Gioco News Magazine December 2020 Gioco News Rivista dicembre 2020

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POLITICA

Anna Ascani: «L'istruzione contro il gioco patologico» INCHIESTA

Dalla pandemia alle riforme SPECIALE

Futuro tra convergenza e sostenibilità PERSONAGGI

Natale A DISTANZA

Edoardo Nesi Gabriele Dadati COVER STORY 34

LASLOTDELMESE

Codere Il dovere della responsabilità

FOWL PLAY STORY | L A S L O T C H E C O N T I N U A A S C R I V E R E L A S T O R I A

ENGLISH PAGES INSIDE

NEW SLOT | POKER | VLT | CASINÒ | ONLINE | IPPICA | SCOMMESSE



numero 12

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dicembre 2020

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Editore GN Media srl corso Tacito, 101 – 05100 Terni Redazione tel. 0744 461296 fax 0744 461362 redazione@gioconews.it

Un anno da (non) dimenticare

EDITORIALE

anno xii

Direttore responsabile Alessio Crisantemi Product manager Anna Maria Rengo In redazione Cesare Antonini Michela Carboni Vincenzo Giacometti Francesca Mancosu Marta Rosati Giuseppe Tondelli Hanno collaborato a questo numero Giovanni Adamo Alfonso ‘Alfi’ Amarante Michele Bragantini Geronimo Cardia Gianni Carra Ludovico Calvi Daniele Duso Marco Fiore Michael Haile Giancarlo Marzo Nashira Francesco Scardovi David Snook Riccardo Zerbetto Progetto grafico e impaginazione Francesco Bellucci via del Maglio, 6 – 05100 Terni fbellucci@me.com Foto GN Media Sara Galimberti Laura Scaglione unsplash.com 123rf.com Stampa Comunicare srl piazzale degli Eroi, 8 – 00136 Roma Pubblicità Fabrizio Galli mob. 342 5813311 gioconews@gmail.com Alexander Greco mob. 393 9492062 commerciale@gioconews.it Segreteria Natasha Crisantemi segreteria@gioconews.it Reg. Tribunale Terni n. 04/2009 Iscrizione ROC n. 18462 ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE Testata associata Associazione Nazionale Editoria di Settore L’editore è a disposizione degli eventuali proprietari dei diritti sulle immagini riprodotte nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere la debita autorizzazione.

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ASPETTANDO IL NUOVO ANNO…

Che il 2020 sia stato un annus horribilis per il comparto del gioco pubblico è evidente a tutti. Ed

è forse anche inutile sottolinearlo. O, quanto meno, appare riduttivo. Non soltanto perché l’analisi potrebbe (dovrebbe?) meglio riguardare anche tanti altri settori dell’economia, colpiti anch’essi – chi più e chi meno – dalla pandemia e dalle conseguenti restrizioni governative. Ma anche perché nessuno può garantirci che l’emergenza sanitaria sia destinata a esaurirsi con l’anno corrente, senza andare a intaccare anche quello venturo, almeno nella prima parte. Del resto, anche se ciò non dovesse accadere a livello sanitario, di certo si verificherà a livello economico, con gli addetti ai lavori che dovranno fare i conti (letteralmente) con tutti gli strascichi provocati dal doppio lockdown, oltre a dover affrontare l’enorme transizione verso quell’ancora oscuro “new normal” di cui tutti parlano, ma che in pochi riescono davvero a definire, o anche solo a immaginare. Noi ci proviamo, in questo numero della rivista, offrendo una serie di puntuali bilanci su ogni aspetto che riguarda il mercato del gaming italiano (politico, istituzionale, oltre che economico, tecnologico e sociale), ma anche alcune precise riflessioni sull’evoluzione che è stata avviata o, semplicemente, (iper)accelerata dalla pandemia. Un modo per provare a non farsi trovare impreparati di fronte alla nuova e immensa sfida proposta da questa imprevedibile situazione che ha messo alla prova ogni impresa, ogni governo e nazione, ma anche ogni persona. Di fronte alla quale bisogna inevitabilmente – e doverosamente, pure – fare di necessità virtù. Iniziando a lavorare fin da subito alla ricostruzione del settore, che dovrà procedere di pari passo con quella dell’intero Paese. Magari anche con l’aiuto e il supporto di quell’attesissimo Recovery fund che promette linfa vitale per la nostra economia. Come scriveva Socrate nel suo dialogo del Fedone, ogni cosa trae origine dal proprio contrario: dal forte si genera il debole, dal grande il piccolo, dal veloce il lento, e, perché ciò avvenga, tra i due contrari vi deve essere un processo che permetta di passare dall’uno all’altro (per esempio: il crescere e il decrescere, il raffreddarsi e il riscaldarsi…). E se ciò vale, diceva il filosofo, anche per il vivere e il morire, allora dovrà valere, forse più facilmente, anche per il gioco pubblico. Che oltre a passare dall’attuale decrescita a una nuova crescita, potrà raggiungere anche la tanto agognata sostenibilità, dopo anni vissuti ai margini della società. Il cantiere appena avviato nel Paese coincide con il percorso di riordino più volte promesso dal governo, ma non ancora realizzato. In questo senso, dunque, la profonda crisi può e deve rappresentare un’opportunità. E un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Per il momento, tutti sono ansiosi di porre fine a questo anno difficile e di poter voltare pagina. Brindando a un anno nuovo e possibilmente migliore. Per archiviare al più presto le criticità del periodo, ma senza cancellarle: perché solo dal ricordo delle difficoltà pregresse (e dalle reminiscenze di platoniana memoria) potrà rigenerarsi un settore nuovo, e sperabilmente duraturo. Alessio Crisantemi

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POLITICA

04. Dalla didattica al gaming, il futuro è sempre più digitale

Il viceministro dell’Istruzione Anna Ascani fa il punto sulla vita tra i banchi ai tempi della pandemia e sottolinea l’importanza dell’educazione per prevenire il gioco patologico S O M M A R I O

06. Sostegno senza discriminazioni

La deputata del Pd Enza Bruno Bossio spiega le ragioni che hanno portato il Governo a imporre un nuovo lockdown al comparto

08. Regolare, senza strangolare

Roberto Novelli, deputato di Forza Italia, auspica un riordino del settore che sia chiaro, organico e semplice

10. L’anno giusto

INCHIESTA

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SPECIALE

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NORMATIVA

36 36. Due pesi e due distanze

14. Punto e a capo

Oltre che per la pandemia di Covid e per la crisi, il 2020 forse verrà ricordato anche come l’anno in cui si sono gettati i semi per la riforma di molti settori: dal gioco pubblico all’ippica

26. Gli esami non finiscono

mai

28. Una mission incompresa 29. Il digital che fa tendenza

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30. Intrattenimento, convergenza e sostenibilità Le direttrici dello sviluppo del settore del gioco alla luce dei trend emersi durante la pandemia da coronavirus

32. Play’n Go, la cassetta degli attrezzi dell’intrattenimento digitale 33. Pragmatic Play, multi product per un divertimento sempre al top

Il Consiglio di Stato questa volta vuole vederci chiaro sul distanziometro espulsivo del Piemonte, sulle ragioni del suo concepimento e sugli effetti riflessi che in concreto si generano

ESTERI 42. I giochi alla difficile prova Brexit Senza un accordo su quanto avverrà dopo l’uscita dal Regno Unito dall’Unione Europea, previsto a fine 2020, operatori e dipendenti potrebbero dover affrontare scenari incerti

44. Scommesse a stelle e strisce


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Questa epidemia sta portando a galla questioni che da decenni attraversano e riguardano il nostro Paese: stiamo assistendo al manifestarsi sempre più evidente dei divari territoriali presenti, ma dall’altra parte stiamo anche riconoscendo la grande capacità di reagire di tutti noi quando facciamo fronte comune

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IPPICA

CASINÒ

68. In attesa di Roma

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La chiusura dei casinò preoccupa fortemente gli enti pubblici proprietari e alla Camera dei deputati Flavio Di Muro e Giorgio Mulè sollecitano interventi immediati e un futuro riordino del settore PANNONERO LASLOTONLINEDELMESE

INTERVISTE

72. Il peso asimmetrico

58. Unire le forze per il bene dell’ippica

Daniele Frongia, assessore del Comune di Roma, delinea la situazione del settore della Capitale e sottolinea la necessità di un lavoro congiunto per raggiungere risultati importanti

FLIPPER

Anna Ascani

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70. 71.

della pandemia/ Lo scrittore Edoardo Nesi racconta le storie di tanti italiani alle prese con un nuovo stravolgimento di vita, in attesa di occuparsi anche degli imprenditori del gioco in lockdown Gioco di misteri nel capolavoro di Klimt ritrovato/ Gabriele Dadati romanza la storia di un dipinto rubato e tenuto nascosto per 22 anni

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73.

rubriche

TORNEA

OLADI OVATI

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ANDO

bilità

87. NEWSLETTER

POKER STRATEGY

LEAVVENTURE DAROONEY

RIFLESSIONI DAORSO

NUOVE TENDENZE

NEWSLETTER

LEAVVENTURE DAROONEY

LASLOT DELMESE

I SEGRETIDEL TAVOLOVERDE

L’AVVOCATO DELDIAVOLO FISCO&SLOT

34. Codere, il dovere della responsa-

GIOCARE GIO CONGUSTO

LASLOT DELMESE

PANNONERO

NUOVE TENDENZE

aziende POKER STRATEGY

64. 66.

LEAVVENTURE DAROONEY

Dopo i successi di luglio e ottobre il popolare format di poker live ha dovuto fare i conti con i vari lockdown e la pandemia Poker live tilt in Svizzera Nuove tendenze e attitudini nel poker online

regulations able to keep pace with the challenges posed by digital advances? 94. The strangest of years! NEWSLETTER

DANON PERDERE

LEAVVENTURE DAROONEY

62. L’Ipo fa il bis online in attesa di tornare dal vivo

RIFLESSIONI DAORSO

56.

GIOCO &PSICHE

PANNONERO

DANON PERDERE

DALMONDO

LOSFIZIO DELGIOCO

Solo i tribunali amministrativi regionali riescono ad allungare la vita alle concessionarie del betting d’Italia. Per il resto regna l’incertezza. LEDRITTEDELMAESTRO

PROMOSPACE

90. Difficult games on Brexit 92. Star-spangled betting 93. Are existing gaming industry

52. FISCO&SLOT

SCOMMESSE 54. Il betting del 2021 è una scommessa

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GIOCARE GIO CONGUSTO

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ILUOGHI DELGIOCO

RIFLESSIONI DAORSO

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GIOCO &PSICHE

DANON PERDERE

L’emergenza da Covid-19 muta ulteriormente il contesto in cui opera l’industria del gioco: ecco l’andamento del settore Awp a livello europeo

LAVLT DELMESE

GIOCO &TECNICA

PANNONERO

DALMONDO

LOSFIZIO DELGIOCO

mia erano le slot

L’OROSCOPO

POKER L’AVVOCATO DELDIAVOLO

48. Quando la pande-

GIOCO &ARTE

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Ue rischia di far sparire il flipper in Europa, oppure, di rilanciarlo. Ecco perché.

ANDO

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GIOCO &ARTE

60. La battaglia dei dazi e la nuova geopolitica

DALMONDO

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SLOT/VLT

40. VOXMANAGER 74. L’ORADELGIOCO 76. DALMONDO 77. DANONPERDERE 78. GIOCO&RETAIL 80. ALBARDEGLIESPORTS 82. GIOCHIDABAR 83. GIOCARECONGUSTO 84. GIOCO&PSICHE 85. L’AVVOCATODELDIAVOLO 86. LASLOTDELMESE 88. LOSFIZIODELGIOCO 96. OROSCOPO


politica

A N N A

A S C A N I

Dalla didattica al gaming il futuro è sempre più digitale

Un

di Marta Rosati

anno decisamente impegnativo quello vissuto dal Il viceministro dell’Istruzione Anna Ascani fa il punto sulla vita tra i banchi ministero dell’Istruzione: prima il lockdown, poi ai tempi della pandemia e sottolinea la seconda ondata del virus e il ritorno, in parte, l’importanza dell’educazione per della didattica a distanza (Dad), nonché le difficolprevenire il gioco patologico tà di uno scenario in continuo mutamento. A tracciare un bilancio, ma anche a evidenziare il ruolo che il gioco può svolgere nella didattica e, viceversa, l’importanza della scuola nel prevenire quello patologico, è il viceministro dell’Istruzione Anna Ascani , deputata del Pd. “Sono stati mesi complessi per tutti, ci siamo trovati a fronteggiare una pandemia che ha travolto le nostre vite e le nostre abitudini, ci ha messo di fronte a scelte difficili da prendere, ma doverose, per contenere il virus e salvaguardare la salute della collettività. E non ne siamo ancora fuori, dobbiamo trovare quindi un modo per convivere con il virus e condurre un’esistenza quanto più normale possibile in sicurezza. La scuola, una delle principali istituzioni del nostro Stato, ha dato grande prova di resilienza e responsabilità in questi mesi. All’inizio dell’epidemia, quando è stato necessario sospendere le attività didattiche in presenza, ha proseguito il suo lavoro, grazie anche a uno straordinario investimento nella scuola, con la Dad, che si è rivelata indispensabile per tamponare l’emergenza, e attraverso questa ha mantenuto attive le relazioni. Nei mesi estivi ogni comunità scolastica si è impegnata per assicurare il ritorno in classe in presenza e in sicurezza, facendo uno sforzo straordinario. In queste settimane, in alcune zone del Paese e per alcuni gradi di scuola è stato stabilito il ricorso alla didattica digitale integrata. La situazione è in continuo mutamento, ma non stanno mancando impegno, misure mirate e investimenti. Ciò che è certo è che non possiamo uscire da questa crisi e tornare a essere come prima: abbiamo la possibilità di intervenire strategicamente sul nostro sistema di istruzione, sanando i divari e le disuguaglianze che questa epidemia ha mostrato a tutti con evidenza. Nella gestione dell’emergenza sono emerse divergenze di veduta, tra Governo e Regioni ad esempio, sull’opportunità della Dad. Il Ministero ha sempre cercato di limitare al minimo il ricorso a questo strumento. Perché? “Il ministero dell’Istruzione difende la scuola in presenza, perché non si può pensare che la didattica a distanza sia sostitutiva a tutti gli effetti delle lezioni in classe, delle relazioni tra studenti e

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POLITICA ANNA ASCANI

con la comunità scolastica. Ma siamo convinti anche che l’esperienza fatta nel fronteggiare l’emergenza non debba andare perduta e che l’innovazione e la tecnologia possano e debbano essere alleate dell’apprendimento. Dobbiamo andare verso forme integrate, mettendo al centro gli studenti, per dare loro tutti gli strumenti necessari a vivere con consapevolezza in società attraversate da cambiamenti repentini, che pongono tutti di fronte a sfide sempre più complesse. La centralità degli studenti deve poi essere la priorità anche rispetto alle decisioni che le varie istituzioni si trovano a dover prendere in questo momento. Puntiamo a garantire il diritto allo studio a ogni giovane, a non lasciare indietro nessuno. Tutti dobbiamo lavorare responsabilmente per questo obiettivo, in un clima di collaborazione e unità, indispensabile per affrontare questa difficile fase”. Cosa secondo lei ci sta insegnando questa pandemia di Covid-19 e in che modo cambierà il nostro modo di essere? “Questa epidemia sta portando a galla questioni che da decenni attraversano e riguardano il nostro Paese: stiamo assistendo al manifestarsi sempre più evidente dei divari territoriali presenti, ma dall’altra parte stiamo anche riconoscendo la grande capacità di reagire di tutti noi quando facciamo fronte comune. A livello italiano, ma anche europeo. Credo che questa pandemia possa essere un’occasione per guardare allo stato attuale delle cose con maggiore lucidità, rafforzare ciò che va e intervenire laddove necessario. Una cosa è certa: quello che sta avvenendo dimostra che dobbiamo puntare a favorire una formazione permanente, lungo tutto il corso della vita. Momenti di aggiornamento e accrescimento delle proprie competenze, fondamentali per dotarsi di mezzi adatti a gestire un cambiamento che corre veloce e rischia di travolgerci. Naturalmente, tutto questo passa in primo luogo dal nostro sistema di istruzione. Ma non deve fermarsi a esso”. Recovery fund e Piano di ripresa e resilienza, cosa dobbiamo aspettarci? Che Italia sarà quella di domani? “Penso che dobbiamo fare un uso strategico dei fondi che avremo a disposizione. Questo vale in generale e tanto più nell’ambito dell’azione del Ministero dell’Istruzione. Ovvero non dobbiamo utilizzare le risorse che arriveranno per ‘rattoppare’ le falle del sistema che si sono venute a creare nel tempo a causa di tagli e di una cattiva gestione, ma per dare sostanza a un’idea precisa di scuola che riteniamo necessaria per accompagnare le nuove generazioni nel futuro. Ritengo che, nell’ambito dell’istruzione, sia opportuno investire in edilizia scolastica, in infrastrutture, nella formazione dei docenti. In questi mesi abbiamo stanziato oltre 2 miliardi di euro per gli edifici scolastici, per metterli in sicurezza e adeguarli ai protocolli, ma possiamo finalmente ripensare radicalmente le strutture per realizzare l’idea di scuola che abbiamo in mente. Dobbiamo poi dotare ogni istituto di connessioni accessibili e veloci per colmare i divari e dare gambe all’innovazione didattica. E infine non possiamo non potenziare la formazione dei docenti, guide dei giovani, a partire però da una maggiore chiarezza sull’accesso al ruolo e da inter-

venti di stabilizzazione”. Tornando a parlare di Istruzione, secondo un recente studio condotto da docenti dell’università di Udine, giocando si impara di più. È possibile, a fronte di evidenze scientifiche che il gioco entri seriamente a far parte degli strumenti didattici della Scuola italiana? “Nei giorni scorsi ho avuto il piacere di partecipare alla finale nazionale del Premio Scuola Digitale, un’iniziativa promossa dal Ministero con l’obiettivo di fare emergere i migliori progetti di innovazione digitale realizzati dagli istituti scolastici italiani nei settori del making, del coding, della creatività digitale, ma anche del gaming, per esempio. Questo a dimostrazione del fatto che la scuola italiana è già digitale. Nel presente. Il Piano Nazionale Scuola Digitale, introdotto dalla legge 107 del 2015, è nato proprio con l’obiettivo di promuovere un uso consapevole delle nuove tecnologie per integrare la didattica tradizionale. Mira allo sviluppo di una cittadinanza digitale e di nuove competenze attraverso metodologie di apprendimento alternative. Naturalmente, ogni cambiamento deve essere introdotto in maniera guidata, gli studenti devono essere portati a comprendere le potenzialità dei mezzi e questi devono essere utilizzati per favorire il pieno sviluppo di ciascun bambino e ragazzo”. Il Paese ha scelto di tutelare i minori e i soggetti fragili, vietando, col decreto Dignità, ogni forma di pubblicità del gioco con vincita in denaro. Ritiene sia utile a evitare il gioco d’azzardo patologico e cosa altro si può fare o state facendo anche e soprattutto nelle scuole? “Compito delle scuole è formare cittadini consapevoli e sviluppare il pensiero critico. Lo fanno attraverso il lavoro ordinario, ma anche con progetti complementari che mettono a disposizione delle comunità scolastiche materiale informativo, esperti, strumenti ad hoc. Nel caso specifico del gioco d’azzardo il Ministero è impegnato, anche in collaborazione con altre istituzioni, a contrastarlo, educando ogni studente a corretti stili di vita. Ecco, io credo che non ci sia migliore forma di contrasto e di prevenzione dell’istruzione”. Tornando alle questioni politiche, quali saranno secondo lei i lati positivi e le criticità del prossimo Parlamento dopo il sì degli italiani al referendum per il taglio di deputati e senatori? “Stiamo vivendo una fase inedita che non è destinata a concludersi nell’immediato. Credo che il Parlamento, come ogni istituzione in questo momento, sia e debba essere costantemente concentrato nella gestione di questa crisi che è in primo luogo sanitaria, ma che sta coinvolgendo ambiti diversi e ampi del nostro vivere civile. Siamo tutti chiamati ad agire con responsabilità, per dare risposte concrete ai cittadini stremati da questa epidemia”. Per concludere, un augurio all’Italia in vista delle festività. “Saranno delle festività particolari quelle di quest’anno. Dovremo trascorrerle facendo attenzione ad aspetti che prima dell’emergenza sanitaria non consideravamo neanche, davamo per scontati. Credo che tutti dobbiamo augurarci di archiviare quanto prima questo periodo, per farlo è importante che ciascuno di noi faccia il possibile per evitare la diffusione del contagio”.

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MIUR

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politica

E N Z A

B R U N O

B O S S I O

Sostegno senza discriminazioni

“B

di Anna Maria Rengo

isogna partire dalla considerazione che quanto stiamo vivenParlare di 2020 significa parlare di Codo è una situazione assolutamente nuova, drammaticamente vid-19. Questo anche in Parlamento, mai inedita. Nessuno era preparato ad affrontare un’emergenza come in questo difficilissimo anno impedel genere e quanto è accaduto e sta accadendo in tutto il gnato ad affrontare un’emergenza innanmondo ne è la dimostrazione più evidente. Dico ciò perché alcuni zitutto sanitaria, ma dalle mille e pesanti errori, che pure ci sono stati, forse erano inevitabili. Nel complesso, ricadute. A ripercorrere l’operato del Gotuttavia, credo che l’Italia ha dimostrato, sia a livello di Governo verno Conte 2, ma anche delle due Cameche di singoli cittadini, un forte senso di responsabilità. Certo, la re, è la deputata del Pd Enza Bruno Bossio. pandemia ha messo a nudo alcuni problemi strutturali del nostro Paese: penso al funzionamento delle filiera istituzionale tra Governo, Regioni e autonomie locali che spesso sta dimostrando una forte conflittualità per via del riparto delle competenze, specialmente in materia di diritti essenziali, primo fra tutti quello alla salute. Veniamo da anni di tagli lineari e di limitazione del ruolo del pubblico a favore del privato, quest’ultimo spesso indicato come più efficiente ed efficace. Se poi a questo si aggiunge il riparto dei fondi per la sanità tra le Regioni vediamo come questo ha determinato fortissime diseguaglianze territoriali con il risultato che alcune regioni più deboli e povere hanno finito per alimentare l’emigrazione sanitaria verso regioni più forti. Per certi aspetti, quindi, la pandemia può essere l’occasione per affrontare questi problemi e abbattere le diseguaglianze”. Quali misure dovranno essere adottate per favorire la ripresa economica dell’Italia? Sarebbe opportuno ricorrere al Mes? “Le risorse mobilitate sono notevoli e con le ultime manovre sono destinate ad aumentare. Va sottolineato poi come il programma del Recovery fund rappresenti una netta inversione nelle politiche della Ue finora ingessate in una austerity che ha determinato solo danni alla tenuta sociale dell’Europa. È del tutto evidente che la lotta al virus va di

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POLITICA ENZA BRUNO BOSSIO

pari passo con quella di creare le condizioni per la ripresa di un’economia che ha subito e continuerà a subire colpi drammatici, fino a quando non saremo riusciti a distribuire il vaccino a tutti. Il Governo sta facendo la sua parte e questo gli va riconosciuto e le misure per il futuro devono tendere non solo al ‘ristoro’ ma anche e soprattutto puntare allo sviluppo e allo sfruttamento di nuove ed inedite opportunità. Il Pnnr (Piano nazionale di recupero e resilienza Ndr) dovrà parlare la lingua del digitale, dell’innovazione, delle nuove infrastrutture, di nuovo welfare e di Sud. E vanno utilizzate, quindi, tutte le risorse disponibili, in base alle necessità. E se la necessità lo richiede, anche il Mes ci può aiutare a sostenere la nostra sanità, senza remore ideologiche”. Il gioco è stato tra i settori più colpiti dalle chiusure disposte nei vari Dpcm che si sono susseguiti. A suo modo di vedere, si trattava di una misura indispensabile? Per quale motivo? “Purtroppo tutti i settori sono stati colpiti e tutte le misure sono state necessarie per preservare la salute e la vita dei cittadini, soprattutto quando le attività coinvolte si svolgevano in luoghi chiusi e affollati soprattutto da anziani. Già nel Dpcm del 24 ottobre, il Governo aveva fermato solo le sale giochi preservando, invece, slot machine e lotterie nei corner all’interno degli esercizi commerciali. In seguito, con l’aggravarsi della situazione, ha valutato e preso la medesima decisione, in base alle evidenze scientifiche del Cts, anche sulle macchinette ma ricordiamo che a marzo si era addirittura arrivati alla storica decisione di fermare le puntate di Lotto e SuperEnalotto. Quello stop, da solo, costò all’Erario, stando ai dati riportati dagli analisti, una perdita di circa 25 milioni di euro al giorno. Capisco, infine, quanto un nuovo stop faccia paura alle aziende del gioco, che in effetti furono le ultime a riaprire, insieme con locali e discoteche e parliamo di migliaia di aziende che impiegano decine di migliaia di lavoratori. Come tutti, anche gli operatori del gioco hanno fatto notevoli investimenti per adeguarsi ai protocolli di sicurezza e devono essere interessati da misure di sostegno tempestive. In questo momento, è imprescindibile sostenere tutte le aziende senza discriminazioni”. Lei pensa che i tanti divieti e l’inasprimento della tassazione sui giochi legali che ci sono stati nel corso degli anni abbiano finito per favorire quello illegale? “Non abbiamo stime precise sulla mole di gioco d’azzardo. Sappiamo che si gioca legalmente, e in generale, di più al nord ma bisogna anche valutare la consistente quantità di gioco d’azzardo illegale presente soprattutto al sud e non registrabile dagli studi. Non è facile nemmeno fare una stima di quanto sia estesa l’economia sommersa in mano a mafie, che spesso sfruttano le meccaniche di gioco anche per riciclare denaro sporco. In ogni caso, io credo che il proibizionismo, in ogni campo, favorisca l’illegalità e che la storia lo abbia insegnato più volte. Detto questo, è chiaro che lo Stato ha il dovere di accompagnare il gioco legale con campagne di informazione e di responsabilizzazione, è un dovere soprattutto verso i giovani e le persone affette da ludo-

patia. Ritengo che consolidare il potere di regolamentazione dei Comuni, ad esempio, sia efficace nella lotta agli affari delle mafie su azzardo e gioco patologico”. Tra i vari temi rimasti in sospeso, c’è quello del riordino dei giochi. Pensa che nel 2021 lo si potrà riprendere in mano e, nel caso, quali sarebbero le finalità da raggiungere e le direttrici da seguire? “Già il Documento Programmatico di Bilancio 2021 del Governo lo prevede tra gli obiettivi da intraprendere a livello di politica fiscale e contrasto all’evasione. Insieme al rafforzamento degli strumenti di contrasto alle illegalità nel settore dei giochi è previsto proprio un Disegno di Legge di riordino del settore. Mi convince una più ampia riforma strutturale del sistema dei giochi per una diversa articolazione, tipologia e configurazione sul territorio dei punti di gioco, incidendo così sul lato dell’offerta. Di fronte a una dimensione così vasta e complessa come il settore dei giochi e delle scommese - legali e non - è tempo di mettere a sistema tutte le risorse disponibili, in modo da rendere il meccanismo di vigilanza, regolamentazione, controllo e repressione un unico armonico con una profonda riflessione sul versante del cyber crime. In effetti la modalità di gioco online è in continua crescita e riguarda ormai 1/3 della spesa per il gioco d’azzardo in Italia, quindi il settore si presta ad essere appetibile al crimine. Tutto questo, però, senza dimenticare il livello europeo, che deve essere armonizzato al fine di evitare l’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore. Livello che, comunque, già ci guarda come esempio di best practice”. Lei pensa che lo Stato possa e debba fare “meno cassa” sul gioco? “La questione non è semplice. Il modello italiano si pone l’obiettivo di garantire la legalità al sistema allontanando le mafie e l’illegalità. Perseguendo tale obiettivo con le dovute correzioni, si può essere più efficaci sul piano fiscale, generando uno sviluppo equilibrato e garantendo i livelli occupazionali per un settore che misura in circa 8 miliardi di euro netti l’anno l’introito per l’Erario e in 120.000 le persone cui dà lavoro. Riguardo alle conseguenze patologiche, il controllo dello Stato permette politiche di dissuasione così com’è avvenuto per il tabagismo e come si potrebbe fare dopo la legalizzazione delle droghe leggere. Soprattutto, lo Stato può circoscrivere il gioco in luoghi limitati e controllati dai Comuni, le amministrazioni più vicine alle comunità e alle loro esigenze”. LEI

CHI

È? !?

Enza Bruno Bossio è nata a Grimaldi, in provincia di Cosenza, il 15 aprile del 1957. Laureata in filosofia e dirigente d’industria, è stata eletta deputata nel 2018, nelle fila del Pd. È segretario della commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni. È stata deputato anche nella XVII legislatura.

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politica

R O B E R T O

N O V E L L I

Regolare senza strangolare

Le

di Anna Maria Rengo

Roberto Novelli, deputato di Forza

Italia, auspica un riordino del settore polemiche si faranno più avanti, quando la pandemia sarà, se non un brutto ricordo, almeno un problema in che sia chiaro, organico e semplice, via di soluzione. Ma la gestione dell’emergenza coronae critica l’operato del Governo nella virus da parte del Governo Conte 2 è oggetto di analisi critica da gestione della pandemia, a cominciare parte delle opposizioni. Anche per quanto riguarda le scelte che dal doppio lockdown imposto al gioco sono state imposte al settore del gioco: una prima chiusura completa dall’8 marzo e sino a metà giugno e poi una seconda, con il Dpcm le cui disposizioni sono in scadenza il 3 dicembre. A tracciare un primo bilancio sull’operato dell’Esecutivo, tuttora alle prese con la “seconda ondata” e con le decisioni che dovrà prendere in vista delle prossime festività natalizie (e ovviamente anche per i mesi a seguire) è il deputato di Forza Italia Roberto Novelli, componente della commissione Affari sociali di Montecitorio. Il 2020 si sta chiudendo con grandissime difficoltà in Italia. Ritiene che il Governo Conte 2 abbia gestito adeguatamente l’emergenza Covid-19? “Come rappresentante delle istituzioni nella prima fase della pandemia ho sostenuto l’azione del Governo perchè in una situazione come questa era necessario cercare di essere critici, certo, ma in termini positivi. Purtroppo il tempo che è trascorso tra la fine della prima ondata e l’inizio della seconda che stiamo vivendo adesso lo ha fatto senza che il Governo abbia attivato le procedure necessarie per trovarci più pronti. Penso alla scuola, ai trasporti pubblici, per proseguire con un maggiore coordinamento con le Regioni, nel rispetto delle loro competenze ma efficace, in quanto è il Governo ad avere il compito di gestire le pandemie. Adesso naturalmente non è il momento delle polemiche ma quello che stiamo vivendo è la conseguenza di inadempienze che stiamo pagando, al di là degli annunci quotidiani”.

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GIOCONEWS #12 DICEMBRE 2020


POLITICA ROBERTO NOVELLI

Quali sono le priorità che il Governo deve porsi, nei mesi a seguire? “Le priorità che il Governo dovrà porsi sono le stesse che avrebbe dovuto porsi nei mesi precedenti. Innanzitutto, quello di essere e di creare una cabina di regia che possa coordinarsi in modo efficace con le Regioni per poter decidere insieme le azioni da applicare e le cose da fare su ogni singolo territorio. La pandemia non si affronta usando un metodo uguale per tutta la Penisola. La priorità che il Governo avrebbe dovuto affrontare da subito è quella della scuola, in quanto stiamo uccidendo una generazione impedendole di andarci ma riempiendoci la bocca con la didattica a distanza che invece in molte parti del Paese, fosse anche per soli motivi tecnologici, non sta funzionando a dovere. La scuola è la cosa fondamentale. Poi c’è il coordinamento con le singole Regioni e le singole sanità regionali: troppe incertezze, ritardi, contraddizioni. Tutto ciò dà l’idea di un Paese in confusione ed è il comandante in capo che ne deve rispondere, ossia il Governo”. Il gioco è stato tra i settori più colpiti, al momento di decidere le misure più opportune per combattere la pandemia. Ha condiviso questa scelta del Governo? “In linea generale - e non sono l’unico a pensarla così l’individuazione delle attività da limitare in molti casi mi è sembrata, per restare nel tema, più il frutto di una lotteria casuale (o meglio, di una roulette russa) che di una valutazione ponderata. Il settore dei giochi, da questo punto di vista, è un bersaglio facile purtroppo, vista la pregiudiziale negativa che caratterizza sul tema le principali forze al Governo. In molti casi, il punto di equilibrio per contemperare salute e attività economiche si sarebbe potuto trovare in una più stringente regolazione e in una differenziazione fra esercizi, a seconda delle dimensioni e delle possibilità di afflusso. Questo vale, a mio avviso, per le sale da gioco, ma anche per altre attività”. Come si può e deve sostenere l’industria del gioco legale, messa a dura prova da mesi di lockdown? Ritiene che le misure messe in campo siano sufficienti? “Purtroppo il lockdown è solo l’ultima di una serie di gocce che rischia di far traboccare il vaso: l’introduzio-

ne di regimi normativi sempre più restrittivi, accompagnati da misure fiscali e oneri a tratti vessatori, va ormai avanti in modo incrementale da anni. La pandemia si abbatte, quindi, su un terreno già martoriato: per affrontare la situazione, quindi, non bastano certo i piccoli ‘cerotti’ via via applicati dal Governo, ma occorre mettere mano a una riforma organica, che auspico segnata da un approccio attento a tutte le esigenze in campo, ma senza venature moralistiche. Regolare, senza strangolare”. Oltre alla pandemia, l’industria del gioco è anche alle prese con una giungla normativa. Auspica che si arrivi all’attesa riforma del gioco a livello nazionale e quali dovrebbero essere le linee guida da seguire? “Come ho detto prima, occorre una riforma organica. La ‘promessa’ contenuta nel decreto Dignità, secondo cui il Governo avrebbe dovuto presentare una proposta in tal senso nei successivi sei mesi, ha fatto purtroppo la fine che io avevo preconizzato anche in aula: è caduta nel nulla. Questo succede quando si usano le norme per fare gli annunci. La nuova normativa deve essere chiara, organica e semplice; serve un testo unico in cui gli operatori possano trovare tutti i riferimenti; deve essere cristallino, poi, il riparto di competenze fra Stato e Regioni, con una chiara individuazione dei margini di differenziazione che su ogni territorio si possono adottare”. A suo modo di vedere, le disposizioni del decreto Dignità che vietano totalmente la pubblicità del gioco legale hanno raggiunto il loro obiettivo di tutelare i giocatori? Anche alla luce delle grandi difficoltà del settore sportivo, sarebbe possibile e opportuno modificarle? “Non credo che queste previsioni abbiano prodotto un grande impatto sulla lotta alla ludopatia, o almeno un effetto tanto rilevante da pareggiare le difficoltà poste in capo agli operatori economici. Condivido quanto peraltro ribadito anche nella recente audizione del prefetto di Firenze, Laura Lega, in commissione Antimafia: lo strumento più efficace per contrastare l’illegalità è la presenza di una normativa che ponga dei limiti all’attività, ma, al contempo, risponda alla richiesta di gioco lecito, che fisiologicamente proviene dalla popolazione; bilanciamento che certo non può ritenersi effettuato da opzioni legislative che, di fatto, si risolvono nell’impossibilità di installare centri di raccolta del gioco lecito. Il proibizionismo, la storia ce lo insegna, non ha mai funzionato fino in fondo”.

LUI

CHI

È? !?

Roberto Novelli è nato a Udine il 25 febbraio del 1962. Già assessore comunale in Friuli, è stato eletto deputato con Forza Italia alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 nella circoscrizione Friuli-Venezia Giulia. È stato consigliere regionale dal 2008 al 2018.

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politica

PH. ELIZA DIAMOND, UNSPLASH

L’anno giusto Dalle crisi, quasi sempre, nasce un’opportunità: un assunto che potrebbe essere valido anche per il gioco legale, dopo gli input sul riordino di Governo e Monopoli. Ecco cosa ne pensano Regioni e Comuni.

di Francesca Mancosu

O

gni anno sembra essere quello buono per la riforma del gioco legale, ma il 2021, complice le prese di posizione a riguardo del direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna, e del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, che quest’autunno ha formalmente ricevuto la delega per occuparsi del settore, dovrebbe essere l’anno “giusto”. Partendo dal riordino dell’offerta, come base sulla quale riallineare le gare per il rinnovo delle concessioni dal 2022, e dall’omogeneizzazione nazionale delle regole, con l’obiettivo di “lavorare all’interno della Conferenza Stato Regioni per fare in modo di garantire un ambiente ideale ed evitare che prendano il largo forme di gioco non conformi alla legalità”. Un obiettivo condiviso da molta parte della politica “locale”, seppur con qualche distinguo.

Piemonte, Tronzano:

«Rispettare gli investimenti fatti dagli operatori»

ANDREA TRONZANO

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L’assessore al Bilancio e alle attività produttive del Piemonte, Andrea Tronzano, comincia dalla volontà espressa dal Dg dell’Adm di mettere mano ad un Testo unico sul gioco pubblico, e di “superare le differenze tra disciplina statale e locale, raggiungendo un’intesa, nella riscrittura delle regole, basata sul riconoscimento a governatori e sindaci di una parte delle entrate del gioco da utilizzare per i controlli diretti sul territorio e per sostenere campagne mirate anti-ludopatia”. Secondo l’assessore, “agli Enti locali sarebbe giusto riservare delle somme derivanti dalla raccolta del gioco legale, visto che fino ad oggi agli stessi enti sono rimasti solo i costi da sostenere. Con una parte di introiti si potrebbero potenziare localmente progetti di prevenzione, di controllo, di cure ed anche di sostegno alle famiglie dei giocatori patologici”.

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Quanto alla “nuova” intesa fra Governo e Regioni (e Comuni) ventilata da Baretta, per Tronzano “è positivo che l’Esecutivo abbia avviato da tempo una marcata riduzione del numero di apparecchi automatici sul territorio nazionale, cosa che evita il ritorno del ‘far west’ delle slot nei bar. Bene sarebbe attuare le stesse riduzioni su altre tipologie di giochi, tutelando allo stesso tempo imprese e lavoratori già presenti sul territorio. Importante è anche la richiesta che il Consiglio di Stato ha posto al Piemonte sui presupposti che hanno portato alla defini-

TORINO


POLITICA L’ANNO GIUSTO

zione delle distanze dai punti sensibili. Il punto non negoziabile a mio giudizio è che si rispettino gli investimenti che gli imprenditori del gioco legale hanno già fatto. No, quindi, a norme retroattive”. Per poi concludere: “Un gioco legale e controllato riduce il

rischio di infiltrazioni criminali molto interessate alla distribuzione di giochi illeciti anche attraverso l’utilizzo di mezzi tecnologici avanzati che eludono il fisco ed alimentano associazioni criminali, come moltissime inchieste giudiziarie hanno evidenziato”.

Lombardia, Bolognini:

«Necessario ragionare su un Testo unico» Per l’assessore alle Politiche sociali della Lombardia, Stefano Bolognini, “cominciare a ragionare su un Testo unico sul gioco pubblico è diventato ormai necessario. La materia merita di essere trattata in tutti gli aspetti (definizione del gioco pubblico lecito, azioni di prevenzione e contrasto al Dga., sicurezza, legalità, semplificazione, uniformità di obiettivi, concessioni, autorizzazioni, controlli e sanzioni, contenimento del rischio Dga, soprattutto dei minori e degli anziani, norme e regolamentazione per il personale addetto, sistemi antimafia e criminalità e contrasto all’usura). Un Testo unico di questa portata e per la delicatezza del fenomeno deve trovare l’impegno dei ministeri coinvolti nell’elaborare una normativa completa di tutti gli aspetti, con attenzione rivolta in particolar modo al giocatore”, rimarca l’assessore. “La normativa di settore è un coacervo di regole che, oltre ad essere datate in taluni aspetti, sono anche superate da nuove forme di gioco online che risulta difficile da definire come lecito e che spesso è fruito da minori. Si pensi solo al fatto che l’apertura di una sala giochi risponde a regole diverse nelle diverse regioni. Le concessioni sono in scadenza nel 2021 e, forse, nella legge finanziaria si prevederà una proroga delle concessioni per subordinarle a regole nuove. Superare le differenze tra disciplina statale e locale consentirebbe anche di contrastare il fenomeno della ‘migrazione dei giocatori’. I controlli sul territorio restano, purtroppo, un punto debole della vigente normativa, e, per questo, bisogna incentivare MILANO

ed incrementare ogni forma di verifica dell’osservanza delle regole corrette. Per fare ciò nella maniera più efficace possibile occorre mettere in campo risorse adeguate a strutturare un sistema atto ad inibire con tempestività ogni illegalità in antitesi con la prevenzione e il contrasto al fenomeno di dipendenza da gioco e da condizioni di degrado sociale e impoverimento per il giocatore e la sua famiglia”. La nuova regolamentazione del gioco pubblico secondo Bolognini dovrebbe basarsi su norme non negoziabili che “garantiscano la legalità, il contrasto significativo a forme di criminalità e ad infiltrazioni mafiose nel settore, limitazioni e/o riduzioni delle somme da giocare, prevenzione e cura del giocatore, inibizione di ogni forma di ‘tentazione al gioco smodato’ del giocatore e non solo con il distanziamento dai luoghi sensibili. È poi importante che vi sia un incremento, anche attraverso più attori rispetto a quelli già previsti e più offerta formativa, dei controlli, che al momento non sono così incisivi e puntuali da garantire l’osservanza delle regole tese a preservare il singolo giocatore o la collettività da rischi di degrado e impoverimento inteso non solo nel senso economico, ma anche sociale”. Per ridefinire il quadro normativo del settore poi è “certamente auspicabile un coinvolgimento di tutti i ministeri interessati al gioco pubblico e ai suoi risvolti dannosi sotto ogni profilo. Non è pensabile un elaborato finalizzato ad un progetto di legge in materia di gioco pubblico da presentare in Conferenza Stato Regioni che non abbia già avuto il contributo dei ministeri della Salute, dell’Interno, dell’Istruzione, del Lavoro. Lo strumento della Conferenza Stato Regioni è indispensabile per un contributo sugli impatti normativi nei diversi territori e per superare le significative e diverse regolamentazioni nelle diverse regioni. Solo con l’intervento delle Regioni è possibile uniformare obiettivi e regole per la tutela delle persone e dei luoghi dove vivono”.

STEFANO BOLOGNINI

Abruzzo, Verì:

«Giusto sostenere la prevenzione con le entrate del gioco» Per l’Abruzzo, a prendere posizione sulle proposte di Baretta e Minenna è Nicoletta Verì, assessore alla Salute. “Un Testo unico sarebbe auspicabile per evitare conflitti giuridici tra disposizioni nazionali e locali.

