Intervista a Marina Corradi, ItaliaOggi 30 maggio 2017

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Martedì 30 Maggio 2017

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È L’Ombra della madre di Marina Corradi che scorre sulle misconosciute inquietudini di oggi

Un libro leggero e gigantesco

Tra fratture, amori, rancori, angosce, liti ma alla fine… si fa il morto al mare, guardando sia stata la vita di questa donna. far fatica. D. Pacificata? E il culmine è una coincidenza D. Ermanno Brot, il padre R. No, no, vivo sempre nel il cielo. di Teresa, ingegnere sempre timore che ritorni, eh. Ho pauD. Si diceva della fede di na penna delicatissima, straordinaria. D. Raccontiamola. in giro per il mondo, era suo ra di quando Milano, un una capacità di «scriveR. Teresa cresciuta, corre papà, Egisto, grande inviato i figli se ne tempo grare sull’acqua» come si Pur essendo milanesisandranno e rinitica. Giordice, una giornalista che all’ospedale con una figlia pic- del Corriere. sima amo molto Roma, R. Che vedevo poco, perché marremo soli, ni fa, interlegge le cose infinitesime della cola, caduta, ferita gravemenpiù vitale e ironica, vistando il realtà, del vivere e che è in gra- te, si ritrova in una stanzetta era in Vietnam e altrove. L’ho io e mio mad’ospedale riscoperto a 20 anni, come nel rito. Temo la vescovo di do di inchiodarti carnale. Noi milanesi e realizza romanzo. Riscoperto lentamente vecchiaia che Reggio Emialla lettura di siamo diversi. Percepisco Un’infanzia ingombrand’essere in e molto amato. verrà. lia, Massimo una descrizione questa solitudine quando te e dolorosa, seppure quella stesD. Questa disgregazione D. Per torCamisasca, dei passeggeri porto a spasso il cane. privilegiata. Con una sa stanza del familiare, diceva prima, è nare a Mimilanesissidi un tram miIncontro pensionati che Fa t e b e n e - patrimonio di molti. E anche lano, è una mo, mi assilanese: Marina figura di madre che, solo fratelli dove, la solitudine, oggi, la fa da città diversa curava che Corradi, inviati ringraziano perché gli da adulta, diventando anni prima, padrone mentre, la Milano da quella del c’è ancora e to di Avvenire e hai rivolto la parola mamma a mia volta, le annun- che fa da sfondo al libro, lo racconto. citava la visifirma di Tempi, è sono riuscita a comprenciarono la è molto meno. R. Beh, le ta del Papa, un po’ tutto quedere fi no in fondo. Per morte della R. Oggi rimango assorta sui corti e le case di ringhiera oggi affollatissima. sto. Ora questo sorella. vagoni della metro a guardare le sono luoghi trendy, appannaggio R. Infatti e poi, un altro giorraccontare, lieve molti anni, l’ho detestaD. Da bri- persone, tant’è vero che a volte di chi può spendere. E mancano no, ti chiedi dove siano finiti tute profondissimo ta, lo confesso vidi. mi dimentico di scendere. Vedo i protagonisti di quei luoghi: le ti, ma il bene non fa notizia. Fa il a un tempo ,è R. Perché una solitudine bestiale: tutti chi- bande di bambini che giocano. giornalista anche lei, no? diventato un roD. Cosa non raccontiamanzo, il primo, uscito per Mar- mi è successo davvero e questa ni sui telefonini, che uno potreb- Un mondo trasformato: i figli, silio: L’ombra della madre. coincidenza mi ha allargato il be morirgli accanto e non alza- che erano la ricchezza dei pro- mo? Domanda. Corradi, il pri- cuore, mi ha fatto camminare no gli occhi. Si ricorda Thomas letari, oggi sono quasi un lusso, R. Che c’è un mondo di persoS. Eliot? «Il nella Milano che costa. Non vor- ne che fa cose bellissime. Conomo romanzo! sulla via di un deserto è nel rei sembrar nostalgica, però. Risposta. E anche l’ultimo. sco amici che prendono