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Sabato 10 Settembre 2016
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Per Edoardo Albinati da questa istruzione segregata sono usciti gli assassini del Circeo
I guasti della scuola di maschi Predispone infatti a una inimicizia di fondo con le donne terremoto. Come le faglie. fine, non si può più parlare di D. Partono improvvise quel fatto, tutto è stato già detfino a spaccare la terra. i scusi se ho tardato to. E poi la letteratura, meglio R. Si muovono e, in un certo a rispondere: sono la parola, non può raggiungere punto, crolla tutta. In un certo arrivati improv- la significatività di quella foto momento. Questa figura del visamente i miei di Donatella Colasanti (la terremoto, del momentum in cui figli»: Edoardo Albinati è al vittima sopravvissuta, l’altra l’energia dormiente si scatena, telefono, da Roma, per dare Rosaria Lopez, morì dopo rende bene quello che accadde. l’ennesima intervista a partire giorni di sevizie in una villa del Poi ci sono scosse di assestada La scuola cattolica (Rizzoli), Circeo, ndr) mento, che durano anni, però il libro monumentale, 1294 paD. Quel terribile scatto in poi l’evento catastrofico diventa gine, che gli ha fatto vincere lo bianco e nero, in cui il suo sensibile. Per questo ho puntato Strega in luglio. Un romanzo sui volto insanguinato e quasi tutto su quell’anno. È come se si cui si scrive ancora, perché è il assente, che riemergeva dalscontrassero, due Italie. sensazionale affresco di un pez- la bauliera di una 127. D. Quali? zo di Roma, borghese, cattolico, R. Esatto. Ci puoi mettere R. Una era ancora quella in una scuola, sopra parole addirittura dell’ante-guerra, maschile e sopra parole, Coloro che sono abituati neanche degli anni 50, e l’alconfessionale, centinaia di Edoardo Albinati a vivere, crescere tra, quella di oggi che, in quel quella frepagine e non ed essere educati in una quentata dallo arrivi a nien- una comunità esclusivamente femminile che, nel bene e nel punto, si incontrano e scontramale, avanzava per conto suo. rono, dando vita però non solo stesso Albinate, al confron- maschile. comunità esclusivamente D. Che tipo di mentalità? È come si fossero incontrate mostruosità, perversioni, ma ti. Senonché, to di quell’immaschile, pensano, quasi anche creatività e movimento. R. Una mentalità che era quell’anno. dallo stesso magine. inevitabilmente, D. E che la prima si fosse L’energia, nello sprigionarsi istituto, il San D. E allora molto comune e che peraltro che il nemico, il princiLeone Magno, perché ri- non era solo lì, ma che lì era orribilmente vendicata del- può creare forme meravigliose pale avversario da come mostruose. indubbiamente concentrata. E la seconda. arrivarono i scriverne? battere, da disprezzare, D. Facciamo qualche R. Tra l’altro, quegli anni futre massacraR. Perché chi ci cresceva dentro, poteva esempio? pensare a una totale alterità tori del Cirpuoi farlo su rono segnati da un fenomeno da distruggere R. Non so, la musica o il del femminile, con una idea di ceo, Gianni tutto il resto, per certi versi analogo. siano le donne mondo giovanile, che non era Guido, Ansulle famiglie, inimicizia di fondo, di nemiD. Vale a dire? fatto solo da gelo Izzo e sull’ambiente, co, di principale avversario da R. Quello assassini e Andrea Ghira, i protagonisti sugli amici, sulla piscina, su combattere, da disprezzare, da dei rapimenLa tragedia del Circeo stupratori. di uno stupro mortale che, nel tutto quello che sta intorno a distruggere. È qualcosa da topi ti di persona. dimostra che c’è un moQuello è stato 1975, rese attonita l’Italia. quell’immagine, ma quell’im- di laboratorio, non c’è neppure Vedevo l’altra mento in cui si incontraun momento Domanda. Albinati, molte magine è intoccabile. E la carat- il bisogno di grandi sottigliezze sera un doeffervescente. delle recensioni del suo libro teristica di quella storia fu il suo psicologiche o psicanalitiche. cumentario no, in maniera esplosiva, In una pagiD. Una misoginia allevata, sulla grande si occupano molto di quella potere di contaminazione. la forma tradizionale na del libro ci insomma. vicenda, di