Intervista a Sergio Rizzo, 15 novembre 2016

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Martedì 15 Novembre 2016

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Lo dimostra Sergio Rizzo nel suo libro dal titolo: «La repubblica dei brocchi» (Feltrinelli)

In Italia è scomparsa la vergogna E ai vertici si insediano personaggi privi di qualità che è sotto i nostri occhi: la fine al mondo in cui i termini per - resto anche convinto che, della vergogna. essendo appunto classe dirila prescrizione scattano dal D. Lei apre il libro con momento in cui il reato è stagente, un po’ meglio di noi lo on La repubblica dei debbano essere davvero. Non brocchi, appena uscito questa riflessione: non ci to commesso e non da quando può andar bene che un miper Feltrinelli, Sergio vergogniamo più, dice, e è stato scoperto. nistro dell’Istruzione, FranD. Bisognerebbe spostaRizzo, grande firma cita molti a sostegno della cesco D’Onofrio, sbagliasse del Corriere della Sera, prose- sua tesi, da Papa Francesco re su questo secondo moil congiuntivo, «vorrei che ne mento la decorrenza del gue il lavoro quasi decennale a Piercamillo Davigo. R. La fine della vergogna è termine, secondo lei? parliamo», disse una volta, di denuncia dell’Italia della o che un altro, Mariastella R. Certo, come sono del furbizia, della mediocrità e del- una delle principali cause del Gelmini, pensasse che fra il la corruttela. Quasi decennale degrado che viviamo, perché parere che, alcuni reati, debCern di Ginevra e l’Istituto bano essere imnel senso che nel 2007 del Gran Sasso fosse stato perscrittibili, come scrisse, con Gian AnLa fi ne della vergogna è una delle princostruito un tunnel. lo è l’omicidio. E tonio Stella, La Casta cipali cause del degrado che viviamo, D. Attraverso il quale perché non anche (Rizzoli), che non tratperché questo sentimento era l’estremo far passare i neutrini... la corruzione, i cui tava di bramini e paria Sergio Rizzo baluardo del senso di responsabilità: la R. ...o che si sia sentito in effetti devastanti indiani ma dei politici un consiglio regionale, quello sono sotto gli occhi italiani e dei loro privilesanzione sociale a una cosa sbagliata. di tutti? aver detto che una vittima dal- del Lazio, un consigliere dichiagi, a volte del loro malafLa vergogna era la più potente delle D. Perché, secon- le Brigate Rosse era «un gran rare d’essere «breve e circoncifare. Stavolta il racconto, sanzioni. Prenda Karl-Theodor Zu Gutso». do lei, in Italia ab- rompicoglioni». per 272 pagine, conduce tenberg, ministro tedesco della Difesa D. Lapsus freudiani... biamo questo tipo D. Il povero Marco Biagi. il lettore alla scoperta che s’è dimesso per aver copiato la tesi R. Macché, Francesco di prescrizione? R. Da quella volta, Scajola ha delle inadeguatezze delR. È il segno di un rifatto il ministro per ben due Storace, presidente di turno la classe dirigente italiadi dottorato. Si dimise perché, autentico degrado volte. Ora, senza voler infierire, dell’aula, lo corresse e l’altro, na: politici, magistrati, dopo quella scoperta, non poteva della classe dirigen- ma in Francia e in Germania Antonello Aurigemma, riprofessionisti, professori guardare in faccia i colleghi te, specialmente di sarebbe successo? Non credo. badì deciso: «No, circonciso». universitari, dirigenti quella che fa le leggi, Guttemberg era un astro nadello Stato ma anche maD. Bissato esattamente nager del privato. Rizzo, classe questo sentimento era l’estremo ossia i politici. Non hanno mai scente della Cdu ed è sparito. dal giovane brianzolo gril1956, nato a Ivrea ma lucano di baluardo del senso di responsa- fatto una norma con una pre- E per molto meno, per una tesi lino, Davide Tripiedi, depuDna, giornalista economico di bilità: la sanzione sociale a una scrizione diversa perché, sennò, copiata, non perché gli abbiano tato. Lei dedica un intero lungo corso - fu anche a Mila- cosa sbagliata. La vergogna era colpirebbe loro stessi. Ma vorrei regalato una casa. capitolo a questo florilegio D. Lei racconta come la poco commendevole di vari no Finanza - oggi dirige il dorso la più potente delle sensazioni. tornare al caso Scajola. nostra classe diri- politici. romano del Corriere. Prenda quel ministro gente sia mediaDomanda. Rizzo, a legge- tedesco che s’è dimesso R. Non è un esercizio di È scomparso anche il senso di responmente peggiorata. scherno, mi creda. È grave che re questo suo nuovo pam- per aver copiato la tesi sabilità perché nessuno si prende, la Perché, prima era Aurigemma scrivesse in un phlet, si ha l’impressione di di dottorato. responsabilità che si distribuisce dentro migliore? Siamo di emendamento «un’unità» sentrovarsi di fronte alla riediD. Si chiamava Karluna lunga filiera. Alla fine la responnuovo al «si stava za l’apostrofo e scambiasse il zione del suo primo lavoro Theodor Zu Guttenmeglio quando si budget col badge. Aurigemma con Stella, solo che il titolo berg, ministro della sabilità non è di nessuno. Trasporti: il stava peggio»? adeguato, oggi, potrebbe es- Difesa. era stato in precedenza assesComune non riesce a farli funzionare, R. Non che prima sore ai Trasporti nella giunta di sere Le Caste, al plurale. R. Sì, e si dimise perperché mancano i fi nanziamenti, che brillassimo, mi ricor- Gianni Alemmano a Roma: a Risposta. No, quella casta ché, dopo quella scoperta, gli devono arrivare dalla Provincia, do il meraviglioso Paté lui faceva capo