ALCE Magazine 2/2023

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Periodico di attualità, cultura, spettacolo, salute, ambiente e tecnologia

Rossella Brescia

Poliedrica e curiosa

Un talento innato e una capacità notevole di cimentarsi nel ballo, in radio e in tv

“È stata la curiosità a portarmi molto oltre la danza”

Auto elettrica

Un giovane su cinque la sceglie

Nasce il progetto

didattico

E-ducation 2.0

promosso da LifeGate

Gusto e Viaggi

Quella Sicilia da mangiare che piace tanto anche ai polacchi: in 1500 atterrati nell’isola per gustare pistacchio e ricotta

ANNO 1 N. 2
MAGAZINE

ALCE NEWS MAGAZINE NuMEro 2 - 2023

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Alessandro Cerreoni

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Giulia Bertollini, Mirella Dosi, Rosa Gargiulo, Donatella Lavizzari

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Chiuso in redazione il 13/04/2023

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MAGAZINE
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Rossella Brescia

Poliedrica e curiosa

Un talento innato e una capacità notevole di cimentarsi nel ballo, in radio e in tv

4 L’intervista
- di Rosa Gargiulo -
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© Foto di Marco Barbaro Gioielli: Il Diamante

La bellezza e la bravura di Rossella Brescia sono direttamente proporzionali: un’artista poliedrica e curiosa, che non smette di studiare e di sperimentare a tutto tondo le possibilità espressive e comunicative del mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento.

Rossella, hai un sogno nel cassetto, nonostante una carriera così ricca e variegata?

“Vorrei poter realizzare progetti di alto livello, a trecentosessanta gradi. Mi piacerebbe interpretare ruoli di donne importanti, con storie significative”.

Nasce ballerina, diplomandosi con il massimo dei voti all’Accademia nazionale di Danza di Roma. Negli anni successivi si divide tra teatro e televisione, per approdare al talent più famoso della TV, “Amici” di Maria De Filippi, che in quegli anni era conosciuto come “Saranno Famosi”, dove non soltanto danzava ma selezionava e seguiva gli aspiranti ballerini. Com’è cambiata la televisione, e soprattutto il talent di Maria?

“È cambiata tanto, com’è giusto che sia, rinnovandosi e adeguandosi ai tempi e ai gusti del pubblico. C’è stata un’evoluzione che ha consentito di dare uno spazio sempre maggiore ai giovani artisti ma anche agli ospiti. È diventato un vero e proprio show”.

Il rapporto tra danza e televisione si è trasformato, grazie a programmi come Amici. La danza è stata sdoganata, raggiungendo un pubblico più ampio…

“Il grande merito di un talent come Amici è stato proprio

questo. Anzi, ha contribuito all’esplosione dell’apertura delle scuole di danza. Soprattutto, sono stati valorizzati tutti gli stili, non soltanto la danza classica, e questo è un aspetto davvero importante”. Parlare di danza significa anche parlare di fisicità. Oggi i riflettori sono accesi sul fenomeno del body shaming. Qual è la tua opinione al riguardo?

“Non è mai carino parlare di fisicità, ma è fuor di dubbio che nel mondo della danza sono richieste qualità fisiche ben precise, soprattutto per diventare danzatori professionisti. Io penso che, grazie alla varietà di stili, ognuno è libero di poter sperimentare ed esprimersi. Non tutti diventeranno ballerini, ma è importante che trovino nella danza il loro equilibrio e benessere”.

La danza è sicuramente il tuo “abito”, quello di cui non ti spoglierai mai. Cosa ti ha dato, oltre alla competenza artistica?

“La danza è uno stile di vita. Ti allena mentalmente ad affrontare gli ostacoli di ogni tipo. È rigore. Ti plasma umanamente e professionalmente”.

Un altro tassello fondamentale, nella carriera di Rossella Brescia, è la conduzione radiofonica: “Tutti pazzi per RDS” ha anche vinto il Premio Microfono d’Oro.

“La radio per me è famiglia, occupa una parte grandissima della mia vita. Riesco sempre ad essere me stessa, dire quello che penso. Mi piace la libertà di potersi esprimere, sempre nel massimo rispetto delle persone. Il rispetto è la prima condizione”.

Tanta televisione, in veste di conduttrice (ricordiamo programmi come Colorado Cafè, Wind Music Awards, Mammoni, RDS Academy) ma anche da attrice (con partecipazioni nelle serie di Don Matteo, Così fan tutte, Vita da Carlo). Videoclip, doppiaggio, spot pubblicitari. Tanto teatro (dall’esordio con “Attila a Birra Flash” con Sandro Massimini, “Luci del Varietà”, “Amarcord”). Un curriculum lungo e variegato.

Cosa consiglieresti ai giovani che cominciano a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo?

“Di essere affamati di curiosità. È stata la curiosità a portarmi molto oltre la danza. Non ho mai smesso di sperimentare, studiare, esplorare… credo che nella vita bisogna essere curiosi e studiare. E poi, non mollare mai, continuare a crederci. È importante che i giovani trovino un equilibrio, mentale e fisico, e che mettano a fuoco i talenti che possono sviluppare. Ma per farlo, credo che debbano lasciare un po’ da parte telefonini e social, utilizzandoli in maniera appropriata. Dovrebbero dedicargli un tempo ridotto, impegnandosi a costruire un percorso che li rappresenti e li soddisfi”.

Quel percorso che certamente Rossella ha saputo costruire per sé, con entusiasmo e determinazione, ma anche con quella curiosità di cui parla, che le ha consentito di aprire un sentiero ricco e stimolante, che ogni giorno le dà la carica giusta per continuare ad essere un’artista completa, che può indossare panni diversi e sentirsi sempre a suo agio.

6 L’intervista
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© Foto di Marco Barbaro Gioielli: Il Diamante

Incontro con l’Interpol

Nella giornata del 12 aprile al Viminale il Ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, ha incontrato il Segretario generale dell’Interpol Jürgen Stock. Durante l’incontro, è stata ribadita l’importanza di una solida collaborazione tra gli Stati e Interpol nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo che ormai hanno una proiezione sovranazionale.

Nell’ambito della cooperazione tra il Viminale e l’Interpol assume particolare rilevanza il programma I-Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), che

attualmente coinvolge 18 Paesi.

Grazie a questa iniziativa, di prevenzione e contrasto alla ‘Ndrangheta, sono già stati arrestati 46 latitanti ed è in corso lo sviluppo di sempre più intense e mirate forme di collaborazione di polizia.

Di particolare importanza è anche l’avvio, a luglio, del nuovo progetto denominato “Identity”: uno strumento che consentirà di identificare i migranti giunti irregolarmente in Italia e che servirà a fronteggiare il potenziale rischio di infiltrazione di soggetti pericolosi per la sicu-

rezza.

