Intervista a Giorgio Dell'Arti, ItaliaOggi 19 agosto 2016

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Venerdì 19 Agosto 2016

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Giorgio Dell’Arti - Anzi ci vorrebbero le rottamazioni. Ma tutti stanno bene così come essi vivono

Le riforme però non le vogliamo I figli guadagnano meno ma hanno patrimoni che ci sognavamo Lucio Presta, come si chia- zione. Nessuno, neanche i tutto il Sud e forse la questione giovani-poveri-che-proprio- meridionale avrebbe cambiato ma? Paola Perego. D. E parlavano di po- poveri-non-sono, la accette- faccia. to scrivendo un rebbe, mi par di capire. vertà? D. E lei dice: facciamolo libro, ma un pauR. Perché ci sono i giro an- ora? Forse servirebbe più R. Sì, anche se un in modo sa per lei la facun po’ raffazzonato: ricordo cora i cascami del post-sessan- a Roma cio volentieri»: la tottismo. Lei che cominR. Probabilmente. Certo, per voce di Giorgio Dell’Arti arpensi a quale Napoli, sarebbe uno shock, che ciarono a riva al telefono da Pitigliano, Amintore Fanfani battaglia è obbligherebbe a una vera ricoparlare di nella Maremma toscana che assecondò, negli anni stata fatta struzione della città, che por«sprid». vede il Lazio. Classe, 1945, Sessanta, la generasull’articolo terebbe alla fine di certi comD. Precatanese trapiantato a Roma, 18, come se, portamenti e al contenimento go? Dell’Arti è inventore di alculizzata corsa a s s u m e n d o di certi fenomeni. Pensi a quali R. Lo ni giornali, come Il Venerdì alla proprietà della una perso- economie potrebbero mettersi spread, indi Repubblica e il Foglio del casa che è una fi sna, uno se la in moto. t e n d o, l o Lunedì, fornitore di contenuti sazione tipicamente debba tenere pronunciaD. E poi, un irradiamento a molti altri, con la sua socieGiorgio Dell’Arti femminile. Esse tutta la vita, verso il Mezzogiorno. Anche vano a quel tà, Vespina, nonché anima di q u a l s i a s i l’attuale Capitale potrebbe modo, tanto Cinquantamila.corriere.it, porinfatti amano le scarcosa accada. forse superare qualche protale di biografie e cronache del Il tema vero è quello: bisogna che, in diretpe e le abitazioni Sono toni da blema atavico. passato. Ma è anche scrittore da avere il coraggio di cambiare i ta, mi permisi «salario come R. Per Roma suggerirei ansempre, Dell’Arti: il suo L’Uomo nostri stili di vita, per ricostru- di correggere: «Guardate che si pronuncia variabile indipendente dalla che un’altra rottamazione, che di fiducia, dialogo con Ettore ire. D. Mica mi parlerà anche ‘spred’». Ma in quella puntata produttività». Riemergono ora, teorizzo da tempo, e per la quale Bernabei uscito per Rizzoli erano ospiti due giovani poveri sulla questione degli insegnan- mi danno del matto, coloro a cui nel 1998, è tornato di grande lei di decrescita felice? R. No, anche se Serge La- i quali, scoprii, avevano entram- ti. ne parlo. attualità con la scomparsa ditouche, quando spiega come bi l’auto. Il povero con l’auto non D. La famigerata «deporD. Ossia? rettore generale della Rai. R. Interdire Roma dal traffico Domanda. Dell’Arti ci è bello vivere con poco, consu- si è mai visto. Né si poteva ve- tazione». mare meno dere. R. Appunto. Già l’utilizzo di automobilistico, dal Grande racdica che ropetrolio, ha manzo sarà. D. Però, scusi, una recente quella parola è vergognoso, pen- cordo anulare fino al centro. D. Questa sarebbe una Risposta. ragione. Sba- ricerca dell’Istat dimostra sando a chi ha subito deportaLe rottamazioni Se lo può scorglia quando che avremo una generazio- zioni vere. Una manifestazione rottamazione autentica. non le accettano R. Ci pensi, Pistelli. La nodare. non tiene con- ne di figli che non riuscirà di ignoranza, di insensibilità neanche i poveri D. Su non to del punto di a raggiungere il reddito dei verso chi ha vissuto tragedie stra vita è imperniata sull’uso perché ci sono ancoimmani. Una stronzata ignobi- dell’auto, sulla velocità per ragfaccia lo scapadri. partenza. ra in giro i cascami giungere i luoghi, ma è anche ramantico, R. Anche quei bisogna inten- le, mi scusi. D. OvveD. La scuso. Ma anche in- responsabile del degrado moradel post-68. Basti pure lei. dersi. ro? sensibilità verso quelli che le in cui viviamo, basti pensare R. Le dico D. Facciamolo. R. Ovvero pensare quale battaa quello che siamo in grado di che non sarà R. I nostri figli, io ne ho avute il lavoro non ce l’hanno. se voglio arriglia è stata scatenata R. Oltrefare quando un romanzo vare da New due dalla mia ex-moglie, Silvia, sull’art.18 che sancisiamo in un d’amore, né un York, partire e uno ce l’ha la mia compagna tutto. E che La deportazione va il posto a vita abitacolo. giallo, o noir, o dalla Florida da trent’anni, Lauretta, non rag- non parte degli insegnanti D. Gli thriller e, men o da Kuala giungeranno in nostri stipendi, da un dato sulla quali si è sparso effetti di che meno, sarà Lumpur non ma i patrimoni che avranno, noi obiettivo: al Nord ci sono quest’Urbe un libro di denuncia. Se