A.S. 2013/2015
LINFA CREATIVA Linfodrenaggio-Pressoterapia-Bendaggi
ALLA SHCHERBAK
QUALIFICA PROFESSIONALE PER ESTETISTA C.F.P. GRUPPO PROFILO
Indice Introduzione
CAPITOLO 1
Il linfodrenaggio Vodder 1.1 Storia del linfodrenaggio manuale
pag. 4
1.2 Che cos'è il linfodrenaggio
pag. 5
1.3 Funzionamento della linfa
pag. 5
1.4 Il metodo Vodder
pag. 8
1.5 Il linfodrenaggio manuale: i movimenti
pag. 10
1.6 Come si esegue
pag. 11
1.7 Linfodrenaggio terapeutico
pag. 12
1.8 Linfodrenaggio alle gambe
pag. 13
1.9 Linfodrenaggio al viso
pag. 14
1.10 Linfodrenaggio per la cellulite
pag. 15
1.11 Linfodrenaggio in gravidanza
pag. 17
1.12 Quando il linfodrenaggio è indicato
pag. 18
1.13 Dove fare il linfodrenaggio
pag. 18
1.14 Benefici del massaggio linfodrenante
pag. 18
1.15 Principali benefici in ambito medico
pag. 20
1.16 Controindicazioni
pag. 22
CAPITOLO 2
Gli oli essenziali 2.1 Gli oli essenziali per la cellulite
pag. 23
2.2 Gli oli essenziali estratti dalla frutta
pag. 24
2.3 Gli oli essenziali estratti da erbe e piante
pag. 25 1
CAPITOLO 3
La Pressoterapia 3.1 linfodrenaggio con macchinari
pag. 26
3.2 Benefici della pressoterapia
pag. 27
3.3 Quando è indicata la pressoterapia
pag. 27
3.4 PerchĂŠ sottoporsi a trattamento di pressoterapia
pag. 28
3.5 Come funziona la pressoterapia
pag. 30
3.6 Gli effetti sul corpo della pressoterapia
pag. 32
3.7 Il linfodrenaggio come valida alternativa alla pressoterapia
pag. 32
3.8 Linfodrenaggio e pressoterapia a confronto
pag. 33
CAPITOLO 4
Il bendaggio 4.1 IL bendaggio funzionale
pag. 34
4.2 Tipi di bendaggio
pag. 38
4.3 Le fasi del bendaggio
pag. 39
4.4 Sostanze ed efficacia del bendaggio drenante
pag. 40
4.5 Bendaggi anticellulite a caldo e a freddo
pag. 40
4.6 Applicazione dei bendaggi anticellulite
pag. 41
Bibliografia
pag. 42
Sitografia
pag. 42
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Introduzione La linfa è il meccanismo più raffinato, intimo e delicato del corpo umano.... Durante la mia esperienza da estetista, mi è capitato di trovarmi di fronte clienti che in passato avevano avuto gravi problemi di salute e quindi assunto dosi massicce di medicinali. Se da una parte queste medicine erano servite per guarire o combattere delle patologie, dall'altra avevano causato problemi al sistema linfatico, che non riuscendo più a purificarsi in maniera autonoma, provocava la famigerata ritenzione idrica. Dopo aver praticato su queste persone i trattamenti necessari, erano evidenti sin da subito importanti segni di miglioramento nel loro stato di salute sia fisico che psichico. Ovviamente con mia grande soddisfazione, per essere riuscita ad aiutarle oltre che aver guadagnato la loro fiducia. A quel punto mi fu chiaro che questi tipi di trattamenti e cioè il massaggio linfatico, la pressoterapia o i bendaggi, fossero soluzioni valide ed efficaci per tutte quelle persone che in modo o in un' altro avessero riscontrato problemi di ritenzione idrica. Cosi si è sviluppata in me la curiosità di conoscere a fondo tali trattamenti; curiosità che col passare del tempo si è trasformata in una vera e propria passione. L'idea di poter essere utile e risolvere i problemi di salute delle persone mi ha spinto a continuare a studiare queste materie, perché un giorno divengano la mia professione.
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Capitolo 1
Il linfodrenaggio Vodder 1.1 STORIA DEL LINFODRENAGGIO MANUALE La tecnica di massaggio chiamata linfodrenaggio manuale, così come la conosciamo oggi, fu ideata intorno al 1930 dai coniugi Emil e Astrid Vodder. In quel periodo il sistema linfatico era per certi versi ancora poco conosciuto a causa delle difficoltà d’indagine scientifica dovute alla mancanza di mezzi come il microscopio elettronico e quello a scansione. Emil Vodder che, pur avendo compiuto studi in biologia, non era medico bensì laureato in filosofia, lavorava insieme alla moglie come fisioterapista a Cannes. Buona parte dei suoi pazienti proveniva dai paesi del nord Europa, come l’umida Inghilterra, è soffriva spesso di infezioni croniche alle vie respiratorie superiori, come tonsilliti, sinusiti, faringiti, riniti, ecc. Vodder notò come tutti queste persone presentassero dei linfonodi del collo gonfi e duri. Fu così che, in maniera del tutto intuitiva, andò contro l’indicazione medica del tempo che raccomandava di non toccare questi linfonodi, iniziando a massaggiarli dolcemente. Ben presto osservò come questa pratica apportava notevoli miglioramenti di salute nei pazienti e questo lo spinse ad approfondire la questione. Nel 1936 il Linfodrenaggio manuale fu presentato per la prima volta al pubblico in occasione di un congresso sulla bellezza chiamato “Santè e beautè”. Il metodo fu accolto fin da subito con grande entusiasmo in campo estetico, 4
mentre fu osteggiato in medicina in quanto Vodder non apparteneva alla classe medica, inoltre egli riteneva erroneamente che la linfa avesse un ruolo nutritivo e rigenerante dei tessuti. Fu solo dopo diversi anni che alcuni ricercatori, come Foldi in Germania e la dottoressa Casley-Smith in Australia, incominciarono ad approfondire l’argomento in maniera scientifica, dando così il via all’affermazione del linfodrenaggio manuale anche in ambito curativo quale mezzo insostituibile nel trattamento dei linfedemi e di altre problematiche. Oggi il linfodrenaggio è correntemente utilizzato con successo sia in ambito medico curativo che in ambito estetico e di benessere. Questa raffinata tecnica di massaggio è stata affiancata da altre pratiche che ne potenziano notevolmente l’effetto, come il bendaggio compressivo, la pressoterapia, la chinesiterapia e la ginnastica posturale. 1.2 CHE COS'E' IL LINFODRENAGGIO MANUALE Il linfodrenaggio è una particolare tecnica di massaggio, esercitata nelle aree del corpo caratterizzate da eccessiva riduzione del circolo linfatico. Il linfodrenaggio, come preannuncia la parola stessa, favorisce il drenaggio dei liquidi linfatici dai tessuti: l'azione meccanica manuale viene esercitata a livello di aree che interessano il sistema linfatico (composto da milza, timo, noduli linfatici e linfonodi), allo scopo di facilitare il deflusso dei liquidi organici ristagnanti. 1.3 FUNZIONAMENTO DELLA LINFA La parola 'linfa' deriva dal latino lympha (acqua), che ne definisce l'aspetto acquoso. La linfa è una sostanza liquida che nasce dal sangue ed è costituita da acqua e 5
proteine.