Nel corso del bilaterale, è stato evidenziato che l’attuale contesto geopolitico ci pone di fronte a nuove sfide, che richiedono una risposta coordinata a livello europeo e internazionale.

Pertanto, sarà necessario il massimo sforzo congiunto tra Forze di Polizia dei Paesi in cui operano le organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani.

All’incontro ha partecipato il Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza-Direttore Centrale della Polizia Criminale Vittorio Rizzi.

8 Attualità
Al Viminale si è parlato di come contrastare la criminalità organizzata e il terrorismo

Giovani e auto elettrica

Uno su cinque la sceglie

Nasce il progetto didattico E-ducation 2.0

Al via il progetto E-ducation, nella versione 2.0, nato per sensibilizzare le nuove generazioni al cambiamento di pensiero a favore di un futuro sostenibile. Al centro dell’iniziativa, un progetto didattico innovativo, realizzato da LifeGate per Jaguar Land Rover Italia, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Saranno circa 400 gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado coinvolti nel programma E-ducation 2.0, in 5 città italiane (Roma, Milano, Torino, Firenze e Verona).

I giovani italiani sono già pronti alla rivoluzione green della mobilità sostenibile. Secondo i dati dell’8° Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile di LifeGate, una

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ricerca condotta su un campione di 800 casi rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, il 17% della Gen Z(18-24 anni), uno su 5, esprime una preferenza verso l’utilizzo dell’auto elettrica per i suoi spostamenti in città; un dato superiore di ben 10 punti percentuali rispetto a quello rilevato sull’intera popolazione italiana (7%). È proprio in questo scenario, inserito in un contesto globale nel quale l’interesse sulle tematiche relative alla mobilità sostenibile è in continua crescita, che prende il via, nella versione 2.0, il progetto E-ducation. Si tratta di un’iniziativa didattica ed educativa realizzata da LifeGate, società benefit e network di informazione, progetti e servizi per persone, aziende, ong e istituzioni impegnate ogni giorno per un futuro più sostenibile, per Jaguar Land Rover Italia che ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e che coinvolgerà circa 400 studenti delle scuole secondarie di secondo grado di 5 città italiane (Roma, Milano, Torino, Firenze e Verona).

L’obiettivo principale di Education 2.0 è quello di promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza della mobilità sostenibile e dell’elettrificazione nel settore automotive, partendo proprio dallo sviluppo della conoscenza nelle nuove generazioni, e promuovendo un cambiamento di pensiero etico-culturale sul tema della mobilità sostenibile, a favore del rispetto dell’ambiente.

La portata innovativa di questo progetto di sensibilizza-

zione sulla mobilità sostenibile e sull’utilizzo della tecnologia elettrica nel settore automotive, con un focus specifico puntato sulle nuove generazioni, è data dall’utilizzo dell’edutainment, una modalità dinamica e interattiva di apprendimento, che passa attraverso un processo più piacevole, divertente e coinvolgente per chi impara, e dove anche i concetti più complessi possono diventare di più facile comprensione. Per trasferire le conoscenze di base preliminari sulla mobilità, gli studenti verranno coinvolti in due escape room digitali, una dedicata a Smart cities e mobilità sostenibile e l’altra alle Fake news sulla mobilità elettrica, direttamente fruibili da pc nell’aula di informatica delle scuole superiori interessate, dove verranno messi alla prova tramite quiz, giochi didattici e cacce al tesoro. Gli alunni, grazie alle nozioni acquisite durante il primo incontro, saranno chiamati poi a realizzare un video su quelle che saranno le prerogative della mobilità nella loro città ideale. Gli ideatori dei video più interessanti, avranno la possibilità di essere invitati ad alcune delle gare della Formula E, il campionato riservato alle auto elettriche, in cui Jaguar, brand innovativo e dal DNA sportivo, con un glorioso passato nelle competizioni, è presente testimoniando la sua mission verso la mobilità elettrica. In una fase successiva, il progetto E-ducation, coinvolgerà anche il personale Jaguar Land Rover Italia, la rete dei concessionari ed i clienti.

“Per Jaguar Land Rover, la

cultura e la sensibilizzazione, unite all’abbattimento dei falsi miti, possono e debbono cambiare la visione sulla mobilità, per aiutarci ad affrontare al meglio la sfida che attende, soprattutto le generazioni più giovani, verso la transizione elettrica” – dichiara Marco Santucci, CEO di Jaguar Land Rover Italia –. Vogliamo che la divulgazione sostenibile sia la protagonista del cambiamento in atto: una sfida che non è solo ambientale, ma anche sociale. Con il progetto E-ducation 2.0, faremo compiere ai giovani studenti un viaggio nel presente e nel futuro della mobilità, rendendoli protagonisti della transizione all’elettrico, per diventare, loro stessi, efficace cassa di risonanza su questi temi, verso la famiglia e gli amici”.

Quello dell’elettrificazione è un tema destinato a segnare in maniera indelebile quello che è il futuro della mobilità sostenibile.

“Per LifeGate è fondamentale far comprendere ai più giovani che l’elettrificazione è sicuramente una tematica di attualità, legata alla crisi climatica, agli obiettivi di sviluppo sostenibili dettati dall’Agenda 2030 e alla consapevolezza da parte dell’Unione Europea della necessità di una transizione verso una mobilità più sostenibile, che rivoluzionerà l’industria dell’auto, riducendo definitivamente le emissioni di gas serra con conseguente miglioramento della qualità dell’aria, risparmio energetico e minori costi per il possesso di un veicolo” – spiega Enea Roveda, CEO di LifeGate.

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Manila Nazzaro

Un racconto di vita - e professionalein cui possono rispecchiarsi tantissime donne

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- di Rosa Gargiulo -
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Un racconto di vita - e professionale - in cui possono rispecchiarsi tantissime donne: “È quello che spero, che le donne e le ragazze più giovani possano attingere dalla mia esperienza, e trovare il coraggio e la forza necessarie per andare avanti, costruire –e in qualche caso ricostruire –la propria vita.” afferma Manila.

Foggiana di nascita, dopo la scuola superiore si iscrive alla facoltà di medicina all’università di Chieti, che poi lascia per inseguire la carriera artistica.

“Il mio sogno nel cassetto era partecipare a Miss Italia, e comunque avere una carriera di

tipo artistico. Dopo un primo tentativo non riuscito, è arrivato il momento giusto anche per me”.

Nel 1999, infatti, tre anni dopo la sua prima partecipazione, viene eletta sessantesima Miss Italia (ricevendo anche le fasce di Miss Cinema e Miss Eleganza).

La sua carriera è ricca e variegata: testimonial di campagne pubblicitarie, conduttrice televisiva e radiofonica, attrice in teatro, protagonista di reality show.