l’Atac, coi suoi era una cosa precisa. Sarei non poteva guardare in che li attende dalla Regione, che dice: i d’animo, libro di Gui- 12mila dipendenti e coi problecontrario a usarla in modo ge- faccia i colleghi. Faceva do Quaranta. nerico, si rischia una semplifi- il ministro e non si sa mi che ormai tutti conosciamo. trasferimenti li fa lo Stato centrale, D. Compianto cazione eccessiva. D. Sì ma torniamo alle più neppure dove sia il quale ricorda che l’Europa impone cronista parlamenD. Allora chi sono i prota- finito. Ma per tornare cause, Rizzo. un tetto al deficit. Ecco fatto tare di L’Espresso. gonisti di questo suo libro? all’Italia, nella nostra R. L’analisi più corretta l’ha R. «Patè d’animo» fatta il professor Antonio MerR. Hanno ognuno caratteri- classe dirigente, s’è fatta D. Lei, nel libro, lo descri- fu appunto lo sfondone pronun- lo, che insegna all’Università stiche diverse e il tema di cui strada l’idea di una sostanziale si parla attraversa tutta la so- impunità e la vergogna, di con- ve per filo e per segno. Ma ciato da un politico intervenuto della Pennsylvania, quando cietà, senza rispetto di nessuna seguenza, non c’è più, non cor- dal lato giudiziario è chiaro: in aula. Una delle tante smar- parla di «mediocrazia», spiecategoria. Ha a che fare con del- risponde a più a una sanzione l’ex-ministro è stato assolto ronate raccolte in tanti anni di gando che se classi dirigente in primo grado e prescritto lavoro, fra la tribuna, la sala procedono per cooptazioni, il le mutazioni sociologiche anche sociale. stampa e il Transatlantico. E livello scende inesorabilmente. profonde. D. Infatti lei, in quel capi- in appello. R. Sì ma è una vicenda em- del resto anche, Mario ScelD. Ossia? D. Lei parla anche di matolo, colleziona le citazioni R. Parlo del senso di respon- di molti protagonisti di vari blematica, dalla quale si nagement privato sabilità, ormai perso del tutto. scandali, che si dichiarano capiscono molte cose. A e – complimenti – di La nostra classe dirigente, prima era D. Perché? Rizzoli, l’editore del assolutamente sereni. Un me una casa non l’hanmigliore? Guido Quaranta scrisse il no mai regalata, non mi R. L’abbiamo perso perché tripudio di «sono sereno». suo giornale, citanlibro Paté d’animo. Era lo sfondone abbiamo cominciato a mettere do il caso di Pietro R. Il punto è questo: se non c’è è mai capitato. di un politico in aula. Anche, Mario D. Neppure a me. troppo roba in mezzo, troppi più nemmeno la sanzione penaScott Jovane, exR. Eppure lì abbiamo passaggi, fra la testa e la coda le, anche la vergogna svanisce. amministratore deScelba, che fu pure presidente del Condi un sistema e, inevitabilmen- La sanzione penale evapora con una confessione, quellegato. siglio, quando incontrò, Pierre Mente, quando la filiera si allunga, la prescrizione: non si sa più se la di un architetto, che R. È un caso singolades France, rispose con un «piacere, il rimando diventa la regola. uno è colpevole o innocente, non portava assegni circore, di «buona entrata», Mario Scelba, Italia». Però, anche se lari per conto di un imNessuno se la prende, la re- arrivi al terzo grado. ossia un premio perché sono del parere che la classe politica sponsabilità, e si distribuisce qualcuno assume un D. Ma alla prescrizione prenditore, e un politico dentro la filiera. Alla fine la re- si può anche rinunciare, che si faceva omaggiare, incarico, dato nel pieno rappresenti il paese, essendo appunto sponsabilità non è di nessuno. quando si è imputati. di una crisi societaria. ma che era fuori dalla classe dirigente, un po’ meglio di noi Ci sono casi classici. Credevo esistesse solo R. Sì, ma prenda la vicenda stanza nel momento lo debba essere davvero D. Del tipo? la «buona uscita». Ma di Antonio Scajola. in cui i danari venivaR. Pensi ai trasporti. Il Comuben più emblematico, D.Che, in primo grado, fu no versati e per questo ne non riesce a farli funzionare, assolto per la casa con vista un giudice lo ha assolto: ba, che fu pure presidente del fu quello di Elio Catania, che tipicamente perché mancano i Colosseo acquistata «all’in- non c’è la prova che sapesse. Consiglio, quando incontrò il usciva con un bilancio disafinanziamenti, che gli devono saputa». suo omologo francese, Pierre stroso da Trenitalia e veniva arrivare dalla Provincia, la R. E in appello fu prescritto, D. Lei mi vuol dire che la Mendes France, rispose al chiamato ai vertici dell’azienquale li attende dalla Regione, rinunciò cioè a rinunciare alla verità giudiziaria può an- saluto con un «piacere, Mario da tranviaria milanese, l’Atm. che dice: i trasferimenti li fa lo prescrizione, diciamo. Quindi, che divergere dalla verità Scelba, Italia». Però... Aveva alle spalle un buco e gli Stato centrale, il quale ricorda può giustamente dire di non morale? D. Però? fu dato un nuovo incarico? AnR. Però, anche se sono del pa- che lui aveva avuto la buona che l’Europa impone un tetto al essere mai stato condannato. R. Certo che sì. E funziona deficit. Ecco fatto. Ma, oltre alla La prescrizione è infatti una peggio o meglio? Funziona peg- rere che la classe politica rap- entrata a Trenitalia. sparizione della responsabilità, cosa meravigliosa, un sistema gio, siamo seri. Peraltro Scajo- presenti il Paese - li votiamo, e c’è un’altra concausa di quello codificato: siamo l’unico paese la si è dimesso da ministro per sono un po’ il nostro specchio continua a pagina 8 DI

