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BULGARI
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COME DARE FORMA ALLE EMOZIONI
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«SERPENTI MISTERIOSI» L’INCONTRO PERFETTO FRA L’ALTA OROLOGERIA E L’ALTA GIOIELLERIA. CE LO RACCONTA FABRIZIO BUONAMASSA
Di Paolo Gobbi
UN SERPENTE, con cassa in oro sulla quale sono stati incastonati 626 diamanti, la cui piccola lingua biforcuta premuta con dolcezza svela all’interno della bocca un orologio meccanico a carica manuale, dotato di un movimento da 12 mm di diametro (per capirci, una moneta da un centesimo ha un diametro di 16 millimetri), composto da 102 pezzi e dal peso di 1,3 grammi in tutto.
Con questo exploit dal nome di Serpenti Misteriosi, Bulgari ha aperto a Ginevra la terza edizione della LMVH Watch Week. A raccontarcelo è Fabrizio Buonamassa, che dirige il design center Bulgari a Neuchatel.
Siete arrivati alla Watch Week esclusivamente con delle novità legate all’alto di gamma: un caso oppure un preciso “indirizzo” produttivo?
«Sicuramente l’alto e l’altissimo di gamma soffrono molto meno nei momenti di crisi come quello degli ultimi due anni, però non c’è onestamente una particolare strategia da parte nostra nel concentrarsi solamente su quel segmento di mercato. Bisogna però ricordare che la LMVH Watch Week si svolge a gennaio, all’inizio dell’anno, è il primo evento ed è importante per noi manifestare la stessa attenzione per l’Alta Orologeria. Però non c’è soltanto una concentrazione di forze nell’alto e nell’altissimo di gamma. Nel corso dell’anno vedrete che ci saranno altre importanti novità, anche nei prodotti molto più accessibili.»
Il Serpenti è ora completamete nuovo, con anche una meccanica di manifattura.
«Devo dire che questa è una cosa che ho iniziato un po’ a elaborare come concetto già 4/5 anni fa.
Mi sembrava un po’ strano che avessimo tanti record mondiali e avessimo invece un Serpenti con un movimento al quarzo. C’era una totale asimmetria tra la modellistica da uomo e quella da donna. Abbiamo in parte saldato questo gap.»
In un momento in cui tutti si dedicano soltanto a cambiare il colore del quadrante, aver realizzato un nuovo movimento meccanico è una scelta coraggiosa e controcorrente.
«Non è semplice realizzare un movimento di 12,3 millimetri di diametro e 2,5 millimetri di spessore con 30 ore di riserva di carica. Il bariletto è grosso quanto quasi la metà dell’intero movimento perché ha un diametro di 5 millimetri. Volevamo proprio questo, ossia avere di nuovo un Serpenti che fosse all’apice della nostra produzione. Non facevamo più Serpenti con movimenti meccanici da 30/40 anni, perché non c’era più possibilità di reperire calibri
Fabrizio Buonamassa Stigliani Bulgari Horlogerie Product Creation Executive Director così piccoli sul mercato: in realtà tutti i nostri secret watch sono nati con un movimento meccanico, che all’epoca veniva fornito da altre marche.»
Una scelta quasi obbligata?
«Abbiamo pensato che, vista la nostra capacità di realizzare movimenti straordinari con spessori minimi, forse potevamo rialzare l’asticella anche su Serpenti, che poi è il nostro orologio più iconico. E poi c’è comunque una fetta di mercato molto importante in questo segmento di prodotto che preferisce avere il movimento meccanico piuttosto che uno al quarzo. Almeno negli ultimi anni, perché prima se ne sentiva molto meno la mancanza. Adesso no: ci sono moltissimi modelli nelle aste, Serpenti è diventato un prodotto molto ricercato dai collezionisti sia di gioielleria che di orologeria. Era quindi arrivato il momento di fare un salto di qualità. Anche da un punto di vista di brand, di DNA, di strategia, era importante mostrare interesse verso un meccanico femminile. Che poi, ora non lo fa più nessuno perché si fanno movimenti che vanno bene sia per uomo che per donna. Ma a Bulgari questo non può bastare: per alcune marche l’Alta Orologeria è solamente una piccola parte dell’intera produzione, per noi è parte integrante del core business.»