Sostenere con entrate del gioco programmi di prevenzione del Disturbo da gioco d’azzardo sarebbe da una parte utile (va ben definita la percentuale, che non siano solo briciole), dall’altra evidenzierebbe quanto già viene recriminato allo

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N I C O L E T TA VERÌ

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politica

L’ANNO GIUSTO

ABRUZZO, GR AN SASSO

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Stato, ovvero quello di fungere da ‘pusher’ per il Gap. Per evitare questo occorrono norme e regolamentazioni stringenti e monitorate nella loro applicazione. Per la salute individuale e pubblica lo Stato, e dunque la Regione, devono controllare e contrastare ogni forma di gioco che possa scivolare in problema sociale/sanitario/economico o in patologia, questa è prevenzione ambientale. Le ricerche internazionali ed europee su alcol, tabacco e droghe mostrano che più sono stringenti norme e regolamenti più si riducono i consumi di alcol, tabacco e droghe e viceversa. L’ultima ricerca condotta nel Lazio durante il lockdown ha dimostrato che la riduzione dell’offerta di gioco ha diminuito la domanda, i problemi, non ha portato ad uno spostamento significativo al gioco online, ha prodotto una remissione spontanea della patologia in molti giocatori problematici”. Per l’assessore alla Salute, questi dovrebbero essere i capisaldi del riordino: “Riorganizzare gli spazi, la dislocazione del-

le apparecchiature (giochi, terminali ed apparecchi Vlt/Awp, tavoli del bingo etc) e l’intera ‘architettura’ delle stesse, che mirano a far ‘restare nel gioco il più possibile’, con ‘criteri di prevenzione’, nnon solo relativamente al comportamento di gioco ma anche alla tutela della salute in toto, compresi Covid (le luci basse infatti non creano solamente un mondo ‘separato dalla realtà’ ma rendono non sorvegliabile il rispetto delle misure di prevenzione; l’assenza di circolazione dell’aria e dell’ingresso alla luce solare opera nel medesimo modo, etc), fumo e alcol. Non negoziabili sono: l’interdizione ai minori, le distanze da luoghi sensibili, la limitazione degli orari di funzionamento, il divieto di fumo e di somministrazione di alcol, la garanzia di misure generali di prevenzione - tra cui il mantenimento delle distanze di sicurezza -, l’igienizzazione dei macchinari, il ricambio di aria, la riduzione dei tempi di permanenza del singolo giocatore, il limite al rilascio di nuove autorizzazioni, l’obbligo di aggiornamento continuo dei lavoratori della filiera del gioco per consolidare le capacità di mettere in campo tutte le misure di prevenzione suddette ed imparare a riconoscere nei giocatori i segnali di rischio (lavoratori che promuovono salute oltre che imprese etiche) e le risorse del territorio da attivare”. Infine Vierì dice la sua anche in materia di contrasto al gioco illegale, scopo che secondo lei non è stato raggiunto attraverso i Monopoli di Stato. “Il gioco illegale continua – afferma - e l’illegalità si è infiltrata anche nel gioco cosiddetto ‘legale’. Alla luce di questo è pertanto non solo opportuno ma doveroso ridefinire la cornice normativa generale”.

Faggiani (Anci):

«Assicurare riduzione e contingentamento dell’offerta»

DOMENICO FAGGIANI

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Sul versante dei Comuni interviene infine l’Anci, attraverso il commento di Domenico Faggiani, coordinatore del tavolo dell’associazione sulle problematiche del gioco. “Nella Nota di Aggiornamento al Def 2020 è previsto, tra i collegati, un disegno di legge di riordino del settore del gioco pubblico. Tale previsione era contenuta anche negli anni precedenti, ciò a segnalare una necessità non ulteriormente rinviabile. C’è bisogno di un testo normativo con il quale si provveda a riordinare, ridurre e riqualificare tutta l’offerta di gioco pubblico. Una normativa che favorisca azioni più incisive in tema di prevenzione del disturbo delle ludopatie e del gioco d’azzardo e che consenta un più efficace ed efficiente contrasto all’illegalità”, sottolinea. “Dal contrasto all’illegalità potrebbero essere reperite maggiori risorse da destinare sia alle Regioni, incrementando il Fondo Gap, sia ai Comuni, che così potrebbero essere meglio attrezzati per svolgere il loro ruolo a tutela del cittadino, e quindi anche della sua salute, e nel contrastare l’illegalità, anche nel settore del gioco”. Il coordinatore del tavolo dell’Anci sulle problematiche del gioco quindi evidenzia che per i Comuni è fondamentale “mantenere la facoltà di emanare regolamenti attraverso i

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quali si possa programmare sul territorio comunale la distribuzione di una quota contingentata dell’offerta di gioco. Riduzione e contingentamento dell’offerta, d’altronde, erano già previsti dell’accordo raggiunto in Conferenza Unificata nel 2017: un contingentamento da ripartire tra le Regioni e all’interno delle stesse”. Faggiani quindi ritiene le posizioni espresse dal sottosegretario Baretta “pienamente condivisibili, sia sulla ridefinizione del quadro normativo che sulla conferma del sistema concessorio sulla base di una riorganizzazione territoriale. Il problema è continuare a tenere aperto il confronto con le realtà che si occupano di prevenzione e contrasto a quelle forme di ludopatia che ormai interessano la società in modo trasversale e intergenerazionale. Da questo confronto possono nascere nuove idee su accorgimenti e presidi territoriali che non possono che far bene. Per quanto concerne il riordino occorre ripartire proprio dall’Intesa raggiunta in sede di Conferenza Unificata nel settembre 2017, al fine di pervenire ad una riforma condivisa tra Stato centrale, Regioni e Comuni. Una riforma che costituisca una cornice all’interno della quale poi si collochino le leggi regionali ed i regolamenti comunali”.



INCHIESTA

P H . K E L LY S I K K E M A , U N S P L A S H

Punto e a capo Bisesto e funesto lo è stato senza dubbio, ma il 2020, oltre alla pandemia di Covid e alla crisi che ha travolto tutto e tutti, forse verrà ricordato anche come l’anno in cui si sono gettati i semi per la riforma di molti settori: dal gioco pubblico all’ippica. di Francesca Mancosu

“L’anno vecchio è finito, ormai / Ma qualcosa ancora qui non va / Si esce poco la sera, compreso quando è festa”. Così cantava Lucio Dalla quasi 40 anni fa, ignorando che la sua splendida canzone – “L’anno che verrà” – sarebbe stata quasi perfetta come sottofondo per questo fine 2020, che nessuno mai, allo scoccare della mezzanotte di quasi 12 mesi or sono avrebbe immaginato tanto travagliato. Aspettando “l’anno che sta arrivando” (per prendere ancora a prestito le parole del cantautore bolognese) è quindi tempo di fare bilanci. Per tutti noi, e per le attività del gioco, fra le più colpite dalle limitazioni governative per il contenimento della pandemia di Covid, da quelle con vincita in denaro al puro amusement, ai casinò. Senza dimenticare l’online, che in parte ha “beneficiato” delle sventure dei suoi colleghi terrestri, e l’ippica, che dopo i mesi di lockdown ha ripreso le corse, ma senza pubblico. Ecco, per tutte queste categorie, proviamo a capire cosa è stato questo 2020 e cosa potrà essere il 2021. Con un futuro da “inventare... per continuare a sperare”.

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P U NTO E A CAP O

INCHIESTA

Zapponini (Sgi)

«Governo dia un supporto concreto al settore»

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ome tutti i settori dell’economia, anche quello del gioco legale ha subito pesantemente gli effetti dell’emergenza sanitaria. Nella prima ondata Covid, siamo stati tra i primi ad essere sottoposti a lockdown e tra gli ultimi ad uscirne pur avendo rigorosamente aderito alle linee guida per la riapertura delle attività di gioco varate dalla Conferenza Stato Regioni ed avendo responsabilmente adottato specifici protocolli verticali - preventivamente condivisi con le organizzazioni sindacali - ancor più restrittivi, a presidio e tutela della sicurezza e della salute di dipendenti, giocatori e fornitori”, rammenta Stefano Zapponini, presidente di Sistema Gioco Italia, federazione che rappresenta in Confindustria il settore del gioco pubblico e dell’intrattenimento. “Oggi, in piena seconda ondata, subiamo gli effetti di una nuova interruzione dell’attività, un nuovo blocco, sostanzialmente integrale, delle attività lungo tutta la filiera del gioco legale. Attività ferme, mancanza di liquidità per tutte le imprese della filiera, crisi occupazionale, gettito per lo Stato in caduta libera. Riduzione di gettito determinata anche dal calo della raccolta a seguito della introduzione dell’obbligo di utilizzo della tessera sanitaria. Effetti da situazione post-bellica”, evidenzia. Quanto all’operato del Governo nei riguardi del settore, per Zapponini “in generale, se il tanto impegno profuso, comprensibile per le difficoltà legate ad una situazione inimmaginabile e inimmaginata fosse stato accompagnato dal contributo degli operatori, probabilmente sarebbero state trovate altre soluzioni. Sulle misure restrittive adottate direi che non sono condivise e questo perché abbiamo lavorato e investito tanto come settore per la sicurezza dei nostri dipendenti e dei nostri clienti e riteniamo che la seconda chiusura potesse essere evitata. Certamente la situazione non è facile, immaginavamo le scelte del Governo e, non potendo condividerle, le subiamo. A fronte di ciò, serve un impegno forte del Governo a sostenere tutti gli operatori della filiera del gioco legale, e sottolineo tutti, sottoposti alle restrizioni. E di sostegno o ristori ne vediamo ben pochi. Insomma, per affrontare questa situazione servono pochi ma chiari interventi finalizzati a dare un effettivo supporto all’industria del gioco e alla filiera. Non bastano qualche breve sospensione e qualche esigua proroga, servono interventi più incisivi e di medio periodo per consentire alle imprese di continuare ad esistere per poter ripartire e ritrovare le risorse necessarie ad affrontare le scadenze dovute”, puntualizza il presidente di Sgi. Prima di tutto, bisognerebbe “considerare il comparto come qualsiasi altro settore, abbandonando i condizionamenti ideologici. Dunque garantire liquidità a tutta la filiera, posticipare scadenze in modo congruo per dare

ossigeno alle imprese del gioco, riaprire quanto prima. Abbiamo investito sul presidio delle attività in sicurezza, ora utilizziamolo! E poi occorre da subito sterilizzare gli aumenti di tassazione introdotti con la legge di Bilancio 2020. C’è una crisi evidente ed innegabile, tutta la filiera e l’indotto sono in crisi, come possiamo in queste condizioni affrontare l’ennesimo aumento del Preu dal 1° gennaio 2021? Ecco, su questo capitolo la nostra richiesta è chiarissima: dobbiamo tornare al Preu sulla raccolta e sulle vincite vigente fino al 31 dicembre 2019. Nella attuale condizione è assolutamente irrealistico immaginare l’avvio di procedure di rinnovo delle concessioni, bingo e scommesse. Serve assolutamente un periodo di proroga delle attuali concessioni con previsione di oneri minimi, vicini allo zero e coerenti con gli affidamenti in essere, con l’effettivo andamento della raccolta degli specifici prodotti, con lo stato emergenziale delle sospensioni di attività in corso. Questi interventi consentirebbero di poter riavviare le attività di settore generando una marginalità per la filiera che, causa Covid, da mesi, è ferma, e compenserebbero parzialmente la perdita di ricavi sofferta dalle imprese durante le fasi di sospensione dell’attività. Ed, infine, non vorrei ripetermi ancora una volta, serve mettere mano urgentemente alla riforma del settore, un percorso sospeso e fermo al 2017. Senza una riforma equilibrata, omogenea condivisa e socialmente sostenibile, ripartendo dal lavoro interrotto della Conferenza unificata, non è pensabile guardare al rinnovo delle concessioni, ad un mercato rinnovato, a nuovi obiettivi di rafforzamento della legalità, di controllo, di prevenzione senza risolvere la questione territoriale, il tema distanze ed orari ed una regolamentazione equilibrata ed omogenea su tutto il territorio nazionale. Sono proprio questi i punti che abbiamo segnalato in audizione alla commissione Bilancio della Camera lo scorso 21 novembre”. Per il 2021, conclude Zapponini, “l’auspicio è che si riavvii il cammino sulla riforma, con questo risolveremmo anche il nodo bandi e tassazione di cui tanto abbiamo bisogno. Per quanto riguarda la rappresentanza l’augurio rinnovato è che sotto l’albero di Natale si trovi la volontà di tutti di intraprendere convintamente un cammino comune. Il dialogo c’è ma serve rafforzare la consapevolezza della forza insita nell’unità di azione e reazione, per diventare interlocutori autorevoli, efficaci e credibili di questo come di altri Governi e Istituzioni”.

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INCHIESTA

Cardia (Acadi)

«È essenziale la condivisione di intenti e di vedute»

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er l’Associazione concessionari di giochi pubblici – affiliata a Confcommercio Imprese per l’Italia – a rispondere su questi temi è il presidente Geronimo Cardia. “Il 2020 è stato un anno difficile in cui gli effetti dell’emergenza sanitaria si sono sovrapposti ai problemi cronici del comparto dell’eccessiva erosione dei compensi degli operatori del sistema concessorio per i sistematici aumenti di tassazione, dei corto circuiti istituzionali della ormai nota ‘questione territoriale’, dell’inefficacia e degli effetti collaterali della tessera sanitaria. Oggi facciamo i conti con un dimezzamento di volumi, di gettito e di risorse, da un lato, per non parlare di un raddoppio di disagio per gli utenti, di illegalità per l’ordine pubblico e di problemi per i livelli occupazionali sino ad oggi assicurati. Un anno anche importante però per un’Agenzia delle dogane e dei monopoli che, non abbiamo mancato di precisarlo più volte, sta valorizzando moltissimo l’aspetto del presidio di legalità sui territori che il sistema concessorio consente di attuare e che facciamo nostro punto di riferimento per ogni valutazione e decisione che prendiamo, insieme al più importante presidio delle politiche sanitarie pubbliche di contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, senza trascurare la tutela del gettito erariale e del patrimonio imprenditoriale ed occupazionale”. Nel giudicare il recente operato del Governo nei riguardi del gioco pubblico, sia in materia di misure restrittive anti Covid sia di provvedimenti di ristoro, Cardia mette innanzi a tutto “senso di responsabilità e rispetto istituzionale, consapevole della complessità del sistema dei poteri statale/regionale dell’architettura costituzionale, nonché dell’importanza del preziosissimo ed importantissimo sistema sanitario del nostro Paese. Da attento osservatore delle strategie politiche, capisco la difficoltà dell’emergenza, apprezzo gli sforzi e ogni volta uso questi parametri per farmi un’idea”, afferma. Per sapere “esattamente cosa penso con specifico riferimento al trattamento riservato al gioco pubblico – prosegue - ho scritto in questi mesi diversi articoli su questa testata, l’ultimo lo avete intitolato ‘la manina ideologica’. Il rischio c’è e per questo bisogna tenere alta l’attenzione. Il comparto del gioco pubblico chiede di essere trattato alla stregua degli altri comparti produttivi del Paese, lo abbiamo detto nell’audizione alle commissioni riunite Finanze e Bilancio al Senato a novembre. E non è un caso che nell’articolo che richiamavo mi sono permesso di citare l’autorevole presidente della Repubblica che ha stigmatizzato il fatto che ‘Ciascuna istituzione compren-

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de che non deve attestarsi a difesa della propria sfera di competenza’. È un contropelo ruvido pure al Governo. ‘Serve coordinamento e raccordo positivo’, perché soltanto ‘il coro sintonico’ dei vari pezzi dello Stato e ‘il prevalere dell’interesse generale’ possono farci uscire dall’emergenza Covid. (…) Quindi, dice ancora il capo dello Stato, se vogliamo contenere la pandemia, ‘deve essere l’interesse generale a prevalere, altrimenti anche quelli particolari saranno travolti’. Il discorso vale per i rapporti Stato-Regioni e tra maggioranza e opposizione, che per il Quirinale deve essere più coinvolta” (Massimiliano Scafi, da Ilgiornale.it)”. Per garantire la tenuta del comparto, rimarca ancora il presidente di Acadi, “occorre essere consapevoli dello stato di emergenza massimo, lavorare e portare a casa i risultati senza sé, senza ma, remare nella direzione di condivisione di vedute, emarginare temi e motivi divisivi, con responsabilità, lealtà e con lo stile di sempre”. Per l’anno in dirittura d’arrivo quindi Cardia punta sull’atteso e più volte annunciato riordino. “Negli anni passati, tante volte abbiamo letto dal legislatore della programmazione di un riordino che risolvesse tutto. Vediamo se questa volta, dopo tanti termini sforati e tante iniziative non concluse, ci saranno le condizioni politiche. Una cosa è certa ed è quella che stiamo rappresentando: se non vi sono provvedimenti immediati strutturali di ristoro, o di soluzione di problemi strutturali, si rischia che anche nel caso in cui il riordino avvenga nel 2021, se potrà dirsi che l’operazione sia riuscita c’è il pericolo di dover dire che però ‘il paziente è morto’. Va valutato giorno per giorno se esista in concreto la volontà politica di realizzarlo questo riordino. E comunque i problemi del territorio per esempio, se vi fosse in concreto la volontà politica, potrebbero trovare immediate e locali soluzioni come già fatto da diverse Regioni che hanno intanto fatto revirement virtuosi sterilizzando e modificando i distanziometri espulsivi, come ho scritto in numerosi articoli pubblicati in questo periodo su questa testata. Non parlo poi qui della probabilità che i problemi siano risolti in sede giudiziale perché il corto circuito da registrare anche in tale ambito è difficile da sintetizzare in poche battute. Crisi finanziaria aggravata dal Covid, da un lato, e questione territoriale che impedisce di mettere a terra i punti di gioco eventualmente assegnati, dall’altro, rendono i bandi non fattibili, non lo diciamo solo noi, lo ha detto il Consiglio di Stato al Mef già per le scommesse ed il bingo, prima della crisi pandemica. Perché dovrebbe dire una cosa diversa ora per le gare in scadenza? E lo dicono poi autorevoli prese di posizione istituzionali. Per il comparto lo spirito unitario c’è. Quest’anno ci sono stati e ci sono tanti tentativi e tante iniziative andate a buon


P U NTO E A CAP O

lungarsi in un ‘non fare’ che genera disvalore sotto tutti i piani degli interessi costituzionali coinvolti, soprattutto per temi così strutturali come quello del riordino, della questione territoriale, dell’erosione dei compensi, e soprattutto, per quanto tempo è passato da quando questi temi sono ormai cronicamente aperti: ricordo a me stesso che i primi provvedimenti espulsivi risalgono al 2010”.

INCHIESTA

fine. Come ci sono state e ci sono difficoltà che ne mettono in discussione il mantenimento in ogni momento. Credo due cose: che con lealtà e trasparenza si facciano e si possano fare grandi cose insieme, trovando la forza di emarginare quanto più possibile i temi ed i motivi divisivi; credo anche, però, che eventuali diversità di vedute non possano rappresentare una scusa per la politica per pro-

Papalia (Fiegl)

«Tornare ai livelli di tassazione sulle vincite del 2019»

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uesto è stato decisamente un anno da dimenticare, gli esercenti del settore sono stati, e sono tutt’ora, messi a dura prova! Prima di tutto viene la salvaguardia della salute pubblica e l’impegno di tutti contro la pandemia causata dal Coronavirus ma il momento che la filiera sta vivendo, e che sta causando ulteriori chiusure, impone interventi e sostegni idonei”, esordisce Stefano Papalia, presidente della Fiegl – Federazione italiana esercenti gioco legale. “Qualcosa di concreto è stato fatto, i decreti Ristori e Ristori Bis hanno introdotto contributi a fondo perduto per i soggetti operanti nei settori economici individuati dai relativi codici Ateco, ma non basta: abbiamo bisogno di altri interventi. A nostro avviso, l’attivazione degli aiuti tramite codici Ateco è un meccanismo limitato, infatti ne restano esclusi un elevato numero di imprese che hanno subito fortissime limitazioni nell’esercizio della propria attività. Il nostro obiettivo è la tutela e la salvaguardia degli im-

prenditori: per questo stiamo lavorando alacremente per il sostegno alla liquidità delle aziende del settore, è assolutamente necessario prevedere la rateizzazione dei versamenti del Preu e la sterilizzazione degli aumenti Preu già previsti per il gennaio 2021. Il comparto è in uno stato di coma, è quindi impensabile che a gennaio il Preu subisca nuovi aumenti; stiamo inoltre proponendo un ritorno ai livelli di tassazione sulle vincite degli apparecchi del 2019. Infine, per le imprese è indispensabile l’estensione del credito d’imposta sui canoni di locazione”. Per il 2021, per Papalia “l’auspicio più grande è che, una volta per tutte, venga arginata questa pandemia e si possa ritornare a godere della nostra amata libertà di aggregazione e socializzazione. Per quanto riguarda il Governo, ribadiamo la nostra completa disponibilità al dialogo per tutto ciò che riguarda il comparto degli esercenti del gioco nel prossimo futuro”.

Parlati (Acmi)

«L’Esecutivo prenda atto del ruolo del gioco legale»

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el fare un bilancio del 2020, Gennaro Parlati, direttore generale di Acmi interactive, associazione dei costruttori di apparecchi da intrattenimento, non si discosta molto dai suoi predecessori in questo pezzo. “Se consideriamo l’anno a partire da marzo ad oggi, non possiamo che definirlo un annus horribilis per un settore, il nostro, già martoriato dalla questione territoriale, che ha dovuto subire, come e più di tutti, il blocco prolungato delle attività per l’emergenza Covid”. Come se non bastasse, “la schizofrenia e la confusione che hanno caratterizzato l’approccio del Governo sino a questo momento hanno condizionato l’intera gestione dell’emergenza. Dai tempi eccessivamente lunghi di sospensione delle attività alla richiesta di adeguamento dei locali a standard di sicurezza, con conseguenti cospicui investimenti, adottati

per soli pochi mesi, sino alle zone multicolore dell’ultimo periodo, danno l’idea dell’approssimazione con cui si è affrontata la crisi fino ad oggi. Per quanto concerne i ristori, l’unico dato positivo è il ‘mezzo gaudio’ dato dal ‘mal comune’ nel senso che il nostro, come e più di altri settori, risulta essere penalizzato sul fronte dei sostegni sia per la garanzia e i tempi di elargizione che per la precisa individuazione, all’interno della filiera, degli aventi diritto”, sottolinea Parlati. Per ovviare a tutto ciò, “innanzitutto da parte del Governo ci dovrebbe essere una presa d’atto del ruolo fondamentale del nostro comparto sia sul versante della tutela del consumatore che su quello dell’ordine pubblico e del

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INCHIESTA

contrasto all’illegalità. Una volta preso atto della realtà industriale rappresentata dalla nostra categoria, tra le più importanti del Paese in termini economici, bisognerebbe mettere mano, con la massima urgenza, ad un serio, approfondito e condiviso intervento di razionalizzazione dell’intero sistema. Premessa la presa d’atto citata, appare evidente che lo sforzo necessario per affrontare una riforma che proietti il settore verso un futuro stabile non possa prescindere da una condivisione di intenti. Il mio augurio è che finalmente si metta mano seriamente

e con una ferma volontà, sia a tutela dei consumatori, che del Governo, che delle migliaia dei posti di lavoro garantiti dal comparto, alla tanto attesa riforma. Un fondamentale intervento che dovrà coinvolgere Parlamento, Enti locali, Esecutivo e le principali associazioni di categoria. Se avremo la capacità e la volontà, tutti insieme, di remare nella stessa direzione nell’interesse comune, dimenticando quello personale e di bottega, probabilmente, fra qualche mese, potremo dire che dalla crisi ne saremo usciti migliori e più forti di prima.”

Rusciano (As.tro)

«Governo dia un supporto concreto al settore»

Ad

esprimere il punto di vista di As.tro è Isabella Rusciano, membro del Centro studi dell’associazione che rappresenta gli operatori del

gioco lecito. “A causa della crisi innescata dalla pandemia, è stato - e continuerà ad essere - un anno estremamente difficile per il gioco pubblico che già prima tentava di resistere alla stretta proibizionista delle normative locali ed agli incessanti inasprimenti fiscali (a inizio anno, il Preu sulle Awp sale al 23,85 percento) e con lo scoppio dell’emergenza sanitaria è stato uno dei più danneggiati dai provvedimenti governativi. Il settore è stato tra i primi a subire le chiusure e tra gli ultimi a poter riaprire: il volume della raccolta quasi dimezzato ne è la riprova. L’unico comparto che, per incrementare le entrate e finanziare il ‘Fondo salva sport’, è stato colpito da un inasprimento della tassazione con l’aumento dello 0,5 percento sulle scommesse, anche in piena emergenza e con le attività chiuse”. Se prendiamo in considerazione le sospensioni delle attività economiche e produttive disposte con i vari Dpcm, ricorda Rusciano, “il gioco è stato tra i settori economici che hanno subito il più lungo periodo di interruzione, con alcune Regioni che, durante il primo lockdown, hanno prolungato la sospensione ben oltre i termini - ed i parametri - tracciati a livello centrale: abbiamo registrato, il più delle volte, una volontà latente di approfittare della situazione emergenziale per cercare di metterlo in discussione. Per quanto riguarda le misure di sostegno, i sussidi previsti dai vari decreti legge, pur rappresentando interventi di vitale importanza, ad oggi non sembrano purtroppo sufficienti a scongiurare il rischio che gran parte delle imprese del gioco pubblico possano riprendere l’attività e, comunque, mantenere i livelli occupazionali esistenti prima dell’insorgenza di questa ‘seconda ondata’: le misure non arrivano subito o comunque si avvertono dei ritardi più o meno colpevoli, come per la questione dei codici Ateco delle aziende escluse inizialmente dal decreto Ristori”. Per superare tutto questo, “sarebbe necessario intervenire

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sui numerosi fattori di criticità che colpiscono il settore, ma che non riguardano solo il fronte economico legato all’emergenza, per cui sarebbe fondamentale che lo Stato agisse sul versante fiscale con una sospensione della tassazione e la riduzione delle aliquote, nella speranza che a dicembre non ci sia nessun ostacolo alla ripartenza se il comparto dimostra di aver adottato tutti i protocolli necessari al contenimento del pericolo contagio (così come avverrebbe per altri settori avente la stessa classe di rischio). Il problema maggiore, tuttavia, è sciogliere, una volta per tutte, il nodo sulla sopravvivenza del gioco pubblico che, soprattutto in questa fase di emergenza, viene strumentalizzato per crociate etiche di dubbia comprensione. L’assenza di una chiara presa di posizione nei confronti del settore e l’atteggiamento ambivalente e contraddittorio dello Stato stanno distruggendo la capacità progettuale delle aziende italiane, essenziale per poter ripartire. Bisogna avere il coraggio di costituire - come già successo nella fase della legalizzazione dei primi anni 2000 - una commissione parlamentare che, scevra da pregiudizi e numeri inventati, stabilisca con dati oggettivi, e coinvolgendo i vari portatori di interesse, se abolire il gioco oppure farlo diventare un asset importante dello Stato come negli altri Paesi europei. In quest’ultimo caso, lo Stato - che è l’azionista di maggioranza - lo deve regolamentare e tutelare, come fa per gli altri settori di appendice pubblica. Le imprese non possono continuare a lavorare con una politica che non dà certezze, neanche quelle minime”, rimarca Rusciano. La speranza è quindi che, “terminata questa emergenza, il Governo ascolti le istanze che si levano da più fronti e, riaffermata la valenza del settore, ponga mano al suo riordino urgente: la condizione delle aziende di gioco legale sotto la morsa della miriade di restrizioni locali che ne impediscono l’offerta sulla quasi totalità dei territori è un problema che si riproporrà una volta terminata l’emer-

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INCHIESTA

genza e rischia di compromettere seriamente la ripartenza dell’industria. Ed è proprio il territorio ed il potenziamento di quei percorsi di interlocuzione con gli stessi che aiutano a cono-

scere e a comprendere meglio il gioco pubblico e a creare sinergie tra i diversi interessi in causa. Un’attività non può esistere se non trova una giusta e condivisa posizione all’interno dei territori che la ospitano”.

Distante (Sapar)

«Ripartire dal confronto con le istituzioni»

“Q

uest’anno ha tagliato le gambe a tutti quanti e il nostro settore sicuramente è stato fra quelli più colpiti perché, come abbiamo visto, siamo stati i primi a chiudere e gli ultimi a riaprire. Ancora una volta, siamo chiusi, non sappiamo quando riapriremo e credo – con la speranza di essere smentito - che saremo di nuovo gli ultimi a riaprire”, commenta amaro Domenico Distante, presidente di Sapar, associazione nazionale gestori giochi di Stato. “Negli ultimi due anni abbiamo dovuto cambiare il parco macchine per le varie norme che si sono susseguite e non è stato un problema di poco conto. Avevamo già in corso la sostituzione e l’acquisto di apparecchi e questo purtroppo ha pregiudicato tutti gli investimenti fatti. In questa situazione di emergenza purtroppo il nostro settore è ancora visto in malo modo, anche se dà oltre 10 miliardi di euro allo Stato italiano ogni anno. Non ci nascondiamo che parte del Governo, mi riferisco ai Cinque stelle, rappresenta il gioco pubblico come il ‘diavolo’, non comprendendo che finanzia iniziative come il reddito di cittadinanza, quota 100. Ci sono ministri e vice ministri, spiace constatarlo, che non si interessano del nostro comparto, che continuano a parlarne male, senza rendersi conto che ‘dietro’ le imprese ci sono i dipendenti e tutto l’indotto che ne fa parte. Tutto questo viene dimenticato e ci si ricorda del settore in senso ‘positivo’ solo quando c’è bisogno di entrate per le casse dello Stato. Quindi, sicuramente l’operato del Governo va criticato anche per quanto riguarda il decreto Ristori, e per la confusione fatta sull’introduzione dei codici Ateco sul gioco. Quello che ci è stato dato, e che molti ancora non hanno ricevuto, non basta a salvaguardare le imprese. Spero che con la legge di Bilancio 2021 si possano avere degli altri interventi, a favore delle piccole e medie imprese”, auspica Distante. “Per garantire la tenuta del comparto, chiediamo ormai da anni il riordino nazionale dei giochi, così come era stato stabilito secondo l’accordo in Conferenza unificata siglato nel 2017, ancora inattuato, e previsto anche dal decreto Dignità, che nell’estate 2018 definiva un termine di sei mesi (dalla data di entrata in vigore della legge di conversione in legge) entro il quale metterlo a dimora. Se non c’è un riordino nazionale sia per gli orari sia per le distanze, se non ci sono norme chiare e precise per la salvaguardia di tutti gli investimenti fatti e di quelli che si faranno, questo settore non farà altro che andare alla deri-

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va. E tutto quello che perde il gioco legale andrà a vantaggio di quello illegale”. Quanto alle speranze per l’anno che verrà, quella di Distante è che l’inizio del 2021 veda le attività di gioco “già aperte. Cominciare l’anno con il comparto ancora chiuso sarebbe terribile. E tutto questo nonostante nelle sale non si sia registrato un solo caso di contagio da Covid. Dal punto di vista del Governo, ovviamente la riforma è fondamentale, i bandi di gara devono essere modificati, perché non tutelano le piccole e medie imprese del settore che sono da 40 anni sul mercato, e ci devono essere almeno altri 36 mesi di proroga, proprio per far sì che – insieme – associazioni di categoria, istituzioni, Governo, possano arrivare ad un punto di concertazione per trovare la migliore soluzione possibile per le aziende, per garantire ai dipendenti e all’indotto di continuare a lavorare, a stare sul mercato e a produrre reddito. L’associazione Sapar è stata sempre disponibile al dialogo, al confronto, che fa bene a tutti, perché molti non conoscono il settore, non sanno come funziona, e magari poi legiferano peggiorando le cose, con emendamenti e norme inseriti all’ultimo secondo. Per me il confronto è essenziale, l’ho sempre cercato, perché è sempre la migliore soluzione. Non ci dimentichiamo che quando è stata fatta la legge di Stabilità 2015 invece di aumentare il Preu si scelse di approvare la scellerata norma dell’una tantum dei 500 milioni. Questo non ha fatto altro che provocare ricorsi ai tribunali e ancora oggi ci sono delle cause pendenti. L’anno dopo poi venne approvata una norma con cui si cercò di ‘mettere una pezza’ ma abbiamo visto che poi non è servita a nulla neppure quella. Per ripartire e rinnovare il dialogo io conto molto sul direttore generale di Adm, Marcello Minenna, che è entrato a gamba tesa sulla questione e ha chiesto da più parti un confronto con le associazioni, manifestando l’intenzione di riformare il settore. Spero che questa sia la spinta decisiva per aprire un tavolo unico con il Governo, Adm e gli attori della filiera, per far sì che il gioco pubblico possa continuare a produrre reddito ed entrate, sia per lo Stato sia per le aziende e per i dipendenti”.



INCHIESTA

PH. PRISCILLA DU PREEZ, UNSPLASH

Ughi (Obiettivo 2016)

«Intrattenimento per tornare alla socialità»

T

ogli le panche e metti le sedie distanziate, incollate a terra; segni sul pavimento, dispenser gel igienizzante, pulizie, sanificazioni, chiusi; aperti; aperti solo fino alle 22; chiusi del tutto. È stato un anno così un po’ per tutti i settori produttivi del Paese e del mondo ma il gioco o, per dirla con un termine più ampio, il settore dell’intrattenimento è stato forse, per la sua natura, il più colpito. Ferito, verrebbe da dire parlando con Murizio Ughi, numero uno dell’associazione Obiettivo 2016 che focalizza la propria attenzione su un aspetto non secondario fra quelli delle conseguenze dell’epidemia: l’isolamento. “Questo virus – osserva – ci ha costretto a rintanarci lontano da tutti, ci ha fatto perdere l’essenza del nostro essere ‘animali da branco’ e se quest’anno in alcuni casi lo Stato ha abusato della sua autorità disponendo per le imprese del gioco la totale chiusura, pur consapevole del rigoroso rispetto del-

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le regole e dell’assenza di rischi di contagio nelle sale dedicate, mentre dava ad altre la possibilità di esercitare la propria attività, per il prossimo anno sarà chiamato a restituire al comparto l’immagine che merita. Per ora intanto chiediamo ristori adeguati. Il mondo dell’intrattenimento che va dal più grande dei teatri, alla più piccolo dei corner scommesse, avrà un ruolo fondamentale nel ritorno alla normalità e alla socialità. Perché nel gioco non c’è solo la vincita in denaro, quando arriva, ma il fascino di vincere soprattutto contro sé stessi, mettendo talvolta in campo la propria abilità. Noi siamo convinti che giocare faccia bene, certo sempre purché non se ne abusi” - sottolinea-. Non va dimenticato, in questo contesto, che laddove hanno perso incassi le imprese del gioco, si sono andate sensibilmente sgonfiando anche le entrate nelle casse dello Stato: “Anche considerato questo punto di vista siamo ritenuti ingiustamente un settore non necessario, e se tutto l’intrattenimento è considerato tale, ok ci mettiamo in fila come tutti e aspettiamo, per ragioni sanitarie dettate dall’emergenza in atto, ma dal momento in cui tutto riaprirà, non rimarremo certo a guardare”. Inutile dirlo, c’è voglia di tornare ad alzare le saracine-


I NTR ATTE NI ME N TO P E R TO R NAR E AL L A S O CI AL I TÀ

do del pallone garantirebbe non solo delle entrate importanti per lo sport, ma consentirebbe altresì anche ai più piccoli concessionari di reclamizzare i propri marchi nei circuiti di riferimento, con un ritorno di immagine che difficilmente otterrebbero in maniera diversa”. Quello che verrà, sperando sia l’anno del superamento della pandemia di Covid-19, potrebbe essere l’anno di avvio dell’iter per scrivere il Testo unico dei giochi, per il quale il direttore generale di Adm ha chiesto la delega: “Marcello Minenna è presenzialista e comunicatore eccezionale. Sono sicuro – afferma fiducioso - che riuscirà a restituire un’immagine adeguata al settore del gioco, da così lungo tempo bisognoso di riordino ma è a capo dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli da poco tempo. Perché dunque – avverte Ughi – si restituisca un sistema innovativo del gioco, rispondente alla richiesta di mercato, Minenna deve tendere l’orecchio alle associazioni di categoria”. (Mr)

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sche e lavorare anche per evitare il collasso economico: “Intanto coi Ristori – dice Ughi - lo Stato deve recuperare nei nostri confronti, serve liquidità per i ricavi mancati”. Ma non sono solo le chiusure prolungate delle attività a pesare sui bilanci aziendali, il 2020 è stato anche l’anno del decreto Rilancio, quello col quale è stata introdotta la tassazione dello 0,50 percento sulle scommesse per il cosiddetto Fondo SalvaSport. Un provvedimento non digerito dagli addetti del comparto e in sostituzione del quale, è proprio Ughi a proporre un piano B: la reintroduzione delle sponsorizzazioni del betting nel mondo del calcio. “Per aiutare lo sport – argomenta l’amministratore unico di Obiettivo 2016 - è molto più utile del contributo dello 0,50 percento sulla raccolta”. Sulla stessa lunghezza d’onda di Paolo Dal Pino, presidente della Lega Calcio di Serie A, Ughi sostiene che dare la possibilità alle società di scommesse di poter sponsorizzare nuovamente il mon-

Chiacchio (Giocare Italia)

«A testa alta verso il 2021»

“P

iù che un bilancio no comment, se uno volesse descrivere i risultati del 2020 dovrebbe dire no contest, perché con le chiusure e in generale le restrizioni imposte per via della pandemia di Covid-19, è un anno che non può essere preso in considerazione”. Questo il pensiero di Pasquale Chiacchio, presidente della neonata confederazione rete vendita del gioco pubblico “Giocare Italia”, segno di un settore che nonostante tutto non vuole arrendersi. E quando si dice nonostante tutto, non c’è solo il virus di mezzo: quello ha stravolto la vita di molti. Quando si entra nella dimensione del gioco, il “nonostante tutto” vale una lunga lista di ostacoli culturali che costringono gli addetti ai lavori a ribadire ad ogni buona occasione che la loro attività ha luogo in un contesto di legalità ma che li vede scontrarsi anche con difficoltà di accesso al credito proprio per la natura delle attività che rappresentano. “Decisamente da non replicare il 2020, ma anche difficile da dimenticare. E se c’è una cosa che ci ha insegnato, su tutte, è che il settore del gioco va riformato”. Parola d’ordine, in questo senso, per Chiacchio è sempre “confronto”, la mediazione ai tavoli politico-istituzionali; e di carne al fuoco ce n’è tanta da mettere. Considerate le minori entrate l’attenzione è focalizzata sugli aiuti del Governo ma tamponare non può bastare: “Il sistema non può più reggere se si continuano a introdurre forme di prelievo tributario anche quando i ricavi scendono sensibilmente. Confidiamo – prosegue – nella sensibilità e nelle capacità del direttore generale di Adm Marcello Minenna e del Sottosegretario al Mef, Pier Paolo

Baretta, che ci sia con loro la condivisione di azioni risolutive per tutte le attività del comparto”. Una richiesta di incontro è già stata inviata ad Adm e l’obiettivo, nel confrontarsi, sarebbe proprio quello di gettare le basi per scrivere una nuova pagina della storia del gioco in Italia. Chiacchio cala allora il tris di priorità: “Servono regole certe e uguali per tutti. C’è inoltre la necessità – prosegue Chiacchio – di fissare un’imposta che sia sostenibile, che tenga in considerazione le necessità delle casse dello Stato da un lato ma anche quelle delle imprese per la loro sopravvivenza. E a questo proposito sarebbe bene che non si intervenisse poi successivamente di tanto in tanto con nuovi balzelli”. Al terzo posto nella lista delle priorità, ma non certo per minore importanza, Chiacchio mette la lotta all’illegalità: “Che sia capillare, è un mostro che va debellato”. In generale, quello che serve al settore, anche secondo Giocare Italia, è un’immagine diversa da quella che arriva oggi a molti. Le proposte: “Campagna di comunicazione sugli investimenti che i ricavi del gioco consentono e stop alle discriminazioni bancarie, siamo una parte produttiva del Paese che lavora onestamente. Abbiamo chiesto un incontro all’Abi. Siamo a disposizione della politica e dell’ente tecnico, vantiamo una certa esperienza, siamo pronti a fornire un contributo che siamo sicuri possa essere molto utile”. (Mr)

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Ristori congrui e veloci per l’amusement di Michela Carboni

Il Covid-19 blocca ancora il mondo del gioco senza vincita in denaro, infliggendo un nuovo duro colpo a un settore già in crisi

S

econda battuta d’arresto per il mondo dell’amusement italiano, con il nuovo giro di vite del Governo sulle sale da gioco, causa Covid 19. “C’è sconforto in tutto il settore, dopo un’estate che ha segnato una perdita di almeno il 50 percento, queste ulteriori restrizioni non fanno altro che accentuare le difficoltà che già attanagliano il comparto dell’intrattenimento per le famiglie, per non parlare delle attività che concentrano il loro lavoro nella parte invernale dove la perdita presunta sarà del 90 percento”, sottolinea Vanni Ferro, presidente dell’associazione New Asgi Italia, che rappresenta gli operatori di soli giochi di intrattenimento e per famiglie. “A questo punto penso sia inutile parlare di occupazione, sarà da vedere invece quante aziende riusciranno a sopravvivere e riaprire dopo questa nuova batosta”.

In che modo state pensando di far fronte alla decisione contenuta nel nuovo Dpcm?

VANNI FERRO, PRESIDENTE NEW ASGI

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“Una delusione che deriva anche dal non riconoscimento dell’impegno e degli sforzi che i nostri gestori hanno fatto per contrastare la pandemia. Nelle nostre sale sono state adottate

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in maniera scrupolosa tutte le misure necessarie per contenere il contagio, con la segnaletica, gli schermi anti droplets (barriere di protezione anti virus, Ndr), i distributori di gel ogni dieci metri quadri, contingentando l’accesso e quant’altro, con spese e investimenti non indifferenti, rendendo le nostre sale sicure; prova ne è che nessuna contravvenzione, contagio e/o focolaio e stato segnalato o addebitato alla frequentazione delle sale per famiglie, ed è proprio per questo che oggi non riusciamo a capire le ragioni di una chiusura H24 e non invece un’apertura parziale come per molte altre attività”.

Che ricadute si avranno in termini occupazionali? “Ad oggi non si intravvedono possibilità di intervento, i vari Dpcm oramai a cadenza quasi settimanale ci vengono calati dall’alto, senza confronto con gli enti locali e tanto meno con le associazioni di categoria, dettati solo dalle strette regole dell’Oms (Organizzazione Mondiale della sanità), che noi non ci sentiamo e non abbiamo le competenze per giudicare, ma invece intendiamo far sentire la nostra voce in merito ai ristori alle aziende, che devono essere congrui e veloci, se non vogliono vederci soccombere”.

Come associazione come pensate di intervenire? “Da anni sosteniamo che il comma

sette deve trovare una sua regolamentazione specifica per il gioco per famiglie senza vincita in denaro, completamente staccata da tutto il settore con vincita in denaro. Ci auguriamo che con il Dl 104 del 14 agosto 2020 n.104 convertito in legge n. 126 del 13 ottobre 2020, nel quale il Governo dà tempo nove mesi all’Agenzia delle dogane e dei monopoli per la stesura di una nuova regolamentazione di tutto il comma 7, si trovi finalmente la giusta definizione di questo settore a cui è stato rubato anche il nome di sala giochi. Per questo la nostra associazione assieme a tutte le associazioni di categoria ha da tempo inviato una richiesta per un incontro al direttore generale dell’Adm, Marcello Minenna, al fine di istituire un tavolo di lavoro e confronto, per cercare di dare il nostro contributo attivo alla stesura del nuovo documento”.

Quali sono gli auspici per il futuro del comparto? “L’auspicio per il futuro è che, passata la fase pandemica, la quale sicuramente ci lascerà in eredità una forte crisi economica globale, si possano avere finalmente nuove regole chiare, una burocrazia più snella e una fiscalità onesta, per permettere al nostro comparto e non solo, ma a tutti gli imprenditori di riprendere fiducia per poter ricominciare”.



Gli esami non finiscono mai

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Ancora un anno travagliato per l’ippica, che spera nel rilancio promesso dal Mipaaf. Ecco i bilanci e le aspettative delle associazioni rappresentative degli ippodromi e delle categorie. di Francesca Mancosu

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riforma radicale che mantenga la filiera unita. È la richiesta comune avanzata dagli operatori dell’ippica – dalle società di corse alle rappresentanze di allevatori, allenatori e guidatori – in questo fine anno, che potrebbe vedere la sua realizzazione già con la prossima legge di Bilancio. E quasi tutti approfittano dell’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

Coordinamento ippodromi: «Una normalità da ricostruire»

ATTILIO D’ALESIO

Iniziamo dalle società di corse e, in rigoroso ordine alfabetico, dal Coordinamento ippodromi, con il presidente Attilio D’Alesio. “Il 2020 è stato una ‘catastrofe’ da tutti i punti di vista. Per quanto riguarda l’ippica,da marzo a maggio le corse dei cavalli sono state sospese e poi gli ippodromi hanno lentamente ripreso l’attività con la limitazione degli accessi al pubblico ed ora stanno svolgendo le corse ‘a porte chiuse’. Spero che si possa tornare presto alla normalità”. Quanto alla riforma in arrivo, D’Alesio auspica di conoscerne al più presto il testo “per poterla esaminare nel dettaglio e giungere ad una ampia condivisione”, ribadendo, a suo modo

di vedere, che il settore non possa “continuare ad essere gestito dal Mipaaf ” (che dovrebbe “sostenere l’allevamento del cavallo”) e che debba essere ritenuto uno sport a tutti gli effetti, con risorse certe, definite e svincolate dalle scommesse. Senza dimenticare la necessità di “fare squadra per riportare la gente all’ippodromo e far appassionare i giovani” e di tutelare “il grande legame tra gli ippodromi e le città in cui hanno sede”. Con un desiderio: “Che ci si liberi dal Covid e da questa catastrofe sanitaria e sociale, si riprenda finalmente a vivere normalmente e si possa andare anche negli ippodromi a vedere belle ed avvincenti corse dei cavalli”.

