACHTING FESTIVAL 2019
NEW PERSHING 8X: THE CARBON FIBRE REVOLUTION THE X GENERATION MASTERPIECE WILL BE PRESENT AT THE CANNES YACHTING FESTIVAL 2019
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Pershing accelera ancora sulla rotta dell’innovazione e dell’avanguardia estetica e progettuale. Come il predecessore 9X, il nuovo 8X è fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni nautici più avanzati: la fibra di carbonio. La scelta di questo materiale significa non solo più leggerezza, più velocità e meno consumi, ma anche più volumi, grazie alla possibilità di progettare spazi più ampi e accoglienti. Straordinario quindi il comfort di bordo, grazie anche ai tanti vantaggi offerti dal nuovo sistema che integra il controllo della propulsione ai sistemi di manovra, navigazione e monitoraggio. Con il nuovo 8X “pilotare” un Pershing, anche ad alte velocità e senza il supporto del comandante, è un’emozione divertente e accessibile.
Pershing continues to accelerate on the course of innovation and contemporary aesthetics. Like its predecessor 9X, the new 8X is made of the same material that the most advanced nautical dreams are made of: carbon fibre. This material not only means lighter weight, greater speed, and lower fuel consumption, but also more volume due to the ability to design larger, more comfortable spaces. The on-board comfort is extraordinary, thanks to the many benefits offered by the new system that integrates propulsion control with the manoeuvring, navigation, and monitoring systems. With the new 8X, “piloting” a Pershing, even at high speeds and without the support of the captain, is fun and accessible.
Lungo 25,55 metri (83’ circa) e largo 5,86 metri (19’ circa), Pershing 8X è frutto della collaborazione fra l’architetto Fulvio De Simoni, il Comitato Strategico di Prodotto Ferretti Group, guidato dall’ingegner Piero Ferrari, e il Dipartimento Engineering del Gruppo. Pershing 8X amplia l’attuale gamma del marchio, inserendosi nel segmento di mercato sotto i 30 m come prodotto innovativo e competitivo che rappresenta una vera e propria evoluzione sia dal punto di vista stilistico-funzionale che da quello prestazionale.
25.55 meters in length (approx. 83’) and 5.86 meters wide (approx. 19’), Pershing 8X stems from the collaboration between yacht designer Fulvio De Simoni, the Ferretti Group’s Product Strategy Committee, headed by Mr. Piero Ferrari, and the Group’s Engineering Department. Pershing 8X expands the current range of the brand, as it is situated in the under 30-meter market segment as an innovative product that represents a true evolution in terms of stylistic-functional aspects and performance.
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Realizzato in fibra di carbonio, questo nuovo modello presenta forme ancora più filanti e sportive esaltate da elementi caratteristici di Pershing come le imponenti ali laterali e l’aerodinamico profilo del ponte sole. Il risultato è uno yacht categoria sport-fly che combina in modo impareggiabile insuperabili standard di qualità e innovazione.
Made of carbon fibre, this new model features lines that are even sleeker and sportier, enhanced by characteristic Pershing elements like imposing side wings and the aerodynamic profile of the sundeck. The result is a yacht in the sport-fly range with an unrivalled combination of quality and innovation.
AREE ESTERNE A poppa, la spiaggetta introduce al garage che può contenere fino a un jet tender Williams Sportjet 345 e una moto d’acqua. Risalendo in pozzetto, domina una zona allestita con sun pad e, di fronte, dinette con divano e tavolino che, su richiesta, si abbassa elettricamente e può diventare una seconda area relax. Sulla sinistra, Pershing presenta la prima innovazione distintiva e caratterizzante di questo nuovo 8X: la scala di accesso al ponte sole è integrata nella tipica ala laterale Pershing, che diventa così un elemento funzionale oltre che estetico. Composta da scalini in acciaio verniciato nero rivestiti in teak, incorniciati da un montante in fibra di carbonio e due tientibene, questa nuova soluzione non solo evidenzia maggiore pulizia stilistica, ma soprattutto consente all’armatore di dedicare maggiore spazio alla vita conviviale non solo in pozzetto, ampio ben 22 m², ma anche sul ponte sole.
EXTERIORS The aft swimming platform leads to the garage that can hold one Williams Sportjet 345 jet tender and one jet ski. Stepping up to the cockpit, it overlooks an area with a sunpad and opposite a dinette with a sofa and a coffee table that can be electrically lowered on request to create a second relaxation space. On the port side, Pershing introduces the first distinctive and characterizing innovation of the new 8X: the stairway giving access to the sundeck is integrated in the characteristic Pershing side wing, which thus becomes a functional as well as an aesthetic element. Composed of black painted steel steps covered in teak, framed by a carbon fibre upright and two lifelines, this new solution not only highlights the clean style but above all allows the owner to dedicate more space to convivial life in the spacious 22 m² cockpit as well as on the sundeck.
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A dritta troviamo il mobile grill e il lavello, mentre gavoni e vani storage sono posizionati su entrambe le murate. Le altre zone esterne sono anch’esse eccezionali per estetica e funzionalità. A prua, una grande area è composta da un divano e un prendisole separati. In via opzionale, la parte terminale del prendisole si trasforma in divano contrapposto, creando una dinette raccolta. Il ponte sole di circa 15 m², liberato dalla scala di risalita dal pozzetto, regala spazi generosi per il relax, grazie a un grande prendisole di 5 m² contrapposto a un divano. La stazione di comando è dotata schermi con meccanismo a scomparsa. Tutte le aree esterne possono essere protette da bimini e tendalini.
The mobile grill and sink are situated to starboard, while lockers and storage compartments are positioned on both bulwarks. The other exterior zones are also exceptional in terms of aesthetics and functionality. A large area forward holds a separate sofa and sunpad. Optionally, the terminal part of the sunpad can be turned into another sofa opposite, creating a compact dinette. The sundeck measuring approximately 15 m², free from stairs from the cockpit, offers generous spaces for relaxation thanks to a large 5 m² sunpad opposite a sofa. The helm station is equipped with retractable screen, and all the exterior areas can be protected by biminis and sun canopies.
AREE INTERNE La porta vetrata di accesso al salone trasforma il ponte di coperta in un grande open space di circa 50 m². Il ponte principale, illuminato di luce naturale, è organizzato in 3 ambienti separati: salotto, zona pranzo e plancia di comando. Il doppio accesso laterale - tramite due porte in corrispondenza della plancia di comando - permette una corretta distribuzione dei flussi con separazione delle aree, offrendo all’armatore e ai suoi ospiti massima intimità e privacy.
INTERIORS The glass door onto the lounge transforms the main deck into a large open space of some 50 m². Bathed in natural light, the main deck is organized into 3 separate spaces: lounge, dining area, and helm station. The doubleside access, via two doors at the helm station, enables the proper distribution of flows with separation of the areas, offering the owner and his guests the maximum intimacy and privacy.
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In salotto, un grande divano a “C” con chaise longue è posto sulla murata di dritta, cui di fronte troviamo la TV integrata nel mobile, che si apre con un meccanismo scorrevole e a rotazione. La zona pranzo prevede un tavolo per 8 persone, e mobili bassi posizionati sulle due murate. Oltre quest’area, la plancia di comando, magnifica per forma e praticità d’utilizzo, è un capolavoro progettuale sorprendente per eleganza, tecnologia e sportività. Realizzata in co-design con Poltrona Frau e rivestita di pelle “Interior in Motion”, è formata da tre sedili indipendenti, plancia integrata, e un parabrezza privo di montanti, ancora più grande, realizzato tramite una innovativa tecnologia di tempra del vetro che libera completamente la visuale. Sopra la stazione di comando è installato un ampio tettuccio scorrevole in cristallo scuro, che accentua ancor più il carattere sportivo di questa barca.
In the lounge, a large C-shaped sofa with chaise longue is situated on the starboard bulwark, with the TV opposite integrated into the cabinet, which opens with a sliding and rotating mechanism. The dining area features a table for eight and low cabinetry on the two bulwarks. Beyond this area, the helm station, magnificent in its form and practicality of use, is a masterpiece of design, surprising in its elegance, technology, and sportiness. Co-designed with Poltrona Frau and upholstered in “Interior in Motion” leather, it is comprised of three independent chairs, an integrated bridge, and a windshield with no uprights, even larger, created using an innovative technology of glass tempering, providing total visibility. A large dark glass sliding roof above the control station further accentuates the sporty nature of the 8X.
