PRIMO PIANO
Sabato 22 Ottobre 2016
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In difesa degli interessi di chi lavora, spiega il segretario nazionale Marco Bentivogli
Per il Sì, i metalmecannici Cisl
Il titolo V (che approvammo) è una vera palla al piede Camera e Senato. E il ping pong R. Il Piano nazionale per E quindi basta con la retorica, Abruzzo. Io resisto a questa loserve solo alle lobbies. Ma le ag- l’energia è la sommatoria di 20 basta soprattutto usare i valori gica, sono una mosca bianca ma piani regionali. All’Estero una della Resistenza per bloccare il pazienza. Quanto a Renzi... on parla veneto, pur giungo anche un’altra cosa. D. Prego. D. Quanto a Renzi? cosa così non esiste: l’energia è Paese. essendo nato a ConeR. Il bicameralismo non l’ab- strategica, non può essere deciR. Credo che abbia fatto bene D. Ce l’ha con l’Anpi, l’Asgliano (Tv), Marco sociazione nazionale parti- a metterci la faccia sul referenBentivogli, 46enne biamo solo in Italia, ma solo da sa in questo modo. dum, come dice lui, anche se poi D. Faccio ancora l’avvo- giani italiani? segretario della Fim, la Fede- noi è paritario, con lunghezze R. Quello che sta facendo la personalizzazione è risultata razione italiana metelmecca- e farraginosità che vediamo. cato del diavolo: non vi donici della Cisl. Nella Marca Perché una camera unica è più vreste occupare di lavoro, di l’Anpi è già accaduto, anche se eccessiva. Resto convinto che i contenuti di questa riforma sianessuno lo ricorda. trevigiana lavorava, allora, suo trasparente, più controllabile contrattazione? no, di gran lunga, più importanR. Beh, allora le dico D. Ossia? padre Franco, storico seche anche le politiche del R. Quando nel 1949, ci fu la ti del suo governo. gretario generale cislino, Il bicameralismo non c’è solo in lavoro e quelle sociali sono scissione della Federazione itadegli anni ’70. Non parD. Renzi arrivò facendo un Italia ma noi siamo i soli ad averlo state spesso oggetto di liana partigiani-Fiap, con laici po’ la faccia dura col sindacala veneto, ma parla uno paritario. Come sindacato siamo contenzioso. E le aggiungo e cattolici, contro lo schiaccia- to, anche perché in continua strano misto di romano, anche che l’Agenzia nazio- mento dell’Anpi sull’Urss. E polemica con la Cgil. Poi la marchigiano ed emiinteressati al suo superamento pernale per le politiche attive l’Anpi che dice No, oggi, ai cam- Sala Verde, quella delle tratliano, dai luoghi dove è ché ci sono delle leggi sul lavoro che del lavoro, l’Anpal, sarà un biamenti sulla Costituzione è la tative si è riaperta. E il sotvissuto e dove è andato hanno fatto sette volte, dico sette buco nell’acqua se rea fare sindacato. tosegratario Tommavolte, il percorso fra Camera e Sesta questo Titolo V. Bentivogli ha scritto so Nannicini è parso Quelli che mi fanno impressione sono nato. E questo ping pong serve solo No, mi creda, questo per Castelvecchi un libro ammorbidire la linea. i protagonisti di tanti fallimenti riforalle lobbies. Una camera unica è più federalismo all’itasull’impossibilità di fare Lei, che rivendica nel matòri del passato e che oggi pontiliana è una maionese a meno del sindacato libro il vostro ruolo trasparente, più controllabile e più impazzita. oggi dal titolo Abbiamo di corpo intermedio, ficano. Ci si dimentica che dal 1981, criticabile dalla pubblica opinione D. E allora che rovinato l’Italia?. Un sarà contento. abbiamo avuto cinque fra commissioimpressione le fa testo che è però è anche R. Io scrivo che spesni speciali e bicamerali, che sarebuno spettacolare atto d’accusa e più criticabile dalla pubblica questa levata di