il domani

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«SOTTOSCRIVO IL PARI»

SNAI, ROSSONERI A 1,40

«UN PARI a Milano lo sottoscriverei subito. Del resto non affronteremo avversari qualsiasi e per di più siamo in casa loro. In ogni caso non dovremo aver fretta di annullare del tutto la penalizzazione», lo dice Colantuono, tecnico dell’Atalanta.

IL POSTICIPO serale tra Milan e Atalanta vede nettamente favoriti i rossoneri, secondo le quote Snai che pagano il segno “1” a 1,40, pareggio a 4,25, e un successo dell’Atalanta a 8,00. In 26 precedenti, 16 vittorie Milan, 7 pari 2 successi dell’Atalanta.

Sabato 15 settembre 2012

Euro 0,40 > Anno XV - N. 224 SEDE: T&P Editori SRL - Tel. 0961.023922 - Loc. Serramonda - 88044 Marcellinara (CZ)

Serie A - L’anticipo Mentre Briatore rivela le ansie di Silvio per il futuro dei rossoneri, stasera a San Siro la partita contro l’Atalanta

Pazzini esulta con Nocerino A destra: Berlusconi e Galliani in tribuna a San Siro

SERENO CARNAGO (Varese) – Le punzecchiature di alcuni “senatori” andati via dal Milan; le tante critiche; il rapporto con Adriano Galliani non più idilliaco come agli inizi. Il campionato è solo alla terza giornata ma Massimiliano Allegri alla vigilia della sfida con l’Atalanta è incalzato da domande come un allenatore sulla graticola. Il livornese assicura di essere «sereno».Punta sull’ironia notando che «All’inizio dicevano che non potevo allenare il Milan, e poi abbiamo vinto campionato e Supercoppa». Ma a tratti appare infastidito: «Quando uno mi prende per il culo divento matto. E odio le persone indirette, forse per quello sto antipatico a molti». Una riflessione nata commentando le parole di Gattuso, che ha raccontato delle difficoltà nel rapporto con Allegri e indicato in Mauro Tassotti il prossimo allenatore rossonero. «È normale che la panchina del Milan sia ambita. Io sono sereno e indifferente per un semplice fatto: quando parlo lo faccio sempre direttamente», ha tagliato corto il livornese: «Andare a rivangare il passato non ha senso. Quello che ho detto a Rino lui lo sa, poi ognuno fa le sue scelte». Di questi tempi Allegri non può contare sull’appoggio spassionato del presidente Silvio Berlusconi che è totalmente concentrato sulle strategie politiche ma negli ultimi giorni, durante una vacanza in Kenya, ha parlato della sua squadra con Flavio Briatore. «È sicuramente preoccupato per il Milan, e io so cosa vuol dire avere una squadra di calcio, è un tormento che non ti lascia mai», ha raccontato Briatore, per tre anni proprietario del Queens Park Rangers. «Non sento il presidente da due mesi», ha detto con una battuta l’allenatore, precisando poi che l’ultima telefonata risale a fine agosto. Nel frattempo la stagione è cominciata con una sconfitta, una vittoria e un caso diplomatico con Galliani. Molti si aspettavano una cena distensiva fra i due a Forte dei Marmi. «Per fare un chiarimento dovrebbe esserci qualcosa da chiarire - ha notato Allegri -. Con Galliani in due anni e mezzo abbiamo fatto cento cene. Questa volta non vedevo la necessità: ero a Livorno con mio figlio e poi sono andato a Milano da mia figlia». E ora è pronto a riprendere, sicuro che le sue responsabilità non siano aumentate con la cessione delle due stelle Ibrahimovic e Thiago Silva. «A Bologna abbia-

Allegri si tiene stretto il Milan

GRAFFI&RUGGITI

Il ruolo dell’allenatore ritorna in primo piano di VALTER LEONE

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«Panchina molto ambita e con Galliani niente da chiarire Gattuso? Lui sa molto bene quello che ci siamo detti...»

«Pazzini gioca al 99% Il dubbio? El Shaarawy o Bojan»

mo vinto per una buona prestazione di squadra i tre gol di Pazzini. L’allenatore - ha spiegato - deve dare idee e concetti, non ne ho mai visti segnare dalla panchina. Non ho la presunzione di dire che con gli schemi nel calcio si vince. Servono calciatori che segnano e sanno fare l’ultimo passaggio». Per questo è prezioso il recupero di Boateng, che giocherà alle spalle di Pazzini («Al 99% sarà in campo») e uno fra Bojan ed El Shaarawy. Montolivo sarà pronto invece per martedì, la prima serata di Champions contro l’Anderlecht.

li almanacchi ingialliti dal tempo raccontano delle imprese del grande Milan di Nereo Rocco, dell’imbattibile Inter di Helenio Herrera. Poi nel corso degli anni sono staticatalogati frettolosamente i successi di una squadra sotto le comode etichette del fuoriclasse di turno: il Napoli di Maradona, la Juve di Del Piero, la Roma di Totti. Sarà che i campioni, o i top player, da un po’ di tempo, sono in fuga dall’Italia, ecco che torna prepotentemente allaribalta la figura dell’allenatore. Ci avete fatto caso? Oggi si parla della Juve di Conte (nonostante in panchina vada Carrera, per le note vicende sul calcio scommesse), il Napoli di Mazzarri, la Roma di Zeman, il Milan di Allegri. E che dire dell’Inter di Stramaccioni o della Fiorentina di Montella, nonostante la giovane età? È evidente una netta inversione di tendenza. Il ruolo dell’allenatore è tornato a essere punto cardine del progetto di molte società. Le squadre si identificano sempre di più nel carattere del proprio timoniere. Certo, è sempre stato così da quando esiste il calcio, però in molti casi le prodezze del singolo fanno passare in secondo piano pregi e difetti di chi li manda in campo. Il carisma, la forte personalità e soprattutto l’amore per ilcalcio spettacolo fanno di Zeman uno degli allenatori che segna profondamente l’identificazione della squadra con la sua figura. Come Mourinho, per intenderci anche se con qualità diverse. Ma oggi, in cimaa una ipotetica classifica italiana, c’è Walter Mazzarri: il Napoli ha una identità. E poi discutere con un presidente come De Laurentiis, non deve essere facile. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Massimiliano Allegri

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