Federippodromi: «Riforma parta da ciò che c’è già»

E L I O PA U TA S S O

In rappresentanza di Federippodromi, interviene Elio Pautasso. “Come già più volte e da molti anni affermiamo (leggi Delega fiscale prima e Collegato agricolo poi, finiti in un nulla) la filiera ha la necessità di una radicale riforma che cambi l’organizzazione del settore, dia certezza sulle risorse stanziate, e permetta un vero rilancio a livello sia domestico che internazionale. Le potenzialità ci sono e ne abbiamo la prova ogni qual volta va in scena un evento di rilievo (come ad esempio i Derby a Roma, il Lotteria a Napoli, il Campionato Europeo a Cesena), il pubblico in queste occasioni risponde e si diverte. Ma serve molto di più per un rilancio del nostro settore. E crediamo che diventare una federazione sportiva che andrà a sostituire la Federazione italiana sport equestri non sia proprio la strada giusta. Basti dire che in nessuna nazione al mondo le corse dei cavalli sono organizzate, gestite e controllate dal locale comitato olimpico”. Quanto alla stretta attualità e all’emergenza Covid, Pautasso ritiene che per ora “non ci siano alternative alle corse a porte chiuse, ma sarebbe da rivedere la chiusura delle sale scom-

messe, dove invece si era già fatto un eccellente lavoro di prevenzione dei contagi mettendo in atto tutto quanto era stato previsto dai protocolli. Sul Dl ristori, noi ippodromi, come aziende, nel primo decreto abbiamo avuto solo la limitazione del fatturato che ad alcune società non ha impedito di accedere al contributo a fondo perduto. Nel secondo è stato eliminato il limite del fatturato e quindi possiamo avere tutti diritto al ristoro con i metodi di calcolo fissati ad aprile”. Quanto alla “riforma L’Abbate”, il presidente di Federippodromi rilancia l’idea di “utilizzare una società in house che il ministero ha già (Unirelab Srl), con i necessari correttivi. Oppure di creare un’Agenzia (stile Adm) mantenendo in ogni caso la filiera unita e sotto la gestione ed il controllo (Mipaaf e Mef ) di una sola entità. Dando certezze per le risorse, per fare una programmazione pluriennale. Oltre ai provvedimenti di legge (Legge 2/2009), dobbiamo utilizzare tutti i canali disponibili, come i diritti Tv, la fiscalità che genera il settore stile ‘Sport e Salute’, le sponsorizzazioni, l’innovazione delle scommesse e così via”.

Gruppo ippodromi associati: «Settore lasciato senza sostegni»

FRANCESCA MAGLIONE

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L’unica voce femminile di questo bilancio è quella di Francesca Maglione, del Gruppo ippodromi associati. “Questo è stato un anno molto particolare perché il Covid ci ha messi a dura prova, sia dal punto di vista economico che emotivo. Anche se in verità

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sono già diversi anni che il nostro settore è sotto pressione. Credo che i protocolli anti-Covid siano stati scelte dovute, perché la tutela della salute degli operatori e dei nostri dipendenti deve essere sempre al primo posto.


I P P I CA G L I E S AMI NO N F I NI S CO NO MAI

a beneficiare del fondo su cui andrebbe il prelievo sono solo le associazioni dilettantistiche. Quanto alla proposta di L’Abbate, potrebbe anche avere un senso e ed essere buona poiché basata su concreti passaggi. Ma credo che vada ancora discussa ed elaborata. In, fondo, ci siamo incontrati solo una volta e non conosciamo i dettagli”.

INCHIESTA

Rispetto agli aiuti, devo constatare con amarezza che il nostro comparto non ha potuto beneficiare di chissà quali sostegni e quindi ha dovuto come sempre fare conto sulle proprie forze. Ritengo inopportuna la tassazione dello 0,5 percento sulle scommesse ippiche: perché si va a penalizzare lo scommettitore, che è invece la colonna portante del nostro settore, e perché

Anac: «Confronto serio tra l’Esecutivo e le categorie» Passando alle categorie degli ippici, la parola passa a Massimo Parri, presidente dell’Associazione nazionale allevatori cavalli purosangue. “Ovviamente questa pandemia ha condizionato tutto ed anche l’ippica, e, il galoppo in particolare, che in primavera ha le Classiche per i 3 anni oltre ad importanti Gran premi ed ha dovuto stravolgere la programmazione, anche se alla fine le corse più importanti sono state recuperate. Anche le aste e le vendite dei puledri hanno subito una importante contrazione e di sicuro l’allevamento è stato una delle attività ippiche che più ne hanno più risentito”, ricorda.

“Relativamente ai ‘ristori’, fino ad ora gli importi ricevuti sono davvero modesti e ritengo che per come sono strutturati i nuovi Dl non ci sia da aspettarsi grandi risorse. Quanto alle scommesse ippiche, sono anni che il settore ne chiede una ristrutturazione, speriamo che avvenga quanto prima”. L’auspicio finale anche per Parri è che si arrivi al rilancio del settore, che da anni sta aspettando “un intervento serio della politica, con un confronto tra l’Esecutivo e le categorie, affinché gli ippici non si trovino, come avvenuto con il Governo Monti, di fronte al fatto compiuto, pagandone pesantemente le conseguenze”.

MASSIMO PARRI

Anact: «Assicurare una riforma strutturale delle scommesse ippiche» Secondo il neo presidente dell’Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore, Ubaldo La Porta, “occorre uno sforzo comune per far fronte all’emergenza scongiurando una nuova, possibile chiusura delle attività di corse e, quindi, proporre un piano di rilancio complessivo che permetta un nuovo inizio, cogliendo nella crisi emergenziale l’ultima opportunità di ripresa”. Lavorando per “portare a sistema le eccellenze raggiunte dagli allevatori italiani” che nel 2020 hanno conquistato importanti successi sportivi, “esaltandole nel loro complesso e ottenendo,

anche dallo Stato, il meritato riconoscimento”. Quanto alla gestione dell’emergenza, per La Porta “sono mancate - e mancano ancora, anche nei più recenti provvedimenti normativi - misure specifiche di sostegno al settore, che avvertirà già nel prossimo anno le conseguenze derivanti dal calo verticale delle scommesse dovuto all’arresto forzato del gioco. E certamente la nuova tassa non aiuta, rendendo sempre più urgente una riforma strutturale delle scommesse ippiche che non confligga, tuttavia, con le esigenze del comparto a conservare invariate le misure di sostegno di cui attualmente gode”.

UBALDO L A P O RTA

Anag: «Corse appetibili, ma operato del Governo inadeguato» Per l’Associazione nazionale allenatori galoppo, il presidente Ottavio Di Paolo evidenzia che nel 2020 “il settore ha tenuto alle problematiche della pandemia con rigore e disciplina. Nelle pattern race poi vi è stata un affluenza di cavalli stranieri maggiore rispetto agli anni passati: questo denota un ottimo lavoro svolto dagli uffici tecnici degli ippodromi ma soprattutto è sintomo di appetibilità delle nostre corse, fiducia da parte degli allenatori stranieri nelle piste italiane ed è altamente positivo per garantire un certo status alle pattern”. Invece, “l’operato del Governo nei riguardi del settore non è stato adeguato. Dalle problematiche legate al portale Sian a

quella dei libretti fermi per i cavalli comprati all’estero, i ritardi nei pagamenti e la totale assenza di indicazioni, se non sollecitate dalle associazioni. Per non parlare della totale dimenticanza dell’ippica da parte del nostro Ministero quando, a seguito del lockdown di marzo, si sono riaperte diverse attività sportive a porte chiuse”. Per l’immediato futuro, Di Paolo chiede che “si faccia realmente una riforma che abbia come unico scopo il rilancio del settore e non l’ennesimo ‘passaggio di consegne del problema ippica per incapacità gestionale’. La condizione in cui si trova non è più accettabile”.

Siag: «Ristori indecenti, allenatori guidatori non riconosciuti» Concludiamo la nostra carrellata con il Sindacato italiano allenatori guidatori e con il suo segretario, Roberto Faticoni. Che evidenzia le “luci” di questo 2020, con il mantenimento di montepremi, giornate di corse e Gran Premi, e la necessità di una verifica sul Preu. “Un successo rispetto a come sarebbe potuta andare a finire la situazione anche per via dell’emergenza Covid”, sulla cui gestione auspicava “più regole e più controlli”. Quanto ai “ristori governativi”, Faticoni qualifica come “indecenti” quelli previsti per i guidatori allenatori nei mesi di stop

OT TAV I O DI PAOLO

ROBERTO FATICONI

del settore “per via del non riconoscimento della categoria”. Categoria che dopo la ripresa delle corse “non ha più diritto a contributi”. Per l’oggi il segretario del Siag chiede un “unico interlocutore, una direzione dedicata o un ministero con cui poter discutere in tutte le sedi istituzionali”, superando i lacci burocratici e garantendo il “riconoscimento per i professionisti, la governance agli ippici, enti tecnici, pagamenti celeri. Tutto sotto il controllo dello Stato”.

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INCHIESTA

Una mission incompresa di Anna Maria Rengo

Il presidente uscente di Federgioco, Maurizio Salvalaio, ribadisce la specificità dei casinò tricolori e la capacità delle loro società di gestione di affrontare i problemi derivanti dalla pandemia

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ella buona forse no, ma nella cattiva sorte certamente sì. I casinò tricolori sono stati assimilati a sale giochi, bingo e scommesse e il 2020 è stato anche per essi caratterizzato, non certo positivamente, dal duplice lockdown che ha messo in serissima difficoltà società di gestione, lavoratori e proprietà. Alla scadenza del suo mandato, con il presidente uscente di Federgioco Maurizio Salvalaio, che è anche presidente della Casinò di Venezia Gioco Spa, facciamo il punto un anno che senza alcun dubbio è stato il peggiore, non solo per le Case da gioco, perlomeno dal secondo dopoguerra a oggi, cercando al contempo di tracciare un percorso che possa consentire ad aziende e proprietà di sopravvivere alla pandemia e riprendersi. “Il settore casinò è giunto alla situazione contingente della crisi pandemica già fortemente provato da restrizioni in termini di promozione e pubblicità. Non si è voluto comprendere come la mission dei casinò italiani, società di gestione a completa partecipazione pubblica, sia sostanzialmente un’attività di intrattenimento, sicura, protetta e accessibile esclusivamente a un pubblico maggiorenne. Il 2020 sarà sicuramente ricordato come l’anno

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peggiore per il settore, ma le società di gestione hanno dato prova sin dal primo lockdown di una forte propensione al problem solving, analizzando e adottando correttori nonchè iniziative in grado di far riprendere le attività”. Pensa che a livello nazionale e regionale si sarebbe potuto ragionare diversamente, al momento di decidere la chiusura di tutti i casinò? “I casinò sono stati chiusi assieme ad altri luoghi aperti al pubblico, e successivamente le restrizioni sono state adottate anche per altri settori. Spero soprattutto in una solerte riapertura nel momento in cui la curva pandemica tornerà, mi auguro per il bene di tutti, a scendere. Ciò anche in ragione del fatto che i casinò sono luoghi aperti al pubblico con accessi controllati e contingentati in misura nettamente inferiore alla portata massima degli spazi, dotati di sistemi elettronici di misurazione della temperatura, separatori in plexiglas in tutte le postazioni di gioco e percorsi sia in ingresso, sia in uscita, in ottemperanza ai protocolli Covid-19”. Che cosa chiedete al governo centrale e agli enti locali per supportare la vostra operatività? “Insisteremo sul concetto di mission pubblica dei casinò italiani. Un modello di business di intrattenimento che produce risorse e benessere per il socio pubblico di riferimento. Luoghi di svago e di leggerezza dedicati ad un pubblico adulto. La concorrenza dei

casinò di confine è fortissima. Legare le mani ai casinò italiani non significa arginare un problema, ma semplicemente confezionare un regalo ai Paesi vicini che attraverso l’utilizzo dei canali social pubblicizzano le loro attività in Italia attingendo al nostro bacino di utenza”. I lavoratori dei casinò con quale stato d’animo devono guardare al futuro? “Non è un momento facile ma abbiamo trovato ampia collaborazione da parte dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali”. Il lockdown ha in qualche modo facilitato una riflessione su nuovi modelli di business? “Sicuramente il lavoro agile ha aperto nuove prospettive di organizzazione del lavoro. In Italia in tal senso c’è ancora molto da realizzare, ma la tecnologia in questo periodo è risultata fondamentale per abbattere qualsiasi distanza, anche lavorativa.Ovviamente il lavoro agile è una modalità che non può essere attuata per il settore del gioco lavorato, ma solo per i settori amministrativi”. Qual è il futuro che si prospetta invece per Federgioco e quale potrà essere il ruolo che potrà svolgere in futuro? “Federgioco è l’espressione dei casinò italiani, i quali sono realtà imprescindibili. È una piccola associazione di categoria che racchiude in sé un grande know how. L’unione di categoria resta un caposaldo anche per gli anni a venire”.


INCHIESTA

Il digital che fa tendenza di Cesare Antonini

Il punto dell’anno che sta per andare in archivio da parte dell’associazione dei concessionari di gioco online “punto it” Logico e del suo presidente Moreno Marasco

L’

avvio del 2020 per il gioco online era stato promettente: secondo i dati dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, l’aumento anno su anno da gennaio 2019 a gennaio 2020 era intorno al 31percento. Poi è arrivato il lockdown, dove tutti si aspettavano un grande exploit del settore, tenuto anche conto del fatto che nel 2019 l’online si è attestato al 9 percento dell’intero comparto giochi e scommesse. “Ebbene, non solo l’exploit non c’è stato ma si è addirittura registrata una flessione del 4 percento rispetto a febbraio e dovuta a vari fattori tra i quali spiccano la sospensione delle competizioni sportive e il disturbo del gioco illegale che imperversa sul web anche a causa del divieto di pubblicità”, avvia la sua riflessione il presidente di Logico, Moreno Marasco. Anno pazzesco davvero anche perché il lockdown è stato segnato anche dall’iniziativa della Figc per l’introduzione della tassa Salvasport: “Nonostante le proteste di tutto il settore scommesse, il Governo ha varato questa iniqua imposta che proprio in queste ore viene discussa nei tribunali di giustizia amministrativa. Siamo intervenuti come associazione per tutelare politicamente e giuridicamente i nostri associati che versano già qualcosa come il 24 percento di imposte rispetto al loro fatturato. La tassa dello 0,5 percento calcolata (senza alcuna cognizione di causa) sulla raccolta, comporta fino ad un 30 per-

cento in più di impatto sul fatturato”. Per non parlare del betting exchange “che in virtù della norma – prosegue Marasco - avrebbe dovuto versare addirittura il 111 percento. In seguito alla determinazione direttoriale di Adm, Betfair si è ritrovata un conto complessivo di 3,2 milioni di euro, da pagare entro il 30 novembre, per il periodo maggio-settembre, pari al 20 percento del contributo dovuto dall’intero mercato online, a fronte di una quota di mercato dell’1,9 percento. Al loro ricorso si sono aggiunti altri ricorsi, attendiamo l’esito finale ma intanto abbiamo chiesto all’Adm una sospensione del tributo”. Per non farci mancare nulla, sempre nel mese di ottobre, sono pervenute comunicazioni di Adm ad alcuni associati Logico, per segnalare l’approssimarsi della data di scadenza delle concessioni: “Avevamo in precedenza segnalato come dal punto di vista giuridico non esistesse la questione delle scadenze, indicando che nella legge di stabilità 2016 un riferimento normativo certo sul progressivo allineamento temporale, al 31 dicembre 2022, di tutte le concessioni sulla commercializzazione dei giochi a distanza. Purtroppo, non siamo stati ascoltati e ora ci troviamo con una serie di contenziosi al Tar del Lazio che interessano potenzialmente una trentina di concessionari. Nel concedere la sospensiva ad ottobre 2021, la seconda sezione del Tar ha già confer-

mato la bontà della nostra interpretazione. Queste liti rischiano di costare inutilmente molto in termini di tempo e denaro, sia al privato che al pubblico”. Siamo in una fase di parziale chiusura e temiamo una nuova festa del gioco illegale: “Siamo in attesa che Adm in persona del suo direttore generale Marcello Minenna, porti avanti il programma di contrasto all’illegalità. Lo ha di recente ribadito e ritengo che le sue intenzioni siano affidabili: togliere spazio all’illegalità significa fare interventi corretti non soltanto moralmente ma anche utili per il bilancio dello Stato, perché si recuperano risorse, nonché di tutela verso gli operatori legali - , prosegue Marasco – e speriamo che – dopo aver più volte contraddetto se stesso – il Governo italiano possa finalmente ritrovare coerenza verso un settore che esiste proprio per togliere spazio e risorse alla criminalità. E per il futuro? “Siamo ottimisti perché lo spostamento delle attività dal fisico al digitale è una tendenza forte in tanti settori e il tempo porterà l’online ad una crescita sempre maggiore. Dobbiamo prepararci a gestire online numeri sempre crescenti, mantenendo lo stesso alto livello di offerta e di tutela verso i minori, i giocatori problematici, la ludopatia in generale e il riciclaggio, precorrendo la regolamentazione nell’innovare in tali ambiti”, conclude Marasco.

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speciale

Intrattenimento, convergenza e sostenibilità Le direttrici dello sviluppo del settore del gioco alla luce dei trend emersi durante la pandemia da coronavirus di Laura D’Angeli

Il

2020 può essere ricordato come un anno caratterizzato da una forte discontinuità dal punto di vista sociale ed economico. Questo particolare momento congiunturale ha fatto nascere degli interrogativi sulle possibili evoluzioni del settore del gioco con vincita in denaro nei prossimi anni e sugli ambiti di miglioramento e di innovazione. Dai vari dibattiti a livello internazionale, emerge un quadro evolutivo basato principalmente sulla valorizzazione di tre elementi: l’innovazione di prodotto orientata verso l’intrattenimento, la convergenza delle esperienze tra offline e online, la spinta ulteriore verso modelli di sviluppo sostenibili e di gioco responsabile. Per quanto riguarda l’innovazione, molta attenzione è stata posta sullo sviluppo di prodotti (per esempio per le scommesse) che possano risentire meno dei periodi di chiusura o di inibizione delle attività sportive come, ad esempio, gli eSports e gli eventi virtuali. Per i giochi da casinò, l’innovazione è stata rivolta verso la definizione di prodotti contenenti componenti di abilità o di gamification. Lo scopo di tale innovazione è, da un lato, cercare di attrarre le generazioni più giovani ed abituate a dinamiche di gioco competitive e di abilità e dall’altro, dall’esigenza di sviluppare prodotti con maggiore intrat-

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tenimento e minore volatilità (per volatilità si intende il rapporto tra somma spesa dal giocatore e tempo di gioco) e spesa per tempo giocato. La pandemia ha accelerato il processo di convergenza tra il mondo fisico e online, evidenziando la forte interconnessione e complementarietà esistente tra le due realtà. Le esperienze online dei consumatori diventano più fluide e frequenti anche in relazione al maggiore tempo passato a casa e all’esigenza di intrattenersi in modo diverso. L’e-commerce diventa quasi un obbligo durante il lockdown e anche il gioco con vincita in denaro, orfano della sua componente fisica, accelera sull’online. Per il futuro è difficile ipotizzare che il gioco online possa sostituire il gioco su rete fisica ma, piuttosto è possibile immaginare un processo di convergenza con l’ampliamento delle sinergie tra i diversi canali di vendita. La dimostrazione emerge dalla rapida ripresa della domanda di gioco per la rete fisica dopo il periodo di lockdown. Le motivazioni della resilienza dell’offerta di gioco fisico sono da ricercarsi, infatti, nelle caratteristiche specifiche dell’offerta di gioco e nella sua capacità di offrire al giocatore un’esperienza di socialità unica, distintiva e non facilmente sostituibile. Del resto, il gioco online con vincita in denaro vive da


INT R AT T E NIME NT O, CO NVE RG E NZ A E SOST E NIBIL ITÀ

diversi anni un trend di crescita connesso ad altri fattori come l’evoluzione della domanda verso servizi digitali e le innovazioni di prodotto. Il gioco online, infatti, ha registrato un incremento nel 2019 rispetto al 2018 di circa il 14 percento, raggiungendo un valore complessivo nel 2019 di 1,85 miliardi di euro. Nel corso del 2020 il gioco online ha continuato il suo percorso di espansione mostrando un’accelerazione nel periodo di lockdown soprattutto per i giochi ad elevato intrattenimento e socialità come il bingo, il poker e gli skill games. Nei primi otto mesi dell’anno il bingo, il poker e gli skill games evidenziano un incremento della spesa del giocatore (gross gaming revenue - Ggr) di oltre il 50 percento. Per il 2020 è possibile prevedere un incremento del gioco online rispetto al 2019 compreso tra il 25 percento e il 27 percento che può considerarsi l’effetto combinato del percorso di crescita graduale che già caratterizzava il gioco online prima della pandemia e dell’effetto temporaneo del lockdown. Inoltre, l’incremento di alcune tipologie di gioco online non è riuscito a compensare le gravi perdite di raccolta registrate per la rete fisica a seguito dei periodi di chiusura. Gran parte della domanda di gioco soddisfatta attraverso il gioco nei punti vendita non si è rivolta al gioco online. Relativamente alla sostenibilità sociale del gioco, a livello internazionale, l’attenzione è stata posta sulla ricerca e l’introduzione di nuovi strumenti di gioco responsabile, sul monitoraggio del fenomeno del disturbo da gioco d’azzardo (Dga) e sulla valorizzazione del ruolo dell’informazione al giocatore (pubblicità progresso). Dal punto di vista degli strumenti di gioco responsabile emerge l’adozione di un approccio sistemico basato sull’utilizzo combinato e simultaneo di più indicatori tarati per l’identificazione del comportamento del giocatore e l’introduzione di sistemi predittivi della condotta del giocatore costruiti con strutture informatiche di Intelligenza Artificiale. L’obiettivo principale è quello di fare prevenzione individuando, tempestivamente, i comportamenti devianti del giocatore “inizialmente sociale”. Un ulteriore elemento per garantire la sostenibilità sociale del gioco è rappresentato dal monitoraggio periodico del Dga. Tale strumento si rivela particolarmente utile per implementare, laddove necessario, eventuali misure aggiuntive per il contrasto e la prevenzione del disturbo stesso. L’informazione al giocatore è un altro importante pilastro del processo di sostenibilità del gioco, in quanto una corretta informazione sul funzionamento del gioco e sulla sua rete legale può proteggere il giocatore oltre che, dallo sviluppo di patologie anche dal contatto inconsapevole con siti online o punti vendita illegali. La comunicazione, in tutte le sue forme, rappresenta la fonte primaria dell’informazione per un consumatore e gli consente di effettuare scelte consapevoli di consumo attraverso non solo, la possibilità di comparare le offerte delle diverse aziende ma, anche attraverso una miglio-

re conoscenza delle caratteristiche del prodotto/servizio che intende acquistare. In Italia, il gioco con vincita in denaro si presenta come un settore molto controverso nel dibattito pubblico e con problemi reputazionali ancora non risolti. L’entrata in vigore del cosiddetto decreto Dignità ha proibito la comunicazione per il gioco pubblico, così come qualsiasi altra forma di promozione dei giochi. Ha vietato, inoltre, tutte le forme di comunicazione di marketing socialmente responsabile effettuate da un operatore con i propri marchi distintivi anche se prive di contenuti promozionali. In altre industry, invece, il marketing responsabile, è uno strumento apprezzato dai consumatori perché aiuta a migliorare il rapporto di fiducia tra azienda e consumatore. I Millennials, ad esempio, sono stati influenzati dal marketing socialmente responsabile (grazie alle informazioni diffuse attraverso specifiche campagne di comunicazione) e sono diventati cauti nelle loro scelte di marca preferendo associarsi a marchi onesti, attenti all’ambiente, etici e che lavorano per il meglio della società, inducendo un miglioramento di interi settori merceologici. LEI CHI È?!? Laura D’Angeli è business consultant con esperienza ventennale nel settore del gaming. Nell’ambito delle sue attività professionali ha sviluppato progetti relativi alla pianificazione strategica, al marketing responsabile e alla sostenibilità sociale di impresa. È membro del Gruppo studi e Ricerche Diritti e Salute del Giocatore-Consumatore. Settore dei giochi e delle scommesse, presso l’Università di Tor Vergata.

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speciale

Play’n GO La cassetta degli attrezzi dell’intrattenimento digitale

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li operatori hanno molti strumenti nella loro cassetta degli attrezzi e, come fornitori, possiamo darglieli”. Questa la mission del fornitore di casino games Play’n GO, il cui head of sales and account management, Magnus Olsson, sottolinea come “il ruolo che giocano tali strumenti nel divertimento di un giocatore è fondamentale, ma è sempre importante guardare al quadro più ampio”. Uno di questi strumenti è l’Rtp, acronimo che sta per return to player. E sotto questo profilo, guardando al mercato tricolore, Olsson evidenzia: “Certifichiamo tutti i nostri giochi in Italia (eccetto le slot video bingo che, a causa di alcune complessità matematiche intrinseche, rimangono al 96 percento di Rtp) per tre diversi livelli; 96, 94 e 91, in linea con i requisiti minimi previsti. Cercheremo sempre di avvicinarci il più possibile a questi numeri. A volte potrebbero essere più alti, ma non sono mai inferiori. Ad esempio una delle nostre slot popolari più recenti, Holiday Spirits, è certificata al 91,21, 94,22 e 96,29 percento”. Ciò significa che ogni gioco “passa attraverso un gran numero di certificazioni e ognuna ha un costo significativo. Ma è un costo necessario per dare agli operatori la tranquillità e maggiori opzioni per includere i nostri giochi nelle loro offerte”.

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Olsson spiega: “Sebbene l’Rtp possa essere aumentato o abbassato, molte giurisdizioni hanno requisiti minimi di Rtp, come il 90 percento qui in Italia, e di solito vengono adeguati per aggiungere promozioni come i jackpot a un gioco”. Ma la percentuale di restituzione al giocatore non è l’unica cosa che può differire in una slot: “Ci sono altri elementi, incluse la vincita massima e la volatilità. È fondamentale assicurarsi che tutti questi elementi siano ottimizzati per fornire la migliore esperienza”. Per Play’n GO, “la sfida, ed è una sfida divertente ed eccitante, è progettare un gioco che sia gratificante a tutti i livelli, mantenga un po’ di eccitazione e fornisca belle vincite che non siano troppo piccole per essere insignificanti e non troppo grandi in modo che la vincita massima non si mangi tutto l’Rtp”. Olsson assicura, ancora: “Non abbiamo problemi a essere trasparenti su Rtp, volatilità o vincita massima. Stiamo esplorando modi per fornire ancora più informazioni e dati su questi argomenti, fornendo maggiore chiarezza sull’esperienza del giocatore che ogni gioco offre. In genere l’Rtp nel gioco base è diver-

so dal gioco bonus. Quindi, quando si tenta la fortuna a un gioco, cercando di ottenere il round bonus, si ottengono molte piccole vincite. Nel gioco bonus si possono attivare grandi vincite. Ma cosa succede se la maggior parte dell’Rtp è nel gioco base e l’Rtp della partita bonus è significativamente inferiore e, allo stesso tempo, si può acquistare l’entrata per il round bonus? Si pagherebbe effettivamente per ottenere un Rtp molto più basso, mentre il gioco sarebbe comunque certificato al 96 percento, si potrebbe effettivamente giocare al 50-60 percento di Rtp. Tuttavia quando si controlla il file d’aiuto, si potrebbe credere di giocare al 96 percento tutto il tempo”. Per quanto riguarda invece la volatilità, osserva ancora Olsson, “potremmo avere una visione diversa su cosa significhi volatilità alta contro bassa rispetto ad altri fornitori. Quindi ci assicuriamo che non solo comprendano la volatilità ma anche cosa significhi nei termini di Play’n GO. La trasparenza è fondamentale. Come sempre la cosa più importante è fornire un intrattenimento digitale eccezionale. Giocare la partita dall’inizio alla fine, sperimentare le caratteristiche, il suono e la trama dovrebbe essere un’esperienza gratificante. La possibilità di vincere di tanto in tanto è la ciliegina sulla torta”, conclude Play’n GO.


speciale

Pragmatic Play Multi product per un divertimento sempre al top

“N

el 2020 abbiamo raggiunto una consacrazione a livello globale come top provider per le slot, ma soprattutto siamo diventati multi-product con il lancio del nostro casinò live, del bingo e dei virtual sports”. Con queste parole Luca Galli, head of business development di Pragmatic Play, traccia un lusinghiero bilancio, per il fornitore maltese di giochi online, dell’anno che volge al termine. Non solo: “Quest’anno ci ha visto attori di Drops&Wins, la più grande network promotion mai realizzata da un provider, che sarà attiva anche per parte del 2021. Per quanto riguarda il mercato italiano, siamo orgogliosi di essere tra i principali fornitori di gioco, con una crescita costante che puntiamo ad aumentare nel 2021 con l’aggiunta di nuovi prodotti”. Guardando al futuro, su che cosa focalizzerete l’attenzione? “In Italia ci stiamo concentrando sul contrattualizzare i pochi concessionari non ancora nostri clienti, sul mandare live le nostre slot e far conoscere gli altri prodotti come il casinò live e i virtual sports. Il focus principale rimane quello di creare nuovi giochi sempre più coin-

volgenti, che garantiscano il massimo del divertimento, ma abbiamo anche in serbo delle gustose novità con delle network promotions dedicate al mercato italiano”. Quanto è importante per voi il mercato italiano del gioco online? “Il mercato italiano è uno dei più importanti a livello europeo e per noi è fondamentale posizionarci come market leader del settore. Stiamo facendo tutto il possibile per riuscirci e siamo ottimisti per il futuro”. L’industria del gioco online è chiamata a

grande responsabilità in questo momento di pandemia. Come state affrontando la questione? “Questo è un argomento molto delicato, al quale teniamo molto. Tutti i nostri giochi vengono sviluppati nel rispetto del ‘gioco legale e responsabile’ e ci assicuriamo sempre che anche i nostri clienti rispettino questi princìpi, per il bene degli utenti e di tutto il movimento”.

E SU NE TBE T SBARCA ANCHE IL CASINO LIVE Tempo di bilanci ma anche di nuove, o meglio, più forti alleanze. Si rafforza infatti la partnership tra l’operatore NetBet e Pragmatic Play, grazie all’accordo che prevede l’integrazione dei tavoli del Casinò Live. NetBet è sempre alla ricerca di “nuovi fornitori capaci di offrire titoli divertenti e innovativi, che si sposino perfettamente con le esigenze dei vari mercati internazionali in cui opera. Di conseguenza, quello con Pragmatic Play è un accordo fortemente voluto e per certi versi atteso, da giocatori e addetti ai lavori, in virtù della lunga partnership che già lega le due aziende sin dal momento del lancio delle slot online del fornitore”. I tavoli Live di Pragmatic Play si aggiungono così alla vasta selezione di giochi in stile Vegas con dealer virtuali presenti nel Casinò Live di NetBet. Tutto ciò si traduce in un’esperienza di gioco ancora più coinvol-

gente, disponibile 24 ore al giorno e 7 giorni su 7, anche attraverso dispositivi mobili quali smartphone e tablet. Claudia Georgevici, Pr Manager di NetBet, dichiara: “Le slot di Pragmatic Play sono sempre state un prodotto fondamentale della nostra offerta e adesso non vediamo l’ora di offrire anche i migliori tavoli del loro Casinò Live, presentati dai loro fantastici dealer. Siamo certi che i nostri giocatori lo ameranno”. Albert Pesca, head of account management di Pragmatic Play, commenta a sua volta il nuovo accordo: “Non vediamo l’ora di scoprire come il nostro Casinò Live verrà accolto su NetBet. Quella con loro è una partnership di cui siamo particolarmente orgogliosi, visto il successo già ottenuto dalle nostre slot sulla loro piattaforma. Siamo davvero felici di vedere come sempre più operatori vogliano integrare tutti i nostri prodotti, insieme alle slot: il nostro obiettivo è quello di diventare il punto di riferimento multi-prodotto dell’intera industria del gioco.”

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COVER STORY

politica

Codere Il dovere della responsabilità La multinazionale rafforza il piano di Rsc e gioco responsabile per garantire un’esperienza di intrattenimento sicura e una protezione ottimale per i soggetti vulnerabili

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ALEJANDRO PASCUAL

valori di integrità e trasparenza fanno parte della storia di Codere da sempre. La scelta di operare esclusivamente in mercati regolamentati è figlia di questi due concetti, fondamentali per un’azienda, come la nostra, che offre intrattenimento attraverso gioco con vincita in danaro. La responsabilità sociale, che ci ha sempre contraddistinto a livello locale, assume ora connotati global e, in questa precisa epoca storica, diventa un dovere morale assoluto e inderogabile”. Lo sottolinea Alejandro Pascual, regional manager di Codere Europa, nel presentare il nuovo Piano di responsabilità sociale corporativa e gioco responsabile implementato dal Gruppo, con l’obiettivo di raccogliere e unificare le azioni nei diversi mercati e promuoverle attraverso un progetto strategico con il quale aspira a migliorare la sua risposta alle principali aspettative e preoccupazioni sociali rispetto al settore. Un piano aggiornato, con cui la multinazionale del gioco raddoppia così il suo impegno nella creazione di valore attraverso una gestione responsabile, che garantisce un’esperienza di intrattenimento sicura e una protezione ottimale per i soggetti vulnerabili, di cui Pascual illustra i capisaldi.

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“Abbiamo definito quattro pilastri intorno a cui si sviluppa il nostro piano e sono: prevenzione, sensibilizzazione, individuazione dei comportamenti a rischio e gestione di questi comportamenti. Da un’approfondita analisi condotta worldwide è emerso che è proprio su questi quattro elementi che si fonda un approccio corretto ed efficace. E noi intendiamo portarlo avanti”. Al fine di individuare le preoccupazioni dei suoi principali stakeholder riguardanti l’industria del gioco e fornire loro una risposta globale, l’azienda ha istituito un Comitato per le relazioni istituzionali guidato dal Ceo del Gruppo Codere e composto dal primo livello direttivo. Questo comitato, che sarà ora responsabile dell’attuazione e del monitoraggio del piano, nell’ultimo anno ha effettuato un’analisi esaustiva, indicando come priorità alcuni temi e stabilendo il suo posizionamento e il piano d’azione rispetto ad essi. Fra loro spicca, ad esempio, quello della regolamentazione della pubblicità, tema molto “sentito” dagli operatori del gioco in Italia. “Codere ha sempre ragionato in termini di responsabilità, tant’è che fummo tra i firmatari del Codice di autoregolamentazione realizzato nel 2012 con lo Iap, Istituto di autodisciplina pubblicitaria”, ricorda il regional manager di Codere Europa. “Ritengo però che, nella ricerca di un punto di equilibrio, non si debba innanzitutto cadere nella demagogia e nel populismo. Non si devono alimentare sogni di vincite stratosferiche o di


COVER STORY CODERE POLITICA ROBERTO SPERANZA

magici cambi di vita ma il gioco legale deve potersi fare terna” al Gruppo, con un programma di azione basato riconoscere dal consumatore soprattutto per garantire il sui valori dell’organizzazione, che coinvolgerà tutti i diconsumatore stesso. pendenti e i collaboratori di Codere. È stato dimostrato che, spesso, chi gioca non è consape“Il punto di partenza sarà la formazione, globale e convole di stare giocando su siti o in locali non autorizzati tinua. Tutti i dipendenti di Codere, formati da sempre e il divieto di pubblicità assoluto previsto dal decreto sulla base dei principi e dei valori aziendali e in conforDignità non aiuta a raggiungere questa consapevolezza”. mità con le normative proprie di ciascun Paese, avranno Altro punto importante del Piano di Codere è il lavoro a disposizione un nuovo corso di formazione a distanza sull’immagine del settore, spesso oggetto di fake news che consentirà una maggiore consapevolezza nel ruolo o di campagne mediatiche denigrae fornirà gli strumenti per un cortorie. retto approccio col cliente, specie Ma cosa bisognerebbe fare in concol cliente che manifesta comporta«Con questo Piano di Rsc creto per dare un quadro oggettivo menti a rischio. stiamo compiendo un ulteriore dell’industria del gioco e porre fine Una categoria di soggetti che, sebpasso nella nostra gestione a questi attacchi? bene rappresenti una percentuale responsabile, con l’obiettivo “Partire dai dati, dalla conoscenza infinitesimale dei clienti delle nodi attenuare le principali e da una corretta comunicazione, stre sale, deve essere tutelata nel preoccupazioni sociali relative solo così si potrà atterrare su una migliore dei modi. al settore e di essere leader nuova immagine del settore. Anche conoscere la storia del gionella promozione del gioco La demonizzazione del gioco è stata co, le sue numerose declinazioni e responsabile» possibile perché sono state diffuse il suo percorso verso la legalità sarà tante ‘fake news’ alimentate purfondamentale per restituire digniVicente Di Loreto Ceo del Gruppo Codere troppo da soggetti che, mediaticatà a tutti noi che lavoriamo per un mente, si sono guadagnati così una intrattenimento sano ma che veniagrandissima visibilità. Dovremmo mo costantemente messi all’indice”. fare fronte comune nel diffondere dati scientificamente Un impegno ancora più importante, se possibile, alla luce provati e dare spazio ai tanti studi e approfondimenti delle difficoltà che il mondo del gioco sta attraversando, condotti da primi enti di ricerca e università che attepiù di altri settori, per la chiusura o la limitazione di molte stano la validità del sistema concessorio, del gioco legale attività a causa della pandemia di Covid-19, in tanti Paesi. come presidio di legalità, e diffondere l’immenso lavoro “Stiamo affrontando la situazione nell’unico modo posfatto dalle singole aziende e dal settore per il gioco resibile, con grande senso di responsabilità e lavorando sponsabile. per farci trovare pronti nel momento in cui sarà possiPurtroppo, però, i rari fenomeni di criminalità fanno bile tornare alla normalità. molta più audience dell’enorme lavoro condotto per la Nel frattempo abbiamo messo in campo, in Italia come legalità da Adm insieme con i concessionari e gli operanel resto del mondo, tutte le soluzioni possibili per gatori di gioco legale”. rantire la sicurezza dei nostri clienti e dei nostri dipenUn altro asse portante del Piano è la “responsabilità indenti. Speriamo solo di poter riaprire presto!”.

Le priorità Al fine di individuare le preoccupazioni dei suoi principali stakeholder riguardanti l’industria del gioco e fornire loro una risposta globale, Codere ha istituito un Comitato per le relazioni istituzionali guidato dal Ceo del Gruppo e composto dal primo livello direttivo. Questi i temi oggetto del Piano d’azione. Regolamentazione della pubblicità: una scarsa regolamentazione delle comunicazioni commerciali del gioco può portare a una sovraesposizione che mette a rischio la protezione ottimale dei gruppi vulnerabili, in particolare i minori. L’azienda difende ragionevoli limitazioni alla pubblicità del gioco sulla base di criteri oggettivi,

qualunque sia la natura dell’operatore (pubblico o privato). Pianificazione dei locali di gioco: Codere sostiene una regolamentazione che riordini l’installazione di locali, la loro dimensione e le tipologie di gioco che possono essere offerte – con l’obiettivo di ridurre razionalmente l’incidenza del gioco problematico –, nel rispetto di attività e investimenti e già stabiliti. Controllo dell’accesso al gioco: Codere è radicale per quanto riguarda l’accesso zero ai minori e a coloro che si sono autoesclusi sia attraverso il canale retail che online. A tal fine, oltre al rispetto totale delle normative vigenti, la società mantiene una stretta collaborazione con enti pubblici e privati per promuovere

normative che consentano di raggiungere questo obiettivo. Gestione dei gruppi vulnerabili: l’azienda si impegna ad analizzare e attuare in modo permanente misure di gioco responsabile, al fine di garantire la migliore protezione dei minori e degli utenti con comportamenti problematici. Immagine del settore: la disinformazione sull’attività di gioco favorisce la diffusione di pregiudizi e convinzioni non supportate dai dati, che deteriorano l’immagine pubblica del settore. Codere ritiene di dover dare luce al settore e contribuire a nobilitarlo, promuovendo e diffondendo studi oggettivi sul comparto che ne riflettano una immagine reale.

Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).