scudi so, negli ultimi anni, bero sette, in realtà. Alcuni reiterati per il No? sulle inadeguatezze, i ritardi, li- opinione. l’assedio più pericoloso protagonisti di quei nulla di fatto, D. Sul Titolo V, ricordando R. Quelli che mi fanno miti di un certo vecchio modo di è stato quello del fuoco oggi vengono qui a spiegarci come si fare rappresentanza. Bentivogli però il vostro Sì alle riforme più impressione sono i amico, per una certa insostiene fieramente l’idea che del centrosinistra che intro- protagonisti di tanti falcapacità di cambiare del fa. È un’intera generazione che ha occorra cambiare il sindacato, dusse maggiori poteri alle limenti del passato e che sindacato. Detto questo fallito e che oggi sa dire soltanto No perché è cambiato il mondo. E Regioni, diranno che avete ancora oggi pontificano. Ci non mi hanno mai spasi dimentica che, dal 1981, che non sia un vezzo il suo, lo si cambiato idea. ventato certe sollecitaR. È vero: abbiamo cambia- abbiamo avuto cinque fra com- stessa che diceva di votare No al zioni o certe parole fuori posto capisce dal fatto che ha schierato la sua Fim sul Sì al referen- to idea. Allora inseguimmo la missioni speciali e bicamerali, referendum sulla Fiat, al fianco del premier, che sono scomposte dum, molto più nettamente di spinta del protagonismo dei che sarebbero sette in realtà. della Fiom di Maurizio Landi- rispetto alla cura cultura di goquanto abbia fatto Annamaria territori, cercando di assorbire Alcuni protagonisti di quei nul- ni. Un’ubriacatura. Il patrimo- verno e alla profondità di visioFurlan, ossia Cisl confederale, l’impulso federalista della Lega. la di fatto, oggi vengono qui a nio della resistenza viene tirato ne su cui deve ancora maturare. troppo spesso per la giacca da Resto convinto di una cosa. che comunque sta con la rifor- Ma quel federalismo era un pa- spiegarci come si fa. pocchio e le conseguenze sono D. Nomi, segretario, custodi non autorizzati. ma costituzionale. D. Quale? D. Questa l’avevo rimosDomanda. Bentivogli, i ancora sotto gli occhi di tutti. nomi. R. Che che rabbia e disperaR. Guardi, come dice sa. metalmeccanici cislizione possano trovare nel sindauna canzone di Vinicio R. Eh già, chi pratica poco i cato una forma e un contenuto, ni decisi in appoggio Il federalismo del titolo V si è rivelaCapossela, sono un’acco- valori costituzionali, di solito un soggetto di prossimità che alle riforme. Perché? to un papocchio. Abbiamo calcolato lita di rancorosi, mossi da li cita spesso nelle assemblee guarda le spalle dei lavoratori Risposta. Beh, nelche dal 200 ad oggi i conflitti Statovendette personali contro condominiali. la storia, degli ultimi trasforma la rabbia in energia Matteo Renzi. Un’intera D. Senta, Bentivogli, ma positiva. E se chi governa pensa referendum costituzioRegioni davanti alla Corte costitugenerazione che ha fallito vi diranno che siete gover- che gli stakeholder siano altri, nali, la Cisl si è sempre zionale sono aumentati di otto volte. e che oggi dice solo No, nativi, a lei personalmente, si sbaglia. schierata, sia in quello Anche qui c’entra il sindacato perchè senza proposte alternati- daranno del renziano, visto del 2001, sul Titolo V D. Quando sbaglia, Rencon questo sistema si bloccano le ve. Se a 70-80 anni sono che è un rottamatore. voluto dal governo di zi? infrastrutture e si distruggono quindi qui a pontificare centrosinistra, e quello R. Quando dice «graun sacco di posti di lavoro. Ci sono come oracoli, il fatdel 2006, sia la consulzie Marchionne e grato, vero e triste, è che tazione per la riforma zie Fiat», scordando che, Non si possono, come fa l’Anpi, usare