Nel nostro corpo la circolazione è costituita da: •
Arterie che originano dal cuore e terminano nei tessuti del corpo,
trasportano il sangue ricco di ossigeno e nutrienti. •
Vene che raccolgono il sangue pieno di scarti delle cellule e lo trasportano al
cuore. •
Sistema linfatico, cioè un complesso sistema di vasi, capillari, linfonodi e
organi linfatici che servono per portare al cuore i fluidi contenuti nei tessuti. Il sistema linfatico è costituito da una rete di tubi sottili chiamati vasi linfatici e da strutture ovali chiamate linfonodi che si trovano in tutto il corpo. Questa rete serve per raccogliere e filtrare la linfa. Il sistema linfatico è parallelo alla circolazione venosa. Un fluido giallo chiamato linfa esce dai vasi sanguigni, si mescola con l’acqua e i liquidi interstiziali (cioé che si trovano tra le cellule). Questo liquido contiene sostanze nutrienti, le cellule sanguigne del sistema immunitario e i rifiuti espulsi dalle cellule. Il sistema linfatico porta il liquido nei vasi linfatici e nei linfonodi che contengono le cellule immunitarie.
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PoichÊ il sistema linfatico non ha un sistema per spingere il fluido, il movimento dei muscoli del corpo spinge il liquido verso il cuore. Quando il liquido arriva nei linfonodi è filtrato ed eventuali organismi patogeni sono uccisi. Altri organi che lavorano con il sistema linfatico sono: La milza che riceve i globuli rossi morti o danneggiati e contiene i globuli bianchi che servono per combattere le malattie. Il timo che produce i globuli bianchi. Le tonsille e adenoidi che proteggono l’apparato digerente e in particolare l’apparato respiratorio.
Sistema linfatico 7
La pressione che crea cuore dà la spinta alla circolazione sanguigna, ma il sistema linfatico non ha una pressione interna. L’unico modo per drenare i liquidi linfatici è l’aumento di pressione provocato dalla contrazione muscolare. Se il liquido in eccesso è abbastanza voluminoso, forma il cosiddetto linfedema: edema o accumulo di liquido linfatico. Il sistema linfatico costituisce un flusso parallelo a quello venoso perché origina dai tessuti corporei e si riversa nelle vene toraciche, prima di entrare nel cuore. La linfa è costituita principalmente da acqua, proteine, virus, batteri e frammenti di cellule morte. Lungo il percorso della circolazione linfatica ci sono degli organi molto piccoli chiamati linfonodi che producono gli anticorpi e servono per filtrare sostanze di scarto, virus e batteri. Se a livello dei linfonodi ci sono dei rallentamenti del flusso, si accumula la linfa negli spazio tra le cellule e si forma il linfedema. 1.4 IL METODO VODDER Il Linfodrenaggio VODDER è un massaggio che permette alla linfa di ripristinare o accelerare la circolazione per mezzo di particolari manovre. E’ quindi considerato un intervento di sostegno per prevenire e risolvere alcuni problemi di tipo funzionale ed estetico, fra i quali soprattutto edemi in generale. Questa tecnica si pratica con una manualità ritmica che con pressioni, tocchi, movimenti circolari modifica la pressione dei tessuti consentendo alla linfa una migliore circolazione. Le manipolazioni che si eseguono durante il drenaggio linfatico sono delicate, lente e ripetitive ed esercitano un piacevole effetto antistress, perché attivano il sistema nervoso vegetativo preposto al rilassamento (parasimpatico). Sulle fibre muscolari striate il DLM esercita un effetto rilassante 8
quando questi muscoli sono tesi e ipertonici; sulle fibre muscolari di tipo liscio (muscolatura viscerale) migliora ed attiva il loro automatismo; attiva la risposta difensiva del sistema immunitario: attraverso il drenaggio linfatico, miglioriamo la risposta difensivo immunitaria delle zone trattate. Il drenaggio linfatico manuale (Metodo Vodder), malgrado la sua diffusa divulgazione, è ancora oggi più conosciuto nel settore dell’estetica che in quello della medicina e pertanto viene per lo più associato alla cellulite e alle cure dimagranti. In realtà, il suo campo di applicazione è assai più esteso, poiché può essere applicato per la risoluzione dell’edema in svariate patologie linfoedematose: in flebologia, angiologia, nei decorsi post-operatori e post-traumatici, in odontoiatria, in medicina estetica e anche in gravidanza. Grazie alla peculiarità delle sue manovre, diventa un massaggio antistress di notevolissima efficacia, in quanto produce una distensione della muscolatura scheletrica e viscerale e della psiche, attraverso la normalizzazione del sistema nervoso. Inoltre, attraverso il massaggio dei linfonodi, potenzia le difese immunitarie proprie dell’organismo aumentando la resistenza contro le infezioni e permettendo, in tal modo, di prevenire numerose patologie. Il Drenaggio Linfatico Manuale risulta il metodo di intervento più indicato nelle situazioni che contemplano la formazione di edemi, nella ritenzione di liquidi, nella patologia venosa cronica che può nascere a seguito di interventi di chirurgia plastica estetica, nei casi di accumulo di acido lattico e nella patologia dovuta a stress. 9
1.5 IL LINFODRENAGGIO MANUALE: I MOVIMENTI Il linfodrenaggio, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è una tecnica difficile da eseguire: infatti, l'operatore deve conoscere perfettamente il circolo linfatico e le zone da trattare: solo in questo modo, il drenaggio dei liquidi interstiziali e della linfa potrà essere favorito dalle giuste manipolazioni. Lo scopo è quello di indirizzare la linfa verso le zone linfatiche più vicine all'area massaggiata: in questo modo, la circolazione superficiale della linfa e lo scorrimento della stessa è facilitato. La tecnica del linfodrenaggio si attua tramite applicazione di un leggero movimento pressorio sulla cute, che dev'essere lento e delicato, avendo cura di applicare spinte tangenziali. Il linfodrenaggio deve seguire il percorso della linfa: a tal proposito, il massaggio richiede d'iniziare a livello del collo, zona in cui si trovano i linfonodi dove la linfa si mescola al circolo ematico. Solo successivamente, la tecnica procede nelle altre zone del corpo. Le tecniche utilizzate nel massaggio linfatico trattano le patologie che provocano un edema linfatico, cioé l’ostruzione dei linfonodi delle braccia e delle gambe. Il massaggio linfatico è un modo efficace per disintossicare il corpo(liberarlo dai rifiuti). Le tecniche di massaggio linfatico si eseguono con delle spinte delicate in direzione del flusso della linfa per svuotare i vasi linfatici bloccati. I movimenti principali che vengono eseguiti durante un linfodrenaggio sono: Cerchi con le dita (per consentire lo spostamento della linfa) 10
Pressioni dei pollici Movimenti rotatori (per spingere il carico linfatico) Spinte guidate con le mani sovrapposte (una preme, l’altra guida) Sfioramenti con palmi (per preparare la cute ad un nuovo movimento) 1.6 COME SI ESEGUE Il linfodrenaggio Vodder si fonda su un tipo di manipolazione manuale dei tessuti in grado di migliorare il flusso della linfa, e in presenza di ristagni, di sboccare il liquido in eccesso. Per ottenere i risultati sperati il linfodrenaggio Vodder utilizza dei movimenti, per lo più circolari e rotanti, che imprimono una pressione, di circa 40 gr. sulla pelle in grado di muovere trasversalmente e longitudinalmente la linfa lungo i vasi linfatici senza provocare strisciamenti. Il metodo Vodder conta 4 movimenti fondamentali: a cerchi fermi, a pompaggio, erogatori e rotatori. 1.
Cerchi fermi: si tratta di un movimento in cui le dita sono piatte sulla pelle
del soggetto, e disegnano dei cerchi o delle spirali, a seconda della direzione del flusso linfatico. Solitamente questo movimento è utilizzato per agire sui linfonodi, sul collo o sul viso, anche se non è strano che sia un movimento utilizzato anche per le estremità e per il resto del corpo. 2.