GOFFREDO PISTELLI

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Non è uno sfizio ma è espressamente previsto per gli uffici pubblici dalla legge n.22 del ‘98

Bandiere italiana e Ue assieme E quindi Renzi non può fare di testa sua a palazzo Chigi DI

CESARE MAFFI

L’

immagine scadente di cui l’Europa soffre presso i cittadini italiani (e non solo quelli) è confermata dall’apparizione di Matteo Renzi intento a lanciare appelli e messaggi senza avere alle spalle la bandiera dell’Ue. Romano Prodi ha spiegato di aver provato «male al cuore», ritenendo un pessimo consiglio quello del guru Jim Messina a Renzi perché egli apparisse soltanto con il tricolore. In verità è stato un suggerimento perfettamente in linea con l’impopolarità di tutto quello che si connette in qualche maniera con il continente. Se sul piano schiettamente propagandistico a Renzi nulla si può quindi rimproverare, sotto l’aspetto istituzionale qualche riserva potrebbe essere avanzata. Infatti, egli si è fatto riprendere all’interno di palazzo Chigi, vale a dire in un edificio pubblico, fra i più pubblici che ci siano, se si potesse usare una simile espressione, in quanto sede del presidente del Consiglio. Non si trovava nel suo ufficio di segretario del Pd, a largo del Nazareno. Orbene, dal 1998, in conseguenza dell’appartenenza dell’Italia alla Ue, vige una legge (n. 22) che disciplina l’uso delle due bandiere, italiana ed europea, prevedendo sempre che siano entrambe esposte. Esplicitamente vengono indicati i numerosi edifici all’esterno dei quali sono affisse, rinviando

