Intervista a Mario Sechi, 07/06/2016

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Martedì 7 Giugno 2016

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Mario Sechi: a Milano il Pd non ha vinto perché Sala rincorreva i residuati della sinistra

Adesso Renzi deve fare il renzista

Deve recuperare i ceti produttivi e gli ambienti moderati D. Ma Giachetti, già che D. E dunque dalle ammiD. Il Pd ha vinto in centro l’ha nominato, che avrebbe nistrative come si va alla e ai Parioli, infatti. R. Avrebbero fatto molto di dovuto fare e cosa dovrà scadenza di ottobre? e ha viste tante, Mario R. Una sconfitta del Pd rafpiù se ci avessero fatto anche fare in queste due settiSechi, pur non avendo forzerebbe quel quadro, fin qui campagna elettorale, perché, mane? ancora 50 anni. SiccoR. Anche lui non si può un po’ sgangherato, di forze, in quelle aree, c’è un bacino me questo sardo di elettorale enorme, che oggi non permettere di non includere, movimenti di opinione e partiti Cabras (Or), classe 1968, fa il ha una casa politica. E non l’ha di non fare una campagna per il «No». giornalista da quasi la metà dei aperta. E di parlare di ceti D. Anche in quel caso la ancora trovata. suoi anni, da semplice cronista D. Vale anche per Mi- produttivi, perché no? Perché comunicazione politica stio direttore che fosse, ha visto nello stesso anno, i famosi le «Pd pre-renziano» non lano? tante e tante volte sorge e traR. Certo. Se Sala avesse par- investimenti immobiliari a funziona. montare il sole sui Palazzi delR. Anzi, lì ci vuole il renzismo lato ai ceti produttivi, alle par- Roma sono stati solo 880 mila politica. E stamane, dopo la tite Iva, ai piccoli imprenditori, lioni. Capisce? Una palude. all’ennesima potenza, lì il preprima tornata amministrativa, mier deve conquistare la mente alle fabbriche che restano e a Per fortuna... il suo parere è prezioso. e il cuore di milioni di Italiani, chi ci lavora, avrebbe vinto al Domanda. Sechi, da dove D. Per fortuna? primo turno. Invece un buon cominciamo? R. Per fortuna a toccare que- chiedendo loro se vogliono fare Mario Sechi candidato ma senza coalizio- sti temi ci ha pensato la sua uscire il Paese dall’immobilismo Risposta. Dal Pd, e da dove Nazareno, anziché affron- ne, come Stefano Parisi, lo lista, che aveva all’interno un oppure no. Perché il rischio più vuol cominciare? grande non è che D. Una «non-vittoria» ha tare il mare aperto, ha co- costringe al ballotRenzi vada a casa. ironizzato qualcuno stama- steggiato la penisola della taggio. Ma le sembra possibile che nel 2016 il diD. E quale, alD. Che avrebbe ne, rovesciando su Matteo vecchia sinistra. battito nel Pd sia ancora sull’Anpi mentre R. È così, anche se Renzi, dovuto fare Sala? lora? Renzi la celebre fra di Pier R. Che l’Italia R. Sala sarebbe Luigi Bersani dopo le poli- stamane (ieri per chi legge, viene giù il mondo? Nel 1992 Bill Clinton resti inchiodata qui tiche del 2013. Ma alla fine, ndr), ha ribadito che il suo è un dovuto partire da battè George W. Bush con uno slogan ancora per 15-20 mi scusi, la sorpresa dov’è? Pd a vocazione maggioritaria. un dato semplice. Sa semplice: «Its the economy, stupid». Cioè: anni di immobiliRoma veniva data per per- Ma la maggioranza si fa solo quanti sono stati gli «È l’economia, stupido». Dell’economia includendo. smo. investimenti immosa, Milano, in bilico... e del reddito degli italiani si parla troppo D. Sechi, ma non sarà biliari, di real-estate D. Renzi che R. Aspetti, aspetti. Sulla deve fare, dunCapitale lei ha ragione, ma il che, con l’ansia di negare intendo, a Milano, poco nelle direzioni del Pd que? capoluogo lombardo è molto, il Partito della nazione alle l’hanno scorso? R. Non inseguire D. Me lo dica lei. molto in bilico. E questo di- porte, Renzi sia rifluito nel R. Quattro miliar- gruppo denominato WikiRo- più i residuati bellici di questa pende, a mio avviso, di e mezzo di euro. ma. Senza la Lista Giachetti, sinistra novecentesca e dimodalla qualità della A Milano i Pd hanno trasformato un Il candidato del cen- le faccio notare, non ci sarebbe strare di voler fare un salto campagna elettorale gentleman come Sala (sempre in giacca trosinistra avrebbe stato il candidato Giachetti al verso il mondo nuovo. del Pd. D. Riposizionarsi? dovuto dire, a quei ballottaggio, il candidato dem D. Ossia? e cravatta, Mister Expo) in un sessanR. Non serve, lui queste cose ceti produttivi: con- sarebbe fritto stamane. R. Se lei guarda tottino scamiciato. Se vuol vincere, il le ha sempre dette, le ha esplitinueremo a spini voti del Pd, dove li D. Dunque cosa c’è deve Pd deve riuscire e motivare (accanto gere, ad attrarre, fare in queste due settima- citate, ora serve passare dalla ha presi e dove li ha agli elettori che hanno già votato Sala) teoria alla pratica. a modernizzare ul- ne, il Pd di Renzi? perduti, realizza il anche altri votanti, soprattutto chi è D. Ma l’intesa con Denis teriormente, a fare difetto mostruoso di R. Tutto è legato alla caparimasto a casa. Una sconfitta a Milano in modo che questa cità di espansione del bacino Verdini non va in questa questa campagna per città sia ancora più del Pd. Diamo pure per persa direzione? le amministrative e indebolirebbe infatti Renzi al referendum