Intervista a Maurizio Milani, ItaliaOggi 7 dicembre 2016

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Mercoledì 7 Dicembre 2016

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Maurizio Milani è considerato uno scrittore comico ma è un fine analista politico mimetizzato

Se non accetta Mori, c’è Roversi

Premier? Il generale o il presentatore di Linea verde R. Infatti, siam tutti bardati là dentro: anche istelli, mi chia- se è un maiale giovane, m i p u r e a l l e novello si dice, può peotto, tanto a sare un paio di quintali quell’ora ho già e può anche morderti cenato e son lì che aspetto facendo uno sbrego da Piazza Pulita». Maurizio una ventina di punti di Milani, al secolo Carlo Bar- sutura. D. Dal capannone e cellesi, risponde dal centro del suo universo bassopa- da questa full immerdano, ossia Codogno (Lodi), sion zootecnica lei rie rassicura il cronista fatto cava una storia del cui che l’intervista, slittata per finale non vogliamo problemi del giornalista me- privare i lettori. R. Infatti, è bene comdesimo, si possa recuperare anche in orario poco urbano, prino il libro. D. La zootecnia è un quando l’intervistato non è un politico, ossia quello del- suo grande amore, Mila cena. Milani, genio del lani. R. Dopo l’idraulica ovnon-sense, in cui l’ironia disvela continuamente un viamente. Maurizio Milani D. Ossia? osservatore acutissimo del R. Faccio parte di un Paese – e lo considerano solo n u un caberatc l e o r e - porterò in mountain bike terista e uno Mi dispiace dirglielo, s i s t e n t e fino all’argine: conosco una scrittore sacaro Pistelli, e glielo della De- scorciatoia che ci impieghiatirico – Midico in via riservata, mocrazia mo pochi minuti. lani, dicevacristiana D. Cos’ha di particolamo, ha dato ma, col futuro governo, del Basso re? alle stampe ci scorderemo le minilodigiano R. Un mondo a parte. E per Baldini stre giovani e belle c h e , d i non son solo io, eh. e Castoldi come Maria Elena Bonotte, va D. Chi c’è, poi? un nuovo schi e Marianna Madia R. Elisabetta Sgarbi, ha libro, staa tagliache, quando c’era volta tecnir e l ’ a r- presente? D. Fondatrice della La camente un gine. Di il question time, stavo lì, romanzo: Il nascosto Nave di Teseo, la sorella incollato alla tv verro ruffiaal Magi- di Vittorio. R. Lei. Essendo ferrareno. L’autore strato del ci riversa parte della sua Po. E, pensi, non c’è neppure se è dell’altra sponda e di là sono tutti comunisti, in formazione agraria e del suo un ingegnere fra noi. mondo agreste. D. A tagliare gli argini, genere. Però c’ha fatto un docu-film sul Po: Non è colDomanda. Milani, in contro le piene? questo libro