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normativa PH. TINGEY INJURY LAW FIRM, UNSPLASH

Due pesi e due distanze 36

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IL CONSIGLIO DI STATO QUESTA VOLTA VUOLE VEDERCI CHIARO SUL DISTANZIOMETRO ESPULSIVO DEL PIEMONTE, SULLE RAGIONI DEL SUO CONCEPIMENTO E SUGLI EFFETTI RIFLESSI CHE IN CONCRETO SI GENERANO A cura di Geronimo Cardia

Il

Consiglio di Stato prende una nuova posizione sul tema del distanziometro, questa volta della Regione Piemonte, nell’ambito di un Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica (numero 1815/2020 del 13/11/2020, affare numero 805 del 28/5/2019) proposto da un operatore contro il Comune di Verbania, avverso la delibera (n.136/2017) con la quale il Comune di fatto recepisce sul proprio territorio il noto distanziometro regionale, sulla cui natura in concreto espulsiva molto si è avuto modo di dire. Al proposito si richiamano alcuni degli interventi fatti sul distanziometro della Regione Piemonte: (i) “La resa dei conti passa dal Piemonte - Mentre Stato e Regioni raggiungono finalmente l’intesa voluta dal legislatore, la Regione Piemonte espelle il gioco legale col proibizionismo del distanziometro” (G.C., Gioco News 11/2017); (ii) “Proibizionismo alla luce del sole e all’ombra della mole - In Piemonte va in scena la pressoché totale espulsione del gioco pubblico, sotto gli occhi di tutti. Ma per combattere le dipendenze ci vuole ben altro” G.C., Gioco News 1/2018; (iii) “Espulsi e non trattati - L’Effetto Espulsivo del distanziometro della Legge Piemonte tutti lo conoscono, nessuno lo gestisce” (G.C., Gioco News 3/2018); (iv) “La Commissione UE del Parlamento Europeo dà il suo parere sulla petizione di Alberto Cirio (FI) in relazione alla legge piemontese sul gioco. Ma resta da valutare l’aspetto dell’effetto espulsivo non considerato nella valutazione” (G.C. GiocoNews.it dell’1.3.2018); (v) “Effetto espulsivo sotto accusa - Dopo Bolzano, tocca a Domodossola aprire la pista per incrinare l’effetto espulsivo della legge regionale del Piemonte” (G.C., Gioco News 5/2018); (vi) “L’espulsione non fa la regola - Per accertare l’effetto espulsivo a Bolzano e in Piemonte si ricorre a consulenze tecniche d’ufficio, ma si faccia presto anche per Emilia Romagna e Puglia” (G.C., Gioco News 7 e 8/2018); (vii) “Piemonte emblema dell’effetto espulsivo delle leggi regionali” (G.C., GiocoNews.it 25.5.2019); (viii) “Gioco e distanze, è ora di decidere - Al Giudice Amministrativo in realtà resta ancora da valutare l’effetto espulsivo del distanziometro del Piemonte dopo avere timidamente censurato quello del regolamento di Domodossola. Ma il tempo delle scelte è arrivato” (G.C. Gioco News 2/2020). In particolare, l’atto impugnato dall’operatore è il nuovo regolamento adottato dal Comune con l’obiettivo di contrastare il fenomeno del disturbo da gioco d’azzardo. Si tratta del “Regolamento per la detenzione e il funzionamento di apparecchi da gioco o da intrattenimento nelle diverse tipologie di esercizi, per la disciplina delle sale giochi e di piccoli trattenimenti presso i pubblici esercizi” in cui l’articolo 9 riprende in sostanza il contenuto dell’articolo 5 della L.R. n. 9/2016 ed il relativo distanziometro, “vietando l’insediamento di sale gioco ove siano installati apparecchi di cui all’art. 110, comma 6 e 7 del Tulps. in locali

che si trovino ad una distanza, misurata in base al percorso pedonale più breve, non inferiore a cinquecento metri da: a) istituiti scolastici di ogni ordine e grado pubblici e privati; b) centri di formazione per giovani e adulti; c) luoghi di culto; d) impianti sportivi; e) ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario; f ) strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori; g) istituti di credito e sportelli bancomat; h) esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati; i) movicentro e stazioni ferroviarie.”. L’intera doglianza dell’operatore viene di fatto sorretta da una valutazione tecnico urbanistica ormai nota sulla natura sostanzialmente espulsiva del distanziometro, laddove viene chiarito che “L’intento regolatorio e conformativo del distanziometro produce risultati in tutto analoghi a quelli di un provvedimento proibizionistico che, da un lato, è integralmente ablativo delle posizioni giuridiche degli operatori economici del settore e, dall’altro, danneggia gli stessi utenti del gioco, nella fruizione di un’attività pienamente lecita. (….) Molte amministrazioni regionali e locali hanno celato finalità proibizionistiche sotto le spoglie di interventi regolatori. La delibera del Comune di Verbania ha prodotto proprio questo effetto poiché la regolamentazione di cui all’art. 9 è eccessivamente stringente. Il corposo elenco dei luoghi sensibili impedisce, di fatto, la presenza di apparecchi ludici all’interno di centri abitati e persino nelle periferie, limitando le zone idonee al loro posizionamento a pochissime aree, ancor più che periferiche.” Tale circostanza, sostiene l’operatore, impatta sia sul regolamento sia sulla legge regionale presupposto sotto diversi, plurimi e ormai noti aspetti. In particolare, un siffatto distanziometro si pone in contrasto “con i principi comunitari del libero stabilimento e della libera prestazione dei servizi, consacrati dagli artt. 49 e 56 Tfue (…) con il principio di uguaglianza e con il principio di ragionevolezza, entrambi sanciti dall’articolo 3 della Costituzione”. Peraltro sul principio della ragionevolezza viene altresì messo in evidenza dall’operatore che “il vizio risiede nella circostanza che la legge, senza tener in alcun conto le specifiche e fra loro diversissime realtà dei Comuni piemontesi (di estensione e popolazione anche diversissime fra loro), prescrive in modo rigido e anelastico un distanziometro di 500 metri, senza ammettere alcuna eccezione”. Viene altresì richiamato il contrasto: (i) con “l’articolo 41 della Costituzione, il quale tutela l’iniziativa economica privata che si sostanzia nella possibilità sia di scegliere se intraprendere o meno un’attività economica privata sia nella libertà di scegliere quale attività esercitare: il predetto art. 5 non si limita, come invece dovrebbe, a contingentare la presenza delle slot machines sul territorio, ma raggiunge invece l’effetto di vietare completamente l’esercizio di un’attività lecita e riconosciuta dallo Stato.”; (ii) con “l’articolo 117 comma 2, lettera h) della Costituzione. Essa risulta lesiva della

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normativa

NORMATIVA DUE PESI E DUE DISTANZE

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competenza esclusiva statale in materia di “ordine pubblico e sicurezza”, nel cui ambito vanno sicuramente ricondotte le prescrizioni relative a giochi e scommesse, essendo questo un settore che, coinvolgendo interessi molto rilevanti specie di natura economica, da sempre richiede una disciplina uniforme sul territorio nazionale. L’art. 5 della 1.r. n. 9 del 2016 — mediante il quale, giova ribadirlo, è stato vietato l’esercizio di attività di raccolta scommesse in un raggio non inferiore a 500 metri rispetto ad istituti “sensibili” — finisce, infatti, per porsi in contrasto con l’intento statale e con la riserva in materia di “ordine pubblico e sicurezza”, di cui all’articolo 117, comma 2, lettera h) della Costituzione”; (iii) con “la competenza statale in materia di tutela della salute, di cui all’articolo 117, comma 3 della Costituzione”; (iv) “con il d.l. n. 158/2012 ha: a) previsto l’immediata entrata in vigore del divieto di ubicazione; b) individuato direttamente la distanza dei punti di gioco rispetto ai luoghi “sensibili”, mentre la norma statale ha riservato ogni decisione sul punto all’attività pianificatrice dello Stato, che opera attraverso il Mef, il Ministro della Salute, la Conferenza Unificata ed Aams; c) disposto la generale operatività del divieto di ubicazione senza distinguere tra concessioni rilasciate prima e dopo l’entrata in vigore del d.l. n. 158/2012; d) stabilito che il divieto in questione debba operare in relazione a tutti gli apparecchi da gioco di cui al r.d. n.773/1931 nonché con riguardo ad ogni altra tipologia di offerta di gioco con vincita in denaro, ivi compresa la raccolta di scommesse; e) finito, in buona sostanza, per dar vita al più volte richiamato ‘effetto espulsivo’”.

LE DOMANDE ALLE ISTITUZIONI Ebbene, di fronte a dette doglianze, il Consiglio di Stato, e qui va detto nonostante precedenti giurisprudenziali di segno opposto, ha ritenuto invece necessario assumere ulteriori informazioni rivolgendo specifiche domande alle diverse Istituzioni interessate “per acquisire ulteriori elementi di fatto (…) ritenuti utili per la piena L’AUTORE cognizione della fattispecie.”. Geronimo Cardia In particolare, alla Regione Avvocato cassazionista, Piemonte viene espressadottore commercialista e revisore contabile mente richiesto di chiariStudio Cardia e Cardia re tre aspetti. Il primo: “i www.gclegal.It presupposti di fatto in base ai

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quali essa è pervenuta all’approvazione dell’articolo 5 della legge regionale 9 del 2 maggio 2016 (riprodotto nell’articolo 5 del Regolamento del comune di Verbania approvato con deliberazione del consiglio comunale 18 dicembre 2017, n. 136), segnatamente riguardo alla individuazione del limite sul distanziamento degli esercizi commerciali dai luoghi sensibili”. Il secondo: “quale sia la sua posizione rispetto a tutti i motivi di ricorso, tenuto conto che con il secondo motivo di gravame parte ricorrente ha chiesto la disapplicazione della norma regionale per contrasto con i principi eurounitari o il rinvio alla Corte di Giustizia per l’esame della questione pregiudiziale di compatibilità della stessa con il diritto comunitario”. Il terzo: “quale sia la sua posizione con riguardo specifico al profilo di compatibilità della norma regionale con il principio dell’affidamento, tenuto conto della mancata previsione di una norma transitoria sul regime degli esercizi commerciali in essere”. Al Comune di Verbania viene chiesto di “chiarire l’effetto che avrà l’entrata in vigore della norma regolamentare sugli esercizi in essere”. E infine al Ministero dell’Interno viene chiesto di indicare “la propria posizione con riguardo alla implicazione e all’impatto della normativa regionale sui profili di ordine pubblico che indirettamente vengano in rilievo nella fattispecie.” La decisione di investigare approfonditamente sui diversi risvolti è di rilievo, ancor più per il fatto che giunge come detto anche a poca distanza di tempo da posizioni diverse assunte, sempre dal Consiglio di Stato, con riferimento a distanziometri altrettanto espulsivi. E la mente corre, oltre alla pronuncia sul caso della città di Domodossola (cfr., in particolare, sentenza Consiglio di Stato n. 08298/2019, Reg. Prov. Coll., n. 08163/2017 Reg. Ric.), da ultimo alla posizione assunta con l’ordinanza di rigetto di richiesta di sospensiva della chiusura di una sala a Bolzano in cui, per giunta, la Provincia sosteneva la non vicinanza della sala ad un luogo sensibile, da un lato, ed il Comune, cambiando anche orientamento dal primo al secondo grado, sosteneva il contrario, dall’altro (cfr., in particolare, ordinanza Consiglio di Stato n. 06125/2020 Reg. Prov. Cau., n. 06574/2020 Reg. Ric.). Ed è di rilievo anche perché a ben vedere vi sarebbe ancora uno spazio, sia pure minimo, per una verifica approfondita del fenomeno espulsivo. Infatti, in Piemonte il distanziometro espulsivo degli apparecchi è entrato in vigore per le realtà preesistenti alla legge: già nel 2017, per gli esercizi generalisti; nel 2019, per le sale con autorizzazioni precedenti al 2014. Per i locali autorizzati dopo il 2014 (quindi, viene affermato, con licenze ex art. 88 ottenute dopo il 2014 e, dunque, per sale ma anche per corner in esercizi generalisti) il divieto si cristallizzerà a breve: da maggio 2021. Ed è solo per questo che ad oggi il comparto del gioco pubblico in Piemonte, con le sue imprese ed i suoi lavoratori, pur ridotto ai minimi termini non è ancora totalmente sparito dal territorio, nonostante esso risulti pacificamente vietato nella sua sostanziale totalità.



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Norme sui giochi la sfida dell’evoluzione digitale

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di un nuovo quadro regolatorio mirato a creare un mercato digitale sostenibile, che possa soddisfare le esigenze dei consumatori e promuovere un’esperienza di gioco coinvolgente, assicurando al contempo che siano introdotte tutte le misure atte a contrastare comportamenti di gioco compulsivo. Questo progetto si pone l’obiettivo di contrastare il gioco illegale, incrementare le entrate erariali, definire regole per gestire la certificazione dei sistemi e dei dati di gioco, nonché dinamiche legate al prodotto ed alla sua promozione. In Italia, il direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Marcello Minenna, nel corso della sua recente audizione in commissione Finanze del Senato, che ha fissato gli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2020-2022, ha annunciato la necessità di prorogare la scadenza delle attuali concessioni di gioco fino al 2022. Ciò è dovuto al fatto che si rende assolutamente necessario ridefinire l’assetto normativo in materia di giochi facendo una sintesi anche rispetto alle numerose ordinanze comunali, provinciali e regionali spesso in concorrenza con l’ordinamento statale pur continuando a salvaguardare un adeguato gettito all’erario. Il regolatore italiano avvierà nei prossimi mesi un progetto di revisione del sistema, che con molta probabilità riguarderà sia il modello delle concessioni fisiche che online con l’obiettivo di modernizzare il quadro normativo, contrastando il crescente mercato illegale, che ha visto un recente rilancio per effetto della pandemia e l’introduzione di standard più elevati di protezione dei consumatori. La stesura di un testo unico dei giochi vedrà anche un coinvolgimento diretto degli enti territoriali, che hanno sempre chiesto maggiore attenzione da parte delle autorità dello Stato nella gestione delle dinamiche legate al gioco.

del Gambling Act del 2005 per farli approdare nell’era digitale, come peraltro promesso dal primo ministro nel suo manifesto elettorale. L’obiettivo è quello di concentrarsi sull’uso più ampio della tecnologia ed i suoi effetti sui consumatori nel Regno Unito e sul pubblico in generale e valutare se gli operatori autorizzati hanno una responsabilità legale nei confronti dei propri clienti. Si prevede l’introduzione di misure a protezione di giovani adulti, una soglia temporale massima di gioco prevista per utente su dispositivi digitali così come limiti di gioco su spesa e puntate. Come anticipato in questa rubrica nuove misure di responsabilità sociale più stringenti da parte dei governi sul comparto del gioco verranno via via introdotte partendo da uno dei mercati più importanti al mondo, come quello inglese. In Ontario, la provincia con il mercato più importante in Canada, l’assemblea legislativa nel suo bilancio 2020 ha recentemente rivelato l’intenzione di regolamentare il mercato online affinchè sia competitivo e che tuteli i consumatori, come anticipato nel budget 2019. Il governo provinciale sta introducendo una legislazione per conferire alla Commissione per l’alcol e il gioco dell’Ontario (Agco) l’autorità di condurre e gestire il gioco online, oltre a mantenere il ruolo di regolatore. Se la legislazione proposta fosse approvata, si anLudovico Calvi drebbe a costituire un’agenzia di Da settembre 2017 Ludovico Calvi ha governance controllata dall’Agco utilizzato la propria esperienza decennale nel settore del gaming e betting fornendo per la gestione tecnica / ammiservizi di consulenza strategica, normativa nistrativa delle concessioni e per e operativa a soggetti privati e pubblici, comprese lotterie, concessionari privati, gestire il rapporto tra gli organi di governi, ministeri delle finanze, regolatori, federazioni sportive e governo e gli operatori. forze dell’ordine. Da giugno 2015 è membro del comitato esecutivo di Global Lottery Il governo provinciale e l’Agco Monitoring System, nel giugno 2017 ne è stato eletto presidente intendono consultare tutte le pare rieletto di nuovo nel maggio 2019 per il periodo 2019-2021. Da maggio 2019 è anche membro della World Lottery Association ti interessate alla realizzazione ENGLISHPAGES

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Organizzazione Mondiale della Sanità ha incoraggiato i governi ad incentivare le transazioni e le operazioni di pagamento senza contanti poiché le banconote sono considerate un modo per diffondere il virus e i governi stanno intraprendendo azioni per ridurre la circolazione del contante. La pandemia ha accelerato il processo di trasformazione digitale in ogni contesto economico, compreso quello del settore del gioco, costringendo gli stati a rivedere le loro norme in materia di gioco ed attuare standard più elevati di protezione del consumatore anche attraverso un controllo regolatorio più efficace nei confronti di tutti i soggetti interessati. Il comportamento dei consumatori sta cambiando e le persone fanno sempre più affidamento sulla convenienza e la velocità dei pagamenti digitali. Per ridurre la circolazione del contante, tuttavia, si rende necessario un salto di qualità da parte dei servizi di pagamento al fine di migliorare la sicurezza informatica, introducendo misure di salvaguardia insieme a standard di conformità globali più elevati in cui tutti possiamo avere fiducia. La trasformazione digitale potrebbe permetterci di accedere ad un ambiente di gioco più sicuro se tutte le misure di protezione del consumatore fossero adeguate. È certamente molto più efficace controllare l’intero ciclo di vita di un prodotto in un ambiente di gioco digitale anziché fisico. Oggi con tecnologie avanzate e basata su AI e modelli predittivi, la lotta contro fenomeni come le frodi digitali, il gioco compulsivo, il riciclaggio di denaro ed il match-fixing, per citarne alcuni, è sicuramente più proficua. Nel Regno Unito, la Uk Gambling Commission prevede di rivedere i dettami PROMOSPACE

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A cura di Ludovico Calvi

(Wla) Sports Integrity Committee. Da maggio 2015 è membro dell’American Gaming Association Sport Betting Task Force.


Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.)


inchiesta politica esteri

gioco e covid-19

I giochi alla difficile prova Brexit Senza un accordo su quanto avverrà dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, previsto a fine 2020, operatori e dipendenti potrebbero dover affrontare scenari incerti di Michael Haile

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IL CASO DI GIBILTERRA - Gibilterra, “The Rock”, è l’esempio più eclatante. Gibilterra, che si trova nel sud della Spagna, è un territorio del Regno. È anche dove grossi operatori del gioco online hanno licenza. Si stima che il 60 percento dello staff degli operatori online che hanno licenza a Gibilterra venga a lavorare tutti i giorni dalla Spagna. Gibilterra è la casa di quasi il 60 percento del gioco online del mondo. E quando l’Uk esce dalla Ue, esce anche Gibilterra Se Uk e Ue non riescono a trovare un accordo, è molto probabile che molte aziende dovranno rilocare due volte le proprie sedi, una nella Ue e l’altra nell’Uk, per operare nelle due giurisdizioni. Per giganti del settore come William Hill e Ladbrokes questo non dovrebbe essere un problema, a parte l’aumento dei costi, ma per molte aziende medio piccole un’uscita GIOCARE GIO CONGUSTO

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Brexit avrà effetti profondi su quasi tutti i settori, includendo quello del gioco. Nel novembre del 2019, l’Unione Europea e il Regno Unito hanno stretto un accordo per un’uscita dell’Uk dalla Ue alla fine del 2020. Ma non sono ancora riusciti a chiudere un accordo per il dopo 2020. Il Regno Unito è uno dei mercati del gioco più regolato nella Ue, quindi a breve termine non dovrebbe creare problemi, in tal senso, agli operatori. I problemi imminenti riguardano sopratutto il settore delle risorse umane, in quanto le regole sull’immigrazione sono ancora da scrivere. Inoltre, non è ancora chiaro, senza un accordo, qual è lo status dei cittadini della Ue nel Regno Unito, o di quelli britannici nella Ue.

del Regno Unito senza un accordo sui servizi potrebbe creare sfide gigantesche, mentre quelle piccole probabilmente dovranno scegliere in quale mercato operare. Il futuro di Gibilterra dipende molto dalla Spagna. Quest’ulltima, che fa fatica ad accettare la sovranità Uk sulla “Roccia” ha chiesto di negoziare una sovranità a due (in maniera simile a quanto avviene tra la repubblica irlandese e l’Uk per l’Irlanda del Nord), ma questo per il governo Uk è un anatema, come lo è per i cittadini di Gibilterra. Una volta che la Brexit scatterà, la Spagna potrebbe semplicemente chiudere le frontiere (come ha fatto nel passato, infrangendo regole della Ue) e la “Roccia” potrebbe trovarsi, da un giorno all’altro, privata di più di 10mila lavoratori, il che avrebbe un effetto operativo devastante per le aziende online del gioco sull’isola. I GIOCATORI - Dal punto di vista dei giocatori non dovrebbe cambiare molto nell’immediato, ma più in là l’Uk potrebbe cambiare le regole europee sulla protezione dei dati e quelle sull’antiriciclaggio. Comunque se un’azienda vorrà operare nella Ue dovrà seguire le direttive della Commissione Europea. GLI OPERATORI - Il governo Uk ha pubblicato un manuale per gli operatori di servizi digitali che riguarda anche le aziende del gioco online. Il manuale spiega che le aziende digitali britanniche che offrono servizi digitali dentro la Ue, sopratutto quelle che operano piattaforme e giochi con licenza del Gambling Commission, dovranno avere un rappresentate dentro la Ue che le aiuti a


I GIOCHI ALLA DIFFICILE PROVA BREXIT

seguire le direttive della Commissione Europea. Inoltre quelle che già offrono giochi tramite altre aziende europee devono rivedere i loro contratti di copyright. IL CASO MALTA - Gli operatori Uk che hanno licenza rilasciata dalla Malta Gaming Authority-Mga, (123 operatori di casinò online su 189, con 1.700 siti) e che operano nella Ue si ritroveranno ulteriori problemi. In base al Regolamento 10 delle regolazioni della Mga, tutti gli operatori che hanno una licenza maltese devono avere il loro domicilio nella Ue (così come gli operatori di Svizzera, Islanda e Norvegia), quindi per tenersi la licenza maltese, dove godono di un sistema fiscale molto generoso, devono delocalizzarsi in Europa o trasferire la licenza a terzi. I TEMPI E GLI SCENARI - Una volta realizzata la Brexit, con o senza accordo, gli operatori hanno solo dodici mesi per conformarsi con le varie regole della Ue e interne dei vari Paesi, una sfida enorme per quelli che offrono varie piattaforme e giochi in molti Stati. Una delle possibilità, o per molti un rischio, che complicherebbe ulteriormente il panorama, è che il governo Uk possa avviare una deregolamentazione e liberalizzazione dell’intero settore del mercato del gioco, un cambio di rotta di 180 gradi in confronto a quella che è stata la politica in materia negli ultimi anni. Per esempio, ci sono settori importanti del governo conservatore, tra cui il primo ministro Boris Johnson, che vogliono deregolamentare la City e il settore finanziario subito dopo la Brexit, incluso anche l’abbassamento delle tasse, così da rimanere competitivi e limitare la delocalizzazione di aziende a Dublino, Francoforte e Amsterdam. Questa politica potrebbe essere seguita anche per il settore del gioco. L’ideologia propulsiva della Brexit è sempre stata che la Ue “ci lega le mani e ci toglie la sovranità” (troppe regole, immigrazione, competitività, burocrazia etc..). Una delle ragioni più importanti per le quali i giganti del tech come Facebook, Google e Amazon non entrano nel mondo del gioco è che considerano la supervisione regolatoria su di esso troppo onerosa per il loro modello di business. Un settore deregolamentato potrebbe far loro cambiare idea. Un dirigente di Amazon una volta mi ha detto è più facile vendere un elicottero che una scommessa sportiva, da un punto di vista regolatorio! Un altro fattore che potrebbe seguire la deregolamentazione del mondo del gioco è la frantumazione del panorama regolatorio dentro il Regno Unito. Il Regno Unito è composto da quattro Paesi, Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Una deregolamentazione da parte del governo centrale, che è composto soprattutto dai parlamentari inglesi, potrebbe non andare bene ai vari Paesi. La Scozia ha interesse ad attenersi alle regole della Ue sperando in una vittoria su un referendum di indipendenza nazionale post Brexit, in quanto il governo scozzese di Nicola Sturgeon del Partito nazionale scozzese (che ha la maggioranza in Scozia) cerca l’indipendenza e un riaggancio alla Ue.

Il governo dell’Irlanda del Nord ha interesse ad avere un sistema regolatorio non troppo diverso da quello della Republica dell’Irlanda, l’unico pezzo di terra del Regno che ha una frontiera terrestre con la Ue, che ha stretti legami economici con l’Irlanda, un Paese della Ue, per non dire che la barriera visiva di una frontiera potrebbe riattivare la guerra civile finita nel 1997. Il Galles è forse il Paese più allineato con l’Inghilterra. Il Covid, che ha dimostrato la frammentazione sanitaria dentro il Paese, sottolinea ai vari Paesi che una politica nazionalistica muscolare verso il governo centrale porta risultati politici. Ma poi non è solo un problema politico, ma anche culturale: l’ostilità verso il mondo del gioco è più sentita a nord del muro di Adriano e nella religiosa Irlanda del Nord di quanto lo sia in Inghilterra. Non è lunare pensare che post Brexit i vari Paesi potrebbero spingere per una devoluzione sulle regole sul mondo del gioco. Un sistema simile a quello che esiste in Germania. IL GIOCO TERRESTRE - Per quanto riguarda il gioco terrestre, i casinò potrebbero trovare difficile trovare il personale adatto per i loro locali, in quanto il governo ha deciso di cambiare il sistema immigratorio in uno a punti: più alta è la tua qualificazione, più alto è il tuo punteggio, in maniera molto simile a quello australiano. Le regole della Gambling Commission costringono quelli che lavorano nel mondo del gioco ad avere una licenza personale, che può essere emessa da qualsiasi Stato dell’Europa. Se le varie multinazionali che operano nel Regno Unito saranno costrette a chiedere una licenza separata per lavorare nellUk (se hanno poi ottenuto abbastanza punti per emigrare nell’Uk) certe aziende potrebbero chiudere alcune operazioni nell’Uk per mancanza di personale o costi troppo onerosi, in quanto le licenze costano. Un esempio è Lottomatica. La sua sede è a Londra, la maggior parte delle sue operazioni e dei suoi profitti europei derivano dall’Italia ma ha moltissimi dipendenti italiani ed europei nell’Uk. Un incubo, sia regolatorio che di progettazione aziendale. E lo stesso vale per William Hill. Un altro pensiero che preoccupa gli operatori è che se con la Brexit sarà fruttuosa per l’Uk, molte giurisdizioni e molti regolatori europei potrebbero fare resistenza a un’ulteriore armonizzazione delle regolazioni europee, che potrebbe severamente restringere le loro operazioni multi nazionali. Se con la Brexit si realizza senza un accordo, e manca meno di un mese, tutti i giochi sono aperti. Teniamo le dita incrociate. L’AUTORE

Michael Haile Economista, consulente economico e della regolamentazione, è stato market policy specialist della Gambling Commision (Regno Unito), senior economist & analyst di Gbgc (Isle of Man) e ricercatore del Censis e del Centro Internazionale di Studi Sociali (Roma).

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inchiesta eventi

È il momento di Betting on sports America digital, l'evento online sul mondo del gioco, in programma l'1-2 dicembre

SCOMMESSE A STELLE E STRISCE di Michela Carboni

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onostante il Covid 19 abbia bloccato gli eventi “fisici” di gioco, lo spazio per il confronto resta e si è spostato nel mondo digitale. Tanti eventi hanno infatti optato per una versione online come Betting on sports America digital, organizzato da Sbc, in programma il 1° e 2 dicembre. Quali sono le novità e le caratteristiche principali di questo evento dedicato al mondo delle scommesse e del gioco? Lo abbiamo chiesto a Kevin Smith, direttore marketing e comunicazione Nord America di Sbc: “Abbiamo una schiera di relatori stellare con oltre 130 esperti dell’industria e gli interventi dei principali Ceo che rappresentano alcuni dei marchi più influenti nel mercato statunitense come Joe Asher, Ceo di William Hill, Bill Hornbuckle, Ceo Mgm Resorts, Derek Stevens, Ceo di Circa Sports e John Levy, Ceo di theScore”. Quali sono i principali argomenti che verranno affrontati? “Bosa-Digital ha l’agenda più completa di qualsiasi evento statunitense relativo a questa industria. Il nostro elenco di relatori non è secondo a nessuno e le nostre sessioni saranno distribuite su otto tracce diverse. Queste tracce coprono tutti gli aspetti dell’industria negli Stati Uniti e includono: scommesse nella società; scommesse sugli sport; riepilogo normativo; gioco d’azzardo patologico;

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investimento; scommesse sulla regolamentazione; Sports Betting101; marketing e affiliazione”. Come saranno organizzate le conferenze e chi parteciperà? “Con la pandemia ancora in pieno svolgimento, l’evento sarà un’esperienza virtuale per i nostri delegati. La nostra piattaforma è solida e include una fiera commerciale virtuale e una sala espositiva, sessioni di networking interattive, giochi e tornei social e una vasta gamma di conferenze che i nostri partecipanti si aspettano, punto di riferimento per l’industria. Attireremo operatori di quasi 400 società diverse che rappresentano tutti gli aspetti dell’industria, compresi quelli commerciali, tribali, lotterie e altro ancora”. Come sta andando il mercato americano delle scommesse? “Le scommesse sportive continuano a crescere a un ritmo rapido anche di fronte alla pandemia. Maryland, Louisiana e South Dakota hanno tutti recentemente approvato misure di voto che amplieranno le scommesse sportive in

quegli stati. Ciò significa che quasi la metà di tutti gli stati avrà regolamentato le scommesse sportive nel giro di un anno. Il volume delle scommesse sportive continua a essere un punto luminoso nell’industria del gioco, mentre le entrate dei casinò sono diminuite di fronte alla pandemia. Ora che gli sport sono tornati a pieno regime il pubblico delle scommesse ha risposto massicciamente”. Quali sono le opportunità di questo mercato? “Gli Stati continueranno ad espandersi, gli analisti prevedono che l’industria delle scommesse sportive negli Stati Uniti potrebbe essere un settore da 20 miliardi di dollari entro il 2025. Enormi Stati, dal punto di vista del mercato, come California, Texas e New York non si sono ancora spostati sulle scommesse sportive. Questi stati insieme a un’altra dozzina o più potrebbero portare il numero di giurisdizioni regolamentate negli Stati Uniti a quaranta o più entro i prossimi tre-cinque anni”.





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Quando la pandemia erano le slot DOPO ANNI DI (DOVEROSA) BATTAGLIA CONTRO LA DIPENDENZA DA GIOCO, DIRETTA PER LO PIÙ CONTRO IL COMPARTO DEGLI APPARECCHI, IMPONENDO RESTRIZIONI E RIDUZIONI, IL PAESE - E NON SOLO IL NOSTRO - SCOPRE UNA VERA PANDEMIA COME QUELLA DA COVID-19, CHE MUTA ULTERIORMENTE IL CONTESTO IN CUI OPERA L’INDUSTRIA. GIOCO NEWS, INSIEME A INTERGAME, ANALIZZA L’ANDAMENTO DEL SETTORE AWP A LIVELLO EUROPEO. di Alessio Crisantemi

Nel

bilancio di fine anno condotto in maniera puntuale su questo numero della rivista su tutti i segmenti che compongono il gioco pubblico, un discorso a parte meritano senz’altro gli apparecchi da intrattenimento che, come noto, rappresentano il più cospicuo in termini di raccolta e spesa. Una dinamica che non riguarda soltanto l’Italia, pur essendo il nostro Paese il principale mercato per gli apparecchi di questo tipo. Per questa ragione, insieme ai colleghi della rivista britannica InterGame, abbiamo voluto ampliare l’analisi guardando sommariamente a ciò che sta avvenendo in tutti i principali mercati europei, prima di focalizzarci nel vivo del comparto italiano. Ne emerge uno spaccato significativo della realtà del gioco, dove – ancora una volta – si potrebbe dire che tutto il mondo è paese, di fronte a determinate problematiche e suggestioni che coinvolgono anche l’opinione pubblica. Con gli stessi problemi che si trovano tutti, prima o poi, a dover affrontare. Anche se ogni Paese risponde poi in maniera

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diversa, rispetto alle singole specificità. Ma partiamo dall’analisi del mercato. Ad oggi è quasi impossibile individuare il numero di apparecchi da intrattenimento Awp (Amusement with prizes) in funzione nei bar e nelle sale giochi in tutta Europa alla fine del 2020. L’anno scorso la stima ragionevolmente accurata che avevamo ottenuto, da un’elaborazione di dati provenienti dai regolatori dei singoli mercati e dagli operatori, era di circa un milione di unità, basandoci su ciò che effettivamente sapevamo dai dati ufficiali e su ciò che erano le ipotesi informate da quei mercati dove non esistono numeri ufficiali. Per valutare la situazione attuale, alla fine del 2020, l’ostacolo ulteriore diventa quello di conoscere più che altro quale impatto ha avuto la pandemia da Covid-19 in ciascun Paese, in termini di perdita di attività economiche, sia nel mondo dei locali pubblici che negli stessi operatori di giochi. Per questo le cifre non possono ancora ritenersi certe e definitive, ma senza dubbio verosimili, per delineare lo scenario di fine anno. Basandoci sull’ipotesi di caso migliore – che speriamo vivamente


SLOT/VLT QUANDO LA PANDEMIA ERANO LE SLOT

di poter vedere confermata, per il bene degli addetti ai lavori e delle imprese – rispetto alla quale i numeri non siano effettivamente diminuiti di molto rispetto all’era pre-Covid. Anche se, nel frattempo, ci sono stati altri problemi di cui tenere conto, come la continua contrazione del mercato in Germania, attraverso la legislazione progressiva, ma il mercato rimane sostanzialmente stabile. Il vero impatto del virus, invece, sarà nella sostituzione della base esistente di giochi con nuove apparecchiature. Un processo, questo, che è stato sostanzialmente bloccato dalla pandemia e reso ancora più critico – in termini di mercato – dal fatto che il settore delle Awp rappresenta un fenomeno decisamente europeo (ad eccezione dei piccoli numeri che si possono registrare in Sudafrica), quindi lo spazio per l’espansione del mercato è nel migliore dei casi limitatissimo. Con in produttori di questi giochi che non possono quindi conoscere alternative. Come del resto, a livello generale, non è neppure avvenuta la trasformazione “evolutiva” in un mercato fatto prevalentemente o esclusivamente di Vlt che molti si aspettavano, nel tempo. Invece le videolottery si trovano esclusivamente in alcune parti dell’Europa orientale, con Scandinavia e Italia che sono gli unici luoghi in cui i terminali Vlt hanno avuto un grande impatto. Questo sorprende gli analisti, poiché tutti si aspettavano che le autorità apprezzassero l’idea di avere un controllo “da remoto”, cioè in tempo reale, di tutti gli apparecchi in circolazione, per avere un mercato più facilmente controllabile dal punto di vista fiscale. Invece, tutto questo non è accaduto. La maggior parte del mercato europeo delle slot è comunque concentrato in quattro Paesi: Germania, Spagna, Italia e Regno Unito, con un numero moderato anche nei Paesi Bassi. L’Italia – come noto - ha continuato a lottare contro l’opinione negativa dei media, che è quindi rispecchiata dalle autorità, ma ha circa 235mila Awp (in virtù del tetto massimo introdotto dal legislatore, che ha ridotto del 35 percento il parco macchine esistente in precedenza), a cui si aggiungono circa 60mila Vlt, rappresentando il più grande mercato in Europa. Mentre la Germania si aggira intorno alle 240mila unità, ma è un’ipotesi in quanto i dati ufficiali non erano a portata di mano mentre va in stampa questa rivista. Anche in questo caso, il mercato degli apparecchi si è leggermente contratto rispetto ai 265mila di tre anni fa, ma c’era da aspettarselo a causa degli atteggiamenti anti-gioco delle sedici regioni semi-autonome della Germania. In effetti, la maggior parte degli osservatori è sorpresa che la contrazione non sia stata ancora più severa. Ma non è detto che non possa arrivare in seguito. La Spagna, invece, ha lottato duramente per mantenere un mercato di fronte a una grave recessione che è stata appena superata quando è iniziata la pandemia, quindi è probabile che le sue 200mila skit si esauriscano ulteriormente una volta che i fatti saranno resi evidenti.

Il Regno Unito ha invece circa 185mila macchine Awp, note come “Categoria C” nella misteriosa segmentazione britannica dei tipi di macchina. Molti di questi sono ora in ritardo per la sostituzione con giochi digitali e c’è un limite al numero di volte in cui una tecnologia analogica può essere “aggiornata”, ma le strane circostanze che hanno afflitto il 2020 hanno messo temporaneamente questo fattore nel dimenticatoio. Gli olandesi, ugualmente afflitti da difficoltà interne, hanno più di 30mila Awp: un numero che è probabilmente rimasto stabile anche nel passaggio al 2021. Altri mercati significativi includono Repubblica Ceca, Slovacchia, Danimarca, Belgio, con qualche caso anche in Irlanda e Austria, mentre il Sudafrica ha circa 30mila macchine denominate Lpm (macchine a pagamento limitato).

MERCATO STATICO O STAGNANTE? Siamo quindi di fronte a un mercato statico o stagnante? È quanto si chiede David Snook di InterGame. È difficile valutarlo, alla luce di informazioni ancora molto limitate su quanto sia stata dannosa la pandemia nell’ultimo anno. In termini di tecnologia, la macchina digitale governa gran parte del territorio in cui opera l’Awp. Gli ultimi baluardi dei rulli elettromeccanici, in Spagna e Regno Unito, tardano a sottomettersi all’inevitabile cambiamento, forse dettato anche dall’economia. La Spagna è ora prevalentemente digitale e solo il Regno Unito è in ritardo. Lo sviluppo è stato moderato. Le idee fresche sono state scarse, in tutta onestà, soprattutto perché le condizioni di mercato hanno soffocato i mezzi per reinvestire e l’assenza di fiere ha lasciato poco in termini di vetrine per nuovi prodotti. Se c’è stata una tendenza molto ovvia nel settore operativo degli apparecchi da intrattenimento, è stato il progresso del gioco senza contanti. Con un settore pubblico positivamente orientato al ritiro dal contatto fisico, i pagamenti senza contanti nella società moderna sono fioriti e hanno preso piede molto più facilmente del previsto. Tuttavia, la regolamentazione, per quanto ne abbia consentito l’uso in qualche sistema di gioco, non ha tenuto il passo. Dove è permesso, ha prosperato. Dove finora non è consentito - come metodo di pagamento diretto - ha faticato. In Italia, per esempio, la situazione è a metà: con le vlt che, dalla loro introduzione, nel 2009, hanno consentito fin da subito l’utilizzo di banconote e tagliandi, mentre le slot nei bar continuano a funzionare solo ed esclusivamente a moneta. Con tanto di limite anche negli importi introdotti in ogni gioco e non solo sulle puntate. Ma anche da noi di parla da anni di un progressivo e potenziale passaggio ai pagamenti elettronici, per una questione di tracciabilità ma anche di riduzione della circolazione di denaro, che si traduce nel rischio di furti, da sempre all’ordine del giorno nei bar. Ma c’è chi continua a legare all’esistenza della moneta sonante anche quella della categoria dei gestori, non a cado denominati anche “terzi incaricati alla raccolta”, tanto per sottolineare quanto sia impor-

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slot new new /slot vlt

QUANDO LA PANDEMIA ERANO LE SLOT

> tante, nel settore, l’atto dello “scassettamento”, che diventa inesistente con denaro elettronico. Anche se, va detto, la scelta di mantenere la moneta metallica, per quanto possa apparire anacronistica, è al tempo stesso legata anche (e, forse, soprattutto) alla necessità di mantenere “light” l’offerta di gioco delle Awp. Ma anche qui, si attendono sorprese. Anche se l’esperienza della tessera sanitaria introdotta sulle Vlt a partire dal 2020 ha spiegato chiaramente quanto siano contrari gli italiani a veder tracciati i propri consumi, con la raccolta crollata di oltre il 30 percento per il solo “rischio” di tracciamento percepito dai giocatori con l’introduzione di un documento per l’avvio di una sessione di gioco. Cosa, questa, che peserà senz’altro sulle scelte future in questo senso. Nel frattempo, negli altri Paesi sono state intraprese varie iniziative per cercare di aggirare i problemi (i “portafogli” in contanti sono tipici) resta da vedere quanto il pubblico sia ricettivo a questa sconcertante e forzata alternativa al far cadere una moneta in una fessura un validatore di ticket o banconote. Paesi come il Regno Unito sono consapevoli del problema, ma gli operatori hanno le mani legate mentre i politici ritengono di avere pesce molto più grande da friggere rispetto alle macchine Awp nei locali. Un quadro molto più chiaro emergerà nei prossimi dodici mesi. Nel frattempo, anche gli stessi addetti ai lavori hanno altro di cui preoccuparsi.

LA NUOVA VISIONE DEL GIOCO Ciò che angoscia tutti, nel gaming come in molti altri settori dell’economia globale, ma in maniera ancora più accentuata per tutte quelle attività che possono ritenersi “futili”, o comunque non di prima necessità, è la possibile riduzione della spesa in prodotti di gioco da parte dei consumatori, in seguito a un sostanziale e generale impoverimento della popolazione e di una riduzione delle disponibilità economiche ingenerata dalla pandemia. A causa della perdita di molti posti di lavori a cui si andrà inevitabilmente ad assistere nei prossimi mesi, ma anche per via dell’inibizione al lavoro imposta dai ripetuti lockdown che hanno ridotto le buste paga di tanti lavoratori, tra sospensioni di attività, cassa integrazione e così via. Guardando ancora fuori ai confini nazionali, ad esempio, il 28 percento dei consumatori britannici intervistati da Deloitte Digital ha affermato che prevede di ridurre la spesa in giochi sulla scia del dissesto economico causato dalla pandemia. Inoltre, il 44 percento ha affermato di aver disattivato i messaggi di promozione e marketing durante il lockdown. Quindi, con i consumatori che spendono meno - per necessità o preoccupazione per le prospettive economiche - e che diventano più difficili da raggiungere attraverso la pubblicità, le aziende devono lavorare di più per coinvolgere questi consumatori. Anche attraverso attività concrete sul fronte della sicurezza e del gioco responsabile. Coloro che completeranno questi passaggi saranno

Il focus del mercato apparecchi in Italia IL SET TORE DEL GIOCO LEGALE IN ITALIA

17-18 milioni di giocatori* — di cui 1 milione di persone con apparecchi da intrattenimento

110 miliardi di euro di giocate (raccolta) nel 2019 — di cui 11 miliardi di euro di gettito erariale

* Istituto di fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle ricerche: 17 milioni di giocatori; Istituto Superiore di Sanità: 18,4 milioni di giocatori. Fonte: elaborazione Gioco News su dati ISS, IFC-CNR, Acadi e AdM

LA FILIER A DEL GIOCO PUBBLICO VALE L’1% DEL PIL ITALIANO VALORE AGGIUNTO

88.572

84.610

80.000

Diretti

8,5

Indiretti

5,0

Distribuzione e attività abilitatori Dal consumo del lavoratori

100.000

full time equivalenti

Attività dei concessionari

10.500

60.000 68.000

70,269

79,7

84.460 80,0

88.249 80,6

96.173

101.753

106.863 82,2

80,1

81,3

110.542

83

82,4

82 81 80

88.572

88.572

88.572

88.572

88.572

88.572

88.572

18.303

17.186

16.888

17.103

19.104

18.991

18.987

19.446

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

40.000

79,3

2,0

0

13,5 miliardi di valore aggiunto nella filiera = 1% del Pil 15,5 miliardi compreso anche l’indotto 78.500 F TE nella filiera = 197.000 persone Ordini di grandezza paragonabili: 60 mila ULA nell’industria farmaceutica 86 mila ULA nella fabbricazione di prodotti di elettronica 190 mila occupati in Basilicata Fonte: elaborazione Gioco News su dati Acadi

GIOCONEWS #12 DICEMBRE 2020

79 78

20.000

Spesa (asse sx)

50

€ mln

120.000

UNITÀ DI LAVORO (ULA)

€ miliardi

Indotti

R ACCOLTA 2012-2019

Verticale (asse sx)

77

Payout (asse dx)

Variazione percentuale della raccolta 2012-2019:

+6% Vincite: +30% Totale: +25% Spesa:

+2% ma tra 2016 e 2019: +18% ma tra 2016 e 2019:

Dal 2012 in poi la quota di payout è progressivamente cresciuta, con un’impennata negli ultimi quattro anni, arrivando all’82% nel 2019. Fonte: elaborazione Gioco News su dati AdM


SLOT/VLT QUANDO LA PANDEMIA ERANO LE SLOT

ricompensati con la spesa del cliente. Quelli che non lo faranno perderanno clienti e denari. Si tratta tuttavia di un percorso particolarmente difficile da percorrere per l’industria del gioco a livello generale. Gli sforzi per presentare un fronte sostenibile sono accolti con sospetto, in un momento in cui la percezione dell’opinione pubblica, almeno in Europa, si è decisamente spostata contro l’industria. A febbraio, il Rapporto sul comportamento, la consapevolezza e gli atteggiamenti dei consumatori realizzato dalla Gambling Commission nel 2019 rivela che il 73 percento degli intervistati considera il gioco d’azzardo un male per la vita familiare. Il numero di persone che credevano che i consumatori dovessero essere autorizzati a giocare ogni volta che lo desiderano è diminuito di due punti percentuali dall’edizione 2018, al 60 percento. Una significativa maggioranza (82 percento) credeva che ci fossero troppe opportunità di gioco. Il sondaggio rivela inoltre che il 29 percento dei consumatori, rispetto al 25 percento nel 2018, pensa che il gioco d’azzardo debba essere bandito del tutto. Il contesto europeo dipinge probabilmente un quadro ancora più cupo. La pubblicità e la sponsorizzazione del gioco d’azzardo sono diventate un obiettivo in più giurisdizioni, al punto che è vietato in Italia e fortemente limitato in Spagna. I legislatori in Svezia, Finlandia e Germania sono arrivati​​ al punto di introdurre limiti di spesa e di partecipazione specifici per prodotto, qualcosa che probabilmente sarà

47 miliardi di euro di giocate (raccolta) nel

58 mila esercizi con AWP attivi nel 2019 5 mila sale VLT attive nel 2019

comparto AWP-VLT nel 2019

— di cui 7 miliardi di euro di gettito erariale

R ACCOLTA AWP-VLT 2012-2019 120.000 100.000

56,2 88.572

56,0 84.611

54,8

96.173

88.249

51,4

55,3 54.460

80.000 60.000

38.808

37.220

37.716

39.858

46.716

101.753 48,1 52.807

€ mln 106.863

110.542

60

42,1

50 40

63.995

40.000 20.000

49.764

47.391

46.744

48.391

49.457

48.946

48.616

46.547

0 2012 2013 2014 AWP-VLT (asse sx)

2015 2016 Altro (asse sx)

30

Altro: Totale:

100.000

10

20.000

77

0

-6% +65% di cui casino games: +83% (da 14% a 21%) +25%

88.922

4.934

4.951

4.979

83.307

4.918

5.100 5.000 4.900

4.834

60.000 40.000

2017 2018 2019 Quota % AWP-VLT (asse dx)

96.245

80.000

20

Variazione percentuale della raccolta 2012-2019:

AWP-VLT:

ESERCIZI CON AWP 2013-2019 120.000

45,5 58.247

in discussione mentre il governo del Regno Unito rivede il Gambling Act del 2005. È in questo contesto che l’industria sta subendo un’evoluzione, poiché cerca di rendere il gioco a vincita un’opzione di intrattenimento sicura e sostenibile. E il punto di partenza per qualsiasi attività di gioco d’azzardo, in qualsiasi mercato o canale, sarà sempre la protezione del giocatore. Il tema della sostenibilità del gioco - incentrato sulla protezione dei giocatori – diventa quindi ancora più centrale e imprescindibile nel futuro del settore, anche e soprattutto alla luce della pandemia e delle nuove sensibilità che emergono o vengono enfatizzate da questa situazione. Per questo è importante preoccuparsi fin da subito di questi aspetti, non solo per questioni etiche o morali ma anche per questioni molto più “materiali” e relative al business e alla redditività delle imprese, che rischia di essere seriamente compromessa nei prossimi mesi. Stiamo vivendo nell’era del consumatore socialmente consapevole in cui la sostenibilità di un’azienda può influire tanto sul fatto che le persone interagiranno con loro quanto i loro prodotti. Sebbene queste tendenze si siano sviluppate nel corso degli anni, guidate dai giganti dei beni di consumo come Unilever e Proctor & Gamble, recenti prove suggeriscono che siano state accelerate dalla nuova pandemia di coronavirus (Covid-19). E il gioco pubblico non può certo sottrarsi da questo mutevole contesto che deve, anzi, prepararsi a dover (e saper) affrontare.

