Domenico Cacopardo, ItaliaOggi 18/10/2017

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Mercoledì 18 Ottobre 2017

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Domenico Cacopardo - Le grandi firme di ItaliaOggi intervistate da Goffredo Pistelli

Una vita all’interno dello Stato

Al servizio dei big nella prima e seconda repubblica D. E come finì? minestra di fave. bel po’ dai missini. E arrivai in Taranto. Nel lavoro, peraltro, R. Finì che venni rimosso. era un prevaricatore vero, un D. Mi ricordi la Messina Sant’Andrea della Valle, sede del partito, piuttosto malcon- Quando, qualche anno dopo, prepotente. on inganni la carta di quando era ragazzino. R. Nel primissimo dopo- cio, i compagni mi portarono De Michelis assunse la guiD. Addirittura. d’identità. Pur esR. Era il metodo sendo nato a Rivoli guerra, ebbe i suoi fermenti all’ospedale. Il segretacon cui assumeva e (Torino), Domenico culturali. Era la città dei Turi rio della Federazione Lavorando ai Lavori pubblici collaborai difendeva la primaCacopardo, classe 1936, gior- Vasile, dei Vanni Ronsisval- giovanile era, allora, zia, se lo capivi, poi, nalista e scrittore in questa le. Piazza Cairoli era un sa- Enrico Berlinguer. con Giovanni Pieraccini e Giacomo ManD. Col Pci finì, ci lavoravi bene. vita e nell’altra, precedente, lotto, la fiera campionaria citcini, titolari di quel dicastero. Ma fu con però. D. Non l’ha mai alto dirigente dello una altro ministro che la collaborazione R. Finì, trascinato in diStato, pur essendo fu stretta e decisiva, Salvatore Lauricella, Ero figlio unico, coccolato da mia madre. come per alscoteca? venuto alla luce in siciliano anche lui, che mi chiamò nel tri, nel 1956, R. No, non ero Piemonte, dicevamo, Mio padre, dopo aver fatto ingegneria a suo staff. Quindi tornai all’amministraziocoi carri il tipo. Quello era Cacopardo è siciliaTorino, se n’era andato due anni in Gersovietici a il suo modo di scanissimo. È siciliano ne per fare, prima, il vicepresidente del mania a specializzarsi e apprezzò l’eduBudapest. ricarsi, di far fuori per Dna, per cultura Magistrato delle acque del Po e, poi, il cazione teutonica. Una volta mi piccai di Mi avvicinai una tensione fore per tradizione famiMagistrato alle acque a Venezia. Ed è lì non mangiare la minestra di fave, piatto a l Pa r t i t o tissima. Resta una liare, pur avendo pasche conobbi Gianni De Michelis che poi tipico siciliano, fresca o secca. Io però la socialista, bella persona e un sato fra Letojanni e mi volle alle partecipazioni statali qualche anno uomo per bene: non Messina solo gli anni detestavo. Mi fu levato il piatto di tavola dopo, quando s’è certo arricchito della prima infanzia. e riproposto per tre giorni di seguito. Fui prese la via facendo politica. Siciliano, non solo per preso per fame. Anche se mia mamma dell’autonomismo. da delle Partecipazioni statali D. Cosa provò, da social’eloquio, calmo e proqualche biscottino me l’allungava. Ma E cominciai a impe- mi volle con sé. lista, quando il turbine di fondo, per la parola cedetti: mangiai la minestra di fave gnarmi nella Cgil, Tangentopoli si abbatté riflessiva, ma anche D. Com’era? quando il lavoro per il vezzo di dire R. Geniale e con un sen- sul Psi. mi riportò a Roma. so politico così acuto che ho R. Molta amarezza, ovviaogni volta «Italia», intendendo la penisola. Tipico tadina era superiore a quella Fino a diventare vicesegreta- trovato solo in Bettino Cra- mente. Io avevo lasciato nel di Bari. L’avvento dell’aereo la rio della federazione Lavori xi e Massimo D’Alema. De 1986, da capo di gabinetto: degli isolani doc. penalizzò, quel porto smise di Pubblici c’erano troppe cose D. Dopodiché coche non capivo e Domanda. Sicilianissi- essere la porta della Sicilia. D. Lei studiò Legge a Na- minciò a seguire che non mi piacemo, lei, Cacopardo. De Michelis era geniale e con un senso qualche ministro. vano. Risposta. Figlio di una pia- poli. politico così acuto che ho trovato solo in R. Era quella di Achille R. Lavorando ai LaD. Perché lei centina, però, attenzione. Si Bettino Craxi e Massimo D’Alema. Era collaborò anche chiamava Angela Crovini e Lauro, ma più bella di quella vori pubblici conobbi uno scacchista «della quarta mossa» quelcon Craxi. sposò mio padre, Saverio, di di oggi. Io frequentavo il Cir- e collaborai con GioR. Sì, superando Letojanni, appunto. Dove lei lo colo Canottieri, mi affacciavo vanni Pieraccini e la che distingue i campioni. E aveva un la cortina di ferro seguì, dal 1936 fino al 1947. a un po’ a Economia, dove Giacomo Mancini, coraggio leonino: andò all’Alfa Sud a Podella sua segreD. Una emiliana nella Si- Epicarmo