Intervista ad Arturo Parisi, ItaliaOggi 18 ottobre 2016

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Martedì 18 Ottobre 2016

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Col referendum. Per Arturo Parisi sono entrambe legittime ma esse sono profondamente diverse

Due distinte democrazie in lotta

Una è consociativa (prima repubblica) e l’altra competitiva R. La verità è che per contrastare il progetto di esplicitazione migliore di all’inizio hanno adot- affermare stabilmente anche quella apparsa nel confronto tato la tattica che, in nel nostro Paese un modello di a lunga marcia dem tra Gustavo Zagrebelsky Sicilia e in Calabria, è democrazia governante. Uniti verso il 4 dicembre, e Renzi. consigliata da sempre, tutti assieme. Quelli che un D. Ossia? giorno del referendum sull’esempio del giun- tempo dissero le stesse cose, R. Da una parte la democonfermativo, allarco calati juncu chi pas- ma solo fin quando erano al ga ogni giorno il fossato fra crazia consociativa, dove sa la china. E a lungo Governo o in vista del GoverMatteo Renzi e l’opposizio- nessuno perde mai e nessuhanno atteso che la no. Quelli che non essendo ne interna, a cominciare dal no vince, e tutti tessono e ripiena passasse. stati mai al Governo furono troncone capeggiato da Pier tessono ogni giorno la stessa D. E invece... sempre contro ogni Governo. Luigi Bersani, per arriva- tela, facendo e disfacendo R. La piena si è fat- Quelli che oggi sanno che al re a Massimo D’Alema, che continuamente i governi in ta invece sempre più Governo non andranno mai Parlamento. gioca in proprio. impetuosa, alimen- e quelli che sentono che non D. Dall’altra? Oltre all’interrogativo su tata dallo scongela- torneranno più. R. Dall’altra la democrazia chi vincerà la consultazione mento crescente degli D. Tutti insieme appase su che ne sarà del governo competitiva, dove ad ogni assetti sociali passati, sionatamente. e dello stesso Renzi in caso di elezione c’è chi vince e c’è chi e contrastata alla foce R. Gli uni e gli altri accovittoria del No, si fa strada perde, e chi vince è chiamadai marosi provenienti munati dalla idea che il goin molti osservatori anche to al Governo, e a dar conto Arturo Parisi dal mondo. E i poveri verno serva per soddisfare le la domanda su quale futuro del suo governare certo ogni R. Né la riforma, a mio giunchi, intanto invecchiati, ambizioni dei governanti, e avrà questo partito dopo il giorno in Parlamento, ma con voto, quale che ne sia l’esito. un giudizio riservato al voto parere piena di problemi e cominciano a sospettare che non per governare i problemi bitorzoli figli dei com- durerà ancora a lungo, e che dei cittadini. Interessante sapere D. Parisi, però, in quepromessi e padri dei comunque quando passasse cosa ne pensi Arturo Nella democrazia consociativa, problemi che ci at- non avrebbero più la forza ste sue parole, mi pare Parisi, che quel parnessuno perde mai e nessuno vince di cogliere, oltre a una tendono in futuro ma, per rialzarsi. tito l’ha fondato, così mai. Tutti quindi tessono e ritessono D. Dunque i D’Alema e certa amarezza, anche un men che meno, Renzi. come fondò l’Ulivo più ogni giorno la stessa tela, facendo e po’ di pessimismo. Agli occhi dei di 10 anni prima e, nel Dubita dell’esito Bersani, Renzi 2001, la Margherita. disfacendo continuamente i governi in Bersani ed amici hanno atteso a lungo del referendum, è semmai una Classe 1940, già sotparlamento. Nella democrazia compecioè sulla vittoria risorsa. tosegretario a Palazzo che la piena passasse («piegati giunco titiva invece, ad ogni elezione c’è chi del Sì per il quale D. Un tempo Chigi nel Prodi I e miche passa la piena») e invece la piena vince e c’è chi perde, e chi vince viene lei si è pronunciato si diceva così. nistro della Difesa del è sempre più impetuosa, alimentata chiamato al governo e a dare conto da tempo? R. Certo, nella Prodi II, Parisi trova dallo scongelamento degli assetti R. Esattamente. impossibilità di il modo di rispondere del suo governare ogni giorno al Parsociali e contrastata, alla foce, dai Diciamo che la partibatterlo dall’inin un andirivieni dalla lamento e, alla fine della legislatura, marosi provenienti dal resto del ta più difficile è quelterno, la possisua amata terra adotal voto finale dei cittadini la del Sì. Direi che, al bilità di farlo tiva: la Sardegna. mondo. I poveri giunchi, intanto momento, la sua vitdall’esterno è Domanda. Profesinvecchiati, cominciano a sospettare toria più che possibile sore, Bersani si sta im- finale dei cittadini. Da una una occasione ghiotta. che anche quando la piena dovesse non è impossibile. D. Quindi, seconpegnando a testa bassa parte, cioè, la democrazia passare, essi non avrebbero D. Che vuol per il No. Dopo un lungo del proporzionale, fondata do lei, non è la pospiù la forza per rialzarsi dire? tergiversare - circolano sulla negoziazione infinita sibilità di liberarsi R. A stare ai sonancora interviste di