A sinistra della plancia si accede al ponte inferiore, dove un corridoio centrale regola i flussi alle 4 cabine, dalla cabina armatoriale full beam a centro barca a quella VIP a estrema prua con bagno dedicato a sinistra, passando per le due cabine ospiti lungo il corridoio: entrambe doppie e con possibilità di avere un pullman bed, condividono il bagno a dritta. Degna di nota la cabina armatoriale, che raggiunge i 20 m² di ampiezza ed è allestita con un grande letto centrale 180 x 200 cm, alle cui spalle, a
The port side of the helm station provides access to the lower deck, where a central corridor regulates the flows to the 4 cabins. From the full-beam master cabin amidships to the foredeck VIP cabin with dedicated bathroom on the left, and on to the two guest cabins along the corridor, both double with the possibility to have a pullman bed, sharing the bathroom to starboard. The owner’s cabin is noteworthy, reaching 20 m² in width and furnished with a large central bed measuring 180 x 200 cm, at the
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sinistra, si trova la cabina armadio dedicata e a destra, il bagno. Questa configurazione è stata studiata per garantire maggiore isolamento acustico dalla sala macchine, distante ben 5m dalla zona ospiti. Una chaise longue a sinistra e beauty completano l’allestimento dell’ambiente, arricchito da diversi vani storage e una TV fronte letto. Sul ponte inferiore, a poppa, si trova la cucina, illuminata di luce naturale, cui si accede tramite una scalinata posta sulla murata di sinistra del ponte principale. Qui, per garantire maggiore privacy all’armatore e i suoi ospiti, una porta scorrevole è in grado di isolarla completamente dai locali equipaggio, composti da una cabina singola e una doppia che condividono un bagno con doccia separata. I marinai possono accedervi direttamente attraverso una porta nel pozzetto, senza dover passare dalla cucina. In quest’area vi è anche l’accesso alla sala macchine. Le altezze di tutte le aree in coperta e sottocoperta superano i 2 m.
back of which, to port, is the walk-in closet and to starboard, the bathroom. This configuration is designed to guarantee greater acoustic insulation from the engine room, situated a full 5 meters from the guest zone. A chaise longue to the left and a vanity complete the furnishings of the space, enhanced by a number of storage compartments and a TV facing the bed. Aft on the lower deck is the galley, lit with natural light, accessed via a stairway on the port side of the main deck. Here, to ensure greater privacy for the owner and his guests, a sliding door can isolate the galley completely from the crew area, composed of one single cabin and one double cabin that share the bathroom with separate shower. The crew can access this area directly via a door in the cockpit, without having to pass through the galley. Access to the engine room is also located in this area. The headroom in all the areas on deck and belowdecks exceeds 2 meters.
MUSIC ∙ HULL Il nuovo modello Pershing 8X installa una novità assoluta non solo per il marchio, ma per tutta la nautica da diporto: il Music ∙ Hull, che permette l’ascolto di musica sott’acqua, durante le sessioni di immersione o mentre si fa il bagno. Si tratta di un nuovo modo di vivere il relax in mare, cullati dai suoni o
MUSIC · HULL The new Pershing 8X model features an innovative new element not only for the brand but for the entire pleasure craft industry: the Music · Hull, which makes it possible to listen to music underwater during dive sessions or while swimming. This is a new way to experience relaxation in the sea with a listening quality
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dalle parole che preferiamo, con una resa qualitativa mai raggiunta fino a ora. Quest’innovativa soluzione, sviluppata dal Dipartimento Engineering Ferretti Group in collaborazione con Videoworks, trasforma lo scafo stesso in uno speaker di diffusione del suono ad alta definizione. Music ∙ Hull è gestito con il sistema d’infotainment VOTIS, che riunisce in un unico supporto i telecomandi dei dispositivi ed è espandibile al sistema di domotica in tutti gli ambienti, oltre a essere gestibile da smartphone e tablet di armatore e ospiti.
never before achieved. This innovative solution, developed by the Ferretti Group Engineering Department in collaboration with Videoworks, transforms the hull itself into a high-definition loudspeaker. Music Hull is controlled via the VOTIS infotainment system, which combines the remote controls of the devices in a single support and is expandable to the automation system in all the spaces. It can also be controlled by the owner and guests on smartphones and tablets.
MOTORIZZAZIONE E PROPULSIONI La motorizzazione standard di Pershing 8X è composta da una coppia di MTU 16V 2000 M96 dalla potenza di 2435 mhp ciascuno, abbinati alla propulsione surface drive TopSystem con eliche di superficie. Lo yacht raggiunge 45 nodi di velocità di punta e un’andatura di crociera fino a 38 nodi, con un’autonomia massima di 320 miglia nautiche (dati preliminari). In continuità con il predecessore Pershing 82, anche questo modello offre la possibilità di installare in via opzionale, presenti sulla prima unità, due MTU 16V 2000 M96L, dalla potenza di 2638 Mhp con cui Pershing 8X potrà raggiungere e superare i 48 nodi, garantendo ben 41 nodi ad andatura di crociera (dati preliminari).
ENGINES AND PROPULSION The standard engine configuration of Pershing 8X comprises twin MTU 16V 2000 M96 engines delivering 2435 Mhp each, combined with TopSystem surface drive propulsion with surface propellers. The vessel reaches a top speed of 45 knots and cruising speed up to 38 knots, with maximum range of 320 nautical miles (preliminary data). In continuity with its predecessor Pershing 82, this model as well offers the option to install – present on the first unit – twin 2638 Mhp MTU 16V 2000 M96L engines with which Pershing 8X can reach and exceed 48 knots, guaranteeing a full 41 knots of cruising speed (preliminary data).
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Come già visto su Pershing 9X, anche il modello 8X installerà l’avanzatissimo sistema che integra il controllo della propulsione ai sistemi di manovra, navigazione e monitoraggio. Il Dipartimento Engineering, insieme ad alcuni dei principali partner del Gruppo, ha implementato soluzioni d’avanguardia che offrono ad armatori e comandanti uno strumento tanto evoluto quanto intuitivo, in cui l’interazione fra motori, strumentazione di bordo e domotica è totale. L’integrazione del controllo e interfaccia fra motori e drives è supportato da una piattaforma realizzata in maniera congiunta da Top System con Onyx per il sistema EasySet e Xenta Systems per la timoneria elettroidraulica steer by wire evoluta, affiancati da LOOP di Naviop-Simrad per i sistemi di navigazione e monitoraggio. Il tutto è integrato e a disposizione del pilota tramite ampi pannelli in carbonio naturale e monitor touch fino a 24’’, incorniciati da pelle Poltrona Frau. Su richiesta, l’armatore può installare il pacchetto propulsivo frutto della consolidata partnership fra Pershing e Top System, che offre una nuova versione del sistema EasySet, prodotto dell’esperienza raggiunta a bordo dei più recenti modelli Pershing, in grado di ottimizzare assetti e prestazioni in navigazione, sempre bypassabile a favore del comando manuale da parte del comandante.All’interno dello stesso pacchetto è stata infine rilasciata anche un’innovativa funzionalità di joystick accoppiato al surface drive, che con le nuove caratteristiche e i vantaggi dell’easy handling, permettono una manovrabilità in porto e in acque ristrette a dir poco rivoluzionaria per una propulsione a eliche di superficie. A tutto questo si aggiunge la nuova funzionalità DPS (Dynamic Positioning System), il sistema che permette di mantenere invariata la posizione della barca anche in condizioni di forte vento o corrente: una soluzione perfetta per la preparazione all’ormeggio oppure in attesa di fare rifornimento o dell’apertura di un ponte.
As seen on Pershing 9X, the 8X model will also install the groundbreaking system that integrates propulsion control with the manoeuvring, navigation, and monitoring systems. The Ferretti Engineering Department, along with a number of the main partners of the Group, has implemented cutting-edge solutions that offer owners and captains an instrument that is both highly evolved and intuitive, providing total interaction between engines, on-board instrumentation, and automation functions. The integration of the control and interface between engines and drives is supported by a platform jointly developed by Top System with Onyx for the EasySet system and Xenta Systems for the advanced electro-hydraulic steer by wire system, supported by the Naviop-Simrad LOOP for the navigation and monitoring systems. All this is integrated and accessible to the pilot via large natural carbon panels and touchscreen monitors up to 24”, framed in Poltrona Frau leather. On request, the owner can install the propulsion package resulting from the longstanding partnership between Pershing and Top System, which offers a new version of the EasySet system that stems from the experience developed on-board the latest Pershing models, optimizing trim and performance during navigation, although it can be bypassed at any time in favour of manual control by the captain. The package also includes an innovative joystick function coupled with the surface drive system, which along with the new features and benefits of easy handling, enables a level of manoeuvrability in port and in tight spaces that is nothing less than revolutionary for surface propeller propulsion. Added to all this is the new DPS (Dynamic Positioning System), which makes it possible to maintain the vessel’s position even in conditions of strong wind or current, a perfect solution for preparing for mooring or while waiting to refuel or for a bridge to be opened.
