Intervista a Claudio Velardi, ItaliaOggi 5 gennaio 2017

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Giovedì 5 Gennaio 2017

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Il 4 dicembre si sono scontrate un’Italia che sperava nel cambiamento e l’altra che lo temeva

Un paese in depressione assoluta Velardi: con il referendum ha vinto chi vuole la retromarcia

tamente, tiro. Visto che si parla tanto ciare a usciPiù si prolunga l’assenza vedremmo di fake news, di notizie falre articoli su di Renzi dalla scena e ricrearsi queste cose, ha scritto sul suo se, occorre dire che c’è una più è utile a lui perché fa l’alleanza mi creda... blog, Buchi neri, e campagna di informazioanti-renziaD. Che con un titolo chia- ne farlocca, di post-verità decantare quel sentina. Persino cosa accaro: 2017, l’anno del- attiva, su quella riforma, mento di ostilità anti M5s e Lega, drebbe? le Restaurazione. Claudio attraverso il tema dei vourenziana e lascia anzi la che a paroR. Che Velardi, napoletano, classe cher, che sono una minima, strada, ne sono sicuro, le volevano a ogni rigo 1954, molti anni di politica infinitesima porzione del a una sana nostalgia, in votare il 6 Renzi perdepoliticata alle spalle, dal Pci mercato del lavoro. Invece modo che al suo rientro d i c e m b r e, rebbe mille ai Ds, due dei quali come li si elevano a questione s i o p p o rvoti. Lothar dalemiano a Palazzo centrale, in modo politico possa ripartire con la rebbero a D. Beh del Chigi, non la manda a dire, e simbolico, anche a prezzo gamba giusta un’eventuaPd dovrà come nel suo stile. Vede chiari dell’impazzimento linguile richiesta occuparsi, i segni di un «indietro tutta», stico della politica stessa. di Renzi ad andare alle urne D. A che cosa si riferiprima o poi. rispetto al governo Renzi. R. Certo, rovesciando presto. Detto questo... Domanda. Velardi, dun- sce, Velardi? Claudio Velardi D. Detto questo? R. Al fatto che Susanna completamente il modello que è Restaurazione. R. Prima si vota, meglio è. Camusso attuale. Risposta. li abbia defi- a g e n d o s o l o D. Cosa Ma mi lasci aggiungere una Aspetti PiNon passa giorno, A proposito di Rai dico niti «pizzini». sotto la spinta non facile, cosa. stelli, mi facdice Claudio Velardi, subito che se cambiava D. Avanti. Ma si rende dei sindacaVelardi. cia fare una che non si proceda a uno qualcosa a Saxa Rubra R. Renzi commetterebbe conto? Allo- ti, una spinta R. Già, consideraziora ha vinto conservatrice ma la co- un grave errore se ascoltasse ne generale, smontaggio di quanto non poteva che essere Beppe Gril- fortissima. s t r u z i o n e proposte come quella di Mise vuole non aveva fatto il precedente una cosa buona. Il piano lo, altroché. D. Indietro di una nuo- chele Salvati. strettamente governo. Ed è più grave Verdelli invece è stato Allora, sul tutta, insomv a cl a s s e politica. D. Oddio, il professore se si considera che già bocciato perché il cda piano comu- ma. d i r i g e n t e, ha scritto il manifesto D. Prego. le riforme di Renzi, Rai ha assecondato R. Morta la q u e s t i o n e fondativo del Pd. E poi ha R. Prima nicativo, ci per arrivare in porto, la spinta conservatrice fondamen- sempre visto positivamendel 4 dicemsi può per- speranza il 4 tale, passa te Renzi. Che cos’è che bre, avevamo mettere di d i c e m b r e , è erano state oggetto fortissima dei sindacati da qui. E non va? due Italie: tutto, senza come se tutti di una dura mediazione interni dell’ente deve arrivauna che speR. Salvati è una splendida che nessu- volessero stare re dall’alto, persona, non c’è dubbio, ma rava, una che no ci tiri le fermi. Ma stantemeva. orecchie, come la sorella di do fermi si muore, questo è perché «dai territori», come si l’altro giorno, su Repubblica, dice, arrivano solo le cliente e ha consigliato Renzi di diD. Quella del Sì e quella Paola Taverna s’è ripro- chiaro. D. Lei ha scritto di stare i notabilati. del No. ventare il riferimento di uno messa di fare, su Facebook, aspettando, D. Che oltretutto, come schieramento di forze responR. Esatto, una che sperava al sindaco di il rientro di ha mostrato il referen- sabili, contro gli estremismi e in un cambiamento profondo, Roma, VirgiIl ministro Fedeli, Renzi. Che dum, non sono proprio in- i populismi. l’altra che lo temeva. Lascia- nia Raggi? sul trasferimento degli intanto si clini alla mobilitazione. mo perdere chi avesse ragioD. E che cosa avrebbe, D. Su insegnanti nei posti riposa. R. Figuriamoci. Per pren- che non va, la proposta? ne o torto, ma ha vinto quella cos’altro s’è R. Nutro dere un sindaco giusto, come che cambiare non voleva. R. Senta, il ritorno di Renzi, innestata la dove ci sono gli studenla speranza Giuseppe Sala a Milano, dopo il referendum, non doD. E dunque? retromarti, è corsa subito a fare di un