il domani

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DIRITTI TV, LA LEGA DICE SÌ

GASCOIGNE ALL’OLIMPICO

L'ASSEMBLEA della Lega Calcio di serie A ha approvato la ripartizione dei proventi dei diritti televisivi 2012-2015 con 16 voti favorevoli, due astenuti (Fiorentina e Napoli) e due contrari (Chievo e Palermo). Il grosso andrà alle prime dieci.

«SIAMO riusciti a far venire Paul Gascoigne all’Olimpico. Verrà per la partita contro il Tottenham». Lo annuncia il presidente della Lazio, Lotito che aggiunge: «Vorrei che rappresentasse il testimone di collegamento fra i valori storici ed i giovani».

Martedì 20 novembre 2012

EDIZIONE CALABRIA - EURO 0,40 > ANNO XV - N. 290 SEDE: T&P Editori SRL - Tel. 0961.023922 - Loc. Serramonda - 88044 Marcellinara (CZ)

Il caso Fascicolo aperto anche dalla Figc Atti in Procura per individuare eventuali responsabilità anche di altri tesserati

Daspo di tre anni ad Arcidiacono La punta cosentina diffidata dal questore di Catanzaro per la maglia pro Speziale COSENZA – Tre anni lontano da tutte le strutture sportive nazionali. Tanto è costato, fino ad ora, all’attaccante del Cosenza, Pietro Arcidiacono, l’aver mostrato una maglia con la scritta “Speziale innocente”, come gesto di solidarietà verso l’ultràdel Cataniacondannatoin viadefinitiva perl’omicidio dell’ispettorecapo di polizia Filippo Raciti. Un gesto che la punta cataneseaveva giustificato,subito dopo le prime polemiche, spiegando di essere un «amico di quartiere» di Speziale. Da qui l’esultanza con tanto di maglia, consegnatagli dal fratello Salvo, a favore di telecamere dopo il suo gol al Sambiase. Scene che hanno subito provocato le reazioni del Coisp, la sospensione da parte della Nuova Cosenza calcio. A seguire, la comunicazione effettuata dal Commissariato di Lamezia Terme al questore Marino. Che, viste le risultanze, ha emesso il provvedimento di diffida a frequentare qualsiasi impianto sportivo in concomitanza di eventi, su tutto il territorio nazionale.Per treanni. Treanniin cuiArcidiacono non potrà giocare in quanto calciatore dilettante. Diverso se fosse stato un calciatore ingaggiato da società professionistica. Arcidiacono potrà appellarsi al prefetto e al Tar e dimostrare che anche da dilettante i rimborsi spesa del Cosenza sono il suo unico sostentamento. E dopo la diffida del questore di Catanzaro, Guido Marino, potrebbero piovere altre decisioni sul capo dell’attaccante. A iniziare da eventuali rilievi penali e per finire al fascicolo della Procura dellaFigc con una possibile lunga squalifica. Oltre a inviare il provvedimento alla Questura di Cosenza per la notifica al giocatore (dovrebbe essere eseguita questa mattina), infatti, il questore Marino ha inviato gli atti alla Procura di Lamezia, con tanto di immagini già acquisite, per valutare eventuali reati penali e per individuare chi ha introdotto la maglietta (materiale assimilato agli striscioni e quindi sottoposti ad autorizzazione) e chi l’ha consegnata al giocatore. Consegna che è avvenuta sul terreno di gioco da parte del fratello Salvo. Ma Arcidiacono, e con lui il fratello e il club, potrebbe anche dover fare i conti con il deferimento della Procura federale. Il procuratore Palazzi, infatti, ieri ha aperto un fascicolo sul caso iniziando l’acquisizione degli atti. L’attaccante che aveva sottolineato di «non aver offeso nessuno», (ma sulla sua pagina Facebook, ora chiusa, giovedì aveva scritto: “Speziale innocente... Infami”), oggi alle 14 incontrerà la stampa per provare a rimediare.

Chiusa la pagina Facebook con la scritta “Infami”

Il Coisp: «Apologia della violenza e dell’odio contro le forze dell’ordine» ROMA – «Non possiamo che condividere la decisione del Questore di Catanzaro, Guido Marino, che ha emesso un Daspo di tre anni a carico del calciatore del Cosenza, Pietro Arcidiacono, che dopo un gol segnato a Lamezia Terme ha esibito una maglietta con la scritta “Speziale innocente”, in segno di solidarietà verso l’ultras catanese condannato in via definitiva per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di Polizia Filippo Raciti». È quanto afferma in una nota il segretario generale del Coisp, Franco Maccari. «Quello del calciatore – aggiunge – è stato un gesto intollerabile che non ha nulla a che vedere con i valori dello sport, anzi ha rappresentato un insulto alla memoria di Filippo Raciti, alle sofferenze dei suoi familiari, al dolore dei suoi colleghi. Una esibizione vergognosa ed inop-