Manila ha continuamente sperimentato le molteplici declinazioni del mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento, fino alla recentissima

partecipazione al Grande Fratello. Senza mai perdere di vista se stessa, i suoi valori, la sua vision professionale.

“Avrei potuto usare una strategia ben precisa, anche durante la partecipazione al Grande Fratello, ma non l’ho fatto perché sono una persona vera, non indosso maschere, e credo che il pubblico debba conoscermi per quello che sono”.

Tutto quello che Manila è, tutto ciò in cui crede, è racchiuso nel suo libro autobiografico, “Cintura rosa di sopravvivenza” (Rogiosi Editore). Ecco che torna il rosa, il women power di cui questo lavoro è intriso: “Mentre lo

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Crediti

Photo: Andrea Damiano

Dress: Queen Helena

Stylist: Marco Scorza

Make-up: Massimo Ginesi

stavo scrivendo, e poi rileggendolo, pensavo al titolo. Di fronte alle storie che ho raccontato, alle esperienze vissute, a qualche momento non facile, mi sono detta che ero sicuramente una cintura nera di sopravvivenza. Il mio amico, e ufficio stampa, Tommaso Martinelli mi ha apostrofata dicendo: non cintura nera, cintura rosa! Così è nato il titolo della mia autobiografia”, ci racconta, con voce densa di entusiasmo e soddisfazione.

Sì, perché quando Manila parla di se stessa, degli episodi della sua vita, e di questo ultimo impegno che l’ha vista indossare i panni della scrit-

trice, ha gli occhi che brillano e la voce che trasmette energia e contentezza. Quella di una donna che ha saputo e sa valorizzare ogni suo aspetto, intimo e professionale. Una vita privata impreziosita da due figli, da genitori che non le hanno mai fatto mancare il loro sostegno, e qualche buon amico. Nel suo percorso non mancano, però, momenti difficili – che lei stessa definisce bui: grandi delusioni sentimentali, un matrimonio che naufraga, la scoperta della malattia autoimmune: “Ricordo perfettamente il momento in cui realizzai che qualcosa non andava bene. Era notte e mi ero

addormentata da poco, all’improvviso sentii il cuore rimbombare forte nelle orecchie, batteva come un tamburo impazzito. Una sensazione terribile. Sembrava quasi che fosse sul punto di scoppiare”.

È del 2014 la scoperta del Morbo di Basedow, di cui Manila racconta, e che l’ha messa a dura prova non soltanto fisicamente ma anche psicologicamente.

Un anno duro, da cui esce con una nuova consapevolezza:

“La malattia può stravolgerti la vita, ma non è detto che lo faccia soltanto in senso negativo. Può farlo anche in meglio: dopo l’intervento e le

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StraBassotti

L’evento dedicato a tutti i bassotti d’Italia domenica 11 giugno a Monza

������������������������������������ è una marcia podistica non competitiva che si svolgerà anche quest’anno all’interno del parco di Monza �������������������� ������������ ore 11 e precisamente davanti a Villa Mirabello in Viale Mirabello (Traversa di Viale Cavriga).

Nelle prime tre edizioni La StraBassotti, organizzata dall’Associazione Cuor di Pelo Ruescue Bassotti di Alessandro Nigro, ha visto coinvolti, ogni volta, più di 1000 partecipanti provenienti da ogni angolo d’Italia (ma non solo) con i loro bassotti a seguito!

Durante la giornata non mancheranno intrattenimenti, grazie alla partecipazione straordinaria dell’associazione MY DOG'S TEAM asd - centro di educazione, formazione e cultura cinofila - che intratterrà i bassotti partecipanti con dei giochi di “ricerca olfattiva ludica” per tutta la durata della manifestazione.

All’ora di pranzo, per deliziare gli amici bassottisti, saranno presenti due Food Truck de ���������������������� ���������������� dove verranno di-

stribuiti un panino, una bibita ed un caffè a tutti gli iscritti a La StraBassotti.

L’evento si concluderà nel pomeriggio con tante premiazioni tra le quali: il bassotto più giovane, più anziano, quello che arriva da più lontano, il bassotto socio, e i due special guest della manifestazione per la categoria maschile e femminile che riceveranno una coppa! Altri riconoscimenti verranno consegnati alle aziende partecipanti.

Verrà inoltre allestito, con

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una serie di associazioni che operano a livello nazionale, un villaggio hospitality dove La StraBassotti darà loro la possibilità di raccogliere fondi per proseguire nelle loro missioni benefiche. Oltre alle Associazioni, saranno presenti alcune aziende del pet food, che distribuiranno agli iscritti dei campioni omaggio per i nostri amici bassotti.

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Le iscrizioni si apriranno �������������������������������� a partire dalle ore 8:30 direttamente in loco presso lo stand dell’associazione Cuor di Pelo situato d in via Mirabello - traversa di Viale Cavriga.

Per partecipare è necessaria una donazione di € 20.00 a podista con la quale si ha diritto a:

- N’1 pettorale numerato per l’umano;

- Fino a N’2 pettorali numerati per i bassotti che accompagna (si richiede un contributo aggiuntivo di € 5.00 per ogni pettorale supplementare dal terzo in poi);

- Fino a N’2 Papillon per i bassotti;

- N’1 voucher per ritirare un panino, una bevanda e un caffè presso il food-Truck “IL PANINO DEL MARINAIO” presente in loco.

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h 08.30: Apertura iscrizioni con consegna kit di partecipazione.

h 11.00: Inaugurazione de La StraBassotti 2023 sulle note dell’inno d’Italia eseguito dal corpo bandistico e taglio del nastro tricolore per dare il via alla marcia.

h 13.00: Rientro in Villa Mirabello - pranzo.

h 14.30: Premiazioni dei bassotti partecipanti.

h 15.30: Riconoscimenti alle aziende presenti e saluti augurandoci di poterci rivedere a La StraBassotti 2024!

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Gege’ Telesforo

Un artista dai mille colori

e dalle mille sfumature

e un talento innato per la musica

20 Musica
- di Donatella Lavizzari -
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Musica

Gege Telesforo e un Artista poliedrico e multiforme, innamorato e profondo conoscitore della Musica, che scorre come linfa vitale nelle sue vene, a ritmo sincopato. La curiosita lo spinge verso orizzonti sempre nuovi, stimolato da bellezze dai mille profumi, sapori e spezie esotiche, ascoltando “storie antiche di figli lontani”.

Ciao Gegè, mi piace molto la definizione di viaggio data da Chatwin: “Diversivo, distrazione, fantasia, cambiamenti di moda, di cibo, amore e paesaggio”. Ne abbiamo bisogno come l’aria che respiriamo?