poi a norme integrative regolamentari. Queste ultime sono contenute nel dpr n. 121 del 2000, che prevede fra l’altro: «All’interno degli uffici pubblici la bandiera della Repubblica e la bandiera dell’Unione europea sono esposte negli uffici: a) dei membri del Consiglio dei Ministri». È poi indicato che in tali interni «le bandiere nazionale ed europea, di uguali dimensioni e materiale, sono esposte su aste poste a terra alle spalle ed in prossimità della scrivania del titolare dell’ufficio». Non v’è possibilità di equivoco: le bandiere stanno insieme, tanto che «la bandiera nazionale prende il posto d’onore a destra o al centro». Si trova conferma della duplice collocazione anche nelle norme che regolano gli edifici delle regioni e degli enti locali: «In ogni caso la bandiera nazionale e quella europea sono esposte congiuntamente al vessillo o gonfalone proprio dell’ente ogni volta che è prescritta l’esposizione di quest’ultimo, osservata la prioritaria dignità della bandiera nazionale». Dunque, simul stabunt: negli edifici pubblici, dentro e fuori, la bandiera europea va esposta con quella nazionale, che ha sempre la precedenza. Non risulta, però, che ci sia sanzione per i titolari di cariche e uffici che omettano di avere «in prossimità della scrivania» la bandiera con le dodici stelle europee e, insieme, facciano sfoggio di tricolori in doviziosa quantità.

SEGUE DA PAG. 7 D. Il nuovo incarico glielo dette Leindipendenti. Non come in università. tizia Moratti, per la precisione. D. A cui dedica un capitolo, fra i R. Ma, appunto! Se financo nei sistemi tanti ambiti toccati. Parla anche di migliori, e Milano è un’eccellenza, sucmagistratura ma usando una mano cede che si prenda il brocco... meno pesante. D. Siamo al titolo del libro. Come R. Ma no, anzi, riguarda le toghe la stomai i cavalli vincenti, per stare al ria che mi ha più sorpreso,. paragone ippico, fanno così fatica D. E qual è? ad affermarsi? R. Quella del farmacista dell’Isola del R. Ma perché i brocchi sono alleati fra Giglio che, nel 1976, con altri isolani, loro, fanno sistema, perché se il cavallo cercò di opporsi al soggiorno obbligato buono passa, dopo, la loro broccaggine di Freda e Ventura, gli accusati della viene messa in discussione. Le faccio un strage di Piazza Fontana, da poco libeesempio politico. rati. Si misero D. Prego. con delle barCome mai i cavalli vincenti fanno R. Stefano Parichette davanti si è un buon caal porticciolo, così fatica ad affermarsi? Ma perché vallo che vorrebimpedendo i brocchi sono alleati fra loro, fanno be dare un senso l’attracco del sistema. Infatti perché se il cavallo al centrodestra, traghetto che buono passa, dopo, la loro broccagdopo vent’anni. E li trasportava. gine viene messa in discussione. Le i brocchi si sono E si presero faccio un esempio politico Stefano ribellati dal primo cinque mesi e minuto, scatenati. dieci giorni per Parisi è un buon cavallo. Ma i brocchi Sanno benissimo, «blocco navasi sono ribellati dal primo minuto, che potrebbero file», gli unici ad scatenati. Sanno benissimo, che ponire in una fossa aver pagato per trebbero finire in una fossa comune, comune, cosparsi la strage milacosparsi di calce viva di calce viva. E del nese. cavallo di razza si D. E la magivogliono liberare, stratura che i ronzini, per riprendere il loro trotto c’entra? malandato. R. Questa vicenda è il paradigma dello D. Rizzo, oltre all’analisi dei mali, ci stato in cui versa: incapace, in 45 anni, vuole un’idea per uscirne. Da dove di colpire gli autori e gli ispiratori di una ripartire? strage che ha inaugurato una stagione R. Si riparte mettendo nel sistema alcudi sangue, avvolgendo apparati repubni talenti. Il che vuol dire fare nomine blicani in una cupa nebbia di misteri, serie negli enti pubblici. ma irremovibile nel perseguire una diD. Non i politici trombati di cui anmostrazione non violenta. che lei parla nel libro. R. Esatto. Significa fare bandi pubblici a twitter @pistelligoffr livello internazionale, con commissioni © Riproduzione riservata

