Intervista ad Arturo Parisi, ItaliaOggi 8 marzo 2017

Page 1

PRIMO PIANO

Mercoledì 8 Marzo 2017

5

Arturo Parisi: con la sua mozione congressuale al Lingotto, Renzi deve ricostruire il Pd

Adesso è il caso di ricostruire

È più importante la rotta che non chi sta al timone modino. Ripeto, dobbiamo abinel vedere che R. Già, ma in quel momento tuarci. Senza dimenticare che, era assolutamente evidente stavamo andando non solo la Rivoluzione, ma la che si era aperta una questioa sbattere. Le ricompetizione democratica non ne politica. Il rinvio di tre mesi cerche empiriche è un pranzo di gala. Ma troppo l’ha invece trasformata in una dimostrano senza spesso la continuazione della questione di date. Ora ritorna ombra di dubbio guerra con altri mezzi. che la risposta invece nella sua durezza rapD. Von Clausewitz torna presentata da un nome: Weidegli italiani era sempre buono. Sì. mar. R. Lo so ma è bene che, chi si D. E allora? D. Lo ripetono tutti. infila sotto la luce dei riflettori, R. Allora la R. Finirà che ci toccherà se lo ricordi sempre. Sodomanda che ha prattutto all’inizio. Uno deciso non era Su Repubblica c’era questo può scegliere quale perquella scritta titolo: «Il 5 dicembre, dopo il sonaggio interpretare. sulla scheda, ma D. Del tipo? quella che i citreferendum, il telefono di Renzi R. Del tipo l’uomo del tadini avevano in senior viene messo sotto conpopolo, il «legge e orditesta. E la rispotrollo». È terribile ma dobbiamo ne», il «patriota», il «dio sta era No. Fin abituarci. Senza dimenticare e famiglia». Sappia però dall’inizio. che non solo la Rivoluzione ma che da quel momento D. Quindi? sarà compito dei suoi Non un No alle anche la competizione democraavversari misurare la riforme. tica non è un pranzo di gala Vignetta di Claudio Cadei distanza tra il suo perR. Certo, con sonaggio e la sua perbuona pace dei vari Gustavo ZagreR. Si riferisce a Napoli e Ca- sona. Si guardi in giro. Dalla darlo come tema alla maturità. Francia agli Usa, tra i partiti Come evitiamo Weimar? Come belsky che, come mo- serta? Per ricostruire il Pd bisogna e dentro i partiti. sche cocchiere, pensano dare un governo al Paese ora D. Esatto. dimenticare il più in fretta posD. Il potere giudiziario e che le riforme sono saltate? di aver vinto il refeR. Almeno i casi sospetti il poter politico molto merendum alla guida del D. Ma da qua alle eleziofossero solo quelli. Casi grasibile quella «cagata pazzesca» fronte fatto da Fi, Lega, vissimi. Da combattere senza scolati, per usare un eufe- ni c’è appunto di mezzo il della sua supposta natura aperFdI, e 5Stelle. Il Partito sosta, come ogni giorno pulia- mismo. Montesquieu, adieu, Congresso. ta. Il Pd invece deve ritornare della Costituzione! R. Ci sarebbe di mezzo anmo la casa, sapendo che doma- fa anche di rima. a essere un partito di sinistra. D. Il 4 dicembre, R. Può non piacere, che l’approvazione di una legge Questa sì che sarebbe una rotta però, è il passato. ma è la democrazia. elettorale. Ma purtroppo nelle Ora arriva un conPer chi guarda la rego- mozioni congressuali, tutte già chiara da mettere a confronto Lo scandalo delle tessere del Pd gresso Pd. A che può la è non sorprendersi e proiettate sulle elezioni dell’ancon l’idea che ne ha Renzi gonfiate in vista del congresso è servire? non arrendersi mai al no venturo, non vedo risposte gravissimo ed è da combattere R. Guardi, l’ha detto cinismo. Per chi agisce: su cosa fare di questi mesi. E senza sosta, come ogni giorno risi non ha mai lesinato criti- appunto Gianni Cuperlo, alla come sempre: «Male men che mai... puliamo la casa, ben sapendo D. Men che mai? che a Renzi, specialmente nella riunione della Sinistra dem non fare, paura non R. Men che mai vedo all’opegestione del Pd, partito che l’ex che ha lanciato la candidatura avere». che domani dovremo ripulirla ministro della Difesa del Prodi Andrea Orlando. E l’ha detD. Ma, al di là di ra nessuno dei riformatori anti di nuovo. Questi episodi sono II ha fondato. Renzi, che ci si gioca renziani, che diano seguito alle to come sempre con chiarezza figli della usanze passate, più Domanda. Professore, e onestà. molto a questo con- promesse che avevano avanche di quelle nuove Renzi e il Pd. Molti i suggresso, che ne sarà zato, per far presto e meglio D. Ricordiamolo. quello che allora rifiutavano. gerimenti: ricostruirlo dal del Pd, professore? R. È la rotta, non chi sta al basso, ripartendo dai cir- timone, al centro del congresso. ni dovremo ripulirla da capo. R. No. Non, al di là di Renzi. E intanto le profezie più focoli oppure o, per