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Mercoledì 15 Marzo 2017
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Giampaolo Pansa: i partiti sono morti. Indispensabile una classe dirigente del tutto nuova
Qui ci vuole un governo Draghi Con uomini e donne che dirigono società o università sere vivi. Fingono di com- all’orizzonte non se ne doR. Quando nel 1964 lasciai battere, ma non hanno più vrebbero vedere. Renzi va La Stampa, «Gdb», ossia le armi, gli han tagliato le diritto verso la ricandidaItalia non c’è più, dice Giacomo Debenedetti, il braccia, e quindi non potran- tura. Giampaolo Pansa, direttore che mi aveva assunR. Già, i sondaggi dicono che no salvare questo Paese. Lei, nella sua ultima fatica to quattro anni prima, si innella parte finale, fa una pre- rivincerà queste sue primaletteraria per Rizzoli, cazzò non poco, la prese come rie. I suoi avversari, Michele visione. in libreria da qualche giorno. una sconfitta personale. Ma D. Chi lo potrà salvare, Emiliano e l’altro, come si E ogni libro che scrive questo poi mi disse: «Vada pure in chiama? allora? casalese, classe 1935, è un’oc- un altro giornale, non faccia D. Andrea Orlando. R. Io credo che lo possano casione ghiotta per disturbar- come quasi tutti i colleghi di R. Orlando, giusto. Entrambi fare quelle molte eccellenze lo nel suo buen retiro toscano questa testata, che nessuno tecniche o professionali, uo- dicono che occorra separare la e «sfrucugliarlo» sul lavoro in vuole più». mini e donne, c h e carica di segretario del Pd da D. Di salto in salto, lei fa questione - mai ripetitivo, mai quella di candidato dirigono monotono quasi sempre biogra- ancora il giornalista. premier. E lui, da vero aziende, R. Sì, faccio ancora il mio fico - ma anche sul mondo, ché bullo qual è, si rifiuta. università il giornalista-scrittore-storico Bestiario, che esce ogni domeD. Lo statuto di centri di di lungo corso non si tira mai nica su La Verità. Ma torniaGiampaolo Pansa quel partito dà raricerca, mo al libro. indietro. gione a Renzi: il seloro, a loro D. Torniamoci. E come sempre, l’intervista gretario dem è anvolta, guiR. L’ho scritto perché, in tutti con la decadenza italiana. comincia col suo stentoreo modo che candidato. R. C’è poi una irre- dati da una di rispondere al cellulare, sponsabilità generale in personalità quasi fosse ancora al suo R. Ma gli statuti si Lei dice che abbiamo già avuto un chi fa politica, deputati di assoluto posto di vicedirettore di cambiano, eh! Io di grande tecnico come Monti ma non e senatori in primi, e c’è valore. Repubblica: «Pansa». Per questo signore, Renzi inha fatto granché. Non sono d’acuna corruzioni terribile, D. Già una volta non gli diamo tendo, sono stato subito un’erbaccia cattiva che che ci siadel «maestro» come capita oppositore, fu io il primo cordo. Stava a Palazzo Chigi con lo cresce ovunque, ogni mo, facsempre, perché il protagoa fare il gufo. spread a 500 quando oggi, a 120, anno, con una velocità da ciamone nista del romanzo, Paolo, D. Cosa non le piace scatta già l’allarme. E non dimenfantascienza. il nome. in cui lo scrittore si rafdi Renzi? tichiamo che ha tirato fuori buoni D. Siamo arrivati R. Non figura, nel dialogo con la R. È un uomo cattivo, La copertina ministri come Elsa Fornero che oggi alla politica, Pansa. ho probleventenne Carlotta, dialol’ha detto lui stesso. dell’ultimo libro di Nei suoi libri ce n’è mi: io dico go che è poi il racconto del D. Addirittura catdovrebbe essere fatta beata Pansa, L’Italia non stata sempre tanta. M a r i o libro, ironizza proprio sul tivo? per quello che ha saputo fare c’è più Le coniò, durante uno Draghi. fatto che i colleghi gli si R. Lo disse lui stesso storico congresso Dc Uno che rivolgano spesso così: «Ho in un’intervista a Giosempre il sospetto che questo questi anni, non ho mai avuto degli anni 80, il nomignolo ha guidato la Banca d’Italia vanni Minoli: «Sono un la sensazione, come adesso, che Balena bianca per descrive- e che ha resistito tutto questo uomo