capitale europea di Roma. cioè che la comunicaR. Ottima, come elemento quanto non lo è già. zione politica di quel D. Così drastico? per il gioco parlamentare. Ma Cioè doveva parlare alla claspartito è tornata ante-Renzi. E vecchio Pd? R. Massì, la testa della Lupa la battaglia è la fuori: casa R. Lo temo. E le dico un’altra se dirigente che fa opinione e capitolina era stata offerto ai per casa. E la battaglia non è questo non va bene. D. Spieghiamo il per- cosa: lo chiamassero come vo- smuove quel voto moderato, grillini su vassoi d’argento da a tener dentro il Pd, Bersani o gliono, Partito della Nazionale, che a Renzi serve lassù come Ignazio Marino e, prima, da Gianni Cuperlo. Se il governo ché? R. Perché il Pd deve mostrar- del Castello, Trasnazionale, ma in tutta Italia. Gianni Alemanno. Renzi non cambia l’Italia, vale D. E invece, gia nelle prisi un soggetto aperto, inclusivo se è a vocazione maggioritaria D. A Milano, viceversa? quanto qualsiasi altro esecutidi altre esperienze politiche, deve parlare alla maggioran- marie, a Sala hanno tolto R. A Milano il Pd deve vo. Mi spiace, ma è così. degli elettori moderati incerti. za degli Italiani. E motivare gli elettori D. Che cosa lo blocca? quella maggioranza D. Non è stato così? che hanno già votaR. Probabilmente anche una Renzi non può permettersi di inseguire R. Eh no, che non lo è stato. oggi, in Italia, per to Sala, cercare altri schiera di turborenzini, quei i residuati bellici di questa sinistra Il Pd, in questa comunali, si è ragioni strutturali, voti, soprattutto di collaboratori più realisti del re, andato rivolgendo sempre più demografiche, sochi è rimasto a casa, che gli dicono quello che ritennovecentesca e deve invece dimostrare, al recinto tradizionale della ciologiche, la sinifacendo un minimo di gono lui voglia sentirsi dire. È con le parole e i fatti, che vuole fare sinistra, ha fatto un discorso stra non ce l’ha. analisi sul perché e, già successo con Silvio Berluun salto verso il mondo nuovo, senza identitario, ha parlato di pericome le dicevo, met- sconi d’altronde. E accade con D. Dove si è perdere tempo per vellicare gli sconfi tti. ferie alle periferie. tersi in caccia dei ceti qualsiasi leader forte. Ma le evidenziata magLa sua battaglia non è quella di tenere D. Perché, secondo lei? produttivi, piegando pare possibile... giormente questa dentro al Pd, Bersani o Cuperlo, ma di R. Guardi, ci risiamo, ancora vecchiezza piddise del caso l’offerta D. Che cosa? una volta col pas d’ennemis à na? politica pre-esistente R. Che il Pd abbia dibattuto modernizzare il Paese gauche, nessun nemico a sinio creandola ex-novo non so quanto sui partigiani e R. Prenda Roma. stra. se non c’è. Attenzio- la Costituzione? Ma ci poteva Nell’Urbe, FabriD. Ossia la paura delle zio Barca, che non si capisce la cravatta. ne che la cosa non può essere essere una discussione più surR. Hanno trasformato un presa sottogamba, in funzione reale? E i dibattiti in direzione erosioni di consensi da perché sia stato imbarcato, ha quel lato? sulle unioni civili, mi scusi? detto che il programma pre- gentleman in giacca e cra- referendum. R. Renzi s’è preoccupato sentato a Roma è più a sinistra vatta, mister Expo, un postD. Anche lei proietterebD. Per la cui legge anche sessantottino scamiciato. be un eventuale insuccesso lei si è schierato, se non ridi Bersani, degli scissionisti di prima. Guardi che Milano è città di in materia comunale, su cordo male. alla Stefano Fassina, di quel D. Non andava bene? che resta dei vendoliani. Ma R. Certo, una legge imporR. Se c’era una cosa di cui spietata concretezza, per que- problemi amministrativi, insomma, come i dati hanno il Pd aveva bisogno nella Ca- sto il populismo non attecchi- cioè da questioni che van- tante. Ma secondo lei, quando dimostrato, quell’offerta poli- pitale era la discontinuità col sce. E poi ha una tradizione no dalle buche al traffico, a un elettore andrà a votare sul tica è scaduta, il Pd non può passato e, al tempo stesso, di buona amministrazione, di una sfida sulla possibilità di referendum, a ottobre, lo farà perdere tempo a inseguire loro l’apertura. Hanno finito per centrodestra e centrosinistra. riformare la Costituzione? pensando a quella norma o a e temere che facciano perdere fare una retorica popolare Sala parli innanzitutto ai ceti R. È inevitabile. Per la perso- come la sua famiglia sbarcherà alvoti. Muoversi in questa di- ma senza popolo. Sono andati produttivi, non deve prende- nalizzazione che Renzi ha fatto il lunario negli anni a venire? rezione è un’operazione di pic- nelle periferie, dove si capiva re il consenso degli impiegati di questa sfida, dal cui risultato Sa come vinse Bill Clinton la colo cabotaggio, e si finiscono benissimo che non li avrebbe- comunali come Roberto Gia- ha fatto dipendere il suo futuro campagna presidenziale contro per perdere di vista i tanti che ro votati, e infatti han votato chetti a Roma, sapendo che, politico. E, d’altra parte, se non George W. Bush nel 1992? restano a casa. il M5s con le sue espressioni fra diretti e indotto, significa l’avesse fatto lui, lo avrebbero un bacino di 70mila voti. D. Insomma la nave del di massima demagogia. fatto i suoi avversari. continua a pagina 8 DI