Pompaggio: conosciuto anche come Tocco a Pompa, è un tipo di
movimento in cui il palmo della mano è rivolto verso la cute del paziente, le dita si muovono seguendo la direzione del palmo e disegnano cerchi o spirali sulla pelle, ma i polpastrelli non vengono utilizzati. E' un movimento che viene preferito per le parti curve di fianchi, gambe e braccia. 3.
Erogatori: questi movimenti sfruttano la capacità di rotazione del polso, che 11
disegna delle spirali mentre è in pressione. E' utilizzato soprattutto effettuare il linfodrenaggio su gambe ed avambracci. 4.
Rotatori: è un movimento pressorio che sfrutta il l'andamento oscillatorio
del polso che disegna, assieme al resto della mano, una forma a spirale sulla cute del paziente. Mentre la mano è distesa ed esercita pressione, il pollice ruota seguendo l'andamento del flusso linfatico. Questo movimento è particolarmente efficace su schiena, petto e ventre. 1.7 LINFODRENAGGIO TERAPEUTICO Si tratta di una tecnica di fisioterapia nella quale si effettuano delle prese con ampia superficie d'appoggio. I movimenti sono circolari, con uno spostamento in direzione del cuore, così da favorire la corrente centripeta dei vasi linfatici, e provocare una deformazione dei tessuti lenta e con lieve pressione. Tramite la frequente ripetizione delle prese durante il trattamento si riesce a stimolare l'automatismo muscolare dei vasi linfatici (contrattilità linfovasale) in maniera tale che la possibilità di una contrazione rafforzata persista per delle ore. Con un trattamento protratto per diversi mesi si arriva ad un incremento della capacità di trasporto linfatico ed alla formazione di efficienti vasi collaterali linfatici a livello della cute. Il trattamento del sistema dei vasi linfatici a zone è di particolare importanza. Esso consiste nel trattare prima la zona di sbocco e dopo la parte a valle, p. e. nel trattamento del braccio: prima i vasi linfatici del collo, poi quelli del braccio, dell'avambraccio e della mano. In ogni zona il trattamento viene eseguito dalla parte distale verso quella prossimale. In presenza di edema si aggiungono delle prese cosiddette "da edema" che provocano un maggiore assorbimento di liquido da parte dei capillari linfatici e venosi. La pressione applicata varia in base alla consistenza dell'edema. Prima e 12
dopo l'applicazione delle prese da edema si eseguono le prese di linfodrenaggio. Dopo il trattamento bisogna applicare un bendaggio oppure una calza (o guaina) di compressione per evitare il reflusso dell'edema nel tessuto reso morbido dal linfodrenaggio. Con tale calza si dovrebbe eseguire una ginnastica leggera e non troppo faticosa. Mentre non è indispensabile indossare la calza (o guaina) di compressione durante la notte. Nel massaggio classico, al contrario di quanto avviene nel linfodrenaggio, si eseguono delle deformazioni del tessuto più forti ed iperemizzanti, che possono causare un peggioramento degli edemi. Il linfodrenaggio viene effettuato da linfoterapisti, che sono dei massofisioterapisti altamente specializzati. 1.8 LINFODRENAGGIO ALLE GAMBE Il linfodrenaggio alle gambe è stato il primo massaggio di drenaggio linfatico provato dai coniugi Vodder sui pazienti che soffrivano di gonfiori e ritenzione idrica. I Vodder infatti, identificarono la causa principale della ritenzione idrica nelle imperfezioni funzionali del sistema linfatico. La linfa, non riuscendo a scorrere regolarmente all'interno dei canali, non è in grado di espellere gli scarti metabolici ed il liquido in eccesso che si ferma nei tessuti interstiziali dando vita al fenomeno della ritenzione idrica e della cellulite. I massaggi linfodrenanti sulle gambe, vengono eseguiti con leggere pressioni che si muovono dal basso verso l'alto, in modo da spingere i ristagni verso il linfonodo inguinale; in questo modo la linfa ristagnante può essere espulsa e la sua effettiva rimozione si paleserà con un aumento della diuresi.
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Le gambe che necessitano di un trattamento di linfodrenaggio non sono solo quelle colpite da ritenzione idrica o cellulite ma anche quelle: •
Che devono affrontare un intervento chirurgico, in modo da migliorare la
microcircolazione capillare. •
Che soffrono di varici, disturbi alla safena o di insufficienza venosa.
Se si vuole contrastare la cellulite, oltre al linfodrenaggio manuale si può anche optare per il massaggio meccanico, mentre nel caso di patologie è sempre meglio affidarsi alle mani di un esperto.
1.9 LINFODRENAGGIO AL VISO I trattamenti di linfodrenaggio viso sono dei veri e propri trattamenti di bellezza utili sia a contrastare gonfiori ed inestetismi che a restituire tonicità e lucentezza alla pelle del volto. Solitamente questi massaggi sono eseguiti da un professionista abilitato e mescolano l'uso della tecnica tipica del trattamento linfodrenante all'uso di oli essenziali necessari ad idratare e nutrire la pelle. Questi oli assumono particolare importanza per la buona riuscita del massaggio linfodrenante, e per questo verranno trattati in modo specifico nel prossimo capitolo. Il massaggio si compone di una fase detergente che serve a purificare il viso dalle 14
impurità e di una fase linfodrenante vera e propria: in questa fase il massaggiatore sblocca le stazioni linfatiche del viso verso le quali saranno convogliati i liquidi in eccesso.
Solitamente, la linfa ristagnante sul viso viene rimossa attraverso i gangli ascellari, sottomandibolari, sotto clavicolari, e quelli più piccoli situati vicino ad occhi, orecchie e naso.
1.10 LINFODRENAGGIO PER LA CELLULITE Il linfodrenaggio è stato il primo massaggio anticellulite efficace e valido ideato dai coniugi danesi Emil e Astrid Vodder, che partirono con il pensiero che il ristagno dei liquidi causa la cellulite ed è dovuto a un difetto del sistema linfatico. Nel sistema linfatico scorre un sistema di condotti che ha un percorso quasi parallelo al sistema sanguigno, fatto di vasi, di capillari che attraversano speciali strutture, le stazioni linfatiche, all'interno delle quali la linfa viene drenata e ripulita. Fa il giro del corpo per ritornare poi nel sangue all'altezza delle fossette clavicolari poste alla base del collo dove si riversa, sterile, nei grossi vasi venosi. Il suo compito è liberare i tessuti dagli scarti metabolici e rimuovere il liquido in eccesso tra una cellula e l'altra. Se non scorre correttamente le tossine si accumulano nei tessuti facendo rallentare 15
gli scambi nutritivi fra le cellule. E' questo il terreno ideale per l'insorgere della cellulite. Perché la linfa scorra liberamente, il massaggio, deve facilitare l'apertura delle stazioni linfatiche e si deve eseguire un massaggio di spinta nelle zone interessate dalla cellulite. Per prevenire e contrastare gli inestetismi tipici della cellulite può essere utile analizzarne le cause, l'evoluzione e i rimedi. Le cause: Rallentamento della circolazione sanguigna Ristagno dei liquidi interstiziali (fra una cellula e l'altra). Ispessimento del tessuto connettivo con formazione dei primi noduli. L'evoluzione: 1° STADIO La circolazione rallentata e l'eccessiva permeabilità dei capillari, unitamente a un minor ritorno linfatico, provocano ristagno dei liquidi e accumulo, fra una cellula e l'altra, di scorie non drenate. 2° STADIO Attorno a questo accumulo si forma un intreccio di fibre di Collagene che comprimono i capillari e ostacolano il nutrimento delle cellule adipose dando origine ai primi noduli caratteristici della pelle "a buccia d'arancia". 3° STADIO I noduli si aggregano in "macronoduli", le fibre che li avvolgono si sclerotizzano e conferiscono alla cute l'aspetto "a materasso".