suo ri- Renzi l’ha dovuto prendere da vrebbe avvenire sulla base di R. Dunque, morte speran- cia? concessioni. La Buona entro, ma con fuori il Pd. Dentro non nasce un accordo, di un accordicchio za e timore, non resta che la R. Quella scuola era una riforma idee nuove. E più nulla. depressione assoluta. anzi, che metta insieme pezzi sulla scuola già omeopatica. Se ne questa fase D. Da dover partire, Ve- di centrodestra e Forza ItaD. E perché? è piuttosto togli un pezzo oggi e uno di ripensa- lardi, per rifare il Pd? R. Perché la parte che te- seria. Il minilia. Sarebbe solo un indebomento è utiR. Commissariamento, az- limento, un annacquamento meva, e che ha vinto, aveva stro Valeria domani, ne resterà le a lui, ma zeramento impostato una battaglia pu- Fedeli, sul del renzismo. solo il fallimento serve anche dei territori, ramente difensiva: una volta trasferimenIl segretario Renzi, adesso, deve dead allentare costruendo che ha prevalso, non esulta, to degli insedem deve tordicarsi alla costruzione perché non ha un disegno, gnanti, è corsa a fare con- questa tensione, fortissima m a g a r i a n a r e i n c a rdi una classe dirigente non ha un progetto. E questa cessioni, riducendo da tre a nel Paese, intorno e contro di partire dai nando la posè una condizione grama e pre- un anno il periodo di perma- lui. Arrivo a dire che, più si C o m i t a t i sibilità di un Pd che lui deve creaoccupante. cambiamento nenza fuori regione. La Buo- prolunga questa fase, meglio del Sì, a cui re dall’alto. Non può Quanto alla Restaurazio- na scuola era una di quelle è, perché fa decantare quel si sono avviradicale. scovarla «nei territori» ne... D. In tutriforme molte mediate, se ne sentimento di ostilità anti- cinati tanti, (come si è detto sinora) D. Quanto to questo, il togli un pezzo renziana e lascerà la strada senza esseperchè da lì arrivano alla Restaugoverno di oggi e un al- a una sana nostalgia per re del Pd, e Prendiamo il Jobs act. È solo le clientele ed i norazione? Paolo Gentro domani, Renzi, in modo che, al suo impegnanoggetto di una informaR. È evitiloni dimon e r e s t e r à rientro, possa capitalizzare dosi persotabili: un sindaco come zione farlocca. dente: non stra d’essere solo il falli- le cose fatte e il consenso che n a l m e n t e . Sala lo ha preso da fuori gli resta. Sarebbe la passa giortutt’altro che mento. E poi Il fatto che la Camusso D. Una lontananza che vera rivoluno che non un esecutivo c’è la Rai. abbia definito pizzini, si proceda a fotocopia o eterodiretto D. L a non potrà durare all’infi- zione. i voucher (che sono D. Il Partito della Nazio- da Renzi, come s’era detuno smontagbocciatura nito. una parte infinitesima R. Naturalmente, non può ne 2.0? gio di quanto to e scritto. del piano della riforma del lavoro) R. Anche se non potrebbe aveva fatto R. Mah, il governo lo lascedi riorga- essere un esilio lungo. dimostra che, sul piano D. E quando torna, cosa chiamarsi così, perché quella rei navigare per conto suo. Ha il precedente nizzazione esecutivo. E dell’infor- dovrebbe fare, secondo definizione è stata bruciata una base solida di persone dedella comunicazione, dalle polemiche, potrebbe es- gne, che stanno facendo corquesto è tanto m a z i o n e , lei? ha già vinto Beppe Grillo R. Le posso dire, cosa non serlo nei contenuti. più grave, se rezioni buone, vedi il ministro firmato da D. E sul piano politico degli Interni, Marco Minniti si considera Carlo Ver- dovrebbe fare. Renzi non si che già le riforme di Matteo delli? metta a discutere di segrete- nazionale, che direzione sulla sicurezza, e altre meno Renzi, per arrivare in porto, R. Ora, non è che il diretto- ria del Partito democratico, di potrebbe prendere, l’ex- buone, come quelle, già citaerano state oggetto di una re generale, Antonio Campo chi entra e chi esce, secondo premier? te, della Fedeli. Però Palazzo R. Renzi non dovrebbe fare Chigi non mi pare un soggetdura mediazione. Depoten- dall’Orto, fosse stato brillan- gli equilibri interni, la cui ziarle ancora finirà per dare tissimo, finora, e non è che io stessa nozione, per un leader, bracci di ferro sulla data delle to decisivo, in questa fase. ragione a coloro che, quelle ri- sia entrato nel dettaglio del è sempre associata a debolez- elezioni. Suggerirei a Renzi di «non D. E perché? Attendere aderire, né sabotare», come i forme, contestavano. Prenda piano Verdelli, dico solo che, za. Le posso assicurare che, il Jobs Act. socialisti dinnanzi alla Granse cambiava qualcosa a Saxa di queste cose, gli italiani se non lo logora? R. Lo logorerebbe di più de Guerra. D. Prendiamolo. Rubra, non poteva che essere ne fottono - mi scusi - meno R. È evidentemente sotto cosa buona. Lo si è bocciato, di zero. Se dovessero comin- lo scontro, perché, immediacontinua a pag. 6 DI