contro, E, facendo eco agli scissionisti, Ma purtroppo non nuovi. Figli Visto che ha deciso di restare sche si autoavverano giorno liquidarlo, fare altro, di lo ha ripetuto lo stesso Orlan- delle usanze passate, più che di sulla scena e combattere, molto dopo giorno. D. Quali? fare veramente un Partito do, sceso in campo per ripor- quelle nuove. continua a dipendere da Renzi. R. Appunto Weimar. Visto D. È vero, di tessere balle- Visto che, come lui ripete, il suo personale - anche Massimo tare nel partito le compagne D’Alema, provocatoriamen- e i compagni che se ne sono rine ne ricordiamo molte. contributo è stato determinan- che il ritorno fatale della proporzionale premia la diviR. Ah, se vuole le racconto te glielo dice. Lei che ne allontanati. sione tanto vale dividersi. le mie battaglie dello scorso pensa? D. Ossia? Sull’approvazione della Partite in dieci, sono già 25 Risposta. Penso che, se la R. Ri-costruire il partito, di- decennio, dentro la Margherinuova legge elettorale non le sigle presenti in Parlapreoccupazione è grande, la menticare quella «cagata paz- ta, o se le piace di più dei miei vedo all’opera nessuno dei mento. Più che una framconfusione è grandissima. zesca» della sua natura aperta, studi sui Democristiani degli mentazione è in corso una anni ‘70. D. Spieghiamolo. riformatori anti renziani, per frantumazione, o, forse D. Non c’è stato il R. È a far chiarezza che serdare seguito alla promesse La sconfi tta del referendum meglio, uno sfarinamento. tempo di scandalizve appunto il dibattito di questi che avevano fatto quando ha interrotto un processo. D. Per quanto la sciszarsi di quegli episodue mesi. Che abbiamo perso è dicevano che, bocciando il Non nel senso però della sione sia ormai alle nodi, perché è arrivata sicuro. Ma qua rischiamo pure referendum, si poteva fare stre spalle, il Pd sembra l’inchiesta Consip, il di perderci. E non è a Renzi che vittoria che si è attribuito Gututtavia tenere. cui tempismo e le cui penso. meglio e più in fretta le riforstavo Zagrebelsky che, come R. Alle nostre spalle? fughe di notizie hanno D. E a chi, se no? me che avevano ostacolato le mosche cocchiere, pensa di Certo, se guarda agli destato molte perplesR. Penso all’Italia e alla funaver vinto il referendum alla eventi la scissione è ormai sità. Che ne pensa? zione del Pd. guida di un fronte fatto da Fi, R. Quello che ha detto te nel produrre il danno. Tocca consumata e a stare ai sondagD. Che Renzi abbia perso Lega, FdI e 5stelle. Un vero lei. Che non è bello legge- a lui spiegare come metterci gi sembrerebbe contenuta. Ma è chiaro a tutti. gli effetti a catena che, temevo re su Repubblica. L’ho an- rimedio. R. Lo ha riconosciuto e ripete partito della Costituzione! cora qua sul tavolo. Glielo che ha perso lui. E purtroppo D. A quale danno pensa? avrebbe prodotto, sono in pieno lo rileggo? ha ragione, perché all’origine R. A quello che si è prodot- corso. D. Del tipo? D. Prego. della sconfitta, stanno appunto e riportarlo a sinistra. Ecco una to il 4 dicembre. Quello che R. Iniziata all’insegna della R. Addirittura in un titolo: lui stesso aveva annunciato. i suoi gravi errori di valutazio- rotta chiara che merita di essene e di condotta. Ma continua re messa a confronto con l’idea «Il 5 dicembre dopo il referen- Quello che sembra svolgersi Rivoluzione socialista e al canto dum, il telefono di Renzi senior sotto i nostri occhi, in modo che di Bandiera Rossa, era inevitaa personalizzare. Mi viene da di Renzi. piangere. sembra inesorabile. Se l’aves- bile che, dentro il congresso Pd, D. Professore, sarà pure viene messo sotto controllo». D. Appunto, che ne dice? se riconosciuto il 4 dicembre, qualcuno si sentisse chiamato D. E perché? così ma, al momento, più R. Che dobbiamo abituarci. rassegnando le dimissioni da a contrastare «da sinistra» la R. Perché mi sento come un che a un confronto di idee e disco rotto, che si è bloccato alla a una scelta tra rotte, quel- Anche se svegliati nel pieno segretario e aprendo quindi su- leadership di Renzi, parlando mia ultima intervista prima del lo a cui assistiamo è uno della notte, abituarci a rispon- bito la stagione del congresso, alle compagne e ai compagni tentati dall’uscita. referendum: convinto e arrab- scontro di potere. Pensi allo dere «fino a prova contraria». l’avrebbero capito tutti. biato. Convinto che il Sì fosse scandalo delle tessere della E nel caso conservare l’articoD. Non è che abbia atteso lo 27 della Costituzione sul co- molto. la direzione giusta, arrabbiato scorsa settimana. continua a pag. 6 DI