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I rimedi: L'ALIMENTAZIONE È necessario adeguare la qualità e quantità del cibo alle reali necessità dell'organismo perché un'alimentazione corretta agisce sulle cause profonde della cellulite evitando gli accumuli e favorendo l'eliminazione dei liquidi. LO STILE DI VITA Praticare uno sport con una certa continuità aiuta a bruciare i grassi, perciò è bene sfruttare ogni occasione per tenersi attivi, ad esempio camminando passo spedito appena possibile, salendo le scale a piedi, ecc... TRATTAMENTI COSMETICI ADEGUATI L'utilizzo di validi prodotti cosmetici, applicati costantemente così come costante deve essere l'attenzione per l'alimentazione e l'esercizio fisico, riesce a dare risultati più che soddisfacenti soprattutto se abbinato ad un efficace massaggio. 1.11 LINFODRENAGGIO IN GRAVIDANZA Il linfodrenaggio in gravidanza porta alla gestante innumerevoli benefici, ma, come per tante altre pratiche è meglio evitare di sottoporsi a questo trattamento, durante i primi tre mesi, in quanto sono i più delicati per il feto. Oltrepassato questo periodo critico, l'uso del linfodrenaggio in gravidanza è consigliato per prevenire la ritenzione idrica e stimolare il buon funzionamento del sistema linfatico. Alla futura mamma, di norma, vengono consigliate sedute settoriali, ovvero sedute che agiscono solo su determinate zone del corpo, per non sottoporla ad eccessivi stress fisici. Le donne in gravidanza sono inoltre interessate da un'eccessiva sensibilizzazione dei capillari superficiali pertanto il massaggio linfodrenante risulta la migliore soluzione per farsi coccolare in maniera delicata. 17
Le donne che aspettano un bambino spesso soffrono di stipsi e, seppure il massaggio linfodrenante potrebbe portare benefici questo non è da praticare in profondità sull'addome in quanto potrebbe interferire con lo sviluppo del feto. 1.12 QUANDO IL LINFODRENAGGIO E' INDICATO Per preparare i tessuti a un intervento chirurgico (in quanto consente l’eliminazione dei liquidi in eccesso e contribuisce a riattivare il microcircolo) Dopo interventi chirurgici di asportazione dei linfonodi (ad esempio, durante l’asportazione della mammella viene tolta la stazione ascellare, ed è quindi importante facilitare la circolazione sanguigna e linfatica). In casi di insufficienza venosa, varici e problemi alla safena (vena delle gambe). In presenza di sinusite, rinite, forme allergiche (il linfodrenaggio, in queste situazioni, non è però efficace nelle fasi acute, ma contribuisce ad alleviare il problema quando la patologia è cronicizzata). Per attenuare couperose, acne, rosacea 1.13 DOVE FARE LINFODRENAGGIO Il linfodrenaggio si può effettuare presso centri estetici qualificati, ambulatori di medicina estetica e dermatologia, ma anche in strutture termali ed estetiche competenti. Molte strutture sono convenzionate col Sistema Sanitario Nazionale. È bene non sottoporsi a linfodrenaggio nel corso di malattie infettive e in caso di insufficienza cardiaca, forme asmatiche, flebiti, tromboflebiti e patologie tumorali. 1.14 BENEFICI DEL MASSAGGIO LINFODRENANTE I benefici del massaggio di drenaggio linfatico sono molteplici e probabilmente a
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tutt'oggi ancora non sono stati chiariti tutti i possibili campi d'azione. Il linfodrenaggio viene utilizzato in maniera costante sia in ambito medico che in campo estetico per guarire piÚ velocemente da disturbi e patologie o contrastare l'inestetismo della cellulite. Il linfodrenaggio è ottimo in caso di cellulite perchÊ, in linea generale, aiuta il metabolismo a funzionare in modo corretto ed evita quei gonfiori che si accumulano nelle gambe, sui glutei o all'altezza dell'addome. In pratica le mani del massaggiatore spostano il liquido che di solito si trova nella pelle o tra pelle e muscoli e lo fa uscire dai vasi linfatici. Tramite questo massaggio si possono risolvere problemi di edema o gonfiore, legati ad accumulo di liquido nei tessuti.
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1.15 PRINCIPALI BENEFICI IN AMBITO MEDICO •
Effetto anti edematoso: questo massaggio favorendo la circolazione della
linfa e aumentandone la velocità consente di ridurre la superficie dell'edema, sia esso d'origine linfatica che d'origine diversa. Possono sottoporsi a questo trattamento donne nella fase premestruale, individui che hanno subito l'asportazione della vena safena, chi è stato sottoposto ad interventi d'urgenza sulle varici o ad una mastectomia. Possono comunque formarsi edemi a seguito di qualsiasi genere di intervento chirurgico o estetico, a seguito di traumi o di forti eruzioni allergiche. Sottoporsi ad una serie di sedute di massaggi linfodrenanti, in questi casi è comunque da intendersi come una terapia coadiuvante e non sostitutiva della terapia medica. •
Effetto immunostimolante:
agendo sui linfonodi, questo massaggio aumenta la resistenza dell'organismo alle infezioni, producendo una rigenerazione sia del liquido interstiziale che di quello cellulare garantendo una vita più lunga e più sana. In ogni caso non ci si deve mai sottoporre a sedute di linfodrenaggio nel corso di infezioni o patologie perché il massaggio sui linfonodi potrebbe provocare il loro proliferarsi. •
Effetto cicatrizzante:
il ripristino del corretto flusso di linfa nell'organismo fa sì che le ferite siano idratate nella maniera corretta. La linfa conduce con se elementi nutritivi in grado di ricostruire il tessuto e di asportare dalla ferita tutte le sostanze irritanti. E' molto indicato in caso di piaghe da decubito ed ulcerazioni.
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•
Effetto tonificante sulla microcircolazione:
migliorando la circolazione della linfa all'interno dei vasi, migliora anche la mobilità dei capillari sanguigni che contraendosi con più facilità hanno una funzionalità potenziata. •
Effetto rigenerante:
sia sulle strutture ossee che sui tessuti, perché il miglioramento della circolazione dei liquidi fornisce nutrimento riparatore anche alle zone più disidratate. •
Effetto antalgico:
potenzia la funzione delle cellule inibitorie del dolore, mettendo a tacere la sensazione dolorifica. •
Effetto rilassante e sedativo:
favorisce il sonno in tutti i soggetti particolarmente ansiosi e stressati. Dal punto di vista estetico il linfodrenaggio combatte la ritenzione idrica e la cellulite. I due fenomeni sono interconnessi, infatti entrambi dipendendo da ristagni di liquidi situati negli spazi interstiziali, che provocano nel primo caso dolore e pesantezza soprattutto negli arti inferiori, e nel secondo, buccia d'arancia o vistosi noduli di grasso. L'azione del massaggio linfodrenante è molto importante in questo senso per coadiuvare uno stile di vita sano ed un'alimentazione corretta. Per avere un effetto ottimale il linfodrenaggio manuale deve essere eseguito correttamente. Di seguito sono riportate alcune regole da non trascurare: 1)Evitare di parlare durante il trattamento. 2) La posizione del paziente deve essere comoda: non troppo molle, ma in nessun caso troppo rigida. 3) La temperatura ideale per il trattamento si aggira intorno ai 25°C 4) Il paziente non deve essere accecato da troppa illuminazione o da apparecchi 21
radianti. 5) le zone da massaggiare non devono risultare al tatto troppo scivolose, ne troppo ruvide. 1.16 MASSAGGIO LINFODRENANTE, CONTROINDICAZIONI Questa tecnica non ha particolari controindicazioni, anzi lenisce lo stress a carico del sistema nervoso ed ha funzione analgesica. Il linfodrenaggio è utile anche per risolvere problemi estetici: con questa tecnica si può trattare l'acne, le malattie cutanee di tipo allergico, le ustioni, le cicatrici, la calvizie.
