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START OVER TO NOT REBUILD
by The Pill
Ricominciare per non ricostruire
Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre una valanga di grandi dimensioni ha travolto e distrutto il rifugio Pian dei Fiacconi. La Marmolada rappresenta il cambiamento, ma solo le lo vorremo davvero.
BY MATTEO PAVANA FOR THE OUTDOOR MANIFESTO
Chiunque si sia fermato, anche solo per pochi minuti, sa bene quanto per Guido essere rifugista non significhi solo servire un piatto caldo o una birra, ma piuttosto condividere delle visioni, un’idea di montagna. Il rifugista non gestisce semplicemente un rifugio, ma in primo luogo lo custodisce. Vi presta quindi cura e attenzione, in modo che non subisca danni e si conservi intatto. Detto in maniera più romantica, lo accudisce, lo protegge. Sempre.
“Hai mille storie da raccontare quando vivi in un rifugio. Un giorno come tanti altri si è presentato un finanziere con una spiccata attitudine fascista. Io sono andato in cassa, ho messo a manetta il pezzo “Rigurgito Antifascista” dei 99 Posse. Ci tenevo a fargli capire che nonostante il mio rifugio sia aperto a tutti, certe idee non sono sicuramente condivise. Un’altra volta sono arrivati dei militari e mi hanno lasciato le armi nello stanza comune, vicino ai tavoli. Gli ho spiegato che nei giorni successivi, se avessero voluto mangiare in rifugio, avrebbero dovuto lasciare le armi al loro campo. Non siamo in guerra e le armi non devono stare in mezzo alle persone”.
Un giorno esporsi è diventato sconveniente. E c’è stato un giorno in cui la parola “esporsi” non ha avuto nemmeno più il suo reale significato. Esporsi non vuol dire far sapere al mondo i propri affari, né esibirsi, né tantomeno intraprendere la cosiddetta “gara infinita a chi se la mena”.
Esporsi vuol dire mettere la propria faccia al cospetto di una situazione nella quale le persone possono assumere una posizione favorevole o contraria. La reazione potrà quindi essere positiva, negativa o del tutto particolare. Nel momento in cui ci si espone è ovvio che si rischia di mettere a repentaglio la propria immagine o la propria presunta reputazione. Ma è anche vero che “chi non risica non rosica”.
Guido è un tipo che non ha paura di esporsi. Penso che questo si sia capito. Quello per la Marmolada è un amore che per Guido dura da più della metà della sua vita. È un amore che condivide quotidianamente con la sua compagna e con i suoi figli.
È un amore, quello per la montagna, che difende ormai da anni dai tentativi di strumentalizzazione da parte di coloro che credono che la natura sia qualcosa di cui usufruire piuttosto che proteggere, su cui speculare piuttosto che salvaguardare.
Il 15 settembre 2019 la storica cestovia Graffer, che dal passo Fedaia arrivava al Pian Dei Fiacconi, ha fatto la sua ultima corsa dopo ben 45 anni di servizio, dal 1974. Cinque mesi fa Guido ha lanciato una petizione su change.org per liberare la Marmolada da tutte le strutture obsolete ed abbandonate che spogliano la bellezza di un ambiente selvaggio.
Kierkegaard lo esprimeva in quel vortice filosofico secondo cui “una non scelta è comunque una scelta”. Ignorare quello che sta succedendo in Marmolada è ignorare la parte animale di noi stessi, quella dell’attaccamento alla natura e ai valori che essa stessa rappresenta. Talvolta andando contro i suoi stessi interessi, Guido da anni si batte per un turismo alternativo, consapevole, sostenibile. In amore, perché di amore si tratta, la non-scelta non è contemplata. “Chi non risica non rosica”, appunto.
La natura si fa beffa dell’amore. La natura si fa beffa anche della storia, perché la natura è la storia.
Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2020 una valanga di notevoli dimensioni ha investito il rifugio Pian dei Fiacconi. Il distacco nevoso è avvenuto fra punta Rocca e punta Penia, con un fronte di 600 metri. La valanga ha calpestato gli sforzi di chi, in venti anni di attività, ha dato semplicemente tutto se stesso.
Eppure la vera lungimiranza sta dove la luce sembra affievolirsi, la vera forza si trova quando ci si sente sopraffatti. Guido non vuole limitarsi a ricostruire il proprio rifugio. Non vuole ricostruire un rifugio più grande, più tecnologico, più moderno.
Guido vuole che questo avvenimento sia la fonte del cambiamento per tutti noi. Guido vorrebbe che la Marmolada fosse davvero la Regina delle Dolomiti.
Il rifugio Pian dei Fiacconi deve essere solo il punto di partenza per ragionamenti più ampi e sogni che sappiano andare oltre allo sviluppo montano che già conosciamo e che sempre più nettamente sta dimostrando il proprio fallimento.
È importante l’aiuto di tutti, non solo in termini economici ma anche, e soprattutto, in termini di idee, visioni, proposte e collaborazioni.
È importante esserci e mettersi in gioco per iniziare a far parte di qualcosa di diverso. Qualcosa da sviluppare secondo idee comuni e alternative. Qualcosa che possa dimostrare quanto una strada diversa sia davvero possibile.
Perché le idee, i sogni e le visioni sanno resistere anche alle valanghe.
Da oggi si riparte per costruire qualcosa di ancora più significativo e resistente. Qualcosa che lasci un segno, senza lasciare traccia.
to be continued…
La natura si fa beffa dell’amore.
La cosa più importante la trovate qui di seguito, ovvero come aiutare Guido. Potete fare un bonifico su questo conto corrente:
IBAN: IT64 I058 5635 2200 7757 1457 626 BIC: BPAAIT2B077 INTESTATO A: GUIDO TREVISAN CAUSALE: RIFUGIO PIAN DEI FIACCONI