GOFFREDO PISTELLI

M

atteo Renzi ricomincia dal Lingotto di Torino, da venerdì a domenica prossima, presentando la sua mozione congressuale. Lo fa, però, nel momento in cui, contro di lui, s’è scatenata una bagarre mediatica per via di un’inchiesta che ne coinvolge il padre e il fidato Luca Lotti, ieri sottosegretario oggi ministro dello Sport. Un’inchiesta apparsa a molti basata su elementi indiziari piuttosto deboli ma che molta stampa ha cavalcato con veemenza. Arturo Parisi ha sempre sostenuto Renzi fin dal 2011, calcando, lui over 70, il palco della Leopolda. A differenza di altri autorevoli supporter, alcuni dei quali oggi sono impegnati a defilarsi, Pa-


6

Mercoledì 8 Marzo 2017

PRIMO PIANO

Per la Camera saranno reclutati fra gli under-quarantenni con buona esperienza amministrativa

I futuri parlamentari del Cav Per il senato saranno riproposti quelli con buon seguito andare portatori di voti, nomi consolidati della politica, eletti entre Matteo Ren- già in più legislature, in qualche zi sperimenta su caso ritornati alla casa del padi sé un’offensiva dre dopo deviazioni alfaniane, mediatico-giudizia- verdiniane e simili. Deputati e ria soltanto in minima misura senatori in carica, specialmenparagonabile alle vicissitudini te meridionali, potranno essere patite da Silvio Berlusconi, candidati tutti al Senato, con il Cav (che pure continua ad l’onere di procacciarsi prefeavere i suoi acciacchi, col pro- renze e quindi di sfruttare i cesso Ruby-ter) contempla il propri (sempre che sussistano) principale avversario inguaiato pacchetti di voti all’interno di e azzoppato. Sperando ancora di circoscrizioni regionali. Contemporaneamente, il potersi per l’ennesimo volta proporre come titolare della presi- Cav bada, come può, a tenersi denza del Consiglio, si impegna buoni i riottosi alleati schierati sulla propria desu più fronti. stra, negando loro L’attività più sia le primarie sia intensa è incenl’individuazione di trata nella ricerca un teorico candidi candidati nuovi. dato presidente Per tali intende del Consiglio. Inestranei alla posomma, rinvia le litica, personaggi decisioni politiche, affermati nella venendo semmai vita civile, specie incontro a Salvini nell’impresa e e alla Meloni nelle nelle professioni: elezioni comunali. nulla di inusitato, Silvio Berlusconi Il programma è un perché si tratta altro tema che lo dell’esatta riproposizione delle candidature opera- tiene impegnato: cerca di colote nel lontano ’94. Semmai, di rirlo di socialità, in parte per nuovo compare l’apertura ad far concorrenza ai grillini. La amministratori locali, sia nei grande preoccupazione di Bercomuni sia nelle regioni: sinda- lusconi è infatti rappresentata ci, consiglieri, assessori. Sono dai pentastellati. Negli ultimi anni ha visto personaggi di provata serietà ed esperienza politica, che devono che milioni di delusi non sono fornire una buona immagine, trasmigrati dal centro-destra evitando di prospettare, come a Renzi, bensì al non voto e in fanno i grillini, uomini e donne certa misura al M5s (nel 2013, del tutto ignari di leggi, regole, ma solo in quell’occasione, alproblemi. Questi amministrato- tresì a Mario Monti). Quindi ri sono soprattutto di età sotto non pensa di recuperare dal i quaranta, perché destinati a Pd, bensì dall’astensionismo candidarsi alla Camera, specie e, per quel che può, dai cinque come capilista di sicura elezio- stelle. ne. Al Senato, invece, potranno © Riproduzione riservata DI

