PRIMO PIANO
Mercoledì 27 Settembre 2017
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Aldo Cazzullo discute, in un libro, con i suoi due figli, sui nuovi costumi elettronici
Non parlano più, si whatsappano
Bisogna capire, ma siamo di fronte a una rivoluzione stanti di quanto fossimo alla partenza. D. C’è, ed emerge, una n sabato mattina, stazione Termini come dialettica generazionale, sottofondo: Aldo Caz- prima che sul merito. R. C’è soprattutto questo. zullo, eterno inviato speciale, è pronto a partire per La distanza fra questa geneil Corriere, per il quale distille- razione e la nostra, Pistelli, rà presto una delle sue potenti è enorme. Noi siamo stati interviste oppure un approfon- gli ultimi a leggere Cuore e dimento di quelli che gli sono Pinocchio, Giulio Verne ed congeniali, come quando si Emilio Salgari, che abbiaparla di storia. Al telefono la mo visto Quo vadis, magari chiacchierata va avanti liscia, annoiandoci o entusiasmanfra «annunci ritardo», «caffè? doci un po’. Noi abbiamo visto Macchiato grazie» e rallenta il cinema, i cartoni, mentre giusto il tempo della salita sul loro fanno fatica, perché la treno e la ricerca del posto. loro attenzione è frammentaL’intervista a Cazzullo, clas- ta, compulsata da WhatsApp se 1966, da Alba (Cuneo), la o YouTube. Ha presente Piccolo città del tartufo e della Ferre- grande uomo? ro, parte infatti D. Come da un libro cui no. Il granil giornalista e de Dustin I ragazzi non parlano. scrittore è molHoffman. Fra compagni di banco to affezionato e R. Beh a non si guardano negli non solo perché me, ragazocchi, si dicono le cose è l’ultimo: Metti zino, parve con WhatsApp e con le via quel cellulauna grande faccine. La mia compare, in uscita per trovata cineMondadori, è matografica: gna di banco, al liceo, infatti scritto a lui prima aveva il suo diario chiusei mani, coi due soldato e poi so col lucchetto. Avrei figli, sull’uso deindiano… pagato per sapere gli smartphone D. … che che cosa c’era e, più in genecombatte, rale di Internet. da cheyenE che gli faccia ne, a Little piacere parlarne si capisce dal Big Horn contro il generale fatto che lui, definitosi «perma- Custer… loso» in un’intervista, non se la R. Bellissimo. Beh, l’ho visto prenda se chi scrive, durante con loro e, dopo un po’, mi han la conversazione, ribattezzi la detto: «Bello, certo, papà. Ma figlia Federica, per quanto il che lentezza». libro se lo fosse letto tutto: «No, D. Nel loro mondo del Web no: Rossana e Francesco», tutto fa veloce. corregge prontamente ma quaR. Esatto. Io lo dico loro, nel si divertito. libro: tutto si gioca in pochi seDomanda. Cazzullo lei se condi. Anche la bellezza, l’arte, la va cercando. la cultura sono gettate in aria Risposta. In che senso? come coriandoli. E gratis, gli D. Nel senso che lei, già dicono. Ma nulla è gratis. una volta, fu oggetto di una D. Nessun pasto è gratuigazzarra di gamer e di ultrà to, diceva quello… dell’innovazione digitale R. Figurarsi in Rete: a essere per aver criticato, e dura- comprati e venduti siamo noi, mente, dei giochi elettronici le nostra anime. I nostri profie online. li, ossia le nostre abitudini, le R. Ah, lei si riferisce a quel nostre emozioni, i nostri gusti mio articolo per IoDonna che e disgusti, sono venduti a chi cito anche nel libro? produce e chi fa pubblicità dai D. Certo, la insultarono padroni di quelle anime. per una giornata intera, con D. I vari Mark Zuckertanto di mailbombing, cioè berg, Larry Page, Sergei di invio a raffica di e-mail. Brin, Jeff Bezos: lei, nel R. E senza aver letto l’arti- libro, dice che sono santicolo, i più: perché esprimevo ficati, ma ci arriviamo. Forle preoccupazioni di molti ge- se, però, questa non è che nitori. la grande inevitabile corsa D. Beh, anche stavolta, lo della tecnica. Lei racconta si capisce anche dal titolo, di quando un giorno, in pelei non si iscrive al partito schereccio in Madagascar, di chi crede nella «magnifi- dinnanzi allo spettacolo che sorti e progressive» del- improvviso di tanti uccelli la tecnologia digitale. che si levavano in volo, si R. Per questo ho voluto coin- fosse voltato per cercare la volgere i miei figli. Se avessi meraviglia nelle facce dei parlato solo io, sarebbe stato compagni di viaggio e trovò un’invettiva una predica, è solo tanti obiettivi fotograinvece è una discussione vera, fici puntati. un dialogo autentico. Loro mi R. Era, in effetti, lo stesso rimbeccano, e io, per certi aspet- meccanismo: cogliere, immati, do loro ragione. Lo, per certi gazzinare tutto, senza quasi altri, la danno a me. Arriviamo viverlo nell’istante. Ma si era in fondo al dialogo, meno di- nel 1991 e ci voleva la macchina DI
