il domani

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Mercoledì 27 Aprile 2011

Anno XIV - Numero 115

Euro 1,00

QUOTIDIANO DI POLITICA ECONOMIA E CULTURA Poste Italiane S.p.A. -- Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma1. Aut. CBPA-SUD/CZ/326/09

‘NDRANGHETA

REGIONE

Il boss Giorgio De Masi arrestato ieri a Torino

EUROPA Italia-Francia, accordo su migranti e revisione Shengen

Beni culturali, 35 interventi per oltre 80 milioni di euro a pag » 8

a pag » 5

alle pagg » 3 e 28

Intimidazioni e attentati da Reggio Calabria a Cosenza: nel mirino i candidati Pietro Fuda e Mario Occhiuto

Elezioni, cala un’ombra pesante Persone non identificate hanno tentato di incendiare a Gioia Tauro il portone d’ingresso della segreteria politica del Terzo polo L’INTERVENTO

Nel pantano libico l’Italia rischia molto

A Cosenza sfondata la porta della segreteria di Occhiuto nel centro della città da cui sono stati portati via i computer. Sulla vicenda il candidato sindaco ha immediatamente informato i carabinieri e l’autorità giudiziaria alle pagg » 9 e 19

LIBIA - BOSSI DICE NO

di Angelo Del Boca

Politiche della montagna settore da cambiare

scrittore e storico

Il dibattito parlamentare sulle decisioni del governo in Libia è necessario e ci vorrebbe una discussione ampia per analizzare tutti gli aspetti. Sui raid l’opposizione dovrebbe dire un "no" assoluto come ha fatto la Lega e, almeno, discuterne. Il problema è che torniamo a svolgere una funzione neocolonialista che, da storico del colonialismo italiano, non mi sarei mai aspettato. Speravo che questa decisione non sarebbe stata presa: essendo la Libia una nostra ex colonia, con la quale abbiamo sottoscritto trattati di pace e di amicizia, potevamo uscire dal conflitto e defilarci ancor più della Germania. Sul piano interno infine, quella della Lega mi sembra una dichiarazione di guerra e dunque abbiamo un governo fragile per il quale non escludo una rottura totale. In Libia c’è un pantano da cui sembra difficile emergere. (ecoradio)

RIFORME

Il leader leghista: le guerre non si fanno ROMA - «Non sono d’accordo sui bombardamenti in Libia»: lo ha detto il ministro per le Riforme e leader della Lega, Umberto Bossi, raggiunto al telefono dall’Ansa, confermando così la posizione già espressa dal ministro Roberto Calderoli. «Le guerre non si fanno. Gli americani se vogliano bombardare facciano loro - ha concluso il ministro per le Riforme - E dobbiamo pensare, oltretutto, che se andiamo a bombardare poi ci toccherebbe pure ricostruire...».

CATANZARO - Il sottosegretario della Regione alle Riforme Alberto Sarra, l’assessore all’Agricoltura Michele Trematerra e i consiglieri regionali di maggioranza, Luigi Fedele, Giampaolo Chiappetta, Alfonsino Grillo, Alfonso Dattolo, Franco Morelli e Giuseppe Caputo hanno tenuto una riunione «finalizzata - è spiegato in una nota - ad approfondire le problematicheinerentiilsettoredella Politica della Montagna e dell’Agricoltura». I lavori sono stati coordinati dall’assessore Trematerra alla presenza anche del dirigente generale del Dipartimento agricoltura Giuseppe Zimbalatti e di Nicola Durante, capo Ufficio legislativo della Giunta regionale. «Nel corso dell’incontro - riporta la nota - sono state analizzate le principali criticità operative». a pag » 9

COSENZA Triplo appuntamento con Franco Battiato al Rendano e all’Università della Calabria a pag » 18

CATANZARO I programmi di Traversa: costruire la città più verde della Calabria a pag » 14

VIBO VALENTIA La eco-piazzola di Briatico sequestrata dai carabinieri, era strapiena di rifiuti a pag » 21

IL COMMENTO

L’agroalimentare parla sempre meno italiano di Giuseppe Politi presidente Conf. it. agricoltori

Nella vicenda Parmalat - Lactalis l’obiettivo prioritario resta quello della salvaguardia degli interessi degli allevatori e con esso la difesa del latte italiano e della sua giusta remunerazione alla stalla. Il provvedimento varato dal governo nei giorni scorsi non ha minimamente scalfito le intenzioni dei francesi che si accingono ormai ad avere il controllo della Parmalat, viste le difficoltà che si stanno riscontrando per costituire una cordata italiana. E tutto ciò dimostra ancora una volta la mancanza di un’efficace politica in campo agroalimentare. Il gruppo Lactalis ha riaffermato anche in questa occasione la propria volontà di sviluppare il piano nel rispetto dell’italianità della Parmalat, mantenendo la sede in Italia, salvaguardando gli assetti produttivi, i dipendenti e la filiera italiana del latte, nell’interesse dell’economia del territorio. Non mettiamo certo in discussione le affermazioni dei francesi, ma quello che ci rammarica è che il nostro agroalimentare parla sempre meno italiano. Basta vedere quello che è accaduto negli ultimi anni per capire la situazione. Tanti gloriosi e importanti marchi made in Italy sono finiti in mano degli stranieri. Davanti a questi nuovi sviluppi non possiamo che ribadire l’esigenza di dare reali certezze ai nostri produttori zootecnici da latte. Il settore, del resto, sta vivendo una fase molto complessa e carica di grandi difficoltà, come confermato dalla discussione comunitaria.


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