“Ti rispondo con un pensiero del poeta Rabindranath Tagore, che ha in qualche modo definito il mio modo di essere e di vivere: ‘La religione dell’Universo e il Movimento. Il peso dell’immobilita rende grevi e soffoca chi non procede oltre’. C’e una pena per il camminatore che e costretto a separarsi da tutto e non possedere nulla. Poiche per le tribu africane tutto cio che e in movimento e guidato dal ritmo, la poesia di Tagore descrive in toto la mia personalita. Sono un musicista, vivo muovendomi, a ritmo, andandolo a ricercare e questo e uno dei motivi che mi da la possibilita di visitare luoghi magici e incontrare persone speciali. La musica non e solo mero intrattenimento, come ci vuole far credere una certa comunicazione becera radio televisiva, ma e l’arte dell’incontro. La musica ha il potere di educare a valori alti, non ha confini, non ha barriere di alcun tipo. E un linguaggio universale ed e un messaggio liquido che arriva ovunque.

Un musicista, dopo aver studiato e appreso il linguaggio musicale, deve imparare anche la complicata arte del vivere di musica. Arte che si apprende facendola e frequentando le persone che hanno piu esperienza di te. A 60 anni continuo a vivere di musica con l’obiettivo principale di sentirmi libero di esprimermi e di fare quello che mi piace”.

La tua carriera e ricca di momenti indimenticabili e incontri con persone straordinarie. So che da ragazzino sei salito sul palco e hai suonato la batteria insieme al grande Franco Cerri.

“Si, e accaduto a Foggia dove sono nato e cresciuto in una casa piena di vinili jazz e strumenti. Mio papa, architetto, ha sempre avuto il pallino della musica, in particolare del jazz, e quindi capitava spesso di accompagnarlo a concerti organizzati in citta o a La Taverna del Gufo, l’unico Jazz Club accreditato, gestito da suoi amici. Una volta andammo a vedere la performance di Franco Cerri, con Julius Farmer al basso, e Cerri mi invito alla batteria. Mi precipitai sul palco e mi ritrovai a suonare. Puoi ben immaginare la mia grande emozione! Ed e la stessa che provo ogni volta che salgo su un palco”.

Alla fine, e proprio questa emozione che fa da volano e coinvolge il pubblico. Tu hai affermato che la musica e “una piacevole patologia e una migliore terapia”.

“Esatto! Ho realizzato 10 podcast per il nuovo canale digitale Rai play Sound. Con

'Riflessioni disordinate di un malato di musica’ mi sono divertito a ricreare un improbabile ambiente di seduta psicoanalitica per ‘musicisti anonimi’ e a raccontare, insieme ad altri due malati di musica, la nostra visione del mondo attraverso le nostre attivita. Ad ottobre tornero in TV, su Rai 5, insieme a Renzo Arbore con il programma ‘Appresso alla musica’. Da casa di Renzo presenteremo alcuni dei momenti piu importanti prodotti nelle due stagioni indimenticabili di ‘Doc’, inserendo momenti di musica inediti, estratti dai nostri archivi”.

So che sei molto legato alla cultura africana e questo si riscontra anche nei suoni e nei colori della tua musica.

“Sono una persona curiosa e la musica mi ha dato la possibilita di poter fare molta ricerca. Sono un musicista ma, al tempo stesso, sono anche un musicologo. Continuo a divulgare la musica sia alla radio che in televisione e per farlo devi continuamente stare sul pezzo. Con la pubblicazione de ‘Il Mondo in Testa’, l’ultimo album realizzato in studio e pubblicato durante il periodo della pandemia, riflettendo sulle spezie ritmiche che volevo utilizzare all’interno della produzione per creare un mondo ritmico personale, fatto di tutti quegli ingredienti della Musica che piu mi piacciono, sono andato a prendere ritmiche africane, sonorita indiane e caraibiche. Quando mi hanno chiesto che tipo di album fosse, ho risposto di getto: ‘e un album afro-meridionale’. Gli sta bene come vestito,

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Gaia Zucchi

La vicina di casa di Zeffirelli

26 Libri
- di Mirella Dosi -
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È uscito il 12 febbraio scorso, in occasione del centenario della nascita di Franco Zeffirelli, il romanzo di Gaia Zucchi, “La Vicina di Zeffirelli” (De Nigris Editore). Un libro “irriverente” e dall’animo ribelle. Proprio come l’autrice, attrice non conforme che, per la prima volta, si racconta in un’esplosione di ironia e sincerità

È un susseguirsi di storie di sogni infranti ed esauditi, fughe dalla normalità per inseguire le gioie più immense e nascoste. Ma anche segreti e aneddoti di una vita al di sopra delle righe, vissuta con delicatezza. Un racconto che gira intorno alla grande amicizia con il Maestro Zeffirelli, per oltre quindici anni suo vicino di casa, mentore e fonte d’ispirazione.

“Gironzolo nel parco della mia nuova villa e vedo un signore, con delle cesoie, tagliare delle porzioni di siepi. Lo riconosco immediatamente. Due occhi blu potentissimi. Inizio a sognare, sarebbe meraviglioso mi dirigesse in una trentina di pellicole. Ha avuto una grande fortuna nel conoscermi”, questo il ricordo del primo incontro col famoso regista.

Gaia Zucchi, romana, diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia, nel corso della sua carriera è stata protagonista di diverse pellicole, tra cui “Fermo Posta” di Tinto Brass e “I Volontari” di Domenico Costanzo. Oltre ad aver partecipato a spot pubblicitari firmati da Paolo Virzì e Marco Risi. In televisione conta numerose partecipazioni a fiction di successo come “Carabinieri”, “Distretto di Polizia”, “La Squadra”, “Camera Café” e “Le Iene”, il programma di Italia1 per il quale ha realizzato uno spumeggiante servizio coinvolgendo alcuni commercianti romani. In Teatro è stata diretta da registi del calibro di Attilio Corsini e Luca Ronconi. “La vicina di Zeffirelli”, la cui prefazione è stata scritta da Maria Giovanna Elmi, è il suo primo romanzo. Com'è nata l’idea di scrivere il libro?

“Tutti mi dicevano che ho una vita bellissima, ricca di incontri, di situazioni paradossali e particolari. Anche il mio amico Walter Garibaldi ha sempre insistito con me in questo senso. Poi, quando ho attivato i social, mi sono resa conto che molti miei follower mi chiedevano di raccontargli un po’ di me, della mia vita, del mio percorso artistico e allora ho pensato: perché non scrivere un libro?”

Che vicino era Zeffirelli?

“Era il vicino che tutti avremmo voluto avere: una persona geniale, molto umile, anche se

avrebbe potuto pavoneggiarsi. Era un uomo estremamente simpatico, ma sapeva anche essere discreto e riservato. Mi diceva che per lui rappresentavo la bellezza e la gioventù e che gli restituivo la gioia di vivere. Ma per me la vera gioia era stargli accanto”.

Il ricordo più bello?

