PESCARA, ARRIVA BERGODI
SCULLI NON PARLA, MAURI SÌ
CRISTIANO Bergodi è il nuovo allenatore del Pescara. Il 48enne tecnico di Bracciano (Rm), che giocò nel club abruzzese dal 1984 al 1989, prende il posto di Giovanni Stroppa, dimessosi domenica dopo la sconfitta a Siena.
E' DURATOquattro ore l’interrogatorio di Stefano Mauri davanti alla Procura federale nell’ambito dell’inchiesta sportiva sul calcioscommesse. Solo di pochi istanti, invece, la presenza di Sculli. Il calabrese si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Mercoledì 21 novembre 2012
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Il caso L’attaccante del Cosenza: «Società e compagni di squadra all’oscuro La responsabilità del fatto è solo mia»
Arcidiacono: «Chiedo scusa a tutti» «Alla famiglia Raciti e alla Polizia. Io non volevo offendere nessuno» di ALFREDO NARDI COSENZA –Pietro Arcidiacono ha fatto ammenda del gesto compiuto sabato a Lamezia Terme. Ieri, l’attaccante del Cosenza, si è presentato davanti a taccuini e telecamere per presentare le sue scuse per quella maglia sventolata davanti alle telecamere della Rai recante la scritta “Speziale innocente”. Non una conferenza stampa, la sua, nessuna domanda. Solo una dichiarazione spezzata dall’emozione per un clamore che non si aspettava. Un clamore dettato dall’indignazione dell’opinione pubblica e soprattutto della vedova di Filippo Raciti, il poliziotto rimasto ucciso negli scontri durante la partita Catania-Palermo del febbraio 2007. Una morte per la quale sono stati condannati definitivamente la scorsa settimana Antonino Speziale, appunto, e Daniele Micale, due ultrà catanesi. «La società non sapeva nulla di quella maglia», ha detto Arcidiacono nella saletta di un hotel del centro di Cosenza. EsArcidiacono con sendogli stato notifil’avvocato Leonetti cato il Daspo dal questore di Catanzaro, Guido Marino, per il quale non potrà assistere a manifestazioni sportive per tre anni, si è deciso di evitare la sala stampa del San Vito. «La società non sapeva nulla e non sapevano nulla i miei compagni di squadra. Mi prendo la responsabilità di quello che ho fatto. Il mio voleva essere solo un gesto di conforto per la famiglia Speziale, che comunque non sta passando un buon momento. Chiedo scusa alla famiglia Raciti e alla Polizia, non era assolutamente mia intenzione andare contro di loro, non volevo offendere nessuno. Lo so, ho fatto una cazzata, ma non volevo mettermi nessuno contro. Non volevo che si creasse tutto questo trambusto. Ho sbagliato». Niente di più, poche parole per un discorso che forse voleva essere più lungo e articolato, ma che l’emozione ha troncato di netto. Tutto intorno numerosi sostenitori rossoblù a dare il loro sostegno a “Biccio”. E a chiedersi il perché di un Daspo, così pesante poi, per il loro beniamino. Arcidiacono, adesso, visto che al mo-
Il ds Fiore «Non s’è reso conto di ciò che avrebbe scatenato»
Gagliardi: «Sì, ha sbagliato ma ora non buttiamolo via» COSENZA – Questa volta il voleva essere un atto di vioviso provato non è dipeso lenza morale nei confronti dalla cattiva prestazione di nessuno. Resta però il fatdella squadra: a Lamezia, to che poteva evitare; ha agicontro il Sambiase, sono ar- to con ignoranza, nel senso rivati tre punti importanti. letterale del termine. Credo Qualche piccola pecca persi- nella sua buona fede». Riguardo alla ste ancora, ma partita di sabato, con il tempo si Gagliardi è chiapuò sperare di ro. «Ci sono state correggerla. lacune sulle palGianluca Gale inattive, in algliardi, nella tre occasioni conferenza hanno prevalso stampa del margli errori dei sintedì è dispiaciuto goli. Dobbiamo per quanto scasolo lavorare e turito dal caso sempre di più». Arcidiacono. «La La squadra, prima reazione è intanto, ha ristata di delusiopreso a lavorare, ne. Pietro è un racircondata gazzo che abbia- Il tecnico Gagliardi dall’affetto dei timo sempre tutti apprezzato come uomo, ama fosi. Domenica, in casa con la vita ed è sempre gioioso e la Pro Cavese, mancheransorridente, ma quel provve- no Pesce e Arcidiacono, oltre dimento di daspo è come but- a Franzese infortunato. In tarlo giù da un burrone. La dubbio Guadalupi. reazione della moglie di Raa. n. citi è legittima, ma il suo non ©RIPRODUZIONE RISERVATA Pietro Arcidiacono durante l’incontro con i giornalisti Sopra: lo striscione dei tifosi esposto ieri