GOFFREDO PISTELLI
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R. YouTube, Instagram, no, una donna dello schersui cui si mettono dettagli mo, per dirla con Dante. privati, particolari intimi, R. Viceversa non interessa pensando d’essere fra amici e che, il giorno del suo insediasenza capire che la Rete non mento abbia fatto suonare è buona, non è affatto ami- L’inno alla gioia europeo prima ca. Così succede che persone della Marsigliese, si vuol sapesiano stritolate. Internet può re se le sue nozze siano state diventare il Colosseo. o meno di convenienza. PazzeD. Lei sco, no? Ma nel libro fa d’altra parte i casi dei al più granTutto oggi fra i giovani «bullizzade dei motori si gioca in pochi secondi. ti» online di ricerca si Anche la bellezza, l’arte, o della chiedono, e in la cultura sono gettate giovane gran numero, in aria come tanti conapoletale cose più Aldo Cazzullo na suicida, riandoli. La rete è gratis, strane che dopo che le dicono poi di dicono. A essere comprafotografica. Oggi, nello smart- immagini di un approccio ti e venduti invece siamo phone, c’è tutto: c’è la torcia, è un rapporto complessinoi, come persone, con lo specchio con cui le ragazze si col fidanzavo. Tipo se i nostri gusti e disgusti truccano, e l’obiettivo con cui to era finite Francesco cogliamo l’istantanea del no- dappertutto. Gabbani, il stro cibo. R. Esatto. vincitore di D. È la nostra piazza, si anche sei i miei figli mi obiet- Sanremo, sia superdotato. dice. E i suoi figli glielo ri- tano, con fondamento, che il D. Panta rei, verrebbe da cordano. web è anche il posto dove molti cantare con lui. Senta, ma R. Già, la piazza. In cui però giovani un tempo finiti ai mar- questo suo libro, che parmolti, per discutere, innanzitut- gini, per esempio gli Lgbt, sono te come un nuovo Lessico to ti insultano, alzano la voce. accettati, anzi scoprono proprio famigliare, approda anche Un tempo nessuno avrebbe in- in rete di non essere soli. a temi di grande attualità, terloquito così. Oggi si denigra, D. Ha imparato qualcosa, dalla politica politicante si calunnia. E non si ascoltano. da questo dialogo? all’automazione che «ruba» I miei figli, però… R. Beh, certo come sempre. il lavoro. E oggi noi ci parD. I suoi figli? Non conoscevo Tumblr. liamo nel giorno in cui R. I miei figli dicono che, senD. La piattaforma che ra- aspettiamo di sapere, dalla za la Rete, non avrebbero po- duna i blog? kermesse grillina di Rimini, tuto conoscere, come è capitato R. Francesco e Rossana mi chi la piattaforma digitale loro, coetanei indiani o cinesi. hanno insegnato che ci si pos- Rousseau ha prescelto come E questo è effettivamente un sono leggere i classici. Anche. candidato premier a cinque progresso. D. E l’hanno pure bac- stelle. Che effetto le fa? D. Si ritorna chettata R. Le primarie non mi scanalla differenza per aver dalizzano, intendiamoci... generazionaintervistaD. Ma? La distanza fra la genele, Cazzullo. to Sofia ViR. Ma in genere son utilizrazione dei giovani e la R. Lo so, lo so. scardi, la zate per incoronare qualcuno. nostra è immensa. Noi giovanis- Anche il centrosinistra lo ha Noi ascoltavamo siamo stati gli ultimi a sima blog- sempre fatto, salvo che nel Fabrizio De leggere Cuore e Piger. Loro, 2012, col testa-testa Pierluigi André, Frannocchio, Giulio Verne pur essen- Bersani-Matteo Renzi: quelcesco De Gredo nativi le furono primarie vere. gori, loro sentoed Emilio Salgari. Ha digitali, D. E infatti anche a Rino Calcutta, ha presente Piccolo grande le avevan mini il risultato è arcinoto: presente? uomo? I miei fi gli mi d e t t o d i Luigi Di Maio, vincitore. D. È la cohanno detto che è un bel non farlo. R. In qualche modo abbiamo