elettrodotti fermi da una regione non vogliono lasciadell’esecutivo di Silvio dopo il no sulla trattatii valori della Resistenza per bloccare all’altra per diverse regolamentazioni re spazio. Berlusconi. Nel primo va di Pomigliano (Na) da il Paese. Nel 1949 ci fu la scissione D. I nomi non ci schierammo per il Sì, parte della Fiom, la defra la Federazione nazionale partiDa uno studio che abbiamo re- me li ha fatti, però. nel secondo per il No. legazione aveva già fatto giani-Fiap (con dentro laici e cattoR. Nessun problema: D. Ora la Cisl non si schie- alizzato con Irene Tinagli, dal le valigie e il «ceo» alle lici) contro l’appiattimento dell’Anpi ra proprio nettamente come 2000 i conflitti Stato-Regioni, penso a Massimo D’Ale17 disse al suo capo delevoi. gazione che «il progetto davanti alla Corte Costituzio- ma, ma penso a tutti sull’Urss. E l’Anpi che oggi dice No ai R. Sì ma dà un «7+» alla ri- nale, sono aumentati di otte quelli che fanno questa Pomigliano era finito». È cambiamenti della Costituzione, è la insopportabile retorica forma e quindi prende una posi- volte, capisce? stata la nostra insistenstessa che diceva di votare No al refezione chiara. Noi abbiamo fatto za a tenerli al tavolo, a D. Ma a un sindacato me- sulla Costituzione. rendum sulla Fiat, a fianco della Fiom D. Ma come, Bentivoun grande approfondimento di talmeccanico, le obbietteriaprire le trattive. Sendi Maurizio Landini. Un’ubriacatura quella riforma, perché voleva- ranno, perché se ne preoc- gli, lei mi cita Giorgio nò, oggi, di tutto quello La Pira nel suo «decamo decidere sul merito di quelle cupa? che il premier giustamodifiche e non su altro. Un po’ mente celebra, non ci R. Se ne preoccupa perché logo del sindacalista» come quando decidiamo su un l’oggetto di quelle contese da- che sta nel libro, e ora mi R. Son cose molto italiane. sarebbe nulla. negoziato sindacale: vogliamo vanti alla Consulta non sono attacca, pure lei, legge fon- Siamo il Paese in cui chi è auD. La sua critica a Landistare esclusivamente su ciò di state questioni di lana caprina. damentale? tonomo, viene schiacciato su ni, negli ultimi anni, s’è fatto R. Nooo, io attacco la retori- una posizione o sull’altra. Noi dura. Nel libro, pur senza cicui si parla. Si è andati davanti alla Corte D. E quindi la riforma vi costituzionale per infrastruttu- ca, ridicola. Perché i padri costi- continuiamo ad avere punti di tarlo, lo paragona a Sordi ne è piaciuta? re, tradizionali e immateriali, tuenti consideravano intoccabili disaccordo col governo: penso al Un americano a Roma. R. Alcune cose ci sono sem- per elettrodotti, per passag- i principi, ossia i primi 12 ar- tema dell’evasione, all’abolizioR. Ma perché Maurizio non brate troppo timide, le dico. gi di strade, per l’energia. Ci ticoli. La Costituzione ameri- ne di Equitalia. Quando in pas- era così. Nel ’99 quando lui arriD. Per esempio? sono elettrodotti rimasti fermi cana, del resto, ha 7 articoli e sato abbiamo fatto sciopero con vò a Bologna e lì lavoravo anche R. Per esempio il Senato da una regione a un’altra per 20 emendamenti. E anche il un governo di centrosinistra, io, lo conobbi. Il fatto è che, negli l’avremmo abolito del tutto, diverse regolamentazioni, suv- bicameralismo... ci hanno dato di berlusconia- ultimi anni, si è fatto plasmare D. Anche il bicamerali- ni. Come ci hanno dato, poi, di dai talk show, nei quali lo trattaperché siamo da sempre per via. E come fa un sindacato a la semplificazione del processo non occuparsene? E la politica smo? essere con Sergio Marchionne, no un po’ come i ragazzetti che, R. Fu riconosciuto che si im- mentre noi abbiamo un conten- nel film, dicevano all’americano: legislativo. Ci sono leggi sul la- energetica... voro che hanno fatto sette volte, D. La politica energeti- pose in quella formula per la re- zioso con la Fiat per uno sciope- «Aho, facce Tarzan». ciproca diffidenza fra Dc e Pci. ro sulla sicurezza del lavoro in dico sette volte, il percorso fra ca? Segue a pag. 8 DI