“Solo uno? Impossibile. Già averlo conosciuto è un ricordo indelebile. Ma tanti sono quelli che mi sono rimasti impressi di lui: la sua grande umanità e generosità, aiutava tutti. La sua passione per l’arte e per gli artisti. Il suo grande amore per gli animali: aveva dei Jack Russell che avevano un tavolo tutto per loro”. Se Zeffirelli leggesse il libro, cosa direbbe?

“Si complimenterebbe, perché finalmente ho fatto qualcosa per me stessa, senza pensare agli altri, come ho sempre fatto nella vita. Mi diceva sempre: 'Anche per te un po’ di felicità', quando vincevo a poker… io facevo finta di saperci giocare”.

Come avrebbe voluto festeggiare i suoi cento anni?

“Con gli affetti più intimi: con Pippo e Luciano, i suoi figli, e i suoi amatissimi cani. E, forse, con una nuova magnifica opera, come quelle che ci ha regalato per tutta la vita”.

Chi è Gaia, oggi?

“Domanda da un milione di dollari. Una gran simpaticona. Una donna che vive tra le nuvole e che fluttua in mezzo a una serie di situazioni incasinate”.

Parliamo di Gina Lollobrigida che cita nell’ultima pagina del suo libro.

“Anche lei era mia vicina di casa. Dall’altro lato rispetto a Zeffirelli. Mio figlio è cresciuto insieme a suo nipote Dimitri. Sono anche molto legata a Milko, ci vogliamo bene. Per me Gina resterà per sempre un grande esempio di donna indipendente e libera. Lei era raffinata in ogni circostanza: anche quando andavo a casa sua, non usciva dalla camera se non era impeccabile. Anche il figlio doveva attendere ore, prima di uscire. Donna molto simpatica e popolare”.

Scriverà un secondo libro dedicato a lei?

“Mai dire mai”.

Altri progetti?

“Sto sviluppando un soggetto per una serie televisiva basata sulla mia vita che abbraccerà anche alcune vicende raccontate nel libro. E poi il secondo libro potrebbe essere davvero già dietro l’angolo”.

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Libri

al palato, unisce in modo armonico il carattere distintivo di Disaronno Originale con una texture vellutata che ne esalta il gusto fresco. Disaronno Velvet è un must have per tutti gli amanti del buon bere: leggero, grazie al suo basso contenuto alcolico (ABV 17%), è perfetto da assaporare Over Ice per un’esperienza di morbida freschezza che ne esalta il gusto unico.

È la base perfetta per il Godfather, uno dei migliori cocktail del mondo

Tra le più iconiche ricette a base di Disaronno, spicca il celebre Godfather, composto da 25ml di Disaronno Originale e 50ml di Scotch Whisky. Il cock-

tail, che dal 1986 è nella lista IBA dei migliori Cocktail del mondo, oltre ad essere uno dei drink più legati alla storia di Disaronno, è un must della miscelazione internazionale, esprimendo il perfetto bilanciamento tra Disaronno e lo Scotch Whisky. Nel Twist proposto dal mixologist Federico Cassini, Brand Ambassador di ILLVA Saronno, al Disaronno Originale si affianca il whiskey irlandese The Busker Irish Whiskey e cinque gocce di bitter al cioccolato per un twist contemporaneo che prende il nome di Irish Godfather.

DISARONNO®

Disaronno® è il liquore italiano più bevuto al mondo.

Caratterizzato da un gusto originale e da un inconfondibile aroma, s’impone sulla scena mondiale con una distribuzione in oltre 160 Paesi. La bottiglia di Disaronno dal design unico in vetro martellinato e dal tappo che le conferisce eleganza e modernità, è arricchita dall’etichetta dorata che ne valorizza lo stile contemporaneo. Disaronno® è un piacere da gustare non solo on the rocks ma anche nelle molteplici versioni mixate e nella contemporanea versione Disaronno Fizz. Protagonista riconoscibile e versatile, rende unico ogni cocktail.

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Quella Sicilia da mangiare che piace tanto anche ai polacchi

in 1500 atterrati nell’isola per gustare pistacchio e ricotta

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Michela Brambilla

36 Animali
“Mi batterò per ridurre l’iva sugli alimenti per animali e sulle cure veterinarie e per le agevolazioni per gli anziani”
- di Giulia Bertollini -
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Animali

Da alcuni anni è alla conduzione del programma “Da parte degli animali”. L’Onorevole Michela Brambilla ha studiato questo format per trovar casa agli animali abbandonati. Attraverso la televisione, il programma arriva nelle case di tutti gli italiani per promuovere le adozioni, combattere la vergognosa piaga del randagismo e diffondere tra gli italiani la cultura del possesso responsabile. In questa intervista, oltre a parlare del programma, abbiamo affrontato con Michela Brambilla il tema del randagismo e il problema dei cinghiali a Roma.

Michela, come si è evoluto negli anni il programma “Dalla parte degli animali”?

“L’obiettivo iniziale, al quale siamo rimasti fedeli, era quello di “trovare casa” agli animali abbandonati: prevalentemente cani e gatti, ma anche animali non convenzionali. Da subito abbiamo arricchito il programma con servizi giornalistici e rubriche soprattutto di servizio, che nel tempo sono cambiate. Dal 2020, in collaborazione con il CRAS “stella del Nord” di LEIDAA, abbiamo dato moltissimo spazio agli animali selvatici, quelli che io chiamo “gli animali di nessuno”, non perché qualcuno li abbia abbandonati, ma perché generalmente non sono considerati”.

In televisione si parla troppo o troppo poco di animali?

“Non mi preoccupa la quantità ma la qualità. In tv se ne parla, e molto, ma non tanto per evidenziare che gli

animali hanno anche loro dei diritti, come quello alla vita e al benessere (sfuggire alla sofferenza, alla fame, alla paura) e ancora poco per educare al rispetto del mondo animale”.

Sua figlia è diventata coconduttrice accanto a lei.

E’ contenta? Cosa ha imparato?

“Stella si diverte e impara. Cose nuove sugli animali, ma anche ad esprimersi meglio e a essere più spigliata. E’ un’esperienza che le fa bene, la fa crescere”. Gli affezionati del programma le scrivono sui social? Cosa le dicono?

“Riceviamo moltissime mail e messaggi di ogni genere, per lo più di persone che vorrebbero adottare gli animali, ma anche complimenti per la trasmissione e richiesta di intervento in situazioni particolari”.

I numeri del randagismo in Italia sono elevatissimi. Com’è oggi la situazione dei canili in Italia?

“Secondo stime attendibili, nel nostro paese ci sono circa 700 mila cani vaganti o 2,4 milioni d gatti liberi. I canili sono sempre troppo pieni, di gattili ce ne sono pochi. Nel complesso sarebbe bello se un numero sempre maggiore di italiani prendesse l’abitudine di cercare nei canili o nei gattili il nuovo amico da portarsi in casa”.