Il Serpenti ha un’architettura del tutto originale.
«L’orologio ha un sistema particolare, per cui si può girare, si carica, si può aprire ed esce fuori il movimento. C’è quindi anche una parte ludica. Per caricarlo non c’è la necessità di estrarre il movimento dalla testa del serpente, anzi secondo me non è neanche il caso di farlo. Però volevamo un po’ separare il mondo degli orologi segreti Serpenti tra prima e dopo.
Il Serpenti meccanico doveva essere palesemente diverso da quelli precedenti al quarzo. Ecco perché abbiamo ridisegnato la testa, l’abbiamo inclinata, abbiamo rifatto un corpo molto più sottile e il movimento non è più ancorato alla testa.»
Quindi concettualmente diverso dal passato?
«Prima avevamo due tipi di problemi. Il primo era di carattere estetico: il corpo veniva fatto in Italia e la testa in Svizzera. Di conseguenza, due finiture diverse, due savoir-faire completamente diversi. Quante volte abbiamo avuto problemi con lo smalto, con spessori diversi, colori diversi. A volte la testa faceva avanti indietro anche due o tre volte perché non eravamo convinti. Il secondo motivo riguarda l’after-sale service. Prima dovevano smontare il coperchio e lavorare direttamente sulla testa e poi dovevano lucidare tutto. Adesso lavori solamente sul movimento e l’integrazione tra corpo e testa è perfetta, perché arriva dalla stessa fabbrica in Italia. Quindi abbiamo reinserito la lingua, che ha la funzione di aprire il coperchio, e anche i dentini che però sono puramente estetici. Dovevamo rappresentare uno spartiacque tra il prima e il dopo.»
Quindi laddove dovesse andare in assistenza, anche solamente per la revisione periodica, si porta soltanto la testa si lascia a casa e tutto il resto?
«Si può anche mandare in assistenza tutto l’orologio, se lo vuoi lucidare o quant’altro. Però l’after-sale service non è più obbligato a lavorare su tutto l’orologio.»
Il nuovo Serpenti è molto più realistico rispetto ai Serpenti cui eravamo abituati in questi anni.
«I precedenti Serpenti avevano una testa molto allungata, degli occhi di forma strana. Fa parte della mia passione per il disegno cercare sempre di farlo meglio. Chi lavora con me lo sa: se una cosa ha delle proporzioni sbagliate difficilmente va avanti.
Quindi abbiamo accorciato il muso, abbiamo fatto una testa un po’ più ovale e più realistica. Anche sulla lingua abbiamo discusso molto, se doveva essere più lunga, più corta, più appuntita o meno. Per me è importante che l’orologio sia bello però quando lo metti al polso non devi avere sorprese e alla fine deve “funzionare” anche esteticamente.»
Un grande lavoro per riprogettare tutti i componenti.
«Solo per fare un esempio, abbiamo speso tantissimo tempo sulla corona, perché doveva essere sufficientemente grande per essere utilizzata dalla signora con le unghie appena fatte e da poter essere caricata senza problemi. È per quello che ha una superficie molto allargata ed è molto sottile: non volevo che si conficasse nel polso, perché se fosse stata troppo piccola diventava quasi un ago. Sono tanti piccoli dettagli che fanno sì che, da quando io sono in azienda, penso che questo sia il miglior Serpenti che abbiamo mai avuto. Tanti dettagli in più rispetto a prima.»
Sicuramente un bellissimo orologio. Avete avuto già qualche feedback?
«È stato presentato da poco però la nostra rete vendita lo apprezza moltissimo perché avevano richieste di modelli con movimenti meccanici su Serpenti. Ancora però non è arrivato in boutique, quindi vedremo.»
Si innamora degli oggetti che disegna?
«Sì. Mi innamoro degli oggetti, però mi innamoro e li abbandono contemporaneamente. Perché sono perennemente insoddisfatto. Anche su questo nuovo Serpenti già voglio vedere tutti i possibili punti di miglioramento, perché ci sono delle cose che in futuro vorrei cambiare. Ora questo modello è perfetto così e va benissimo, però un oggetto non è mai finito per me, soprattutto nel caso di pezzi in cui c’è un’artigianalità altissima. Per esempio, mi piacerebbe introdurre degli elementi di casualità nella perfezione del lavoro manuale, ossia mescolare il savoir-faire eccezionale che siamo riusciti ad ottenere fino a oggi con una casualità data dalla manualità dell’uomo. Ma non è semplice perché, come si può immaginare, oggi tutti i nostri processi produttivi sono molto rigidi.»