mento il Daspo gli impedisce di continuare a giocare al calcio, dovrà presentare ricorso al Tar, dimostrando che il suo unico sostentamento è quello derivante dai rimborsi che riceve dalla società della Nuova Cosenza. Ci vorrà del tempo e intanto c’è l’incognita della giustizia sportiva. Oggi,come ogni mercoledì, arriveranno le decisioni del giudice: cosa avranno scritto arbitro e commissario di campo nei loro resoconti? Come procederà l’indagine della Procura della Figc? Solo dopo aver avuto a disposizione un quadro più chiaro, Arcidiacono deciderà come muoversi. Sempre nella giornata di ieri, infine, c’è stato l’intervento del ds rossoblù Stefano Fiore, intervistato da Raisport. «Arcidiacono non si è reso conto di ciò che ha fatto - ha detto Fiore - voleva dare conforto ad una persona, ma non sapeva ciò che questo avrebbe scatenato. Di certo, non voleva andare contro le forze dell’ordine e ha agito senza rendersi conto che offendeva la famiglia Raciti».
LA VEDOVA RACITI
«Un bel gesto, ma basta offese» «Arcidiacono poteva mostrarlo in privato il suo appoggio» ROMA – «Le scuse di Arcidiacono? Sono un bel gesto, ma ora spero che non arrivino altre offese da altri calciatori alla memoria di mio marito». La vedova del poliziotto Filippo Raciti, Marisa Grassi, risponde così alle scuse espresse ieri pomeriggio dal giocatore del Cosenza, Pietro Arcidiacono, che dopo un gol segnato sabato scorso a Lamezia Terme con il Sambiase, aveva mostrato una maglietta con la scritta “Speziale innocente”. «La solidarietà a Speziale - spiega la vedova - Arcidiacono poteva mostrarla in privato, senza offendere la società civile e la giustizia. Prenda esempio da mio figlio.
L’ho appena lasciato all’allenamento: lui ama il calcio, gioca, ma non ha mai indossato una maglietta in memoria del nome del padre. Ogni calcio che tira lo fa per l’amore e la passione che il calcio ancora riesce a regalargli». «Quando in casa avevamo visto le foto di quella maglietta - continua la vedova Raciti -, eravamo rimasti offesi e turbati. Spero però che ora non ci siano altri calciatori che abbiano voglia di emulare Arcidiacono. Dal calcio io non mi aspetto e non voglio altri messaggi di violenza. Mi aspetto anzi un messaggio di educazione e civiltà. Quella scritta, invece, mi ha offesa e maltrattata».
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LA REAZIONE DEI TIFOSI
FB e web tra sostegno e condanna COSENZA – “Pietro Biccio Arcidiacono” è, come è scritto sulla bacheca, la “pagina di solidarietà creata da semplici tifosi in sostegno di Pietro Arcidiacono meglio conosciuto come Biccio, talentuoso giocatore del Cosenza, daspato per tre anni per aver civilmente espresso il suo pensiero”. Quellapaginadi Facebookieriseraaveva raggiunto 1573 iscritti. Gran parte della tifoseria del Cosenza, dunque, si è schierata a sostegno del suo
beniamino e ieri, al San Vito, è stato esposto uno striscione eloquente in tal senso. Così come, sulla questione, il web è letteralmente impazzito. Non solo sostegno e non solo fan, naturalmente, ma anche condanna e disapprovazione, con discussioni aperte su blog e forum in tutta Italia. E c’è anche chi ha preso la palla al balzo, come i tifosi della Sampdoria, che hanno esposto lo striscione qui a lato durante il derby di domenica sera con il Genoa.
I tifosi della Sampdoria domenica sera durante il derby con il Genoa