Intanto è stato bocciato il bonus animali domestici che lei stessa aveva avanzato. Un duro colpo per i proprietari che si trovano a sostenere ogni anno le spese per i loro amici a quattro zampe. Cosa è andato storto? Ha in

mente altre proposte?

“Purtroppo il bonus animali domestici ha fatto la fine di altre proposte di politica sociale, non prese in considerazione perché le risorse a disposizione non erano sufficienti. Ma io non demordo. Lo riproporremo, come riproporremo il tema dell’Iva sugli alimenti per animali e sulle cure veterinarie e quello delle agevolazioni per gli anziani che vivono con animali d’affezione”. Ha scosso molto il caso di Juan Carrito, l’orso investito e ucciso in Abruzzo. E’ possibile alfabetizzare la popolazione a una convivenza “civile” con l’orso sulle montagne?

“In realtà quello adottato dalle persone che vivono sul territorio del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è un buon modello di convivenza. Basta confrontare, per contro, ciò che accade nel Trentino. Semmai la tragica fatalità che ha coinvolto Juan Carrito, orso amato dalla popolazione e dai visitatori del Parco, mette in evidenza un altro aspetto del problema: l’assenza, o quantomeno la carenza di politiche nazionali efficaci per la tutela della fauna selvatica. Se non si investe in corridoi ecologici, sottopassi o sovrappassi che consentano gli attraversamenti degli animali (come avevo proposto di fare con la legge di bilancio), in catarifrangenti che li tengono lontani mentre passano le auto, in segnaletica e in educazione stradale per i percorsi a rischio, dovremo fare ancora i conti con incidenti del genere”.

Cosa pensa invece della

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situazione cinghiali a Roma? La situazione è sotto controllo? Ormai se ne parla da mesi.

“La situazione è completamente fuori controllo. D’altra parte è ridicolo pretendere di riparare in breve tempo gli effetti di decenni di errori. Roma – dispiace dirlo ma è così – sembra una discarica a cielo aperto, con ristoranti perpetuamente imbanditi per i cinghiali, gabbiani, topi. Nessun animale selvatico ama avvicinarsi all’uomo. I cinghiali vengono perché c’è cibo, ci sono rifiuti organici a terra o facilmente accessibili in cassonetti aperti. E i cinghiali tornano perché sanno di trovarne. Dovunque, ma specialmente in ambito urbano, la caccia è inutile e pericolosa. Finché non si prenderanno misure serie per far sparire i rifiuti dalle strade e per sterilizzare la popolazione di cinghiali, il problema non si risolverà”.

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In che maniera l'alimentazione incide sul nostro stato di salute? Ci si può ammalare mangiando male? E un cibo sano può trasformarsi addirittura in una “terapia” che conduce alla guarigione? Esistono alimenti che bisogna assolutamente evitare? Per saperne di più, ne parliamo con il dottor Antonio Gorini, un medico che ha scelto la mission professionale di mettere al centro la persona nella sua complessità e trovare la cura che sia personalizzata e volta a ristabilire uno stato di salute prolungato.

Parliamo di legame tra alimentazione e malattia, esiste e a che livello?

“Sin dall’antichità sappiamo che il cibo è fondamentale per la salute. Nella nostra cultura dal dopo guerra si è installata tra le nostre convinzioni che mangiare è segno di salute e che bisogna mangiare in quantità per crescere sani e forti. Ora bisognerebbe pensare maggiormente alla 'qualità' e meno alla quantità. Oggi sappiamo bene che una dieta varia e morigerata aiuti la salute molto più di mangiare in quantità sempre la stessa tipologia di alimento. Sin da quando nasciamo impariamo a conoscere il mondo che ci circonda anche grazie a ciò che mangiamo. Il nostro sistema immunitario imposta la tolleranza all’ambiente principalmente in base agli alimenti che introduciamo. Nel corso della vita dagli alimenti prendiamo ciò che serve per costruire il nostro corpo e, quindi, la nostra salute dipende largamente dall’alimentazione. Non dimentichiamo che nell’alimentazione corretta alla base vi è l’acqua!”.

Ippocrate diceva: "fa che il cibo sia la tua medicina e

che la medicina sia il tuo cibo". Quanto c'è di vero in questo?

“Moltissimo! Dagli alimenti noi prendiamo i mattoni per costruire il corpo, ma anche elementi indispensabili alla funzione delle cellule, come le vitamine, i minerali, sostanze antiossidanti e antinfiammatorie, l’ossigeno che viene veicolato dall’acqua.Nelle malattie croniche tipiche del nostro mondo pretendere una guarigione senza modificare la dieta è 'impossibile'! Pensiamo a chi ha una forma di gastrite cronica o recidivante… possiamo coprire il sintomo con i cosiddetti gastroprotettori, ancor meglio regolare la funzione digestiva con rimedi naturali, imparare a gestire lo stress, che spesso è alla base del disturbo, ma se non seguiamo una dieta corretta, sarebbe come cercare di svuotare l’oceano con un cucchiaino… Inoltre, in molte condizioni di malattia abbiamo un deficit di nutrienti e integrarli con la dieta è il modo più corretto e semplice. L’uso di integratori alimentari spesso comporta una spesa economica non pari alla resa”.

E' più frequente la correlazione tra mangiare in maniera scorretta e l'insorgenza di malattie o il mangiare sano e condurre una vita in salute?

“Difficile a dirsi. DI sicuro oggi mangiare in maniera 'sana' è sempre più difficile, poiché i processi produttivi dell’industria alimentare spingono verso un impoverimento dei cibi, per ridurre i costi e aumentare i guadagni. Le nostre tavole sono sempre più piene di alimenti che nutrizionalmente valgono poco. Ciò, alla lunga, comporta squilibri della

nostra salute”.

Qualche esempio di cibo "cattivo" da evitare assolutamente?

“Il nemico assoluto non esiste. Come dice Paracelso è la dose che fa il veleno. Sicuramente dovremmo limitare i cibi super trattati dall’industria, pieni di conservanti e fortemente impoveriti di nutrienti, come quelli 'sbiancati'. Ad esempio, lo zucchero bianco, la farina 0 o 00, e i loro derivati… Attenzione anche al latte ed alle carni prodotte da animali allevati con mangimi industriali e farmaci (antibiotici, ormoni, ecc.)”.

Qual è, invece, il cibo "buono" che contribuisce a mantenere uno stato di benessere prolungato?