lonna sonora film, ma troppo lento R. È così. parlato di questi temi anche nel dei viaggi faAnche tanti libro. Perché io do un giudizio miliari coi filettori del severo sui 5stelle e non l’ho mai gli, da un paio di estati a questa parte: suo- Corriere mi hanno criticato per nascosto. A me questa idea che na una fisarmonica/fiamme questo. Ma si può ignorare una «sono tutti uguali» ma non loro, nel campo Rom/tua madre che abbia 2 milioni di follower? che sono tutti corrotti e corruttori, ma non loro, non è mai lo diceva/»Non andare su Io non credo. piaciuta. Anche perché se son YouPorn». D. Cosa si può ignorare? R. Certo, è Gaetano. (Qui R. Si può ignorare un Gian- tutti colpevoli… D. …nessuno è colpevole. l’inviato del Corrierone, alla luca Vacchi, per esempio (l’imR. Esatto. E poi a me pare stazione Termini, canticchia, prenditore bolognese che ‘posta’ al cellulare, l’inizio del brano: a getto continuo immagini che Beppe Grillo, sopratutto Gaetano mi ha detto/che vivia- della sua gaia esistenza, ndr). negli ultimi tempi, dica esattamo nel ghetto… ndr). Io vedo Ma non per lui e quello che fa, mente cosa la gente vuol sentipiù che altro un problema di quanto per il modo esaltato, in re, e questo sarà un guaio per comunicazione per questa ge- cui quei tantissimi, non pro- lui e per tutti. Però i miei figli, nerazione. priamente giovani, lo seguono giustamente, obiettano. D. Che cosa? D. Ossia? su Instagram. R. Invitano a mettersi nei R. Non parlano. Non parlano D. D’altronde, in Rete, le fra compagni, dico. Fra compa- cose bizzarre vanno ecco- panni di un 25enne, laureato, gni di banco non si guardano me. magari anche bene, con un bel negli occhi, si dicono le cose con R. Certo, ce lo dicono le ri- curriculum cioè, che però entra WhatsApp e con le faccine. La cerche Google. Sul presidente nella solita via Crucis di stage mia compagna di banca, al liceo, francese Emmanuel Macron, gratuiti, di lavoretti non pagaaveva il suo diario chiuso col l’interrogazione più ricorrente ti. «Ma papà, vuoi che votino i lucchetto e io avrei pagato per fa perno su queste tre parole: partititi tradizionali o governasapere che cosa ci scrivesse. «Macron, gay, moglie». tivi?», mi scrivono i miei figli. D. Oggi, invece, è tutto in D. La pruriginosa questiopiazza. ne se madame Brigitte sia, o continua a pag. 8
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PRIMO PIANO
Il sindaco di Parma ex grillino invita il M5s a sostenere il ministro. Il 30 settembre andrà dal Papa
Pizzarotti d’accordo con Minniti Mentre su Di Maio a Rimini dice: uno scontato teatrino DI
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CARLO VALENTINI
l flirt (politico) che non ti aspetti. È quello tra Federico Pizzarotti e Marco Minniti. Contestato da sinistra il ministro dell’Interno che è intervenuto con decisione sull’immigrazione è invece difeso a spada tratta dall’ex grillino sindaco di Parma, che invita anche i suoi vecchi compagni a schierarsi a sua difesa. Dice: «Minniti sta facendo un ottimo lavoro: ce n’era bisogno, forse ci si poteva pensare anche prima visto che i risultati di chi lo ha preceduto erano sotto gli occhi di tutti, era un disastro. Bisogna cancellare il concetto di emergenza-migranti e gestire i flussi che ci accompagneranno nei prossimi trent’anni per motivi economici e climatici. Il tutto va gestito in modo corretto e sopportabile da parte dei cittadini e dei Comuni». Aggiunge Pizzarotti: «Noi sindaci sull’immigrazione, che si sta rivelando un problema politico in tutti i paesi europei, possiamo fare ben poco. Per fortuna c’è il ministro Minniti che sta realizzando un ottimo lavoro. Il Pd rischia di pagare le colpe di chi, prima di Minniti, non riusciva a cavare un ragno dal buco. Per questo mi sento di invitare il Pd ad avere più coraggio, a non fare solo alleanze per vincere le elezioni, tipo quella con Angelino Alfano. Perché poi non pagano». Il sindaco indica come esempio di integrazione il «modello Parma, che ha dimostrato di funzionare bene», dice, «per i rifugiati richiedenti asilo: corsi di lingua, assistenza sanitaria e legale, formazione e accesso in alloggi temporanei grazie al coinvolgimento dei