GOFFREDO PISTELLI
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PRIMO PIANO
Forza Italia è spaccata in due tronconi, in attesa di sapere cosa pensa di fare Berlusconi
L’incertezza del Cav logora Parisi Di questo passo si rischia anche l’unità del partito DI
MARCO BERTONCINI
S
e nel Pd di scissione si parla ricorrentemente, sia pure senza alcun costrutto, in Fi è una novità. Non che siano mancati scismi, perché a guardare soltanto in questa legislatura se ne sono andati Alfano, Fitto, Verdini, con relativi codazzi, parlamentarmente robusti. Tuttavia annunci di spaccature sono nuovi. Questa settimana sono apparsi, rilanciati, ridimensionati. All’origine c’è l’attività del rigeneratore Stefano Parisi. Poiché l’avversione di una parte della classe dirigente forzista non solo non si è placata, ma anzi è perfino cresciuta, mentre lo stesso nuovo delfino di Silvio Berlusconi incrementa le proprie frecciate verso i vecchi del partito, c’è chi discetta della possibile formazione di due movimenti. Da una parte Fi stile Parisi, dall’altra Fi avvinta a Lega e Fd’It. Sarà. Parisi ci ha ironizzato. Riesce, in effetti, difficile pensare che i vari Toti, Brunetta, Romani lascino la loro casa per costruirne una nuova, rigidamente chiusa verso il centro e orientata solo a destra. Tutto è possibile: Berlusconi ha patito molti abbandoni che, se elettoralmente non hanno goduto mirabili successi, l’hanno fortemente indebolito, come d’altra parte si vede dalle attuali quotazioni di Fi, cui, quando
va bene, è assegnato il 12%. Però proprio i ridotti termini in cui oggi il movimento appare costretto fa ritenere poco proficuo andarsene per dividerlo in due tronconi. La replica a questa tesi è semplice: chi si senta tagliato fuori (una volta che Parisi avesse compiuto il mandato del Cav) da candidature e da posizioni di rilievo nel partito, potrebbe cercare una salvezza fuori di un movimento che in ogni modo lo escluderebbe. A parte le voci di scissione, che tali restano, quel che invece non è un chiacchiericcio bensì un fatto è che settori forzisti aiutano Parisi mentre altri gli chiudono la porta in faccia. Berlusconi fa filtrare, con una certa cadenza, il proprio immutato appoggio, senza tuttavia quel travolgente impegno di cui il delfino o quasi delfino avrebbe palesemente bisogno. Parisi procede con il sostegno di una parte degli esponenti forzisti, specie in alcune zone, ma con difficoltà forse crescenti. La campagna referendaria costringe lui, come ha costretto il Cav, a schierarsi per il no senza troppi tentennamenti. Riesce oggettivamente difficile, visto il clima di resa dei conti nei confronti di Matteo Renzi, parlare guardando oltre il 4 dicembre e non farsi invischiare nel tema stradominante in politica. A pesare, poi, sono i soliti ripensamenti di Berlusconi; la sua incertezza fra operazioni di
PUNTURE DI SPILLO
Lavoro usurante oppure lavoro gravoso? DI
GIULIANO CAZZOLA