GOFFREDO PISTELLI

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Giovedì 5 Gennaio 2017

La legge elettorale desiderata da Silvio Berlusconi dovrebbe rispondere a troppe aspettative

Legge caleidoscopio per il Cav

Vuol rilanciare FI ma non vuol sentir parlare di primarie DI

SEGUE DA PAG. 5

MARCO BERTONCINI

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uale percorso Silvio Berlusconi intenda seguire nelle prossime settimane è chiaro. Meno, invece, si capisce delle sue intenzioni per rifare, restaurare, rilanciare il proprio movimento. Anzi, bisognerebbe asserire che non nutra nemmeno più simili intenzioni. Il Cav intende procacciarsi una legge elettorale rispondente a molti requisiti: fin troppi, vien da dire. Dovrebbe consentirgli di correre da solo, senza vincoli di coalizione. Dovrebbe permettergli di predeterminare gli eletti, almeno in larga misura. Dovrebbe essere proporzionale, con una clausola di sbarramento non insignificante. Dovrebbe favorire le circoscrizioni plurinominali rispetto ai collegi uninominali. Non dovrebbe consentire preferenze. Poiché il raggiungimento di simili obiettivi richiederà trattative angoscianti, fra l’altro con la ricerca di sostegni fra i cespugli centristi (alleati o no con il Pd), Berlusconi intende tirarla in lungo, molto in lungo. Nel frattempo, starà attento a non allontanare da sé troppo palesemente Matteo Salvini e Giorgia Meloni, rinviando però ogni intesa a dopo approvata la riforma elettorale. Ovviamente qualsiasi pressione per svolgere primarie sarà respinta: ribadirà la pregiudiziale sulla verifica per il sistema che sarà in vigore, subordinando altresì all’esistenza di norme legislative la consultazione per indicare il potenziale candidato a palazzo Chigi. Quanto alle amministra-