quel sangue, di D. In che senso? criminalità a della concezione sono i film del quell’orrore. E di quel quarR. Quella storia mostrò come R. Che sia l’educazione dei Roma. In podel rapporto uomo1975 che vidi: tiere che ha fatto in qualche fosse contaminata una parte preti, una camerata di una chi anni, fra il donna e l’emancipazione fa impressiomodo da incubatore. della società che si considerava caserma o qualsiasi altra co- 1972 e il 1977 femminile che, nel bene ne per quanti Risposta. Sì incubatore cre- a priori sana. munità, che siano i guerrie- ci furono decifurono. do sia la parola giusta. O forse D. Un ambiente sociale. ri spartani, il risultato è lo ne di sequestri o nel male, avanzava D. Beh, quel quartiere era un recinto, R. Ma non perché sia stato stesso: il deprezzamento del di persona. per conto suo Francesco per tenere a bada la violenza. l’ambiente ad averla prodotta femminile, lo sgomento e l’agD. RicorDe Gregori e E un recinto, solitamente, limita quella trageida, o quella scuo- gressività di fronte a questa do il povero il tasso di aggressività, perché la. Semmai lì qualcosa aveva sua totale alterità. Trombini, il re del caffè, Antonello Venditti, in quegli forse, il mio, è più un discorso impedito che si manifestasse, D. Il femminicidio dei no- preso in ostaggio, ucciso, e anni, iniziavano a cantare sull’aggressività laddove viene il luogo che più stri tempi, è tenuto in frigo a pozzo, dal al Folkstudio di Roma. R. Sì, ci furono tante, tante controllata. Finché non esplode. a lungo ha reun fenomeno quale la salma veniva più Questo atteggiamento E non è un caso... sistito a che si che discende volte estratta e fotografata cose. Chi, come me, allora aveva può derivare dall’educaD. Non è un caso? manifestasse in qualche col giornale in mano, per di- 18 anni, subiva molte botte ma zione clericale anche molti baci, molti suoni e m o d o d a mostrare che fosse vivo... R. Non è un caso che, quando un fantasma o militare o di qualsiasi R. Il rapimento è un altro molti stimoli. Stimoli che potequei sentila violenza esplode in popola- violento che vano essere dolorosi, catastroficrimine, non voglio confondermenti? zioni e ambienti più civilizzati era soltanto altra comunità chiusa. R. Mi chie- lo con lo stupro. Però è basato, ci ma anche meravigliosi. di altri, diventi anche più ef- dormiente. Il risultato è lo stesso: il D. Com’era d o n o t u t t i anche quello, sulla sottrazione ferata. Non è un caso, che il D. C’era anche l’ideologia deprezzamento del femgiorni di scri- di un corpo al proprio controllo, e nel libro lei ne parla. Le fipaese più avanzato d’Europa, questa scuominile, lo sgomento vere qualco- per ottenere denaro o per sevi- gure di Izzo, Guido e Ghira culturalmente, filosoficamente, la, tutta mae l’aggressività di fronte sa su questo ziarlo sessualmente. Lo sche- si iscrivevano di diritto nella musicalmente e anche tecno- schile, forse ma è lo stesso: impadronirsi di più tipica fascisteria capitotema. logicamente, abbia creato le legata a certi a questa sua totale stereotipi? D. E lei che un’altra persona, che è diverso, lina. Tuttavia sembrerebbe camere a gas. alterità, l’opposto totalmente diverso, dall’impa- appunto, nel suo romanzo, ne pensa? D. La Germania degli or- Che ruolo ha dell’identità R . Ve d o dronisti dei suoi soldi, della sua che quell’appartenenza rori nazisti. E anche il quar- avuto in queluna continui- pelliccia, dei suoi diritti civili. Si c’entri meno di altro. tiere Trieste era un luogo la vicenda? civile e progredito in quella R. Un grande ruolo. Infatti, tà, una pervasività, di cui oggi tratta di avere l’altro in totale R. Dedico parecchie pagine al Roma... prima ancora dell’elemento ci si rende conto di più, ma non balìa. Furono anni, in cui si rag- neofascimo, come movimento, R. Guardi, se nella persone, borghese, di quello della scuo- perché sia un fenomeno solo at- giunse una facilità estrema di ma soprattutto come mentalinegli ambienti, dove si pensa la privata ossia dell’elemen- tuale. Anzi, semmai, oggi c’è più questo meccanismo sostanziale tà. Nel caso di questi assassini, che questa aggressività sia to economico, prima