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Pershing e Ferretti Group Pershing è un brand di Ferretti Group, leader mondiale nella progettazione, costruzione e commercializzazione di motor yacht e navi da diporto, con un portafoglio unico di mar chi prestigiosi ed esclusivi: Ferretti Yachts, Riva, Pershing, Itama, Mochi Craft, CRN e Cu stom Line. Guidato dal Presidente Tan Xuguang, e dall’Amministratore Delegato Avvocato Al berto Galassi, Ferretti Group si avvale di mo derni centri di produzione, tutti in Italia, che riescono a coniugare l’efficienza produttiva industriale con un’inimitabile qualità dei dettagli, garantita dalla lavorazione artigia nale tipica del Made in Italy, raccogliendo l’e redità di secoli di tradizione nautica italiana. Pershing is a brand of Ferretti Group, world leader in the design, construction and sale of motor yachts and pleasure vessels, with a unique portfolio of prestigious and exclusive brands: Ferretti Yachts, Riva, Pershing, Itama, Mochi Craft, CRN and Custom Line. Led by Chairman Tan Xuguang and Chief Executive Officer Alberto Galassi, the Ferretti Group can boast modern facilities located across Italy that combine the efficiency of industrial production with typical worldclass Italian craftsmanship - the heritage of Italy’s centuries-old yachting tradition.
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REDAZIONALE
CUSTOM LINE 120’ l’arte del planante
CUSTOM LINE 120’ THE ART OF THE PLANING YACHT
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IL NUOVO PLANANTE, IL PRIMO FIRMATO DA FRANCESCO PASZKOWSKI DESIGN, È UN CAPOLAVORO DI ARTE NAUTICA CON ALTI STANDARD DI DESIGN, COMFORT E PRESTAZIONI Genius People Magazine
THE NEW PLANING YACHT, THE FIRST DESIGNED BY FRANCESCO PASZKOWSKI DESIGN, IS A MASTERPIECE OF NAUTICAL ART WITH EXCELLENT STANDARDS IN DESIGN, COMFORT, AND PERFORMANCE
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Piacere per gli occhi e per chi lo abiterà in navigazione, Custom Line 120’ irrompe nella scena nautica con la forza dirompente delle novità che lasceranno il segno. Il nuovo nato della serie planante del brand, rielabora e combina stilemi ed elementi del design automobilistico e dell’architettura residenziale, aggiungendovi un’accurata ricerca volta a esaltare forme e volumi. Realizzato in collaborazione con il Comitato Strategico di Prodotto presieduto dall’Ing. Piero Ferrari, e la Direzione Engineering Ferretti Group, è il primo Custom Line a portare la firma di Francesco Paszkowski Design. Tante le novità, a partire dal disegno dello scafo, le cui linee di carena sono caratterizzate dall’estensione dell’opera viva verso prua. Questa scelta è il risultato di attente analisi volte alla riduzione della resistenza, per garantire prestazioni e consumi eccezionali, considerati i volumi e i dislocamenti dell’unità. Lo scafo è realizzato ispirandosi a tecnologie tipiche delle imbarcazioni da competizione ponendo particolare attenzione e cura nella realizzazione delle strutture, per assicurare massima solidità e leggerezza. Inoltre, un sapiente uso del carbonio nella sovrastruttura ha consentito di ottenere un elegante design della penna fly senza ricorrere al sostegno di puntelli nel pozzetto.
A feast for the eyes and a pleasure for those who will be onboard at sea, Custom Line 120’ bursts onto the nautical scene with the explosive force of new innovations that are sure to leave their mark. The newest member of the brand’s planing line reimagines and combines stylistic elements from automotive design and residential architecture, with the addition of in-depth research aimed at enhancing the shapes and volumes. Produced in collaboration with the Ferretti Group Strategic Product Committee, headed by engineer Piero Ferrari, and the Engineering Department, it is the first Custom Line yacht to bear the signature of Francesco Paszkowski Design. An array of new key features were included, starting with the design of the hull, with its bottom lines characterized by the extension of the quickwork towards the bow. This choice is the result of careful analyses aimed at reducing resistance to guarantee exceptional performance and consumption, all considering the volumes and the displacement of the vessel. The hull design is inspired by technologies used for racing power yachts, with particular attention and care given to the production of the structures to ensure the maximum strength and lightness. In addition, expert use of carbon in the superstructure made it possible to achieve an elegant design of the part of the flybridge that extends toward the bow without the need for supporting props in the cockpit.
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DESIGN ESTERNO Il progetto propone un canone estetico all’insegna della massima pulizia formale, che crea un unicum fra il design esterno e gli allestimenti interni. Il profilo è filante e potente: linee tese corrono da poppa a prua dando vita a una emozionante alternanza materica e cromatica di superfici strutturali chiare e vetrate scure. Le finestrature a scafo sono ampie e generose, mentre in coperta le vetrate cielo terra, grazie anche a pulpiti che sostituiscono le tradizionali falchette, offrono un contatto diretto col mare. Le vetrate laterali sul flybridge permettono infine di avere un sun deck panoramico ben riparato.
EXTERIOR DESIGN The design proposes an aesthetic standard based on perfectly clean lines and forms, which created a coherent unity between the exterior and interior design. The profile is sleek and powerful: taut lines run from stern to bow, creating a spectacular alternation of materials and colours in the light structural surfaces and dark tinted windows. The hull windows are large and generous, and floor-to-ceiling windows on the main deck offer direct contact with the sea, thanks to pulpits that take the place of the traditional gunwales. The side windows on the flybridge make it possible to have a well-sheltered panoramic sun deck.
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POZZETTO E INTERNI DEL PONTE PRINCIPALE Nel pozzetto troviamo l’innovativa porta vetrata di accesso al salone: è inclinata a 45° e, oltre alla consueta apertura scorrevole delle 2 vetrate, prevede un meccanismo basculante, sollevandosi completamente fino ad inserirsi nel cielino. Sviluppata insieme a un’azienda del settore aeronautico, Mecaer Aviation Group, permette di unire la zona cockpit al salone creando un unico ambiente di oltre 80 mq (861 sq ft), arricchito da tendaggi con funzione di separé e rivestito in teak. Altra innovazione di spicco è l’elevazione del piano di calpestio del salone, con pavimentazione flottante, che dona un’impareggiabile visuale sul mare. L’allestimento s’ispira alla grammatica dell’arredamento domestico di lusso, proponendo, fra gli altri: - le colonne di sostegno, che includono sistemi d’illuminazione, audio e aria condizionata - il grande salone centrale, corredato da ampie e alte finestrature laterali che donano un maggiore effetto di continuità con il mare. Oltre la zona pranzo formale, la lobby consente di uscire sul camminamento attraverso una grande porta vetrata, scendere sottocoperta o proseguire nella suite padronale. Dalla murata
COCKPIT AND INTERIORS OF THE MAIN DECK The cockpit features an innovative glass door that gives access to the lounge. It is inclined at a 45° angle and, in addition to the usual slide opening of the two glass panels, it has a tilting mechanism so that it can be raised completely up to insert into the ceiling. Developed in conjunction with Mecaer Aviation Group, a company that works in the aeronautical industry, the door makes it possible to join the cockpit area to the lounge to create a single environment of more than 80 sq m (861 sq ft) covered in teak, with curtains that can be utilized for separation. Another outstanding innovation is the elevation of the lounge floor, which uses a floating floor to provide an unparalleled view of the sea. The design is inspired by the tenets of luxury residential interior design and proposes, among other elements: - support columns that incorporate lighting, audio, and air-conditioning systems - the large central lounge, fitted with wide, tall side windows that create an effect of greater continuity with the sea. Beyond the formal dining zone, the lobby gives access onto the walkway through a large glass door, as well as belowdecks and to the master suite. From the opposite wall, there is access to the
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opposta, si accede alla pantry - raggiungibile anche dall’esterno - e quindi in cucina, da cui si scende in zona equipaggio. Dalla pantry si sale anche in plancia di comando. Qui il comandante potrà avvalersi di COMM/AND, il sistema plancia integrata realizzata con Naviop-Simrad che, con schermi touch installati senza soluzione di continuità nel cruscotto, crea un’unica interfaccia diretta con le funzioni nave permettendone il totale controllo. La suite armatoriale wide body di oltre 35 mq, è allestita con dressing room separata e bagno full beam con doppi servizi, vanity e doccia centrale. Su richiesta, l’armatore può installare un terrazzino panoramico.
pantry – also reachable from the outside – and then the galley, from which the crew quarters below can be reached. The pantry also gives access to the navigation bridge. Here, the captain can use the COMM/AND integrated bridge system created in conjunction with NaviopSimrad, which has touchscreens installed seamlessly into the dashboard, creating a single direct interface with the ship functions and enabling total control. The wide body owner’s suite of over 35 sq m is outfitted with a separate dressing room and full beam bathroom with dual facilities, vanity, and a central shower. On request, the owner can also have a panoramic terrace installed.