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Capitolo 2
Gli oli essenziali Come abbiamo accennato nel capitolo precedente, gli oli essenziali rivestono un ruolo di primaria importanza nello svolgimento del massaggio linfodrenante. Analizzeremo quindi quali tipi di oli sono indicati per le varie patologie che andremo a trattare.
2.1 OLI ESSENZIALI PER LA CELLULITE Il massaggio con gli oli essenziali può essere praticato tranquillamente in casa, senza necessità di ricorrere ai centri estetici, a maggior ragione perché non presenta controindicazioni, si può fare anche ogni sera alternando gli oli essenziali. L' ideale é farlo sulla pelle perfettamente asciutta e pulita, dopo il bagno o ancora meglio la doccia, soprattutto se la terminate con un getto di acqua fredda, che smuove la circolazione sanguigna. Il massaggio inizia con una pressione leggera, da compiere rigorosamente dal basso verso l' alto, con movimenti circolari. La pressione si intensifica sempre più man mano che si procede nel massaggio, e dove gli accumuli di cellulite sono più consistenti si procede anche a una compressione della zona, spingendo con le mani aperte sulla pelle. Per terminare il massaggio allentate la pressione, cosà da permettere alla circolazione di riprendere a scorrere normalmente, e tamponate leggermente con un asciugamano o un po'
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di carta. Il massaggio può durare dai 5 ai 10 minuti ed é una buona idea farlo prima di andare a letto, in modo che le proprietà benefiche degli oli essenziali possano continuare ad agire durante la notte. Gli oli essenziali utili contro la cellulite sono numerosi, perché in natura esistono molte piante ricche di proprietà utili in tal senso. Dal pompelmo all' arancia, dal ginepro al rosmarino, dal geranio al limone, dall' avocado al rosmarino la scelta é ampia e sempre proficua. 2.2 GLI OLI ESSENZIALI ESTRATTI DALLA FRUTTA Olio essenziale di pompelmo. Il pompelmo favorisce la circolazione e aiuta ad eliminare le tossine. In questo modo agisce contro la ritenzione idrica e ostacola la formazione degli odiosi cuscinetti sui sulle cosce e sui glutei. L' ideale é praticare dei massaggi con l' olio di pompelmo e anche inserire il frutto nell' alimentazione. Olio essenziale di arancio amaro. La cellulite viene definita spesso buccia d' arancia, ma in realtà l' arancia ne é implacabile avversaria. L' olio essenziale di arancia é tra i più utilizzati contro la cellulite, perché favorisce la rigenerazione cellulare e applicato con un massaggio costante sulla pelle la rende più liscia e compatta. Olio essenziale di mandarino. Dopo l' arancia, la famiglia degli agrumi offre il suo aiuto con il mandarino, che stimola il flusso della circolazione. In questo modo previene la formazione di bozzetti e rigonfiamenti, e se già sono comparsi riesce ad evitare che si aggravino. Olio di avocado. Il vantaggio dell' avocado é che svolge un' azione riparatrice sulla pelle rovinata per vari fattori, e uno di questi é proprio la cellulite. Grazie all' olio 24
di avocado, la pelle ritrova progressivamente un aspetto levigato e compatto. 2.3 GLI OLI ESSENZIALI ESTRATTI DA ERBE E PIANTE Olio essenziale di ginepro. Le sue proprietà diuretiche sono utilissime contro la ritenzione idrica che é alla base della cellulite. Attraverso il massaggio con l' olio di ginepro, la pelle elimina man mano le tossine in eccesso e di conseguenza il gonfiore che sempre si accompagna alla cellulite. Olio essenziale di geranio. L' olio essenziale non solo é un noto tranquillante, ma anche un valido aiuto per eliminare gli inestetismi della cellulite. L' eliminazione delle tossine viene agevolata e le gambe ritrovano la leggerezza dimenticata da tempo, perché il gonfiore e la pesantezza di allontanano. Olio essenziale di cipresso. L' olio di cipresso é particolarmente indicato per chi soffre di vene varicose e viene infatti utilizzato soprattutto per le sue proprietà di vasocostrittore. Grazie al supporto che offre alla circolazione scongiura la formazione della cellulite, e se é già presente ne evita la degenerazione. Olio essenziale di rosmarino. Anche il rosmarino, come gran parte degli altri oli essenziali utilizzati in versione anticellulite, interviene a monte contrastando la ritenzione idrica. E meno liquidi si trattengono nel corpo, meno la cellulite si forma. L' azione preventiva é quindi preponderante rispetto a quella curativa.
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Capitolo 3
Pressoterapia 3.1 LINFODRENAGGIO CON MACCHINARI Molte donne cercano oggi una soluzione efficace ai problemi di ritenzione idrica, o ancora si impegnano nella ricerca di trattamenti che sappiano combattere i problemi di cellulite. Oggi esiste un sistema che permette di affrontare, insieme, tutte queste problematiche, e inoltre di asciugare le zone del corpo trattate con effetti dimagranti, specie in persone gravate da sovrappeso.