Corbino, patron che furono titolari di migliano (Na), dove l’avevano minacciato, teria, guidata da cilia profonda, si integrò? del Banco di Napoli, aveva quel dicastero. Ma fu lo stesso fece coll’Italsider a Taranto. Nel Gennaro AcquiR. Si adattò. Lei veniva da introdotto le scienze aziendali con una altro ministro lavoro, peraltro, era un prevaricatore viva. Collaborai una famiglia numerosissima, ad alto livello, ma non disde- che la collaborazione soprattutto sul addirittura 18 figli, arrivando gnavo di fare qualche giro a fu stretta e decisiva, vero, un prepotente. Era il metodo con cui famoso sul famoso fra i Cacopardo che erano po- Lettere, dove il clima cultura- Salvatore Lauricella, assumeva e difendeva la primazia. Se lo siciliano anprovvedimento sulla chi di meno. E la grancapivi, poi, ci lavoravi bene che lui, che scala mobile, contro de famiglia siciliana, Nel primissimo dopoguerra, Messina era mi chiamò cui il Pci scatenerà dopo averla guardata una città vivace. Piazza Cairoli era un nello staff. la Cgil. Consigliai con sospetto, le volle salotto, la fiera campionaria cittadina Q u i n d i t o r n a i Michelis era uno scacchista di fare un decreto ma Gino bene. all’amministrazio- «della quarta mossa», come Giugni non voleva, temendo D. Com’erano i era superiore a quella di Bari. L’avvento ne per fare, prima, si dice, quella che distingue lo strappo coi sindacati. E lo suoi? dell’aereo la penalizzò, quel porto smise il vicepresidente i campioni. E aveva un co- scrisse persino sull’Avanti. R. Beh, io ero figlio di essere la porta della Sicilia. Studi nella d e l M a g i s t r a t o raggio leonino: andò all’AlD. Chissà Craxi, che arunico. E quindi coccolaNapoli di Achille Lauro, ma più bella di delle acque del Po fa Sud a Pomigliano (Na), rabbiatura. to da mia madre. Mio quella di oggi. Mi affacciavo a Economia, e, poi, il Magistrato dove l’avevano minacciato, R. Furioso. E disse a me di padre era un duro e analle acque a Vene- lo stesso fece coll’Italsider a replicare cosa che feci. Poi ci che un po’ matto. Dopo dove Epicarmo Corbino aveva introdotto zia. fu il decreto legge, e Luciano aver fatto ingegneria a le scienze aziendali ad alto livello, ma D. È lì che coLama richiamato da BerlinTorino, se n’era andato non disdegnavo Lettere, dove il clima nobbe Gianni De guer si mise di traverso. due anni in Germania culturale era davvero vivace Michelis? D. La Grande riforma craa specializzarsi e apR. Per la verità xiana la affascinò? prezzò particolarmente R. Era un grande progetl’educazione teutonica. le era davvero vivace. Ricordo lo conobbi nel 1973, quando to di ammodernamento del D. La «mattéria» dove d’aver seguito seminari sul venne a Roma, al ministero, Paese, di cui si ricorda spesstava? giansenismo di Manzoni che a occuparsi della Legge su so solo Claudio Martelli e R. Faccia conto che, in gen- si trasformavano in dibatti- Venezia. Fraternizzammo quasi mai Luigi Covatta, naio, era capace di spalanca- ti veri e propri, fino a tarda anche perché io mi impuntai, tempo dopo, nel voler che ne fu il regista vero. Fure le finestre e mettersi nudo ora. difendere i fondi Unesco rono tentativi, come quando sul letto a fare un bagno d’aria D. E Giurisprudenza? De Michelis provò a riformare gelida. R. I grandi, come Giovan- destinati alla città e che il le pensioni, subito stoppato da D. Siculo-crucco, dicia- ni Leone, non si vedevano più ministro Gaetano StamNino Cristofori. mo. E conseguentemente ma ogni tanto si poteva segui- mati voleva usare in alD. Ministro andreottiasevero? re una lezione di Giuliano tro modo. no. R. Certo. Una volta mi pic- Vassalli, e valeva la pena. R. Esatto. Se avessimo cocai di non mangiare la mineD. Faceva politica? minciato allora, ci saremmo stra di fave, piatto tipico delle R. Nei giovani comunisti. risparmiati misure draconiane nostre parti, fresca o secca. Io Avevo cominciato a fare posuccessivamente. però la detestavo. Mi fu levato litica a Viterbo, dove vivevo. D. Stavamo dicendo di il piatto di tavola e riproposto Al liceo ero diventato amico Mani pulite, ma l’ho fatta per tre giorni di seguito. di Luigi Petroselli, futudivagare. D. La prese per fame? ro sindaco di Roma, più R. Completo il mio pensiero R. Abbastanza, anche se avanti di un paio d’anni. mia mamma qualche biscot- In università, da madicendo che da quella tempesta tino me l’allungava, per me- tricola, a Roma prima si volle risparmiare il Pci. Domenico Cacopardo renda e prima d’andare a di spostarmi a Napoli, letto. Ma cedetti: mangiai la una volta ne presi un continua a pag. 10 DI

GOFFREDO PISTELLI

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