The Pill Magazine 45 Italian

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Cesare Maestri BY E VA TO S C H I

PHOTOS ANDREA SCHILIRÒ

Un ingegnere immerso nelle Dolomiti di Brenta con una grande dedizione verso la corsa in montagna. Un grande impegno come ingegnere e come persona nei confronti dell’ambiente e la voglia di trasmettere ciò che lo appassiona. Atleta della Nazionale Italiana di Mountain Running supportato da Nike, Cesare Maestri ci racconta dei suoi sentieri ed i suoi pensieri. Ciao Cesare, raccontaci qualcosa di te! Sono Ce-

Quando e perché hai iniziato a correre in montagna? Quando ho cominciato a correre ho

sare, vivo in Trentino in un piccolo paesino che si chiama Borgo Lares e che si trova a fondo valle, immerso tra le montagne. Mi divido tra qui e Trento, dove lavoro come ingegnere energetico nel campo delle energie rinnovabili.

subito iniziato a farlo in montagna: è stato un processo naturale visto il posto in cui vivo. Ero abituato a fare escursioni in montagna e una volta che ho iniziato a correre le escursioni si sono trasformate naturalmente in uscite di corsa. Così mi sono appassionato al trail running che per me è la simbiosi perfetta tra due cose che amo, la corsa e la montagna.

Ho iniziato a correre relativamente tardi, tra i 17 e i 18 anni, perché prima facevo altri sport: sci di fondo, bici, qualche corsa ogni tanto, qualche uscita di sci alpinismo. A 17 anni ho iniziato a correre grazie al mio primo allenatore, Marco Borsari, che aveva notato che alle garette delle scuola correvo forte anche se non facevo atletica, e mi ha spinto a iniziare a correre seriamente. Da lì è stato subito amore e non ho più smesso.

Quale sensazioni vivi quando corri immerso nella natura? La sensazione principale che pro-

vo è libertà, perché sono solo io all’interno di un ambiente incontaminato e bellissimo. Mi sento libero di scegliere il percorso, la velocità, libero di guardarmi attorno, di faticare quanto preferisco. Un’altra sensazione che provo è quella di leggerezza perché mi sento libero da tutti i pesi superflui, a volte anche dai pensieri superflui. La corsa in natura mi porta sollievo, posso staccare da tutto e rielaborare i pensieri che ho avuto nelle giornate precedenti, mi aiuta a riflettere e a capire il mio ruolo nel mondo.

Credo che adesso potrei considerarmi un atleta di buon livello che ha voglia di continuare a migliorarsi e ad esprimersi al massimo nelle gare, negli allenamenti, nella vita. Quale sono i tuoi trail preferiti? Sicuramen-

te quelli sulle montagne vicino casa, nel Parco dell’Adamello-Brenta, perché quando corro lì mi sento veramente libero, leggero e in pace con me stesso. In questi posti non mi accorgo nemmeno del tempo che passa. In particolare mi piace variare i miei allenamenti visto che ho una vasta scelta di sentieri e di cime. Mi piace immergermi nelle Dolomiti di Brenta, passare da i rifugi alpini oppure correre nelle zone più selvagge dell’Adamello, su sentieri meno conosciuti.

Quanto è importante il feeling con la scarpa? È

sicuramente importante visto che nella corsa non si utilizzano molti strumenti, quello principale che si ha deve restituirti buone sensazioni. La scarpa deve essere comoda, deve proteggerti nei tratti più difficili e deve avere la giusta reattività quando bisogna spingere.

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