in affido perdono fatiHo fatto tre figli, la novagone della D. Prima parlava della bambini che nessuno oserebbe. D. Ma come? Le è costato coso. metropolitasua fede. E la fede di questa così tanta fatica? E non sono notizie per noi. E poi, D. Un perstra è sempre stata una na». Milano è città, un tempo «col cuore in anche un’infermiera che tratta R. No, è che credo d’aver det- d o n o n o n casa aperta ai loro amici un po’ così. mano», c’è sempre? to tutto quello che volevo dire, buonista, dicon affetto un vecchio, non è deted è stata anche un zoo D. Detto R. Secondo me sì. Sotto un to che sia cristiana, ma pone un qualcosa che avevo dentro da ceva prima. di tutti gli animali. da lei, mila- cuore un po’ leghista, a volte, con gesto che è naturaliter cristiano. tanti anni, e ora mi sembra di Eppure, proTutta diversa da com’era nesissima… questa paura di sentirsi invasi, Ripeto, guardare e non cedere a aver esaurito il materiale nar- prio noi giorR. Sì, ma ma c’è ancora. rativo. certi profeti nalisti ora la mia. E ho sposato per questo In una maniera D. Un romanzo autobio- siamo inclini di sventura. un uomo, nevrotico Nei supermercatini vedo amo molto diversa dalla Migrafico. D. Chi ina farlo apriocome me, eppure siamo tanti trentenni che fanno Roma, più vi- lano di 50 anni R. La prima parte. Di un’in- risticamente tende? insieme da 26 anni. la fila con il carrello tale e ironica, fa, che risorgefanzia ingombrante e dolorosa, d i c h i a r a r e R. Penso a Felicemente carnale. Noi va dalla guerra, seppur privilegiata. Con una fi- alle vittime certi vecchi pieno di mono-porzioni. milanesi sia- dove la gente si gura di madre che, solo da adul- di fatti di che pensano Me li immagino nel momo diversi. Percepisco questa aiutava a stirare ta, diventando mamma a mia sangue. che il mondo nolocale col microonde volta, sono riuscita a comprenfinisca con R. Sì un minuto dopo, col mi- nostra certa solitudine quando e condivideva la che va. E mi chiedo: in pastasciutta. dere fino in fondo e a perdonare. crofono sotto il naso a chiedere: porto a spasso il cane. loro, anche questa Milano in ripresa, D. E che cosa vede? D. Facciamo Per molti anni l’ho detestata, lo «Ma perdona?». Irritante, perché fra i nostri R. Incontro pensionati che ti qualche esemconfesso. colleghi. il perdono è un processo intenon c’è il modo di essere D. Bisogna allora raccon- riore, privatissimo, spesso assai ringraziano, perché gli hai rivol- pio, allora. Spero di non un po’ meno soli? to la parola e hai parlato con loro R. Per esemtare del libro: la morte di una lungo e difficilmente dicibile. invecchiare pio i miei figli, ragazzina adolescente, Viodiventando D. Che cos’ha da dire que- 10 minuti. D. Eppure coi loro ami- un barbogio che piange la fine la, travolge la famiglia Brot, sto libro oggi, Corradi? ci, vanno a di un’epoca. Io guardo i miei finella Milano di fine anni R. I miei si erano portati sarebbe un i n s e g n a r e gli, vedo la pianta che continua 60. La madre, Alba, ne esce avanti sui tempi: erano già una m o m e n t o Oggi sulla metro resto matematica e e mi rassereno. straziata, si sfascia il matri- coppia spaccata, disgregata, una bello per Miassorta a guardare le italiano a dei monio ma anche il rapporto volta una rarità e oggi non più. lano, la città D. Il romanzo comincia persone. Vedo una solitubambini che con una scena terribile che, con la figlia piccola, Teresa, Io offro il racconto di come sia è in ripresa. dine bestiale: tutti chini R. Vero. Lo non parlano le confesso, mi ha lasciato ossia lei. sempre possui telefonini che uno neppure la col fiato sospeso: il naufragio R. Un dolore sibile venirne vedi da