lei svela un R. Certo. Abbiamo anche pa del pesce siluro. D. Prepo’ di carte: ha studiato una macchigo? agraria. na di moviR. MasRisposta. Certo all’Istitu- mento terEnrico Letta, che è sì, sa la to agrario Tosi di Codogno. ra. Quando nascosto in attesa s t o r i a Non una scuola professio- l a p i e n a di essere chiamato, di quenale, eh. Una maturità che arriva, noi, ha già parlato con Stesti pesci ti dava accesso a tutte le p i m p a m , fano D’Orazio, il batteenormi, facoltà, anzi un mio compa- evitiamo la rista dei Pooh, dell’Est gno di classe ha fatto pure tracimazioeuropeo, il medico. ne. con Simona Tagli e con che qualD. Quindi i fondamenD. Siete la brunetta dei Ricchi cuno ha tali della zootecnia, per f u o r i l e g e Poveri. Belle signore, buttato scrivere questo libro, li ge. queste ultime, non c’è nel fiume ha imparati lì. R . To l dubbio, ma un po’ agèe e che han R. Le confesso una cosa. lerati in fatto fuoD. Avanti. verità. Ci ri molte R. All’Agrario si studia di s p i n g i a m o tutto, compresa l’enologia, fino a oltre Pavia, dove c’è altre specie? D. Ricordo foto di pei seminativi, il frumento, il Ponte della Becca. Abbiam ma a me, appunto, interes- fatto tutte le piene, anche scatori con prede mosavano mucche, che da noi quelle, paurose, del 1994 e struose. R. Ecco la Sgarbi dice che chiamiamo vacche, i maiali, del 2000. gli animali tipici di queste D. Avrebbero dovuto non è colpa loro, alla fine. zone. fare lei, magistrato delle Un po’ come si dicesse: non è colpa dei Rom per tutto D. E l’allevamento fu acque. uno dei primi lavori. R. No, io sarei stato rin- quelle succede a Milano. D. Ah ecco. Senta MiR. Io mi occupavo appunto viato subito al Consiglio sudi verri ruffiani, che accom- periore della magistratura, lani, lei sa che siamo un giornale economico-polipagni in mezzo alle scrofe temo. tico. E c’abbiamo un goper individuare quelle in D. E perché? calore. E quando vedi che lui R. Perché io quella legna verno dimissionario. Non comincia a coprire la fem- che tagliano per tener puliti mi può parlare dei pesci mina, con un bastone devi gli argini e le aree golena- siluro e delle loro colpe tirarlo via. li, l’avrei venduta di certo eventuali. R. Se è per quello ci sono D. Perché? sottobanco. E invece è roba R. Perché l’inseminazio- demaniale. anche i pesci gatto e caraffi. ne viene fatta poi artificialD. Lei è un uomo di fiu- Certo che il siluro può arrimente, da un altro addetto. me. vare alla quintalata. Sulla D. E il porco non sarà R. Profondamente. Quan- politica, però, se vuole le dico contento, diciamo. do lei torna a Codogno, la a chi dà l’incarico Sergio DI