PONTE INFERIORE Sono 4 le cabine ospiti: le 2 VIP a poppa presentano una scenografica disposizione dei letti, rivolti a murata per esaltare la visuale delle grandi finestrature a scafo. Le 2 a prua hanno letti singoli, a cui si può aggiungere il pullman bed. Tutte sono dotate di bagno en-suite con doccia separata. La zona equipaggio a prua è allestita con ampia dinette, cabina comandante con scrivania e bagno privato, cabina hostess e due cabine doppie per i marinai, tutte con bagno privato e doccia separata.
LOWER DECK There are 4 guest cabins on the lower deck. The 2 VIP cabins astern feature a special arrangement of the beds, which face the bulwark to make the most of the view from the large hull windows. The two forward cabins have single beds, to which a pullman bed can be added. All the cabins have an en-suite bathroom with separate shower. The crew quarters forward include a large dinette, captain’s cabin with desk and private bathroom, a hostess cabin, and two double cabins for the sailors, all with private bathroom and separate shower.
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AREE ESTERNE Il comfort di un flybridge e la sportività di un coupé si fondono mirabilmente anche sul sun deck, ponte panoramico da vivere in totale privacy. Esso prevede un’area relax con vasca idromassaggio e arredi freestanding, e può essere riparato dal sole grazie a un bimini a scomparsa nell’hard top dotato di sky light. Innovativo è il concept che consente di collegare direttamente il flybridge alla zona di prua tramite dei corridoi laterali con acceso anche da controplancia. Questa particolarità permette di avere un unico, ampio ponte di 100 mq. Due sun pad ai lati del camminamento conducono a estrema prua, allestita con grande dinette. A poppa, il sistema brevettato DMT - Dual Mode Transom è implementato dall’installazione di due portelli che, in navigazione, nascondono gli scalini di salita al pozzetto donando massima pulizia estetica. A nave ferma, scorrono all’interno del portellone garage permettendo agli ospiti di salire. Dal garage scendono in acqua un tender fino a 5,65 metri e una moto d’acqua a tre posti. Come da tradizione Custom Line, c’è un altro garage a prora, che consente lo stivaggio di un tender da 3,25 m o di una moto d’acqua.
EXTERNAL AREAS The comfort of a flybridge and the sportiness of a coupé also blend wonderfully on the sun deck, a panoramic space to enjoy in complete privacy. It features a relaxation area with whirlpool tub and free-standing furniture, and can be protected from the sun thanks to a retractable bimini top in the hard top equipped with a skylight. An innovative concept enables a direct connection from the flybridge to the forward zone by means of lateral corridors with additional access from the monkey bridge. This feature makes it possible to have a single large deck of 100 sq m. Two sun pads at the sides of the walkway lead to the foredeck, furnished with a large dinette. At the stern, the patented DMT - Dual Mode Transom system is implemented with the installation of two hatches that conceal the stairs to the cockpit when the ship is cruising, providing an exceptionally clean aesthetic. When the ship is stopped, the stairs pass through the garage door, allowing guests to climb aboard. From the garage, a tender of up to 5.65 meters and a three-person jet ski can be lowered into the water. Consistent with the Custom Line tradition, there is another garage forward, which can be used to store a 3.25 m tender or a jet ski.
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TECNOLOGIA E PRESTAZIONI Custom Line 120’ installa una coppia di propulsori MTU 16V 2000 M96L, dalla potenza di 2638 mhp, che permettono una velocità di crociera di 21 nodi ed una velocità di punta di 25 nodi (dati preliminari). Interessante è l’andatura di crociera economica, a 11 nodi, con un’autonomia fino alle 1100 miglia nautiche (dati preliminari). Garantito anche il comfort all’ancora, grazie all’installazione standard di pinne stabilizzatrici elettroidrauliche con funzionalità underway e zero speed. Massima attenzione anche per il comfort acustico, al fine di ridurre l’impatto di propulsori e generatori durante la navigazione e la sosta in rada: Custom Line 120’ presenta una pavimentazione flottante e una coibentazione supplementare fra le paratie e nei cielini.
TECHNOLOGY AND PERFORMANCE Custom Line 120’ installs a pair of MTU 16V 2000 M96L engines that generate 2,638 Mhp, allowing a cruising speed of 21 knots and top speed of 25 knots (preliminary data). An interesting option is the economical cruising speed of 11 knots, with a range of up to 1100 nautical miles (preliminary data). Comfort is also guaranteed when the ship is at anchor, thanks to the standard installation of electro-hydraulic stabilizing fins, offering both underway and zero speed modes. The utmost attention has also been given to acoustic comfort in order to reduce the impact of engines and generators during navigation and at roadstead: Custom Line 120’ features a floating floor and supplementary thermal insulation between the bulkheads and in the ceilings.
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T R U E
S P I R I T
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AC Art & Culture BY GALLERIA D’ARTE CONTINI
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B arys h n i kov racconta l a dan z a attrav erso il s u o o b iettivo fotog rafico A Venezia le opere inedite del performer russo incentrate sull’immaterialità della danza tra immagini sfocate e linee frastagliate BARYSHNIKOV PRESENTS DANCE THROUGH ITS PHOTOGRAPHIC LENS In Venice the Russian performer’s inedited works, focused on dance’s immateriality between blurred images and jagged lines
Il 6 maggio ha aperto presso la Galleria d’arte Contini l’affascinante mostra Looking for the dance del poliedrico artista Mikhail Baryshnikov, con inaugurazione alla presenza dell’artista il 18 maggio 2019. Mikhail Baryshnikov, artista di origini russe, già noto a livello internazionale come ballerino e performer teatrale, ci mostra per la seconda volta in esclusiva il lato meno conosciuto della sua ricerca artistica, la fotografia. Dopo il grande successo della mostra Dance This Way, inaugurata nel 2013 presso la Galleria d’arte Contini di Venezia e, successivamente, presentata anche nella sede di Cortina d’Ampezzo, Baryshnikov ritorna nella laguna veneziana con una selezione di opere inedite. L’ispirazione nasce dai suoi lunghi viaggi attraverso India e Argentina, alla ricerca delle mutevoli forme espressive della danza, come espressione personale e culturale. L’artista trae la sua ispirazione tecnico-artistica dalle immagini ipnotizzanti di Ilse Bing delle ballerine di Can Can al Moulin Rouge, dalle sue foto dell’Errante di Balanchine e, forse ancor di più, dalle immagini di Alexandra Beller in Dancer di Irving Penn, come ulteriore prova che la vibrazione del movimento può essere catturata senza essere distrutta. Di forte impatto emotivo è la serie dedicata all’Argentina: le linee sfocate dei tangueri si avviluppano sensualmente negli evocativi ambienti fumosi e caldi di Buenos Aires. I ballerini della Milonga argentina con i loro passi accarezzati e sospesi, si sfaldano dalla penombra delle sale da ballo, per arrivare fino ai nostri occhi, in una danza tra le Genius People Magazine
On May 6 (the inauguration took place on May 18 with the presence of the artist), the captivating exhibition - Looking for the Dance - by the polyhedral artist Mikhail Baryshnikov opened at the Contini Art Gallery’s new location on Calle Larga XXII Marzo 2414 in Venice. Mikhail Baryshnikov - internationally renowned artist of Russian origin, a sublime classical ballet and modern dancer, an intense and emotional actor in films, theatre and television - for the second time will exhibit at the Contini Art Gallery a lesser known of his artistic assets: photography. From the first static subjects, landscapes, faces and memoirs Baryshnikov has developed his own iconographic and unique personal style, recognizable for its blurred and grainy images as an expressive means to stop a fleeting moment in time and space and almost intangible in its brevity. His technical-formal inspiration is derived from the hypnotizing images of Ilse Bing and the Can Can dancers at the Moulin Rouge and from the photos of The Errante by Balanchine. Even more perhaps his creative cue comes from the images of Alexander Beller in Dancer by Irving Penn, which demonstrates how the vibrations of movement can be captured without being destroyed. Following the immense success of the exhibition Dance This Way, inaugurated in 2013 at the Contini Art Gallery in Venice and subsequently in the gallery’s Cortina d’Ampezzo location, Baryshnikov makes his return to the Venetian lagoon with a selection of inedited works. Inspiration for these latest works came from his ex-
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Mikhail Baryshnikov, DTW: Untitled #7 Merce Cunningham Dance Company in “eyeSpace” by Merce Cunningham, 2008, stampa Archival UV Pigment su Dibond / archival UV pigment print on Dibond, ed. 1/3, cm 101,60 x 127
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cornici. I contorni frastagliati e sfocati delle figure ci introducono alla costante trasformazione della danza come movimento e passione. La sua concezione più pura e astratta è resa dai movimenti sinuosi delle danzatrici Odissi del villaggio Nrityagram nel sud dell’India. Armonia e spiritualità dominano i gesti e i volti di queste interpreti, introducendoci a questa tradizione intima e millenaria, resaci accessibile dall’obiettivo sensibile di Baryshnikov. La sua vera ricerca è la traduzione in immagini dell’immaterialità dell’energia e della passione di quell’arte. L’attenzione alle forme astratte e alle composizioni cromatiche sono caratteristiche fondamentali per la sua ricerca della rappresentazione dell’essenza intima della danza. La sua capacità di catturare in scatti fotografici la vibrazione del movimento concitato e ritmato è l’ennesima dimostrazione che Baryshnikov, proprio come la sua danza, è un continuo spettacolo sorprendente.