MARCO BERTONCINI

M

SEGUE DA PAG. 5 R. L’unica distinzione riconoscibile è inD. Scopo nobile, nel caso. R. Ma la stessa logica che ha generato vece a mio parere tra Ds e «non Ds». Dove l’iniziativa di Orlando e Cuperlo non si è Ds sta per quanti sentono e rivendicano il purtroppo fermata qua. Non riuscirei infatti carico della continuità di una storia e di una a spiegare, se non con la necessità di riequi- appartenenza, per quanti stanno sulla scena librare a sua volta la candidatura di Orlando, politica non solo col loro passato, ma a nome la scelta di Renzi di affiancare a sé, in un del proprio passato. Una distinzione che il irrituale ticket, non previsto dallo Statuto l’ex Pd voleva superare e che invece vedo ora di Ds, Maurizio Martina per il quale la mozio- nuovo in campo. D. Non vorrà dirmi che è ancora a rine renziana «chiede un mandato» allo stesso titolo del segretario. Il guaio è che, una volta schio il Pd? R. Esattamente. Una volta intrapresa messo in moto, questo è un processo che può ha difficoltà ad arrestarsi. Non è un caso che, la strada della scomposizione tra supposte anche nelle sottocomponenti, sia difficile non identità incoraggiata dal proporzionale, la conta delle porzioni che inizia come conta riconoscere questa leadership duale. tra i partiti, è destinata a tradursi all’inD. Facciamo un esempio? finito al loro interno in R. Mi è capitato di una conta sempre più chiedermelo perfino di Siccome il fatale e dissennaminuta che porta alla fronte alla lettera di guida dei partiti non la Sergio Chiamparino e to ritorno alla proporzionale maggioranza, ma, volta Giuseppe Sala che ieri premia la divisione, tanto vale a volta, la maggioranza ha interpellato Renzi su dividersi. Partite in dieci, sono della maggioranza della Repubblica. Purtroppo infatti già 25 le sigle che sono maggioranza, cioè l’innon il dualismo di oggi, oggi presenti in Parlamento. fima minoranza di essi. 8 marzo, tra un uomo e Come spiegare altrimenuna donna, e fortunataPiù che un frammentazione siati questa voglia di conmente, almeno per ora, mo davanti a una frantumaziotarsi. Sotto le bandiere non più quello di ieri ne o meglio a uno sfarinamento dei valori e delle identitra cattolici e laici, ma tà, ma con l’obiettivo dei in nome di una frattura posti. che il tempo tarda troppo a risanare. D. Siamo alla fatidica domanda, proD. Ha dunque ragione Angelo Panebianco, che ha recentemente definito la fessore: come se ne esce? R. Ricominciando da capo. Dai problemi mancata fusione-integrazione delle due eredità politiche che sono all’origine del dei cittadini e dalla scelta diretta da parte Pd, come il motivo vero della sua crisi? dei cittadini di una proposta e di un governo R. Ha ragione nel dire che a fondare quel che li possano risolvere. Siamo ancora in partito nuovo e unito, che era stato promes- tempo. Che si riesca a ripristinare il Mattaso - un partito che non doveva essere, né la rellum, come Renzi «spera ma non pensa», continuazione né la somma di partiti passati - o si debba scommettere sul raggiungimennon c’è riuscita neppure una leadership come to del 40% previsto dal Consultellum per quella di Renzi. Una leadership così forte e lucrare il premio di maggioranza, il primo trasgressiva delle tradizioni da aver spinto passo è costruire un Pd unito attorno ad alcuni, penso a Ilvo Diamanti, a non trovare un mandato forte, il secondo la creazione altro nome per definirlo che chiamarlo il Par- di una coalizione. Altrimenti è come darsi tito di Renzi. Quanto alle eredità fondative appuntamento a Weimar. twitter @pistelligoffr D. Quanto alle eredità fondative?