cattivo e impulsivo». Se titolo sia beffardo». tempo alla guida di quel- lui vince le primarie, si rischia Domanda. Pansa un libro l’Italia sia sul ciglio di un la Europea. baratro. E pensi che ho pessimista, non dica di no. poi di far vincere un Pd morto, Paolo, il protagonista del mio D. Ha resistito ai te- tagliato a metà. E guidato apRisposta. Vede Pistelli, mi attraversato anche quel romanzo, cerca di spiegare perché deschi, soprattutto. lasci dire che cosa c’è alla base lungo periodo del terroripunto da un super bullo. L’Italia non c’è più (che è anche il R. Certo, a loro ma non smo, quando gli stessi badi questo lavoro. D. Se non vince lui, presolo a loro. Oppure anche varrà Beppe Grillo e il M5s, lordi che uccisero il povero D. Prego. titolo del mio libro) a una giovane il capo di Fca, Sergio la giudica un’alternativa R. Non è un problema di età, Walter Tobagi, avevan interlocutrice bella, sfrontata ma Marchionne, con un’in- migliore? badi bene. Non ho mai nascosto pensato di uccidere anche ignorantissima come molti ventenni dole forse un po’ piazzaiola mia, anzi la dichiaro come si me. R. Non scherziamo. di oggi. Attraverso tante storie visla, ma che mi assicurano D. Ricordo. fa in tribunale: sono nato il 1 otD. Come non scherziasute o scritte, cerca di farle capire con carattere d’acciaio. R. Inizialmente avevo tobre del 1935 quindi, se il Pamo? D. Scusi, Pansa, ma dreterno vuole, compirà fra un pensato di intitolarlo Il R. Li abbiamo visti in aziocome siamo arrivati fin qui e quali anche la tecnocrazia ne a Roma, no? Ma lei se lo Paese perduto ma poi una po’ di mesi 82 anni, otto-due. siano i fattori del declino non fa miracoli: pensi immagina un governo presieD. Vorrà mica dire di sen- bella idea di Adele Grial governo di Mario duto da Luigi Di Maio, dico. sendi (già sindacalista tirsi anziano? R. Fino a poco tempo fa, no. e scrittrice, sua compagna da re quel partito, che già si di- Monti, molti ne son rimasti E se lo immagina quell’altro, il Non me ne ero accorto. Stavolta, quasi trent’anni, ndr), m’è venu- menava nella crisi che, dieci delusi. Bomba, come si chiama? A fare anni dopo, l’avrebbe ucciso. R. No, io credo che quell’espe- ministro. complice la scrittura di questo ta in aiuto: L’Italia non c’è più. D. Un libro sulla decaden- Eppure in questo libro lei rienza sia stata positiva, molto lungo racconto, beh, devo dirlo, D. Chi è il Bomba? Alesha spesso parole di stima positiva. Stava a Palazzo Chigi sandro Di Battista? è maturata una sensibilità spe- za del Bel Paese. R. Sì, Paolo, il protagonista per quell’esperienza ciale per il mondo in cui vivo. R. Lui, non scherziamo cerca di spiegarlo a questa politica verso la quale, D. Prima non c’era? su, i cinquestelle non son R. Senta, fino a poco tempo fa giovane interlocutrice, bella, da cronista, non fu mai capaci. Come dici Adele? Ho una simpatia speciale per Virginon me ne importava un cazzo sfrontata ma ignorantissima, troppo tenero. (al piano di sotto, Grisennia Raggi. Una ragazzina carina, R. Beh senza la Demodel futuro. E non scriva «cazzo», come molti ventenni di oggi. di ascolta l’intervista del bellina. Guardi come l’hanno ridotAttraverso tante storie vissute, crazia cristiana non avrePistelli, mi raccomando. compagno, ndr). Certo, ta pochi mesi di governo a Roma. D. Ci mancherebbe. E per- sapute o scritte, cerca di farle mo avuto la repubblica non sono capaci neppuPrenda una foto di oggi, sembra capire come siamo arrivati sin italiana e comunque quel ché questo disinteresse? re di scrivere le leggi. divorata dall’erba betònica (noto R. Ho cominciato a lavorare qui e quali siano i fattori più ceto politico, nel succederGrisendi vado bene? (da si dei decenni, ha permespresto, poco dopo la laurea in gravi del declino. basso, la compagna conastringente, ndr), un volto allucinaso all’Italia di diventare un D. Ricordiamoli. scienze politiche, ho lavorato in ferma). Io ho una simpato. No, mi creda, Pistelli, il futuro R. I partiti che non esisto- Paese quasi moderno. quasi