Mikhail Baryshnikov, LFTD: Untitled#11 Argentina, ca. 2014-2017, stampa Archival UV Pigment su Dibond / archival UV pigment print on Dibond, ed. 1/3, cm 109.22 x 165.10
tensive travels through India and Argentina in a pursuit of ever-changing dance forms, both through the physical expression of an individual person and through a profound manifestation of the traditional culture of a people. The series dedicated to Argentina carries a strong emotional impact: the blurry lines of the tanguero dancers sensually unfold - evocatively - into smoky and warm rooms of Buenos Aires.The Argentine Milonga dancers with their gentle and suspended steps separate into the dark shadows of the dance hall and reappear, immortalized in framed photos. The jagged and blurred edges of the figures introduce us to a constant transformation of dance as movement and passion; it reveals the physical and emotional outpouring both of the dancers as well as the viewers themselvesL His most pure and abstract concept is evident by the sinuous movements of the Odissi dancers from the Nrityagram village in southern India, who with their soft gestures narrate the intimacy of dance. Harmony and spirituality dominate the movements and facial features of these interpreters, introducing us to a tradition which dates back more than a thousand years and is accessible through Baryshnikov’s keen camera lens. Baryshnikov’s true objective through images is the study of traditions of the incorporeality of energy and passion for the art of dance. His attention to abstract forms and to the chromatic compositions are fundamental characteristics of his studies; an abstract and surreal aesthetics that reveal the three-dimensionality of space and time in a contrast between subjects in movement and a static background. His ability to capture the vibrations of the frenzied and rhythmic movements in photographic sequences is yet another demonstration that Baryshnikov - like his dance - is a continuous surprising performance.
Mikhail Baryshnikov, DTW: Untitled #11 Chen-Wei Lee and Iyar Elezra of Batsheva Dance Company, 2011, archival pigment print on canson edition etching paper, edition: 3/3, cm 149,54 x 111,44
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Mikhail Baryshnikov, LFTD: Untitled #1 Argentina, ca. 2014-2017, stampa Archival UV Pigment su Dibond / archival UV pigment print on Dibond, ed. 1/3, cm 60.96 x 91,44
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I s p i r az i o ne alla natura e s in u o s o dinam ism o n el l e o p ere di Pab l o Atchugarry NATURAL INSPIRATIONS AND SINUOUS DYNAMISM IN PABLO ATCHUGARRY’S WORKS
L’artista uruguaiano Pablo Atchugarry, attivo ormai da anni tra Uruguay e Italia e riconosciuto a livello nazionale e internazionale per le sue creazioni, è stato omaggiato dalla Galleria d’Arte Contini con due grandi mostre a Venezia e Pietrasanta. Il 6 maggio – in concomitanza con la Biennale dell’Arte – presso la sede di Calle Larga XXII marzo, a Venezia, ha aperto al pubblico The Movement of Light, mostra personale del grande maestro, con una selezione di più di venti sculture di materiali e dimensioni diverse. Alla mostra sono presenti alcune delle opere più rappresentative e significative della sua ricerca artistica, volta a liberare l’anima sepolta ed armoniosa della dura materia. Le sue creazioni, traendo ispirazione dalla natura, fioriscono trasformandosi talvolta in lingue di fuoco bronzee e flessuose e talvolta in gentili e morbide onde di candido marmo. Superando l’iniziale varietà visiva di materiali, forme e colori, ciò che realmente colpisce è la maestria di Atchugarry nell’esprimere la leggerezza di ideali così alti, non costretti dalla forma. L’innovazione del maestro è infatti quella di rielaborare il linguaggio plastico del passato modellando la materia fino a ricavarne l’essenza e sviluppando forme astratte inedite e contemporanee. Nelle opere, che siano esse in bronzo o in marmo, si riconosce la tendenza verso l’alto, verso il futuro ma al medesimo tempo un ritorno alla natura come fonte di ispirazione creativa. Le audaci sculture in bronzo dipinte con vivaci vernici per automobili ricordano dei fiori in procinto di sbocciare, cariche di vitalità e dinamismo mentre la morbiGenius People Magazine
The Uruguayan artist Pablo Atchugarry - who by now has been active between Uruguay and Italy for many years and renowned on both a national and international level for his creations – has been honoured by the Contini Art Gallery with two important exhibitions in Venice and Pietrasanta. On May 6, in concurrence with the Biennial of Art, the solo exhibition by the master sculptor – The Movement of Light – opened to the public at the gallery’s location in Venice on Calle Larga XXII Marzo with a selection of more than twenty sculptures in various materials and dimensions. It will be possible to view some of the most representative and significant works of his artistic studies, aimed at liberating the buried and harmonious spirit of the hard material. His creations, inspired by nature, flourish by transforming themselves into supple bronze tongues of fire or into soft waves in candid marble. Once the initial visual variety of the materials, forms and colors has been overcome, that which truly impresses is the ability of Atchugarry to express the lightness of such tall ideologies, unrestricted by form. His innovative process involves elaborating the plastic expressions of the past and molding the material to the point of extracting the essence to develop inedited and contemporary abstract forms. His works, whether bronze or marble, are recognizable for their upwards thrust pointing towards the future, yet at the same time a return to nature as a source of creative inspiration. The audacious sculptures in painted bronze with vivacious automobile varnishes, recall flowers ready to bloom, full of vi-
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Pablo Atchugarry, Untitled, 2006, marmo statuario di Carrara / Statuary Carrara Marble, ed. unique, cm 107 x 25 x 14
dezza e sinuosità lucida del marmo rimanda a un immaginario intimo ed elegante. La volontà di omaggiare questo grande artista si dimostra nell’allestimento di due eventi paralleli all’inaugurazione della mostra in galleria: l’installazione di un’opera monumentale in omaggio a Venezia –La Serenissima – che affacciandosi dal giardino del prestigioso Palazzo Corner (sede della Prefettura), dominerà il Canal Grande con la sua imponente ma elegante mole di marmo bianco, e dall’esposizione del gruppo scultoreo Soñando la Paz (Sognando la Pace). Quest’ultimo, presentato nel 2003 alla 50° Biennale d’Arte di Venezia, sarà in mostra nel bellissimo giardino dell’Hotel Cipriani di Venezia. L’istallazione è composta da alcune sculture marmoree differenti per forma e colore, che alternano opere in marmo statuario di Carrara e altre in pregiato marmo grigio Bardiglio. Inoltre durante tutto il corso della stagione estiva, lo storico comune di Pietrasanta, in collaborazio-
Pablo Atchugarry, Untitled, 2005, marmo rosa del Portogallo / Portugal Pink Marble, ed. unique, cm 170 x 40 x 24
tality and dynamism while the soft and sinuous brilliance of the marble is indicative of an intimate and elegant imaginary. The desire to give homage to this grand artist in shown in the organization of two events parallel to the inauguration of the exhibition in the gallery: the installation of a monumental work which honors Venice - The Serenissima - which shown from the garden of the prestigious Palazzo Corner (home of the Prefecture) will dominate the Grand Canal with its majestic yet elegant bulk of white marble, and the exhibition of the sculptural group Soñando la Paz (Dreaming of Peace). The latter, presented in 2003 at the 50th Art Biennial in Venice will be on display in the beautiful gardens of the Hotel Cipriani in Venice. The installation is composed of several marble sculptures which differ in form and color, and alternate works in statuary marble from Carrara and others in refined Bardiglio grey marble. Furthermore, during the summer season, the hisGenius People Magazine
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ne con la Galleria d’Arte Contini, organizzerà un evento espositivo che avrà come scenario il cuore della città: la Piazza del Duomo, il Chiostro di Sant’Agostino, la Chiesa e per finire il pontile della Marina ospiteranno una ricca collezione di opere che celebrano la viva produzione artistica e la profonda poetica del maestro Atchugarry. The Evolution of a Dream si snoderà tra gli spazi della chiesa e del chiostro di Sant’Agostino. Nella chiesa primeggeranno i marmi policromi, mentre nella Sala dei Putti e nella Sala Capitolo si potranno ammirare le dinamiche sculture in bronzo. In questi ambienti raccolti saranno sapientemente disposte opere in cui la cifra stilistica di Atchugarry si esprime nella piccola dimensione, con una ricca varietà di forme vitali e colori che vanno dal blu intenso e luminoso di El Abrazo al nero seducente di Elevation. Le sculture monumentali padroneggeranno la piazza del Duomo, mentre sul suggestivo pontile di Marina di Pietrasanta dominerà incontrastata Search of the Future, luminosa scultura in acciaio dalle forme tese ed allungate, estrema sintesi della volontà dell’artista di elevarsi al di sopra dell’esperienza materica. Le due mostre permetteranno di esplorare in profondità l’evoluzione artistica di Atchugarry, da sempre abile interprete di una tradizione millenaria, da lui portata a nuove altezze.