La soluzione a tutti questi problemi è la cosiddetta pressoterapia, ossia un trattamento medico ed estetico che migliora il funzionamento del sistema circolatorio e del sistema linfatico nella persona che vi si sottopone. Il termine stesso di “pressoterapia” lascia intuire il metodo attraverso il quale tale trattamento viene applicato, dal tuo medico o dal centro estetico prescelto, sulla donna. Tale trattamento consiste infatti nell’esercizio di una pressione esterna sulla zona trattata, tramite una apparecchiatura specificamente progettata per tale compito. 26
Solitamente, l’oggetto del trattamento sono gli arti, gambe o braccia che siano, ma anche zona addominale è molto spesso trattata su richiesta del cliente. 3.2 I BENEFICI DELLA PRESSOTERAPIA L’applicazione sul corpo del trattamento di pressoterapia, indipendentemente da quella che è la zona che viene ad essere trattata nella singola seduta, permette il perseguimento di molteplici effetti, tutti positivi e benefici per il corpo. Ecco un elenco schematico per comprendere la opportunità di procedere a simili trattamenti, per poi analizzarli singolarmente e con maggiore attenzione in paragrafi a parte e a loro dedicati. •
Inestetismi provocati da cellulite
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Ritenzione idrica
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Sovrappeso
•
Tonificazione dei tessuti
Per quanto concerne un discorso ancora generale, invece, i trattamenti di pressoterapia permettono di tonificare i tessuti del corpo trattato (specialmente gambe, braccia e addome) in modo da favorire sia la circolazione che la eliminazione dei liquidi in eccesso presenti nel corpo. Ma non solo questo: va detto infatti anche, a seguito di un simile trattamento, la paziente che vi si è sottoposta percepisce una sensazione di benessere generale e una piacevole percezione di leggerezza negli arti trattati. 3.3 QUANDO E' INDICATA LA PRESSOTERAPIA Come già abbiamo avuto modo di accennare, la pressoterapia è principalmente un trattamento estetico, atto a migliorare l’estetica del corpo della paziente che vi si
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sottopone. Al contempo, però, esso comporta anche modificazione e miglioramenti a livello interno: proprio questa circostanza comporta che non tutti possano sottoporsi a questa tipologia di trattamento. I principali effetti benefici che la pressoterapia determina sul corpo della paziente sono infatti quelli a livello circolatorio: da una incentivata circolazione consegue poi il miglioramento anche da punto di vista estetico. Insomma, la pressoterapia comporta il migliorato andamento e la più efficiente eliminazione di liquidi e linfa. Questo determina allora che esistono alcune categorie di persone che non possono sottoporsi a pressoterapia, ossia chi soffre di: •
Insufficienza arteriosa o cardiaca
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Vene varicose
•
Trombosi
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Donne in cinta
E' bene comunque chiedere un parere al medico curante, perché verifichi le condizioni fisiche e di salute e decida se ci siano i presupposti per sottoporsi effettivamente o meno a pressoterapia. Il consiglio di uno specialista, in particolare in quanto mirato al caso concreto, potrà eliminare ogni dubbio e ogni rischio. 3.4 PERCHE' SOTTOPORSI A PRESSOTERAPIA Molte persone si chiedono se sia veramente consigliabile sottoporsi a trattamenti di pressoterapia, o se invece sia più opportuno optare per soluzioni differenti, sia in termini di modalità di trattamento che in termini di dispendio economico, o ancora con considerazione della maggiore o minore invasività di questo metodo rispetto ad altri simili. 28
Da questo punto di vista, la pressoterapia si impone come la soluzione medica più economica per il raggiungimento degli obiettivi che essa permette di ottenere. Se ci si decidesse a ricorrere solo a soluzioni di tipo farmacologico, si finirebbe certamente con l’acquistare una grande quantità di farmaci differenti, senza alcuna certezza sui risultati. È ovvio che la certezza matematica manca anche nella pressoterapia, ma al contempo vi è una probabilità maggiore, e slegata dalle caratteristiche fisiche della persona, e dalla sua maggiore o minore capacità di rispondere positivamente all’intervento farmacologico. Sicuramente, poi, la pressoterapia è meno invasiva, non richiedendo la introduzione nel corpo di farmaci, che possono sempre presentare controindicazioni. Proprio per questa ragione, bisogna prestare attenzione alle controindicazioni del trattamento di pressoterapia, e poi, nel caso, confrontarle con le controindicazioni di altri e simili trattamenti.
Il successo della pressoterapia in Italia La pressoterapia ha cominciato a diffondersi in Italia solo in tempi più recenti, sulla scorta dei più che rilevanti risultati che questo tipo di trattamento ha raggiunto. Si è dovuto prima di tutto superare lo scoglio determinato dal prezzo di un intero ciclo di sedute che è proprio della pressoterapia, insieme con la necessità di rivolgersi a centri specializzati. Nonostante tali prime difficoltà, la pressoterapia ha comunque raggiunto una ottima percentuale di presenza su tutto il territorio italiano, con una leggera 29
prevalenza per le zone del nord e del centro Italia. Va anche considerato che la possibilità di sottoporsi al trattamento di pressoterapia presuppone anche la presenza di centri estetici o dermatologi specializzati. La possibilità di acquistare tali trattamenti anche in promozione o attraverso gruppi di acquisto ha comunque determinato un incremento quasi verticale nella sottoposizione a tale tipologia di trattamento, determinando un effettivo successo. Inoltre, il passare del tempo ha garantito il perfezionamento dei macchinari e delle metodologie di trattamento di pressoterapia, incrementando ancora di più la percentuale di clienti pienamente soddisfatte nei risultati raggiunti. 3.5 COME FUNZIONA LA PRESSOTERAPIA È difficile affidarsi a un trattamento medico ed estetico sconosciuto, se prima non si conosce per filo e per segno come esso funzioni: è una verità assoluta, perché chiunque si asterrebbe senza il minimo dubbio dal sottoporre il proprio corpo a interventi di cui non conosce modalità e funzionamento. Cerchiamo allora di capire bene come si articoli il trattamento di pressoterapia, dal momento dell’arrivo al centro estetico o presso il proprio medico curante alla prima seduta, fino al momento in cui si uscirà dall’ultima seduta programmata. Iniziamo con il sottolineare quelli che sono gli elementi fondamentali del trattamento di pressoterapia, e tutte quelle che sono le circostanze che occorre analizzare in relazione a ciascuno di questi elementi: •
Medico specialista o centro estetico: è necessario verificare con molta
attenzione la professionalità e la capacità dello specialista che eserciterà il 30
trattamento di pressoterapia. Mai affidarsi a soggetti non qualificati •
Il macchinario per la pressoterapia: esso è costituito da guaine, separate al
loro interno, che copriranno solo ed esclusivamente la parte interessata Aumento e diminuzione di pressione Per prima cosa, di solito il medico curante o lo specialista del centro estetico procederà a un massaggio manuale nella zona interessata, per permettere poi che l’effetto benefico del trattamento di pressoterapia riveli la maggiore efficacia possibile. Tale massaggio manuale permette dunque che la circolazione linfatica e del sangue cominci fin da subito a essere stimolata, seppure inizialmente solo a un livello preliminare. Una volta completata tale fase iniziale del massaggio manuale, e terminata dunque la stimolazione meccanica delle mani, il medico specialista provvederà a inguainare la zona del corpo interessata: le gambe, le braccia o l’addome, come la stessa paziente avrà richiesto, verrà introdotto nella guaina che è collegata al macchinario.