pro- è la stessa cosa. ce le sognavamo. troppo inchiostro, pedonalizprio vuole una definizione... D. Qualcuno obietterà: più cattedre D. E dunque? è una stronzata ignobiD. Ce la dia. R. E dunque come si fa a beh, sono i figli di una clas- e meno dozata, quali le. Se al Nord ci sono R. Sarà una fuga dall’attua- raggiungere la decrescita felice se agiata. sarebbero? centi. E al più studenti che prof, lità. R. Ma no, mi scusi. Io, figlio Sud dimistando nel posto in cui siamo? R. Innanziche facciamo? D. Ovviamente edito da Come posso obbligarti a non di una profuga istriana e di un n u i s c o n o tutto, scacco Deportiamo Clichy, la casa editrice fio- comprare l’auattore di scar- gli alunni, alla malavirentina di cui è diventato to? Solo con la so successo, ho perché c’è ta: all’interno gli studenti? socio da qualche anno. vissuto fino a una deserpolizia sotto di Roma si Io ragiono da ricR. Ovviamente. otto anni in tificazione casa. potrebbero co, dice lei? Sono D. Senta, allora a parlauna camera in atto, nel senso che la gente, muovere in auto solo le forze D. Coi i kofi glio di una profuga re di attualità ce la porto io, sovari che ammobiliata. quando può, se va. E qui, dopo di polizia. istriana e di un attore perché ancorché impegnato praticavano I miei erano questa lunga premessa, vengo D. Vada avanti. di scarso successo. nella scrittura, la mazzetta l ’ e s a z i o n e poveri in can- ad alcuni esempi di rottamaR. Enorme riconversione delHo vissuto fino a otto dei giornali, uno come lei, forzosa del na: riuscirono zione. le attività di chi sull’auto camnon la molla mai. Qual è il debito, come ad affittare un pa, dai benzinai ai meccanici, ai D. Procediamo. anni, con la mia fagrande tema dell’estate? appartamento nel suo ultiR. Il Mezzogiorno è davvero parcheggiatori. Un processo che miglia, in una camera R. Le rispondo senza esitare: mo romannel 1953. La una questione drammatica, di andrebbe sostenuto col credito ammobiliata.Primo l’economia. Un po’, perché sia- zo, I nuovi generazione cui il Governo non sembra suf- delle banche. Anche qui, econoaffi tto nel 1953 mo messi male, un po’ perché lo venuti (Clidi cui parlia- ficientemente allarmato. mia nuova. E poi riqualificaziosiamo da un pezzo. mo erediterà chy). Ma, vine delle periferie: da Tor Bella D. Che fare, Dell’Arti? D. E che idea se ne è fat- sto che non cose che quelR. Portare la capitale a Na- Monaca non si verrebbe più al to? parla di decrescita felice, la passata non immaginava. poli. centro con l’auto e qualcuno R. Che la questione deve es- la sua rottamazione in che Del resto, siamo per l’85% proavrebbe interesse a costruire D. A Napoli?! sere affrontata alla radice, con cosa consisterebbe? prietari di case o no? R. A Napoli. Già ai tempi anche lì, cinema, discoteche, una o più rottamazioni. D. Abbiamo detto a lungo dello spostamento da Torino tutto. R. Una cosa profonda, comD. Ah, dunque parliamo plessiva. Non facile d’attuare, che era uno degli asset del a Firenze se ne parlò. Eppure D. Vabbé Dell’Arti lei vidi Matteo Renzi? perché la gran parte di noi sta sistema Paese. c’è pochissima ricerca storica vrà al centro di Roma. Chi R. Ci arriviamo, se vuole, ma bene com’è: la seconda casa, la R. Prima delle crisi, le banche sull’argomento. Anzi, non si legge dirà: lui la fa facile. mi riferisco proprio al fenome- seconda macchina, le vacanze. straniere volevano venire qui, sono date neppure tesi di lauR. Io vivo in zona Prati, ma no economico. Il Pil americano, D. Certo e chi molla un per questa nostra importante rea. prima stavo a Piazza Margana, sempre in discesa dal ’29, ebbe centimetro? patrimonializzazione. Grazie ad D. Argomenti che lei, con dietro Piazza Venezia. Ma non è un balzo straordinario alla fine R. Si figuri che, al tempo Amintore Fanfani, dagli anni la sua biografia di Cavour quello, mi creda. Quella sarebbe della Seconda guerra mondia- dell’ultimo governo di Roma- ’60, gli italiani hanno potuto as- (Marsilio), ha approfondi- una rottamazione clamorosa. le, quando ci furono interventi no Prodi, mi ritrovai ospite a secondare questa voglia di casa, to. D. Mi faccia un altro pubblici per rilanciare il merca- Buona Domenica, di Canale5, tipicamente femminile. R. Napoli, allora, con 400mila esempio. to dell’auto. D. In che senso, tipica- abitanti, era la terza città euin cui si sosteneva appunto che R. Un’importazione intelliD. Rottamazione vera e quell’esecutivo stesse impove- mente femminile? ropea, dopo Londra e Parigi. Se gente di stranieri, per far fronpropria, dunque. R. Perché le donne hanno avessero dato ascolto a chi pro- te all’inverno demografico del rendo il Paese. R. Esatto. Distruggere quelD. Chi conduceva, Barba- notoriamente due fissazioni: le poneva quella soluzione, probalo che c’era prima, per attivare ra D’Urso? scarpe e le abitazioni. bilmente non avremmo avuto una ricostruzione vantaggiosa. D. Torniamo alla rottama- cinque anni di brigantaggio in R. Ma no, c’era la moglie di continua a pag. 8 DI