Pablo Atchugarry, Untitled, 2014, bronzo e vernice per automobile / Bronze with automotive paint, ed. 4/8, cm 148 x 42 x 38
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torical municipality of Pietrasanta, in collaboration with the Contini Art Gallery, will organize an exhibition event which will have the heart of the city for its backdrop: the St. Augustine Cloister, the Church and the Naval wharf will host a rich collection of works in celebration of the active artistic production and deep poetics of the master Atchugarry. The Evolution of a Dream will unfold between the Church and the St. Augustine Cloister. In the church the polychrome marbles will stand out, while in the Sala dei Putti and in the Sala Capitolo the dynamic sculptures in bronze will be on display. His works which will be masterfully displayed in these intimate spaces express Atchugarry’s signature style in smaller dimensions, with a rich variety of vital forms and colors ranging from the intensely luminous blue of El Abrazo (The Embrace) to the seductive black of Elevation. The monumental sculptures will be the masters of Piazza del Duomo, while on the evocative pier of the Pietrasanta Navy, Search of the Future - a luminous sculpture in stainless steel with a taut elongated form - will indisputably dominate the scene; an extreme synthesis of the artist’s desire to raise himself above the materic experience. The two exhibitions will allow us to explore in depth the artistic evolution of Atchugarry, who has always been an able interpreter of a millenary tradition which he has taken to new heights.
Pablo Atchugarry, Untitled, 2018, bronzo con vernice per automobile / Bronze with automotive paint, ed. 4/8, cm 148 x 42 x 38
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CARLA TOLOMEO. NEVER REST A VENEZIA E CORTINA D’AMPEZZO
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Carla Tolomeo. Never Rest in Venice and Cortina d’Ampezzo
di/by Galleria Contini
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Carla Tolomeo, poliedrica artista attiva sul panorama nazionale e internazionale, torna a stupire con la nuova mostra organizzata dalla Galleria d’Arte Contini di Venezia e Cortina d’Ampezzo intitolata Never Rest. Nativa di Pinerolo, provincia di Torino, Carla Tolomeo si forma a Roma come pittrice accompagnata da due grandi mentori quali Giorgio De Chirico e, successivamente, Renato Guttuso. A Milano, sua attuale dimora, approfondisce la sua educazione artistica giungendo ad uno stile sapiente e ad una completa maturazione che, tuttavia, non smette di rinnovarsi nella continua ricerca di nuove sperimentazioni. L’esposizione, inaugurata presso l’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia il 1 giugno 2019, ha già riscosso molto successo accogliendo numerosi visitatori e coinvolgendoli nel meraviglioso universo artistico di quest’artista originale ed eclettica. A seguito di questo positivo riscontro, la Galleria d’Arte Contini ha deciso di proporre la mostra Never Rest presso la sua sede di Cortina d’Ampezzo, dai primi di agosto a metà settembre, inaugurando la stagione estiva con una ricca selezione di opere, tra le quali le celebri sedie-sculture e una serie di dipinti e disegni inediti. Il progetto espositivo propone con cura e attenzione un’indagine sulla sperimentazione artistica di Carla Tolomeo, evidenziandone la creatività e l’impareggiabile maestria che tocca in maniera trasversale la pittura, l’incisione, la scultura, la ceramica e le più alte creazioni di design. In mostra sono presenti opere storiche come i quadri del 197679 in omaggio a Vittore Carpaccio insieme ad opere recenti, alcune inedite, come il ciclo di oli che omaggiano il Pontormo. In questo modo l’artista riafferma il suo antico amore per la pittura che ben si coniuga con tutta la sua eclettica ma ben strutturata forza creativa. Accanto a questo più tradizionale strumento, la pittura, si affianca un innovativo procedimento creativo che inizia con il recupero di una sedia antica o con la creazione di una forma inedita. La fase di ricerca e scelta di tessuti, broccati e lampassi anticipa la fase di ritaglio e assemblaggio di moduli e forme scultoree che, arricchite e personalizzate con elementi che rimandano ad un mondo naturale e fantastico, danno vita alle celebri sediesculture. Queste opere rappresentano l’universo magico e interiore dell’artista che predilige pesci, uccelli, tartarughe e fiori colorati, capaci di trasportare chiunque li ammiri in una dimensione totemistica con la natura e la vita. Ed è proprio questa sua creatività che le permette di trasformare un oggetto comune e usuale, la sedia, in una dirompente opera d’arte, originale e capace di raccontare la personalità e la vita dell’artista.
Carla Tolomeo, multi-talented artist who is active both nationally as well as internationally, surprises us again with a new exhibition - Never Rest - organized by the Contini Gallery of Art in Venice and Cortina d’Ampezzo. A native of Pinerolo in the province of Torino, Carla Tolomeo began her artistic formation mentored by two important masters: Giorgio De Chirico and later by Renato Guttuso. She would further deepen her artistic studies in Milan, her city of residence, achieving a masterful maturity of her style which nonetheless she continues to renew while dabbling in innovative experiments. The exhibition inaugurated at the Bevilacqua La Masa Foundation on June 1, 2019 is already an enormous success and has welcomed numerous visitors who have been engaged in the wonderful artistic universe of this original and eclectic artist. Following this positive response, the Contini Art Gallery has decided to propose the exhibition Never Rest in its Cortina d’Ampezzo location from early August to mid-September inaugurating the summer season with a rich selection of works amongst which the famous chair-sculptures and a series of painting and unedited designs by the artist. The exhibition, curated with attention, will propose a study on the artistic experimentation of Carla Tolomeo, highlighting her creativity and the unrivaled transversal mastery of painting, etchings, sculpture, ceramic and the finest creative designsAlso to be shown are a selection of her older works such as paintings from 1976-79 created in honor of Vittore Carpaccio, and more recent works such as the cycle of oil paintings in homage to Pontormo. Thus, the artist reaffirms her long-established love for painting which easily blends with her eclectic, yet well-structured creative strength. Alongside her painting, a more traditional medium, is an innovative and creative process which began with the retrieval of antique chairs or with the creation of a new unedited art form. The phase of study and choice of fabrics - brocades, lampas silks – proceeds the phase of cutting and the assembly of designs. The sculptural forms which are enriched and personalized with elements that recall a natural and enchanted world, give life to the famous chair-sculptures. These works represent the magical universe and inner being of the artist who has a preference for fish, birds, turtles, and colored flowers which can transport the viewer into a totemist dimension with nature and life. It is precisely her creativity that allows her to transform a common and simple object – a chair – into an explosive and original work of art which captures the personality and life of the artist.