pri- tra i partiti su quale quota dell’intruso a motidaggi, è invece più ma dell’estate si diceva di potere corrisponda alla vare i vecchi leader i Bersani si vogliono rial- probabile la vittoria del No. convinto delle riforme propria porzione di deleghe sul No? Molto dipende dalla parteciR. No, insisto, la cacciata di zare. (e c’era già l’Italicum) - elettorali, dall’altra la deR. Capisce? Se vogliono ri- pazione, dallo scongelamento l’ex-segretario sceglie di mocrazia del maggioritario, Renzi in sé non è l’obiettivo, anche se sufficiente a alzarsi l’occasione è questa. del silenzio di chi attende la opporsi. Significa soddisfare le tentazio- Una occasione unica, comun- fine per scegliere. che vede possibile La democrazia del proporzionale D. E come si immagina ni delle stanche carni que l’ultima. Scommettere la sconfitta di Renzi è fondata sulla negoziazione infinita di tanti miei coetanei sulla occasione offertargli da il giorno dopo una vittoria e quindi il riassetto che, alla sua sola ap- Renzi, investire sulla diffusa del No, nel Paese e nel Pd? interno del Pd? fra i partiti su quale quota di potere parizione sugli scher- reazione al suo stile «indispo- Cosa farebbe Sergio MattaRisposta. Più che corrisponda alla propria porzione mi, la sera, si eccitano nente» e alla personalizzazio- rella? la probabilità della di deleghe elettorale. Con la democraR. Senta, non è il giorno dopo sui divani più dei tori ne impressa irreversibilmenvittoria, credo che a zia del maggioritario invece, nell’arena. No, ripeto, te all’esito del referendum e che mi preoccupa. Per quanto spingere Bersani sia la al centro della decisione, sta il fare Renzi è una risorsa. E alla campagna referendaria più giovane rispetto a quella presa di coscienza della britannica, anche la come si sarebindifferibilità della bato il non fare le cose promesse nostra democrazia bero mai fatti taglia. ai cittadini al momento del voto. Se gli uomini della prima repubblica dispone di regole e di ritrarre riuniti D. Addirittura. Ecco perché, col referendum, non è in vogliono rialzarsi, l’occasione precedenti sufficienti tutti assieme R. Sì perché, anche gioco la fi gura di Renzi, ma la forma è questa del referendum. Un’occasioa indirizzare nell’imattorno a D’Alese in ritardo, ha capicomplessiva del sistema politico mediato i nostri passi. ma senza il suo to che il confronto tra ne unica, comunque l’ultima. Il loro Il fatto che a guidarli appello? Appello le due linee che ormai sforzo consiste nel distrarre l’elettore. sia una persona con di Renzi intenda un quarto di secolo Lo scontro vero infatti non è sul testo la competenza, l’espesi contendono il campo del dove al centro della decisio- do, non di D’Alema. della riforma e nemmeno sulla fi gura rienza, e la prudenza D. Scusi, ma allora centrosinistra è ormai arri- ne sta il fare o il non fare le di Renzi ma sull’ambizione, quando del presidente Mattavato al dunque. Dico del cen- cose promesse ai cittadini al l’obiettivo qual è? meno sfrontata, di incanalare il fiume rella è di conforto per R. L’obiettivo dei Bertrosinistra perchè questo è il momento del voto. E potrei tutti. Se il Regno Unito sani è ben altro. Me lo campo nel quale è più aspro, continuare... che li sommergerebbe definitivamente. è uscito dal voto per il ma il confronto tra le due liD. Perché non lo fa, pro- faccia ripetere: il ritorno Si propongono ritornare a trent’anni fa Brexit, usciremo in alla prima repubblica, nee contrapposte attraversa fessore? qualche modo anche tutte le formazioni e il ceto R. Perché mi accorgo che o la presa d’atto della politico che si è formato nella sto consumando le stesse pa- vittoria definitiva della se- in corso, ma prima ancora noi dalla stretta. D. E dopo? prima repubblica, e ad essa role che ci scambiamo inutil- conda. alla impresa riformatrice. R. Dopo finiremmo in una D. Professore, ancora Distrarre così dalla «cosa», continua a ispirarsi. Due vi- mente appunto da un quarto con prima e seconda re- quella vera, che non è il testo «Terra incognita», mi verrebbe sioni distinte della democra- di secolo. zia, tutte e due democratiche, D. Storia vecchia, infat- pubblica? A quel che ca- della riforma, ma la sua am- da dire. Ma mi correggo subito, ma profondamente distinte ti. Se capisco, non sono pisco, il confronto di cui bizione non meno «sfrontata» perché la nostra appare invece tra le quali è arrivato il mo- dunque né la riforma in lei parla è iniziato coi re- di incanalare il fiume che li come una terra conosciutissima. mento di scegliere. sé, né la persona di Renzi ferendum dei primi anni sommergerebbe definitiva- Tutto d’un tratto un salto indietro di trentanni. Che bello! D. Proviamo a descri- al centro della contesa, ‘90 quelli per superare il mente. verle? ma la forma complessiva proporzionale. Direi che D. E poi? sono un po’ in ritardo. R. È difficile trovare una del sistema politico. R. E poi fare fronte comune continua a pagina 6 DI