4.863

83.025

4.800 76.784

62.894

4.700 58.472

4.600 4.500

4.588

4.400 2013

2014

2015

2016

Esercizi con AWP

2017

2018

2019

4.300

Sale VLT

In forte calo gli esercizi con AWP. Più stabile il numero di sale VLT. Dal 2013 calo consistente del

numero di esercizi con AWP :

-39,2%

Sale VLT

Tra le altre voci, cresce in particolare il comparto “casino games”, trainato dalla crescita del gioco a distanza.

• stop crescita nel 2018 • 61 sale in meno rispetto al 2018 • numero di sale 2019 sotto i livello del 2016

Fonte: elaborazione Gioco News su dati AdM

Fonte: elaborazione Gioco News su dati AdM

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I PROVVEDIMENTI DI RISTORO EMANATI DAL GOVERNO INCLUDONO ANCHE GLI OPERATORI DEL GIOCO PUBBLICO E I GESTORI DI APPARECCHI: MA SOLO DOPO UNA SERIE DI RAVVEDIMENTI, IN UN PERCORSO PIÙ CHE TORTUOSO, CHE PROVIAMO A SEMPLIFICARE A cura di Giancarlo Marzo e Francesco Scardovi

D

opo le polemiche relative al decreto Ristori, arriva in Gazzetta Ufficiale anche la versione “bis” (poi, addirittura, si arriva a un “ter”). Si tratta del decreto-legge n. 149/2020, pubblicato il 10 novembre 2020 con l’obiettivo di ampliare le maglie dei benefici fiscali già concessi con il precedente decreto n. 137/2020. A usufruirne - finalmente - anche gli operatori del gioco pubblico. Anche se, va detto, non proprio facilmente. Ma andiamo con ordine. Lo scorso 24 ottobre, di fronte ai contagi da coronavirus che non accennano a diminuire e le terapie intensive di nuovo al collasso, il presidente del Consiglio decide di emanare un nuovo Dpcm, introducendo un semilockdown, con coprifuoco alle 21, spostamenti tra regioni limitati, bar e ristoranti aperti fino alle 18, piscine, palestre, musei e teatri chiusi. E le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò in totale lockdown, fino (almeno) al 24 novembre. Al di fuori degli “ambienti dedicati” tuttavia, e precisamente nei bar e nelle tabaccherie, i giocatori ptevano ancora usare slot, gratta e vinci e lotterie (al netto delle restrizioni orarie, nazionali o locali). A questo punto, il governo interviene a favore di quanti hanno subìto danni a seguito dei provvedimenti di chiusura, con il decreto legge n. 137 del 28 ottobre 2020 (cosiddetto “decreto Ristori”), che vale oltre 5 miliardi di euro e, tramite esenzioni e contributi, provvede a drenare risorse alle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle restrizioni già disposte. Ed è subito caos da “codici Ateco”. Sì, perché i ristori vengono destinati alle attività riferite ai rispettivi codici riportati nell’Allegato 1 del Decreto-legge. Rispetto al mondo del gaming, quindi, buone notizie per

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GIOCONEWS #12 DICEMBRE 2020

chi gestisce sale da gioco virtuali su internet, sale bingo e casinò (inclusi i casinò galleggianti), sale giochi e biliardi, nonché di chi esercita attività di bookmaker, scommesse sulle corse, ideazione di giochi e concorsi a premi e per i croupier indipendenti. Si tratta delle attività identificate dai codici Ateco 92.00.09 e 93.29.30 (rispettivamente attività connesse con le lotterie e le scommesse nonché sale giochi e biliardi), che godranno: di un contributo a fondo perduto, a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019, eccezion fatta per gli operatori con partita Iva attiva dal 1° gennaio 2019, i quali ne beneficiano a prescindere dai suesposti requisiti di fatturato; della proroga, con riferimento a ciascuno dei mesi di ottobre, novembre e dicembre, del credito d’imposta pari al 60 percento per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda contemplato dall’articolo 28 del decreto legge n.34/2020, indipendentemente però dal volume di ricavi e compensi registrato nel periodo d’imposta precedente (art.8); della cancellazione della seconda rata Imu, della proroga della cassa integrazione da parte dei datori di lavoro; della sospensione dei termini relativi ai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria dovuti per la competenza del mese di novembre 2020. A bocca asciutta, invece, i gestori di slot (codice 92.00.02) così come i produttori e il resto della filiera sotto l’egida di altri codici Ateco. Il ravvedimento del Governo arriva però con il Decreto Ristori bis. È il Dl 9 novembre 2020, n. 149, che vede la luce dopo la tanto discussa divisione dell’Italia, tre giorni prima, in zone rosse, arancioni e

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Decreti Ristori e codici Ateco è subito caos


DECRETI RISTORI E CODICI ATECO ED È SUBITO CAOS

gialle in base allo scenario di gravità e al livello di rischio da contagio Covid, con cui sono state sospese tutte le attività di gestione di apparecchi da intrattenimento, non solo nelle sale dedicate ma anche nei bar e locali similari. Precisamente, con l’Allegato 1 viene ampliato il novero dei codici beneficiari delle misure del decreto Ristori del 28.10, mentre con l’Allegato 2 viene individuato l’elenco, in seguito alle misure restrittive relative alle zone rosse, di nuovi codici beneficiari dei ristori. Tra questi viene ricompreso anche il codice riferito ai gestori di slot, legittimati così ad accedere al contributo a fondo perduto, nonché a godere della sospensione dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali. Ma anche qui, è caos. Ai fini dei rinvii contributivi e altre agevolazioni, emerge una vera e propria sovrapposizione conflittuale tra codici Ateco. Numerosi gestori, infatti, in visura camerale, rimangono ancora individuati da codici diversi dal citato 92.00.02 (tra i quali quelli della categoria 77, per il noleggio di altre apparecchiature) in quanto attribuiti prima della nuova classificazione Ateco 2007 o dei chiarimenti intervenuti con la circolare dell’Agenzia delle entrate “Sale Giochi e Biliardi” del 2014. La soluzione? Comunicare quanto prima il codice Ateco corretto (92.00.02) al Registro delle Imprese competente per territorio, senza richiesta di pratica di modifica (che potrebbe ingenerare sanzioni) ma di mero aggiornamento, scongiurando così il rischio di restare esclusi da possibili interventi agevolativi. Si tenga inoltre presente che, come tutti i soggetti delle zone rosse colpiti dalle restrizioni del Dpcm del 3 novembre e all’uopo individuati dal decreto Ristori bis, gli operatori del gaming possono adesso godere di ulteriori benefici. In particolare: per i soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli indici sintetici di affidabilità fiscale, attivi appunto nei settori economici individuati dall’Allegato 1, l’estensione, prevista dall’art. 6, della proroga del termine di versamento della seconda o unica rata dell’acconto delle imposte sui redditi e dell’Irap 2020, a prescindere della diminuzione del fatturato o dei corrispettivi; la sospensione di cui all’art. 7 dei termini in scadenza nel mese di novembre 2020 dei versamenti relativi alle ritenute alla fonte e alle trattenute relative all’addizionale regionale e comunale, che i predetti soggetti operano in qualità di sostituti d’imposta, oltre ai versamenti relativi all’Iva. I versamenti sospesi verranno effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un’unica soluzione entro il 16 marzo 2021 o mediante rateizzazione fino a un massimo di quattro rate mensili di pari importo, con il versamento della prima rata entro il 16 marzo 2021. Si segnala inoltre un’importante determina di Adm sul rinvio dei versamenti Preu riferiti al bimestre settembre/ottobre 2020 al 18 dicembre 2020 e, da ultimo, l’incremento di 1.450 milioni di euro per l’anno 2020 e di 220,1 milioni di euro per l’anno 2021 del fondo istituito dall’art. 8, comma 2 del Decreto Ristori bis per provvedere agli oneri derivanti da alcune delle misure agevolative summenzionate (ad esempio quelle di cui agli artt. 6 e 7).

Decreto Ristori e gioco Per le attività di gioco identificate dai codici Ateco 92.00.09 e 93.29.30 (lotterie e scommesse, sale giochi e biliardi), è previsto:

contributo a fondo perduto (a condizione che fatturato e corrispettivi di aprile 2020 siano inferiore ai due terzi dell’ammontare di aprile 2019)

proroga , per ottobre, novembre e dicembre, del credito d'imposta pari al 60 percento per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda (indipendentemente dal volume di ricavi e compensi)

cancellazione seconda rata Imu proroga cassa integrazione

da datori di

lavoro

sospensione termini versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria dovuti a novembre 2020

Decreto Ristori bis e gioco I soggetti di gaming nelle “zone rosse” colpiti da restrizioni del Dpcm del 3 novembre individuati dal Decreto Ristori bis hanno diritto:

proroga

del termine di versamento della seconda o unica rata dell’acconto

imposte su redditi e dell’Irap 2020

(a prescindere dalla diminuzione del fatturato o dei corrispettivi)

sospensione dei termini in scadenza a novembre 2020 dei versamenti relativi alle ritenute alla fonte e alle trattenute relative all’addizionale regionale e comunale (I versamenti sospesi verranno effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un'unica soluzione entro il 16 marzo 2021 o mediante rateizzazione)

Si tratta di una novità targata Decreto Ristori ter, il D.L. n. 154 pubblicato in Gazzetta il 23 novembre 2020, a cui dovrebbe presto seguire la versione quater, in modo da tener conto della prevedibile proroga della sospensione delle attività sul territorio nazionale. L’auspicio è che tali provvedimenti, così come l’imminente Legge di Bilancio, possano assicurare una vera boccata di ossigeno anche ai gestori degli apparecchi da gioco. Il rinvio dei versamenti tributari dopo la ripresa stabile dell’attività nonché GLI AUTORI un abbassamento della pressione fiscale, con almeno il Francesco Scardovi Partner Scardovi & Giordani ripristino delle aliquote Preu Dottori Commercialisti anteriori al 2019, potrebbero e Revisori Legali essere misure importanti da Giancarlo Marzo adottare immediatamente a Managing partner salvaguardia dei players del Studio legale e Tributario Marzo Associati settore.

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scommesse

IL BETTING DEL 2021 È UNA SCOMMESSA Solo i tribunali amministrativi regionali riescono ad allungare la vita alle concessionarie del settore del betting d’Italia. Per il resto regna l’incertezza tra il miraggio del riordino di tutto il gioco pubblico e un regime di proroga che prosegue contravvenendo a qualsiasi regola Ue. di Cesare Antonini

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alla migrazione dei tanti noleggiatori, gestori e proprietari di sale dal retail al gioco online, fino alla creazione di un’offerta di betting e di tutti i verticali con una concessione propria, per arrivare alla creazione di nuovi luoghi di gioco dove scommettere. Pandemia mondiale permettendo, ovvio. Diego Mendez, direttore tecnico di TerryBet, è un manager dall’esperienza internazionale importantissima. E viene dal vastissimo e complesso mercato degli Stati Uniti d’America dove le scommesse, seppur con tantissime difficoltà di riconoscimento normativo (maledetto Wire Act!), rappresentano un’eccellenza a livello mondiale. rima di addentrarci nelle prospettive del settore dopo questo tremendo 2020 che ha riservato per gli operatori delle scommesse un finale ancora peggiore (specie per quelli terrestri), cerchiamo di inquadrare il momento. Sì, perché, se la seconda ondata della pandemia ha bloccato il retail per le varie misure di contenimento del contagio, con le competizioni sportive ancora tutte in corso, almeno il “braccio” digital dei bookmaker poteva dare ossigeno a tutte le concessionarie. Ci mancava quindi anche l’annuncio della scadenza delle licenze. I giudici non potevano far altro in assenza di istanza di proroga e di un bando di gara che manca dal lontano 2016, l’anno che doveva rimettere in linea tutte le concessioni nate da varie leggi e provvedimenti governativi. Le ricorrenti hanno impugnato la comunicazione inol-

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trata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli sulla scadenza delle convenzioni di concessione. Il Tribunale amministrativo ha sottolineato come l’Adm abbia seguito un’interpretazione non del tutto esente da dubbi: “Ci confortano i termini dell’ordinanza odierna del Tar Lazio sui dubbi espressi circa la posizione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli” ha commentato Valérie Peano, legale che ha assistito una delle ricorrenti. “Come confermato anche dal Tar, sebbene in via cautelare, non si è considerato quanto stabilito dalla legge di Stabilità 2016 che all’art.1, aveva previsto il progressivo allineamento temporale, al 31 dicembre 2022, di tutte le concessioni sulla commercializzazione dei giochi a distanza”. A rafforzare le disposizioni dell’ordinanza, il Tar rileva che, nel corso delle audizioni parlamentari in vista dell’adozione della Legge di bilancio del 2021, è stata auspicata una proroga delle concessioni che si trovano nella stessa situazione delle ricorrenti, allo scopo di consentire l’effettuazione delle gare previste per il 2020 – rimandate a causa dell’emergenza sanitaria – e di garantire un “adeguato gettito fiscale”. Indicazioni, queste, inserite nel più ampio dibattito sul “riordino del settore dei giochi pubblici” previsto dal decreto Dignità nel 2018 e sino ad ora mai attuato. Ora la palla passa proprio a Governo, Adm e operatori che dovranno mettere mano all’ormai sempre più utopico riordino del settore.


IL BETTING DEL 2021 È UNA SCOMMESSA

Stefano Sbordoni:

«Riordino urgente sì, ma, come?»

Bando di gara, riordino del settore, decreto dignità, come districarsi in questo ginepraio che sembra trasformare sempre di più il futuro delle scommesse d’Italia in una “mission impossibile”? È il legale esperto di sportsbetting, Stefano Sbordoni, che analizza la situazione e disegna le linee del settore: “Partiamo dal riordino, tutti lo vogliono fare, chi per un verso chi per un altro. Ma dobbiamo fare molta attenzione. Per alcuni partiti significherebbe l’avvio di una mera contrazione, una soppressione e un taglio netto al mercato. Dal punto di vista degli operatori potrebbe significare dare finalmente alle imprese una condizione di sostenibilità e legittimità per un arco temporale più lungo e più certo del passato burrascoso vissuto finora. Poi c’è l’Agenzia (Adm, ovvio, Ndr) che deve rispettare i mandati del Governo ma, dall’altra parte, sembrerebbe voler creare delle condizioni normative che possano essere seguite da tutti con continuità. L’idea è quella di creare un testo unico, un manualetto per non interpretare ogni volta un fottio di norme spesso anche in conflitto tra esse ed evitare il ricorso ai tribunali e alle vie legali per dirimere contenziosi o dubbi più banali”. L’approccio dell’Agenzia sembra positivo, comunque. Viene da pensare agli open hearing organizzati sul Totocalcio o sul Bingo, quello più recente: “Sì, senza dubbio anche se in questi casi potrebbe esserci il rischio che vengano organizzati per dire di aver ascoltato le parti. Più positivo potrebbe essere l’approccio di trarre suggerimenti e indicazioni dagli addetti ai lavori e quindi farne sintesi e tesoro per la costruzione dei nuovi format. Tuttavia, il Totocalcio sembra un punto caldo dove tutti convergono ma che è in ritardo nella presentazione del nuovo format e dove iniziano a palesarsi i primi mal di pancia”. Nel caos delle licenze, però, si è riaperto il capitolo del decreto Dignità legato al calcio e al betting: “Questa è una lotta tra istituzioni, tra ministero dello Sport, Adm e Lega Calcio”, analizza Sbordoni. “Io credo che il tempo del Dignità sia venuto a matura-

zione. Si può passare ad una normalizzazione e un ridimensionamento della misura. Ma lo farà chi ha una visione da statista non chi ha un’ideologia che segue come un dogma e ha paura delle sue ombre: il rischio è che poi alcuni potrebbero non sbandierare qualcosa che è stato fatto ma che non produce gli effetti sperati”. Un ruolo fondamentale in tutte le partite in cui è impegnato il betting lo avrà la delega ai giochi del Mef: “Assolutamente sì ma sembra si sia già un po’ ingessata anche se è più propositiva della precedente. Va valutata l’azione di una certa parte politica. Si sarebbe potuto sfruttare l’ultimo atto della conferenza StatoRegioni. Anche se c’era qualche passaggio da sistemare ora c’è il rischio di rimettere in discussione e non è un buon segno”. Sembra di intuire una notevole difficoltà per i bandi di gara tanto attesi: “Sembra la situazione ideale per slittare tutto di un anno e nella manovra finanziaria ci sarà l’ennesimo rinvio – prosegue ancora il legale del foro di Roma – gli scenari europei, inoltre, non sembrano aiutare. Invece i dettami del trattato Ue dovrebbe apporre un limite al rinvio continuativo dei bandi, delle proroghe. In questa fase non sembrano esserci le condizioni per scrivere qualsiasi gara pubblica nel nostro settore”. Parlando d’attualità, mentre pubblichiamo questa intervista siamo nel mese di dicembre, il gaming può sperare nella riapertura prima della fine dell’anno? “È complesso fare previsioni ma il problema non si dovrebbe porre: il settore è stato chiuso perché ricompreso tra le attività non essenziali per non incrementare assembramenti e circolazione di persone. Però, prima si scrivono protocolli rigidissimi, si accorda la ripartenza e quindi si viene inseriti in queste categorie. Se parliamo di dignità allora questa non la devi dare per finta e toglierla a che invece la merita. E se il gioco è lecito che sia rispettato come tutti gli altri settori economici altrimenti meglio dire apertamente che si vuole vietare anche se è un’attività che esiste da sempre e non è certo un movimento proibizionista che lo cancellerà”, conclude Stefano Sbordoni.

STEFANO SBORDONI

Il Coffee Break Altenar, un successo social e aziendale “In questo particolare momento storico tantissime aziende si sono spostate ancora di piu’ sul digital e su eventi virtuali. La nostra idea era quella di creare qualcosa di nuovo, delle pillole focalizzate su vari aspetti della nostra offerta aziendale per generare curiosità nel cliente e nei nostri partners. Con la lunghezza di un caffè, appunto, di poco più di un minuto. Ed è un vero successo”. Domenico Mazzola, direttore commerciale di Altenar, è stato protagonista di alcuni dei Coffee Breaks della sua azienda e spiega com’è nata la fortunata iniziativa social ospitata anche da tutti i canali di Gioconews.it, Linkedin, Facebook, Twitter. Qual è stato lo spunto iniziale e come sta andando? “Il nome dell’iniziativa spiega tutto - prosegue Mazzola – abbiamo pensato di produrre un contenuto per chi, in pausa caffè, appunto, potesse rimanere incuriosito da un video breve di presentazione mentre sta scorrendo la home dei vari social. Qual è il bilancio delle prime puntate? Siamo già alla undicesima e ho appena terminato di registrare un nuovo episodio che andra’ online nei prossimi giorni. I feedback sono ottimi e invece di lanciare sul web presentazioni cospicue e prolisse siamo riusciti a stuzzicare la curiosità di alcuni clienti che hanno poi

richiesto i link dove scaricare il materiale per approfondire ciò che può essergli utile per il proprio business”. Un’iniziativa fondamentale per il momento particolare che vivono i tanti mercati in cui opera Altenar: “Il 2020 è stato caratterizzato dagli eventi digital e noi abbiamo cercato di essere presenti dappertutto online visto che fisicamente, per il momento, non è permesso – spiega Mazzola – ad esempio siamo stati all’evento Sigma, uno dei principali del settore, per attrarre nuovi clienti e curare i nostri partner”. Un esempio? Nel Coffe Break curato proprio da Mazzola il manager invita i followers delle pagine social e chiedere maggiori informazioni in privato su come sfruttare lo sportsbook per affiliare nuovi utenti per chi ha come core business il casinò online. “Un argomento di cui potremo parlare per ore”, spiega il direttore commerciale Altenar. Meglio farlo in privato, in effetti. Soddisfazione, nonostante il momento, anche per il mercato italiano: “Stiamo a tutta forza nel betting market d’Italia e siamo soddisfatti perché sta andando tutto come c’eravamo prefissati. Al momento siamo online con tre concessionari, stiamo investendo molto a livello di prodotto, e speriamo di poter incrementare sempre di più la nostra rete”, conclude Mazzola. DOMENICO MAZZOLA

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LEDRITTE DELMAESTRO di Gianni Carra

Euro 2021 iniziamo a studiare le quote migliori PROMOSPACE

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uro 2021 è senza ombra di dubbio l’evento calcistico più importante del nuovo anno. Incominciamo a studiare i gironi per acquisire quote interessanti già da ora. Su tutti i bookmaker sono già disponibili i mercati per questa competizione itinerante (in quanto non si svolgerà in una sola sede). Una cosa importante da ricordare, è che scommettere molti mesi prima dell’inizio della competizione, regala quote più alte, che si abbasseranno man mano che ci avviciniamo all’inizio della competizione. Il sorteggio per la fase a gironi di Euro 2021 si è svolto il 30 novembre a Bucarest, in Romania. Al momento, sono venti le formazioni già certe di partecipare alla fase a gironi di Euro 2021, quindi per conoscere le altre formazioni, sarà necessario attendere lo svolgimento dei play-off. Da questi, usciranno le ultime 4 squadre che parteciperanno alla competizione europea.

GRUPPO A La nostra Nazionale ha avuto un po’ di fortuna in questo sorteggio ed è riuscita a evitare le big del calcio europeo. La Turchia, la Svizzera e il Galles sono squadre alla portata degli Azzurri. La vittoria nel girone è quota 1.60, non una quota appetibile ma difficilmente vedremo un’altra squadra al primo posto.

GRUPPO B Anche il Belgio ha avuto un po’ di fortuna con il sorteggio di Euro 2021. I fiamminghi, hanno la possibilità di vincere tutte e tre le gare in programma. Le tre avversarie sono Danimarca, Russia e Finlandia, interessante la quota del Belgio vincente girone 1.75.

GIRONE C Girone dove l’Olanda dovrebbe farla da padrone. Difficile prevedere una sconfitta degli Orange contro l’Ucraina e l’Austria, mentre l’ultima (da decidere a marzo durante i playoff ) è già data per spacciata dai bookmakers con una quota di 23.00. La quota offerta dai bookmaker per l’Olanda è di 1.50.

GIRONE D In questo girone l’Inghilterra è favorita, anche perché due partite verranno giocate allo stadio di Wembley. La principale rivale è la Croazia mentre la Repubblica Ceca e la quarta che arriverà dai playoff concludono il girone. La quota degli inglesi è bassa 1.40, puntiamo sulla Croazia offerta a 3.80.

GRUPPO E La Spagna che ha vinto due europei di seguito prima di lasciare lo scettro nella scorsa edizione ai cugini del Portogallo, ha tutte le carte in regola per passare come prima nel gruppo E. Deve superare Svezia, Polonia e la quarta che dovrà arrivare dagli spareggi di marzo. Quota non generosa con alta probabilità di successo, 1.40.

GRUPPO F Questo è il girone più equilibrato ed interessante. Germania, quota 2.30, Francia 2.30, Portogallo 5.00, mentre la nazionale che accederà dai playoff già vale 35.00. I franceRubrica a contenuto informativo ai sensi delle Linee Guida Agcom (Delibera n.132/19/CONS)

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Chi è Gianni Carra Cinquantuno anni, un passato sui campi da tennis serie C1 nel 1984, ha insegnato in vari circoli lombardi dal 1980 al 1987. Dal 1976 ha iniziato a frequentare gli ippodromi, nel 1992 è collaboratore del quotidiano Cavalli e Corse. Dal 1996 la sua attività professionale principale è scommettere sugli avvenimenti sportivi. Nel 2006 inizia la sua avventura anche nel mondo del poker prima come giocatore e poi come organizzatore. Dal giugno 2012 entra nel team pro di VipBox.it poi nel luglio 2013 il salto di qualità. Carra diventa l’unico poker pro player di PaddyPower.it e cura alcune rubriche radiofoniche e in tv nel seguitissimo programma ‘Qui studio a voi stadio’ di Telelombardia, sempre come uomo Paddy Power. Quotidianamente centinaia di lettori lo seguono sulla sua pagina Facebook e anche nel suo blog, ‘Le dritte del Maestro’ (www. ledrittedelmaestro.it) dove il suo motto è: mano passata, mano finita.

si sono i campioni del mondo in carica, i tedeschi sono forti e i portoghesi gli ultimi vincitori a Euro 2016. Puntiamo sull’esperienza dei tedeschi, che difficilmente falliscono queste manifestazioni. Nonostante la Francia sia attualmente campione del mondo e il Portogallo l’ultima formazione a vincere il campionato europeo, tutti i bookmaker danno l’Inghilterra come favorita alla vittoria di Euro 2021. I “Leoni inglesi” non vincono una competizione importante dal lontano 1996. I bookmaker pensano che la formazione inglese arriverà a giocare la finale di Wembley, quindi in casa, ai prossimi campionati europei di calcio. A parte questo, gli inglesi hanno trovato davanti a se anche un gruppo abbastanza semplice, che gli permetterà di rodare bene, senza dover sprecare troppe energie nei primi tre incontri. Anche loro vengono considerati tra i favoriti, anche perché giocheranno praticamente sempre in casa durante Euro 2021. Grazie alla squadra molto competitiva che è arrivata quarta negli ultimi Mondiali, la quota inglese è di 6.50. Ma noi proponiamo due squadre a quote importanti, il Belgio che ha una rosa importante, quota 7.00 e la nostra Nazionale che migliora di partita in partita ed è bancata a quota 15.00.



politica ippica

UNIRE LE FORZE PER IL BENE DELL’IPPICA

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di Michela Carboni

ippica torna a fare i conti con la pandemia Covid 19, che si va a sommare a tutto il resto dei problemi che già attanagliano, da tempo, il settore. Ma qual è ad oggi la situazione dell’ippica romana? Lo abbiamo chiesto a Daniele Frongia, assessore allo Sport, Politiche Giovanili e Grandi Eventi Cittadini del comune di Roma.

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Daniele Frongia, assessore del Comune di Roma, delinea la situazione del settore nella Capitale e sottolinea la necessità di un lavoro congiunto per raggiungere risultati importanti “La situazione dell’ippica romana è sicuramente molto simile a quella italiana: purtroppo ci troviamo in un momento di grande sofferenza generale, il Covid si aggiunge a una situazione che già prima non era di certo rosea e che ha determinato, per forza di cose, un rallentamento generale sotto vari punti di vista, dalle entrate agli incassi, dalla quantità di corse svolte alla tipologia di offerte che possono essere date ai cittadini in questo difficile periodo”. L’ippodromo di Capannelle è l’unico in città a offrire corse ippiche. Cosa si augura per questo impianto? “L’ippodromo di Capannelle rappresenta per noi, oltre al più grande impianto comunale del nostro territorio, una delle strutture più belle e rappresentative della nostra città. In questi anni abbiamo lavorato congiuntamente e con grande intensità per smorzare delle tensioni che si erano acuite nel passato, attualmente i nostri sforzi vanno invece nella direzione di mantenere e ampliare l’ippica in ge-


UNIRE LE FORZE PER IL BENE DELL’IPPICA

nerale e, soprattutto, effettuare dei consistenti interventi strutturali sull’impianto”. In che modo può essere tutelato e rilanciato? “Come ho detto anche in passato il nostro obiettivo primario è far diventare Capannelle non solo e semplicemente un impianto dove si pratica l’ippica sotto vari punti di vista – gare, allenamenti, corsi, ippoterapia – ma anche un luogo ad alta valenza cittadina sul tema dei grandi eventi e del turismo ecosostenibile, come ad esempio può essere il cicloturismo, vista la posizione Capannelle potrebbe rappresentare infatti uno snodo fondamentale sotto questo punto di vista”. Il Covid sta mettendo a dura prova anche il mondo ippico. In che modo gli operatori possono affrontare l’emergenza? “Il periodo è molto difficile per tutto il comparto sportivo, ippica compresa. Gli operatori possono accedere ai vari fondi emergenziali messi a disposizione dal Governo; certo questo non risolve i problemi di fondo che, chi più chi meno in ambito sportivo, si stanno, purtroppo, protraendo nel tempo”. La politica come può intervenire per sostenere l’ippica italiana? “In questo contesto situazionale non possiamo di certo agire solo ed esclusivamente a livello locale, occorre un intervento dall’alto che possa appunto sostenere l’intera ippica italiana. È per questo che lavorare in maniera congiunta e coesa fra le varie istituzioni appare l’unica soluzione possibile per ottenere validi risultati e sostenere realmente il comparto”. Come si può scongiurare la messa all’asta dell’ex ippodromo di Tor di Valle? “Purtroppo a tal riguardo ci sono in ballo degli accordi fra privati per poi procedere con la costruzione dello Stadio della Roma su cui l’amministrazione può attualmente fare ben poco. Sicuramente è un peccato, perché è un impianto molto bello, ma chiuso da anni, a mio avviso occorre convergere le attenzioni su Capannelle che è attivo e in un periodo piuttosto difficile”. Il Comune di Roma che impegni si sente di prendere nei riguardi dell’ippica romana? “L’impegno preso da Roma Capitale già da tempo e che stiamo portando avanti con impegno e costanza è quello di lavorare confrontandoci con il Mipaaf, il ministero competente da cui attualmente dipende il settore. Come già anticipato, solo lavorando congiuntamente sarà posI P P O D R O M I

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Lui chi è?!? È nato a Roma nel quartiere Appio-Tuscolano, per poi spostarsi in altre zone della Capitale tra le quali il Quadraro, l’Appia Antica e la Montagnola. Dal 2019 è stato nominato commissario straordinario di Roma Capitale per la manifestazione sportiva Uefa Euro 2020. Dal 2018 è membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Romaeuropa. Dal luglio 2013 al novembre 2015 ha ricoperto l’incarico di Consigliere Capitolino di Roma Capitale, per il Movimento 5 Stelle. È stato presidente della commissione capitolina Speciale per la riforma e la razionalizzazione della spesa capitolina, perseguendo obiettivi di contenimento e razionalizzazione della spesa dell’Amministrazione e dei soggetti facenti parte del Gruppo Roma Capitale. Si è occupato del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (con particolare attenzione alle fermate centrali della linea A della metro), dell’impiantistica sportiva e, in particolare, degli impianti di atletica leggera. È autore di numerosi studi e pubblicazioni sul tema della rilevazione e analisi dei bisogni della collettività, finalizzati alla proposizione di soluzioni innovative tese al miglioramento della vita dei cittadini. Ha coordinato la realizzazione del sito Benessere equo sostenibile, nato da un’iniziativa congiunta del Cnel e dell’Istat e che si inquadra nel dibattito internazionale sul “superamento del Pil”. Ha svolto un’intensa attività didattica di livello universitario in materia di analisi delle reti sociali, di comunicazione online e di democrazia partecipativa. Ha lavorato presso l’Istituto Nazionale di Statistica dal 2003, dopo alcune esperienze presso Sas e Telecom (Telesoft). In Istat ha ricoperto l’incarico di responsabile dei siti web e dei sistemi di comunicazione e collaborazione. Ha collaborato con la Società Italiana di Statistica a numerose iniziative scientifiche, formative e di promozione della cultura statistica.

sibile ottenere dei risultati che possano rivelarsi esaustivi per un settore come quello dell’ippica”. Crede ancora che il settore possa rappresentare un volano per turismo ed economia? “Assolutamente sì. Il settore dell’ippica è e rimane un ambito che può attirare turismo e sviluppare l’economia di una città e di un paese. Come detto, Capannelle può rappresentare un centro sportivo polivalente dove praticare ippica a più livelli e al contempo essere il centro nevralgico di un turismo ecosostenibile e di una serie di grandi eventi che attraggono migliaia di persone ogni anno”.

S O V V E N Z I O N I

Sulla recente pubblicazione degli allegati mancanti al decreto del ministero delle Politiche agricole sulle sovvenzioni alle società di corse riconosciute, Elio Pautasso, presidente di Hippogroup Roma Capannelle, afferma: “Il modello di sovvenzione è piuttosto complesso e quindi necessita di una analisi più approfondita. Con piacere vedo che sono stati nuovamente inseriti i centri di allenamento come richiesto più volte

da noi gestori. Visto che questo modello, come riporta il decreto direttoriale sul quale si basa, sarà valido anche per il prossimo anno avendo una validità pluriennale, dopo lo studio dovremmo proporre eventuali correttivi da apportare. Va però sottolineato che per una completa comprensione del modello è necessario conoscere la sua applicazione, cioè conoscere i calcoli matematici con tutti i parametri ed i coefficienti

che sono stati applicati. In ogni caso essere riusciti ad ottenere il completamento dell’iter di approvazione dei nostri contratti è già un risultato ampiamente soddisfacente valutato anche il momento particolare in cui si trova tutto il mondo per la pandemia”.

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flipper

La battaglia dei dazi e la nuova geopolitica del flipper La guerra commerciale tra Stati Uniti e Ue rischia di far sparire il flipper in Europa, oppure, di rilanciarlo. Ecco perché.

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osa hanno in comune: ketchup, succo d’arancia, formaggio cheddar, tabacco, flipper, patate dolci e trattori? Difficile capirlo, a prima vista. Ma leggendo i quotidiani economici, potrebbe diventare tutto molto più chiaro. Il legame tra questi e altri prodotti, in primis è che sono tutti rigorosamente “Made in Usa”: il secondo, strettamente collegato al primo, è che si trovano oggi a dover fare i conti con un aumento dei prezzi del 25 percento a causa dei dazi doganali imposti dall’Unione Europea. Ciò a causa di una controversia in corso con gli Stati Uniti sui sussidi pagati ai produttori di aeromobili Boeing e Airbus. Si tratta, in realtà, di una risposta “sul campo” dell’Europa in seguito alle misure imposte dal presidente uscente degli Stati Uniti, Donald Trump: motivo per il quale, nel Vecchio Continente, ci si aspetta che adesso, con la nuova presidenza di Joe Biden, si possa quanto meno ridiscutere la situazione, per evitare dei rincari che rischierebbero di creare non pochi problemi, soprattutto in un periodo di forte crisi economica come quella che si trovano ad affrontare tutti i mercati (e i consumatori) a causa della pandemia. Con alcuni settori e prodotti che rischiano di essere compromessi molto più degli altri, con il rischio – addirittura – di poter sparire dalla circolazione. Almeno in Europa. Come nel caso del flipper: resistito a tantissime peripezie nel corso dei decenni e che ora rischia davvero di soccombere di fronte a questa novità, che è destinata a tagliare le gambe a un mercato già molto costoso in sé. Sì, perché il 99 percento della produzione mondiale del flipper è concentrato negli Stati Uniti e riferito quasi esclusi-

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di Alessio Crisantemi

vamente a un produttore, ovvero il celebre Stern Pinball, con sede a Chicago. Con l’Europa che rappresenta tuttavia quasi un terzo del mercato globale, attraverso le esportazioni. L’introduzione di questa tassa, dunque, andrebbe a caricare di oltre mille euro il costo di ogni singolo gioco: qualcosa di impossibile da sostenere per un mercato già fortemente limitato e che era andato scomparendo, nel corso tempo, proprio a causa dei costi tutt’altro che banali di ogni singola macchina. Figuriamoci quindi cosa potrebbe accadere nel caso di un surplus doganale di questo tipo. Non a caso, dalla data di entrata in vigore della nuova tassazione, cioè il 9 novembre 2020, tutti gli importatori europei hanno annullato gli ordini che avevano in ballo con gli Stati Uniti, sapendo già di non poter innalzare di così tanto una vendita, né tanto meno di poter assorbire tali costi in altro modo, visti i margini notevolmente ristretti.

Cosa dice la legge Tutto nasce da quando lo scorso anno gli Stati Uniti hanno imposto tariffe sui prodotti dell’Ue come vino, formaggio e whisky a seguito dell’approvazione dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto – World Trade Organisation) derivante dal sostegno finanziario per il produttore europeo di aeromobili Airbus. Subito dopo la stessa Wto ha approvato un’azione simile da parte dell’Ue contro vari prodotti statunitensi per sussidi simili pagati a Boeing. L’elenco dei prodotti interessati dovrebbe comprendere solo quelle merci importate dagli Stati Uniti che sono prontamente disponibili anche da paesi alternativi.


LA BATTAGLIA DEI DAZI E LA NUOVA GEOPOLITICA DEL FLIPPER

Poiché il formaggio, le patate dolci e il succo d’arancia possono provenire dai paesi europei, sono stati in contrasto con le nuove regole che impongono una tariffa di importazione del 25 percento su queste merci se provengono dagli Stati Uniti. Tuttavia, anche i flipper e i videogiochi Arcade insieme ai loro componenti rientrano nelle normative, con un aumento del prezzo di tale quota per tutte le macchine e le parti spedite dopo il 10 novembre 2020 (Il codice del prodotto che include il flipper: 95 04 30 10). Questa nuova tariffa di importazione si aggiunge alla normale imposta sulle vendite, l’imposta sul valore aggiunto (Iva), che in Italia è del 22 percento ma che varia in base al paese (dal 17 percento del Lussemburgo al 28 percento dell’Ungheria). Le regole si applicano a tutti i ventisette Stati membri dell’Ue e al Regno Unito. Anzi, per quest’ultimo si registra pure un’ulteriore beffa visto che, pur avendo formalmente lasciato l’Unione Europea il 1° gennaio 2020, a causa dell’accordo di recesso attuerà eventuali accordi normativi approvati dall’Europa fino alla fine del 2020. Dopodiché sarà libero di stipulare accordi commerciali alternativi con gli Stati Uniti e altri paesi, puntando quindi a eliminare questa tariffa del 25 percento nelle importazioni. Per gli altri la nuova tariffa di importazione sembra destinata a rimanere in vigore fino a quando non sarà raggiunto un nuovo accordo tra l’Ue e gli States. I prezzi dei nuovi flipper sono già significativamente più alti in Europa rispetto agli Stati Uniti a causa di una combinazione di tassi di cambio, costi di spedizione e Iva, ma questo aumento dei prezzi avrà sicuramente un impatto sulle vendite di nuove macchine nell’importante periodo la stagione delle vacanze.

Tra rischi e opportunità Ecco quindi che un episodio di questo tipo potrebbe tradursi nella scomparsa definitiva del flipper nel nostro continente. Ma anche – e soprattutto – proprio nel nostro paese, dove un balzello di questo tipo andrebbe senza dubbio a scoraggiare in maniera totale e definitiva l’acquisto di questi giochi da parte degli operatori di sale giochi e dei noleggi, che fino ad oggi – e solo in minima parte – hanno continuato ad acquistare flipper per mantenere un’offerta diversificata all’interno dei locali, che non fosse soltanto rivolta ai giochi con vincita in denaro, o comunque puntando sul valore di aggregazione e di socializzazione che appartiene tipicamente al “Re” dei giochi a moneta. Tutto questo verrebbe inevitabilmente cancellato, con un rincaro di oltre mille euro a macchina, visto che in Italia è uno dei mercati in cui un gioco costa

già oggi di più. E se qualcuno dovesse faticare a credere che un dazio possa davvero portare alla scomparsa di un prodotto, è opportuno citare ciò che è già accaduto anche in altri paesi: per esempio la Colombia, dove la maggior parte delle persone non sa neanche cosa sia un flipper, visto che non ce ne sono in circolazione, proprio a causa dei costi improponibili di importazione dagli Stati Uniti. Eppure proprio negli ultimi due o tre anni, l’Europa – trainata dall’Italia – aveva raggiunto livelli record in termini di vendita dei flipper, con il nostro Paese passato dai circa 300 agli oltre 450 flipper nuovi venduti ogni anno nell’ultimo triennio - anche grazie allo sviluppo e diffusione della pratica del flipper sportivo che aveva riportare il gioco sotto i riflettori e in molti bar. Facendolo tornare anche nelle grazie degli operatori dell’intrattenimento, che si erano resi conto di questo nuovo e rinnovato fenomeno di costume, che poteva permettere di arrotondare gli incassi e – meglio ancora – creare un’alternativa in quelle regioni in cui le restrizioni introdotte nei confronti delle slot creavano un vuoto da colmare nei bar e nelle sale giochi. Che qualcuno aveva ben pensato di colmare con il flipper, anche con il ricorso agli incentivi fiscali del cosiddetto “super-ammortamento” che consentivano ai gestori di ammortizzare prodotti di questo tipo: a conferma della rilevanza del tema economico e fiscale in questo particolare settore. Tutto questo, dunque, è destinato a finire, a causa delle scelte dell’Europa e di Trump. D’altro canto, tuttavia, questo scenario così fortemente critico potrebbe anche portare a un altro tipo di rivoluzione, magari in senso opposto: cioè spingendo i produttori ad aprire una sede in Europa in modo da non dover più importare i giochi, producendoli in loco. Un passaggio non banale ma che potrebbe – questo sì – addirittura rilanciare le vendite, dopo che negli ultimi anni il flipper era tornato a splendere, ormai in gran parte del mondo (non in Colombia, per esempio, come detto). Del resto, il flipper di oggi è molto diverso rispetto a quello del passato, essendo molto concentrato attorno a un cervellone centrale costituito da una cpu, alla stregua di un computer o un videogame, anche in seguito allo sviluppo tecnologico portato a termine da Stern con l’introduzione del sistema cosiddetto Spike. La produzione di un flipper oggi, pertanto, è ben diversa rispetto a quella degli scorsi decenni, che non poteva certo essere facilmente trasferita altrove. E chissà che questo delirio normativo e fiscale non possa portare, alla fine, a qualcosa di positivo. Staremo a vedere. Di certo, seguiremo la vicenda, nel vivo. GARY STERN

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SIMONE SPERANZA

poker ipo

L’IPO FA IL BIS ONLINE IN ATTESA DI TORNARE DAL VIVO Dopo i successi di luglio e ottobre il popolare format di poker live ha dovuto fare i conti con i vari lockdown e la pandemia e si è subito trasferito online: ottimi numeri e tutti i garantiti superati dall’1 all’11 novembre! di Cesare Antonini

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processo che abbiamo auspicato in questi mesi tra lockdown, riaperture e seconda ondata della pandemia da Covid-19 in Italia e in tutta Europa dove si sviluppa il settore del poker live. I principali circuiti internazionali hanno migrato sulle piattaforme online per tenere vivo il brand e cercare di recuperare i mesi di stop. Alcuni eventi hanno fatto numeri pazzeschi sfruttando room internazionali dalla liquidità decisamente superiore al poker “punto it” limitato a quella nazionale e interna. Ma, come detto, Ipo ha ottenuto un ottimo riscontro che conferma le ottime impressioni della prima edizione. E in cantiere potrebbe esserci qualche novità già per i prossimi mesi tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. In attesa, ovviamente, che il poker dal vivo riprenda. Virus permettendo.