ancora sensibilità di una volta. Ecco, mi di pensiero: voglio una donna, la militanza politica, in senso rimossa, riaffiora in un modo dell’elemento religioso, cioè il sembra un segno della continui- voglio i soldi e prendo un corpo stretto, è veramente secondaperverso, che dà l’impressione fatto che fosse cattolica, la di- tà dei tempi. È una lunga guerra per avere una cosa o l’altra. ria. Izzo ha cercato in seguito di D. Che differenze c’è tra accreditarsi, come importante che nessun mondo ne sia esente. scriminante, secondo me, è che di posizione, la guerra dei sessi. E in ogni momento siamo in un adesso e allora? Peraltro quel delitto, che non è fosse maschile. pedina del mondo neofascista, R. Allora ci fu la massima ma non lo era affatto. I veri nemmeno l’argomento del libro, D. La scuola maschile, an- punto di questo lungo conflitto. E interpreto brutalmente il compresenza e compressione, protagonisti dell’estremismo ma sta nell’origine del suo spun- ziché la scuola cattolica. to, come una specie di centro di R. Se dovessi fare una gra- Circeo come una vera e propria in un unico anno, unico mese, nero lo hanno sempre rifiutato, in un giorno, di tutto ciò che era e non solo perché era uno stugravità, quel delitto, dicevo, non duatoria delle caratteristiche rappresaglia. il mondo arcaico tradizionale, i pratore, ma perché non aveva D. Perché rappresaglia? può essere raccontato da uno che possono aver creato una R. Perché, in quel momen- suoi valori familiari, e il rap- nulla a che vedere con loro, a scrittore. mentalità di quel tipo, degli D. Perché? assassini cioè, al primo posto to, si incontrarono, in maniera porto uomo-donna, che stavano livello cronachistico, politico, R. Perché è stato raccontato metterei senza dubbio il fatto esplosiva, la forma tradizionale mutando e le sue stesse nuove giudiziario. con vari strumenti: giornalistici dell’omosocialità, del vivere, del della concezione del rapporto mutazioni. Quando ci sono quecontinua a pagina 12 e documentaristici, per cui, alla crescere, dell’essere educati in uomo-donna e l’emancipazione sti scontri di epoche, si crea il DI
GOFFREDO PISTELLI
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Scontro tra il sindaco Brugnaro e il ministro Orlando sul degrado e la sicurezza in città
Il caso Venezia investe Renzi Il centrodestra ha chiesto poteri speciali al governo DI
GAETANO COSTA
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ottiglie abbandonate dopo una sbronza. Tuffi nel Canal Grande per un video su YouTube. Nuotate tra le gondole. Sono le scene dell’invasione di turisti poco educati che s’è registrata in estate a Venezia. Per non parlare dei furti che, ormai, sono all’ordine del giorno. Una situazione che il sindaco in quota centrodestra, Luigi Brugnaro, e il governatore del Veneto, Luca Zaia (Lega Nord), hanno più volte denunciato. I due amministratori non si sono limitati a parlare, ma hanno lanciato diverse proposte per salvaguardare Venezia dai delinquenti e dai turisti irrispettosi. Zaia, per esempio, ha parlato di Daspo per chi si comporta male e di preno-
tazioni online giornaliere per regolare il flusso dei visitatori. Brugnaro, invece, d’accordo col governatore, ha chiesto poteri speciali al governo Renzi. Su questo tema, il sindaco, lo scorso giovedì, s’è scontrato col ministro della Giustizia, Andrea Orlando, sul palco del «Festival della politica» di Mestre. Come ha riportato il Corriere del Veneto, Palazzo Chigi, secondo Brugnaro, dovrebbe dargli la possibilità di mettere dietro le sbarre, almeno per una notte, i turisti che sgarrano. Per Orlando, però, non si può fare. «Arrestare la gente senza un pronunciamento dell’autorità giudiziaria non è consentito dalla Costituzione», ha sottolineato il ministro. «A meno che non la si cambi, e non l’auspicherei. Solo prima del 1945 esisteva questa possibilità e, francamente, non
Luigi Brugnaro vorrei tornare lì» «Ministro, abbiamo arrestato tredici volte una zingara. Le pare possibile?», ha sbottato Brugnaro. «I borseggiatori li conosciamo, li pediniamo, li becchiamo in flagrante, li portiamo all’autorità giudiziaria e poi li liberano.