portuna, che non può trovare alcuna giustificazione, perchè rappresenta una apologia dell’odio e della violenza nei confronti delle Forze dell’Ordine. Sono certo che anche la Federcalcio assumerà provvedimenti che siano da esempio per tutti, così come la Magistratura valuterà ipotesi di reato e l’eventuale coinvolgimento di altri compagni di squadra». «Abbiamo anche apprezzato moltissimo – conclude Maccari – la decisione della società del Cosenza Calcio di dissociarsi subito e senza ambiguità dall’iniziativa del proprio tesserato, comunicandone l’immediata sospensione. Una prova di sensibilità e attenzione, consona ad una città come quella di Cosenza, la cui grande tradizione sportiva, civile e democratica non può essere offuscata dalla assurda iniziativa di un irresponsabile».

Arcidiacono con la maglia pro Speziale

LA VEDOVA RACITI

«Stupido e presuntuoso, ha offeso i miei figli» Marisa Grasso: «Sono contenta per il provvedimento ma deve chiedere scusa» PALERMO – «Arcidiacono è uno stupido e un presuntuoso, sono contenta per il Daspo emesso dal Questore di Catanzaro nei suoi confronti; con quella maglietta ha offeso i miei figli. Gli chieda scusa: perchè non prova a solidarizzare con loro, che da quasi sei anni non possono più pronunciare la parola papà? E dire che in questi anni non l’ho mai visto in tribunale, a chiedere verità e giustizia». Così Marisa Grasso, la vedova di Filippo Raciti, commenta a Radio 24 l’emissione del Daspo di 3 anni da parte della questura di Catanzaro a Pietro Arcidiacono per la maglia esposta sabato per Antonino Speziale, uno dei due ultrà del Catania condannati in Cassazione per omicidio preterintenzionale dell’ispettore Filippo

Raciti, durante il derby tra Catania e Palermo del 2007. «Il Daspo è nato dopo l’omicidio di mio marito – sottolinea Marisa Grasso – e sono contenta per la decisione della questura di Catanzaro. Spero anzi che anche la questura di Catania emetta dei Daspo nei confronti di quegli ultrà etnei che ancora domenica scorsa hanno esposto striscioni e cantato cori offensivi della memoria di mio marito». Cosa ha provato quando ha visto la maglietta di Arcidiacono con la scritta “Speziale innocente”? «Sono rimasta sbigottita e addolorata - continua a Radio 24 la vedova Raciti – e poi sono andata a cercarmi altre foto sul web: io questo Arcidiacono non l’ho mai visto a un’udienza in tribunale in tutti questi an-

ni, a chiedere insieme a me verità e giustizia. Con quella maglietta - aggiunge Marisa Grasso - ha offeso non solo me e mio marito e i miei famigliari, ma l’intera società civile». Ci fosse l’occasione, sarebbe disposta a incontrarlo per parlargli, per spiegargli le conclusioni del processo e la sentenza che ne è scaturita: «E' un uomo di sport, viene da un ambiente in cui i valori umani dovrebbero essere ben chiari, la cosa fondamentale da trasmettere ai giovani. Che dirgli di più dopo un gesto così? Da lui mi aspetto solo le scuse, soprattutto per i miei figli. Perchè non solidarizza con loro, che da quel 2 febbraio del 2007 non hanno più il padre, non pronunciano più la parola «papà»?», conclude Marisa Grasso.

GLI AVVOCATI DELL’ULTRÀ

«La libertà di pensiero e di espressione è sanzionata» CATANIA –«In Italia persino la libertà di pensiero e di espressione è sanzionata». Lo affermano i legali di Antonino Speziale, gli avvocati Giuseppe Lipera e Grazia Coco, sul Daspo di tre anni nei confronti dell’attaccante del Cosenza calcio. «La condanna di Antonino Speziale è certamente una decisione che non si può nè digerire

nè accettare - aggiungono i penalisti – ma nonostante il clamoroso errore giudiziario siamo pronti a tutto per fare emergere la verità. Eppure ciò che è appare inammissibile ed incostituzionale agli occhi dei difensori è che in Italia persino la libertà di pensiero e di espressione viene sanzionata». Gli avvocati Lipe-

ra e Coco si dicono infine «indignati per quanto accaduto: una sentenza definitiva – chiosano – non può limitare la libertà della persona di esprimere il proprio pensiero». Per l’omicidio di Raciti,va ricordato, oltre a Speziale (8 anni), è stato condannato in via definitiva, anche Daniele Micale (11 anni).

Antonino Speziale

La vedova Raciti con uno dei figli nel giorno dei funerali


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