GOFFREDO PISTELLI

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giusto tirar giù gli elefanti per prendergli le zanne, mi scusi? Però loro sono contrari anche se, magari, li addormenti, le bestie, e gli dai una spuntatina alle zanne. Poi si svegliano e oplà, non han sentito niente. Però, con quella spuntatina, c’han fatto 10 monili in avorio i poveri artigiani ugandesi. C’è tutta un’economia dietro, e questi non lo capiscono. D. Ossia? R. Ossia ha visto al circo quando vestono da cretini gli elefanti o le scimmie? C’è gente che lavora a produrre quei vestiti, ohè! D. C’è gran timore di urtare le suscettibilità animaliste. Sono stato coi figli all’Acquario di Genova ed erano molto precisi nello spiegare cosa fanno ha presente? per rispettare gli animaD. Il «turista per caso», li. come no? R. Eh lo so. Han paura di R. Solo che ora fa Linea offendere. Eppure al Delfi verde. L’altro giorno l’ho sen- nario di Rimini ai delfini gli tito dire un po’ di stronzate fanno fare i cretini, no? Non è sull’agricoltura biodinami- che quei delfini lì sono cretica. ni di natura, intendiamoci. E D. La fa facile lei. C’è magari dispiace fargli fare i dietro una filosofia, anzi cretini. Però quelli, gli istrutun’archetori, intanosofia, to, lavoraPer fortuna, se Letta roba che no. E così, andrà a Palazzo Chigi, discende come le dida Rudolf cevo, anche farà fuori la Mogherini. S t e i n e r, ci produce La sostituirà (mi raccoquello delil coprimando, riservatezza) le scuole orecchie con Claudio Lippi, sì, dei figli dell’eleil presentatore. Non mi di Silvio f a n t e, l a Berluscogonnellina nascondo che sarà dura ni. della scimperché lassù, lo consideR. Lo so, mia, il “girano come uno che ha ma in agrilerino” con troppa personalità coltura cui sgasa son matti: lo scimprendono panzé. C’è il letame della mucca per anche un’economia da rispettrarne energie. Mi sembra tare, oltre gli animali. E poi una specie di magia, siamo gli ambientalisti farebbero tornati alle superstizioni: per bene, ora, a pensare a Dodebellare gli afidi dalla vite nald Trump. non pigliano più il principio D. Credo lo stiano faattivo di un’azienda chimica. cendo. E così per il resto: finisce che R. Ah ecco. Lui secondo me una pianta di pomodori, an- vuol spingere i consumi di peziché fare 20 frutti, ne farà trolio. Vuol rilanciare quelle uno solo, di 20 grammi e tut- Chevrolet da 8000 centimetri to bucato. cubici di cilindrata, a quelD. Ecco, si prepari alla le che “bevono” un gallone a decrescita felice. chilometro. Enormi. Tanto lo R. Lo so, lo so. Van contro spazio non gli manca. il progresso. Anche se è vero D. Petrolio a go go. che il progresso i suoi limiti R. Finché ce n’è, lo lasciace li ha, chi lo mette in dub- mo lì? Ora poi la tecnologia bio. permette di estrarlo meglio. D. Pensavo fosse uno D. Il fracking, contescientista militante. statissima tecnica. Sa R. Macché. Il problema de- che qualcuno gli imputa gli ambientalisti è che estre- persino i terremoti? mizzando tutto. Quando CarR. Sì, certo. Come le glalin Petrini, per vantarsi, ché ciazioni e il riscaldamento: sono tutte vanterie, dice che in tutti questi milioni di non è giusto il commercio di anni abbiamo avuto tutto zanne di elefante... e di più. E questi convinti D. Sarà mica favorevole che accada solo ora. Oh, alle ai safari, Milani, vengono Dolomiti c’era il mare e ora a cercarla. son montagne. E non c’erano R. Certo che no. Ma che le industrie allora! senso ha? Chi dice che è continua a pag. 8 Mattarella. D. Spari. R. Al generale Mario Mori. Che viene giù col Comandante Ultimo. D. Sia serio. Anzi, lei che scrive sempre d’essere per l’Ogm. La vedo male con questo No grillino e della sinistrasinistra molto rigido sull’ambiente. R. Infatti se non ce la fa Mori, a fare il governo, è pronto Patrizio Roversi,


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Ha capito che l’ondata di protesta non si è ridotta e che anzi guadagna sempre nuove adesion

L’M5s andrebbe di corsa al voto

Per ottenere più consensi gli basta non avere programmi

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DI

CESARE MAFFI

l M5s vorrebbe passare all’incasso dei frutti referendari. Un incasso immediato, se possibile. Di qui, il brusco mutarsi di atteggiamento rispetto all’italicum, prima ufficialmente disdegnato e ora coccolato al punto di volerlo adottare pure per il Senato. Di qui, la fretta di chiudere la legislatura. A un margine così elevato di distacco fra il no e il sì i pentastellati non credevano proprio. Poco prima del voto, infatti, Beppe Grillo era apparso moderato, quasi a consolarsi preventivamente di un risultato per lui negativo. Il clamore del 60-40 ha indotto a un’immediata richiesta di elezioni anticipate, con qualunque legge, sulla falsariga dell’analoga pretesa di Matteo Salvini, pure lui fra gli intestatari della vittoria del no. Ad allietare ancor più i cinque stelle sono due fatti. Intanto, l’elevata percentuale di votanti e l’ampiezza del numero di no confermano il permanere dell’ondata antipolitica emersa alle elezioni di tre anni addietro, proseguita alle europee e consolidata in più di un turno amministrativo. Per dirla con un paragone storico-artistico, l’abbuffata delle avanguardie non ha saziato e procede, senza che si veda all’orizzonte alcun ritorno all’ordine. Semmai, s’impone ancor più il disordine. Poi, e qui il discorso