GOFFREDO PISTELLI

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Il ministro Martina lavora a una nuova corrente: da Orlando a Fassino, passando per Violante

C’è il soccorso rosso per Renzi Arriva dal comitato Sinistra per il Sì al referendum DI

GIOVANNI BUCCHI

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occorso rosso per Matteo Renzi in vista del referendum costituzionale. A portare acqua al mulino del premier, il cui destino politico è appeso al filo della consultazione popolare che potrebbe premiare i contrari, ci sta pensando il ministro all’Agricoltura Maurizio Martina, particolarmente attivo in questa campagna referendaria. Il titolare del Mipaaf a fine luglio ha tenuto a battesimo il comitato Sinistra per il Sì che riunisce diversi esponenti del partito legati agli ambienti di sinistra ma scesi a patti con il correntone renziano. Obiettivo nemmeno troppo celato di questo nuovo raggruppamento: presidiare quell’area di consenso dentro e fuori il Pd, cercando di fare terra bruciata attorno alla minoranza dem pronta a mobilitare le truppe contro la firma Boschi-Renzi. Per ora il neonato comitato si è limitato alla creazione di un sito e all’attivazione dei profili Facebook e Twitter, che contano però ancora pochi aderenti. Probabile che si aspetti la ripresa dei lavori parlamentari per il lancio definitivo. Nel frattempo però si organizzano le truppe. Martina vuole rappresentare il ponte di collegamento tra l’area renziana e la sinistra del partito, un’ambizione che secondo alcuni potrebbe nascondere future velleità congressuali o comunque riequilibri di potere a vantaggio del suo gruppo. Guai a parlare di una nuova corrente, ma di questo in realtà si tratta; se poi lo sche-

ma dovesse funzionare, cioè se i sì vincessero al referendum, il ministro agricolo potrebbe rivendicare di aver svolto un ruolo di primo piano nel tenere in piedi Renzi pretendendo così qualcosa in più da una posizione di forza. Ma veniamo alla squadra che da sinistra sostiene la riforma costituzionale. Martina ha innanzitutto stretto un patto con i Giovani turchi di Matteo Orfini, e se il presidente del