IL SOTTOSOPRA DI FILIPPO MERLI

Iscrissi Matteo ai boy scout ma dopo qualche mese fece subito scissione e inventò gli scout boy, un po’ come adesso i Pd e i Dp DI

T

FILIPPO MERLI

iziano Renzi nasce con la sfiga di chiamarsi Renzi nel 1951. Ha quattro figli: Benedetta, Samuele, Matilde e Matteo. È originario di Reggello, in provincia di Firenze. Sua moglie, Laura, ha dato alla luce Matteo l’11 gennaio del 1975. Tiziano, di quel giorno, ricorda ogni piccolo particolare, persino che Matteo, appena nato, starnutì: «Eeee Dc!». Tiziano non può dimenticare. «La notte prima del parto feci uno strano sogno. Una voce mi parlò nel sonno. Disse: in quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio di Renzi venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli

manderà Maria Elena Boschi e radunerà i suoi non eletti dai quattro venti, dall’estremità della destra sino all’estremità del centrodestra, ma mai all’estremità della sinistra. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano i renziani, sapete che la fine del Pci è vicina. Dal Vangelo secondo Matteo». Il nuovo nato in casa Renzi cresce bene. Corre nei prati e si diverte a giocare alle primarie coi fratelli. Anche all’asilo, il piccolo Matteo è sveglio, vispo, vivace. Racconta Tiziano: «Era fenomenale a raccogliere consensi. Ai tempi, a Firenze c’erano parecchie famiglie siciliane che venivano in Toscana per trovare lavoro. Matteo era diventato molto amico dei loro bambini. Un giorno prese il Lego, montò un pezzo, ne montò un altro, poi si rivolse ai suoi amichetti siciliani: «Tadaaaaaan! Il ponte sullo Stretto!». Tiziano capisce che l’asilo non

basta: Matteo ha bisogno di sfogarsi, di staccarsi dalla famiglia, di vivere all’aria aperta. «Decisi d’iscriverlo ai boy scout, ma le cose non andarono bene. Qualche mese più tardi, i suoi compagni fecero una scissione, uscirono dai boy scout e fondarono gli scout boy, un po’ come adesso con Pd e Dp. È stato un presagio, ma allora non potevo saperlo». Tiziano Renzi, nel frattempo, amministra le sue aziende e passa dalla Dc alla Margherita, nel centrosinistra. È in quel periodo che s’accorge che Matteo ha gravi difetti di pronuncia. «Mi diceva: oh babbo, perché sei passato al centrosi… centrosini… centrosinghrfuh. Niente, non riusciva a dire centrosinistra». Anche il rapporto coi compagni di classe delle elementari è complicato. «Il suo migliore amico era un certo Enrico. Diceva che l’avrebbe sostenuto nei momenti più difficili e che non l’avrebbe mai tradito. Accadde che un

giorno, durante una partita di palla avvelenata, Matteo lo colpì alle spalle. Eliminato. Chissà che fine avrà fatto, il povero Enrico». Al liceo le cose vanno meglio. Matteo, ormai, è indipendente, e Tiziano può dedicarsi interamente al lavoro. Che cosa faccia esattamente non lo sa nessuno. Dà consulenze, sente qualcuno, telefona. Matteo, ormai ragazzo, è curioso. Ancora Tiziano: «Mi chiese: che lavoro fai? Gli dissi: Matteo, un giorno ti renderò orgoglioso. Tutti i giornali parleranno di me». Matteo, però, vuole che Tiziano sia il padre di Renzi. Vuole arrivare più in alto di lui. Entra in politica. Il resto è storia recente. «Sono fiero di lui», dice Tiziano. «È riuscito ad arrivare più in alto di me. Tanto che la sera, adesso che il mio nome è davvero su tutti i giornali, penso e mi dico: che sfiga essere il padre di Renzi». © Riproduzione riservata


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.