Intervista a Carlo Locatelli, tossicologo Maugeri - Panorama

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07/04/2016 Pag. 78 N.15 - 13 aprile 2016

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INCHIESTA

LE SIGLE DELLO SBALLO CHE NON LASCIANO NEANCHE UNA TRACCIA

Mille sostanze di sintesi vengono già spacciate per strada, ma ancora nessuno le ha classificate come stupefacenti. A riconoscerle, analizzando i danni che provocano (sempre più devastanti) è il Centro antiveleni di Pavia: da qui, dopo complesse analisi tossicologiche, parte il procedimento per la loro messa al bando. Noi ci siamo stati. di Goffredo Pistelli

Stefania Malapelle

C In laboratorio

Carlo Locatelli (nella foto con due ricercatrici) dirige il Centro antiveleni della Fondazione Maugeri di Pavia, laboratorio di riferimento per il Dipartimento delle politiche antidroga della presidenza del Consiglio.

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hissà se c’era soltanto cocaina nell’inferno di Collatino che è costato la vita a Luca Varani e che ha sconvolto l’Italia. Chissà se a trasformare in un orribile assassinio quella che doveva essere una notte di sesso estremo nel quartiere della apitale non abbia contribuito qualche altra sostanza. Magari nuova, nuovissima: una tra le 580 droghe messe finora al bando dal ministero della Salute. A stabilire che cosa sia da considerare droga è un lungo e complesso procedimento, che quasi sempre inizia nei laboratori del Centro antiveleni (Cav) della Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia, la struttura di riferimento del Dipartimento politiche antidroga della presidenza del Consiglio, e che passa dal Consiglio superiore di sanità per approdare in Gazzetta ufficiale. Carlo Locatelli, tossicologo clinico, guida il Cav con una dozzina di medici e ricercatori, e con il supporto del Policlinico S. Matteo fa diagnosi su campioni di sangue in arrivo dagli ospedali di tutt’Italia, in casi in cui si sospetta un nuovo tipo di intossicazione. Per l’omicidio romano, le cronache hanno evocato il ricorso al Ghb, cioè Gamma idrossibutirrato, la cosiddetta «droga dello stupro», frequente corollario della movida romana e milanese: una sostanza psicoattiva in grado di stordire la vittima, lasciandole frequentemente un’amnesia che rende anche più difficile la denuncia. «Il Ghb» spiega Locatelli «è molto difficile da identificare

Panorama | 13 aprile 2016

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FONDAZIONE SALVATORE MAUGERI - Rassegna Stampa 07/04/2016 - 07/04/2016

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