Main Event con vittoria “in black” È andato in archivio col dominio dei reg online l’attesissimo Ipo Main event da 50mila euro garantiti giocato su 888Poker.it che ha raccolto 307 entrants in modalità freezeout per un montepremi finale da 72.145 euro. La vittoria è andata a “ManinBlackk” per 13.960 euro sul runner up “theking1007” per 10.461 euro. I due spesso si sono sfidati nei domenicali sia su 888poker.it che in altre sale e si sono ritrovati a sfidarsi proprio in questo ottimo torneo che ha visto un altro reg, “Nero1978”, piazzarsi sul podio per 7.935 euro. Ma ci sono altre due notizie che emergono da un evento che pagato 45 players: in quarta piazza ancora lui, Simone “spera991” Speranza che dopo due vittorie live ricchissime negli eventi da record dei tempi di Campione d’Italia, un terzo posto centrato a San Marino, adesso si piazza a ridosso del podio per 5.951 euro. È sempre lui il recordman del torneo che ha fatto la storia del poker italiano. A 10 left era anche chip leader e ha anche commentato il suo torneo con Michela “miciamiky” Antolini su Twitch. Peccato per la sua uscita ma vince la sfida su tutti gli ex winner conferman-

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dosi una certezza che sancisce ancora una volta la preponderanza delle skills sull’alea. L’altra notizia è la settima piazza per Alice Favolosa88 Sicconi che si porta a casa 2.452 euro. In 12esima posizione anche un nick storico come “Ev1t4L4p3ste”. Nulla da fare per gli attesissimi Andrea Radicchi, Max Pescatori, Alessandro Giannelli, Emanuele Di Domenico, Marco Bognanni, Andrea Montanari, Emanuele Monari (questi ultimi due della In The Zone Academy partner di Ipo) e tanti altri ancora. Soddisfazione per Andrea Rocci, Ceo di PkLive360 e titolare del brand Ipo: “Overall i numeri della prima edizione sono stati confermati e questo evento online salda ancora di più la partnership con 888poker e Ipo per tenere vivo il brand e il rapporto coi nostri players. Siamo dipendenti dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria che, ci auguriamo tutti, finisca molto presto. Sempre Ipo, con 888poker, aveva in programma una serie di eventi tra la fine del 2020 e il 2021 e la speranza è quella di poter tornare a giocare dal vivo e a rimettere in campo i nostri progetti. Se l’emergenza dovesse continuare perché no, magari potrebbe tornare un altro Ipo Online e grazie a tutti i nostri players!”.

Il Progressive Knockout a SpongeBod Super torneo di “SpongeBod” che ha vinto l’888Poker Ipo Pko event conquistando la prima moneta da 1.974 euro più 1.689 euro di taglie , tantissime rispetto al runner up “ROBERTIGREX”, che insieme al premio “normale” di 1.373 euro, si è portato a casa anche 720 euro di bisunti. Per il resto tutti nella media delle eliminazioni con “77frenk77”, rego online su 888poker e sul punto it, che riceve un payday di 1.042 euro più 489 euro. Quinto un altro nick notabile come “1paco72” quindi ancora a premio “fabdelbono”, ottavo posto per lui e poi “IMP4VIDUSSSS” diciassettesimo. L’uomo bolla è stato “firo1993”. Tanti players che hanno giocato quasi tutti i tornei IPO Online si consolano con


L’IPO FA IL BIS ONLINE IN ATTESA DI TORNARE DAL VIVO

qualche taglia come il winner “D.DEMAxxx86”, “0ldWh1sk3y”, un grande ritorno come quello di “MiloRomaAA” mentre all’asciutto con due bullet Alessandro “aleppp” Giannelli, reg di Ipo Live e ottimo torneista online. Il torneo ha totalizzato 124 entries più 24 rebuy per una prizepool che ha superato i 17.000 euro e il garantito da 15.000. In 18 sono andati a premio.

Fabrizio Privitera, sempre tra i migliori dal live all’online Uno dei players più in forma nelle IPO 888Poker Online Series è stato senza dubbio Fabrizio “fabry_wct” Privitera. Stiamo parlando di un ottimo player live e online con un piazzamento all’Ipo a maggio 2017 in mezzo a tantissime performance prestigiose in tutti i format live principali. Online brilla ancora e si porta a casa altri 1.993 euro più 150 euro di taglie dopo il terzo posto all’Opening Event. Due podi importanti per lui. Com’è andato questo Ipo online? “Inizio col dirti che leggere il nome Ipo comunque è sinonimo di garanzia e le strutture sono ottime, e oltre al secondo posto del torneo Bounty ho gia deallato l’Opening event. Poi ho giocato tutti gli altri tornei schedulati senza continuare però la striscia positiva!”. Come sta andando l’attività online vista la particolare situazione dal lockdown alla riapertura dei circuiti live fino alla seconda ondata che ci sta richiudendo in casa? “Purtroppo la situazione non è semplice per chi è bloccato a casa, per noi che di questo gioco ne abbiamo fatto un lavoro è molto conveniente giocare perché è pur vero che i field sono piu ampi, ma è anche vero che c’è molta più gente che gioca per divertimento e quindi i tornei risultano più semplici. Ho giocato in lockdown e senz’altro giocherò pure in questo periodo, anche a discapito del mio lavoro spero che presto questa situazione possa risolversi e che la nostra nazione possa rialzarsi”. Qual è il tuo lavoro principale? “Io vivo principalmente col poker però abbiamo un negozio con mio padre nel settore dell’edilizia, ma a prescindere spero che si risolva tutto in modo tale che tutto torni alla normalità e la gente possa tornare a lavorare e uscire di casa senza problemi”. Il live ti manca? “Sì assolutamente, diciamo che le trasferte hanno un loro costo ma non me ne privo e vado spesso, specie per rivedere gente che magari si incontra spesso ai tavoli online e anche per il pretesto di staccare un po’ dalla solita routine. Quando si potrà viaggiare in sicurezza sicuro ci rivedremo ai tavoli verdi”.

Pokeristicamente come si affrontano questi periodi. Parlo di strategie, range, approccio in base ai field, insomma quali particolarità stai trovando e come si sta evolvendo il tuo gioco? “Il mio gioco è rimasto molto simile, diciamo che quando ci si siede ad un torneo di poker non si può adottare sempre la stessa strategia, perché ci saranno le fasi dove si è più short/deep, le fasi dove bisogna aggredire e quelle dove si è aggrediti. La mia strategia nel complesso è quella di cercare di attaccare sempre ove sia possibile però anche il sapersi adattare è una delle scelte migliori”.

Miciamiky e l’Iposbarca su Twitch “La mia esperienza su Twitch è iniziata in un modo che non credevo possibile. Poche ore per studiare come funzioni tecnicamente questa piattaforma, per me completamente nuova, ma credo che il risultato sia stato davvero sorprendente”. Michela “Micia” Antolini inizia così il resoconto dello streaming fortemente voluto dal consulente marketing di Ipo, Simone Ricci, nella versione online su 888Poker.it. Numeri splendidi con possibilità di crescita spaventose. Ma è “miciamiky” a raccontarci tutto con il successo pazzesco di aver chiuso un deal a 3 nell’evento 6max proprio durante lo streaming. “Direi che l’esperimento è riuscito: 250 followers, più di 150 utenti attivi in chat, oltre mille spettatori unici durante il final table del Main Event e 2000 totali nelle trasmissioni che hanno mostrato il mio gioco (o, meglio, quello che dovrebbe essere il “non gioco” eheheh) ai tavoli di 888Poker.it durante le Ipo Online Series. Ho trasmesso quasi tutti gli eventi della settimana pokeristica di Ipo, tra cui il 6Max (che ho anche vinto deallando in 3 alle due di notte)”. Il canale, partito da zero (zero followers e zero trasmissioni precedenti), ha di giorno in giorno raddoppiato i numeri e sono successe anche cose interessanti e divertenti: “Come l’ospitata nel canale degli amici di In The Zone Academy, proprio con Simone Speranza in diretta durante il suo ennesimo Final Table al main event – racconta Micia – o come quando, sempre durante il main event, alle 6 di mattina, mi sono ritrovata 450 spettatori mandati sul mio canale da uno streamer di eSports. Le visualizzazioni live sono partite dalle 300 dell’opening event e sono arrivate a 1.650 con l’ultimo streaming del Main Event”. Insomma, buonissima la prima.

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poker wsop

PRIMA IL SEMAFORO VERDE A LIVELLO CENTRALE PER I “PICCOLI TORNEI DI POKER”, POI I CANTONI FANNO SCATTARE LA “LUCE ROSSA” O RITARDANO IL RECEPIMENTO DELLA NORMA. MENTRE L’ITALIA ATTENDE UN REGOLAMENTO SIMILE DA OLTRE UNDICI ANNI

Poker live tilt in Svizzera

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egli ultimi dieci anni abbiamo assistito a un balletto folle di norme, leggi e regolamenti presentati, approvati e qualche mese dopo ritirati. Il poker live nei club svizzeri ha subìto più o meno questo iter schizofrenico. Dalla speranza e dalla ragionevolezza che alcune leggi sembravano voler regolare un settore che, comunque, esiste e prosegue a giocare anche in maniera privata dove è difficile andare a vigilare e a proteggere i players, alla chiusura netta e a continui ribaltamenti di fronte a livello normativo. L’ultimo caso riguarda i “piccoli tornei di poker”. Cosa vuol dire e cosa prevede la legge? In pratica i cantoni possono decidere (tramite la propria legislazione in materia) se approvare o no sul proprio territorio. Tutto questo è previsto dalla “nuova” legge federale sui giochi in denaro (Lgd) entrata in vigore il primo gennaio 2019. Secondo la norma, però, non si tratta dei tornei di poker come siamo portati a immaginarli, né come quelli dei casinò, né come quelli dei circoli medio grandi. La legge indica la possibilità di organizzare piccoli eventi con limiti di puntata e anche di vincita ben precisi. E pare che questi tornei avranno in molti casi anche premi in natura. Un qualcosa di molto vicino ai limiti imposti ormai da diversi anni dalla Corte di Cassazione per il poker live nei locali pubblici italiani e nelle associazioni sportive o circoli culturali.

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Tuttavia il ritardo è piuttosto evidente e i cantoni ci stanno ancora lavorando poiché una norma transitoria della Lgd dà loro tempo fino al 31 dicembre 2020 per adottare la loro nuova regolamentazione. C’è il rischio che addirittura la possibilità scivoli via così anche se alcuni cantoni si sono già espressi in merito. LA SCELTA DI BASILEA – Il Cantone di Basilea sta ancora pensando di autorizzare i tornei a determinate condizioni. Ed è stato proprio il Cantone in questione a lanciare la discussione approvando l’organizzazione di questi “small tournaments”. L’amministratore del distretto di Basilea ha adattato la legge cantonale sul gioco ai nuovi requisiti federali e il Parlamento del cantone ha approvato la legge con 84 voti a favore, 1 contrario e 4 astensioni. Con la nuova legge nei ristoranti pubblici del cantone potranno essere organizzati giochi di abilità con premi in denaro. Saranno consentiti anche tornei di poker di piccole dimensioni. I GRIGIONI DICONO SI AGLI HOME GAMES – Diversa la posizione del Cantone dei Grigioni che ha allentato il divieto assoluto di organizzare tornei di poker a soldi veri ma solo in ambito privato: in effetti si potrà giocare senza autorizzazione in location o ambienti non pubblici. Nei ristoranti, invece, il divieto resterà. Il Governo si è allineato così alla legge federale in vigore. Attualmente nel

di Cesare Antonini

cantone i tornei possono svolgersi solamente se organizzati nei casinò. Al di fuori delle grandi sale adibite al giochi d’azzardo di St. Moritz o Davos non possono tenersi partite di poker a soldi, nemmeno in ambito familiare e con piccole puntate. Una volta attuato il diritto federale in materia di giochi in denaro, sarà però possibile giocare a poker puntando soldi restando in una cerchia privata, legalmente e senza autorizzazione. Per cerchia privata, come precisa il Governo, si intende un gruppo di persone con legami di carattere familiare, professionale o simili, che non invita pubblicamente a giocare e che non organizza partite traendone un profitto costante e, quindi, che si trasforma in un lavoro vero e proprio. TICI-NO – Va ancora presa una decisione ma sul tavolo del governo del cantone del Ticino è arrivata una proposta di “divieto sul suolo cantonale di organizzare piccoli tornei di poker e scommesse sportive locali”. Dietro c’è il comitato del Gruppo azzardo Ticino-Prevenzione convinto del fatto che “si tende a sottostimare i pericoli con il rischio di poi perdere il controllo, entrando in una spirale negativa dalle quale è molto difficile uscire. Sia online, sia nei piccoli tornei di poker vengono spesso effettuate delle cosiddette micro-puntate e questo porta le persone a non essere veramente consapevoli che stanno giocando d’azzardo: vi è la percezione che i rischi sono bassi. Il problema è che le micro-puntate si sommano e si può arrivare a situazioni nelle quali si perdono grosse somme di denaro”. Quale linea prevarrà? I termini stanno per scadere.



politica poker online

NUOVE TENDENZE E ATTITUDINI NEL POKER ONLINE di Cesare Antonini

Uno dei talenti più puri dell’hold’em d’Italia ma ormai totalmente a suo agio sui field esteri ad altissimi livelli, ecco la storia e le analisi del gioco del momento di Andrea Radicchi

Su

certi field il gioco è diametralmente opposto rispetto a quelli del ‘punto it’. E il poker è in continua evoluzione, ci sono sempre nuove mosse da capire, studiare e implementare. Tante situazioni di gioco. E ora spero di continuare a centrare tanti successi live, come Ipo San Marino, e online su alcune room in cui grindo. E vi racconto come sono nato”. Andrea Radicchi, winner Ipo a San Marino nell’ultimo evento dal vivo di rilievo giocato i primi di ottobre, ha lanciato la sfida a Simone “Spera91” Speranza, unico ad aver vinto due volte il torneo in questione e con in bacheca anche un terzo posto sempre alla Giochi del Titano. Radicchi è il player online del momento e la vittoria sammarinese l’ha consacrato anche live. Anche se Ipo Online ha visto piazzare a premio proprio Speranza, per Radicchi le conferme ormai sono talmente tante che possiamo tranquillamente annoverare il giocatore di Umbertide, cittadina in provincia di Perugia, in Umbria, tra i migliori in assoluto. È la sua velocità di pensiero ma anche la calma e la capacità di riflettere e di gestire i duri up and downswing di un torneista online di certi livelli, a convincerci delle sue immense capacità. Riprendiamo dal “dopo Ipo”, com’è andata? “In realtà fino al big shot online da oltre 180mila dollari, stavo ‘swingando’ diverse decine di migliaia di dollari. Perdevo praticamente tutti i giorni, poi ho recuperato tutto con gli

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interessi. È così. Gioco senza staking, da solo, se non per eventi più high dove vendo qualche quota e possono capitare momenti del genere per chi gioca tornei”. Stai giocando un po’ dappertutto, com’è tornare da quei field a quelli punto it? “C’è una differenza abissale tra field esteri e quelli italiani - prosegue Radicchi - su 888 il field è buono ma più o meno ritroverò gli stessi che affronto giornalmente. Non serve forzare molti spot e i range sono molto più stretti. Post flop c’è molta meno aggressività e non ci sono colpi che vanno forzati particolarmente. Sto imparando delle move che sto implementando che difficilmente avrei pensato di giocare. Poi, ovviamente, dipenderà molto dal field, dalle entries e dalla run”. Anche i range cambiano? “Sono completamente differenti, specie in alcune mani che non mi sarei mai sognato di giocare qualche tempo fa. Vanno implementate delle move assurde che hanno un valore atteso molto più alto rispetto al ‘punto it’ dove, o non si giocano o sono standard. Uno dei tanti esempi può essere A2 offsuited da big blind. Su un’apertura spesso si tende a difendere la posizione ma contro reg molto forti conviene addirittura three-bettarla e se il colpo va avanti, poi, si deve giocare col proprio percepito”. Per molti sarà arabo antico ma cosa succede nei field più “reggosi” che esistono? “Proprio nelle ultime settimane ho im-


NUOVE TENDENZE E ATTITUDINI NEL POKER ONLINE

plementato alcune mosse al tavolo alle quali non ero mai abituato ma che ‘workano’ molto più di altre soluzioni. Ad esempio in tanti spot in cui si fa check-call check-call check-fold è meglio fare bet-bet-bet-shove con mani che non hanno Equity o in mani in cui c’è un vantaggio di range evidente. Al river l’avversario difficilmente chiamerà e se chiama sbaglia. Sono apparentemente mani che non hanno senso, starting hands marginali ma che al river, invece, sei sempre più o meno buono”. Quali sono, invece, le nuove attitudini del momento al tavolo online? “Ce ne sono molte e sempre di nuove. Il gioco è sempre lo stesso ma cambia veramente di continuo e se non seri continuamente aggiornato perdi tanta edge. Ad esempio tanti reg invece di shovare dritto con stack da 20-25X in alcune strutture di torneo, adesso implementano spesso un range di 3bet molto stretto, per 5 volte o anche meno per non giocarsi tutto lo stack e uscire. Parliamo comunque di top range e di una porzione di bluff. È una move che genera lo stesso effetto sull’avversario e magari riescono a vincere un pot uncontested con un Equity immediata. Una mano può essere K10 offsuited ma, come detto, tutto cambia in base alle situazioni”. I successi sul dot com dove Andrea può giocare, sono stati davvero degli shot complicatissimi: “Al final table dell’ultimo torneo in cui sono riuscito a vincere oltre mezzo milione di dollari, c’era anche un certo Artur Martirosian. Il buy in era da 525 dollari e non troppo pesante. Il field spesso non è poi così proibitivo mentre stavolta era pieno zeppo di reg pazzeschi. Al tavolo finale sono riuscito ad arrivarci come chip leader e il grosso vantaggio è stato che i migliori erano usciti prima del tavolo decisivo. Nella fase finale c’era una ‘balena’ che giocava tutto a caso e Brian Paris, ottimo reg ma molto meno pericoloso di quelli che c’avevano lasciato prima. Determinante un colpo vinto a due tavoli left e poi ho rischiato grosso visto che ho perso un match point AJ vs A9 e poi con KK ho brockato su un flop 2-5-6 contro 9-6 e oppo mi ha chiuso un full house runner runner. Per fortuna tutto è filato via liscio e anche l’heads up è andato bene, una sfida che spostava 90mila dollari”. Che differenza c’è, invece, tra la tua vittoria all’IPO San Marino e gli shot online: “A San Marino se avessi trovato al Day3 un tavolo full reg non sarei mai arrivato al final table. La run era disastrosa ma mi sono tenuto in gioco di mestiere, con esperienza e rubacchiando piatti che mi hanno portato al late stage. Online, invece, su field vastissimi bisogna runnare moltissimo e i field su alcune room sono talmente reggosi che senza qualche colpo fortunato e un gioco da adattare in continua evoluzione, difficilmente si riesce ad arrivare”. Un po’ di storia per conoscere come nasce il Radicchi giocatore? “Ho iniziato dal 2014 appena fatti 18 anni e il gioco lo conoscevo già da molto visto che seguivo tutti i programmi tv su Pokeritalia24 - racconta Andrea - i primi anni giocavo solo Spin and Go finché mi hanno bannato i primi mesi del 2017. I tornei li giocavo sporadicamente poi qualche Series, qualche evento e dai primi mesi del 2018 ho iniziato a giocare mtt”.

Una curiosità: ti sei formato con gli Spin and Go, cosa ti hanno lasciato? “Sembrava destino visto che quando sono arrivato la room ha lanciato questa modalità. Giocavo massimo 10 euro e ne ho fatti a miliardi. In generale adesso mi ritrovo a giocare molto più confident spot dai 10 ai 20BB, in questa zona sai sempre più o meno cosa devi fare, specie post flop. Sbagli molto meno di tanti oppo. Stessa cosa in late stage e ancora meglio ovviamente 3 left o in heads up. Stessa dinamica in blind war. Contro il mio avversario a Ipo ho potuto notare quanti errori gravi ha fatto in heads up. Alcune mani le avrei sempre limp-callate. Quando poi forzavo difficilmente mi tirava dentro e non vinceva. Come ti poni, invece, nel field dei top reg italiani? “Sono cresciuto molto ma non sono ancora arrivato a certi livelli. Enrico Camosci? Ecco Camosh è davvero di un altro livello rispetto a me. Preflop ma anche postflop sbagliano davvero molto meno di me. Sul punto it, invece, ho tantissime label di reg tard, alcuni nitty e pochi bravi”. E questa sfida a distanza con Speranza per l’Ipo? “Lui è davvero uno che sbaglia zero e che fa mosse con frequenze di livello internazionale. Mi ha fatto molto piacere quando mi ha fatto i complimenti per la vittoria a San Marino e mi piacerebbe davvero fare questa doppietta online in attesa di sfidare tutti nuovamente dal vivo quando sarà possibile!”. La sfida è accesa! Ci sarà da divertirsi! Le quote, finora, non gli hanno portato fortuna: “Per adesso c’ho sempre rimesso. L’unica volta che le ho comprate non ho vinto nulla e quando le ho cedute c’ho sempre rimesso perché era la volta che vincevo bene”. C’è anche un episodio inedito e significativo che conferma la visione di Radicchi su questo tema dello staking: “Ricordi lo shot pazzesco di Enrico Camosci alla PokerStars Caribbean Adventure nel gennaio 2019? Beh, ‘Camosh’ era arrivato 17esimo al main event e io avevo comprato le quote di questo torneo. Poi, essendo in grande forma, ha deciso di giocare anche il 10.300 dollari high roller di poche ore dopo e ha scritto sulla chat dei quotisti dove ero anche io. Non ricordo per quale motivo, forse dormivo, forse avevo il telefono staccato o senza linea, insomma non mi rendo conto dell’annuncio e non lo compro. Enrico vinse poche ore dopo oltre 250mila dollari. Ma lo so che sulle quote non ho run”.

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casinò

In attesa di Roma La chiusura dei casinò preoccupa fortemente gli enti pubblici proprietari e alla Camera dei deputati Flavio Di Muro e Giorgio Mulè sollecitano interventi immediati e un futuro riordino del settore di Anna Maria Rengo

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ioco fisico in lockdown fino al 3 dicembre, sperando che poi si possa procedere a una rapidissima ripartenza, e i casinò non fanno eccezione. Semmai, spicca come particolarità il fatto che la chiusura colpisce società di gestione interamente pubbliche e le loro proprietà: Comuni di Sanremo e di Venezia, Regione Valle d’Aosta. Con due parlamentari in prima linea nel prestare attenzione alla specificità dei casinò italiani anche in questo momento di perdurante pandemia, facciamo il punto sull’operato del Governo Conte 2, in questo anno purtroppo fortemente caratterizzato dall’emergenza sanitaria e che volge a un 2021 nel quale “rilancio” sarà la parola d’ordine: Flavio Di Muro (deputato della Lega membro della commissione Giustizia) e Giorgio Mulè (deputato di Forza Italia membro della commissione Trasporti e della commissione parlamentare per l’Indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi). Fdm: “L’operato del Governo Conte 2 è stato confuso: cambiare i colori come se fosse un gioco FLAVIO DI MURO

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delle Regioni d’Italia crea molta confusione. Il virus va contrastato con politiche efficaci e con la concertazione di tutti i soggetti istituzionali e del territorio, a partire dalle Regioni che hanno competenza in materia sanitaria per proseguire con i sindaci. Al di là dell’emergenza sanitaria, non si possono cambiare le norme dal primo al secondo lockdown, sperando ovviamente che non ne arriverà un terzo. Il Governo è stato anche incapace a garantire i cosiddetti ristori, ogni volta che cambia una direttiva gli operatori commerciali si interrogano se arriveranno loro le risorse: una catena più efficace di contributi alle attività renderebbe meno pesante la chiusura delle attività stesse”. Gm: “Esprimo un giudizio negativo sull’operato del Governo che sul fronte dell’emergenza si è mosso male e in ordine sparso, senza fare tesoro degli errori commessi in passato. Nessuno pretendeva l’infallibilità ma non si può accettare la fallibilità totale di chi a distanza di sei mesi commette gli stessi sbagli di marzo. L’estate non è stata sfruttata per prepararsi a una seconda ondata di contagi che era stata annunciata e ci siamo trovati in una situazione economica e sanitaria speculare, anzi peggiore, di quella di marzo. Da parte nostra, come Forza Italia non abbiamo fatto i ‘signor no’ ma abbiamo subito dato la disponibilità a sederci a un tavolo comune


CASINÒ IN ATTESA DI ROMA

per il bene del Paese, ma non ci hanno dato nemmeno una cortese risposta negativa, ma solo una cortese presa in giro”. In particolare, pensa che il Governo abbia ben gestito la questione “gioco”, nell’affrontare l’emergenza coronavirus? Fdm: “Il settore del gioco è stato trattato come attività non essenziale ma non capisco perché il Governo debba dedicarsi a definire che cosa è essenziale e che cosa non lo è. Il virus non conosce la tipologia commerciale o la qualifica degli operatori. Bisogna dare direttive sulle distanze, sulla sanificazione dei locali: si tratta di norme che devono essere unanimi per ogni tipo di attività”. Gm: “No, lo ha affrontato con un pregiudizio culturale, vedendolo come il ‘male’ che andava chiuso e senza vedere, invece, gli investimenti che casinò, sale giochi, sale bingo hanno fatto per essere in linea con le nuove disposizioni, sostenendo dei costi. Già a luglio reclamammo la fine del pregiudizio nei confronti del mondo del gioco, ricordando quale leva fiscale esso porti in dote all’Italia. La chiusura ha ingrassato i fatturati dei casinò online, distorcendo la concorrenza e il mercato, e con effetti anche sul fronte della ludopatia, tanto combattuta, a parole, nel gioco fisico, quanto dimenticata una volta che riguarda quello online”. Quali misure sarebbero necessarie per consentire ai casinò e alle loro proprietà di riprendersi dopo il doppio e prolungato lockdown? Fdm: “Innanzitutto si dovrebbe aprire un tavolo di confronto con i Comuni e la Regione interessati e le loro organizzazioni sindacali, anche perché non stiamo parlando di una miriade di casinò! In Italia ce ne sono solo quattro, di cui solo tre in attività: prima di inserire una riga sui casinò in un decreto, una concertazione è opportuna e si può fare in tempi brevi. I casinò sono un unicum come aziende, hanno caratteristiche particolari, al loro interno ci sono bar e ristoranti, e invece non si tiene conto di queste realtà operative e delle conseguenze impattanti che la loro chiusura ha sui bilanci degli enti pubblici. Essi fondano i propri bilanci sulle loro entrate, che possiamo criticare, ma che sono frutto delle leggi statali che hanno istituito i casinò, e se tali entrate vengono meno c’è il rischio di dover tagliare i servizi essenziali o quelli sociali erogati ai cittadini meno abbienti. Quindi non si può fare un discorso approssimativo e ipocrita, ma bisogna approfondire queste casistiche con gli esperti del settore”. Gm: “Da parte loro, i casinò hanno fatto tutto il necessario contro il Covid. Conosco bene il casinò di Sanremo e non c’è stato un solo positivo o caso di contagio tra i dipendenti. Il casinò si era totalmente uniformato alle prescrizioni e non solo era in regola, ma addirittura un esempio e uno dei luoghi più sicuri dove stare, a dispetto di questo ennesimo provvedimento che ha vanificato ogni sforzo di responsabilità. Ecco porta al Comune un contributo di circa sette milioni di euro e la sua chiusura ipoteca il futuro amministrativo dell’ente, ma anche quello culturale e turistico del territorio, in nome non di una prescrizione sanitaruia, ma di un veto

ideologico e culturale che pervade questo Governo. I casinò dovevano restare aperti in quanto potevano agire in tranquillità”. Quali misure sarebbero invece necessarie per i lavoratori dei casinò? Fdm: “In realtà la maggior parte dei lavoratori italiani non chiede sussidi ma di tornare a lavorare. Ovviamente oggi a molti operatori, casino compresi, manca una fetta di clientela come i turisti che vengono da altri comuni e regioni, e quindi è un cane che si morde la coda. Quello che serve ai lavoratori dei casinò è di arrivare serenamente alla fine sel mese con contributi di sostegno al reddito o con bonus immediati, senza aspettare dei mesi”. Gm: “In materia ho presentato un’interrogazione nella quale chiedo la sospensione del pagamento delle aliquote Irpef regionale e comunale per i lavoratori dei casinò. Poi, dal punto di vista generale, bisogna prevedere ristori per sale giochi, bingo, casinò, per imprese che fatturano zero per volontà del Governo. Esso deve farsi carico di risarcire il 70 percento di quanto tali imprese fatturavano lo stesso mese dell’anno precedente. Se lo Stato mi ordina di chiudere, ha l’obbligo di risarcirmi per il mancato incasso”. Negli ultimi anni si è avviata una progressiva riduzione dell’offerta di gioco in Italia. In questo contesto, i casinò potrebbero tornare a recitare un ruolo maggiore, vista la loro natura pubblica e il loro appeal dal punto di vista turistico? Fdm: “A Sanremo il casinò ha dimostrato di essere un volano non solo per il comune ma per tutta la provincia. È un’importante azienda che consente tanti posti di lavoro, diretti e indiretti. I casinò sono posti storicamente ai confini dell’Italia e soffrono di una concorrenza spietata da parte dei Paesi confinanti, nel nostro caso Francia e Principato di Monaco. Inoltre, si sono organizzati nell’offrire altri servizi, tipologie di gioco, teatro, spettacoli, bar, ristorazione che hanno una vita propria. Sarebbe interessante, dopo il lockdown, poter sviluppare una prospettiva con il Governo.... magari un nuovo Governo, e avviare un ragionamento sulle case da gioco”. Gm: “I casinò sono una calamita dal punto di vista turistico. Ce ne sono pochi in Italia ma altro che pochi! Se ne dovrebbero aprire in Sicilia, in Sardegna, in luoghi che hanno ambizione a essere mete turistiche internazionali, in quanto ne sono un pilastro fondamentale. I casinò vanno dunque ulteriormente implementati. Già oggi sono delle mete e, per quanto ciò possa far storcere il naso a qualcuno, irradiano il territorio. Io non sono affatto per le restrizioni. Vorrei che il Paese superasse questo steccato ideologico dove c’è un’alta percentuale turistica”. GIORGIO MULÈ

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riduzioni dei livelli occupazionali. Superfluo precisare da parte nostra che questa ipotesi o soluzione non ci piace, anzi auspichiamo che venga scongiurata. Questo “annus horribilis” volge al termine e possiamo solo pensare che il prossimo sia migliore, nonostante i presupposti non lo certifichino. L’incertezza del futuro mai così evidente come in questo ultimo periodo, può essere un’occasione per affrontare un cambiamento. Difficile tracciarne i contorni, ancor più tracciarne i contenuti, ma non v’è dubbio alcuno sulla necessità per chi è incaricato della governance dei casinò di avviare un percorso di “recovery” che preveda l’introduzione duna nuova visione del nostro amato business per garantirgli ancora una prospettiva il più possibile positiva. Questo è il nostro augurio per ribadire, ancora una volta, che il cambiamento può e deve essere un’opportunità.

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meno da gestire. L’impossibilità di vivere contatti interpersonali penalizza affetti, mortifica i sentimenti, rischia di decretare la morte per inedia di molti comparti produttivi. Non vediamo all’orizzonte soluzioni a questa crisi, sia per il breve periodo, nel quale è auspicabile quanto meno una ripresa dell’attività, che nel lungo periodo, in cui il persistere del rischio contagio non potrà che imporre un radicale cambiamento nelle modalità di erogazione dei servizi da parte delle specifiche aziende. Diventa scontato affidarsi alla realtà virtuale e quindi pensare a provvedimenti di legge che autorizzino in tempi rapidi i casinò italiani ad approdare sul web per proporre la propria offerta di gioco, ovviamente in modalità live. Però questa soluzione non consentirà mai a queste aziende di raggiungere l’equilibrio del proprio conto economico, salvo radicali e drastiche

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GIOCONEWS #12 DICEMBRE 2020

vista economico sulle aziende delle quali ci occupiamo. Così come il mondo dell’intrattenimento ha dovuto suo malgrado accettare il fermo dell’attività, anche il gioco d’azzardo ha subito la stessa sorte e per la seconda volta nel corso del 2020, per di più con un’orizzonte temporale di validità delle restrizioni che non è del tutto noto. Alla luce di questa situazione diventa quanto mai difficile tracciare una previsione sull’andamento dello specifico business in ottica annuale, che non potrà certamente essere positivo, tenuto conto del trend negativo già registrato sino al momento di questa seconda chiusura. La nostra prima preoccupazione è, a seguito di numeri non positivi legati ai ricavi, se le case da gioco, le tre in attività sul nostro territorio nazionale, saranno in grado di assicurare i livelli occupazionali attuali. Un tema che ci sta particolarmente a cuore e che ha un valore importante per le regioni in cui i casinò italiani operano in termini di ricadute economiche. La seconda preoccupazione è legata a quali scenari saranno possibili nel prossimo futuro. La pandemia, è innegabile, ha cambiato le nostre vite e salvo sviluppi clamorosi della ricerca scientifica nel breve periodo dovremo imparare a conviverci. Ipotesi non facile da accettare ancor

LEAVVENTURE DAROONEY

A

nche l’ultimo numero della rubrica Panno Nero del 2020 è inevitabilmente dedicato al grave e difficile momento che stiamo vivendo a livello mondiale. Ci riferiamo alla ben nota pandemia di cui stiamo affrontando, non senza difficoltà, la seconda ondata. Un situazione che genera pesanti ricadute negative sullo stato d’animo e sul benessere di tutte le persone. Le misure adottate dal nostro Governo, ma anche dai Governi di quasi tutti gli Stati stranieri, hanno introdotto limitazioni pesanti alla circolazione delle persone oltre che la chiusura della maggior parte delle attività commerciali. L’intento è, attraverso il distanziamento, di limitare la crescita della curva dei contagi da Covid-19 che, al momento in cui stiamo scrivendo, manifesta segnali di miglioramento accendendo però la minima speranza che i sacrifici che ci sono stati imposti possano rivelarsi utili a combattere la pandemia. Il tutto in attesa degli agognati vaccini e delle cure basate sugli anticorpi monoclonali che sembrano essere l’unica soluzione per sconfiggerla. Questo ulteriore periodo di lockdown caratterizzato da misure che hanno colorato purtroppo di rosso molte delle nostre regioni ha ovviamente generato un impatto grave dal punto di

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Quale futuro?


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SANTA’S RICHES

A Natale nevicano vincite e si regala divertimento | Nome_ Santa’s Riches | Data di rilascio_ novembre 2020 | Disponibile su_ omnichannel

| Produttore_ Greentube | Payout_ 96,25% | Volatilità_ media

›› grafica

Una slot bella e ricca di atmosfera. Ideale per essere provata d’inverno, ma divertente in tutte le stagioni, per prolungare giocando la ventata di gioia e spensieratezza portata dal Natale. La grafica è di altissimo livello, con una definizione insuperabile e una felice scelta nella simbologia, che propone temi come il Natale, l’inverno, le vacanze, Babbo Natale, e altri elementi tipici di questa festività, ma che tutti apprezzano anche in altri momenti dell’anno.

›› sound

L’ambientazione grafica porta il giocatore nella dimensione caratterizzata dalle vacanze natalizie, gli effetti sonori rendono l’esperienza di gioco ancora più piacevole e immersiva. Tutti gli effetti sonori e i jingles sono particolarmente gradevoli, radiosi e ben concepiti, oltre a essere riprodotti in maniera impeccabile. Una slot che accompagna e che non stanca mai, nella musica come nel gioco.

›› giocabilità

Santa’s Riches è una video-slot con 5 rulli e 20 linee di pagamento che oltre a rappresentare una stravaganza natalizia, risulta anche estremamente innovativa: i giocatori hanno la possibilità di sbloccare un rullo aggiuntivo, linee e funzionalità extra a ogni vincita. L’obiettivo principale consiste nel completare il percorso di frecce ottenendo combinazioni vincenti. Così facendo si sbloccano varie funzionalità che aumentano le possibilità di vincita come segue: una freccia espande le posizioni attive a 6×3 e paga in entrambe le direzioni su 20 linee vincenti. Due frecce espandono le posizioni attive a 6×4 e pagano in entrambe le direzioni su 40 linee vincenti. Tre frecce espandono le posizioni attive a 6×5 e pagano in entrambe le direzioni su 50 linee vincenti. Quattro frecce assegnano cinque partite bonus e aggiungono dei simboli del pacchetto regalo. Cinque frecce aggiungono simboli del pacchetto impilati per le partite bonus. Sei frecce aggiungono simboli Mega del pacchetto (2×2) per le partite bonus. Sette frecce aggiungono simboli colossali del pacchetto (3×2) per le partite bonus.

›› bonus

Questa slot ha diverse funzionalità speciali, tra cui il Wild e una serie di partite bonus, attivate quando lungo il percorso si illuminano quattro frecce e si attiva un nuovo percorso di frecce, garantendo quanto segue: quattro frecce assegnano quattro partite bonus. Cinque frecce assegnano sei partite bonus. Sei frecce assegnano otto partite bonus aggiuntive. Sette frecce assegnano dieci partite bonus aggiuntive. Questa funzione, denominata “Arrow Trail”, espande i rulli a 6, facendo aumentare le possibilità di vincita e il divertimento. Guarda il video di presentazione

il nostro giudizio.

Il Natale è il periodo più bello dell’anno e i giocatori potranno provarne le emozioni durante tutti i dodici mesi, grazie alla nuova slot online di Greentube, che dimostra ancora una volta di conoscere gusti ed esigenze dei giocatori. Il bello, infatti, non è soltanto nello spirito natalizio proposto e diffuso dalla slot (che certo non guasta!), ma nel divertimento garantito dal gioco, sempre dinamico e coinvolgente.

Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).

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INTERVISTE

Il peso asimmetrico della pandemia Lo scrittore Edoardo Nesi racconta le storie di tanti italiani alle prese con un nuovo stravolgimento di vita, in attesa di occuparsi anche degli imprenditori del settore del gioco in lockdown

di Anna Maria Rengo

stringente attualità che partiamo, nel nostro colloquio con lo scrittore pratese. L’Italia è ancora alle prese con la pandemia. Ce la faremo a uscirne? Grazie a chi, secondo lei? ieci anni dopo “Storia della “Di virologia non so e mia gente”, premio Strega non capisco nulla, ma ce 2011, Edoardo Nesi torna a la faremo, son sicuro. Ci parlare allo stesso pubblico: gli itavorrà l’arrivo dei vaccini, liani colpiti da un nuovo stravolgersi però, perchè i nostri sforzi delle loro vite. “Economia sentimene quelli di chi ci governa tale”, il suo nuovo libro edito da La servono e serviranno a ralnave di Teseo, è la cronaca dal vagare lentare l’avanzata del virus, di un’anima in questi mesi assurdi, e risparmiando così molte se il virus e la quarantena rimangono vite. ma non a debellarlo”. sullo sfondo poiché irraccontabili e già Chi pagherà invece i costi vissuti, l’attenzione dell’autore si punta maggiori? sui mutamenti tellurici dell’economia, “Il costo maggiore l’hanno pagato i e sull’impatto che hanno, hanno avuto morti, ma soffriranno molto anche e avranno sulle nostre vite di sopravcoloro che il virus ha colpito più duvissuti. ramente. Sarà difficile, forse impossiÈ proprio da questa, purtroppo, ancora bile, che tornino a stare come stavano prima. Parlando di coloro dal virus sono stati ignoLui chi è?!? rati o solo sfiorati, e cioè Edoardo Nesi (Prato, 9 novembre 1964) è uno scrittore e politico italiano. della stragrande maggioDopo aver completato il liceo scientifico ha diretto per quindici anni ranza di italiani e italiane, l’azienda tessile di famiglia, che poi è stato costretto a vendere nel 2004 bisognerà vedere quale è a causa della crisi economico-finanziaria. Dal 2009 è assessore alla Cultura e allo Sviluppo economico della Prostato l’impatto delle chiuvincia di Prato nella giunta di centrosinistra guidata da Lamberto Gestri sure sulle loro attività. (Pd), carica che lascia nell’ottobre del 2012 per aderire all’associazione L’economia è stata tocItalia Futura. cata in modo asimmetriAlle elezioni politiche del 2013 è candidato nella Circoscrizione Toscana alla Camera per Scelta Civica, e viene eletto deputato. co. Molti hanno sofferto, Il 23 ottobre 2013 annuncia il suo addio Scelta Civica, ed entra nel Grupqualcuno ci ha persino po Misto, pur continuando a sostenere la maggioranza. guadagnato”. Ha pubblicato “Fughe da fermo” (1995), “Ride con gli angeli” (1996), Come ne esce la classe poli“Rebecca” (1999), “Figli delle stelle” (2001), “L’età dell’oro” (2004, Premio Bruno Cavallini; finalista Premio Strega 2005), “Per sempre” (2007), tica, a suo modo di vedere? “Gianna Nannini. Stati d’anima” (2009), “Storia della mia gente” (2010, “Non ho simpatia per Premio Strega 2011), “Miracolo inevitabile” (2011), “Le nostre vite senza questo governo, e vedo ieri” (2012), “L’estate infinita” (2015), “La mia ombra è tua” (2019). È il bene gli errori che sono traduttore italiano del romanzo di David Foster Wallace “Infinite Jest”. Ha scritto e diretto il film “Fughe da fermo” (2001). stati commessi, ma mi chiedo, in tutta onestà e

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GIOCONEWS #12 DICEMBRE 2020

guardando a ciò che è successo negli altri Paesi, come sarebbe stato possibile fare molto meglio. Il Parlamento ha inciso ben poco, scavalcato dai Dpcm. L’opposizione ha perso un’occasione per mostrarsi capace di collaborare per il bene del Paese”. Quale sarà l’eredità, nel bene e nel male, che questo evento lascerà alle persone e alla collettività? “Difficile da dire. Interi settori andranno aiutati molto e a lungo, se non ricostruiti. Di buono ci vedo solo l’affermarsi lento e difficile di una mentalità diversa, un approccio del tutto differente all’idea di produzione e consumo, che è troppo facile etichettare sotto la parola ormai abusata ‘sostenibilità’, ma che dall’applicazione di essa in ogni ambito non può prescindere”. Tra le tante storie che ha inventato o raccontato, le è mai capitato di dare voce a imprenditori del settore del gioco, tra i più colpiti in questa pandemia? “No, ma credo sarebbe stato interessante farlo”. Lei è stato politico, imprenditore, traduttore, scrittore. Oggi cosa sente di essere principalmente e qualche ricordo ha della sua esperienza politica? “Imprenditori non si smette mai di essere, una volta avviato, ma vorrei poter continuare a scrivere. È la cosa che mi riesce meglio, tra l’altro, credo. La mia esperienza politica, invece, nacque dalla responsabilità e dalla voglia di poter influire, e finì nella disillusione. Rimane l’orgoglio di aver rappresentrato perr cinque anni il mio Paese, e la certezza che non lo farò più”.