riguarda direttamente i pentastellati, i primi studi sui flussi elettorali denotano torme di elettori del M5s fidelizzati. Parrebbe che meno del 10% fra loro si sia espresso per il sì; gli altri avrebbero rispettato le indicazioni grilline. Ciò non significa che il movimento possa star certo di trascinare da un’elezione all’altra gli elettori delusi dai partiti che già l’hanno votato. Tuttavia esistono le premesse per serbare stretta a sé una percentuale elevatissima del corpo elettorale, che molti stimano ormai intorno al 30%, e perfino sopra. In concreto, non soltanto è estesa la convinzione che il M5s parteciperebbe al ballottaggio (a legge elettorale vigente, è ovvio); ma altresì che lo vincerebbe, grazie all’effetto di riporto di quanti sono ostili all’altro partito in lizza. Proprio per questo vorrebbero che le urne si aprissero domani. Non si deve asserire che i grillini monopolizzino un fronte del no che era molto articolato e nel quale si sono schierati elettori che mai si sognerebbero di sostenere Grillo; però è innegabile che travasi di voti siano più che possibili. I cinque stelle hanno un enorme vantaggio: meno mostrano programmi, meno lanciano progetti, più si fanno portavoce degli scontenti, dei delusi, di milioni d’italiani stanchi della politica e dei

politici in circolazione, più possono ottenere voti. Paradossalmente, meno fanno, più guadagnano. I loro veri, grandi alleati sono un po’ tutti i partiti consolidati, che sollevano estesi fenomeni di ribellione. Il loro reale nemico è l’astensionismo, ossia la protesta espressa nella forma più sdegnosa, quella della fuga dal voto. © Riproduzione riservata

SEGUE DA PAG. 7

Luigi Di Maio e Alessandro Battista

D. Un po’ scettico sul riscaldamento globale. R. Bisogna esser ragionevoli, io capiMaria Elena Boschi e Marianna Masco la Convenzione di Parigi... dia, che quando c’era il question time D. Scusi? stavo lì, incollato alla tv... R. Quella di protezione degli animali. D. Non divaghi, su... Tuteliamo per carità ma, insomma, un R. Sì, dicevo, con Letta se le dimentifermacarte d’avorio lasciatemelo, dai. chi. So che ha già parlato con Stefano D. A proposito di animali: lei sfugD’Orazio, il batterista dei Pooh, Simoge come un’anguilla na Tagli e la brunetta e non mi parla di dei Ricchi e Poveri, belle politica. Il direttore, signore, queste ultime, E Petrini, avrà un posto? Pierluigi Magnaschi, ma un po’ più agées. E Chi, quello lì? È per ci rimprovererà. sostituirà pure Federila decrescita felice. R. Non sia mai: è un ca Mogherini a BruDegli altri. E con le stopiacentino e io ho il xelles, intendiamoci. rie del riscaldamento. In massimo rispetto. Sa, D. Ah sì, e con chi? qui siamo tutti a un R. Con Claudio Liptutti questi milioni fazzoletto, ci capiamo. pi, il presentatore. Andi anni abbiamo già Che vuole sapere ancoche se sarà dura, perché avuto tutto. Le Dolomiti ra sulla politica? lassù lo vedono già come erano mare, adesso sono D. Che succede al uno che non ha troppa montagne. E non c’erano governo? personalità e invece, in R. Le ho detto: Mori, quel ruolo, c’è un po’ da le industrie poi Roversi, poi finalbattere i pugni. Ora non mente arriva quello dirà che non abbiam che voglion gli stessi che ha fatto caparlato di politica. dere Renzi: Enrico Letta. E lui farà il D. Beh, ora abbiamo fatto il piegoverno, no? no. D. Allora, avanti coi dicasteri, MiR. Ecco. E allora mi lasci andare a velani. dere Piazza Pulita. R. Mi dispiace dirglielo, Pistelli, con twitter@pistelligoffr Letta le ministre giovani e belle, come © Riproduzione riservata

