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La storia di Felicia Impastato Noemi Romeo e Beatrice Rizzo

La storia di Felicia Impastato

Nota biografica

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Felicia Impastato, nata Felicia Bartolotta il 24 maggio 1916 a Cinisi (PA), è stata un’attivista antimafia italiana ed è famosa soprattutto per essere la madre della vittima di mafia Giuseppe “Peppino” Impastato.

Ribelle sin dalla giovane età, Felicia sposa nel 1947, contro il volere della famiglia d’origine, l’allevatore Luigi Impastato e dal matrimonio nascono tre figli: Giuseppe nel 1948, Giovanni nel 1949, morto a soli tre anni e l’ultimo, chiamato anche lui Giovanni, nato nel 1953.

Il matrimonio con Luigi è un matrimonio difficile; il cognato di Felicia è infatti il capomafia del paese, Cesare Manzella, e la famiglia Impastato ha molte conoscenze mafiose. Il figlio Peppino inizia a ribellarsi contro la mafia fondando un giornalino e Radio aut, una rete libera da cui denuncia le attività mafiose del boss Gaetano Badalamenti nel territorio di Cinisi e della vicina Terrasini.

Nel 1978, dopo l’assassinio di suo figlio Peppino da parte della mafia, Felicia decide di rompere il silenzio uscendo il terzo giorno dopo la morte e andando ai seggi elettorali a votare la lista del figlio alle elezioni comunali; si costituisce parte civile nel processo aperto sulla morte di Peppino chiedendo assieme al figlio Giovanni “giustizia, non vendetta” nei confronti dei suoi assassini e dei mandanti.

Ottenuta nel 2002, dopo numerosi processi, la condanna all’ergastolo di Gaetano Badalamenti, il mandante dell’omicidio, e del suo vice Vito Palazzolo nel 2001, Felicia ha continuato a dare la sua testimonianza sino alla propria morte, avvenuta il giorno 7 dicembre 2004 nel suo paese natale, Cinisi.

La graphic novel descrive i momenti della vita di Felicia Bartolotta dal matrimonio con Luigi Impastato, piccolo allevatore legato alla mafia di Cinisi, all’uccisione del figlio Peppino e al processo contro Gaetano Badalamenti, mandante dell’omicidio.

Abbiamo scelto la forma del racconto in prima persona: Felicia ci accompagna nei ricordi della sua vita che si intreccia con quella del figlio, sempre ferma di fronte alla scelta di restare fedele e di sostenere il figlio ribelle, nella sua ricerca di Giustizia, anche dopo l’assassinio del figlio, durante il processo.

Il tratto è nitido e minimalista; le scelte espressive e l’impaginazione variano in funzione della narrazione.

Abbiamo lavorato in sinergia, condividendo il progetto dalla stesura della sceneggiatura alla realizzazione delle tavole.

Noemi Romeo e Beatrice Rizzo

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