Maurizio Martina Pd (per ora) non mette piede ufficialmente nel comitato per una questione di opportunità dovuta al suo ruolo, lo fa il senatore Francesco Ventrucci, coordinatore di Rifare l’Italia, il network che riunisce gli orfiniani, così come una Giovane turca del calibro di Catiuscia Marini, governatrice dell’Umbria. Non ha aderito ancora pubblicamente al gruppo, ma ne dovrebbe fare parte – stando alle indiscrezioni di stampa

SEGUE DA PAG. 7 Paese, per cui abbiamo il tasso di denatalità gestirli lui questi processi? più alto nel mondo col Giappone. R. Intanto Renzi deve vincere il referenD. L’immigrazione attuale non ba- dum costituzionale, come mi auguro. sta? D. Lo posso scrivere? R. Ma no, parlo di un ingresso a persone R. Scriva, scriva: Dell’Arti vota «Sì». E non disponibili a istruirsi, a imparare l’italiano, a conosco Renzi. diventare italiani, insomma, con un percorso D. Le piace la riforma? ad hoc. Così è solo casino. D’altra parte... R. Ho scelto in base a un criterio molto D. ...d’altra parte? semplice. R. D’altra parte non è D. E cioè? nemmeno possibile pensaR. Si buttano via più cose Ma cosa propongo, re di arginare il fenomeno, vecchio col «Sì» o col «No»? Si allora? Beh, figuriamoci. Emigrare è un svuota di più lo sgabuzzino ad esempio, proponfondamentale dell’essere d’Italia delle cose marce con umano, un bisogno primaquesta riforma o lasciando go il trasferimento rio. L’Africa conoscerà un le cose come stanno? Secondella capitale a incremento demografico do me si rottama di più con Napoli. Sarebbe uno spaventoso, di qui al 2050, la Costituzione modificata. shock che spingerebmica potremo fare la guerDopodiché... be il Sud fuori dal ra per fermarli? Non ci sarà D. ...dopodiché Matteo Salvini che tenga. R. Dopodiché lo so anche suo vero o anche solo D. E allora, come conciio che il Senato delle regioni supposto isolamento è una porcheriola, che Renzi liare la bomba demograavrebbe dovuto abolirlo tout fica africana con l’immicourt... grazione governata di cui lei parla? D. ...che l’articolo 70, nella nuova steR. Avviando anche in quei Paesi, piani di sviluppo veri. È una verità statistica che, lad- sura, è scritto male... R. Ma figuriamoci! Votando «Sì» si fanno dove migliorano le condizioni di vita, diminuisce la natalità. Nel frattempo, accogliamo fuori un bel po’ di cose vecchie. Via, sciò! E vaffa’ pure ai professoroni, e a tutti loro diintelligentemente e severamente. D. Di rottamazione in rottamazione scorsi del (bip). Lo scriva, eh. Che il Paese, arriviamo a Matteo Renzi, che sta in po- in queste condizioni, l’hanno ridotto esattalitica nazionale da un lustro all’insegna mente questi qua. di quella parola. Sarebbe in grado di © Riproduzione riservata – anche il Guardasigilli Andrea Orlando. Seguono poi la presidente della Commissione Affari istituzionali al Senato che ha contribuito a scrivere la riforma, ossia Anna Finocchiaro, l’ex presidente della Camera Luciano Violante, l’ex sindaco di Torino Piero Fassino, l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, l’ex ministro dell’istruzione, Luigi

Berlinguer, un altro ex ministro come Vannino Chiti. Fino a nomi storici della sinistra italiana, dal giornalista e senatore Sergio Zavoli al presidente dell’Istituto Gramsci Beppe Vacca. Ci sono anche il sottosegretario Luciano Pizzetti, la senatrice veneta Laura Puppato e un deputato cuperliano come l’ex segretario del Pd di Bologna Andrea De Maria.

