Giovedì 17 Febbraio 2011
Anno XIV - Numero 47 Abbinata obbligatoria il Domani più TelespazioSport
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QUOTIDIANO DI POLITICA ECONOMIA E CULTURA Poste Italiane S.p.A. -- Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma1. Aut. CBPA-SUD/CZ/326/09
IL FATTO
ANTIMAFIA
Medico dell’ospedale di Cosenza aggredito dal figlio di un paziente
IMMIGRAZIONE Sbarchi, intercettati in 38 nello Jonio su un gommone oceanico di lusso
Oliverio chiede l’accesso per la Provincia di Crotone
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STRONGOLI Tragedia dell’odio tra le mura domestiche, vittima una giovane donna di soli venti anni
Massacra la sua ex con nove coltellate L’uomo, un 24enne, voleva riallacciare il rapporto ma al culmine di una lite ha colpito con inaudita violenza L’INTERVENTO
Sud e Nord obbligati a crescere insieme
Dalla relazione tra i due erano nati due figli ma poi la donna aveva deciso di lasciare l’uomo perché lo riteneva violento e irascibile L’omicida, però, non aveva mai voluto accettare quella separazione di Francesco Pungitore a pag » 3
TERREMOTO TRA I FINIANI
di Stefano Fassina
Alleanze, i grattacapi del Pdl per le amministrative
responsabile Economia del Pd
L’analisi del ministro Tremonti sull’Italia, sul Nord e sul Sud è completamente sbagliata. Le dinamiche economiche dell’ultimo decennio mostrano, accanto ad una interruzione del processo di convergenza tra Sud e Nord del Paese, una perdita ancor più significativa di competitività dell’intero sistema economico nazionale e delle sue aree più forti rispetto alla media dei Paesi dell’Unione europei. Ad esempio, nel 1998, il Pil per abitante del Nord-Est era pari al 137% della media dell’Unione Europea a 27, mentre nel Meridione tale indicatore si fermava al 74%. Nel 2007, il Nord-Est scivolava al 125% della media Ue, mentre il Meridione era al 70%. Insomma, l’esperienza degli ultimi trent’anni lo dimostra: il Sud e il Nord o crescono insieme oppure insieme declinano. Serve una strategia di riforme nazionali per risolvere i problemi del Nord e del Sud. Serve un governo all’altezza.
POLITICA
Fli perde pezzi e rischia di sciogliersi al Senato ROMA - «La mia esperienza all’interno di Futuro e libertà al Senato è finita». Lo ha annunciato il senatore Giuseppe Menardi che da giorni è su posizioni critiche verso il leader di Fli Gianfranco Fini e Italo Bocchino e già ieri ha votato in dissenso dal suo gruppo nella fiducia sul decreto Milleproroghe. Il punto è che Fli a Palazzo Madama conta su dieci senatori e se Menardi va via il gruppo si scioglie se non ci sono nuovi arrivi nei prossimi giorni.
Da quando il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha tuonato contro l’Udc, chiedendone l’esclusione da tutte le giunte in cui governa con il Pdl, lo scudo crociato è stato il solo a prendere posizione netta a riguardo: spiegando, come dichiarato ad esempio dal coordinatore regionale calabrese Gino Trematerra giorni fa, che la rottura sarebbe una "sciagura". Dal Pdl, invece, solo una iniziale e laconica presa di posizione, riassunta in quel "si deciderà caso per caso", che ancorà non ha trovato traduzione politica. E nel caso della Calabria i partiti minoritari della coalizione si accreditano sempre di più come l’ago della bilancia. I loro rappresentanti in Parlamento sono decisivi e sui territori rivendicanocandidature. di Alessandro Caruso a pag » 7
CATANZARO Federfarma: dal primo marzo farmaci a pagamento, si potrà chiedere il rimborso a pag » 12
COSENZA Riorganizzati il pronto soccorso e la medicina d’urgenza dell’Annunziata a pag » 17
VIBO VALENTIA Confiscati beni per 6 milioni di euro al clan di ’ndrangheta dei La Rosa a pag » 29
IL COMMENTO
Un reparto senza più vigilanza: è questo il problema di Franco Corbelli Movimento Diritti Civili
Esprimo solidarietà all’operatore sanitario aggredito all’interno del Pronto soccorso dell’ospedale di Cosenza. Del resto, stiamo parlando di un reparto (che fa registrare oltre 300 ingressi al giorno, oltre 110 mila all’anno) lasciato allo sbando, che va avanti solo grazie alla grande abnegazione e professionalità del primario, dott. Crocco, e degli altri medici e paramedici. Si pone il problema, peraltro, dell’assoluta insufficienza del servizio di vigilanza all’interno del grande nosocomio regionale cosentino, dopo il licenziamento di 13 guardie giurate nell’ambito del piano di rientro dal deficit sanitario. C’è, quindi, una situazione di estremo disagio e serio rischio per il personale medico, paramedico, ausiliario, per pazienti e familiari. Appare sbagliata e del tutto fuori luogo la nota del Commissario dell’Ao cosentina, Gangemi, che, con riferimento al fatto di cronaca, ha parlato di clima avvelenato e di esasperazione per le critiche e denunce sulle disfunzioni e sugli scippi di cui continua ad essere oggetto il nosocomio bruzio. Il vero problema è che, attualmente, all’Annunziata opera un sola guardia giurata per la ronda di tutto il grande plesso ospedaliero regionale. Altre due guardie sono stabilmente assegnate, una al pronto soccorso e un’altra alla portineria. Per ripianare la voragine del debito sanitario si continua a penalizzare un grande ospedale regionale come l’Annunziata e si risparmia su servizi importanti.