Silvio Berlusconi tive di giugno (siamo oggi poco sotto il migliaio di comuni, fra i quali parecchi capoluoghi, Palermo e Genova in testa), pensa di risolvere caso per caso la questione. Andò così alle ultime amministrative, sia pure con dissesti clamorosi (Roma, Torino…). Beninteso, il Cav aspetta fiducioso l’aiuto dalla Corte dei diritti dell’uomo. Dunque, non decidere nulla è il proposito, diciamo fino all’estate. S’intende, con l’eccezione della riforma elettorale ove l’andazzo gli fosse favorevole, barcamenandosi intanto con gli ex alleati che potrebbero tornare tali, ma senza assumere alcun impegno. D’accordo: e Fi? Berlusconi ha ripreso contatto con Stefano Parisi, ma non emerge alcunché di nuovo. Oltre che cercare nomi destinati a rinfrescare le candidature si direbbe non intenda procedere. Questi personaggi sono in larga parte già acquisiti: eletti negli enti locali, assessori, consiglieri regionali, dirigenti periferici, di bella immagine e bravi nella

ne dà fiato immediatamente a Grillo. D. Lei suggerisce a Renzi di non perD. Per stare a Grillo, non è che cerdersi a fare il salvatore della patria cherà di lanciare un’opa sull’elettoradai populismi. Però con quelli, prima to di Matteo Salvini che, su molti temi, o poi, si dovrà elettoralmente misuraè per così dire limitrofo? re. E questo attivismo di Beppe Grillo R. Nessuno dei due può proporre un’alleparrebbe preannunciare un lungo anno anza all’altro. Potrebbero fare qualcosa sul elettorale. modello di Silvio Berlusconi nel 1994, R. Guardi questo uno-due di Grillo, suma senza dichiararlo. gli avvisi di garanzia e contro i giornali, D. Allora il Cavaliere mi pare totalmente a uso si alleò a Nord con la interno. Lega e al Sud con AlleD. Ossia? Grillo, per salvare Raganza nazionale. R. Ossia, col primo, dovegi, ha fatto dietro-front R. Lui, però, lo fece espliva mettere in sicurezza la sugli avvisi di garanzia. citamente, col Polo delle giunta Raggi a Roma e, col E per poi rabbonire libertà e il Polo del buon secondo, rassicurare la base i suoi militanti scontenti governo. I due, Grillo e Salche, di fronte a un certa inha inventato la polemica vini, non potrebbero fare coerenza, era scandalizzata. altrettanto. E non è detto L’ha distratta subito, infatti. contro i giornali. Questi che, però, si torni a votare Il problema è che se Grillo ultimi si sono trasformati col Mattarellum. fa l’attore da avanspettacosubito in spettatori D. Perché? lo, i media si trasformano e il Comico ha vinto R. Perché c’è una gran subito in spettatori, così il con titoli a tutta pagina voglia di proporzionalismo, comico ottiene sempre i tiin giro. Nel qual caso, ogni toli a nove colonne. partito deve provare a fare D. Il tema della postil pieno dei suoi elettori e, solo dopo, penverità, che lei ha sfiorato prima, non sare alle alleanze. è banale, però. D. Meglio il Mattarellum, maggioriR. Sì, ma mi creda, non si risponde a tario uninominale e una quota proGrillo con Giovanni Pitruzzella (preporzionale? sidente Antitrust, ndr), ossia ventilando R. Certamente sì, anche perché la sfida regolamentazioni bizantine del web. Tutto futura di questo Paese, come accennavo priciò è grottesco. ma, è individuare una nuova classe dirigente. D. Quale via suggerisce? E nei collegi uninominali i partiti dovranno R. Le bufale ci sono sempre state. Si trovare i migliori. combattono dimostrandosi forti e credibili. twitter @pistelligoffr Anche solo l’ipotesi di una regolamentaziocomunicazione (il modello dichiarato è la coppia grillina Di Maio-Di Battista). In piccola parte, inoltre, sono gli stessi che cerca Parisi, specie nel mondo imprenditoriale, senza però l’auspicato successo di pesca. Altro non si vede. Si direbbe che il Cav abbia per-

cepito l’inanità di ristrutturare il proprio movimento e si affidi alla sempre predicata operazione di risalita in campagna elettorale, per meriti propri. In buona sostanza: Fi è collocata intorno al 12%, non sembra a breve in grado di risalire, recupererà soltanto con le elezioni.

