Intervista a Luca Ricolfi, ItaliaOggi 9 gennaio 2018

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L’Italia. Lo dice Luca Ricolfi. Le principali sono Usa: Fitch, Moody’s e Standard & Poor’s

Le agenzie di rating sono contro I loro giudizi posso produrre degli effetti catastrofici due effetti catastrofici: il primo è di mettere in crisi il sistema nalisi dei dati» bancario, il secondo è di rendeè la materia che re molto più difficile il collocaLuca Ricolfi, so- mento dei titoli di Stato con cui ciologo, insegna dovremo sostituire quelli che all’Università di Torino, di cui andranno a scadenza nel 2018. D. E il vostro Indice cosa è professore ordinario. Anche la sua nutrita attività pubbli- dice di più? R. L’indice Vs di«vulnerabilità cistica, libri e frequenti interventi sulla stampa, risente di strutturale» fornisce una misuquesto approccio scientifico. ra di vulnerabilità indipendenCon la sua Fondazione Hume te dal giudizio delle Agenzie, e (www.fondazionehume.it), tuttavia non arbitraria, perché questo torinese, classe 1950, costruita analizzando come ha ha creato un nuovo indicatore funzionato la «mente dei mercati» negli ultidella «tenuta» mi 10 anni. economica di L’eventuale svalutazione D. In conun paese, sin dei titoli di stato italiani creto che qui affidata metterebbe in crisi il significa? solo agli spreR. Ad ad o agli indici sistema bancario che ne esempio, delle agenzie detiene grandi quantità. che un paedi rating, e sui E renderebbe più diffise europeo quali la polecile il collocamento dei può sapere mica non mantitoli di stato con i quali se le Agenca. Entrando dovremo sostituire quelli zie di rating, in una campatutte e tre gna elettorale che andranno in scadenamericane già all’insegna za quest’anno forniscono delle promesse un valutaa carico della finanza pubblica, una chiac- zione ragionevole dei suoi conti chierata con Ricolfi è molto pubblici oppure no. Nel caso dell’Italia, ad esempio, l’Indice utile. Domanda. Professore, Vs mostra chiaramente che, per partiamo proprio dal neo- il 2017, il giudizio di Fitch, Moonato «Indice vulnerabilità dy’s e Standard & Poors è stato strutturale», o Indice Vs. Ri- molto più negativo di quel che cordo una nostra intervista, l’Italia meritasse. D. Musica per gli orecchi di qualche anno fa, in cui lei dichiarava di voler giunge- del governo. R. Fino a un certo punto. re a una misurazione più adeguata di quella offerta L’equazione che genera l’Indice Vs mostra anche che il rapporto dagli spread. C’è riuscito? Risposta. È dal 2011 che mi fra debito pubblico estero e pil, occupo di individuare i meccani- ancora molto alto in Italia, è una seria fonsmi che goverte di vulneranano lo spread. Ventiquattro ore dopo All’inizio, il bilità. Ma c’è il voto, i mercati prenmio interesse anche un’alderanno di nuovo di era prevalentra sorpresa, temente conouna cosa che mira l’Italia. Le regole scitivo: capire noi proprio bancarie Ue potrebbero i meccanismi non ci aspetevolvere a nostro danno, che governano tavamo, e che e la Ue può chiedere al gli spread, per è piaciuta più nuovo governo italiano poter concepire a Forza Italia la manovra correttiva una strategia che al Pd. di difesa dei D. Ossia? differita a causa delle nostri conti R. La rielezioni pubblici. costruzioD. E poi? ne mensile R. Poi però, con l’evoluzione dell’indice VS, dal 1° gennaio delle norme bancarie, tutt’ora 1999 a oggi, ha messo in evidenin corso, ci siamo resi conto che za che nel 2011, ai tempi della la posta era molto più alta. Se grande paura per lo spread, in un prossimo futuro, magari paura che a fine anno avrebbe non molto dopo l’insediamento condotto al cambio Silvio Berdi un governo in Germania, si lusconi-Mario Monti, la vuldovesse stabilire che i titoli di nerabilità dei nostri conti pubStato detenuti dalle banche blici era in diminuzione, non in pesano di meno del loro valore aumento. Una circostanza che nominale quando il rating del- ha attirato anche l’attenzione le Agenzie è severo, paesi come della Commissione Banche, che l’Italia potrebbero trovarsi in su questo ha acquisito i nostri serio pericolo. risultati con un’audizione. D. Spieghiamolo bene. D. La storia dell’attenzioR. I nostri titoli di Stato, ne della Troika sull’Italia, in infatti, sono in grande misura quell’estate di sette anni fa, detenuti dalle banche e hanno deve essere ancora scritta un rating molto basso; una loro completamente. Ma veniasvalutazione, in base ai giudi- mo alle prossime elezioni, zi emessi da Fitch, Moody’s e professore. Di economia Standard & Poor’s, produrrebbe si sta parlando molto ma, DI