Che cosa possiamo fare? Venezia si candida a sperimentare questa nuova forma di poteri per il sindaco sotto l’egida del prefetto. Che mi stia pure sul fiato e mi controlli, ma qualcosa bisogna fare». Orlando, però, ha mantenuto la sua posizione. Per salvaguardare Venezia, l’esponente del Pd ha suggerito di rafforzare la collaborazione tra l’amministrazione, le forze dell’ordine e la procura. «Ma se ti spiego che li liberano?», ha insistito Brugnaro. E Orlando ha perso la pazienza. «Va bene, lei sa tutto, ha detto che io sono un incapace e un incompetente e, quindi, non ho nulla da aggiungere. Dare a un eletto del popolo il potere di privare della libertà un cittadino, però, apre una strada pericolosa». A dare manforte a Brugnaro è intervenuto un ve-
neziano che, dalla platea, ha inveito contro il ministro. «Allora quella gentaglia di via Piave te la becchi tu!». E Orlando: «Ecco, mettiamo che quel signore con gli occhiali stia antipatico al sindaco perché contesta e si passa una notte in cella. Esponiamo la gente a ritorsioni in questo modo. Se la durezza che invochiamo contro gli altri riguardasse noi, saremmo altrettanto duri?», ha domandato il ministro a Brugnaro. Il dibattito, poi, s’è spostato sull’immigrazione. Proposta di Brugnaro: navi della Marina che intercettano i barconi per distinguere gli aventi diritto all’asilo dai migranti da rimpatriare. Replica di Orlando: «Se neanche la Lega al governo l’ha fatto, un motivo ci sarà». © Riproduzione riservata
SEGUE DA PAGINA 11 D. Ha cercato di mettercisi expost. R. C’entrava poco o nulla. C’entrava, invece, una mentalità. Quella hai voglia se ci aveva a che fare con quel neofascismo. Anzi trovo che, alla fine, quella specie di congerie politica, molto confusionaria, molto pasticciata e contraddittoria, fatta di tanti pezzi disparati, dalla tendenze aristocratiche di Julius Evola al fascismo sociale d’Er Pecora (Teodoro Bontempo, esponente missino e poi di An, ndr)... D. ...fosse accomunata da una stessa mentalità? R. Sì, e una caratteristica era il disprezzo per le donne, un elemento comune, c’è poco da fare. Come per gli omossessuali. Gli uni e gli altri grandi avversari che il maschio sano deve combattere, affrontare, sconfiggere. Si ricorda quella battuta di Francesco Storace? D. Quando gli chiesero di dire qualcosa di destra, parafrasando Nanni Moretti? R. Esatto. Lui rispose: «A froci!». Sembrava solo una battuta divertente e corriva, ma è esemplare di quella mentalità. D. Anche molto romanesca, via... R. Sembrerebbe, ma in realtà, che cos’è essere di destra: dare a un altro del frocio. Se lei ha notato, ancora adesso i residui di questa mentalità vengono sventolati in tv, questo machismo, questa omofobia. Ora, se da un punto di vista politico il neofascismo è una moneta fuori corso, da quello dei comportamenti etici ancora si può pensare così. Si può non credere più allo Stato corporativo, ma magari a qualcuno viene in mente di andare a menare i transessuali. D. Senta Albinati, ma lei in questa Roma di oggi, settembre 2016, vede tracce di fascismo? R. Nel dirlo rischio sempre il fraintendimento e la lapidazione, ma sono convinto che il fascismo sia la più grande invenzione che la politica italiana abbia dato alla dottrina politica planetaria. Un’invenzione che ha avuto forme intermedie che hanno funzio-
nato in tutto il mondo, dall’Argentina all’Iraq. D. E dunque? R. Dunque penso che col fascismo gli Italiani, avranno sempre a che fare. Naturalmente con forme diverse. Più che in Casa Pound, vedo fascismo a manciate nella Lega, in alcuni cose del M5s, e anche altrove. D. Quali cose dei grillini? In certe prese di posizione sui migranti? R. Leggo i commenti dei lettori di giornale che promettono all’avversario di spazzarlo via, di farlo cessare d’esistere, di tagliarlo via con un bisturi. Queste metafore della sanità contro il marciume, sono una tipica fraseologia fascista: qualcosa di malato deve essere estirpato, siano essi gli extracomunitari o gli avversari. E il Paese torna sano. La salute è la vera, grande ossessione fascista, quella dell’integrità, del corpo sano, che si è liberato dei suoi parassiti, dei suoi germi, usando le maniere forti. E questo sentimento continuamento si riaffaccia. Ma c’è dell’altro. D. Vale a dire? R. Hanno qualcosa di fascistoide anche le grandi soluzioni semplificatorie in politica, del tipo facciamo decidere tutto a uno. O la personalizzazione spinta: non si parla più di idee, di movimenti, ma di persone fisiche: Silvio Berlusconi, Beppe Grillo, Matteo Salvini, Matteo Renzi. Una forma di adorazione del capo, che ricorda molto il Ventennio D. La borghesia del libro, invece? C’è ancora? R. Vive la minaccia dell’impoverimento. Un meccanismo psicologico sottile: nessuno può provare un dolore maggiore della retrocessione in uno scacchiere sociale. Se è vero quello che è stato acquisito già non provoca più godimento, la perdita, invece, è dolorosissima. È quello che è successo ai figli dei benestanti di ieri, la mia generazione per esempio, che è più povera di quella dei padri. Alla paura dei rapimenti, abbiamo sostituito il terrore di arrivare sulla soglia, oltre la quale si perde la definizione di borghese.