GOFFREDO PISTELLI

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Che aveva scelto e imposto, come sindaco della capitale, un pasticcione come Ignazio Marino

A Roma, Renzi paga per Bersani

La sconfitta di Napoli risale a Bassolino e Jervolino desima esperienza dei messinesi che, per dispetto con i partiti er chi ne dubitasse e vo- tradizionali e le ruberie dei ras lesse mettere in campo locali, hanno votato il sindaco più o meno strampalati clochard, una macchietta delle teoremi, va sottolineato cui inesistenti doti di governo che anche le elezioni di dome- si sono presto resi conto. E, se nica hanno dimostrato che la il grillismo vincerà nella capipolitica è una scienza esatta. tale, sarà esposto sul fronte dei Prendete, per esempio, Silvio problemi irrisolti e su relazioni Berlusconi: gli errori commes- fuori dalla portata della compasi, soprattutto dal 2013, hanno gnia di sbandati che costituisce portato alla dissoluzione del il suo gruppo dirigente (al netto centro-destra e alla nascita di del regista Casaleggio). Una prova, Roma, che un polo di destra, potrà essere libecostituito dalla ratoria per i deLega Nord e da mocratici italiani, Fratelli d’Italia. consapevoli della Nell’economia natura autoridella politica nataria del movizionale un’area mento e, quindi, marginale che preoccupati dalle potrà governare derive che potrà al massimo qualinnescare. Al riche comune, anguardo, sarebbe che se ha sfiorato un forte atto poil ballottaggio litico approvare romano. Il centro rapidamente la del centro-destra, Pier Luigi Bersani legge che discicioè Berlusconi e plina i partiti imla sua Forza Italia, è ridotto - e di molto - sotto ponendo uno statuto e una geil 10%. E, in assenza di qual- stione democratici. Comunque, siasi possibilità di riaggregazio- passare dall’opposizione totale ne con la destra (salvo il caso al governo totale comporta per Milano dove vince la persona- i 5 Stelle un solo rilevante rilità di Stefano Parisi, di cui schio: non riuscire e, non riusentiremo parlare sempre di scendo, dimostrare all’Italia la più sia in caso di vittoria, pro- pochezza sospettata. Su Roma, va ricordato babilissima, che di sconfitta), al Cavaliere non resterebbe che i grillini hanno avuto un che fare i conti con la realtà e successo atteso, ma, comun«gestirsi» le restanti e discreta- que, strepitoso, dopo l’ammimente consistenti truppe par- nistrazione Alemanno e la lamentari: utilizzabili solo nel breve esperienza Marino. caso in cui decida di fare marcia Soprattutto su quest’ultima indietro e riprendere la strada vanno ricercate le ragioni della della coerenza sul referendum sconfitta del Pd. Marino è un regalo che s’è fatto Bersani. costituzionale. Il Movimento 5Stelle con- La sua «crescita» nel partito ferma le sue chanches e supera è tutta dovuta a quel pezzo di se stesso soprattutto a Roma e a «estabilishment» che proviene Torino. Se vincerà nella capitale, dai ranghi del Bottegone, grai romani affronteranno la me- tificato dal fatto che uno scienDI