GOFFREDO PISTELLI

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fiducia in una seria spending re l’esistenza di sprechi negli review. Se però proprio devo ri- acquisti, che indubbiamente spondere alla sua domanda… permangono, bisognerebbe coD. Lo faccia, diamo qual- minciare a prendere nota che che idea al prossimo com- un importante elemento di missario per la spending inefficienza della p.a. stanno review, ché gli ultimi non diventando proprio i risparmi hanno avuto troppa fortu- sugli acquisti, come quando si na… scopre che decine di macchine R. E allora, più che indicare della polizia o di autobus del un settore in cui i tagli sono in- trasporto pubblico sono fermi differibili mi sentirei di enun- per mancanza di carburante, di ciare un principio generale: manutenzione, o di pezzi di rinessuna seria riforma della cambio. Il rapporto fra acquisti spesa pubblica sarà mai possi- e spese di personale andrebbe bile finché qualsiasi atto ammi- alzato, non ridotto. Luca Ricolfi D. E la politica lo capirà? nistrativo continuerà a essere R. Ovviamente non vi è alsoggetto, come oggi accade, alla come accade spesso, in ma- spada di Damocle dei ricorsi. cuna possibilità che una simile niera molto propagandisti- Se persino bocciare un allievo o diagnosi venga recepita dalla sospenderlo è divenuto un atto politica, perché la benzina non ca. Lei quali rischi vede? R. Ne vedo parecchi, ma il rischioso, come possiamo pensa- comprata non protesta, invece i re di incidere forestali licenziati sì. principale è D. Dal dibattito, invece, sull’efficienza che, 24 ore L’indice di vulnerabilità della pubblica è sparito o quasi il tema dopo il voto, i strutturale (indice Vs) mercati prenamministra- Euro: Salvini ha fatto calcolato nel 2011, ai giusto un laconico riferidano di nuovo zione? di mira l’ItaD. Siamo mento, l’altro giorno, «a tempi dell’esplosione rimediare all’errore» della lia. Teniamo l’Italia dei delle spread che portò divisa europea, giusto per presente che Tar. al cambio fra Silvio Beril quantitative R. Questo è non dispiacere ai NoEuro lusconi e Mario Monti, easing della un problema che, anni fa, lo votarono. Si dice che la vulnerabilità Bce è destinato quasi sempre tiene però alla larga da midei nostri conti pubblici ad attenuarsi, rimosso dai niBot e moneta-parallela, Mario Draghi politici, con idea quest’ultima accarezera in diminuzione, non uscirà di scena p o c h i s s i m e zata da Berlusconi, mentre certo in aumento nel 2019, le reeccezioni, fra Grillo non ne fa più parogole bancarie cui quella di la. Secondo lei il tema di potrebbero evolvere a nostro Giulio Tremonti che, in un un’ItalExit è tramontato danno, e quasi certamente la suo libro di una decina di anni definitivamente? D. Mah, a mio parere Commissione Europea chiede- fa, parlò di «ristabilire il comanrà al nuovo governo italiano la do» nella p.a., come prerequisito quell’idea non c’è mai veramanovra correttiva che, per ra- di qualsiasi riforma. Aggiunge- mente stata. È un’idea da pargioni puramente politiche, non rei un elemento, che mi rende tito di opposizione, destinata ha chiesto all’esecutivo attuale. pessimista. a sciogliersi come neve al sole D. Non volevano pesare D. Avanti. non appena ci si avvicina al sul voto di marzo. In vista R. Quando non si sa più dove governo. La realtà è che, fino del quale, invece, il M5S fare risparmi, si continua ad in- a poco tempo fa, né Grillo né propone un aumento della vocare una stretta sugli acquisti Salvini pensavano di poter spesa pubblica di 100 miliar- della p.a., e lo si fa quasi sempre andare al governo, e quindi di in tre anni, per riattivare denunciando sprechi effettivi, si sentivano liberi di spararle l’economia, per poi tornare che sarebbe sacrosanto evitare. grosse. a contenerla. Secondo lei è Si dimentica D. Matteo realistico? però un punto Renzi semNessuna seria riforma R. La psicologia del debitore fondamentale, bra interesdella spesa pubblica è entrata nel costume nazio- di cui mi acsato a resarà mai possibile finché nale. Preferiamo consumare e corsi quando, cuperare il indebitarci oggi, piuttosto che per scrivere Il voto a siniqualsiasi atto amminirisparmiare e pensare al futuro Sacco del Nord stra. C’è da strativo continuerà ad dei nostri figli. Del resto quale (Guerini), doaspettarsi essere soggetto, come forza politica non sostiene con vetti analizzaun ulteriore succede oggi, alla spada piena convinzione che è giunto re i conti pubarretramendi Damocle dei ricorsi. il momento di rilanciare la do- blici di tutte to della linea Persino bocciare un almanda interna? Peccato che… le regioni e le riformista D. Peccato che? province itaprospettata lievo è diventato un atto R. Peccato che, per domanda liane. e in parte a rischio interna si intenda per lo più un D. E che attuata nella aumento dei consumi sostenuto cosa scoprì? fase iniziale da spesa pubblica addizionale. R. Che i territori più efficienti del suo governo? Visto da questa angolatura, il sono quelli in cui maggiore è il R. Questa è la domanda crumessaggio dei Cinque Stelle è rapporto fra acquisti e spese di ciale per il futuro dell’Italia. perfettamente coerente con il personale, ovvero i territori non A mio parere Renzi e il Pd si sentimento del paese. Sfortuna- zavorrati da una pletora di di- limiteranno a una sommatoria tamente è anche disastroso. pendenti pubblici superflui. La di slogan, puntando sia sull’eletD. Difficile, viceversa, che conseguenza logica è chiara: torato riformista sia su quello qualcuno prometta di ta- qualsiasi efficientamento della massimalista, e solo dopo il voto gliarla la spesa. Secondo lei, p.a. passa, prima di tutto, per faranno le scelte politiche vere. invece, c’è qualche taglio/ la riduzione del personale dove Quanto alla linea riformista di contenimento ormai non più è in eccesso, e l’aumento del Renzi, temo che le sue possibidifferibile? personale dove è sottodimen- lità di sopravvivere all’ondata R. Nulla è veramente indiffe- sionato rispetto ai servizi che populista-massimalista siano ribile in Italia. Rimandare i pro- deve erogare. minime, a meno di giocare la blemi è, da decenni, il comune D. Parrebbe l’uovo di Co- carta di un governo Pd-Fi. denominatore di tutte le forze lombo. politiche. Quindi non ho alcuna R. Ma non lo è. Senza negacontinua a pag. 8