tutti i grandi giornali, e di tia speciale per Virginia non è certo di un governo a guida quello che accadeva al mondo in no più, un clima di disordine Raggi. D. Lei, però è sempre M5s. Sono dei pasticcioni cui stavo, parlo dell’Italia, non generale, una crisi economica stato uomo di sinistra. che non si risolve, governi che me ne fregava granché. D. In che senso? R. Un ragazzo di sinistanno in equilibrio per scom- stra, certo. Che ha votato D. Eppure la raccontava. R. Una ragazzina R. Sì e lavoravo molto, mi pia- messa e poi, da ultimo e non per per il Psi, per i Radicali, anche con lo spread a 500, quando carina, bellina. Guardi come ceva e ci pagavano molto bene. ultimo, il problema gigantesco per il Pci, un paio di volte. Ora oggi, a 120 punti, scatta già l’hanno ridotta pochi mesi di Mi sono sempre considerato un dei migranti, che sarà la tomba non voto più da un pezzo. Oggi l’allarme. Che poteva fare? Cer- governo, prenda una foto di tamente ha rotto la tradizione, oggi, pare divorata dall’erba uomo fortunato e facevo di tutto di questo Paese. Sul quale an- la sinistra è morta. per guadagnarmi questa fortu- che Matteo Renzi, in parte, è D. E come si definirebbe, marmorea, d’acciaio bullonato, betonica (noto, astringente, che voleva i partiti alla guida ndr), un volto allucinato. No, mi na, anche nella vita privata, per caduto. allora, politicamente? D. So che Renzi non le va affetti e storie personali. ProfesR. Un anarco-pacifista, per- dei governi. E poi, non lo dimen- creda Pistelli, l’unica salvezza è tichi, ha tirato fuori buoni mi- un governo tecnico con le persionalmente ho cambiato molto, a genio... ché la violenza non mi piace. R. Mi pare un personaggio mi è sempre piaciuto. D. Ma questi partiti che nistri come Elsa Fornero, che sonalità che le dicevo prima. D. Una scheggia: difficile dei fumetti, uno che vive in un lei dà per morti, moriranno oggi dovrebbe esser fatta beata, Sennò... per quel che è riuscita a fare. davvero? tenerla troppi anni sotto uno mondo tutto suo... D. Di governi tecnici D. Ci torniamo. Prosegua R. Moriranno credendo d’esstesso tetto redazionale. continua a pag. 8 DI
GOFFREDO PISTELLI
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Mercoledì 15 Marzo 2017
Ex An e Pdl, a Napoli ha riunito pezzi della destra. In passato si era scontrato con i lumbard
Salvini si affida a un figlio del Msi È Gianluca Cantalamessa, candidato non eletto con Lettieri DI
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GIOVANNI BUCCHI
a furia scatenata dai centri sociali, le polemiche innescate dal sindaco Luigi de Magistris e il cortocircuito istituzionale andato in scena a Napoli nel weekend scorso in occasione della convention di Matteo Salvini, hanno offuscato un dato politico: la riunione dei cosiddetti «orfani della destra napoletana» (copyright il Mattino) all’ombra del Vesuvio. Bastava dare un’occhiata agli intervenuti alla Mostra d’Oltremare per ascoltare il leader di una Lega che di Nord ha sempre meno, per rendersi conto che al seguito del Matteo da Milano ci fossero storici militanti e dirigenti missini, ex amministratori in quota An, esponenti di Fratelli d’Italia tuttora nel pieno delle loro funzioni nel partito di Giorgia Meloni. A riunire questo popolo in cerca di un nuovo capo politico è stato Gianluca Cantalamessa, coordinatore di Noi con Salvini sia a Napoli che in tutta la Campania. Quarantanove anni, assicuratore, è un figlio d’arte dato che il padre Antonio Nicola Cantalamessa (detto Tonino) è stato consigliere regionale ed eurodeputato dell’Msi; nel passato di Cantalamessa junior c’è la militanza in An e un breve passaggio nel coordinamento cittadino del Pdl, prima di dare vita all’associazione Cambiamò fedele al motto «Se credi che Napoli non possa migliorare sei parte del problema». Il successo in termini di presenze della