Tramite facce nuove e un’adeguata azione in prima persona dello stesso Cav, il traguardo è il 20%. Quand’anche, però, tale livello restasse un sogno inafferrabile, a Berlusconi basterebbe di meno, purché decisivo per formare una maggioranza col Pd. © Riproduzione riservata

IL GIUDICE ANNULLA LA DELIBERA DI UN SINDACO BERGAMASCO CHE AVEVA NEGATO LA SALA MATRIMONI

Unioni gay, Tar: si celebrino in un posto adeguato Dopo il ricorso di una coppia omosssuale le pressioni del Pd DI

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FILIPPO MERLI

er loro è uno sgabuzzino. «Ho visto quella stanzetta e mi sono indignato: è stata un’umiliazione». Una coppia gay s’è rivolta al Tar per contestare l’amministrazione leghista di Stezzano, in provincia di Bergamo, rea di aver relegato la celebrazione delle unioni civili in una sala secondaria del municipio e non in quella riservata ai matrimoni. Il tribunale ha dato ragione ai due. Ora, il sindaco del Carroccio, Elena Poma, dovrà concedere a Germano Gasparini e Giuliano Inselvini, entrambi di 56 anni, la stanza principale. Alla fine di ottobre, il deputato del Pd, Antonio Misiani, e il consigliere regionale dei dem, Jacopo Scandella, avevano attaccato il sindaco Poma. Il quale aveva difeso la sua decisione, formalizzata da una delibera, di celebrare le unioni omo-

sessuali nell’ufficio anagrafe. «Tengo a precisare che l’unione civile non è una celebrazione, a quelle riserviamo la sala al primo piano del palazzo comunale», aveva spiegato Poma. «Si tratta, semplicemente, di una dichiarazione congiunta di unione che si fa davanti a un pubblico ufficiale civile e non necessita né di fascia tricolore, né di una sala aperta al pubblico. Lo dice la legge stessa. Non si tratta certo di discriminazione, stiamo solamente applicando quanto disposto e, anzi, stiamo offrendo alle coppie che scelgono l’unione civile qualcosa in più rispetto a quanto specificato nel testo della norma». Dopo le polemiche, Poma aveva sistemato la stanza preposta alle unioni civili per renderla più accogliente e funzionale. Per la coppia che ha deciso di sposarsi a Stezzano, però, non lo era abbastanza. «È una questione di dignità. Siamo come tutti gli altri: perché dovrem-

mo essere trattati come cittadini di serie B?». I due, così, si sono rivolti al Tar di Brescia. Il giudice, la scorsa settimana, ha annullato la delibera del Comune perché ha considerato illegittimo escludere le unioni civili dalla sala matrimoni. «In tanti anni non avevamo mai avuto problemi: nel nostro condominio lo sanno tutti che stiamo insieme e abbiamo un ottimo rapporto coi vicini di casa», ha detto Gasparini al Corriere di Bergamo. «È la prima volta che incontriamo un ostacolo. Sarebbe stato più semplice andare altrove, ma non sarebbe stato giusto. Abbiamo fatto questa battaglia per noi. Non era giusto darla vinta a chi aveva deciso di comportarsi in modo diverso rispetto a quel che dice la legge». «Volevamo farlo anche per altre coppie: per qualcun altro esporsi potrebbe essere un problema», ha proseguito. «Siamo molto uniti: insieme abbiamo deciso di an-

dare fino in fondo. E ora siamo molto soddisfatti. Anche perché la sentenza ha una portata che va al di là del nostro caso e di Stezzano». «Quali conseguenze avrà questa sentenza? Il Comune di Stezzano», ha sottolineato il consigliere comunale della lista civica Stezzano Bene Comune, Marco Caravita, «dovrà risarcire alla coppia oltre 4mila euro di spese legali, alle quali si somma quel che l’amministrazione dovrà riconoscere al proprio avvocato. Non solo. Quando sono scoppiate le polemiche, la giunta ha speso soldi per abbellire lo sgabuzzino per le unioni civili. Credo che, nel complesso, tra spese legali e lavori, il Comune abbia speso circa 10mila euro. Ecco il risultato di una decisione scriteriata della giunta e della presunzione di volerla difendere a ogni costo. Un costo che, però, pagano sempre i cittadini». © Riproduzione riservata


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