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Martedì 9 Gennaio 2018

Nel 2018 Susanna Camusso lascerà la guida della Cgil. Mentre la Cisl ripensa il proprio ruolo

Si allarga la faglia sindacale Opinioni opposte: il litigio arriva dritto in tribunale DI

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CARLO VALENTINI

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arà un anno impegnativo non solo dal punto di vista politico ma anche da quello sindacale. A dicembre finirà l’era di Susanna Camusso nella Cgil (eletta su proposta di Guglielmo Epifani il 3 novembre 2010) e certamente nel sindacato si creeranno nuovi equilibri, già ora del resto la Fiom, orfana di Maurizio Landini, probabile successore di Camusso, sembra avere rinunciato a cavalcare il movimentismo per riflettere sul proprio ruolo all’interno di fabbriche che si stanno rinnovando. Del resto la Cisl, reduce dal congresso che ha riconfermato alla guida Anna Maria Furlan, ha avviato un dibattito interno per interrogarsi su come il sindacato deve rapportarsi all’industria 4.0. Un tema fondamentale poiché i sindacati rischiano di ritrovarsi superati e sopraffatti dall’evoluzione del sistema industriale. Non è un caso che in una delle principali aziende (Gd, packaging, 1850 dipendenti, 1,6 miliardi di fatturato) di Bologna, tra le città-roccheforti della Cgil, essa sia stata sconfitta per la prima volta da un sindacato autonomo nelle elezioni per la rappresentanza interna. Del resto già uno dei principali esponenti della Cisl, Marco Bentivogli, s’è spinto in avanti nell’analizzare i cambiamenti necessari al sindacato per affrontare le nuove sfide: «La tecnologia non porta il precariato, è il vuoto di immaginazione dei politici e di molti sindacalisti che lo determina. Bisogna avere il coraggio e la competenza per scrivere sul foglio bianco. La Cgil è imprigionata in un’idea vetusta di lavoro e sindacato, le sue difficoltà sono accentuate dall’essere orfana di un rap-