“Il cibo prodotto da madre natura senza l’intervento umano sarebbe il migliore, ma è difficile trovarlo. Sicuramente trovare un agricoltore di fiducia che possa fornirci prodotti dell’orto coltivati in maniera sana è una strategia possibile ed efficace, ma anche l’orto in affitto, gruppi di acquisto, ecc, sono alcune delle numerose iniziative nate negli ultimi anni. Quindi, cibi sani sono in generale quelli freschi e di stagione: verdure, legumi, ortaggi, uova, pesce di piccola taglia, meglio se non di allevamento, carni di animali allevati allo stato brado, uova, cereali interi coltivati senza la chimica. La frutta è principalmente zucchero, quindi, con moderazione e lontano dal pasto. E non dimentichiamo l’acqua, che deve essere alla base della nostra piramide alimentare”. Perché l'assunzione di zuccheri andrebbe evitata o comunque tenuta ad un limite molto basso?

“Se non facciamo intensa atti-

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vità fisica, non abbiamo bisogno di esagerare con gli zuccheri. Un introito esagerato ed inutile di questi comporta un aumento dell’infiammazione cronica del nostro organismo con varie ripercussioni in termini di salute, tipo aumento della pressione sanguigna, del grasso viscerale, dell’acidosi dell’organismo e la resistenza all’insulina. Tutto ciò comporta una maggiore 'fatica' nel far funzionare bene le nostre cellule, che invecchiano prima”. E delle farine raffinate cosa possiamo dire?

“Come dicevamo prima, hanno pochi nutrienti e promuovono gli stessi meccanismi di danno che abbiamo detto prima per gli zuccheri. D’altronde i carboidrati delle farine vengono scomposti in zuccheri dai sistemi enzimatici dell’organismo”.

Avere abitualmente una cattiva alimentazione quali rischi di salute può causare al nostro organismo?

“Vi è la storia famosa di quel ragazzo americano di 33 anni, che per fare un esperimento, ha mangiato in una nota rete di fast food colazione, pranzo e cena per 30 giorni. Alla fine del periodo si è ritrovato ingrassato di 10 chilogrammi, con colesterolo ed enzimi epatici alti, calo della libido, mal di testa, acne e depressione. Tutti segni di un'aumentata intossicazione e di stress ossidativo dell’organismo, che facilita nel tempo l’insorgenza delle malattie croniche (aterosclerosi, malattie cardiovascolari e neurologiche) e del metabolismo (aumento dei grassi e degli zuccheri nel sangue, alterazione delle funzioni del fegato, ecc.)”.

Qual è il rapporto tra alimentazione e oncologia? E'

vero che un paziente oncologico dovrebbe evitare alcuni cibi e privilegiarne altri?

“La malattia oncologica è una malattia cronica che impiega anni per manifestarsi. Quando si 'scopre' di avere un tumore si passa dal chirurgo, dall’oncologo e dal radioterapista, ma raramente dal nutrizionista. La considerazione da parte di questi specialisti sull’utilità di una dieta in questi casi è, generalmente, poca. In realtà non è così, perché una corretta alimentazione supporta le terapie e riduce gli effetti collaterali di queste, fa in modo di ridurre la perdita di massa muscolare, tipica del paziente oncologico, cerca di ridurre l’acidosi, lo stress ossidativo e l’infiammazione, che favoriscono la malattia. Si parla da molti anni del fatto che la cellula tumorale si nutra di zucchero e ami un ambiente acido. Pertanto, si dovrebbero evitare gli zuccheri semplici e complessi (zucchero, pane, pasta, pizza), e preferire una dieta pesco-ovo-vegetariana. Certamente il paziente oncologico deve essere seguito da un nutrizionista per monitorare lo stato nutrizionale durante la malattia”.

Negli ultimi anni si registra un aumento di patologie legate all'apparato gastrointestinale, come ulcere, reflusso, coliti, diverticoliti, morbo di Crohn, infiammazioni varie… c'è un legame con le abitudini alimentari sbagliate e quali possono essere i cibi da evitare e quelli da consumare per "risistemare" le cose?

“Anche queste malattie hanno molte cause. A mio avviso la causa principale è lo stress, poi

l’infiammazione cronica, lo squilibrio del sistema immunitario e dei microrganismi intestinali (microbiota).

L’alimentazione gioca certamente un ruolo in ognuna delle suddette alterazioni: deficit di nutrienti, introduzione di sostanze infiammatorie e tossiche, eccesso di stimolanti sul sistema nervoso vegetativo, interferenti endocrini. Anche i farmaci spesso turbano il sottile equilibrio intestinale. La dieta, inoltre, di per sé modifica il microbiota ed è responsabile delle sue alterazioni (disbiosi). Quindi, a seconda del problema gastrointestinale si dovrà studiare anche il sistema immunitario, le condizioni di stress e il microbiota intestinale. In base a questi esami si potrà personalizzare la terapia e la dieta. Consigli generici servono a poco in corso di malattie importanti”.

Quando ci accorgiamo di aver mangiato "male" per un certo periodo, cosa potremmo assumere a livello fitoterapico o omotossicologico per ridurre il rischio di insorgenza di problematiche di salute imminenti?

“Prima di tutto dovremmo cambiare alimentazione aumentando la quota di verdure, ridurre la quota di carboidrati e grassi animali, bere molto di più. Poi, possiamo utilizzare drenanti della funzione epatica come il cardo mariano e il tarassaco. Per gestire l’abuso alimentare si utilizza molto sia in omeopatia che in omotossicologia la Nux Vomica. L’omotossicologia offre numerosi composti con azione drenante e detossificante. Non dimentichiamo di riprendere gradualmente un’attività fisica per riattivare il metabolismo”.

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Disturbi alimentari

Nasce il nuovo laboratorio delle neuroscienze metaboliche a Piancavallo

diretto dal dottor Leonardo Mendolicchio

La struttura sarà diretta dal dottor Leonardo Mendolicchio, coordinatore dell’Area disturbi alimentari dell’istituto e primario del Reparto di riabilitazione adulti e minori dell’Ospedale

Salute
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L’impegno dell’Istituto Auxologico sui disturbi alimentari e della nutrizione (DAN) si intensifica con la nascita del nuovo laboratorio di ricerca dedicato alle neuroscienze metaboliche, che sarà diretto dal dottor Leonardo Mendolicchio, coordinatore dell’area disturbi alimentari dell’istituto e primario del Reparto di riabilitazione adulti e minori dell’Ospedale Piancavallo. “Il laboratorio ha l’obiettivo di studiare i fattori che determinano e alimentano l’anoressia, la bulimia e le altre forme di

dipendenza da cibo, malattie per le quali si è investito poco quest’ultimo periodo e che necessitano invece di maggiori risorse”, spiega il dottor Mendolicchio. “A causa dell’incremento dei tassi di prevalenza dei disturbi alimentari post Covid è infatti sempre più necessario ottimizzare le cure investendo sulla ricerca, perché attraverso quest’ultima si può comprendere meglio come intervenire in modo più efficace e tempestivo”. Molto si può fare per affinare gli approcci terapeutici. Un

esempio su tutti è l’utilizzo dei farmaci, che nell’ambito dei disturbi alimentari è molto sottodimensionato: non ci sono infatti terapie farmacologiche riconosciute come efficaci per queste patologie. Le neuroscienze metaboliche permetteranno di studiare proprio il legame tra il funzionamento del cervello e della psiche dei soggetti affetti da anoressia e bulimia con le attività periferiche dell’organismo, dal metabolismo alla parte nutrizionale, che spesso si alterano in chi soffre di disturbi alimentari.