DOMENICO CACOPARDO

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SEGUE DA PAGINA 7 D. Come? R. Con uno slogan semplice: «It’s the economy, stupid». Cioè «è l’economia, stupido». Dell’economia e delle condizioni generali del Paese si sente parlare ancora poco. Renzi deve decidere se quello che c’ha mostrato fino ad adesso è una puntata pilota del suo film politico, qualcosa che si può anche accantonare, o se può essere una serie vera e propria. D. E quale serie? R. Ci deve spiegare se vorrà fare House of Cards o una telenovela brasiliana. D. Tipo Ciranda de pedra, cuore di pietra, se la ricorda? R. Di più. Il Pd, oggi, sembra tornato a: «Pedro bevi, qualcosa», dei grandissimi, Lopez, Solenghi e Marchesini. D. Ossia, nemmeno la telenovela carioca ma la sua parodia del Trio? R. Esatto, con Renzi che fa Pedro-Lopez, Bersani che fa Solenghi e Maria Elena Boschi che fa la Marchesini. Ma aldilà delle battute, il premier deve lasciar perdere quella sinistra: non ci perda più tempo, con tutto il casino che c’è fuori! ziato abbandonasse la scienza per dedicarsi alla politica italiana. Una gratificazione che, purtroppo, non ha suggerito nessun interrogativo. In sostanza, l’anno scorso non c’era alternativa al dimissionamento di Marino. Anzi, l’unica alternativa era tenerlo ancora lì e subire una disfatta peggiore dato che l’attesa avrebbe solo aggravato lo «score». Complesso è, in ogni caso, il discorso sul Partito democratico, la forza di maggioranza relativa che, secondo le alate parole di Pier Luigi Bersani (uno dei vertici della storia dell’ipocrisia politica nazionale), «Non ha perso» le elezioni politiche generali del 2013. Matteo Renzi, con realismo e visione, ha deciso di portare il partito sulla via che

D. A che si riferisce? R. Prenda Brexit, mi scusi. D. Lei dice che se la Gran Bretagna sbattesse la porta europea... R. Intanto oggi la sterlina è andata giù perché quelli del «Leave», ossia i fautori dell’uscita sembrano avanti. Ma se succedesse? Come lo raccontiamo agli Italiani? Che risposte stiamo predisponendo? E se qualcuno chiedesse un referendum anche da noi? E se tornasse l’idea di un’Europa a due velocità, teorizzata da Wolfgang Schauble addirittura negli anni ‘90? D. E il referendum costituzionale come c’entrerebbe, mi scusi? R. C’entrerebbe perché Renzi e il Pd dovrebbero essere pronti a raccontare alla gente che passare al monocameralismo di fatto, snellendo i processi legislativi, e abolire il Titolo V, perché devi infrastrutturare il Paese e non puoi lasciarlo alla legislazione concorrente delle Regioni, è una risposta anche quello scenario economico nuovo. twitter @pistelligoffr © Riproduzione riservata