INTERVISTE

Gioco di misteri nel capolavoro di Klimt ritrovato PH. LAURA SCAGLIONE

Il

furto e il ritrovamento del prezioso dipinto trafugato, 22 anni più tardi, sono solo l’episodio iniziale, già di per sé abbastanza rocambolesco, di un romanzo che unisce storia, arte e curiosità nella nebbia di un appassionante mistero. Nel libro “La modella di Klimt. La vera storia del capolavoro ritrovato”, edito Baldini + Castoldi, Gabriele Dadati finge di parlare direttamente con il “ladro pentito” restituendo un viaggio incredibile nel cuore dell’Europa. Per saperne di più, abbiamo intervistato l’autore del libro. La storia che propone, già disponibile sugli scaffali delle librerie, è ovviamente romanzata ma avendo lavorato nella galleria piacentina depredata effettivamente del capolavoro ritrovato, è un fatto che l’ha toccata da vicino. Che idea si è fatto dell’episodio? “La mia esperienza al museo si è conclusa dopo la morte di Stefano Fugazza, l’ex direttore; senza di lui ho preferito andarmene. Credo che il furto dalle sale della Galleria d’arte moderna Ricci Oddi di Piacenza, perpetrato nel febbraio 1997, e il ritrovamento, avvenuto nel dicembre 2019 con l’opera ricollocata in una nicchia esterna del muro del museo, siano per forza di cose le due facce della stessa medaglia. Forse l’opera non è stata davvero ‘rubata’, ma ‘presa in ostaggio’. Questo in fondo penso. Da chi? O da chi non ha saputo rivenderla, o anche – chissà – da qualcuno che ha voluto tenerla per sé, ma che poi a un certo punto non ha più potuto o saputo gestirla”. Il suo romanzo è basato per gran parte su documenti storici che ha avuto anche difficoltà a reperire nei mesi della pandemia e ora che il ritrovamento del dipinto doveva

Gabriele Dadati romanza la storia di un dipinto rubato e tenuto nascosto per 22 anni

essere celebrato con un’esposizione che avrebbe accompagnato la pubblicazione del suo libro, lo stesso Covid-19, con questa seconda ondata ha spazzato via, almeno temporaneamente, questa opportunità. Quando ritiene che la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi possa recuperare e quanto si sente in questo momento privato del suo lavoro e della sua passione per l’arte? La pubblicazione del libro ha colmato in qualche modo certi vuoti? “È davvero doloroso, dopo quasi un quarto di secolo di attesa, che l’opera non possa essere esposta nuovamente in pienezza, con quel senso di festa e di gioia diffusa che sarebbe opportuno. Il periodo è tremendo. A titolo personale, io non mi sento defraudato: verrà il tempo di guardarla negli occhi e farsi riempire di emozione. Purtroppo è la città che rischia di vedere diminuita di molto un’occasione di rilancio turistico unica. Spero che il libro faccia un po’ da ponte tra l’adesso e il dopo che tutti ci auguriamo”. Per entrare nei temi di nostra competenza, se i grandi come Klimt sapevano magistralmente “giocare” con forme e colori, ritiene viceversa che il gioco possa essere uno strumento di educazione all’arte e alla storia dell’arte? “Il gioco, come forma di appropriazione dell’arte, per i più piccoli è fondamentale. Le attività laboratoriali ludiche diminuiscono le distanze e permettono di capire nel concreto le modalità lavorative dei grandi artisti senza esserne troppo intimoriti”. Come definirebbe invece il suo rapporto personale con il gioco? Che ruolo ha avuto nella sua formazione? E cosa rappresenta il ritrovamento di “Ritratto di signora”, che si è scoperto celare anche “Ritratto di ragazza” per lei, la galleria, la sua città e più in

di Marta Rosati

generale per la storia dell’arte? “Il gioco che mi accompagna, fin dai tempi dell’infanzia, è quello della fantasticheria: cosa accadrebbe se? È alla base del mio essere scrittore, in quest’ultimo libro come negli altri. E poi, tra i preferiti, c’è il gioco semplice che tutti nel mio territorio praticano: la briscola. Che è un ottimo gioco, perché fa stare insieme età, capacità e vite anche diversissime, in un incontro non gerarchizzato. Il ritrovamento rappresenta due cose: la possibilità di medicare un passato ferito, interrotto; e gettare un seme di speranza per il futuro, rafforzando la nostra identità come territorio d’arte e di cultura”. Le misure anti-contagio ci hanno privato di svago, intrattenimento, gioco, arte. Come crede che questo possa influire sullo stato d’animo delle persone, e in particolare sugli artisti? Si riesce a trovare ispirazione? E se sì, quali messaggi potrebbe d’ora in avanti veicolare l’arte? “Credo che l’uomo sia un animale sociale, e diminuirne la socialità significa senz’altro minarne i paesaggi mentali, le naturali dinamiche affettive. L’esito non può che essere depressivo. È vero che è bene imparare a bastarsi, a non dover essere intrattenuti a tutti i costi, ma una vita sana è una vita in equilibrio tra dentro e fuori. Per il resto: l’ispirazione deriva, nel mio caso, anche nella forza che mi viene dalle persone che amo, a partire da mia moglie. È l’unico modo per avere un minimo di serenità. A cui offrire in cambio la serenità che si genera dalle opere che nonostante tutto riusciamo a comporre”.

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L’ORA DEL GIOCO L’ORA DEL GIOCO

L’ANNO PIÙ STRANO Il 2020 si avvia a conclusione ed è tempo di bilanci. Anche per il settore dell’intrattenimento che, a livello globale, subisce un duro colpo dalla pandemia. Come spiega InterGame in questa indagine di fine stagione.

A cura di David Snook

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NUOVE TENDEN

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supermercati alle macchine Awp nei bar o nei centri di gioco per adulti, la pandemia è stata quanto più devastante si possa immaginare. In ogni caso, poi, le giurisdizioni hanno chiuso le porte all’industria - e praticamente a ogni altra attività commerciale - in una certa misura. Si va dalla chiusura totale per mesi consecutivi a orari di apertura inibiti o limiti di capacità per tutti i locali, seguendo la linea dei lockdown. Tutto questo, in estrema sintesi, ha provocato un crollo disastroso nelle entrate provenienti dai giochi che si sono ridotte dal 20 fino all’80 percento, a livello globale. Alcuni luoghi sono rimasti chiusi anche dopo che il blocco locale è stato allentato, poiché i proprietari non sono riusciti a resistere alla tempesta. Tutto questo, inevitabilmente, ha provocato un impatto non banale anche sui fornitori. ENGLISHPAGES

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È

un compito insolito valutare lo stato del mercato internazionale delle macchine da divertimento nel 2020. Ovviamente, si tratta di un anno assolutamente senza precedenti in quanto non c’è mai stato nulla di simile, in passato, come ciò che è accaduto in questi ultimi dodici mesi. La pandemia di Covid-19 ha devastato il mercato e i consueti confronti dei numeri di base stabiliti in qualsiasi paese sono resi privi di significato. L’unica conclusione che si può trarre facilmente sul mercato è che si è contratto rapidamente e che l’effetto è stato universale. Che si tratti di sale giochi, centri di intrattenimento per famiglie, complessi ricreativi, pub, bar, stazioni di servizio, caffè o qualsiasi altro tipo di luogo per il tempo libero, qualunque tipologia di locale ha subito un grave impatto. Dai kiddie rides nei

Le vendite di nuovi giochi da divertimento e di nuove macchine Awp sono crollate nell’anno che si appresta a conclusione. I nostri contatti citano in via confidenziale un restringimento fino al 70 percento delle vendite nel 2020. Alcuni riferiscono addirittura che una volta che il pieno impatto della pandemia ha iniziato a farsi sentire a marzo, tutti i piani di sviluppo - o la maggior parte di essi - sono finiti nel dimenticatoio. Con la cancellazione delle fiere a livello globale, non c’erano vetrine, né luoghi di incontro per commercializzare nuovi prodotti. Oltre a una domanda pressoché azzerata. Vale anche la pena notare, tuttavia, che alcuni di quei mercati che sono usciti dal lockdown si sono ripresi più rapidamente di quanto ci si aspettasse. Alcuni operatori riferiscono che la loro attività è tornata a livelli dell’80-100 percento dei giorni pre-Covid, il che è una notizia eccezionale. Ciò dimostra che alcuni degli operatori indipendenti, sebbene la loro fiducia possa aver subito un colpo determinando gradi di


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MARTIN RILEY E MURIELLE LEDUC DI SEGA A AVR ANCHES, FR ANCIA

stire nella ricerca e nello sviluppo. È stato tutto un enorme circolo vizioso, dunque, che porta inevitabilmente alla stagnazione. Peggio ancora, pensando che, al momento, apppare anche altamente improbabile che le fiere riprendano prima della metà del 2021. Anche se Riley non è d’accordo sull’abbandono dei nuovi progetti. “Non credo che la tecnologia sia stata messa da parte. Semmai, questa pandemia ha dato tempo a un’attenzione ancora maggiore da parte delle case di ricerca e sviluppo”, spiega. Che si tratti del naturale ottimismo di un venditore? Forse. Anche se lui non pensa che la pandemia abbia messo pressione al settore della realtà virtuale, vista l’accresciuta attenzione alla sanificazione. “Sì, certo, c’è un’enorme attenzione all’igiene e alla pulizia dei luoghi e dei prodotti. La realtà virtuale, tuttavia, ha sempre provocato discussioni di lunga data e come industria è importante che parliamo di questi problemi dal punto di vista del prodotto e del luogo e gestiamo costantemente questi problemi. A essere onesto, non credo che i futuri problemi di igiene, nel lungo periodo, saranno molto diversi dalla comprensione e dagli standard che operiamo ora. Le persone faranno quello che vogliono quando la loro percezione è che un gioco va bene ed è sicuro per loro, che si tratti di igiene con la realtà virtuale o altri problemi di sicurezza”. Questo è sempre stato diverso da persona a persona e continuerà a esserlo. Come industria dobbiamo continuare a offrire gli ambienti migliori e più sicuri”. E cosa accade, invece, per quanto riguarda gli altri giochi? Le redemption, ovviamente, continuano a dominare, ma ci sono rapporti preoccupanti da uno o due paesi sui biglietti e gli ipersensibili in alcune giurisdizioni si chiedono se debbano essere liberamente disponibili per i bambini. Per l’industria, ovviamente, questo è spaventoso e senza senso, ma dove ci sono politici desiderosi di farsi un nome, il gioco d’azzardo è un obiettivo pronto e un bersaglio facile. Con i ticket delle redemption che rappresentano un tema caldo e una tematica delicata ormai per tutti. L’Italia e i Paesi Bassi sono ora in parte concentrati su questo tema,

TAY L A N O Z B E K E M U R A T E Y I L E B L E B I C I D I T R I O G A M E S G R O U P, T U R C H I A

incertezza, si sono adoperati diligentemente per rilanciare la loro attività e ci sono riusciti. Ma le vendite sono senza dubbio in calo. Abbiamo chiesto a Martin Riley, direttore delle vendite internazionali di Sega, la sua visione: “Quello che ho visto nel mercato globale è che i paesi in tutto il mondo si stanno riprendendo in modo diverso dal lockdown. Alcuni riaprono e poi tornano a chiudere; altri lo fanno ma con restrizioni non più così severe; altri ancora non riprendono proprio. E in un’attività di vendita internazionale, la situazione diversa di territorio in territorio ha permesso alle aziende di cavalcare l’onda dei paesi in via di ripresa, stando a galla nella depressione delle chiusure. Ancora una volta è giusto dire che i prodotti che vendono bene sarebbero quelli con un Roi (‘Return on investment’ o indice di redditività del capitale investito) più veloce, dando agli acquirenti la sicurezza di acquistare entro i limiti. “Abbiamo anche visto molti dei progetti pre-Covid andare avanti con i loro investimenti pianificati per l’apertura del nuovo anno e con i prodotti forniti che rappresentano un mix di considerazioni tra esigenze di produzione e prezzo”. Questo è probabilmente un eufemismo. Con sedi bloccate per mesi e operatori che guardano alla prospettiva reale che le loro aziende non siano più redditizie, si verifica un effetto a catena. L’annullamento delle fiere non ha lasciato alcuna “vetrina” per i nuovi prodotti e per tutti quegli altri che sono stati comunque messi da parte dagli sviluppatori per via delle poche prospettive di commercializzarli e per una seria mancanza di fondi da inve-

L’ORA DEL GIOCO L’ANNO PIÙ STRANO

mentre la Francia lo è sempre stata. Altrimenti, le redemption dominano e rappresentano ancora il 60 percente in più delle entrate minime della maggior parte dei Fec. Allora, dov’è stato il disastro più dirompente nel settore e dove si è verificato di meno? E dove ci sarà prima la ripresa? I bene informati, come Riley e altri, dovranno ammettere che il 2020 è stato terribile per Stati Uniti, Europa, Australasia e Africa, mentre per l’Asia lo è stato meno, nel complesso. Cina, Giappone e Corea hanno gestito bene la pandemia e ne sono usciti per primi, sebbene l’India alla fine dell’anno abbia continuato a trovarsi in una brutta situazione. Altre parti dell’Asia hanno avuto diversi gradi di impatto. E il primo di tutti sarà sicuramente il Medio Oriente. Si dice di pregare per il vaccino e con esso una rinnovata fiducia. Quando si tornerà ai livelli del 2019? Noi pensiamo almeno quattro anni - Riley crede prima. Vedremo.

LIZ KIM E MR LIM DI ZZANGS GAMES, DISTRIBUTORI IN COREA DEL SUD

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Non solo terra di casinò per giocatori alto spendenti e turisti, ma anche nuova frontiera del gioco online. A ipotizzare questo importante cambiamento per l’ex colonia portoghese è il Dicj, l’Ufficio di ispezione e coordinamento del gioco a Macao, che starebbe studiando questa possibilità. A confermarlo il suo direttore, Adriano Ho, in una risposta scritta al legislatore Jose Pereira Coutinho, il quale ha chiesto informazioni sull’opportunità di introdurre il gioco a distanza per aumentare le entrate fiscali del Paese mentre le restrizioni di viaggio rimangono in vigore. Ho ha anche affermato che la legalizzazione del gioco online potrebbe aumentare le entrate del gioco, ma che permangono delle preoccupazioni circa i rischi che questo passo potrebbe portare con sé. A cominciare dall’eventualità di accompagnarsi al riciclaggio di denaro e alla diffusione del gioco problematico. Per questo, il direttore dell’Ufficio di ispezione e coordinamento del gioco nazionale ha detto che il Governo deve condurre “studi accurati” a riguardo, e che sono “ancora in corso”. Evidenziando inoltre che il Dicj è aperto alle proposte della società e dei legislatori su come sviluppare il settore ed è ottimista sulla diminuzione dei reclami relativi all’utilizzo di siti web di gioco illegale e di applicazioni mobili a seguito di maggiori sforzi in campagne di prevenzione e sensibilizzazione sugli abusi.

Macao è determinata a diventare nota come leader mondiale nel turismo diversificato e per farlo sta iniziando a puntare su quella che potrebbe essere l’unica industria globale in grado di rivaleggiare con il gambling quanto a popolarità. A partire dal prossimo anno, infatti, concentrerà molti più sforzi e risorse sull’attrazione di appassionati di sport a seguito di un accordo stabilito tra i leader della regione e i sei operatori di casinò autorizzati della città. Ognuno potrebbe ospitare un importante evento sportivo ogni mese per tutto il 2021. Un piano già avviato, come assicura l’amministratore delegato di Macao, Ho Iat Seng, che nel discuterne lo sviluppo con il legislatore Ma Chi Seng ha affermato che i licenziatari del casinò sono della partita. Come location o come sponsor. Il capo esecutivo spiega: “Abbiamo parlato con i concessionari di giochi per organizzare dodici eventi, due per ciascuno, uno al mese. Alcuni si terranno già dalla fine di quest’anno; stiamo lavorando alla maratona internazionale di Macao e ai campionati mondiali di tennis da tavolo”. Un obiettivo difficile da attuare, alla luce dell’emergenza Covid, ma al quale non intende rinunciare. “Non fare nulla è la risposta facile, ma non posso prendere una decisione del genere. Annullare non produce alcun effetto positivo. Non possiamo limitare i nostri servizi del settore turistico a sole 600mila persone, ossia la popolazione di Macao”.

Un impegno a “proteggere il loro reddito, colpito dalla crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19”. Lo ha chiesto al Governo di Macao la New Macau gaming staff rights association, associazione che rappresenta migliaia di persone che lavorano nei casinò locali, che con una lettera indirizzata all’amministratore delegato di Macao, Ho Iat Seng, ha chiesto di intercedere presso gli operatori di gioco per garantire il mantenimento del solito bonus di fine anno, equivalente a un mese di stipendio. Inoltre, hanno invitato il Governo a riconsiderare la sua decisione di non iniettare 7.000 patacas (la moneta di Macao) per lavoratore nel sistema di fondi previdenziali centrali non obbligatori l’anno prossimo, come fa di solito. Mentre ringrazia i sei titolari di licenza di casinò a Macao per i loro sforzi nel proteggere i posti di lavoro dei lavoratori locali, l’associazione nota nella lettera che i dipendenti non hanno ricevuto il solito bonus estivo anche se “il peggio è passato” per quanto riguarda la crisi e ci sono segnali di ripresa economica. Per poi concludere: “Le sei più grandi società di gioco hanno realizzato enormi profitti nel corso degli anni, e più profitti realizzano, più responsabilità devono assumersi, quindi dovrebbero essere considerate più responsabili della promozione della ripresa economica di Macao e del mantenimento della stabilità sociale”.

TORNEANDO

GIOCONEWS #12 DICEMBRE 2020

PAROLADI COLLOVATI

L’appello dei lavoratori del gioco per la protezione del reddito

PAROLADI COLLOVATI

Per superare la crisi la colonia (e i casinò) puntano sullo sport

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Verso la legalizzazione del gioco online?

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Dicembre 2020/ December 2020

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Gli appuntamenti internazionali ai quali non puoi mancare PANNONERO

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CS: GO - DREAMHACK MASTERS WINTER EUROPA

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GAMES GATHERING 2020 L’ORA DEL GIOCO

LOSFIZIO DELGIOCO

Business

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Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).

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VITTORIO GASSMAN E UGO TOGNAZZI IN “ I N N O M E D E L P O P O L O I TA L I A N O ”, DI DINO RISI (1971)

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GIOCO &RETAIL

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO A cura di Michele Bragantini

Il bellissimo film di Dino Risi celebra il trionfo dell’ideologia persino sulla giustizia, uno scenario che richiama alla mente quello del gaming retail tricolore

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abbiamo già detto, già scritto anche precedentemente, già gridato che il nostro settore, l’industria del gioco, è da sempre vittima di un’ideologia stringente che cavalca prevenzioni popolari e conseguenti demagogici interessi politici, ma forse non è mai abbastanza, visto che anche in questi ultimi Dpcm il gioco è stato tra i primi a chiudere e sarà tra gli ultimi ad aprire. Alla data in cui sto scrivendo, le nostre attività sono ancora ferme e quasi sicuramente (sarebbe una delle poche occasioni in cui avrei piacere di sbagliarmi) se ne riparla a gennaio. Non mi riferisco purtroppo solo a sale da gioco e bingo, ma al cosiddetto “leisure” in generale, a Fec, ad attività di amusement, e ricordiamo anche cinema, teatri, centri commerciali, attività chiuse che indirettamente creano un

LUI CHI È?!? Michele Bragantini si forma in Marketing e Business Administration. Entra nel mondo del gioco e dell’intrattenimento dal 1996, con incarichi di direttore generale e Ad di importanti aziende del settore, sia nel comparto delle macchine Comma 6 che Comma 7. È tra i primi che credono in un nuovo mercato per l’amusement, quello dei centri commerciali, e a parlare di strategie retail nell’intrattenimento, così come di “entertainment” nello shopping. Dal 2008 al 2015 è Ad di Fec Spa, la prima catena in Italia gestita direttamente di Family Entertainment Center, con insegna Playcity. Collabora negli anni successivi con un concessionario del gioco, come amministratore delegato di una società del gruppo, per la riorganizzazione e il riposizionamento di una catena di sale bingo. Attualmente è uno degli amministratori di Robox, Holding del Gruppo Marai. È inoltre attivamente coinvolto nell’industria dei centri commerciali, membro di giunta del Cncc (Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali), per il quale segue le tematiche leisure ed entertainment. Svolge attività di advisor per catene retail ed è vicepresidente di due consorzi.

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danno anche al nostro settore: basti ricordare come i flussi di una multisala siano sinergici per un Fec o quanti colleghi operatori abbiano pedane di kiddie rides installati nelle gallerie commerciali. Fra l’altro, dopo che molti di noi hanno investito per adeguare i propri locali secondo i protocolli previsti dai decreti nazionali e regionali. Su questo, ragionando in termini puramente di marketing, se da un lato dobbiamo subire i protocolli come un “male necessario”, un costo imprescindibile e funzionale all’apertura delle attività, dall’altro tali attività di messa a norma sono un capitale di marketing che dobbiamo monetizzare non appena riapriremo. I nostri clienti torneranno, alla prossima riapertura, così come abbiamo visto dopo il primo lockdown ed abbiamo esaminato, nell’articolo del mese scorso, una serie di interventi strutturali e di marketing da mettere in campo. Vorrei però sottolineare che i comportamenti acquisiti dai clienti in questo periodo non scompariranno in qualche settimana. Sto parlando dei comportamenti cosiddetti virtuosi, quali la pulizia delle mani, la ricerca delle stazioni di sanificazione, la necessità del distanziamento. Le ultime ricerche di mercato propongono scenari in proiezione che evidenziano come queste nuove abitudini dei clienti, a livello anche inconscio, siano degli elementi di selezione nella scelta dei locali. Se ci ragioniamo, le abitudini di cui abbiamo scritto poc’anzi si riassumono nella parola magica che spesso ho ripetuto e in un concetto che dovrebbe essere una costante nella pianificazione delle nostre attività presenti ma anche future: sicurezza. Abbiamo già vi-

sto come sia importante far percepire come luoghi sicuri i nostri locali. Sarà fondamentale continuare anche “dopo”, quando la pressione sarà minore. Sicuramente sarà uno dei temi principali sul quale continuare ad agire. Vorrei portare all’attenzione anche un’altra ricerca di un importante istituto di analisi di mercato e comportamentali, che in forza di un sondaggio ad ampio spettro ha delineato quali siano le emozioni degli italiani in questo periodo, con il risultato che la tristezza supera la speranza, cosa che non si è manifestata nemmeno a marzo. Il sentimento che prevale al 57 percento del sondaggio è l’insicurezza, seguita al 29 percento dalla tristezza; la speranza è solo all’11 percento. Cosa significa questo da un punto di vista di mercato? Che quando la nostra attività riprenderà, l’experience, su cui spesso ragioniamo, diventerà ancora più importante e sarà un contenuto fondamentale di ogni euro che i clienti ci porteranno. Nell’incertezza generale, sociale e politica, la qualità del tempo libero di ognuno di noi diventerà una valvola ancora più importante e noi dovremo essere in grado di raccogliere questo bisogno, proporre luoghi e valore dell’offerta all’altezza delle aspettative, anzi oltre. Ogni gestore dovrà individuare i propri punti di forza, comprendere le motivazioni per cui i clienti scelgono lui e non altri, fare un’analisi accurata del proprio target ed agire andando a promuovere, nel complesso generale delle attività virtuose di cui abbiamo parlato, quelle azioni che maggiormente possano aumentare l’experience. Concludo augurando a tutti buon Natale e un nuovo anno migliore di quello che si chiude, cosa che non dovrebbe essere difficile.



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ALBAR DEGLIESPORTS LOSFIZIO DELGIOCO

LOSFIZIO DELGIOCO

Blind Console eSports senza barriere

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ARIANNA ORTELLI CEO DI BLIND CONSOLE

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Questo articolo è realizzato in collaborazione a eSportsMag.it, il primo magazine online in Italia interamente dedicato al fenomeno degli eSports

uò esistere una console che fa giocare ai videogame, potenzialmente pure a livello competitivo, anche chi non ci vede? Considerando che la componente principale dei videogame attuali è l’immagine, verrebbe da dire di no. Ma se di primo acchito può sembrare impossibile, c’è chi oltre a porsi il problema, si è mosso con decisione per ideare e creare una soluzione. Così ora esiste uno strumento che realizza ciò che fino a ieri poteva accadere solo nei sogni: portare anche i ciechi all’interno del mondo videoludico. Partiamo dall’antefatto. Tra gli aspetti più affascinanti degli sport elettronici vi è sicuramente il loro essere al di sopra delle diversità. Sport elettronico significa infatti una competizione che pone sullo stesso piano due o più avversari indipendentemente da genere sessuale, età, grado di abilità, presenza o meno di disabilità. Ora, questa peculiarità tanto sottolineata degli eSports, si trova spesso a scontrarsi con una realtà che si presenta con tutta la sua crudezza. Se è vero che si può giocare assieme e divertirsi, è assodato che per competere a certi livelli, soprattutto in alcuni titoli molto complessi (pensiamo ad esempio a Starcraft 2, ma anche ai titoli di simracing) servono anche caratteristiche e capacità fisiche che possono mettere in difficoltà, se non impedire del tutto l’attività, a una persona con determinati handicap. Uno di questi, in particolare, sembrerebbe insormontabile: la mancanza della capacità di vedere. Per una persona cieca è effettivamente impossibile utilizzare un qualunque monitor, periferica che, tra tutte, è quella che caratterizza più di tutte i vi-

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A cura di Daniele Duso

deogame. Ma il videogame è fatto anche di molto altro: di suoni, in particolare. Ultimamente poi, con la tecnologia che galoppa, altri elementi sono entrati nel mondo videoludico, come le vibrazioni del controller, il posizionamento nello spazio, grazie ad accelerometro e giroscopio. Tutti elementi sui quai i ragazzi di Blind Console hanno ragionato a lungo. ll progetto è italiano, realizzato a Torino, e dalla primavera del 2021 sarà pronto per entrare nel mercato. “Non si tratta di una vera e propria console – spiega Arianna Ortelli, amministratore delegato di Blind Console – ma di un’applicazione utilizzabile attraverso un qualunque smartphone o tablet. Noi abbiamo ideato un hardware speciale, un controller che, collegandosi al device del giocatore, attraverso l’app consente anche a chi non ci vede di giocare”. L’idea si è sviluppata come progetto post universitario nel febbraio del 2018, un anno dopo è arrivato il primo investitore e ad aprile 2019 è nata la società (che si chiama Novis, e sta per entrare in un programma di accelerazione), che attualmente conta 4 persone (i due co-founder, Arianna e Dario Codispoti, un informatico e un responsabile marketing). Parallelamente sono proseguiti gli studi, le sperimentazioni, i test. “L’hardware è stato creato in collaborazione con l’Unione italiani ciechi di Torino, con cui siamo sempre in contatto, ma siamo in costante contatto anche con psicoterapeuti e molti altri professionisti, per raccogliere idee e suggerimenti utili a ottimizzare il nostro prodotto”.

Sono già pronti dei giochi demo, sviluppati per testare l’hardware. “II primo gioco è una sorta di ping pong che si utilizza, anche in due, attraverso l’audio (intuendo la direzione da dove arriva la pallina) – aggiunge l’Ad dell’azienda –, poi c’è un gioco musicale, nel quale si impersona un direttore d’orchestra (sfruttando il giroscopio e il parametro della posizione nello spazio si selezionano e attivano gli strumenti musicali), il terzo gioco è un puzzle game che ha l’obiettivo di scassinare la cassaforte (qui sono fondamentali il suono e le vibrazioni del controller, necessari per sentire il movimento della cassaforte). Ovviamente l’obiettivo è riuscire a fornire molto altro. Vorremmo trovare un partner per fare un gioco che sfrutti tutte le caratteristiche tecniche del nostro controller sviluppando giochi che promuovano indipendenza, inclusione e collaborazione; riteniamo essenziale il multiplayer”. L’obiettivo dell’azienda è chiaro: “L’idea è quella di uscire con un pacchetto di 3/5 giochi con caratteristiche diverse. Siamo molto orientati sugli eSports, dove vediamo un grande vuoto di mercato. I nostri programmi prevedono l’apertura di un ecommerce, tramite il nostro sito, ma anche una distribuzione sul territorio italiano stringendo partnership con le varie associazioni. Per lo sviluppo dei giochi abbiamo pensato a un software development kit da distribuire a eventuali programmatori che fossero disponibili. Soprattutto a livello di titoli nel prossimo futuro vedo sicuramente la necessità di un gioco sportivo più avanzato di quello che abbiamo. Le persone con cui stiamo testando il nostro hardware, a forza di sentir parlare di Fifa e di Fornite, ci chiedono giochi simili, ma dobbiamo fare i conti con un budget molto limitato. Nonostante tutto, però, abbiamo già avuto molte soddisfazioni. La migliore? Vedere il sorriso di una ragazza che mi ha detto: Finora mi sono sempre dovuta adattare io ai miei amici, ora è bello che siano loro a dover entrare nel mio mondo”.



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A cura di Osservatorio Host

Reinventare gli interni per accogliere e rassicurare Il cliente che è spesso ancora restio a rientrare al chiuso nella stagione fredda andrà rassicurato, sul fronte della sicurezza ma anche proponendo layout che invoglino ad entrare

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entro o fuori? Con l’arrivo della stagione più fredda sarà questo il dilemma che dovrà affrontare ogni operatore del fuori casa. Dunque fioriscono le soluzioni per rendere gli interni sicuri, ma anche accoglienti e rassicuranti. Dalle più tecnologiche, come il guardaroba smart in grado di igienizzare, rinfrescare, deumidificare ed eliminare le pieghe dei capi spalla durante la giacenza al ristorante o in camera d’hotel alle più di design. Dopo un’estate all’insegna di aria aperta e dehors occorrerà ripensare gli spazi interni. “La vita all’esterno anche nei locali pubblici è diventato un ‘must’ purtroppo anche per merito dell’emergenza pandemica. Le attività pubbliche hanno dovuto bloccarsi per qualche mese e la ri-interpretazione degli spazi collettivi è diventato una necessità per poter vedere andare avanti la propria attività – dice Stefania Gallina, direttore marketing di Gaber -. Il cliente finale predilige le aree esterne, e anche se si

va verso la stagione invernale la riorganizzazione è d’obbligo”. Anche se si continuerà a puntare sull’arredo esterno il layout dovrà tenere conto delle nuove esigenze per accogliere e rassicurare il cliente. Coniugando esigenze diverse come comfort, praticità e tessuti da esterno impermeabili e completamente e facilmente pulibili. “La sopravvivenza dei locali pubblici passa per il cambiamento della mentalità dei ristoratori. Dal consumatore sono apprezzati i locali che dimostrano pulizia e sensibilità verso la salute pubblica. In primis sono i ristoratori che devono applicare con i propri dipendenti precauzioni atte a garantire la sicurezza sanitaria nel luogo di lavoro, e poi vi è la sicurezza del cliente. L’emergenza Covid va a intaccare quella che era la situazione di alcuni locali, soprattutto piccoli, che prima in poco spazio racchiudevano diversi coperti. Ora la pandemia ridisegna, anche nel mondo della ristorazione, gli spazi. Per dare la possibilità al clienIL MAGAZINE DEL PUBBLICO ESERCIZIO te di vivere l’esperienza del ‘mangiar fuori’ in Da oltre 30 anni Mixer con la sua distribuzione raggiunge modo più sicuro, distanogni mese bar, ristoranti, pizzerie e hotel in tutta Italia. Mixer è un riferimento privilegiato dell’informazione ziato, e preservando anche professionale per i pubblici esercizi, affrontando tutte la propria privacy”. le tematiche “calde” che toccano gli operatori del fuori casa. Offre agli operatori del settore idee, spunti, Guarda al futuro post Coopportunità con un approccio pragmatico. Mixer è vid anche Pedrali, dopo disponibile anche online nella versione sfogliabile sul aver ripreso la completa sito www.mixerplanet.com. capacità produttiva delle

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tre unità produttive e del magazzino robotizzato, dopo il primo lockdown. “Ora più che mai è stato possibile constatare che gli investimenti degli ultimi quindici anni in automazione e digitalizzazione rappresentano oggi una componente vincente e strategica” dicono dall’azienda. Su fronte delle nuove collezioni Pedrali partecipa a “Elle Decor Fab Food. The new spaces and rituals”, la prima mostra virtuale inaugurata da Elle Decor Italia, firmata da Vudafieri Saverino Partners, che è stata on air fino al 29 novembre sul sito https://fabfood. elledecor.it/ e che intende analizzare gli spazi dedicati ai riti della tavola e ai nuovi scenari dell’alimentazione. Pedrali partecipa allo spazio che rappresenta la nuova socialità Cook & Share, un’idea di tavola condivisa ma con la dovuta attenzione alle regole della prossimità. “La nuova collezione 2020 è fatta di prodotti versatili che, in un anno in cui si è reso necessario fronteggiare l’emergenza Covid-19, puntano al benessere, al comfort e alla sostenibilità senza rinunciare all’estetica e all’elevata qualità, a un design pulito e a una palette di colori pastello che riportano alla mente realtà sospese e rassicuranti, capaci di trasmettere un desiderio di bellezza e di sogno”. Fioriscono dunque le soluzioni per rendere gli interni sicuri, ma anche accoglienti e rassicuranti.


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tangibile di imprenditori e lavoratori del settore. Vanno varate misure permanenti sul versante economico e fiscale, attraverso una vera e propria riforma, la sola che possa oggi restituire alle aziende dell’enogastronomia nazionale, e non solo ad esse, la necessaria fiducia per affrontare un momento fra i più incerti e bui della nostra storia. Senza dimenticare la previsione di aiuti alle partite Iva che operano come consulenti nel campo alimentare realizzando una certificazione specifica, verificando tramite fatturazione elettronica presso l’Agenzia delle entrate l’oggetto specifico riferito alla fatturazione nel comparto alimentare”. Oltre al presente, Circiello lancia uno sguardo al futuro e al ritorno alle attività di sempre. Fra loro - oltre alla partecipazione al programma di Rai 2 “ I Fatti Vostri” (in diretta dal lunedì al venerdì) e a “Buongiorno Benessere” il sabato su Rai 1, che continua anche in questo difficile momento - ci sono la cura dei menu del ristorante del Palazzo delle Esposizioni a Roma e di quello “well being” per gli studenti dell’Università Luiss, sempre nella Capitale, “che racchiude sani principi nutritivi necessari, appunto, per lo star bene . Nell’anno del Covid-19 questo tipo di alimentazione va diffuso ancor di più per educare ad una nutrizione che apporti maggiori difese immunitarie e minore tossicità. Niente è più importante ed intimo di ciò che introduciamo nel nostro corpo, permettiamo al cibo di svolgere dentro di noi, spesso con azioni negative non richieste al di là di ogni immaginazione”.

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“ripiegare” su asporto e consegne a domicilio per sopravvivere. “Auspico che le misure previste dal Dl Ristori - bonus, ammortizzatori, contributi e agevolazioni sulle imposte - riguardino organicamente l’intero settore, tutte le tipologie d’azienda e categorie professionali attinenti, non soltanto alcuni codici di attività Ateco piuttosto che altri. Poi serve una maggiore flessibilità negli orari di lavoro e nell’apertura delle attività ristorative, tenendo conto che le raccomandazioni all’impiego dello smart working diminuiscono drasticamente la clientela d’uffici e strutture pubbliche dei centri cittadini. Inoltre, bisogna favorire la creazione di piattaforme e canali alternativi di collegamento fra produttori, trasformatori e consumatori, avendo la pandemia provocato disfunzioni, oltre che sul piano produttivo, anche nella rete distributiva e logistica dell’agroalimentare, penalizzando soprattutto l’accesso alla ristorazione, ad esempio, delle piccole produzioni tipiche regionali, biologiche o a Km 0. Bisogna ribadire attraverso campagne d’informazione i requisiti di sicurezza della ristorazione nazionale e dei prodotti alimentari italiani, contrastando la disinformazione che in ambito comunitario li ha spesso penalizzati. E, infine, va istituito un confronto non episodico tra Governo, parti sociali e sindacati, imprese e associazioni di categoria, un tavolo permanente per immaginare il futuro

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utti possono cucinare a casa. Possiamo utilizzare frutta e verdura di stagione, cosi spendiamo la metà e abbiamo il doppio dei valori nutrizionali”. A dare questo consiglio, particolarmente utile in tempi di lockdown a intermittenza e smart working, è Alessandro Circiello, esperto di cucina basata sulla sana alimentazione, chef e proprietario di ristoranti, docente e volto noto di numerosi programmi tv in Rai e Mediaset. Sempre, come ricorda lui stesso, come “cuoco promotore di salute”. Un impegno che lo ha portato a ideare il brand “La salute vien mangiando®”, con il quale realizza molteplici iniziative, eventi e corsi di cucina salutare, a collaborare con il ministero dell’Ambiente sul tema della rivalorizzazione dei prodotti alimentari e delle biodiversità, e ad essere membro della commissione Nutrizione e sicurezza degli alimenti del ministero della Salute. Un impegno a tutto tondo, insomma, cominciato fin da ragazzo, con la scelta di fare gli studi alberghieri - “quando la cucina non andava tanto di moda”, ricorda – e tenendo ben presente che in questo mestiere “non si finisce mai di imparare”. Con una passione per “i primi piatti, che rappresentano al meglio l’Italia”, trasmessa anche ai tanti celebri personaggi del mondo dello spettacolo e della politica per cui ha avuto la possibilità di cucinare nel corso della sua carriera, da Madonna e Bruno Vespa a Vladimir Putin e Rania di Giordania, solo per citarne alcuni. “Alla fine, dalle star internazionali ai politici, tutti amano le cose semplici e gli ingredienti riconoscibili dentro ad un piatto. Credo, ad esempio, che la cucina molecolare che fa tendenza in Spagna non abbia futuro in Italia”. Parlando di politica, non ci possiamo esimere dal chiedere allo chef un commento sull’attualità, e sulle ricadute dell’emergenza Covid sul settore della ristorazione, al momento in cui scriviamo costretto a

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Alessandro Circiello La salute comincia dal piatto

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A cura di Francesca Mancosu

La ricetta dello chef ORZO PERLATO CON ESTRATTO DI RAPE ROSSE Ingredienti per 4 persone Orzo perlato g 200 Brodo vegetale q.b. Cipolla g 20 Olio extra vergine d’oliva q.b. Rape rosse g 800

Ricotta di pecora g 150 Limone q.b. Pecorino g 50 Curcuma g 2 Pepe nero in grani g 1

Preparazione Tenere in acqua per alcune ore l’orzo perlato, scolarlo e tostarlo in casseruola con olio e cipolla tritata. Nel frattempo estrarre, con l’estrattore, il succo dalle rape rosse. Continuare la cottura con brodo bollente, a fine cottura mantecare con l’estratto di rape. Ultimare con un filo di olio extra vergine d’oliva, la ricotta di pecora e del limone tagliato a julienne passato per pochi secondi in acqua bollente. *Suggerimento a cura della Sisa - Società italiana scienza dell’alimentazione, su questa tecnica di cottura tratta da “La salute vien mangiando®”. Il corpo umano beneficia dal punto di vista depurativo della somministrazione associata di questi ingredienti - nello specifico orzo, rape rosse e scorza di limone. La curcuma, una volta digerita, viene completamente espulsa dal corpo umano. Con il pepe nero, ricco di piperina, sostanza che favorisce l’assorbimento della curcuma, quest’ultima rimane biodisponibile. www.gioconews.it

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È psichiatra e direttore del Centro Studi di Terapia della Gestalt. Dal 2007 è direttore scientifico di Orthos, associazione per lo studio e il trattamento dei giocatori d’azzardo.

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Riccardo Zerbetto

la compilazione e la firma della scheda prevista dalla cartella informatizzata (consenso informato). Il trattamento si articola in una serie di interventi specifici e integrativi, non necessariamente consequenziali, compresi tra i seguenti e adeguati al bisogno del giocatore: 1. colloqui motivazionali individuali e gruppi motivazionali; 2. psicoterapie (individuali, familiari e di gruppo); 3. valutazione di trattamenti farmacologici per comorbidità; 4. tutoraggio economico; 5. psico-educazione - individuale e/o di gruppo; 6. counselling al giocatore e/o familiari; 7. attivazione di programmi terapeutici semiresidenziali e residenziali riconosciuti dal Servizio Sanitario Nazionale; 8. attività di supporto sociale al paziente che comprende sostegno alla gestione del debito, all’attività lavorativa, alla genitorialità e reperimento risorse ecc.; 9. attivazione di consulenze legali e/o finanziarie; 10. invio e collaborazione con associazioni di tutela economica (es. centri antiusura, micro-credito); 11. invio e collaborazione con i gruppi di auto-aiuto; orientamento e accompagnamento in percorsi di inserimento lavorativo terapeutico e socioriabilitativo; 12. ricorso all’attivazione della procedura di nomina dell’amministratore di sostegno; 13. presa in carico del solo familiare qualora il giocatore non sia disponibile. Ricordiamo, inoltre, che un setting particolare va riservato all’accoglienza delle giocatrici, spesso posizionato al di fuori dei Ser.D, in luoghi meno connotati, più wo-

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roseguiamo anche a dicembre nell’analisi del documento del ministero della Salute che definisce il Regolamento recante adozione delle “Linee di azione per consentire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dal gioco d’azzardo patologico”. Nel documento vengono identificati gli “Obiettivi organizzativi” consistenti in: 1. “Garantire l’accesso diretto alla cura da parte dei servizi Ser.D. 2. Garantire la multi-professionalità dell’equipe e l’integrazione con la rete territoriale. 3. Garantire un adeguato assessment (valutazione diagnostica) multidisciplinare. 4-. Garantire un’equipe adeguatamente formata ed aggiornata, soprattutto in relazione alle specificità di alcune popolazioni, quale quella giovanile o quella femminile. Le “Caratteristiche specifiche dell’intervento terapeutico” prevedono che “A termine del percorso di valutazione multidisciplinare, nell’ambito delle attività dell’equipe viene definito il programma terapeutico integrato e personalizzato rivolto al giocatore e ai suoi familiari. Il programma terapeutico viene presentato e condiviso con il giocatore e se possibile con i familiari di riferimento e formalizzato tramite

men friendly e ‘protetti ‘, che forniscano interventi di gruppo di genere, con approccio sistemico relazionale integrato”. Sorprende che, rispetto alla stesura precedente del Documento a cui hanno lavorato per quasi tre anni numerosi esperti, tra cui il sottoscritto, per quanto riguarda gli interventi nella psicoterapia e nei trattamenti residenziali, siano stati eliminati approcci di diverso tipo, come quelli ad orientamento psicodinamico, sistemico-relazionale e umanistico-esistenziale Rispetto agli interventi residenziali e semiresidenziali si dice che “In alcuni casi la complessità e la gravità del quadro clinico è tale che il percorso ambulatoriale necessita di essere integrato con un trattamento di tipo residenziale e/o semiresidenziale per la persona con dipendenza da gioco d’azzardo. (…) Tali interventi sono da intendere come parti complementari di un percorso terapeutico-riabilitativo ambulatoriale del paziente e dei suoi familiari. L’inserimento nelle strutture residenziali e semiresidenziali viene valutato ed effettuato dal Ser.D che condivide gli obiettivi stabiliti nel progetto terapeutico con l’equipe curante della struttura, effettua il monitoraggio periodico e partecipa alla restituzione finale dei risultati ottenuti (…). Principali indicazioni per l’invio: 1. necessità di un periodo di trattamento terapeutico-riabilitativo residenziale breve al fine di astenersi dal gioco e/o allontanarsi temporaneamente dall’ambiente familiare conflittuale per pazienti che presentano bassi livelli di severità e complessità; 2. necessità di un periodo di trattamento residenziale specialistico di media o lunga durata per pazienti che presentano livelli di severità elevata e/o complessità grave (comorbilità psichiatrica, presenza di altri disturbi da uso di sostanze e/o comportamentali)”. Anche su questo ambito sono state eliminate importanti differenziazioni nei confronti delle abituali comunità terapeutiche per tossicodipendenti che, notoriamente, non rappresentano una risposta adeguata a una patologia che, seppur legata dal tema della dipendenza, se ne differenzia in modo sostanziale in quanto “comportamentale” e non mediata da farmaci.

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di Riccardo Zerbetto psichiatra, direttore scientifico di Orthos


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esclusivamente il soggetto interessato” e che in ogni caso quanto contestato “al detto cugino, si riferisse a situazioni che precedono l’entrata in vigore delle norme di sanatoria di cui all’art.1, comma 643, della L. 190/2014.” In ogni caso, il Consiglio evidenziava che nel decreto impugnato non si fosse dato conto del tipo di ingerenza che avrebbe subito il titolare da parte del parente. Pertanto si ribadiva che “se sono riferibili alla persona del ricorrente, con tutte le conseguenze potenzialmente sfavorevoli del caso sul rilascio, o meno, di un’autorizzazione di polizia, atti, fatti e responsabilità anche di natura penale, attribuibili in via diretta all’interessato; non può altrettanto dirsi, in vista del giudizio da dare sulla buona condotta o meno del richiedente, e in via, per di così riflessa, ove si abbia riguardo a condotte riferibili a persone diverse dal richiedente, salvo che, all’esito di una istruttoria congrua e idonea, sia dimostrata l’incidenza di queste ultime per fondare un giudizio di (in)affidabilità relativo al richiedente.” In conclusione, pertanto, il Consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana, diversamente da quanto considerato nella sentenza di primo grado, riteneva che gli elementi a fondamento del diniego di rilascio della licenza, fossero stati desunti da circostanza prive di consistente sufficienza per sorreggere e giustificare il provGiovanni Adamo vedimento reiettivo, e pronunciandosi deFondatore Studio Legale Adamo finitivamente sull’ap(www.studiolegaleadamo.it) Avvocato in Bologna – Cultore pello lo accoglieva in della Materia di Diritto Civile riforma della sentenza nell’Università di Bologna impugnata.