manifestazione partenopea del leader leghista, una delle prime a lanciare lo slogan Salvini Premier, è dovuto in buona parte all’opera di Cantalamessa, che nei giorni caldi delle tensioni istituzionali ha tenuto i rapporti con gli Enti locali e la Prefettura per conto del Carroccio. L’ultima esperienza politica del referente salviniano in Campania non è stata però delle più brillanti. Cantalamessa si è candidato alle amministrative 2016 nella lista Prima Napoli, diretta emanazione del candidato sindaco di centrodestra Gianni Lettieri; peccato che non solo l’imprenditore sia stato sonoramente battuto per la seconda volta da de Magistris (e ora flirta con il governatore pd Vincenzo De Luca), ma lo stesso candidato salviniano non è andato oltre le 1388 preferenze, non riuscendo a farsi eleggere a Palazzo San Giacomo. Non solo: in quella stessa lista sostenuta da Noi con Salvini è stato eletto Ciro Langella, punto di riferimento dei tassisti napoletani e fresco di passaggio all’altra sponda, dato che è entrato nel gruppo Dema dopo aver stretto un accordo politico con il primo cittadino. Cantalamessa è stato tra i primi ad abbracciare la causa salviniana in quel di Napoli. E pure tra i più fedeli all’interno di una neonata formazione politica dove tra riciclati e professionisti della politica, spesso il senatore Raffaele Volpi del Carroccio
SEGUE DA PAG. 7 D. Sennò? signore come me, che sta quaggiù, in un angolo R. Sennò l’unica alternativa è un esecuti- bellissimo di Toscana. Ma se lei va a scavare vo presieduto da un generale dell’Arma dei un po’ dietro le quinte, trova un palcoscenico carabinieri o della Guardia di finanza. Con i di delinquenza folle, di immoralità. D. Come definire questo libro? paracadutisti a proteggere i ministeri, minacR. Un memoriale per il dopo-Pansa. ciati dagli uomini bomba del Califfato nero. D. Prima del «dopo Pansa» ci saranno Vogliamo correre questo rischio? Spero di no. D. Per tornare al libro, mi pare che po’ almeno una trentina di altri libri. Però il leitmotiv sia il «si stava meglio quando le devo chiedere un’altra cosa su L’Italia si stava peggio». Ma proprio i racconti che non c’è più. che lei fa, a cavallo della guerra e nel R. Faccia pure. primo Dopoguerra, D. In questo libro, parlano di un’Italia mi pare che si conLei mi fa dire che si stava meglio difficile e dura. solidi una tendenza quando si stava peggio. Beh, le R. È così, mio padre iniziata già in qualricordo solo che mio padre non è non è mai andato in che altro volume vacanza, non ha mai degli ultimi. mai andato in vacanza, non ha mai posseduto un’automoR. Ossia? posseduto un’automobile, eppure, bile, eppure in casa non D. Il sesso. Nei a casa mia, non mancavano buoni mancavano buoni libri, racconti coi quali rilibri e i miei erano animati dalla e i miei erano animati costruisce un’ottansperanza in un futuro migliore. Non dalla speranza in un tina d’anni di storia futuro migliore. patria, mi pare che mi pare che questo sia l’atteggiaD. Già, ma prosi soffermi, più che mento oggi prevalente in Italia prio in quei capitonel passato, su deli iniziali, si parla, scrizioni da alcova. non senza crudezza, di donne normali Perché? costrette a prostituirsi. Siamo proprio R. Perché, alla mia età, il sesso è ormai solo sicuri che fosse meglio? quello che si può affidare alla scrittura. Anzi, R. Pistelli, io leggo ogni giorno 10 quotidiani scriva così. e fra i primi tre c’è quello per cui lavora lei, D. Dica. diretto dal grande Pierluigi Magnaschi. E R. Il sesso, alla mia età, è «quasi» solo quello anche negli altri, poi, per ore, è un ripetersi che si può affidare alla scrittura (ride). di brutture. Certo sta meglio di altri, se uno, twitter @pistelligoffr come lei, vive sul Lago di Como, o un vecchio © Riproduzione riservata ha avuto non pochi problemi a gestire la situazione. Nel dicembre 2015 Cantalamessa non si è tirato indietro quando c’è stato da scontrarsi con il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi, vicino al governatore Roberto Maroni e sostenitore di una linea più nordista; Grimoldi aveva rispolverato un classico della