privati e delle associazioni del terzo settore, piccoli ma importanti lavori di decoro urbano per piazze, parchi e strade. Tutto questo significa, in ultima istanza, migliore integrazione e, di conseguenza, minore impatto sulla comunità». Al ministro dell’Interno, pur elogiato, il sindaco chiede, sulla scia del modello Parma, di rendere obbligatorio per chi partecipa a un percorso di integrazione l’apprendimento della lingua e un monte-ore per eseguire lavori socialmente utili, uniformando le iniziative dei singoli Comuni, mentre oggi vige il fai-da-te e molti si defilano: «È stato calcolato che su ottomila Comuni italiani, solo tremila sono quelli che accolgono i richiedenti asilo. Questa sproporzione (con Comuni che sono costretti a superare la quota di tre immigrati per mille abitanti) rischia di rendere difficile ogni progetto di
reale integrazione». Però accanto all’accoglienza dev’esserci il rigore. Dice Pizzarotti: «Qui purtroppo lo Stato latita. Chi trasgredisce la legge o si macchia di attività non conformi al programma di inserimento deve immediatamente uscirne per essere messo nelle condizioni di ritornare nel proprio paese di origine. C h i d e l i n q u e, infatti, non solo commette un reato, ma macchia inesorabilmente l’immagine di chi invece ha saputo integrarsi, provocando in alcune istituzioni e nelle persone quell’odiosa sindrome del ‘‘facciamo di tutta l’erba un fascio’’»”. Il sindaco di Parma è anche vicepresidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni, che parteciperà con una delegazione all’udienza concessa in Vaticano da Papa Francesco il 30 settembre. Sarà proprio lui a tenere il discorso di fronte al Pontefice, affrontando (dal punto di vista delle amministrazioni locali) il tema dell’accoglien-
za. Anticipa quanto dirà al Papa: «Dobbiamo scindere una volta per tutte il tema dell’immigrazione da quello della sicurezza, o perderemo
Vignetta di Claudio Cadei su entrambi i fronti. Riusciremo a sconfiggere le forme di razzismo solo se sapremo far comprendere che l’immigrazione è un fatto storico ineludibile, mentre la sicurezza trascende ogni momento storico. La sicurezza, ripeto, non dipende dal colore della pelle delle persone, ma da leggi che purtroppo non sanno più essere efficaci. L’insicurezza non è aumentata per colpa dei richiedenti asilo. Al di là dei proclami di alcune parti
politiche, il vero tema legato all’insicurezza riguarda la non certezza delle pene, a cui va aggiunta la grande difficoltà nell’effettuare le espulsioni. Ci sono spacciatori arrestati più volte che sono già a piede libero. È questo il vero problema e non il colore della pelle di chi delinque”. Pizzarotti è stato rieletto a giugno, asfaltando anche la lista grillina di disturbo. La sua giunta è stata ed è compatta dietro di lui, a differenza di quanto avviene a Roma. Il dissidio con Beppe Grillo nacque quando egli affermò di volere essere il sindaco di tutti e trovò un compromesso sulla costruzione di un nuovo termovalorizzatore tra il blocco del suo completamento che voleva Grillo con milioni di danni che le casse comunali avrebbero dovuto versare alla multiutility e l’apertura senza regole e contingentamenti. Un’autonomia che non è mai stata digerita dal vertice del movimento ed è poi sfociata, dopo altre liti, nell’espulsione. Ha quindi guardato da
spettatore al recente raduno di Rimini con l’annuncio del candidato premier. Commenta: «Di Maio è una non scelta, era evidente da anni che in testa c’era solo un nome, indiscutibile. Sono state fatte le primarie perché se vuoi prendere una decisione facendo finta di non imporla, perché in quel caso pensi di poter ricevere delle critiche, allora fai le primarie e metti in scena il teatrino. Era ovvio che non ci sarebbe stato confronto con altri. Insomma, tutto è avvenuto secondo copione». Egli è stato anche uno dei pochi non piddini invitati alla festa nazionale dell’Unità, a Imola. E qui, di fronte a una platea accondiscendente, ha parlato del ruolo del Pd: «Quello che manca al Pd in tanti casi è il coraggio di scegliere persone per capacità e non solo per appartenenza, storia o bacino di voti. Tutti hanno chiaro questo problema, ma forse non c’è la voglia o la forza di affrontarlo. Spero che il Pd riesca a cambiare, a rigenerarsi, a non sottoscrivere alleanze solo per riuscire ad avere qualche voto in più degli altri. È importante vincere ma è ancora più importante in che modo ci si presenta e come si vuole vincere». Twitter: @cavalent © Riproduzione riservata