come nostra lingua. del Sussex, nave passeggeri potrebbe morigli accanto che ha distrutfuori. Anzi la corriamo tutI miei si erano portati Fa n n o d e l colata a picco nella Manica to una donna mia è stata ti al mattino. e non alzano gli occhi. avanti sui tempi: erano bene a sé e durante la Grande guerra. già sola, perché una sorta di Nessuno corre Thomas S. Eliot diceva: già una coppia spaccata, scoprono cose, col marito non R. È la storia di mia madre. vendetta buo- così, non ho «Il deserto è nel vagone disgregata. Una volta vite, realtà che andava d’acD. Sua madre, Alba nel lina. dubbi. Però a della metropolitana» era una rarità e oggi non mai avrebbero bro, neonata, che viene butcordo. Una stoD. Ossia? volte, in questi immaginato. tata dalla calata del piroscapiù. Io offro il racconto ria di dolore e R. Ho fat- supermercatiE comunque, fo nell’acqua gelida, verso solitudine, che to tre figli, la ni, vedo, a sera, di come sia sempre posfa deflagrare nostra casa è tanti giovani trentenni, che fan- le cose belle sono sempre in ag- una scialuppa sottostante. sibile venirne fuori. Anzi una fragilità La salvano, affannosamente, sempre stata no la fila con un carrello pieno guato, mi creda. la mia è stata un forma D. Di nuovo, indichiamo e una suora si toglie i mutangià presente. aperta ai loro di mono-porzioni e me li immadi vendetta buona Scrivendola ho doni per avvolgerla in panni amici, ed è sta- gino nel monolocale, col micro- qualche segnale, Corradi. R. Se lei va al mercato del mio asciutti. pensato che, se ta anche uno onde che va. E mi domando se, fosse successo R. A mia madre è successo zoo di animali. in questa Milano in ripresa, non quartiere, in via Fauché, di quea me, forse avrei potuto avere Tutta diversa da com’era stata ci debba essere anche un modo sta stagione, vedrà le donne che quello che scrivo. Per questo, affollano i banchi di bigiotteria quando sento parlare di naufrala stessa reazione. la mia. E ho sposato un uomo, per essere meno soli. D. La madre urlava notte- nevrotico come me, eppure sono D. I suoi trent’anni, o quelli dei vestiti di primave- gi nel Mediterraneo, di bambini ra, che comprano vasi di gerani salvati e di bambini annegati, ne tempo col marito ma inveiva 26 anni che siamo insieme. Fe- com’erano? anche con la piccola figlia ri- licemente. R. Esattamente così, vivendo per abbellire balconi striminziti. sono ogni volta colpita: ognuno masta. Alla fine è un libro sul D. Chi deve leggere questo da sola, con un frigo in cui si tro- Vedrà un desiderio di vivere, di di quei piccoli è l’inizio di una perdono. suo romanzo? vavano, al massimo, un paio di ricominciare, vedrà una bellezza famiglia, una pianta che può R. Quelle scene sono l’antefatcrescere. Senza quella suora, R. A chi conosce questi dolo- yogurt scaduti. Oggi, che è pieno di fondo. D. E dunque il segreto è senza quella scialuppa nel cato di un perdono in cui tutto sfo- ri, questo racconto potrebbe dire di merendine, dei miei figli, sono cia alla fine, in una compassione molto. Anzi, forse chi non ha pro- lieta. In fondo è un po’ la storia sapere guardare? nale della Manica, io non sarei R. Tentare di contemplare, qui a parlarle, né ci sarebbero i e in un abbraccio non buonista, vato, chi è perfettamente «sano», del libro: essere uscita da una ma sapendo quanto male ci siam chi non comprende la profondità grande solitudine, per Grazia, direi. Stare passivamente da- miei figli. vanti alla realtà, come quando fatti e anche comprendendo cosa di quelle ferite, potrebbe invece aggiungo, essendo io cristiana. twitter @pistelligoffr DI

GOFFREDO PISTELLI

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