Susanna Camusso porto organico con un partito di dimensioni degne di una grande confederazione. L’unità sindacale non guasta, ma unirsi per star fermi o in retromarcia non ha senso«. Gli fa eco, con più moderazione, Furlan: «Il nostro obiettivo dev’essere quello di favorire gli investimenti, creare le condizioni per nuove relazioni industriali che mettano al centro la qualità di ciò che si produce e la partecipazione dei lavoratori. Inoltre bisogna governare i processi digitali, investendo di più sulla formazione, come ha fatto la legge di bilancio garantendo gli incentivi fiscali alle aziende che punteranno a qualificare i lavoratori». Potrebbe essere questa visione innovativa la faglia che divide i due maggiori sindacati. Un caso emblematico è a Modena, dove Cgil e Cisl sono ai ferri corti, perfino in tribunale, per una vertenza che vede la Cisl dialogante e firmataria di un accordo e la Cgil sulle barricate. L’azienda è la Castelfrigo, settore delle carni, che nell’ambito di una ristrutturazione ha concluso il rapporto con due coop di servizi, le quali hanno perciò licenziato 127 lavoratori. Ne è nata una vertenza, con la

D. Poi c’è la sinistra-sinistra, quella di R. Io penso che i problemi fondamentali dell’ItaPier Luigi Bersani e Massimo D’Alema. lia siano economico-sociali, ma anche che la loro Se dovesse riportare un buon risultato, si drammaticità sia sopravvalutata. parla della possibilità di un governo coi D. Cioè, professore? 5stelle: le toccherà riscrivere Sinistra e R. Quella che è potenzialmente drammatica è popolo (Longanesi), nel senso che ripren- una eventuale nuova crisi del debito pubblico. Il resto sono problemi seri, ma tipici di molte derà vigore quella più massimalista? società avanzate: immigrazioR. Se dovesse nascere un gone eccessiva e/o mal gestita, verno 5s, con Liberi e uguali e Cosa fare? Bloccare disoccupazione giovanile, redmagari con il Pd, non credo che il rapporto debito/pil. dito stagnante. ciò segnerebbe il riavvicinaRidurre le imposte sui D. Appunto, che fare? mento della sinistra al popolo. R. Dipendesse da me, darei Semmai segnerebbe la nascita produttori (Irap+Ires). solo quattro priorità. Primo, di una nuova rappresentanza Decontribuire solo le fermare l’aumento del rapdei ceti popolari, una rappreimprese che aumentano porto debito/pil, cresciuto ansentanza né di destra né di l’occupazione. Varare che nel 2017 a quanto risulta sinistra, che si affiancherebbe una grande battaglia dai dati parziali finora dispoa quella già offerta da Salvini e per invertire il trend nibili. Secondo, graduale riBerlusconi. Ma in questo nuovo duzione delle imposte sui proassetto, Leu e il Pd sarebbero dell’abbassamento della duttori, Irap più Ires. Terzo, meste stampelle del grillismo, qualità degli studi decontribuzione, ma limitata non certo forze portanti. D. E secondo Luca Ricolfi, alle imprese che aumentano invece, quale sarebbe il pacchetto di pro- l’occupazione. Quarto, una grande battaglia poste economiche che non dovrebbe man- per invertire il trend di abbassamento della care in un programma di chi si candidi a qualità degli studi. governare un Paese come il nostro? twitter @pistelligoffr Cgil che ha invitato a bloccare la produzione e la Cisl che ha cercato la mediazione. Conclusione: 52 lavoratori saranno riassunti, coloro che fanno riferimento alla Cisl che ha firmato l’accordo con l’azienda e hanno garantito la continuità produttiva. Con la Cgil che grida alla discriminazione e porterà accordo e Cisl in tribunale. Commenta Daniele Donnarumma, della Cisl: «Abbiamo chiesto all’azienda di assumere direttamente tutti i lavoratori delle cooperative coinvolti nella vertenza, chi stava scioperando e chi, invece (circa la metà) ha continuato a lavorare. Accanto al diritto di scioperare, esiste il diritto di non scioperare. Abbiamo consigliato ai lavoratori di proseguire l’attività perché così Castelfrigo