GOFFREDO PISTELLI

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Martedì 18 Ottobre 2016

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Per gli azzurri è la candidata ideale per sfidare Pd e M5s alle regionali della Sicilia

Fi, il ritorno di Prestigiacomo L’investitura dell’ex ministro arriva davanti a Parisi «Forza Italia è casa tua, qui in FILIPPO MERLI Sicilia e nelle altre regioni. ul sito delle ex fabbri- Prendi in mano la nostra banche Sandron si trova- diera: siamo stanchi di perdere, no ancora le foto della facci vincere le regionali e poi Leopolda siciliana. Lo le politiche», ha detto Micciché scorso aprile, il sottosegretario rivolgendosi a Parisi. Il commissario azzurro all’Istruzione e fedelissimo di Matteo Renzi, Davide Fa- ha le idee chiare. Berlusconi raone, scelse il centro conve- l’ha scelto per ricompattare il gni di Palermo per lanciare la centrodestra in vista dell’apcorsa del Pd alle regionali del puntamento elettorale del 2017. Nel week end, sullo stesso 2017, quando la Sicilia, tra le palco, il commissario di Forza amministrative di Palermo e le regionali, Italia, Giansarà al centro franco Miccidella scena ché, ha radupolitica nanato il partito zionale. Mice ha dato il via ciché non ha alla campagna perso tempo. elettorale per le Per il capoprossime elezioluogo ha due ni, alle quali Fi candidati: «Se potrebbe correla scelta cade re con un nome su un politico, piuttosto noto: c’è il senatore quello dell’ex Fr a n c e s c o ministro del Scoma. Algoverno Berlutrimenti, se sconi, Stefania vogliamo pePrestigiacoscare nella mo. Per Micsocietà civile, ciché, sarebbe un bel nome è lei, originaria Stefania Prestigiacomo quello dell’avdi Siracusa, la candidata ideale per sfidare il vocato Francesco Greco». Per la scalata a Palazzo Pd e M5s. L’annuncio di Micciché è d’Orléans, sede della regione, avvenuto davanti a Stefano c’è Prestigiacomo. «Sarebbe Parisi, l’uomo scelto dal lea- il candidato migliore», ha rider di Fi, Silvio Berlusconi, velato Micciché a Livesicilia. per rilanciare il partito. L’ex Anche qui, comunque, il comcandidato sindaco di Milano missario ha un’alternativa: si è arrivato in Sicilia per pro- tratta dell’eurodeputato Salvo muovere il tour nazionale di Pogliese. Per quanto riguarda «Megawatt». Micciché ne ha le possibili alleanze, Micciché approfittato per invitarlo alla ha escluso un possibile riavviconvention «Energia per la Si- cinamento con Ncd, il partito cilia», alla quale hanno parteci- del ministro dell’Interno, Anpato più di mille simpatizzanti. gelino Alfano. «Credo che con DI