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Big Embroidered Butterfly, 2016 Applicazioni dell’artista in seta, disegno esclusivo Caneva su velluti in seta Pontoglio, passamanerie / Applications designed by the artist in silk, an exclusive Caneva design on Pontoglio silk velvets, passementerie cm 173 x 150 x 7 (seduta / seat cm 48 x 50 x 48)
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My Blue, 2018 Struttura quadrangolare design Tolomeo, velluti in seta cangianti, passamanerie / Tolomeo design quadrangular structure, iridescent silk velvets, passementerie cm 185 x 133 x 100 seduta / seat cm 40 x 100 x 100
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All Together, 2018 Divanetto in stile, tessuto in seta goffrata, passamanerie, perle in vetro Murano / Embossed silk fabric, passementerie, Murano glass beads cm 126 x 150 (seduta / seat cm 48 x 40 x 108)
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Gothacom
Immagination in motion The Milan based studio, Gothacom, produces, since 2001, video, animation, visual effects, design and digital projects for the advertising, event and corporate industries visit gothacom.com for an overview of our capabilities
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Crazy bush, 2019 Struttura ovale design Tolomeo, velluti in seta Etro, passamanerie / Tolomeo design oval structure, Etro silk velvets, passementerie cm 182 x 130 seduta / seat cm 50 x 102 x 60
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In the Sky, 2019 Struttura design Tolomeo, tessuti Pierre Frey, velluti in seta Pontoglio, perle di cristallo, passamanerie in seta e cotone / Tolomeo design structure, Pierre Frey textiles, crystal glass beads, silk and cotton passementerie cm 182 x 101 seduta / seat cm 50 x 68 x 68
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Dreaming, 2018 Divanetto ovale design Tolomeo, velluti Pontoglio, decorazione schienale originale dell’autore, collages con seta Rubelli, perle in vetro cangianti, passamanerie / Tolomeo oval design love seat, Pontoglio velvets, original chair-back decoration by the artist, and collages with Rubelli silk, iridescent glass pearls, passementerie cm 183 x 105 (seduta / seat cm 75x 60 x 50)
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Champagne, 2018 Poltroncina Lucchese inizio ‘900, tessuti broccati Pierre Frey, velluti in seta Pontoglio, decorazioni dell’autore, passamanerie in seta e cotone, perle di vetro iridescenti Murano / Pierre Frey brocade fabric, Pontoglio silk velvets, decorations by the artist, silk and cotton passementerie, iridescent Murano glass beads cm 185 x 100 (seduta / seat cm 55 x 37 x 53)
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Totemparrots, 2018 Struttura design Tolomeo, velluti in seta Pontoglio, passamanerie, cristalli / Tolomeo design structure, Pontoglio silk velvets, passementerie, crystal beads cm 229 x 62 x 42 (seduta / seat cm 38 x 42 x 42)
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Que tal, 2017 Poltroncina Lucchese ‘800, tessuto cachemire Etro, velluti in seta Pontoglio, decorazioni dell’artista, passamanerie in oro, seta, cotone, perle di vetri cangianti di Murano / 19th Century Lucchese chair, Etro cashmere, silk velvets from Pontoglio, decorations by the artist; gold and silver cotton passementerie, iridescent Murano glass beads cm 190 x 94 (seduta / seat cm 52 x 40)
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The Green, 2018 Divanetto ovale design Tolomeo, decorazioni stile obi in seta Etro, velluti in seta Pontoglio / Tolomeo design oval love seat, decorations in obi style in Etro silk, Pontoglio silk velvets cm 128 x 100 (seduta / seat cm 80 x 100 x 50)
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Frogs, 2018 Olio su tela con foglia oro / Oil on canvas with gold leaf cm 100 x 80
Frogs, 2018 Olio su tela con foglia oro / Oil on canvas with gold leaf cm 110 x 80
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INTERVISTA A RICHARD WAIND
LA DUBAI DEL FUTURO: UN POSTO DA POTER CHIAMARE CASA
DUBAI OF THE FUTURE: A PLACE TO CALL HOME
Richard Waind inizia la sua carriera nel 2004 all’interno di una delle più importanti società immobiliari inglesi. Si è sempre occupato di compravendita, gestioni immobiliari, servizi finanziari e acquisizioni, ricoprendo a Londra il ruolo di direttore responsabile. Da qualche anno a Dubai, Richard è direttore di Better Homes, società immobiliare operativa dal 1986 e gestisce le 10 filiali della società negli Emirati Arabi.
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Richard Waind began his career in property in 2004 at a top UK estate agency and has extensive real estate experience including sales, leasing, property management, financial services, and acquisitions, most recently holding the position of Managing Director for London and the Home Counties. Since few years in Dubai, Richard has joined the Betterhomes family as Director of Brokerage and leads this fundamental division with property consultants from all over the world operating across ten branch offices in the UAE.
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INTERVISTA A RICHARD WAIND
Dubai è tra le città con la più frenetica crescita immobiliare e demografica al mondo. Si tratta di una trasformazione continua che la fa apparire sempre nuova e sorprendente agli occhi dei visitatori meno assidui. Il settore immobiliare resta però il vero motore della sua economia, nonché uno degli argomenti di maggiore interesse.
Dubai is one of the fastest-growing cities in the world, both in terms of demographic rate and construction activities. An ongoing development process that makes its skyline changing beyond recognition. The Emirate’s economy will continue to rely on real estate sector as its main growth driver and the main topic on everyone’s lips.
RW: Better Homes nella sua trentennale operatività sulla piazza di Dubai, ha assistito alla nascita di questa città vedendola letteralmente emergere dalle sabbie del deserto e trasformarsi in quella che oggi tutti conosciamo. Così come il passato è stato testimone di grandi trasformazioni, nel futuro altrettanto emblematiche e visionarie saranno le opere magne realizzate. Tra queste saranno la Dubai Creek tower e i 550 m del nuovo Burj Jumeirah, da poco lanciate e in fase di realizzazione, a determinare l’ulteriore trasformazione della skyline urbana.
RW: Better Homes has been part of Dubai real estate market for the last 33 years and our business has grown with the City. We have watched the city literally growing out of the desert sands to become one of the world’s most iconic cities and a truly great place to live and work in. The last 33 years saw such an amazing transformation of this city and I expect the next 10 years we will see much of the same with awe inspiring buildings such as the Dubai Creek Tower and the 550-meter Burj Jumeriah due to change the Dubai skyline again in the coming years.
Quali sono i fondamentali dell’economia di Dubai? Vedi dell’altro oltre al settore immobiliare? Chiunque atterri a Dubai resta sbalordito dai progetti immobiliari in atto ma la città, in realtà, sta cambiando molto anche in termini di business, con un’economia che man mano si sta allontanando dalla dipendenza dal carbone, attraverso un processo sostenibile e virtuoso che tocca trasversalmente turismo, commercio e tecnologia. Per stimolare questo processo, Dubai ha appena annunciato il rilascio di visti di lungo periodo a professionisti in campo scientifico, medico e tecnologico, al fine di attrarre cervelli da tutto il mondo e modellare con il loro contributo la nuova e futura Dubai.
How about the fundamentals of Dubai’s economy? What else beside the real estate sector? Dubai is also changing in terms of business and commerce as the economy is diversifying away from carbon dependency towards a long-term sustainable economy built on tourism, trade and technology. Dubai recent announcements to give long terms VISAs to professionals in science, medicine and technology indicates at the Emirates determination to attract the brightest minds from across the world to help shape this city of the future.