aveva indicato (non attuandola) Veltroni, quella del partito a vocazione maggioritaria. Per riuscirci, non poteva seguire gli orfanelli della sinistra comunista in cerca di un radicalismo senza prospettive. E fanno tenerezza oggi i Fassina, i Bersani, gli Speranza che invocano una svolta a sinistra. Se Renzi volesse perdere dovrebbe seguire il loro suggerimento. Del resto sono specialisti in sconfitte: a posteriori si capisce come le vittorie di Berlusconi del 2001 e del 2008 non ci sarebbero state senza l’inconsistenza politica della sinistra post-comunista e post-democristiana. Più grave di Roma, per il Pd è il caso Napoli. Il successo di de Magistris dimostra ancora una volta che i guai di quella città non sono dovuti

al destino cinico e baro, ma ai napoletani stessi, contemporaneamente vittime e carnefici di se stessi. Ma una responsabilità precisa e irredimibile del disastro la portano Bassolino e la Jervolino, gli ultimi due sindaci, con poteri proconsolari, vittime, il primo, d’una spiccata (e inattesa) vocazione al clientelismo, la seconda della propria insuperabile inconsistenza, di cui del resto aveva dato prova da ministro dell’interno (capo di gabinetto Ferrante, noto al pubblico milanese). Ora, a Renzi, rimane una «Mission impossible»: vincere il referendum e condurre l’Italia nella contemporaneità. Può riuscirci. Il resto «È saponata». www.cacopardo.it © Riproduzione riservata

IL CORSIVO

I candidati sindaci se ne guardano bene dal dire cosa vogliono fare. Si limitano a dire che vogliono cambiare pagina DI

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ISHMAEL

irginia Raggi, un po’ nel pallone, parla a scatti, con sorrisi stentati: una frase una pausa sorriso, una pausa una frase sorriso. È molto soddisfatta perché, dichiara, «il vento è cambiato», pausa, sorriso, «signori, il vento è cambiato». Al solito non dice granché, ma nessuno, naturalmente, dice granché: da noi il piatto dei propositi politici piange da un pezzo. In Italia la politica è più apparire che essere, più forma che contenuto. A Roma, frasi fatte (e pause e sorrisi) a parte, non si è sentito nulla. Erano tutti contro la corruzione, tutti contro la «mafia degli appalti», tutti decisi a rivoltare la capitale come un calzino, tutti contro l’infiltrazione dei peggiori malavitosi (ex terroristi, ex

Banda della Magliana, assassini con- in cui l’antipolitica pesa di più, tipo Naclamati) nei banchi e dietro le quinte poli e (a sorpresa) Torino. Ma vale anche per città più piccole, giornalisticamente dell’amministrazione comunale. in ombra. MolTutti erano to rumore — chiaramente L’antico capitale identitario dei pause, sorrisi, e ragionevolpartiti più o meno tradizionali è frasi fatte — e mente contro svanito da un pezzo, come le sopoi il nulla. ladri, estorsoRaramenri, rapinatori e stanze di famiglia scialacquate da te c’è stato strozzini. Non eredi irresponsabili. Centrosinistra e un tale bisosi capiva, però, centrodestra non possono più vivere gno di sentire a che cosa foso vivacchiare di rendita, come fino a i politici e/o sero favorevoli pochi anni fa, in un mondo più semgli antipolitici (sempre a pardire qualcosa te le frasi fatte, plice. Ma sono incapaci, ahiloro, di di concreto e tipo «voltare procurarsi altrimenti la pagnotta di utile (sui pagina», pautemi all’ordine sa, e «restituire bellezza», sorriso, alla città). Vale per del giorno, tipo immigrazione, disoccuRoma e per le altre «grandi realtà me- pazione, pensioni) e raramente i politici tropolitane», in particolare per le città e/o gli antipolitici hanno detto di meno.

Non hanno nulla da dire, o non gli viene in mente nulla. Questo abbassa, inevitabilmente, il livello intellettuale del confronto politico e scoraggia una parte via via più consistente dell’elettorato a disertare le urne. A parte i pentastelluti, che al momento possono ancora contare su un mezzo vantaggio per così identitario, in quanto «sono antisistema e contro la cricca europeista», come dice Matteo Salvini con invidia, l’antico capitale identitario dei partiti più o meno tradizionali è svanito da un pezzo, come le sostanze di famiglia scialacquate da eredi irresponsabili. Centrosinistra e centrodestra non possono più vivere o vivacchiare di rendita, come fino a pochi anni fa, in un mondo più semplice. Ma sono incapaci, ahiloro, di procurarsi altrimenti la pagnotta.


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