SEGUE DA PAG. 7 D. Lei è un uomo che racconta e fa so, Pistelli, in quegli smartphone noi ci raccontare, con le interviste. Spes- specchiamo, appunto. D. E i giovani sono più esposti? so anche a protagonisti della poliR. L’altro giorno ne ho incontrato uno tica, che effetto le fa questa politica che si affronta a colpi di tweet? che mi ha detto: «Io non voto, io la mia Quante ragioni possono starci nei la dico già in Rete». D. Per tornare alla politica, lei 140 caratteri di un cinguettio? R. I politici usano Twitter per dire nel libro scrive che, senza Interquel che gli pare, senza contradditto- net, non avremmo avuto Grillo e rio ma mi pare che così, non rendano Donald Trump. E lo dice per indicare un difetto del un grande servizio web e dei social, non alla gente, né a loro È inutile nasconderci certo un pregio. stessi. Certo il web dietro un dito: la Rete R. Sicuramente non è uno strumento di non è buona e non è avremmo avuto The Dopartecipazione, anche nald alla Casa Bianca. politica intendo. Il fataffatto amica. Così può Trump faceva il meto è che è cambiata, succedere che persone stiere imprenditoriale quella partecipazione. siano stritolate. Internet più vecchio del mondo: Negli anni 70, quella può diventare il Colosil palazzinaro. Poi ha partecipazione stava seo dove degli innocenti fatto quel passaggio per strada, in piazza, sono fatti fuori dal decisivo in tv. e combinò anche molti D. Dove licenziava disastri. bullismo sotto gli occhi questo e quello: «You D. La violenza, il di tutti gli altri are fired». terrorismo. R. Precisamente. Ma R. Erano anni in cui i giovani credettero di poter essere fe- poi i socialnetwork han fatto il resto. lici, tutti assieme, affidando le propri Ma anche i suoi avversari c’han messo speranze alla politica. E invece si tro- del loro: quando il suo rivale repubblivarono la strada spianata alla violenza, cano, Marco Rubio, ha cominciato a appunto, o alla droga. Negli anni 80, i dire: «Trump ce l’ha piccolo». D. Al contrario di Gabbani! nostri, ognuno pensò che invece si doR. Eh, già (ride, ndr). Ma anziché vesse andare per proprio conto, individanneggiarlo, Rubio gli si è consegnato dualmente. A me sembra… mani e piedi, perché scendendo al suo D. A lei sembra? R. Che, oggi, anche quando la Rete livello si era sconfitto da sé. D. Nel libro sorvola forse un po’ diventa strumento di partecipazione, si innesti in un forte individualismo, nel su come su come il digitale abbia narcisismo di tutti. Siamo tutti Narci- distrutto il nostro mondo: la stam-
pa. Temeva di passare per luddista? R. Ma no, forse le è sfuggito: io sono molto duro coi padroni delle anime alla Zuckerberg, che ci viene presentato come il Papa e invece distrugge l’informazione saccheggiandola di continuo e, in più, delegittimandola regolarmente, offrendo la tribuna a chiunque ci definisca servi del sistema. D. Però le «felpe californiane», come le chiama Riccardo Ruggeri, piacciono, eccome. R. C’è in giro una strana beatificazione dei magnati della Rete. Bill Gates lo presentano come il nuovo Leonardo da Vinci. D. Lei l’ha intervistato. R. Una gran delusione, per un’ora non mi parlò che di cifre, di soldi. È un uomo che fa affari, i suoi, ed è quello che molti non capiscono. È vero, fa anche grandi donazioni in Etiopia o in Kenia, però avendo in mano un patrimonio che vale di più di quelli di quei Paesi. D. Alla fine, Cazzullo, questo è un libro che parla dell’esser genitori oggi. Quanto è difficile? R. Molto. Infatti non hanno torto neanche i miei figli, quando dicono che lo smartphone è spesso l’alibi di noi genitori. Sono sempre più convinto che sia il mestiere più difficile. Bisogna essere consapevoli che questo richiede tempo: più tempo da spender con loro. E sapersi fare piccoli, per entrare nel solco delle loro vite. Twitter @pistelligoffr © Riproduzione riservata