Martedì 14 Giugno 2011
Anno XIV - Numero 162
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QUOTIDIANO DI POLITICA ECONOMIA E CULTURA Poste Italiane S.p.A. -- Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma1. Aut. CBPA-SUD/CZ/326/09
PRIMO PIANO
TURISMO
Regione, 14 eventi culturali tra poesia, musica, legalità
AMBIENTE Oggi dal giudice Zaia, Galan e altri amministratori: troppe polveri sottili
Speziali: grazie allo spot dei bronzi turisti in aumento
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REFERENDUM È stata del 50,36 la percentuale dei votanti che si è recata alle urne nella nostra regione, l’affluenza più bassa d’Italia
Anche in Calabria superato il quorum La maglia nera è andata alla provincia di Crotone dove hanno votato una media del 45,10 per cento di aventi diritto L’INTERVENTO
Energia e servizi, quali risposte dopo il voto? di Osvaldo Napoli
Esultano i referendari, Corbelli: questa consultazione, al di là del merito dei quattro IL COMMENTO quesiti, è un svolta storica per il Paese, un passaggio epocale che segna l’inizio di una nuova stagione, un nuovo Rinascimento per l’Italia e per la nostra Calabria
La crisi è politica per ripartire UNA FESTA PER IDV servono le elezioni «Per una Italia libera da a pag » 9
STRAVINCONO I SI’
vicepresidente dei deputati del PdL
Passata l’ondata di populismo e demagogia ora serve una forte e chiara azione di governo. Sui servizi pubblici locali è urgente legiferare per evitare i richiami e le successive e costosissime infrazioni da parte della Commissione europea per la mancata liberalizzazione dei servizi stessi. Quanto all’energia, il risultato del referendum crea un buco di cinque anni nella politica di governo. La speranza è che da qui ad allora possano affermarsi fonti alternative capaci di soddisfare i fabbisogni energetici. Diversamente, fra cinque anni si riproporrà lo stesso problema rimosso con la vittoria dei Sì. Il mio auspicio è che le opposizioni, passata la sbornia populista dei referendum, sappiano ora trovare risposte adeguate: come rendere efficienti e meno costosi i servizi locali e come apporovvigionarci di energia a buon mercato.
speculazioni e privilegi»
Berlusconi deve ammettere: «Addio al nucleare» ROMA - Il quorum è stato raggiunto. Quella che fino a lunedì mattina sembrava solo una eventualità più che probabile è diventata una certezza con l’arrivo dei primi dati ufficiali del ministero dell’Interno: l’affluenza alle urne per i quattro referendum si è infatti attestata al 57%. Lo stesso Silvio Berlusconi ha subito ammesso: «Dovremo dire addio al nucleare in seguito del voto popolare. La volontà degli italiani è netta su tutti i temi delle consultazioni».
Conferenza stampa partecipatissima in una sede calabrese dell’Italia dei valori in festa. «La sovranità appartiene al popolo fatto di donne ed uomini, in carne ed ossa, che, nonostante tutto e nonostante tanti, si sono recati a votare, a dire quattro Sì ed un grande e forte basta» hanno dichiarato unanimemente Carolina Marcianò, responsabile regionale per i referendum in Calabria, Maria Antonia De Fazio, coordinatrice regionale dell’Idv donne e Franco Critelli, vice segretario regionale: «I calabresi hanno scelto una Italia libera dal nucleare, rispettosa di salute, ambiente e sviluppo, eco-compatibile e vita-compatibile; una Italia libera dalle speculazioni sull’acqua, bene comune per tutti e per ciascuno e non pretesto per arricchimenti di pochi; una Italia libera da odiosi privilegi».
CATANZARO Presentata la Giunta comunale firmata Traversa, la Caporale è vicesindaco a pag » 13
GASPERINA Sottrae alcune schede elettorali arrestata segretaria di seggio a pag » 15
CROTONE Raffineria di droga, custodia cautelare in carcere per 4 esponenti del clan Ferrazzo a pag » 20
di Pier Luiogi Bersani segretario Partito Democratico
Nel Paese bisogna creare fiducia, fiducia per una ripartenza, ma questo possono farlo solo delle elezioni. Io credo che così come la gente ha mostrato di voler partecipare a questi appuntamenti, amministrative e referendum, parteciperebbe anche con consapevolezza e convinzione ad una ripartenza sulla base di un confronto elettorale. Ho sempre aggiunto, e lo confermo, che noi siamo pronti a vedere se esiste un breve spiraglio per cercare di ovviare a questa pessima legge elettorale che crea un distacco tra politica e cittadini: questo ci preoccupa. Vorremmo un meccanismo elettorale diverso abbiamo fatto una nostra proposta - che tranqullizzasse i cittadini che loro contano. Dopo un referendum così come si fa ad andare a votare con una legge come il porcellum? Dopo di che se non c’è uno spiraglio, meglio che star fermi o mettere di mezzo cose che non esistono, tanto vale andare a votare. Lo so anch’io che ci sono cose da fare, che c’è una manovra, però io pretendo che il governo disveli l’arcano, perché giunti a questo punto non accetto che ci raccontino, come fa il ministro Romano, che i conti sono a posto e che la sinistra si troverebbe il bengodi. Non sono affatto convinto, sono mezze favole. Ribadisco quindi che per il bene del Paese serve: presa d’atto della crisi politica, Quirinale, verifica se c’è uno spazio, minimo, per correggere la legge elettorale, oppure si va a votare. Questo è il percorso.