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I risultati dei marchigiani Paralimpici

Atletica Leggera e Ciclismo, tutte le gare dei marchigiani Legnante super, Farroni e Koutiki gran bel tris ai Paralimpici in Brasile!

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Assunta LEGNANTE

(Frattamaggiore Na – 14/05/78) – Atletica Leggera, lanci. Tesserata per l’APDC Anthropos Civitanova Marche presieduta da Nelio Piermattei è da tempo stata adottata dalle Marche, tanto da essersi anche candidata (nel 2021) a rappresentare gli Atleti nel Consiglio Regionale del CIP Marche. Già Campionessa Europea assoluta Indoor nel 2007 e primatista italiana assoluta normodotati con la misura di 19,20 m., ha partecipato alle Olimpiadi di Pechino 2008, classificandosi al 19° posto nel getto del peso. Alta 1.89 per 122 kg, successivamente è divenuta atleta paralimpica (cat. F11-F12) a causa di un glaucoma che le ha lentamente ma inesorabilmente tolto la vista. Nel 2012, da ipovedente ha conquistato la medaglia d’oro nel getto del peso ai Giochi di Londra, classificandosi ottava nel lancio del disco. Nonostante varie vicissitudini legate alle sue condizioni fisiche, si è qualificata senza problemi per i Giochi di Rio, dove ha sfiorato il podio – chiudendo al quarto posto (con m. 31,51) – nel lancio del disco – alle spalle della cinese Zhang Liangmi 36,65, di Tang Hongxia 35,01 e Izabela Ocampos 32,60. Il 14 settembre, nel getto del peso, “la specialità della casa”, Assunta era chiamata a difendere il titolo conquistato nel Regno Unito e non ha fallito l’obiettivo, nonostante i problemi fisici. Con una bella serie di lanci (m. 15,30-14,6115,09-15,54-14,97 e 15,74), si è aggiudicata la medaglia d’oro con la misura migliore all’ultimo lancio, battendo nell’ordine l’uzbeca Safiya Burkanova (15,05) e la messicana Rebeca Valenzuela Alvarez (13,05). In Sudamerica, Assunta ha indossato come sempre la mascherina di Diabolik, ma ha confessato che l’originale è nelle mani di Papa Francesco, al quale la consegnò in un indimenticabile incontro. Dopo i Giochi, la marchigiana d’adozione simpaticamente soprannominata “cannoncino”, si è aggiudicata altri prestigiosi titoli, vincendo a Londra i mondiali 2017 e gli Europei nel 2018, oltre all’oro nel disco a Dubai 2019.

Giorgio FARRONI

(Fabriano – An 28/09/76) – Ciclismo su strada mista. Dopo Sydney, Pechino e Londra, con la partecipazione ai Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro il pluricampione campione mondiale (3 i titoli conquistati), è balzato in testa

agli atleti paralimpici, entrando poi nella top ten delle partecipazioni marchigiane “all time” ai Giochi, con 4 presenze. Purtroppo quella in Brasile è stata la partecipazione più tribolata nella sua carriera e per Giorgio, il non c’è due senza tre, stavolta non è scattato, visto che è rimasto solo vicino al podio di Rio, dopo il bronzo in Cina e l’argento in riva al Tamigi. In particolare, ha chiuso al 5° posto con il tempo di 51’52” – a 55” dal vincitore, il tedesco Hans Peter Durst - la corsa in linea cat. T1-2. Davanti a Farroni, anche il britannico David Stone (2°), il colombiano Nestor Ayala (3°) e lo statunitense Ryan Boyle (4°). Risultati a sorpresa, dal momento che il fabrianese era considerato tra i sicuri favoriti. Cosa sia successo è presto spiegato. Nonostante l’ottima e scrupolosa (come sempre) preparazione, il ciclista fabrianese è stato colto da dolori alla testa e allo stomaco nell’immediata vigilia della gara, per cui chiudere fra i primi è stato già un grande risultato. E non è andata meglio nella gara a cronometro, chiusa all’11° posto con il tempo di 27’04”08, molto lontano dai suoi standard abituali. Il motivo, ancora tanta sfortuna che gli ha remato contro sotto forma dello sganciamento, per ben sette volte, dello stesso pedale. In una gara così veloce, certe si pagano. Ad ogni buon conto, Farroni non ha alcuna voglia di mollare: anzi, punta dritto alla “manita”, cioè alla quinta partecipazione ai Giochi… determinazione e cuore ce ne sono? Da vendere.

Ruud Lorain Flovany KOUTIKI TSILULU

(Brazzaville – Repubblica del Congo – 19/10/89) – Velocista con disabilità intellettiva, ha debuttato ai Giochi a quelli di Rio, avendo però già alle spalle una serie di titoli mondiali ed europei FISDIR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva e Relazionale) nella categoria T20, fra 60 metri indoor, 100, 200, 400 metri piani e salto in lungo. La storia di Ruud è di quelle che lasciano il segno, visto che prima di diventare un grande protagonista dell’atletica leggera paralimpica, tesserato per l’APDC Anthropos Civitanova Marche, ha rischiato la vita sin dalla nascita, a causa di un’ipossia cerebrale che gli ha procurato lesioni permanenti. All’età di 10 anni, per sfuggire ai terribili conflitti in atto nel suo Paese, Ruud si trasferisce con la sua famiglia a Parigi, per poi stabilirsi definitivamente in provincia di Ascoli Piceno, a Caselle di Maltignano. E’ stata la scuola ad avvicinarlo all’atletica leggera, dove fin da subito ha messo in mostra le sue doti di velocista. Se il buongiorno si vede dal mattino, i primi risultati parlavano chiaro: avrebbe avuto una brillante carriera agonistica e così è successo. Il primo titolo arriva dieci anni fa, ai Global Games 2011, dove ottiene la sua prima vittoria internazionale, dominando i 100 metri ad Imperia. Poi una bella serie di risultati che lo hanno portato a conquistare la convocazione in Nazionale nel giro di pista ai Paralimpici di Rio 2016. Qui, l’8 settembre, dopo aver chiuso le eliminatorie dei 400 metri in 51”53, ripescato il suo tempo, il giorno dopo in finale si è nettamente migliorato, chiudendo al 7° posto con 51”14, nella gara vinta dal brasiliano Daniel Martins (47”22). Koutiki Tsilulu è grato al nostro Paese: “Vestire la maglia della Nazionale è sempre stato per me un privilegio, perché l’Italia è un Paese che mi ha dato l’opportunità di essere quello che sono oggi“.

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