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SEGUE DA PAG. 5 D. Questo dei tre decenni indietro è un all’opposto, troppo in fretta annunciano come giochino che sui social spopola, elencan- inevitabile una sua egemonia indefinita. D. Lei cosa vede? do un bel po’ di certezze degli anni ’80. R. Io penso invece che, con un ritorno al R. Sì leggo anche io, in Rete e sui media, tutto un fiorire di frizzi e lazzi. Come se a proporzionale, si potrebbe altrettanto plauognuno di noi fosse condonato all’improv- sibilmente ipotizzare - ripeto ipotizzare una sua indefinita viso un trentennio permanenza al tad’età. Ma, piegati per Con la vittoria del No entriamo, mi volo della decisione trent’anni, neppure i viene da dire, in una terra incognita. politica e invece, in vincitori riuscirebbero un sistema divena tornare diritti. NesInvece è una terra conosciutissima. tato compiutamente suno si faccia illusioTutto d’un tratto, un salto all’indietro maggioritario, aprirni. Finiremmo in una di trent’anni. Che bello! È come se si una contesa per la terra più incognita ci fosse condonato un trentennio di sua posizione ormai che mai. Riaffidati a età. Ma piegati per trent’anni, nepcompiutamente conuna democrazia dei tendibile. Come la partiti, dei partiti di pure i vincitori del No riuscirebbero un tempo, defunti da vita... a tornare diritti. L’italia infatti, in troppo tempo, non riD. Come la questo caso, sarebbe riaffidata a una usciremmo neppure a vita? democrazia dei partiti, dei partiti di ritrovare le sedi né a R. Come la vita, un tempo, defunti da troppo tempo decifrare le insegne. la politica è soprattutto dinamica. Le D. Beh, allora imregole contano ma, maginiamo anche a decidere del gioco, sono i giocatori. In un il giorno dopo la vittoria del Sì. R. In questo, almeno, lo spartito è scritto. caso dipenderebbe dalla capacità di Renzi a Quanto all’esecuzione niente è scontato. Ma giocare come uno tra molti. D. Nell’altro? almeno la direzione è stata tracciata. R. Nell’altro caso dalla disponibilità di leD. E Renzi? R. Anche il suo futuro è tutto da vedere. ader alternativi capaci di sfidarlo. twitter @pistelligoffr Leggo in giro profezie che troppo in fretta lo danno morto nel caso di vittoria del No e, © Riproduzione riservata Alfano e compagnia la partita sia chiusa. Mi pare evidente che abbiano scelto di confermare l’alleanza con Renzi». Micciché s’è detto disposto, invece, a fare una chiacchierata col dissidente del Pd, Fabrizio Ferrandelli, fondatore del movimento I coraggiosi e aspirante sindaco di Palermo. Al di là dei candidati, quel che conta è rilanciare Fi in Sicilia. «Sono stanco di una Forza Italia moscia», ha

sottolineato Micciché. «C’è chi grida e poi non fa nulla. Urla contro Renzi e contro i grillini, ma non parla dei nostri programmi. Rottamiamo tutti. Fatelo anche con me, se volete. Ma torniamo a vincere». «Io non sarò sicuramente come Berlusconi», ha spiegato Parisi dopo aver elogiato l’ex presidente del Consiglio per le sue capacità d’interpretare il pensiero degli elettori. «Dobbiamo fare una squadra con persone ed

energie nuove». Pd e Udc, che formano l’asse dell’esecutivo regionale, per il 2017 sembrano intenzionati a scaricare l’attuale governatore, Rosario Crocetta. M5s, che punta ad amministrare la sua prima regione, s’affiderà, come sempre, alle votazioni online. Fi, invece, ha scelto la sede della Leopolda siciliana per lanciare Prestigiacomo. La corsa per la Sicilia è iniziata. © Riproduzione riservata