Tale guaina, al suo interno, è divisa in più zone, le quali si gonfieranno e sgonfieranno in maniera graduale e progressiva: tale gonfiamento partirà dalla 31
zona più esterna, per procedere lentamente verso la più interna; alla stessa maniera procederà la fase inversa. Per esempio, se si trattasse della gamba, la guaina comincerà a gonfiarsi dal piede, per poi salire. 3.6 GLI EFFETTI SUL CORPO DELLA PRESSOTERAPIA Tale gonfiamento e sgonfiamento progressivo permette al trattamento di pressoterapia di riattivare la circolazione, sia linfatica che del sangue. Ciò permetterà di facilitare il processo di circolazione ed eliminazione dei liquidi ristagnanti nel corpo. La maggiore efficacia così indotta del sistema circolatorio venoso permetterà dunque di combattere tutte quelle problematiche connesse, tra le altre, alla ritenzione idrica, agevolando il procedimento di smistamento dei liquidi all’interno del corpo. È proprio per questo motivo che il trattamento di pressoterapia rivela una notevole utilità in relazione ai problemi di cellulite, che fanno di tale ristagnamento il proprio problema principale. Ovviamente, non sarà sufficiente sottoporsi a una sola seduta, ma sarà necessario un ciclo di almeno 10 o 12 sedute, a discrezione del medico specialista e sulla base delle condizioni e delle esigenze della paziente. 3.7 IL LINFODRENAGGIO COME VALIDA ALTERNATIVA ALLA PRESSOTERAPIA Sia il linfodrenaggio che la pressoterapia sono trattamenti medici che hanno il compito di favorire e stimolare la circolazione linfatica. Diverse, però, sono le metodologie nelle quali, concretamente, si realizzano queste due tecniche. Possiamo dunque parlare, almeno su un primo piano, di alternatività delle tecniche. 32
È chiaro in realtà, come vedremo, che sussistono particolari differenze tra le due tecniche, e ciò non solo sul piano della metodologia applicativa. Partiamo però da questo primo piano, certo il più semplice da analizzare. Il linfodrenaggio, infatti, è una particolare tecnica di massaggio manuale, che fonda la propria efficacia proprio sulla meccanicità e sulla frizione delle mani del medico. Non si ricorre, insomma, ad alcuna guaina o macchinario particolare, come avviene invece nella pressoterapia. La zona di utilizzo principale del linfodrenaggio è quella colpita da cellulite, essendo questo il problema che viene usualmente affrontato con tale tecnica. Ciò non toglie, comunque, che il linfodrenaggio possa risultare utile anche in altre situazioni, simili sostanzialmente a quelle già viste per la pressoterapia. 3.8 LINFODRENAGGIO E PRESSOTERAPIA A CONFRONTO La principale differenza è quella cui abbiamo già avuto modo di fare più volte cenno: mentre la pressoterapia si avvale del ruolo principale di un macchinario che, collegato a guaine che circondano le aree interessate, giocano su gonfiamento e sgonfiamento per spostare la pressione sul corpo, il linfodrenaggio si basa invece sul massaggio manuale effettuato dallo specialista. Ciò comporta, probabilmente, anche se tale sensazione varia di paziente in paziente, una maggiore delicatezza del linfodrenaggio rispetto alla pressoterapia, il che potrebbe tornare utile in particolare laddove vi fossero sensazioni forti di dolore nelle zone interessante. D’altronde, vi è chi rileva una maggiore efficacia della pressoterapia. Insomma, pare quanto mai opportuno, in questo caso, rivolgersi al proprio medico curante per avere consigli preziosi in relazione alla scelta tra linfodrenaggio e pressoterapia, così da poter dirigersi sicuramente verso il trattamento più confacente alle proprie esigenze. 33
Capitolo 4
Il bendaggio funzionale 4.1 IL BENDAGGIO FUNZIONALE Quando si parla di bendaggio funzionale si fa riferimento a una tecnica di immobilizzazione solo parziale il cui obiettivo è quello di limitare i tempi di guarigione che i metodi e le tecniche di immobilizzazione tradizionali presuppongono.
Succede, infatti, che un’articolazione viene messa in scarico e quindi protetta rispetto alla direzione di movimento patologica e dolorosa, e non interamente. Questo tipo di tecnica, che viene messa in pratica mediante l’applicazione specifica di cerotti adesivi e bende, è stata introdotta in ambito fisioterapico e messa a punto da un team di ricercatori statunitensi negli anni Sessanta. Le bende impiegate si differenziano per le misure diverse, da sei, otto e dieci centimetri, oltre che per il livello di estensibilità. Le bende possono essere elastiche in lunghezza, elastiche in larghezza oppure elastiche in entrambe le direzioni. Il loro utilizzo, naturalmente, dipende dalle indicazioni fornite dal fisioterapista. Il tape o cerotto anelastico viene usato al fine di bloccare nelle direzioni desiderate l’articolazione. 34
Occorre precisare che il confezionamento e la preparazione di un bendaggio funzionale rappresentano sempre la conseguenza di una decisione medica. Tali operazioni, dunque, possono essere consigliate in seguito a una lussazione o a un trauma distorsivo, oppure come soluzione per una micro-frattura o una lesione muscolare; vi si può ricorrere, inoltre, in presenza di gonfiori evidenti ed edemi. E’ importante evitare di bendare pazienti che presentano problemi dermatologici o comunque allergie al collante riconosciute. Il bendaggio, che non può essere assolutamente bagnato, solitamente viene rimosso dopo un periodo do quattro o sette giorni, durante i quali comunque è possibile svolgere le consuete attività quotidiane. Si tratta, in sostanza, di un presidio di contenzione dinamica utile e pratico. In concreto, esso impiega bende adesive, inestensibili ed estensibili a seconda delle esigenze, che combinate opportunamente consentono di proteggere in maniera ottimale le singole strutture legamentose, tendinee e muscolari da agenti patomeccanici o agenti potenzialmente tali, senza che l’articolarità fisiologica risulti limitata. Tra le proprietà rivestite dal bendaggio dinamico va segnalata senza dubbio un’azione meccanica, cui si aggiungono un’azione propriocettiva, un’azione fisiologica e il cosiddetto effetto cerotto, che svolge una funzione esterocettiva. Occorre adottare precauzioni particolari in presenza di malattie dermatologiche, turbe circolatorie, allergie agli adesivi, rotture tendinee, fratture recenti e ampie lesioni aperte. Ideali per distorsioni e lussazioni, i bendaggi di questo tipo svolgono una funzione di stabilizzazione passiva rispetto alle articolazioni. Non va dimenticato, per altro, che i bendaggi funzionali possono svolgere anche un’azione preventiva, venendo impiegati per allenamenti e gare con la finalità 35
precisa di proteggere le strutture più vulnerabili (anche solo potenzialmente) rispetto a sollecitazioni specifiche, dovute a difetti acquisiti o congeniti, instabilità croniche, difetti di portamento, carichi iterativi con effetti cumulativi e lesivi. In questo caso, tuttavia, i bendaggi preventivi vanno rimossi al termine dell’allenamento o della gara. I bendaggi propriamente terapeutici, d’altra parte, vengono impiegati per trattare lesioni micro-traumatiche croniche o traumatiche acute per le quali il danno patologico e anatomico è assente o comunque contenuto. Infine, i bendaggi riabilitativi svolgono una funzione essenzialmente di recupero: si ricorre ad essi nel momento in cui, essendo la lesione guarita (a prescindere dalla gravità del trattamento) si desidera ottenere un ripristino rapido dell’articolarità completa. Questo tipo di bendaggio, poi, favorisce la ripresa della coordinazione motoria e della vigilanza propriocettiva, fondamentali per far sì che la persona si trovi nella miglior condizione di forma possibile. Le funzioni meccaniche esercitate sono di scarico, sostegno, compressione e stabilizzazione. All’interno del bendaggio funzionale, merita una citazione a parte il cosiddetto ‘taping’. Con tale termine si individua l’insieme dei bendaggi preparati e messi a punto in vista di un impegno sportivo, generalmente per sostenere i primi allenamenti che seguono un infortunio. In questi casi, non viene usato alcun tipo di bene elastiche: si ricorre, invece, a cerotti inestensibili che devono essere tolti subito dopo l’utilizzo. Non deve essere sottovalutata, per altro, l’importante funzione psicologica che il bendaggio ricopre. Una persona dotata di bendaggio, infatti, riesce a ritrovare con 36
maggiore facilità quel senso di sicurezza fondamentale per una vigilanza soggettiva superiore e un rendimento atletico più elevato. Il ruolo anti-flogistico e antalgico, invece, è strettamente connesso al riposo funzionale che sulla struttura lesa viene prodotto dal bendaggio. Anche in questo modo, il ripristino della condizione fisica e il ritorno alle normali attività vengono resi più veloci. Dal punto di vista tecnico, lo sviluppo e lo studio del bendaggio funzionale hanno offerto la possibilità di codificare diversi principi basilari che dovrebbero essere tenuti a mente dal fisioterapista. È necessario, quindi, effettuare una diagnosi avvalendosi dei supporti strumentali e clinici necessari, prima di analizzare la fisiopatologia relativa al movimento traumatica. Il materiale che deve essere applicato sulle zone da salvaguardare (o, per meglio dire, sulle proiezioni sulla pelle delle strutture da proteggere) deve essere poco. Evidentemente, spetterà al professionista incaricato di eseguire il bendaggio conoscere le diverse tecniche del taping e applicare quella più indicata, scegliendo tra bendaggi intrecciati, a palizzata, a ventaglio, a farfalla, eccetera. Al tempo stesso, risulterà opportuno selezionare materiali specifici che presentino proprietà strutturali efficaci. Come già accennato, sarebbe preferibile evitare di conservare il bendaggio per più di dieci giorni: in caso contrario, infatti, si rischia di dare vita a fenomeni di irritazione della pelle, con conseguenze potenzialmente piuttosto dannose. Prima della posa delle bende, la cute deve essere preparata in maniera adeguata depilandola e, attraverso il ricorso a benzoino e sostanze sgrassanti, migliorandone 37
l’adesività. Un bendaggio funzionale correttamente effettuato presuppone l’utilizzo di compresse di gomme schiuma di dimensioni e forme differenti, di maglia tubulare di rifinitura e di salva-pelle, oltre che naturalmente di bende adesive, che costituiscono la base di qualsiasi tipo di intervento protettivo o preventivo. 4.2 TIPI DI BENDAGGI I bendaggi drenanti anticellulite si dividono in caldi e freddi. Essi hanno funzioni leggermente differenti e devono essere fatti con cura e attenzione. Un approccio integrato di bendaggi, massaggi e dieta aiuta a ridurre la cellulite anche con un bendaggio o un massaggio fai-da-te. Non si può eliminare la cellulite immediatamente e definitivamente ma è possibile ridurne il livello effettuando una combinazione di “trattamenti efficaci” per ridurre lo spessore adiposo di uno o due gradi e migliorare notevolmente l’aspetto della propria pelle. Affinché avvenga la riduzione della cellulite, si devono verificare nell’organismo dei processi che hanno a che fare con lo smaltimento del grasso e con l’eliminazione delle tossine: 1.