Lega bossiana, la polemica contro la Campania che vorrebbe fare smaltire al Nord le proprie ecoballe. «La difesa ottusa dei campanili, priva cioè di considerazione degli interessi nazionali, finisce per spingerci all’indietro anziché incoraggiare passi in avanti in tutti i territori» aveva replicato Cantalamessa
dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno, ricordando come «molta di quella spazzatura impacchettata contiene i rifiuti delle aziende settentrionali. E non capisco perché gli stessi amici della Lega non siano insorti quando la lombardissima A2A ha vinto l’appalto per l’inceneritore di Acerra». © Riproduzione riservata
IL PARTITO DI PORTAS HA ORGANIZZATO UNA CONVENTION IN CONCOMITANZA CON QUELLA DEI RENZIANI
Un altro Lingotto a Torino: tocca ai Moderati Che avevano candidato, senza successo, Carlotta Salerno a segretaria del Pd DI
U
FILIPPO MERLI
n altro Lingotto. Organizzato, sempre a Torino, in concomitanza con la convention renziana. Ad affrontare il tema del congresso del Pd sono stati i Moderati di Giacomo Portas, leader del partito e deputato indipendente eletto coi dem. Alla fine dello scorso febbraio, i Moderati avevano annunciato la candidatura alla segreteria del Partito democratico della responsabile torinese, Carlotta Salerno, che avrebbe dovuto sfidare l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il governatore della Puglia, Michele Emiliano, e il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. La candidatura dell’unica donna, però, è tramontata. I Moderati, comunque, sono pronti
a dire la loro sul congresso, anche se non hanno ancora preso una decisione circa la figura da sostenere. Nel frattempo, lo scorso fine settimana, mentre i renziani sfilavano a turno sul palco del Lingotto, all’hotel Fortino di Torino si sono tenuti gli stati generali del partito di Portas, cui ha partecipato anche il presidente del Pd, Matteo Orfini. «È stato il nostro Lingottino», ha spiegato Portas. «Parteciperemo alle primarie, ma non abbiamo ancora deciso chi sosterremo», ha proseguito il parlamentare sullo Spiffero. «Sono in corsa tre candidati totalmente differenti e la nostra valutazione non sarà solo sul segretario del partito, ma anche sulla figura del premier: è questa la cosa che ci interessa di più». All’incontro, nonostante i Moderati siano radicati soprattutto in Piemonte, hanno partecipato anche esponenti del partito provenien-
ti dalla Liguria e dalla Sardegna. Il nome più noto, però, è stato quello di Matteo Orfini. «L’abbiamo invitato come figura super partes», ha precisato Portas. «Definirei il nostro convegno un Lingottino, perché qui ci sono la stessa passione, le stesse motivazioni di far politica e di servire l’Italia presenti al Lingotto». «Nel Pd c’è un congresso importante», ha sottolineato il leader dei Moderati, «con un partito che si deve reinventare, e spero che nasca un nuovo Partito democratico, che deve assolutamente tentare di fare una legge elettorale, perché, con questa, rientriamo nella palude». Per quanto riguarda il suo partito, Portas ha detto che «siamo nel centrosinistra sia quando si vince, sia quando si perde. Con Angelino Alfano abbiamo buoni rapporti e non ci piace Matteo Salvini, ma siamo nel centrosinistra da 12 anni, ancora prima del Pd, e ab-
biamo avuto il coraggio di tutelare il nostro simbolo». «Oggi ci sono venti moderati sul nostro simbolo, noi abbiamo l’ambizione di rappresentare il ceto medio, chi crede che sviluppo e benessere non siano un reato, chi pensa che, in questi anni, il ceto medio sia stato dimenticato dalla politica». Portas ha le idee chiare anche a proposito dell’operato di Renzi al governo. «Ha fatto tante cose giuste», ha sottolineato, «ma, spesso, spiegate male. Ha fatto talmente tante cose che non s’è potuta mettere la lente d’ingrandimento su quelle positive e importanti». Dopo l’avvento di Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi, sarà la volta del nuovo segretario del Pd. Coi Moderati che, dopo il Lingottino, sono pronti a fare la loro parte: «Ci butteremo nella mischia». © Riproduzione riservata