«Lavorare stanca» scriveva Cesare Pavese, memore del fatto che era stato Dio a cacciare Adamo dall’Eden annunciandogli che da allora in avanti lui e i suoi discendenti si sarebbero guadagnati il pane e il companatico col sudore della fronte (mentre Eva avrebbe partorito con dolore). Nel verbale di sintesi del 28 settembre scorso il Governo e i sindacati si sono inventati, al fine di ridurre i requisiti richiesti per il pensionamento, il lavoro «gravoso» (che è qualche cosa di diverso da quello usurante). Ovviamente questa idea – se tradotta in legge – non solo aggraverà i costi del sistema pensionistico (i lavoratori «gravati» andranno in quiescenza prima), ma aprirà una falla difficile da rinchiudere, giacchè tutti sosterranno che il loro è un lavoro gravoso, visto che alla sera rincasano stanchi. *** Ho un caro amico romano di religione ebraica. Confesso che provo molta invidia per lui. Quando lo incontro o le sento per telefono non esito a dirgli: «Vendi casa, raccogli i tuoi risparmi e vattene in Israele, tu che hai la possibilità di espatriare». Almeno troverà laggiù una causa per cui è degno e giusto combattere, prima che sia troppo tardi. Il voto dell’Unesco sul Muro del Pianto pretende di privare totale rifacimento dell’esistente e restauri parziali; la sua insofferenza verso un’elevata percentuale di coloro che reggono il suo movimento; la sua congenita incapacità di potare,
della sua storia uno dei popoli più antichi del mondo. La risoluzione votata è degna di essere pubblicata su di una versione aggiornata del Protocollo dei Savi di Sion, un cumulo di menzogne raccolte al solo scopo di alimentare l’antisemitismo che non ha mai smesso di germogliare nell’immondezzaio dell’Europa. *** Apprezzo l’iniziativa de Il Foglio di condurre una battaglia di stampa contro quell’infamia e contro il voto di astensione dei membri della delegazione italiana nell’Unesco. Trovo comunque che la questione sia generalmente sottovalutata. Non se ne occupa più di tanto la grande stampa, non ne hanno parlato i talk show, non risultano azioni parlamentari che chiamino il ministro degli Esteri a rispondere. È inutile fare confronti con il clamore suscitato da altri eventi di minore importanza politica, diplomatica ed etica. *** In questa circostanza mi sento di rimproverare Israele per un solo motivo: aver perduto, da tempo, quell’efficienza militare che stupì il mondo ad Entebbe e prima ancora nelle guerre degli anni ’60 e ’70. Eppure oggi ne ha più bisogno di ieri, perché ha meno amici disposti a difendere la sua sicurezza. Formiche.net
tagliare, allontanare. Anche su questi fattori caratteriali giocano i vertici di Fi schierati contro Parisi, nella convinzione che alla fine al Cav basteranno un esteriore rifacimento
di programma, alcuni volti nuovi (nel numero il più possibile compresso), la solita chiamata alle armi dei militanti. © Riproduzione riservata
SEGUE DA PAG. 7 su Il Fatto il giorno dopo. Oppure quanD. La sto intervistando all’uscita do affermava che lui e Renzi avrebbeda un talk del mattino. Ci va pure ro cambiato il Paese, ricorda? Io l’ho lei. Lui si vede meno. sempre pensata allo stesso modo su R. Ci va, ci va, anche se lui aveva Renzi: prima, dopo, durante. Perché il detto che non ci sarebbe più andato. tuo posizionamento sindacale non può Quanto a me, le dico che spesso mi dipendere dai tuoi interessi personali o sono sentito chiamare dai conduttori dai tuoi rancori no. Sto lontano dall’acdicendomi: «Però non parli troppo bene colita dei rancorosi. del governo, qui serve contrapposizione». D. E lei? Landini non era come si è ridotto R. Ho sempre risposto che sarei adesso. Nel ’99, quando lui arrivò andato, a condizione di poter dire a Bologna e lì lavoravo anch’io, quello che pensavo anche sul governo. Di bene e di male. Dei talk lo conobbi. Negli ultimi anni si è fatto show e delle loro responsabilità plasmare dai talk show che lo trattano parlo nel libro. un po’ come i ragazzetti che, nel