In primo luogo, le cellule di grasso sottocutaneo devono diminuire in modo
significativo. 2.
In secondo luogo, gli spazi tra le cellule adipose devono assumere una
maggiore larghezza in modo che il drenaggio linfatico possa migliorare. La capacità del corpo di drenare le tossine indesiderate e i “rifiuti linfatici” attraverso la diuresi deve migliorare, riducendo il gonfiore indesiderato in quelle zone del corpo. 3.
In terzo luogo, il tessuto connettivo deve allungarsi in modo da migliorare il 38
tono ed elasticità della pelle. 4.
Infine, le condizioni ormonali devono avere il migliore equilibrio possibile.
Esiste una miriade di trattamenti per ridurre la cellulite ma l’esperienza dimostra che, spesso, quando si integrano più terapie, il risultato è migliore. Gli impacchi drenanti consistono nel applicare una crema anticellulite o un impacco sulla zona interessata e successivamente avvolta con cellophane o in bende specifiche. Gli impacchi possono dare risultati nella riduzione dei liquidi in eccesso e delle tossine “incastrate” tra le cellule adipose. Ci sono diverse sostanze e trattamenti che si possono utilizzare per fare dei bendaggi drenanti di successo ma, in genere, è bene farsi consigliare dagli specialisti sui prodotti più innovativi e utili. 4.3 LE FASI DEL BENDAGGIO Il bendaggio avviene in diverse fasi e varia a seconda che si applichi la crema con il cellophane o una vera e propria bendatura con garze di cotone. L’estetista o l’erborista insieme a un farmacista esperto dovrebbero valutare il grado di cellulite ed adipe in ogni singolo caso. Ad ogni modo, un trattamento di bendaggio anticellulite dovrebbe durare almeno 2 mesi ed essere eseguito per 2 – 3 volte alla settimana. Le bende devono essere tenute tra 45 minuti e un’ora e dopo il bendaggio è bene fare un lieve ma profondo massaggio sulle zone trattate. Allo stesso modo, la pelle dovrebbe essere preparata almeno qualche ora prima con un buono scrub. Per un trattamento più completo ed efficace si può ricorrere al body wrap in un centro termale. Ci sono bendaggi che durano diverse ore e, in questi casi, può essere utile 39
applicare le bende o la pellicola trasparente. 4.4 SOSTANZE ED EFFICACIA DEI BENDAGGI DRENANTI ANTICELLULITE L’efficacia dei bendaggi drenanti è dovuta sia alla “tecnica di iniezione” delle sostanze all’interno della pelle, sia al tipo di sostanze contenute nei trattamenti che si vanno ad applicare. Ecco perché è bene conoscere gli effetti che le varie sostanze hanno sul corpo e sull’adipe per migliorare l’effetto di questa tecnica. Prima di tutto bisogna dire che un buon trattamento anticellulite è davvero efficace se, ad esso si integra, l’assunzione di acqua e di sostanze drenanti. Inoltre, la cellulite va combattuta con il movimento e quindi con almeno una camminata quotidiana di almeno 30 minuti. Altri alimenti come l’ananas, il the verde o le verdure aiutano ad eliminare le tossine mentre il bendaggio drenante ne stimola lo scarico. I sali del Mar Morto sono una delle sostanze principali usate negli impacchi anticellulite: essi hanno la funzione di stimolare il drenaggio. La Betulla aiuta a bruciare i grassi. Le alghe e i fanghi hanno un’azione liporiducente. 4.5 BENDAGGI ANTICELLULITE A CALDO E A FREDDO Esistono bendaggi anticellulite freddi o caldi e le loro funzioni cambiano notevolmente tra l’uno e l’altro. •
I bendaggi freddi sono bendaggi con azione riducente. Essi sono
vasocostrittori, ossia contrastano la vasodilatazione e sono utilizzati principalmente per ridurre il gonfiore e la pesantezza degli arti inferiori. Migliorano il sistema circolatorio, linfatico e il metabolismo delle cellule adipose. 40
Sono utilizzati, inoltre, come rassodanti. •
I bendaggi caldi, invece, sono vasodilatatori e aumentano il calore corporeo
e stimolano la circolazione periferica. In questo modo, i tessuti adiposi vengono stimolati assieme al metabolismo dei grassi con conseguenti effetti disintossicanti più che riducenti come invece avviene nei bendaggi freddi. 4.6 APPLICAZIONE DEI BENDAGGI ANTICELLULITE 1.
Le bende o il cellophane vanno applicate su tutta la parte da trattare e con
estrema cura. Se si applicano sulla gamba, è bene bendare tutto partendo dalla caviglia fino a sopra la coscia. 2.
Le bende non devono comprimere ma essere applicate con morbidezza e
favorire la circolazione sanguigna. 3.
Chi ha le vene varicose deve evitare di applicare il bendaggio sulle zone
implicate oltre. 4.
La zona dell’inguine deve essere protetta per non permettere alla crema di
contaminare le parti genitali. 5.
E’ bene eseguire il trattamento stando riposati e rilassati: la migliore
posizione per drenare e sgonfiare le gambe è quella da stesi e tenendo le gambe un po’ sollevate dal piano di appoggio del corpo. Un leggero rialzamento del piede e del polpaccio riattiva la circolazione e aiuta l’ossigeno a bruciare i grassi.
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Bibliografia Lucinda Lidell, Il nuovo libro del massaggio, Milano 2003. Frederic Vi単as, Drenaggio linfatico manuale, 1993
Sitografia http://www.linfodrenaggiovodder.it/metodo-originale-vodder http://www.benessere360.com/linfodrenaggio.html http://www.medicinalive.com/costume/centri-benessere/il-linfodrenaggio-alviso/ http://www.benessere.com/remise/trattest/c_pressoterapia.htm https://osteopatafisioterapista.wordpress.com/2012/11/07/il-bendaggiofunzionale/ http://www.cure-naturali.it/olii-essenziali/2232
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