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anche però che una decisione di rifiuto del titolo abilitativo, per carenza di requisiti oggettivi per essere legittima deve basarsi su risultanze istruttorie adeguate, su circostanze di fatto non travisate e su una motivazione congrua e non illogica né contradditoria, e in definitiva su un vaglio appropriato della situazione di fatto posta alla base della decisione.” Nel caso di specie rilevavano, da un lato la condizione di incensuratezza del ricorrente al quale non erano stati contestati condotte socialmente pericolose, dall’altro l’irrilevanza dei controlli di polizia, i quali erano stati eseguiti in epoca assai precdente e in maggior parte avvenuti “in luoghi aperti al pubblico, il cui accesso, non poteva essere preventivamente vagliato e/o controllato” dal titolare, il quale, pertanto, non avrebbe potuto effettuare “un controllo preventivo in ordine all’incensuratezza o meno degli avventori.” Ancora, il collegio proseguiva evidenziando che, in assenza di contestazioni specifiche su comunanza di scopi o legami, o di comprovate relazioni tra ricorrente e soggetti controllati, i contatti tra il titolare e tali soggetti non potevano risultare sufficienti a fondare un giudizio concreto di inaffidabilità del richiedente. Con riferimento, poi, alla circostanza addotta a motivazione del diniego impugnato, che il cugino del titolare avesse precedenti penali, veniva richiamata l’orientamento giurisprudenziale consolidato per il quale “le autorizzazioni di polizia non possono essere rifiutate a causa della sussistenza di precedenti penali in capo ai parenti, dovendo i requisiti soggettivi ostativi riguardare

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Con

sentenza del 14 ottobre 2020 n. 01005/2020, il Consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana ha accolto il ricorso di una società operantr nell’ambito della raccolta scommesse sportive e giochi a distanza, per la riforma della sentenza del tribunale amministrativo che aveva respinto il ricorso diretto all’annullamento del decreto del questore di Catania di rigetto dell’istanza rivolta al rilascio della licenza ex art. 88 Tulps. La determinazione di rigetto da parte della Questura dell’istanza intesa a ottenere il rilascio della licenza per l’esercizio di scommesse sportive, era stata assunta sulla base dell’addebito all’interessato di frequentazione di soggetti pregiudicati, tra cui anche un cugino. Il collegio, nel trattenere il ricorso in decisione, richiedeva alla Questura i dati sulla base dei quali era stata assunta la decisione di rigetto, e in particolare con riferimento ai precedenti penali riportati dai soggetti con il quale l’interessato si sarebbe trattenuto. Già tali elementi, tuttavia, non si presentavano di consistenza sufficiente a sorreggere e giustificare il provvedimento reiettivo assunto, e conseguentemente il collegio riteneva l’appello fondato in particolare relativamente ai profili di difetto di istruttoria e di vizio di motivazione. Il consiglio di giustizia amministrativa per la regione siciliana, infatti, evidenziava che, seppur per giurisprudenza consolidata “in materia di autorizzazioni di polizia l’affidabilità e la sussistenza del requisito della buona condotta in capo all’interessato è caratterizzata da ampi margini di discrezionalità, vero è

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pagnare il giocatore in ogni fase, ma in modo sobrio, senza mai disturbarlo o – peggio ancora – annoiarlo.

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Di certo non possiamo parlare, in questo caso, di una novità, avendo a che fare, al contrario, con un grande classico dell’intrattenimento italiano. Ma il “solito volto” della gallina dalle uova d’oro di Mag si presenta come sempre nel migliore dei modi: confermando il suo fascino e il suo appeal intramontabile sui giocatori che è dovuto anche e soprattutto alla piacevole estetica del gioco. Anche i simboli inseriti ex novo in questa versione multi-gioco (come la schermata iniziale in cui compare un libro, per collegarsi all’idea della storia) sono particolarmente azzeccati e, quindi, altrettanto gradevoli.

PRESTAZIONI 18,5

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Tra le virtù intrinseche della “storica” Fowl Play c’è senz’altro la parte audio, che ha sempre caratterizzato il gioco, contribuendo a determinarne il successo. Gli effetti di base sono semplici ma efficaci: senza eccessi di musiche o jingle, puntando piuttosto sulla mera valorizzazione dei momenti salienti e un profilo minimo durante lo svolgimento normale del gioco. Riuscendo in questo modo ad accom-

IL NOSTRO GIUDIZIO: Per la serie: ti piace vincere facile, come

recitava un celebre spot, qualche anno fa. E’ quanto si potrebbe dire a Mag, che punta su un “sempre verde” del gioco rinnovandone la tradizione. Ma non finisce qui sapendo dell’imminente uscita della nuova “Fowl Play Xmas” su piattaforma online: una nuova versione della classica gallina in tema natalizio.

/20

Una slot che convince, già a priori. Tutti aspettavano l’edizione con payout al 65 percento della Fowl Play e l’idea di metterne insieme tutte le quattro versioni in un unico gioco si traduce già in un passo in avanti che amplia ulteriormente le prospettive di un gioco che già da sè poteva puntare sull’effetto tradizione, e in questo modo può contare anche sull’esigenza ormai comune a tutti i locali e a tutti i gestori di avere più giochi in unico cabinet. /20

Una slot all’insegna della convenienza. Non solo per via del fatto – comunque valido per qualunque multi-gioco – di offrire più titoli in un unico prodotto ma anche grazie all’ottimo rapporto tra qualità e prezzo. Ma anche (e soprattutto) per via delle politiche commerciali attuate dal produttore per far fronte alla situazione di emergenza in cui si trova il mercato, anche al di là del Covid, che offrono grande flessibilità ai gestori, in modo da favorire il cambio macchine in corso.

DESIGN E GRAFICA EFFET TI SONORI E AUDIO GIOCABILITÀ E INTRATTENIMENTO PRESTAZIONI BUDGET

18,6 /20

Comunicazione “business to business” a finalità imprenditoriale, commerciale o professionale, ai sensi delle Linee Guida AgCom (Delibera n.132/19/Cons.).

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GIOCONEWS #12 DICEMBRE 2020

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Una raccolta di gioco simili, ma non uguali. E, in tutti i casi, di successo. Da qui l’idea (vincente) di metterle tutte insieme. La nuovissima “Fowl Play Story”, rappresenta dunque una raccolta dei migliori successi della serie dedicata alla Gallina, proponendosi come una soluzione ideale per chi ha una clientela a cui piace giocare con la celebre slot di Mag. Partendo dalla prima: “Fowl Play Gold”, vero, grande classico del gioco; “4 Fowl Play”, la versione veloce della precedente, che permette di giocare su quattro mani, per un “bet” massimo di ben 1600; “Fowl Play Diamond”, altro successo con doppia modalità di gioco a 15 o 20 simboli e, infine, “Fowl Play Fever”: la versione di Fowl Play a tiro singolo con 20 simboli e vincite bidirezionali. Il risultato di questo “collage” di galline è un gioco unico e vario, nonostante le ripetitività nel nome, ma non nei fatti.

BUDGET 18,5 EFFETTI SONORI E AUDIO 18,5

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GIOCABILITÀ E INTRATTENIMENTO 19

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Chi non conosce la “Gallina” di Mag Elettronica, nel mondo del gioco? La risposta è scontata: nessuno. Disponibile su tutte le piattaforme (Awp, Vlt, online), il titolo Fowl Play ha rappresentato per lungo tempo il non plus ultra nella produzione delle slot, appassionando migliaia e migliaia di giocatori, mostrandosi anche particolarmente longeva e resiliente, al punto di svilupparsi anche nel tempo, in altre versioni, dettate anche dagli aggiornamenti normativi. Ora, dopo che l’azienda padovana aveva pensato bene di raccoglierle tutte in un unico multi-gioco, dando vita all’edizione “Story” del 2016, il passo successivo (e doveroso) era quello di ridare vita alla slot anche con il nuovo payout. Ed ecco qui una rinnovata gallina, all’insegna della tradizione.

DESIGN E GRAFICA 18,5

Scoprila online:

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A cura di Vincenzo Giacometti

Anno di produzione_ 2020

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Specifiche normative_ comma 6a del Tulps

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Nome_ Fowl Play Story Produttore_ Mag Elettronica

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LA SLOT CHE CONTINUA A SCRIVERE LA STORIA DEL GAMING


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ontro qualsiasi violenza nei confronti delle donne: iZilove Foundation – l’ente di Snaitech dedicato alle good causes – a sostegno di un progetto di Amref Health Africa indirizzato alle comunità di origine africane residenti a Milano. Il progetto, presentato per la prima volta nel corso della Snaitech Sustainability Week, intende contrastare il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, sul quale Amref da anni promuove un’opera di prevenzione e mira alla formazione degli operatori, alla realizzazione di campagne di sensibilizzazione per la comunità e all’elaborazione di un modello basato sulla collaborazione intersettoriale e intercontinentale. “Sosteniamo con grande orgoglio Amref nella lotta a questo fenomeno purtroppo molto diffuso – dichiara Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Snaitech. L’insidia maggiore è l’indifferenza, il ritenere che sia un fenomeno marginale, confinato in contesti che non ci riguardano, quando non è così. Con questo progetto dedicato all’empowerment femminile, che raccontiamo proprio oggi 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, inauguriamo un nuovo driver all’interno delle attività di Corporate Social Responsibility. Per Snaitech, valorizzare la figura della donna è un obiettivo fondamentale e crediamo che una cultura inclusiva sia un’opportunità di crescita per tutto il Gruppo”.

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BETBULL SOTTO L’ALBERO DI NATALE IL FREEROLL SVAPOWEB FISCO&SLOT

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opo l’ottimo successo ottenuto nelle prime due edizioni, lo Svapoweb Christmas Freeroll torna a offrire un super premio sotto l’albero virtuale natalizio di BetBull. Ci sono infatti ben 2020 euro in palio nel torneo gratuito che si giocherà il prossimo 22 dicembre alle ore 21 per inaugurare i magici giorni di Natale magari con un bel premio che, è proprio il caso di dirlo, viene regalato dalla room e dal suo partner. La poker room BetBull e l’azienda leader nelle sigarette elettroniche Svapoweb, tornano infatti insieme sempre più forti e salde, mettendo sul piatto questo splendido freeroll: sono 5000 le chips iniziali e si parte dal livello 10/20 con la durata dei blinds di 10 minuti. La registrazione tardiva è di ben 10 livelli e cioè 1 ora e 40 minuti per entrare nel torneo. Non appena apparso in lobby, si sono contati subito quasi 50 gli iscritti. Un freeroll, del resto, nessuno lo vuole perdere! A breve verranno decise anche le taglie che BetBull annuncerà dopo aver deciso insieme a Svapoweb chi dovrà essere bersagliato dai partecipanti per ottenere soldi in più!

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SNAITECH IZILOVE FOUNDATION A SOSTEGNO DI AMREF HEALTH AFRICA

HABANERO & LEOVEGAS UN PATTO GIOCOSO PER IL MERCATO ITALIANO DEI CASINÒ ONLINE

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abanero, fornitore di slot premium e giochi da tavolo, è ora disponibile con LeoVegas, uno degli operatori più noti del settore del gioco d’azzardo. I giocatori con sede in Italia di LeoVegas potranno divertirsi con tutti i 71 giochi di Habanero certificati a livello nazionale, inclusi i preferiti dai fan come Egyptian Dreams, Wild Trucks e Scopa. Il famosissimo portafoglio multimarca dell’operatore vanta una portata di giocatori senza rivali, con la nuova partnership di Habanero destinata a estendersi in altri mercati chiave nel prossimo futuro. Arcangelo Lonoce, head of european business development Europe di Habanero, dichiara: “Siamo lieti di lanciarci in Italia con un operatore di fama mondiale come LeoVegas, in una mossa che migliora la nostra impronta commerciale nel nostro territorio natale e oltre. L’accordo consolida le credenziali di primo livello di Habanero mentre continuiamo a mettere in atto i nostri ambiziosi ed entusiasmanti piani commerciali”. Johan Ekberg, group casino games manager di LeoVegas, aggiunge: “La suite di gioco di qualità premium di Habanero non ha bisogno di presentazioni e siamo lieti di averla a bordo. Siamo già live in Italia e consideriamo questo come il primo lancio di molti con il fornitore”.

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quello domestico in presenza di diversi dispositivi collegati. Per potenziare ulteriormente l’esperienza di gioco e dare ai gamer la migliore connessione di gioco possibile, il software Dumaos 3.0 include nuove funzioni avanzate, tra cui Geofencing personalizzabile, Ping Heatmap, QoS avanzato, Benchmark di connessione e Traffic Controller. Il nuovo router Nighthawk Pro Gaming presenta una serie di funzioni avanzate che forniscono un controllo ottimizzato della connessione di rete durante il gaming e lo streaming, assicurando che l’esperienza di gioco possa continuare senza interruzioni.

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etgear, fornitore di prodotti di rete che potenziano l’esperienza di gioco dell’utente, lancia il nuovo router Nighthawk Pro Gaming WiFi 6 Xr1000 AX5400. L’Xr1000 abbina l’hardware WiFi 6 di ultima generazione all’avanzata tecnologia Dumaos 3.0, l’ultima innovazione nella gestione delle impostazioni di rete per un’esperienza di gioco ottimizzata. Il software Dumaos 3.0 è creato appositamente per consentire ai gamer un’esperienza di gioco superiore e uno streaming video migliore. Questo software all’avanguardia, combinato all’hardware di rete, garantisce stabilità del ping e riduzione dei picchi di lag, con un collegamento affidabile sia per connessioni via cavo sia. Nighthawk Pro Gaming Xr1000 è il primo router gaming WiFi 6 con software di gioco Dumaos 3.0. Con la più avanzata tecnologia WiFi 6, l’Xr1000 è progettato appositamente per migliorare le prestazioni e ridurre la latenza della rete sia in ambiente di gioco, sia in

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LOSFIZIO DELGIOCO A cura di Michela Carboni

IN ARRIVO IL NUOVO ROUTER NIGHTHAWK PRO GAMING

È IL MOMENTO DI GIOCARE CON OCULUS QUEST 2

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UN NUOVO MOUSE DA GAMING PC BURST PRO

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occat svela il nuovissimo Mouse da Gaming Pc Burst Pro. Il Burst Pro è il primo mouse di Roccat a debuttare con Titan Optical Switch, che – come per le tastiere Vulcan Pro e Tkl Pro recentemente annunciate – offre ai giocatori Pc un vantaggio competitivo fornendo un nuovo livello di precisione e di velocità, oltre 100 volte superiore a quella di un normale mouse da gaming, oltre che una vita del prodotto più lunga. Il Burst Pro è progettato con una nuova forma simmetrica ed ergonomica, e il suo unico guscio traslucido a nido d’ape gli permette di pesare solamente 68 g, mettendo al contempo in mostra l’illuminazione intelligente Aimo di Roccat in un modo mai visto prima. Il Mouse da Gaming Burst Pro di Roccat è anche il primo ad essere dotato di glides trattati termicamente e di un cavo PhantomFlex per giocare al meglio senza restrizioni su qualsiasi tipo di mousepad. Il Burst Pro nasce dal desiderio di creare un nuovo mouse simmetrico dotato delle ultime tecnologie di Roccat garantendo il pieno potenziale del sistema di illuminazione Aimo.

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rriva Quest 2 che offre prestazioni più avanzate e il display Oculus. Quest 2 dà accesso alla libreria completa di Quest e ai suoi contenuti, tra cui Echo Vr, Moss, Vader Immortal, e molti altri. Inoltre, sono disponibili nuovi titoli e aggiornamenti dei giochi di maggior successo come The Walking Dead: Saints & Sinners, Beat Saber multiplayer, Rez Infinite, e alcuni fantastici contenuti giapponesi, con tanti altri contenuti in arrivo. Se si dispone di Quest 2, Oculus Link e un Pc gaming compatibile, si può godere dei migliori giochi Pc Vr, come Asgard’s Wrath, Stormland e Lone Echo, oltre ai titoli in arrivo prossimamente come Lone Echo II e Medal of Honor: Above and Beyond. Alcuni dei titoli Quest più amati riceveranno aggiornamenti gratuiti come parte del pacchetto “Newly Enhanced for Quest 2”. Questo pacchetto è disponibile sul Quest store e tutti i titoli sono già disponibili! I possessori di Quest vedranno arrivare questi aggiornamenti su Quest 2 in maniera automatica.



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gioco e covid-19

Difficult games on Brexit Without a deal what will happen to the United Kingdom (Uk) after the exit from European Union (Eu) after the end of 2020? Gambling operators and their staff are certain to entertain a nebulous future. by Michael Haile

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THE STRANGE CASE OF GIBRALTAR – Gibraltar, commonly referred as “The Rock”, is the most egregious example. If you do not know Gibraltar, the place is an island, or a rock, located in the south of Spain. It is a British territory, and it houses one of the largest online gambling territories in the world, where it also abodes the licences of some of the largest gambling online operators. It is estimated that 60% of the staff of online gambling operators commute from Spain every day. Also 60% of global online gambling activity is licenced in the Rock. When the Uk exits the Eu so does Gibraltar. If the Uk and the Eu cannot reach a deal, it is probable that many companies will have to relocate, maybe twice, in the UK and in one of the EU jurisdictions, everything is still in the air as everyone is watching what deal will be reached, if one will ever be. PROMOSPACE

ENGLISH PAGES A cura di Natasha Crisantemi

rexit will have a profound effect on all sectors and industries, and the gambling market will not be exempt. In November 2019, the European Union (Eu) and the United Kingdom (Uk) reached a deal for the Uk to leave Europe at the end of 2020, however they are finding it difficult to find a deal for the after 2020. As you read this article, it will be improbable that the Uk and the Eu will have in themselves to find a permanent or semi-permanent deal following the end of 2020. The Uk has one of the most highly regulated gambling markets in the Eu, or even the world, as such Brexit will not create problems immediately for operators. The most imminent problems derive from the perspective of human resources as much the status of Europeans working in the Uk and the British working within the Eu remains rather uncertain.

For the giants of the sector such as William Hill and Ladbrokes it will not be a problem, but swallowing relocation will not be easy. A consequence will be a higher cost structure which will be a hit on profitability. For small to medium operators Brexit without a deal on services will create formidable challenges. Small operators will not be able to stomach such an increase of operational cost and will probably have to choose in which market to operate. The future of Gibraltar will also depend on the attitude and political position Spain will take. Spain generally struggles to accept British sovereignty over The Rock. It has asked the Uk government for negotiations, beyond the negotiations with the Eu, regarding shared sovereignty over the island, something akin to the deal reached with the Republic of Ireland over Northern Ireland. An anathema for the British government, as much as it is for the citizens of Gibraltar. Once Brexit happens Spain could simply close the borders (something that has occurred in the past, against Eu rules), and The Rock, from one day to another, could find itself without 10.000 workers, which would have a devastating operational effect to all businesses on the island, including gambling operators. PLAYERS - From the perspective of British players not much will change immediately, but down the road the Uk government might change or optout from Eu directives such as Data Protection and Money Laundering. However if a British company wants to trade within the Eu suffice to say it will be obliged to follow Eu directives. OPERATORS – The UK government published a Brexit manual for operators that offer digital services, which includes online gambling operators. The manual explains what are the dues that operators have to offeror digital servi-


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TEMPLATES AND SCENARIOS – Once Brexit happens, with or without a settlement, all operators have twelve months to conform with Eu statutes and the regulations of the in the various countries they operate in. A challenging timeline for those operators who offer various trusted platforms, games and content. But there is an impromptu scenario, or a risk for many, which would complicate an already complicated panorama. The Uk government might opt for a complete deregulation and liberalization of the gambling market, a 180-degree reversal compared to the policy followed in the last few years. Some important segments of the Conservative Party within the British government, high priests of Brexit, which includes the Prime Minister Boris Johnston, are eager to launch a deregulation spree of the City and the financial sector, right after Brexit, in order to stay competitive, which as a matter of order would require also reducing taxes, so to reduce relocations of institutions to Dublin, Frankfurt or Amsterdam. It is not farfetched to think this could also be a policy for the gambling market. The propulsive ideology behind Brexit has its axioms that the Eu “ties our hands and erodes sovereignty” (too many rules, cannot control immigration, a faraway autocracy and bureaucracy etc...) One of the fundamental reasons that high tech companies like Google, Facebook and Amazon do not enter the gambling market is that they consider the regulatory oversight too onerous to their business model. A deregulated gambling market might catch their attention. A senior Amazon executive once told me that it was easier to sell a helicopter than a sports bet, from a regulatory point of view. Another unexplored factor of a post Brexit deregulated market is the fragmentation of the regulatory make up of the Uk. The Uk is made of four countries, England, Scotland, Northern Ireland and Wales. A deregulated market

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THE MALTESE CASE - British operators which own Maltese licenses will own a further headache. Licenses released by the Malta Gaming Authority-Mga, (123 online operators, mainly casinos, out of 189, which own 1700 websites) mainly operate within the Eu, will have to swim into egregious regulatory seas. According to the article 10 of Maga regulations, every operator which owns a Maltese licence must be based in an Eu country (or Eea). The substance is, according to Maga regulations, operators who own a Maltese licences, which by the way enjoy a low tax regime, should either transfer into an Eu jurisdiction, but are also allowed to transfer their license to a third party.

imposed by the central government, composed mainly by English members of parliament, might sit too well to the other countries. Scotland is an anti-Brexit and pro Europe country, and the Scottish National Party under Nicola Sturgeon is hopeful in attaining a successful independence referendum post Brexit, so it has an interest to keep its regulatory make up as closely aligned to the Eu, so to be able to reenter the Eu as soon as possible. The Northern Ireland government, the only Uk part that has a land border with the Eu, is particularly interested in having a regulatory structure with the Republic of Ireland (a Eu country) as its economic structure id dependent upon it. And Northern Ireland is not eager to have a hard border between the Northern part and the Republic as it might reignite the troubles which ended in the Good Friday agreement of 1997. Wales is not particularly bothered by the might of its English brethren, but Covid has exhibited that a muscular nationalist fervour can produce political gains. The UK has now four health systems. Scotland went as so much to propose a border between England and Scotland, unthinkable only a year ago. But it is not only political, but also cultural. A deregulated gambling market is not an attractive option in the north of the Hadrian Wall or the religious counties of Northern Ireland, compared to England. It is not a pipe think that the UK might have a fragmented gambling regulatory market post Brexit, similar to the current German system. DANON PERDERE

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ces within the EU. The guidebook, elucidates , that British operators which offer features within the Eu, overall those that offer digital licensed platforms and content licensed by the Gambling Commission, the Uk regulator, would require a representative within the Eu, to help them follow Eu directives. Furthermore, those which offer digital platforms would have to revisit their copy wright contracts. Not a small matter.

DIFFICULT GAMES ON BREXIT

LAND BASED GAMBLING – In regard to land-based gambling, Brexit might affect casinos much more anything else. Casinos will have a rotten time finding adequate personnel, in numbers and skill sets. The Uk governmet has also decided to change the immigration system, to a point based system. The higher your qualifactions are, the higher you points, similar to the Australian system. The Uk Gambling Commission requires that all workers that operate in the gambling sector have a personal gambling licence, which can be released by an Eu recognised regulatory agency. If the various multinational companies are required to obtain separate licences for every Uk worker (if they have enough immigration point as is) they might close some operations, due to lack of human resources and also licences have a cost. A splendid example is Lottomatica (Igt Group), one f the largest gambling groups in the world, It is headquartered in London, but its major European operations and revenue originate from Italy, but is has a large Italian and European staff in the Uk. A post Brexit nightmare, from a regulatory and company management point of view. The last thought, which fixates the most thoughtful of operators, is that if Brexit will be a success for the UK, many jurisdictions and regulators will resist any further harmonization of EU regulations, which would create further complications to multinational operation. If Brexit happens without a deal, and there is only a month left, all is possible. Fingers crossed.

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Everything is ready for Betting on sports America digital, the online event about gaming world, scheduled for December, 1-2

STAR-SPANGLED BETTING by Michela Carboni

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lthough Covid 19 has stopped “physical” gaming events, the space for discussion remains and has moved to the digital world. Many events have in fact chosen an online version, such as Betting on sports America digital, organized by Sbc, scheduled for December, 1-2. What are the news and the main features of this event, dedicated to the betting and gaming world? We asked to Kevin Smith, Sbc’s North American Marketing and Communications Director: “We have a star studded lineup of speakers with more than 130 industry experts and we have a series of keynotes from Ceos that represent some of the most influential brands in the U.S. Market, such as Joe Asher, Ceo of William Hill, Bill Hornbuckle, Ceo Mgm Resorts, Derek Stevens, Ceo of Circa Sports, and John Levy, Ceo of theScore”. What are the main subjects that will be addressed? “Bosa-Digital has the most comprehensive agenda of any U.S. event in the industry. Our speaker roster is second to none and our sessions will be spread out over eight different tracks. These tracks

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cover all aspects of the industry in the U.S. and include: betting in society; betting on sports; regulatory roundup; problem gambling; investment; betting on regulation; sports betting101; marketing and affiliation”. How will the conferences be organized and who will participate? “With the pandemic still in full swing, the event will be a virtual experience for our delegates. Our platform is robust and includes a virtual trade show and expo hall, interactive networking sessions, social games and tournaments and a depth and breadth of conferences sessions that our attendees have come to expect as being the gold standard for the industry. We will draw in operators from nearly 400 different companies representing all aspects of the industry including commercial, tribal, lotteries and more”. How is the American betting market doing?

“Sports betting continues to grow at a rapid pace, even in the face of the pandemic. Maryland, Louisiana, and South Dakota all recently passed ballot measures that will expand sports betting in those states. This means that nearly half of all states will have regulated sports betting in another year or so. Sports betting volume continues to be a bright spot in the gaming industry as casino revenues have dipped in the face of the pandemic. Now that sports are back in full swing the betting public has responded in droves”. What are the opportunities of this market? “States will continue to expand, analysts predict the U.S. sports betting industry could be a $20 billion sector by 2025. Huge states, from a market standpoint, like California, Texas, and New York still haven’t moved on sports betting. These states along with a dozen or more could put the number of regulated jurisdictions in the U.S. at 40 or more within the next three to five years”.


VOX MANAGER 2005 Gambling Act to bring legislation into the digital age, as promised by the Prime Minister in his election manifesto, and it is expected to be announced in the next few weeks. The objective is to focus on the wider use and impact of technology on UK gaming consumers and the public at large and assess whether licensed operators have a legal duty of care towards their customers. I can see that there will be new measures introducing protections for young adults and predefined recommended maximum length of gaming time that an individual should spend while playing on digital devices together with thresholds based on spending and stake limits. As anticipated in this space, more stringent corporate social responsibility measures by governments were coming and now this process will take place starting from one of the most important and advanced gaming markets in the world. In Ontario - Canada, the most important domestic gaming market, the legislative assembly in its 2020 provincial budget recently revealed the intention to establish an online market for IGaming that is both competitive and protects consumers, as anticipated in its 2019 budget. In continuing to work towards this goal, the province is introducing legislation to give the Alcohol and Gaming Commission of OnLudovico Calvi tario (AGCO) authority to con• President of Global Lottery Monitoring duct and manage iGaming, in System Executive Committee addition to having the role of • Member of the American Gaming Association Sport Betting Task Force (Aga) the regulator. If the proposed • Member of the World Lottery Association legislation is passed, a dedicat(Wla) Sports Betting Integrity Committee ed subsidiary under the AGCO

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by Ludovico Calvi

The

World Health Organisation has encouraged governments to incentivize cashless transactions and operations since banknotes are considered a way of spreading the virus and governments are taking actions to store banknotes and reduce cash circulation. The outbreak of the pandemic has accelerated the digital transformation process in every economic context, including the gaming industry, forcing states to review their gaming legislations and to implement higher standards of customer protection and, above all, regulatory oversight for the sector diverse stakeholders. Gaming consumer behaviour is changing, and individuals are increasingly reliant on the convenience and velocity of digital payments. To move further away from cash, however, we need payment services to take a quantum leap and to improve cyber security while introducing safeguarding measures in place alongside higher global compliance standards in which we can all have confidence. Digital transformation can bring a safer environment if all suitable customer protections measures are in place, it is much more effective to control the full digital gaming product life cycle in a digital environment than it is in a land based one. Today with advanced technology based on AI and predictive models, the fight against phenomena such as digital frauds, compulsive gaming, money laundering and match fixing, to mention a few, is more effective. In the UK, the national Gambling Commission is expecting to review the

VOX MANAGER

Are existing gaming industry regulations able to keep pace with the challenges posed by digital advances ?

would be established as the conduct and manage entity to manage the relationship between the government and private iGaming operators. The Province and the AGCO intend to continue consulting with key stakeholders on the design of the iGaming market to reflect consumer preferences and foster an exciting gaming experience, while ensuring that appropriate responsible gaming consumer protections are in place. These engagements will include a number of diverse topics, including approaches for revenue collection, data and gaming system requirements, the licensing and registration approach, product offerings and marketing considerations. In Italy, the director general of the Gaming Authority - Customs and Monopoly Agency -, Marcello Minenna, during his recent hearing in the Finance Commission of the Senate setting fiscal policy objectives for the years 2020-2022, announced the need to extend the deadline of current gaming licenses until 2022. This is due to the fact that there is a desperate need to review the overall gaming regulatory framework and streamline its many municipal, provincial, regional and state directives while continuing to safeguard precious state revenues. The Italian Gaming Authority will start very soon a review of the current gaming legislation which will touch both retail and digital gaming licenses with the objective of modernizing its regulatory framework, fighting the increasing black market, which has seen a recent resurgence due to the effect of the pandemic, and ultimately implementing higher standards of consumer protection. The process will also see a direct involvement of the Italian local authorities, who have always demanded more attention by the State Authorities since they are those who are finally carrying the social costs of compulsive gaming disorders and local policing.

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L’ORA DEL GIOCO

Statistics out of the window as gaming industry goes to sleep by David Snook

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S E G A’ S M A R T I N R I L E Y AND MURIELLE LEDUC OF AVR ANCHES, FRANCE

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THE STRANGEST OF YEARS!

It

is a peculiar assignment to assess the state of the international amusement machine market in 2020. There has, of course, never been a year like it. The Covid- 19 pandemic has played havoc with the market and the usual comparisons of established base numbers in any one country are rendered meaningless. The only conclusion has been that the market has contracted rapidly and that the effect has been universal. Whether it is games in arcades, family entertainment centres, leisure complexes, pubs, bars, truck stops, cafes, or any other type of leisure-based venue, they have uniformly been severely impacted. From kiddie rides at supermarkets to AWP machines in bars or in adult gaming centres, the pandemic has been equally devastating. In every case, jurisdictions have been closed down to the industry – and virtually every other commercial activity – to some degree. It has ranged from total closure for months at a time, to inhibited opening hours or capacity limits. In essence, incomes have fallen disastrously, by as little as 20 percent and as much as 80 percent. Some locations have stayed shut – even after the local lockdown has been eased, as owners failed to weather the storm. Inevitably, it has meant that there has been an impact on the suppliers too. Sales of new amusement games and of new Awp machines, plummeted in the year. As high a fallback as 70 percent is quoted in confidence by our contacts. Again, without naming na-

GIOCONEWS #12 DECEMBER 2020

mes, they also report that once the full impact of the pandemic began to be felt in March, all development – or most of it – was moved to the back burner. With the cancellation of trade shows globally, there was no shop window, no meeting place, to market them. It is also worth noting, however, that some of that markets that have come out of lockdown have bounced back more quickly than anyone expected. Some operators report that their business recovered to levels of 80-100 percent of pre-Covid days, which is outstanding news. It illustrates that some of the independent operators, while their confidence may have taken a knock bringing on degrees of uncertainty, applied themselves diligently to resurrecting their business and succeeded. But sales are without doubt down. We asked Martin Riley, international sales manager at Sega for his view: “What I have seen within the global market place is countries recovering across the world differently. Some coming out and then going back into closure; others with not-so-severe restrictions; some still not trading at all. “And in an international sales business it has allowed companies to surf the wave of recovering territories, while treading water in the trough of closures. Again, it is fair to say of the products selling well would those with a faster ROI, giving buyers the confidence to purchase within limits. We have also seen many of the pre-Covid projects going ahead with their planned investments for a new year opening and where the products supplied is a mix of manufacturing and price considerations.” That is probably something of an understatement. With locations locked

down for months and operators looking at the very real prospect of their companies no longer being viable, there is a knock-on effect. Trade shows cancelling left no ‘shop window’ for new products and those products were in any case shoved to the back burner by developers with little prospect of marketing them and a lack of funds for R&D. It has all be a vicious circle, leading inevitably to stagnation. Trade shows are currently unlikely to recommence until mid-year 2021. Riley doesn’t agree. “I don’t believe that technology has been shoved on the back burner. If anything, this pandemic has given time for even more focus by R&D houses.” The natural optimism of a salesman? Maybe… he also doesn’t think that the pandemic has placed pressure on the Vr sector, given the heightened focus on sanitisation. “Yes of course there is a massive focus on hygiene and cleanliness of locations and products. Vr, however, has always provoked longstanding discussions and as an industry it is important that we talk about these issues from a product and location point of view and constantly manage these issues. “To be honest, I don’t feel that the long-term future hygiene issues will be much different from the understanding and standards that we operate now. People will do what they want when their own perception is that it is OK and safe for them, whether it is hygiene with VR or other safety issues. This has always differed from person to person and will continue to do so. We as an industry have to continue to offer the best and safest environments.” And other games? Redemption, of course, continues to rule, but there are worrying reports from one or two countries about tickets and the oversensitive in some jurisdictions are questioning whether they should be freely available to children. To the industry, of course, this is appalling and nonsensical, but where you have politicians keen to make a name for themselves, gambling is a ready target and ticket redemption the softest target of them all.


www.intergameonline.com Italy and the Netherlands are now to some degree in focus on this issue, while France has always been. Otherwise, redemption rules and still accounts for 60 percent-plus of most Fecs’ floor income. Variety, of course, is the name of that game. So where has the disaster been most disastrous and where is it less

so and where will recovery come first? Those in the know, like Riley and others, will have to concede that 2020 was awful for the US, Europe, Australasia and Africa, while Asia less so overall. China, Japan and Korea handled the pandemic well and came out of it first, although India continued at the end of the year

THE STRANGEST OF THE YEARS

to be in a pretty bad place. Other parts of Asia had different degrees of impact. And first out of it all will certainly be the Middle East. The word is, pray for the vaccine and with it renewed confidence. When will it be back to 2019 levels? We think four years – Riley believes sooner. We’ll see.

AWP SCENARIO BLURRED BY PANDEMIC It is almost impossible to pinpoint the number of AWP machines operating in bars and arcades across Europe at the end of 2020. Last year it was a reasonably accurate assessment of a straight 1,000,000, based upon what we actually knew from official figures, and what were informed guesses from those markets without precise numbers. In order to assess the end-2020 situation, it is necessary to know just what impact Covid-19 has had on the established base in each country. Figures for that are not apparent as the year closed. It can only therefore be a guess. The best guess would be that numbers had not actually fallen by much. There will have been some natural wastage from other factors such as the continued contraction in Germany through legislation, but the market remains steady. The real impact of the virus will be in the replacement of the existing established base with new equipment. That will have stalled and with the AWP very much a European phenomenon (just small numbers in South Africa), then room for expansion of the market is at best limited. Nor has the wholesale transformation into a Vlt market that we, among some others, expected, happened. Parts of Eastern Europe, Scandinavia and Italy are the only places where Vlts have made much impact. It surprises us, for we expected that authorities would appreciate having what is effectively an on-line Awp so that the cash boxes could more securely be measured for tax purposes. The bulk of the market is in four countries, Germany, Spain, Italy and the Uk, with a moderate number also in the Netherlands. Italy has continued to struggle against adverse media opinion, which is therefore mirrored by authorities, but it has well over 235.000 Awp (after the last reduction of the government) and about 60.000 Vlt, and is the largest market in Europe. Numbers may have fallen somewhat during

2020 due to these anti- influences, plus high levels of taxation and constant irritating amendments to legal specifications. Germany is hovering around 240.000 units, but it’s a guess as official figures were not to hand as this overview was penned. It has contracted a little from the 265.000 of three years ago, but that was to be expected because of anti-arcade attitudes by the 16 semi-autonomous regions in Germany. Indeed, most observers are surprised that the contraction has not been more severe. Spain has struggled to maintain a market in face of severe recession which was barely overcome when the pandemic started, so its 200.000 units are likely to be further depleted once the facts are made apparent. The Uk has around 185.000 Awp machines, known as Category C in the mystifying British segmenting of machine types. Many of those are now overdue for replacing with digital games….there is a limit to how many times an analogue technology can be ‘refreshed’, but the strange circumstances that so beset 2020 pushed that factor on to the back burner temporarily. The Dutch, equally beset by internal difficulties, have 30,000-plus Awps, a number that is probably fairly static as we move into 2021. Other significant markets include the Czech Republic, Slovakia, Denmark, Belgium, with a few in Ireland and Austria, while South Africa has about 30,000 of its Lpms (limited payout machines). Static or stagnant? It is difficult to assess in the light of very limited information on just how damaging the pandemic has been in the past year. In terms of technology, the digital machine rules over much of the territory in which the Awp operates. The last bastions

of electro-mechanical spinning reels, Spain and the Uk, are slow to submit to the inevitable, perhaps dictated by economics. Spain is now majority-digital and only the Uk lags behind. Development has been subdued. Fresh ideas have been scarce, in honesty, mainly because market conditions have stifled the wherewithal to reinvest and the absence of trade shows has left little in the way of shop windows for new products. If there has been one very obvious trend in the Awp operating industry, it has been the advance of cashless gaming. With a public sector positively anal in its withdrawal from ‘touch’, cashless payments in modern society have flourished. Regulation, as far as permitting its use in Awp machines, has not kept pace, however. Where it is permitted, it has thrived. Where it is not so far permitted – as a direct method of payment – it has struggled. Various initiatives have been undertaken to try to circumvent the problems…. cash ‘wallets’ are typical… it remains to be seen just how receptive the general public is to this puzzling and enforced alternative to dropping a coin into a slot or a bill into a validator. Countries like the Uk are aware of the problem, but hands are tied while politicians feel that they have much larger fish to fry than Awp machines in pubs. A much clearer picture will emerge 12 months hence.

LIZ KIM AND MR LIM OF ZZANGS GAMES, DISTRIBUTORS IN SOUTH KOREA

TAY L A N O Z B E K A N D MUR AT EYILEBLEBICI OF TRIO GAMES G R O U P, T U R K E Y

T H E B A L LY W U L F F F A C T O R Y F L O O R I N G E R M A N Y

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PROMOSPACE

GIOCO &ARTE

DALMONDO

DALMONDO

DANON PERDERE

LOTTO

GIOCO &ARTE

ILUOGHI DELGIOCO

RIFLESSIONI DAORSO

L’OROSCOPO

PROMOSPACE

PER TENTARE LA FORTUNA

a cura di Nashira astrologa e sensitiva

12, 22, 88 Ambo, Terno e su Tutte, Milano, Roma SUPERENALOTTO

Dicembre porta qualche acciacco di stagione, ma sempre meglio che i mali che hanno afflitto questo difficile 2020. Dpcm permettendo, sarebbe comunque il momento ideale per programmare una breve vacanza che possa ricaricarvi dopo le fatiche recenti. Al gioco benino, non di più.

GEMELLI

VERGINE

SAGITTARIO

PESCI

Chissà che il 2021 non possa iniziare meglio di come si sta concludendo questo 2020. Certamente i problemi sono tanti e grandi, ma non c’è alcun bisogno di moltiplicarli. È il momento di sfoggiare la vostra tenacia e un pizzico di ottimismo. Dea bendata innamorata di voi.

Non tutte le ciambelle riescono col buco, ma questo non significa che ci si deve demoralizzare alla prima “sfornata” deludente. Quel progetto che accarezzate da tanto tempo si sta rivelando di realizzazione molto ostica, anche a causa della pandemia, ma la spunterete. Bene al gioco.

Se sarete meno pessimisti ed egoisti, questo mese vi regalerà grosse soddisfazioni. Purtroppo a volte siete sensibili, anzi iper sensibili, solo nei confronti di voi stessi, mentre il difficile momento suggerirebbe grande empatia. A proposito di “iper”, lo siete anche al gioco.

In famiglia ci sarà un po’ di scompiglio, ma niente che non si possa risolvere con una dose industriale di camomilla e una generosa manciata di diplomazia. Su, che quest’anno avete affrontato problemi ben peggiori. Per giocare aspettate fine mese.

TORNEANDO

TORNEANDO

GIOCONEWS #12 DICEMBRE 2020

PAROLADI COLLOVATI

ACQUARIO

Avete avuto molte preoccupazioni quest’anno, ma dicembre vi porterà un po’ di tranquillità, sia in famiglia che sul lavoro. Avete bisogno di rigenerare il corpo e lo spirito, dopo essere stati messi duramente alla prova dal Covid. Giocate poco fino al giorno 20.

PAROLADI COLLOVATI

SCORPIONE

Bilanci e progetti, nonostante il Covid ancora in giro per il mondo. Siete come sempre positivi e coraggiosi, con la conseguenza che le persone che vi stanno accanto saranno contagiate dal vostro bel modo di essere. La dea bendata vi sarà vicina se vorrete giocare.

TORNEANDO

LEONE

POKER STRATEGY

TORO Ma quanto può essere fortunato questo ultimo mese dell’anno? Siete il segno privilegiato dagli astri e dovrete approfittare di questo momento di grazia, peraltro in un periodo che è stato davvero poco generoso per tutti. Benissimo anche al gioco.

RIFLESSIONI DAORSO

GIOCARE GIO CONGUSTO

GIOCARE GIO CONGUSTO

NUOVE TENDENZE

NEWSLETTER

Siete tra i pochi segni dello zodiaco ai quali il 2020 abbia dato più che togliere, quindi ringraziate chi di dovere per la vostra buona sorte e per questo fine anno che si prospetta all’altezza di un anno di svolta e positivo. Molto bene anche al gioco.

LEAVVENTURE DAROONEY

CAPRICORNO

Non siate, o non fate, troppo gli ingenui, in quanto questi sono tempi in cui sono altre le qualità che vengono premiate. Ma guardatevi anche dall’eccessivo cinismo, altrettanto deleterio. L’auspicio è che la pandemia vi abbia reso migliori! Gioco: aspettate il 2017!

GIOCARE GIO CONGUSTO

GIOCARE GIO CONGUSTO

BILANCIA

Non è necessario alzarsi la mattina con la voglia di litigare. Anche se in effetti c’è chi, specie sul lavoro, si mette d’impegno per farvi perdere la pazienza. A dicembre fate dei buoni propositi per un anno più sereno e mgari iscrivetevi a un corso di training autogeno. Poco fortunati al gioco

POKER STRATEGY

CANCRO

CASINÒ FRANCESI

CASINÒ FRANCESI

cantautrice italiana

ARIETE L’anno si chiude in chiaroscuro ma del resto questo 2020 non è stato bello per nessuno, non trovate? Cercate dunque di sorridere alla sorte avversa, e magari riuscirete comunque a realizzare qualche sogno che vi era rimasto nel cassetto. Prudenza al gioco, fino a Natale.

CASINÒ FRANCESI

CASINÒ FRANCESI

NUOVE TENDENZE

NEWSLETTER

Irene Grandi

Firenze, 6 dicembre 1969

LEAVVENTURE DAROONEY

RIFLESSIONI DAORSO

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DANON PERDERE

LEAVVENTURE DAROONEY

LEAVVENTURE DAROONEY

17/18/22/44/60/78 3/25/34/55/61/90




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