avrebbe potuto superare le forti difficoltà causate da un calo di commesse dovuto esclusivamente al danno d’immagine. Le persone che hanno continuato a lavorare hanno garantito la sopravvivenza dell’azienda. Ribatte Umberto Franciosi, della Cgil: «Schiavi, termine forte ma che descrive esattamente come vengono trattati questi lavoratori esposti a turni massacranti, insultati, maltrattati e sottoposti a velocità e ritmi pesantissimi, che creano serie patologie osteo-articolari. Schiavi che servono per abbattere i costi di produzione». Cgil e Cisl si vedranno in tribunale. Mentre 60 lavoratori dell’azienda hanno sottoscritto una lettera-aperta: «Siamo stanchi di vedere la nostra

azienda screditata su giornali e telegiornali. Non abbiamo mai visto caporali, schiavi o altre cose illegali. Siamo pronti a un confronto pubblico con chiunque sostenga il contrario». Ecco perché il 2018 sarà l’anno in cui il sindacato dovrà scegliere che fare di se stesso. Un nodo che dovrà essere sciolto dal prossimo segretario Cgil. Oltre al favorito Landini, in corsa ci sono Vincenzo Colla (appoggiato dai pensionati), Serena Sorrentino (è alla guida della Funzione pubblica), Franco Martini (il possibile outsider vincente). Inoltre quest’anno si celebrerà anche il congresso Uil e si prevede la riconferma di Carmelo Barbagallo. Twitter: @cavalent © Riproduzione riservata

MA MERITA DI ESSERE RICORDATA PERCHÉ VISSE IN LIBERTÀ E DELLA LIBERTÀ FU ANCHE UNA PALADINA

Ripa di Meana era una donna di razza padrona Ha attraversato sfrontatamente la stagione delle ribellione femminista DI

DOMENICO CACOPARDO

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o conosciuto Marina Ripa di Meana, già Lante della Rovere, nel giardino della casa che Anna e Folco Quilici avevano in viale Giulio Cesare a Roma. Una specie di luogo incantato: nel centro di Roma, un giardino a elle in fondo al quale spiccava un’antica fontana. Arrivò versow le dieci di sera, vestita di bianco, due cani carlini in braccio, accompagnati da due ragazzi, alti e snelli, neri vestiti di nero. Una visione inattesa e, in qualche misura, insolita e, forse, eversiva dell’ordine a quei tempi costituito (inizi anni 80). Naturalmente, catalizzò l’attenzione di tutti (e le invidie di gran parte delle signore).

Ne scrivo perché Marina Ripa di Meana merita di essere ricordata, ora che non c’è più e non la vedremo né in qualche canale televisivo né sui giornali specializzati. E perché apparteneva alla femminile «Razza padrona», quella che ha annoverato nella storia dell’umanità personaggi come la dea Afrodite, Cleopatra, Artemisia Gentileschi, Giulia Farnese, George Sand, e più di recente Frida Kalo e Marilyn Monroe. La bellezza non statuaria, ma concreta e carnale, la sensualità naturale ed esplicita e un atteggiamento disinibito, capace di soggiogare chiunque decidessero di soggiogare. Ma non è importante il numero degli amori o degli amanti. È importante il ruolo che hanno rivestito nella società e nella cultura in una determinata epoca storica, investendo in qualche misura il

costume prevalente. Da questo punto di vista, Marina Ripa di Meana ha attraversato la stagione della ribellione femminista, il ’68 (durante il quale alcune delle leader del movimento spiccavano oltre che per capacità incendiarie e politiche, anche per bellezza), senza esserne partecipe o protagonista e tuttavia, apprendendo la lezione che da questa stagione proveniva. «Razza padrona», dunque, che l’ha condotta al centro dell’attenzione nazionale anche per battaglie non peregrine, coronate da successo, battaglie condotte con leadership, tanto da creare un costume, una consapevolezza, una nuova coscienza: penso alla lotta contro l’allevamento di animali per trarne la pelle necessaria alla confezione di pellicce. Amica con il marito (un seggio in

Parlamento e un incarico di ministro) di Bettino Craxi, se ne distaccò nel momento della disgrazia, salvo pentirsene e trovare accenti solidali negli ultimi tempi. La sua morte, mediante sedazione profonda (quindi un trapasso assistito, sulla base delle norme vigenti prima dell’entrata in vigore del cosiddetto «fine vita») ha mostrato a tutti come fosse già impossibile costringere chi era condannato da un male incurabile a soffrire sino all’ultimo sofferenze infernali. Ricordarla è, credo, importante non perché fosse un modello di vita sociale o politica, ma perché visse in libertà e della libertà fu paladina, sino alla fine, quando fu costretta dal Fato ad ammainare la sua bandiera. www.cacopardo.it © Riproduzione riservata


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