D. La scuola cattolica, di cui lei se un romanzo? Qual è il problema? è il prodotto, viene raccontato con Il problema è se è bello o brutto, noioocchio asciutto. Sostanzialmente so o interessante. O è un romanzo, e lasciatemi in pace, oppure non lo è, e la rinnega. R. No, no. Non rinnego niente. E giudicate se è interessante o no. Concome si potrebbe fare, del resto, è come siglierei ai lettori di lasciarsi guidare dal piacere o dispiacere. rinnegare d’essere italiano. D. Qualcuno c’ha letto, nella D. Ma la reputa dissonante dalla realtà, come suggerisce qual- parte finale, i segnali di una posizione religiosa, i prodromi di una cuno? R. Quella di oggi non la conosco. Ma conversione dell’autore. Infatti, pochi anni dopo rispetto a quanto l’ho in ogni, caso lei non risulta mai frequentata, la caratteristica d’essere anticlericale. Chi è insomma, Alsolo maschile è venuta meno. Ma al- binati? R. Chi sia Albinati non è la materia lora si andava a studiare dai preti e dalle monache perché si pensava che del libro, è materia dei miei figli, dei facessero cose che in quella pubblica miei amici, e chi se ne frega di chi è. C’è non si facevano. I miei non erano mi- un personaggio che fa un percorso, si nimamente credenti, sono morti da lai- chiama Edoardo Albinati, e che conosce l’abisso e anche ci, mi hanno mandato il sublime della vilì perché lo ritenevano La tragedia avvenne cinanza al religioso un istituto di prestigio. quando il rapporto come tale. Penso Oggi quelle scuole sono uomo-donna stava che sia accaduto di più «solo cattoliche»: sempre un po’ a tutla discriminante remutando. È stato come ti, a parte qualcuno ligiosa è ritenuta più un terremoto. Poi ci sono particolarmente importante, quando il le scosse di assestamenateo o particolarresto è come fuori. Un to, che durano anni. mente bigotto, tutti lettore m’ha scritto che Ecco perché ho puntato gli altri oscillano in in fondo, a quell’eposu quell’anno. È come un’incertezza che, ca, era l’Italia stessa a secondo me, è un essere una scuola catse esistessero e si scontipo di rapporto con tolica. trassero due Italie il religioso. Ho letto D. Una domanda da qualche parte.. sul libro: più che D. ...ha letto da qualche parte? un romanzo, parrebbe un saggio R. Di un culto degli indiani di Ameriraccontato. Alcune recensioni si sono viceversa impuntate sulla ca, dove il nome stesso di Dio era «colui lunghezza, giudicata eccessiva per la cui esistenza è dubbia». L’Albinati un romanzo. Che cos’è veramente personaggio del libro, lo scrittore, forse anche lei, forse molto persone, quel questo libro. dubbio lo nutrono. Questo non vuole R. Avrei due risposte possibili. dire che ci siamo convertiti o che siamo D. Prego. R. La prima. Il romanzo ha un na- diventati miscredenti. Rimane un’intura ibrida poi, da Alexandre Du- terrogazione. Anche il libro è così. Se mas fino a Ken Follet, è diventato qualcuno ci legge una conversione, non pura narrazione. Ma il romanzo nasce so che romanzo abbia letto. come genere che dovrebbe sussumere D. Forse è saltato al finale... e riassumere tutti gli altri generi. In R. Forse (ride). Ma la più bella deun romanzo dovremmo poter trovare finizione romanzesca che io trovo in pezzi di teatro, di filosofia, mescolati rapporto alla fede, sta nei Demoni di a una narrazione, ossia narrati invece Fedor Dostojevski, in cui Satov, alla che descritti e basta. domanda se credesse in Dio, risponde: D. L’altra risposta? «Io crederò». R. È più provocatoria: e se non fostwitter @pistelligoffr