A CHI, COME M5S, CHIEDE LE SUE DIMISSIONI DOPO LA BATOSTA CHE HA SUBÌTO IL SÌ IN SICILIA

Questa volta Rosario Crocetta dice No Il governatore Pd non molla prima delle regionali 2017 DI

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FILIPPO MERLI

asta un No. Nonostante tre visite nel giro di un mese, la Sicilia ha bocciato con forza la riforma costituzionale di Matteo Renzi. Al referendum della scorsa domenica, il No ha ottenuto il 71,6%, mentre il Sì s’è fermato al 28,4%. Per gli oppositori del governatore Pd dell’isola, Rosario Crocetta, favorevole al ddl Boschi, è un segnale inequivocabile: anche lui, come Renzi, si deve dimettere prima delle regionali del 2017. Il presidente del Consiglio, nonostante i passati attriti con Crocetta, negli ultimi tempi ha puntato con decisione sulla Sicilia, sia per la festa nazionale dell’Unità, che s’è svolta a Catania, sia per le manifestazioni a favore del Sì al referendum. I siciliani, però, hanno fatto registrare un boom del No inferiore solo a quello della Sardegna, con Palermo che, col 72,4%, ha

raggiunto la percentuale più alta tra i capoluoghi di regione. Secondo M5s, quel No, oltre che a Renzi, è diretto a Crocetta. «Il risultato non è solo la bocciatura del governo Renzi, ma, soprattutto, del suo maggiore sponsor nell’isola: il governo del Pd e di Crocetta», hanno detto i deputati regionali grillini. «Adesso dimissioni e parola ai cittadini: c’è da rimettere una Sicilia al lavoro e non può farlo chi ha perso in maniera così sonora». Stavolta, però, è Crocetta a dire no. «Dimettermi? Chi lo chiede strumentalizza il voto. In Italia, se c’è qualcuno che non viene scalfito dall’esito del referendum, sono proprio io», ha spiegato il governatore al quotidiano La Sicilia. «Io non ho mai attaccato il fronte del No: da dirigente dem sono stato leale nei confronti del segretario del mio partito, ma non penso di essere stato tra i falchi del Sì». «Il mio governo è stato più plu-

ralista rispetto ad altri, nella giunta c’è un assessore che ha difeso il No e io l’ho tutelato e sostenuto», ha proseguito Crocetta in riferimento all’assessore alla Formazione, Bruno Marziano (Pd), che ha fatto campagna elettorale contro la riforma del governo Renzi. Per il Partito democratico siciliano, però, la batosta è evidente. Ad Agrigento, nella città del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il No s’è attestato sopra il 70%. A Lampedusa, dove il sindaco dem, Giusi Nicolini, è stato indicato come potenziale candidato del Pd alle regionali dopo aver accompagnato Renzi alla cena con Barack Obama, il No è arrivato addirittura al 78,4%. Il rapporto tra i renziani e Crocetta non è mai stato idilliaco. Nonostante i dem vicini al segretario del Pd, nella giunta regionale, siano rappresentati da tre assessori, Alessandro Baccei (Economia), Baldo Gucciar-

di (Sanità) e Vania Contraffatto (Energia), uno dei principali detrattori del governatore è il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, fedelissimo di Renzi. «Paradossalmente, il mio governo sarebbe stato messo in discussione da pezzi della maggioranza se avesse vinto il Sì: penso a che cosa avrebbero urlato i renziani», ha sottolineato Crocetta. «Io rispetto sempre tutti, non cerco vendette coi renziani, anche se ci sono stati problemi. In questo momento non mi faccio prendere la mano». Dopo la direzione nazionale del Pd, Crocetta parlerà di eventuali correttivi nel suo esecutivo col segretario regionale dei dem, Fausto Raciti. Il governatore, per il 2017, ha già annunciato la sua ricandidatura. Il Pd, però, pareva restio ad appoggiarlo ancora. Dopo il trionfo del No, le incognite aumentano. ©Riproduzione riservata


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