VUOLE ABOLIRE LE PREFERENZE (CHE NON SONO PREVISTE DALLA LEGGE) PER L’ELEZIONE DEI CAPILISTA

Scalfari ha chiesto a Renzi di togliere dall’Italicum delle cose che non ci sono. E Renzi ha subito acconsentito DI

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CESARE MAFFI

ugenio Scalfari è soddisfatto: ha lanciato le sue proposte di riforma elettorale, sia a Matteo Renzi sia a Gianni Cuperlo, rimanendone appagato. Infatti nell’ultima sua predica conclude la sezione dedicata all’italicum con questa confortante affermazione: «A me sembra un esito positivo per il Paese, sempre che le cose vadano così». Va detto che il Fondatore si contenta di poco. Non lo diciamo per preconcetta malevolenza, bensì rifacendoci proprio a quanto lui stesso rievoca, lieto per aver persuaso tanto il presidente del Consiglio quanto il suo maggior avversario interno della bontà delle proprie tesi, al cui accoglimento aveva subordinato il proprio sì referendario. Vediamo, qua e là, alcune richieste scalfariane. Secondo Scalfari, Renzi «doveva abolire le preferenze che l’italicum prevede per l’elezione

dei capilista e che sono la fonte di potere per il lobbismo, persino mafioso». Detto fatto: «La risposta è stata subito positiva». Non v’è dubbio: l’italicum non prevede preferenze per i capilista, che sono bloccati. È stato dunque facile per Renzi assicurare che non ci sarebbero state preferenze per i capilista: gli basta non mutare la legge, nel punto specifico. Come Scalfari si sia messo in testa che l’italicum preveda di esprimere preferenze per i capilista (sarebbe una contraddizione in termini) non si comprende proprio. Altra incredibile esternazione di Scalfari, è la pressione su Renzi affinché faccia «svolgere le elezioni soltanto in collegi uninominali a largo e non a piccolo spazio territoriale». O i collegi sono uninominali, e dunque a «piccolo spazio»; oppure sono a «largo spazio territoriale», e allora non sono uninominali. Renzi ha garantito a Scalfari che «avrebbe molto riflettuto su questi suggerimenti alcuni dei quali (il voto

soltanto nei collegi) avrebbe comunque accettato». Che Renzi ci debba riflettere a lungo non c’è dubbio, se non altro perché gli riesce difficile capire che cosa intenda sostenere Scalfari. Quanto all’accettazione del «voto soltanto nei collegi», non si comprende quali sarebbero questi collegi. Non pago di rompere le scatole a Renzi, il quale avrebbe altro da fare che perder tempo con le elucubrazioni di Scalfari (a onore del quale va però detto che lo stesso papa Bergoglio ha buttato via alcune ore per stargli dietro), Scalfaro ha disturbato pure Cuperlo. È stato rassicurato: «Cuperlo aveva pensato ed esposto proposte molto simili alle mie». A quanto risulta però, i progetti di Cuperlo sono abbastanza lontani da quelli di Scalfari, se non altro perché devono rispondere a concrete riforme e non a voli pindarici. L’ex direttore di Repubblica giudica positivo che sia stato nominato «un comitato del Pd composto

da cinque membri due dei quali dei dissidenti», anche se alla minoranza è stato riservato un posto solo, occupato proprio da Cuperlo. Scalfari è infine felice perché le modifiche all’italicum saranno «portate al voto della Camera nel prossimo gennaio», dimenticando alcune circostanze: nulla si sa dei contenuti; il comitato dovrà discutere con le opposizioni; fin dopo il referendum non s’intende procedere; si attenderà l’esito del giudizio aperto di fronte alla Corte costituzionale. A Scalfari, in ogni caso, basterà la sensazione di avere, lui da solo, fatto mutar parere al Pd e ottenuto la desiderata riscrittura dell’italicum. Potrà dunque passare nel fronte del sì, senza drammi di coscienza. Quando davvero l’italicum fosse mutato, vedremo quanti dei progetti scalfariani saranno stati accolti: Scalfari e potrà a quel punto accusare Renzi, Cuperlo & C. di aver tradito gli impegni. © Riproduzione riservata


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