È un concetto interessante rendere ogni oggetto unico e differente da tutti quanti quelli fatti prima e dopo. Può forse anche essere una delle chiavi di lettura di vendita e di acquisto.
«Questo tipo di prodotto è quasi come fosse un pezzo unico, ne facciamo pochissimi all’anno.»
Ritornando al movimento, per un designer è un ottimo assist che permetterà di realizzare anche altri modelli, non soltanto Serpenti.
«È una piattaforma estremamente versatile, che adesso è stata introdotta su Serpenti. Poi è chiaro che, facendo moltissimi orologi di alta gioielleria con casse molto piccole, possiamo anche impiegarlo su altri modelli. Creando ancora una volta una
diversità di questa marca rispetto ad altre. Ecco perché secondo me è importante concentrarci anche su altri aspetti del nostro assortimento, quindi non solo sul Finissimo, non solo gli orologi maschili con suoneria. Di conseguenza penso che questo sia uno degli orologi più importanti del brand. Al di là che abbiamo sette record del mondo con l’Octo, il Serpenti Segreto di Bulgari è oggi uno degli orologi più iconici al mondo.»
Anche uno dei più imitati.
«Quando ti copiano va sempre bene. È quando ti ignorano che ti devi preoccupare.»
Oltre a Serpenti, siete tornati sulle complicazioni da uomo, in particolare quelle con suoneria, una scelta ancora una volta di perseguire una vostra filosofia.
«Gli orologi con suoneria sono un asset della marca, da quando abbiamo integrato le manifatture di Alta Orologeria 20 anni fa. Abbiamo quattro diversi orologi con suoneria, tra la ripetizione minuti più sottile, la grande sonnerie e il carillon tourbillon che abbiamo su Octo Roma.»
Perché l’Octo Roma è la base per tutte le vostre grandi complicazioni da uomo?
«Perché è più tondo, ha un cinturino che è facile da indossare e perché c’è molta richiesta. Il Finissimo è un orologio sostanzialmente quadrato, quindi diventa più complicato.»
Avete tante richieste per i complicati?
«La ripetizione minuti più sottile al mondo è quasi sempre sold-out sia sul Finissimo che sul Divas Dream. Di grande sonnerie ne riusciamo a fare una decina scarsa l’anno e non riescono a soddisfare tutte le richieste. Comunque abbiamo una buona parte di collezionisti che colleziona solo grande suonerie e chiming watch ed è molto attirata dal nostro punto di vista, che è sempre diverso rispetto agli altri. Non facciamo mai orologi classici: il fatto di combinare questo savoir-faire con un design così contemporaneo e coraggioso è qualcosa che colpisce.»
Un tempo le grandi complicazioni venivano considerate quasi sempre dei talking piece. In realtà fanno fatturato e vendono?
«Sì. Sicuramente il carillon tourbillon blu è un asset importante. Poi c’è Octo Roma Emerald Grande Sonnerie: difficile dire se è più importante movimento o è più importante il sertissage delle baguette di smeraldi e di diamanti. Fa sempre parte di quel mercato di pezzi unici, che a volte vendiamo anche prima che siano prodotti. Abbiamo delle richieste speciali da parte di clienti speciali.»
È più difficile disegnare un orologio quotidiano oppure uno complesso come Serpenti?
«È più difficile quello quotidiano perché c’è un vincolo ben preciso: è rivolto a molte più persone. Poi c’è il modo di utilizzo che è diverso: questi Serpenti sono pezzi one-of-a-kind, in cui spesso è il cliente che ti richiede una specifica piuttosto che un’altra. Tu devi seguire una richiesta ed è molto meno complicato. Poi certo se si hanno delle richieste di stile che si prestano male al DNA della marca, lì magari inizia la discussione. Per esempio, riceviamo moltissime richieste di replicare l’orologio di Elizabeth Taylor ma non l’abbiamo mai fatto perché non facciamo copie di orologi di archivio.»