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PRATICHE ANTICHE E HI -TECH
Michelangelo Piccini, Dire ore Commerciale Ho.Re.Ca. Italia di Piccini
1882 e si occupa, insieme alla famiglia, anche della visione e dello sviluppo delle future strategie aziendali. Quali saranno i nuovi mestieri del vino?
Una combinazione tra riscoperta di pratiche antiche, innovazioni e l’uso del digitale. Dall’enologo digitale all’esperto di marketing enologico, dall’archeologo del vino chiamato a riscoprire pratiche antiche all’innovatore enologico che per migliorare la produzione e la qualità svilupperà nuove tecniche e tecnologie. Come vede l’evoluzione del conce o di terroir?
C’è molto interesse per il terroir nella viticoltura, che si prevede possa continuare a crescere fino a diventare centrale nei prossimi 20 anni, guidando le scelte dei produttori e dei consumatori, la ricerca scientifica, la protezione legale e l’esperienza del turismo enogastronomico.
Il vino del futuro, secondo lei?
Potrebbe essere cara erizzato da diverse tendenze e sviluppi, con interessanti prospe ive in termini di sostenibilità, tecnologia avanzata, esplorazione di nuovi territori e fusioni culturali tra elementi e tecniche di regioni anche diverse, nonché di personalizzazione dell’esperienza per soddisfare le preferenze individuali.
Qual è vino della sua azienda a cui è più legato?
Non c’è un vino in specifico, ma se dovessi scegliere di impulsò sarebbe il Chianti Classico Riserva Poggio Teo di Fa oria di Valiano, perché mi evoca molti ricordi con mio nonno e mio padre.
Michelangelo Piccini is the Ho.Re. Ca. Italy Sales Director for Piccini 1882. Together with his family, he is also responsible for the vision and development of future company strategies.
What will be the new wine professions?
A combination of ancient practices, modern innovations and the use of digital technology. From the digital oenologist to the wine marketing expert, from the wine archaeologist called upon to rediscover ancient practices.
How do you see the evolution of Terroir concept?
There is a renewed interest in the concept of terroir in viticulture, which is expected to continue to grow and become central in the next 20 years, guiding producer and consumer choices, scientific research, legal protection and the experience of food and wine tourism. And the wine of the future?
It could be characterised by various trends and developments, with interesting prospects in terms of sustainability, advanced technology, exploration of new territories and cultural fusions between elements and techniques of even different regions, as well as personalisation of the experience to meet individual preferences. Which wine from your estate are you most connected to?
There is no specific wine, but if I had to choose it would be Fa oria di Valiano’s Chianti Classico Riserva “Poggio Teo”, because it reminds me of fond memories with my grandfather and father.