“In tal modo sarà possibile indagare sul perché alcune aree cerebrali siano maggiormente implicate nel desiderio e nella paura del cibo e nell’immagine corporea. Tra gli obiettivi degli studi c’è anche una migliore comprensione di come alcune condizioni di malnutrizione, che sia per difetto o per eccesso, possano sostenere il malfunzionamento cerebrale”, continua Mendolicchio.

All’interno dell’Istituto Auxologico sono già attivi diversi filoni di ricerca, come per esempio la sperimentazione di antidepressivi per endovena e lo studio di alcuni paradigmi mentali sull’immagine e sulla percezione corporea. I risultati di queste attività sono stati pubblicati dal gruppo scientifico guidato dal dottor Mendolicchio, che ha coinvolto tutti i ricercatori dell’Istituto Auxologico di Piancavallo. “La nascita del nuovo laboratorio dedicato alle neuroscienze metaboliche è un ulteriore fondamentale tassello per tenere desta l’attenzione del mondo scientifico su un tema sanitario di grande attualità”, conclude Mendolicchio.

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Disturbi mentali negli adolescenti

Aumentano i fenomeni di autolesionismo e l’uso di sostanze

Il fenomeno, acuitosi in seguito alla pandemia da Covid19, vede protagonisti i minori in età adolescenziale e preadolescenziale. A lanciare l’allarme il Coordinamento dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale italiani, attraverso un documento inviato al

Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio. Che cosa sta succedendo ai nostri figli?

12 aprile 2023 – Autolesionismo, tentativi di suicidio, disturbi del comportamento alimentare e uso di sostanze: in pieno boom i disturbi men-

tali tra i giovani e i giovanissimi, mentre si impoveriscono i servizi di Salute Mentale. È

l’allarme lanciato dal Coordinamento dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale italiani, attraverso un documento inviato al Presidente della Repubblica e al Presi-

46 Salute

dente del Consiglio. Il fenomeno, acuitosi in seguito alla pandemia da Covid-19, vede protagonisti i minori in età adolescenziale e pre-adolescenziale.

Si è parlato di questo durante il workshop “Le istituzioni incontrano la SALUTE MENTALE – Verso l’incontro di Roma del 18 Maggio 2023”, organizzato dal Coordinamento dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale con Motore Sanità, rivolto ai Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale italiani, con l’obiettivo di mettere la Salute Mentale al centro delle agende di governo nazionale e regionali.

OSTACOLI CULTURALI

ED ECONOMICI

“L’attuale organizzazione dei 128 Dipartimenti di Salute Mentale è poco funzionale rispetto ai nuovi bisogni –commenta Michele Sanza, Direttore DSM-DP Forlì-Cesena AUSL Romagna. La separazione tra il Centro di Salute Mentale, le dipendenze patologiche e la neuropsichiatria infantile rende più difficoltosa l’integrazione degli interventi su molti pazienti con comorbilità, spesso in transizione per ragione di età. Occorre quindi rivedere l’attuale organizzazione, premiando soprattutto i percorsi trasversali che compiono i pazienti, favorendo l’integrazione tra le competenze specialistiche necessarie e migliorando l’offerta qualitativa. Abbiamo maturato un patrimonio notevole di conoscenze sui disturbi mentali, che però trova scarsa applicazione perché l’implementazione delle terapie evidence based è attualmente impossibile, per ragioni di scarsità di risorse e di prepara-

zione culturale. Non esiste un settore di medicina dove il ritardo sull’implementazione delle conoscenze scientifiche è tale come nella salute mentale”.

DIPARTIMENTI DI SALUTE

MENTALE ALLO STREMO

“In Italia cresce il numero delle persone che presentano un disturbo mentale grave (più del 6% della popolazione generale), crescono i bisogni specifici (migranti, autori di reato, senza fissa dimora, bambini e adolescenti) e i disturbi emotivi comuni (20% della popolazione generale, con aumento vertiginoso dopo la pandemia) e, allo stesso tempo, diminuiscono le risorse a disposizione della sanità in generale (dal 6,8% del PIL al 6,1% nel 2023) e della salute mentale in particolare (in media il 3% del FSN, a fronte di una quota del 5% fissata dalla CU Stato-Regioni nel 2001)”. Lo afferma Giuseppe Ducci, Direttore del DSM della ASL Roma 1. “I Dipartimenti di Salute mentale sono allo stremo e non riescono più a garantire i LEA. D’altro canto la presa in carico di un paziente grave necessità di continuità, prossimità e di un’èquipe multidisciplinare che nessun privato può o vuole offrire. La soluzione? Finanziare i DSM e riportare la salute mentale, con tutte le sue implicazioni politiche, sociali e di sicurezza al centro dell’interesse collettivo.”

VANNO RIVISTE ALCUNE

NORME DEL CODICE PENALE

“Questa situazione è stata acuita dal doveroso percorso di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, conclusosi con la legge

81/2014”, sottolinea Enrico Zanalda, Direttore Dipartimento interaziendale di salute mentale ASL TO3. “A distanza di quasi nove anni abbiamo ben presente quali siano le criticità dell’attuale situazione che è stata giudicata pericolosa dalla sentenza numero 22/2022 della corte costituzionale. I percorsi di cura dei pazienti con infermità mentale autori di reato sono, nel 90% dei casi, misure di sicurezza non detentive a carico dei Dipartimenti di Salute Mentale. Le 31 Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS) che le regioni hanno realizzato, garantiscono un totale di circa 600 posti per l’esecuzione delle misure di sicurezza detentive. Queste vengono però comminate in numero maggiore e inoltre i pazienti restano nelle REMS per dei tempi non sempre adeguati, per cui vi sono altrettanti pazienti in lista di attesa a livello nazionale. E’ una situazione che dovrà essere affrontata regolando meglio i flussi dei pazienti in entrata e in uscita dalle REMS, attraverso una migliore collaborazione con dei DSM potenziati e attraverso la modificazione di alcune norme del codice penale che risalgono ancora al codice Rocco del 1930 non in sintonia con la moderna concezione comunitaria della Psichiatria”.

Il prossimo step sarà discutere di questi punti con la componente politica, al fine di trovare soluzioni. Appuntamento il 18 maggio a Roma, presso l’Hotel Nazionale (Sala Capranichetta) in Piazza di Monte Citorio 125 dalle ore 10.30 alle 17.

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