film, D. Ho letto è risalito addidicevano all’americano: «Aho, facce rittura a quello di Pia Luisa Tarzan!». Landini ha definito MarchionBianco. ne «bravissimo» su Repubblica, per poi R. Infatti, cominciò lei con «O di là o di qua». E ricordo che tutta smentire sul Fatto il giorno dopo. l’intellighenzia di sinistra storse la La Fiat traina l’Italia e lui tifa per la VW bocca: «Che schifo, che forzatura». Poi han fatto le corse per compaD. Sempre Landini? rire, in quegli studi. R. Beh, mentre l’auto, ossia Fca, D. Non van bene? traina il nostro Pil, lui fa il tifo per R. Nei talk siamo tutti plasmati a Volskwagen, che cita sempre come non dare il meglio. Schiacciati sulle modello. Mi ricorda Pier Luigi Berposizioni, quando la realtà è sempre sani che lavora contro il suo partito e complessa. Ed è facile fare salti della contro le riforme che ha votato. Sanquaglia, come è capitato anche a Landers fa tre comizi al giorno per Hillary dini. Clinton: Bersani e D’Alema vadano D. Quali giravolte avrebbe fatto da lui a scuola di come si sta in un’oril suo omologo della Fiom? ganizzazione. R. Ha definito Marchionne «bravisD. Vale a dire? simo» su Repubblica, per poi smentire
R. Vale a dire che si decide a maggioranza poi si rispettano le decisioni. Abbiamo otto partiti a sinistra del Pd. Credo che sia sbagliato amare le proprie idee più delle persone. Io amo di più le persone che rappresento più che le idee. Anche le mie. D. Da cosa dipende, segretario? R. Da un settarismo ereditato da una cultura che dovrebbe stare in soffitta, oggi. Fatta dai fondi di bottiglia dell’estremismo non ancora smaltiti. D. Nel suo libro, stila il decalogo del sindacalista e ricorda quella frase che La Pira citò ad Alcide De Gasperi: «Amico di Platone ma innanzitutto amico della verità». Lei si sente così? R. Un sindacalista deve sempre dire la verità, soprattutto quando è scomoda, soprattutto in tempo di crisi. Prendere gli applausi sarebbe facilissimo. Io non c’ho mai rinunciato. Anche a costo di fischi e botte. D. Addirittura le botte? Come Sergio D’Antoni si beccò il bullone a Milano, molti anni fa? R. Io ho avute molte minacce di morte e le ho prese più d’una volta. D. E quando le ha prese? R. Una volta in Emilia, altre nelle Marche, nei cortei dell’Alcoa, per Ilva. E non sono mai scappato, lo scriva. Le ho prese da quelli che vanno ripetendo «come sia centrale la questione della
democrazia». D. Avete cominciato a discutere il contratto dei metalmeccanici. Va bene, mi pare. R. Si Federmeccanica ha abbandonato certe rigidità, dopo un anno. E anche Fiom ha capito che c’è la possibilità di fare cose importanti sul Welfare. Credo che il contratto metalmeccanico ricomincerà a essere riferimento per l’innovazione, come succedeva negli anni 70, quando inserimmo le «150 ore» (permessi retribuiti per studiare, ndr) e il diritto allo studio. D. Nel 2016 cose inserirete? R. I diritti alla formazione e consultazione che, in un mondo che cambia così velocemente, sono essenziali. Ci fa piacere che ora Fiom segua questa linea di innovazione su cui siamo da anni. Stavolta il salario non sarà centrale, ma lo saranno l’assistenza sanitaria, la previdenza e la formazione, che però, nei fatti, si tradurranno in reddito disponibile per la famiglia. D. E come? R. Gli stessi 100 euro di aumento nel contratto nazionale diventano in busta paga 58 netti per il lavoratore. Se li diamo nel contratto aziendale sono 85 netti in Welfare, per il lavoratore e per i familiari, mentre, dandoli in formazione, sono esattamente i 100 euro netti detassati concessi. Capisce la differenza? twitter @pistelligoffr © Riproduzione riservata