Primo Piano - Febbraio 2021

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volontariato

Lorenzo Sicomori

SALVARE L'AMBIENTE: GRETA NON È SOLA

LE GUARDIE ECOLOGICHE VOLONTARIE, QUI E ORA GGEV, costituite da volontari motivati da un forte senso civico, amanti della natura e dell'ambiente ma soprattutto informati e preparati». Come si diventa GGEV? «La Regione ha preteso serietà e responsabilità. È necessario dimostrare buona condotta, frequentare un corso di formazione sulla materia ambientale e sulla relativa legislazione e sostenere un esame finale piuttosto impegnativo davanti a una Commissione Regionale. Poi c'è il giuramento davanti al Prefetto che con un decreto ti nomina GGEV. Sei un pubblico ufficiale con una unica dotazione: il cartellino di riconoscimento. Le armi sono vietate. Se poi non svolgi attività per due anni o salti i corsi di aggiornamento vieni sospeso».

Da sinistra: Gianna Cattini, Davide Magnani e Maria Luisa Borettini

Erano in tre. Avanzavano verso di me con passo sicuro, in divisa verde scuro. Ero appena salito sull’argine della Fiuma, solo, nel mare verde delle valli di Novellara. Scesi dalla mountain bike con un po’ di apprensione. Poi vidi il gufetto ferito che uno di loro teneva in mano. E capii la loro missione salvifica. Intuendo la mia esitazione iniziale, gentilissimi, mi dissero che erano Guardie Giurate Ecologiche Volontarie e facevano vigilanza sugli argini dei canali della bassa. Tempo dopo quel primo incontro eccomi qui, con altri tre di loro, per parlare delle GGEV, l’organizzazione di volontariato cui appartengono, che opera a tutela dell’ambiente e della natura. Con Maria Luisa Borettini, di Fabbrico, già insegnante di Liceo, presidente delle GGEV reggiane dal 1997 e tra i fondatori dell’associazione a Modena e a Reggio, sono con me due noti correggesi doc: Gianna Cattini,

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una vita di lavoro in Comune, volontaria al CEIS da tanti anni e al GEV dal 2014 e Davide Magnani, commerciante, già consigliere comunale, volontario CRI, GEV dal 2012. Imitando quel gufo, ora adulto e sicuramente ristabilito, percorriamo a volo d’uccello la storia delle GGEV con la Presidente. «Siamo un prodotto dell’impegno civile tipico degli emiliani» dice Maria Luisa. «Le associazioni ambientaliste come Legambiente e Greenpeace hanno avuto un ruolo importante nel diffondere la consapevolezza che il rispetto dell'ambiente è fondamentale per il futuro dell'uomo. Per non restare solo alla denuncia del problema, la Regione Emilia Romagna con la legge 23/89 diede un assetto giuridico e organizzativo a movimenti di volontari che fino ad allora avevano operato in modo spontaneo e discontinuo. Nacquero così le

I tre mi spiegano poi le regole di condotta: non si esce mai soli, ma almeno in due; per ogni uscita deve essere redatto un verbale descrittivo; utilizzo rigoroso dei mezzi in dotazione e obbligo della divisa di ordinanza, di colore verde bosco. Nella provincia di Reggio le GGEV sono circa 146, di cui 8 a Correggio. Giuridicamente l'Associazione è una O.D.V. (Organizzazione di Volontariato) ed opera in convenzione con decine di Enti Pubblici, come ARPAE, la Provincia, la Bonifica, L'Ente Parchi, l'Università di Modena e Reggio, e 24 Comuni, tra cui Correggio; collabora inoltre con altre associazioni come LIPU, SPI, AUSER, AUSL e altre. Presidente, quali sono le principali attività delle GGEV? «Partirei dall'educazione ambientale. Siamo attivi in un centinaio di classi elementari, alcune scuole medie e materne di tutta la provincia e realizziamo progetti per far conoscere animali, piante, parchi, la tipologia dei rifiuti, le energie alternative. Rilevante è diventata l'attività di Vigilanza su Caccia

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