Il modello di riferimento è lo schema seguito a Milano e Cagliari alle recenti amministrative, dove il Pd ha vinto puntando sulla coalizione di centrosinistra allargata più a sinistra che al centro, a differenza di quanto fatto ad esempio a Napoli dove sono andati in scena i patti con Alfano e Verdini. © Riproduzione riservata

PIGNORAMENTI PER I VITALIZI DEGLI EX CONSIGLIERI: LA REGIONE TRENTINO FA MARCIA INDIETRO

Pugno duro, ma neanche troppo Non c’ è fretta per recuperare circa 12 milioni di euro DI

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GAETANO COSTA

ugno duro. Ma neanche troppo. La regione Trentino Alto Adige aveva più volte annunciato la riscossione forzosa degli anticipi dei vitalizi degli ex consiglieri che, ormai da tempo, hanno intrapreso le vie legali per tutelare la loro posizione. La scorsa settimana, però, il governatore Arno Kompatscher (Südtiroler Volkspartei), ha annunciato che non ci saranno pignoramenti. I vitalizi, almeno per ora, sono salvi. Lo scorso maggio, Kompatscher, già presidente della provincia autonoma di Bolzano, ha preso il posto del presidente della provincia di Trento e compagno di partito, Ugo Rossi, a capo della regione. Tra le pratiche che s’è ritrovato sulla scrivania c’era quella relativa ai vitalizi degli ex consiglieri. La regione, secondo le stime dell’Adige,

deve recuperare circa 12 milioni di euro. Per farlo, nel 2014 è stata approvata un’apposita legge. Che gli ex amministratori, di contro, hanno impugnato in tribunale, presentando decine dei ricorsi. Alla fine del 2015, la giunta Rossi e l’allora presidente del consiglio provinciale di Trento, Chiara Avanzo, avevano manifestato l’intenzione di rivolgersi a un ente specializzato, Trentino Riscossione, per intraprendere una serie di azioni di recupero forzoso che, in caso di mancato pagamento da parte degli ex consiglieri, avrebbe previsto il pignoramento delle proprietà, dall’auto alla casa. «Ci sono 30 giorni per pagare l’importo o per chiedere una rateizzazione. Trascorsi 30 giorni, possono partire gli atti esecutivi. Credo che entro ottobre partiranno le ingiunzioni», aveva spiegato il presidente di Trentino Riscossione, Stefano Riccamboni.

Da allora è passato più di un anno. Nel frattempo, Kompatscher ha preso il posto di Rossi, ma i pignoramenti non sono ancora partiti. Anzi: non partiranno affatto. «La giunta regionale, in sinergia con la presidenza del consiglio, ha messo in campo sollecitamente tutte le azioni necessarie e opportune per il recupero degli importi secondo quanto previsto dalla norma. Non c’è la necessità, ora, di procedere con altre azioni, perché non esiste un periculum in mora». Tecnicismi che Kompatscher ha adottato per spiegare che, secondo la giunta regionale, non esiste il rischio di subire un danno irreparabile a causa del ritardo nel recupero della somma prevista. Il pignoramento, quindi, non è necessario. «Sappiamo che, nel giro di poche settimane, dovrebbe esserci un primo pronunciamento sulla fondatezza o meno della questione di legittimità costituzionale della legge che pre-

vede le restituzioni», ha aggiunto Kompatscher. «È chiaro che, questo, è un passaggio fondamentale». Sino ad allora, la regione non chiederà a Trentino Riscossione di agire per recuperare i soldi tramite i pignoramenti. Una buona notizia per i 53 ex consiglieri e per le 9 vedove dei rappresentanti istituzionali che, a loro volta, erano pronti a intraprendere azioni legali contro gli eventuali atti esecutivi. L’avvocato Marino Marinelli, cui la regione ha chiesto una consulenza sulle procedure da compiere per recuperare i soldi dei vitalizi, ha ritenuto percorribile sia il provvedimento d’ingiunzione emesso dalla stessa regione, sia la possibile azione di pignoramento di Trentino Riscossione. La giunta Kompatscher, però, ha escluso la seconda possibilità. I beni di proprietà degli ex consiglieri sono salvi. Così come i vitalizi.


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