Come si sta modificando la composizione demografica della città? Per molti anni Dubai è stata una destinazione amata da expat europei e inglesi, attratti dal clima estivo, dallo stile di vita lussuoso e dal regime fiscale favorevole. Investitori con consistenti capacità di spesa hanno negli anni collezionato proprietà da affiancare alle molte altre possedute a Milano, New York, Monaco o altrove nel mondo. Dubai si è sempre rivolta a una fascia di mercato mediamente benestante. Tuttavia oggi il target si sta allargando grazie all’immissione sul mercato di varie opzioni abitative accessibili alle fasce meno abbienti, ovvero quei lavoratori immigrati che con la loro presenza determinano la grande crescita demografica del Paese. Genius People Magazine
How is Dubai’s population and demographic composition changing? Dubai has for many years been a destination for European professional expats, attracted by the yearround sun, luxurious lifestyle and tax-free earnings. Dubai’s super-prime market has attracted high-end investors from across the world and the rich and famous have covered a Dubai address alongside homes in Milan, New York and Monaco. Dubai remains a destination for the wealthy, both as tourist and expats, but Dubai now has a broader base with more affordable options for visitors and residents and over the coming decade it is likely that Dubai’s population and tourism will continue to grow at a fast rate. In population terms Dubai remains a relatively small city on the world stage with 3.1 million residents. The government have predicted the population will grow to 5 million by 2030 and they are building the infrastructure and housing for that population
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FOCUS ON DUBAI BY SILVIA PASUT
In termini di popolazione Dubai resta una città relativamente piccola, contando al momento circa 3.1 milioni di residenti. Entro il 2030 il Governo ha pronosticato il raggiungimento dei 5 milioni di abitanti e, a tale fine, sta portando avanti un enorme piano di espansione infrastrutturale e abitativa per i residenti del domani. I principali investitori provengono da aree generalmente collocate in un raggio di sette ore di distanza. Si tratta principalmente di indiani e pachistani, oltre a inglesi, sauditi e agli abitanti degli Emirati limitrofi. Anche la Cina sta diventando rapidamente uno dei principali player nel mercato immobiliare locale, incrementando esponenzialmente la propria presenza sul territorio grazie ad accordi e alleanze tra i rispettivi governi, parte dell’iniziativa anche ribattezzata “Belt and Road”. Allo stesso modo anche la composizione familiare si sta evolvendo. Quando anni fa arrivai a Dubai, la maggior parte degli expat che vi lavoravano erano single o soggetti appena ricollocatisi nella nuova città. Oggi Dubai è un luogo con un’alta qualità della vita e un orientamento particolarmente sensibile e favorevole ai nuclei familiari.
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growth today. Much of that future population growth is likely to come from destinations within 7 hours flight of Dubai where over 4 billion people live and currently India and Pakistan nationals, alongside the British, Saudi Arabia and the UAE nationals themselves make up the top five investors into UAE property. China is also fast becoming a player in Dubai property with Chinese buyers increasing rapidly and the recent announcement between China and the UAE of a major investment into Dubai as part of the ‘Belt and Road’ initiative. Finally, it is worth noting the growth in expat families setting in Dubai. When I first visited Dubai years back, the vast majority of the expats working here were single and most had a 2 to 5 years view of their time here. As Dubai has developed into a great place to live, many expats stayed longer, marrying and are now brining up families and Dubai adapted to this by providing incredible facilities for families. Now Dubai is one of the most family friendly cities in the world and it is attracting expat families from across the world to live here.
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INTERVISTA A RICHARD WAIND
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Richard Waind, Direttore Betterhomes LLC (Dubai)
Dubai si sta preparando a Expo 2020. Qual è il tema di questa edizione e come ci si sta preparando ad accoglierlo e svilupparlo? Il tema che guida Expo è “Connecting Minds and Creating the Future” ed è un messaggio perfetto per questo ambiente cosmopolita che mira ad attrarre talenti e darsi la forma di una smart city per il futuro. Su questa scia aggiungo inoltre che quello in corso è stato ribattezzato l’anno della tolleranza, e la storica visita del Papa atterrato negli Emirati Arabi Uniti per la prima volta qualche mese fa, ha rappresentato la volontà esplicita di creare una società fatta di cooperazione e fratellanza reciproca. Gli Emirati hanno fatto proprio un concetto allargato di interconnessione tecnologica e connettività e sono sicuro che questo sarà uno degli aspetti dominanti del prossimo Expo.
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Dubai is getting ready for the imminent Expo 2020. What is the main topic and how is the Emirate embracing it? The EXPO topic of “Connecting Minds and Creating the Future” is the perfect message for this diverse city that attracted talent from all over the world and is dedicated to creating a SMART city for the future. This is the Year of Tolerance in Dubai and we have seen the first Papal visit to the UAE as part of the Emirates commitment to connecting minds and creating a future of tolerance and cooperation which is central to the future of the UAE. Emirates have embraced the power of technology and connectivity more than most and I suspect this will be a huge theme throughout EXPO.
FOCUS ON DUBAI BY SILVIA PASUT
L’esperienza italiana vissuta a Milano nel 2015 ha mostrato che, se ben gestito, Expo è davvero una cassa di risonanza senza eguali. Cosa ci si deve aspettare per la fase post Expo? Dubai ama fare le cose in grande: la torre più grande, il centro commerciale più grande, l’isola artificiale più grande. Sospetto che l’Expo non sarà da meno. Ci sono in piedi importanti investimenti infrastrutturali a supporto di Expo, nonché una comunicazione che mira ad attrarre circa 25 milioni di visitatori di cui circa il 70% ci si aspetta provenga dall’estero. A 18 mesi dalla fatidica data, il sito in cui Expo sorgerà sta prendendo forma e Lionel Messi, ambasciatore della manifestazione, è già in prima linea nella promozione dell’evento. Non ci sono dubbi che durante Expo sia Dubai che Abu Dhabi saranno in un perenne “modalità festival”, la quale renderà incredibile l’esperienza per i visitatori. Credo comunque che Expo sarà in realtà il calcio di inizio che lancerà Dubai, anche intimamente, nelle prossime fasi del suo sviluppo. Le motivazioni di Dubai sono divergenti rispetto a quelle che hanno scandito Expo 2015 a Milano. Dubai è infatti una realtà composta quasi unicamente da migranti provenienti da ogni dove che la scelgono per varie motivazioni. Se anche solo 1% di coloro che arriveranno attratti da Expo decidesse di restarvi, aprendo il proprio business qui o cercandovi lavoro, allora le previsioni di cui sopra sembrano non distanti dal realizzarsi. Dubai si sta quindi mostrando essere luogo di tolleranza, aperto a ospitare coloro che cercano di insediarsi e avere un luogo da chiamare casa. La grande forza di Dubai non è quindi, a discapito di ciò che possa apparire, nella grandezza delle sue opere ma piuttosto nel grande ordine e chiarezza con cui il governo implementa la vision sottostante.
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The Italian experience during Expo Milano 2015 has shown how this event might be a unique sounding board for the city itself. What does Expo 2020 mean for Dubai and how will the ‘after Expo’ look like? Dubai is a city that likes going big: we have the world’s biggest tower, the world’s biggest mall and the world’s biggest man-made island, and EXPO will be no different. There has already been huge investment into the infrastructure to support EXPO. Unlike past EXPOs which have attracted a largely domestic audience, the Dubai EXPO is expected to attract 25million visitors, up to 70% of whom will come from overseas. 18 months out the EXPO excitement is now starting to rise as we start seeing the site taking shape and we see Lionel Messi, official ambassador of the EXPO, starting promoting it. I have no doubt that during the EXPO Dubai and Abu Dhabi will be in full festival mode and will be incredible places to visit. But to me the EXPO is really an event that kicks off the start of Dubai’s next phase in its inside out development. Unlike Milan, Dubai is an expat city with up to 85% of the population born elsewhere, people who visited Dubai once for work or holiday and decided to stay. If of the 25million visitors attracted to Expo, 1% decide to stay, settle getting a job or opening a business in the city, then the government’s population predictions look very likely to come true in the not-too-distant future. Dubai is thus showing up as a tolerant city opened to hosting and bringing together those who are seeking to settle in a place to call home. Dubai’s true strength doesn’t stay in its greatness and size only but rather in the clearness and consistency of government’s vision, that is the way that vision is going to be implemented.
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NUOVA RANGE ROVER EVOQUE
PROVA A RESISTERLE. landrover.it
Nuova Range Rover Evoque è un’irresistibile icona di stile. Essenza di individualità, per vivere ogni giorno la tua città senza limiti. Con tutte le motorizzazioni ibride MHEV di serie e tecnologie rivoluzionarie come il ClearSight Ground View, che grazie alla realtà aumentata rende il cofano trasparente*, per avere pieno controllo della strada sotto di te, anche mentre parcheggi. Nuova Evoque rende tutto possibile. Ma tu, riuscirai a resisterle?
Il sistema ClearSight Ground View opzionale, attivabile fino a 30 km/h, rende possibile vedere “attraverso” il cofano grazie a telecamere dedicate ed all’ampio touch screen centrale; in tal modo è possibile evitare o anticipare qualsiasi ostacolo, come marciapiedi, buche, pietre, paletti o muri bassi, ed eseguire manovre in modo sicuro in città come in fuoristrada.
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Consumi ciclo combinato NEDC derivato da 5,4 a 8,2 l/100 km. Emissioni CO2 da 143 a 188 g/km.
R I C H A R D
B R A N S O N
I M M A G I N I A M O I L D O M A N I
I N S P I R I N G
S T O R I E S
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L I F E S T Y L E
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Sir Richard Branson: Immaginiamo il domani
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