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PRIMO: LA QUALITÀ
Export Manager, Francesco Carle i è per la Poliziano un asso nella manica anche nella gestione del vigneto, della cantina e della sperimentazione delle prime vinificazioni in contenitori non d’acciaio.
Come intravede l’evoluzione del conce o di terroir?
Negli ultimi anni la strada intrapresa da molti produ ori è quella di una ancora più precisa zonazione dei terreni e dei vigneti; ciascun vigneto ha caratteristiche diverse da esprimere e dunque l’evoluzione del conce o di terroir si andrà sempre di più ad evolvere seguendo lo stile e lo spirito della Borgogna. Non so fino a che punto questo conce o di zonazione verrà ‘esasperato’, ma l’obbie ivo sarà legare la riconoscibilità dei vini ai terroir.
Il vino del futuro?
Il clima che stiamo sperimentando ci fa comprendere che il vino del futuro dovrà inevitabilmente fare i conti con queste criticità, portando i produ ori a concentrarsi meno sulla maturità fenolica e più sulla preservazione dell’acidità e dei ph. Certamente il vino del futuro si svilupperà da un’idea forte di territorialità, anche tramite un’impronta sostenibile, il tu o rigorosamente votato alla qualità.
Il vino della sua azienda a cui è più legato?
Sono legato a tu i i vini presenti nel nostro Portfolio; da ragazzo mi piacevano i vini ‘semplici’ come il nostro Rosso di Montepulciano, anche se il mio preferito in assoluto era il Vin Santo! Crescendo mi sono affacciato su vini ‘Top’ come l’Asinone e sul Cru Le Caggiole, due eccellenze con una marcia in più che alterno al vertice delle preferenze a seconda delle annate.
Francesco Carle i, export manager, especially for the extra-EU markets is an essential asset for the Poliziano company also in the management of the vineyard, the cellar and the experiments with vinification in non-steel containers.
How do you glimpse the evolution of the concept of terroir?
In the last few years, many wine producers have chosen to zone their land and vineyards for very precise uses; each vineyard offers different characteristics and therefore, the concept of terroir will continue to evolve more and more following the style and spirit of Burgundy. I cannot tell how much this zoning concept will be ‘exploited’, but the goal will be to establish a connection between the terroir and the wine’s identity.
What is the wine of the future?
Considering the climate we are experiencing: it is clear that the wine of the future will inevitably have to deal with these issues. Producers will have to focus less on phenolic maturity and more on preserving the wine’s acidity and pH. Certainly, the wine of the future will be based on a strong idea of territoriality, it will be produced according to the principles of sustainability, but without compromising on quality.
What wine you fondest of?
All our wines are special. When I was a boy, I liked ‘simple’ wines such as our Rosso di Montepulciano, even though my favourite was Vin Santo! As I became older, I started trying ‘top’ wines such as Asinone and Cru Le Caggiole, two excellent wines of superior quality; I alternate between one and the other depending on the vintage.