Martedì 22 Marzo 2011
Anno XIV - Numero 80
Euro 1,00
QUOTIDIANO DI POLITICA ECONOMIA E CULTURA Poste Italiane S.p.A. -- Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma1. Aut. CBPA-SUD/CZ/326/09
REGIONE
REGIONE
Contrasto al crimine organizzato Sottoscritto il codice etico
SINDACATO Castagna: per uscire dalla crisi la politica superi una visione miope
Sanità, Scopelliti: definiti i budget per il settore privato
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Una organizzazione criminale specializzata nel traffico di droga tra Calabria, Lombardia e Sardegna è stata sgominata dai carabinieri
Narcotraffico, base dello spaccio a Vibo Al termine di tre anni di indagini eseguite 35 ordinanze di custodia cautelare e 51 perquisizioni domiciliari in tutta Italia L’INTERVENTO
L’emergenza profughi sulle spalle del Sud
A gestire gli approvvigionamenti e a impartire gli ordini, secondo l’accusa, erano i calabresi Vincenzo e Bruno Marasco, attraverso il sardo Giovanni Arcieri Da qui partiva una rete capillare che arrivava sino al piccolo spacciatore a pag » 3
INFERNO DI FUOCO IN LIBIA
di Livia Turco
Parente subentra a Zappalà in commissione regionale
resp. Immigrazione Partito Democratico
Il ministro Maroni si è prodigato in una enorme quantità di anatemi ed appelli, ha profuso una montagna di dichiarazioni, ma di fatto lascia implodere Lampedusa e la Sicilia. Aveva promesso un piano straordinario, aveva detto di avere fatto un monitoraggio della flotta disponibile oltre ai centri di accoglienza, ha anche ottenuto la disponibilità del Presidente della regione Emilia Romagna Vasco Errani. Di fatto tutto rimane sulle spalle della Sicilia e del Mezzogiorno. La Sicilia aspetta che le promesse si tramutino in atti concreti. Il ministro degli Interni non può pensare di risolvere, scaricando su Mineo, la soluzione dell’urgenza immigrazione. Si deve intervenire subito, predisponendo centri di accoglienza anche al Nord, è necessario potenziare il ponte aereo e usare le navi militari per accogliere chi non trova più spazio in Sicilia.
NUOVE NOMINE
Frattini: ma senza Nato, chiudiamo le basi ROMA - Prime crepe nella coalizione dei volenterosi che sta mettendo a ferro e fuoco la Libia di Gheddafi. Se la missione non passerà sotto comando Nato, «l’Italia avvierà una riflessione sull’uso delle sue basi: se ci fosse una moltiplicazione dei centri di comando, dovremmo studiare un modo perché l’Italia riprenda il controllo delle sue basi». Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini in una conferenza stampa a Bruxelles.
Esce Zappalà, entra Parente. L’avvicendamento alla presidenza della sesta commissione del Consiglio regional, la Affari dell’Unione europea, è stato decretato ieri dall’organismo stesso, che ha votato per i nuovi candidati. Con sette voti a favore e due schede bianche, in sostituzione del dimissionario Santi Zappalà, è stato eletto il consigliere Claudio Parente, espressione della lista Scopelliti presidente. Si è chiusa in questo modo la vacatio del ruolo rimasto scoperto dopo l’arresto di Santi Zappalà, avvenuto il 10 dicembre scorso, con l’accusa di aver usato per la sua elezione i voti del clan dei Pelle. Parenteèstatodocenteuniversitario in materie mediche e, tra l’altro, anche presidente del Catanzaro calcio. a pag » 8
COSENZA Vertice del Pd a Roma, il sindaco Perugini: sono disponibile a ricandidarmi a pag » 21
CATANZARO Scalzo si presenta agli elettori mostrando uno spezzone di "Pane e Politica" a pag » 13
SOVERATO Si finge innamorata e deruba in casa un anziano, arrestata dai carabinieri a pag » 18
IL COMMENTO
L’operazione in Libia può sembrare colonialista di Roberto Calderoli ministro per la Semplificazione
La posizione della Lega sulla guerra in Libia è chiara. I profughi non c’entrano niente. Li dobbiamo aiutare. Ma vogliamo assicurare che quella in Libia resti un’operazione umanitaria e non colonialista, mentre ora la risoluzione Onu non è del tutto coincidente con quanto stanno facendo: c’è modo e modo per tutelare i diritti umani, vediamo di non esagerare. Tutto il Maghreb sta ribollendo: o c’è un’autorità che collabora oppure si riprendono i barconi e basta. E per la Libia il blocco navale non deve riguardare solo i movimenti in entrata, ma anche quelli in uscita. Rischiamo che oltre gli immigrati irregolari arrivi anche gente di Al Qaeda o agenti di Gheddafi mandati per fare ritorsioni. La nostra richiesta è, quindi, quella di un passaggio in Parlamento per analizzare la situazione. Il problema è legato ai rischi che corriamo: già oggi abbiamo un problema con gli sbarchi che con la guerra in Libia aumenteranno. Non anticipo i tempi ma se qualcuno pensa di tirare i sassi e poi far prendere gli schizzi solo a noi si sbaglia. Ci dobbiamo difendere dagli attacchi terroristici e non ci vuol niente che qualche barca vada in Francia o in Inghilterra.Che qualcuno affermi che non saremo secondi a nessuno non è motivo di orgoglio: in questa situazione fare classifiche mi sembra di cattivo gusto. Continuo ad auspicare che il ministro della Difesa non diventi un ministro della Guerra. (Asca)