IN CONTROLUCE

Come Prodi farneticava di un Clinton che si ispirava all’Ulivo universale ora Grillo e Salvini si candidano a maestri di Trump DI

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DIEGO GABUTTI

on sono un magistrato, e tanto meno uno psichiatra, quindi non saprei dire. Ma può essere benissimo che il politico italiano non conosca la vergogna, come sostiene Piercamillo Davigo, già campione di Mani pulite, oggi presidente (applauditissimo dai marchitravagli) dell’Anm, l’Associazione nazionale magistrati. È certo, però, che il politico italiano non conosce la modestia – e che scarseggia anche in fatto di senso delle proporzioni. Un tempo, quando alla Casa Bianca c’era il Clinton che porta (non sempre) i pantaloni, la sinistra parlava d’«Ulivo mondiale», cioè di prodismo universale: il partito democratico americano, esattamente come il partito lumbard, è una costola della sinistra italiana, delirarono per un po’ i pezzi grossi dell’ex partito comunista. Invitato a Firenze, in occasione di non so più quale evento internazionale, Clinton dovette ascoltare queste bislaccherie con divertimento ma anche un po’ con spavento e senza allontanarsi mai trop-

po dagli agenti del secret service addet- di Luigi Di Maio, che ambientava le ti alla sua sicurezza, nel dubbio che i imprese golpiste del generale cileno Piclown del centrosinistra italiano, invece nochet in Venezuela). Invidioso, subito che da un tendone circense felliniano, salta su Matteo Salvini a dire che no, fossero usciti da un romanzo di Ste- non dovete ascoltare Grillo… Trump non è un Vaffiphen King. sta ½ Pippa ma Oggi i Quando avrà bisogno d’un consiun putiniano, pezzi picglio, Trump chiamerà Giovanni Toti; un amateur delcoli, grandi la polenta tarae così così e per tenersi informato, ogni mattigna, un nemico della destra na, si collegherà per prima cosa al dell’euro, un italiana smablog di Beppe Grillo. Ne discende mangiamuslim niano e un po’ che non è Salvini a farsi fotografare e persino un po’ farneticano a accanto a Trump. È Trump a farsi un pistola, esatproposito del tamente come neopresidenfotografare accanto a Salvini noi vikinghi te americadelle valli bremno, Donald Trump, com’era facile immaginare. bane. Dicendolo, il leader della lega si Trump è un «vaffista» e ha imparato pavoneggia mostrando la fotografia che tutto da me, dice per esempio Beppe lo ritrae in piedi per un selfie accanto al Grillo (intanto, con lo stesso lobo fron- neopresidente americano, come a dire tale, invita la curia romana a pagare che è stata la Padania a dettare la linea l’«affitto dei musei vaticani», che se- isolazionista, russofila e similpadana condo questo famoso pozzo di scienza agli Stati Uniti d’America (Trump, non sono parte d’uno stato straniero, all’epoca, aveva negato di conoscerlo, la Città del Vaticano, ma appartengono o anche soltanto di sapere chi fosse, e al Comune ½ Pippa… esattamente la gli aveva anzi dato dell’esibizionista da stessa competenza storica e geografica congresso o da collegamento televisivo,

di quelli che spintonano donne, invalidi e bambini per farsi fotografare accanto ai potenti mentre dicono «cheese», ma tant’è, il boss padano continua a mostrare in giro la foto). Dietro il successo di Trump ci sono insomma loro, i nazionalpopulisti italiani, con le loro ideologie insieme ermetiche e avventurose. Magari non capiamo bene che cos’hanno in mente, spesso addirittura dubitiamo che abbiano in mente qualcosa (golpe venezuelani e musei romani de Roma a parte, si capisce). Tuttavia è da loro che gli Stati Uniti (e presto il mondo) prendono esempio. È ai «vaffa» di Beppe Grillo e al Quirinale da trasformare «in asilo nido» (secondo i voti recentemente espressi dal leader lumbard) che s’ispirerà da gennaio in avanti la Casa Bianca. Quando avrà bisogno d’un consiglio, Trump chiamerà Giovanni Toti; e per tenersi informato, ogni mattina, si collegherà per prima cosa al blog di Beppe Grillo. Ne discende che non è Salvini a farsi fotografare accanto a Trump. È Trump a farsi fotografare accanto a Salvini. © Riproduzione riservata


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