Domenica 30 Maggio 2010
Anno XIII - Numero 147
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QUOTIDIANO DI POLITICA ECONOMIA E CULTURA Poste Italiane S.p.A. -- Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma1. Aut. CBPA-SUD/CZ/326/09
PROVINCE
POLITICA
Chiarito il mistero: si discute il 14 alla Camera il destino di quelle mini
LAVORO
Di Pietro attacca il Pd calabrese, fatto di “cacicchi” e potentati locali
a pag » 2, 23
Emergenza occupazionale, il piano d’intervento calabrese è operativo
a pag » 4
a pag » 12
Il Premier Silvio Berlusconi dopo il “no” incassato dalla Marcegaglia sta pensando al presidente dell’Antitrust
Catricalà ministro al posto di Scajola Per la Calabria si tratterebbe di una rappresentanza al Governo dopo più di trent’anni L’INTERVENTO
La manovra sarà uno stimolo in più per il federalismo
L’ipotesi è stata confermata da Repubblica, e sembra verosimile. Berlusconi LA PROPOSTA sarebbe intenzionato a nominare Catricalà, dal quale si aspetta una risposta. A farlo desistere per ora sarebbe l’eventuale proposta di presidenza della Consob di Alessandro Caruso a pag » 5
UN PIANO PER L’ECONOMIA CALABRESE Previdenza, i calabresi non pagano che metà della spesa
di Roberto Maroni
REGGIO CALABRIA - Domani alle 9.30, nella sede del consiglio regionale, l’assessore ai Programmi speciali Ue, Fabrizio Capua, illustrerà ai rappresentanti di Unioncamere, Camere di Commercio e Istituto per il Commercio Estero le linee di indirizzo per il sostegno all’economia regionale.
ROMA - L’ennesima conferma che la Calabria è una regione che vive di nero arriva dall’indagine della Cgia di Mestre (per il quadro nazionale vedi a pagina 25) sulla copertura della spesa previdenziale - dalle pensioni a tutte le altre forme di assistenza sociale - da parte dei contribuenti. Il dato nazionale è già terrificante in sé: i contributi non riescono a coprire che l’80,9 per cento della spesa previdenziale (siano essi dipendenti o autonomi). Infatti, a fronte degli oltre 258,37 miliardi di euro di spesa, il gettito contributivo è pari a 209,08 miliardi. In pratica, il deficit è di 49,29 miliardi di euro che vanno trovati altrove. Il dato relativo alla Calabria, naturalmente ultima nella classifica, è da paura: la copertura della spesa previdenziale in Calabria è di appena il 54,1 per cento.
di Francesco Pungitore a pag » 7
a pag » 9
ministro dell’Interno
Non sono d’accordo con il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni che, commentando la manovra del governo, ha parlato della fine del federalismo a causa dei tagli alle regioni. Ne ho parlato anche con Cota, a me sembra invece che sia un’occasione per accelerare il federalismo, sia uno stimolo. I tagli sono indispensabili e questa manovra è l’occasione anche per rivedere alcuni meccanismi di spesa ad esempio nel settore della sanità. Si tratta di una sfida,commentarela manovra parlando di spostare i tagli da una cosa all’altra è sbagliato, è un modo vecchio di valutare le cose, non cambia se qualche briciola passa da un settore all’altro. Il cambiamento vero è quello di gestire le risorse seguendo i metodi indicati dal federalismo fiscale.
Capua: portiamo i nostri prodotti all’estero
LAMEZIA TERME Magistrati minacciati, sit-in di solidarietà «E’ stato dato un segnale molto forte» a pag » 26
CROTONE Pisu, sono ben 23 i milioni di euro in arrivo Soddisfatta l’intera maggioranza comunale a pag » 28
VIBO VALENTIA In una operazione contro la pesca illegale sequestrato ingente quantitativo di tonno a pag » 29
Detassare per un biennio le aziende che assumono di Riccardo Nencini segretario nazionale partito socialista
Nella manovra finanziaria del governo Berlusconi non c’è lotta vera all’evasione fiscale, le misure strutturalisono marginali,c’è un taglio crescente di risorse per le regioni e gli enti locali, alla fine ci saranno più tasse per tutti e un risultato certo: addio al federalismo fiscale. Peccato però, perché il vero difetto del federalismo fiscale è nell’arrivarefuori tempo, quando le urgenze sono ben altre e non quelle dettate dagli interessi elettorali della Lega. L’opposizione comunque sbaglierebbe assumendo una linea di intransigenza a prescindere, aderendo subito allo sciopero generale indetto dalla Cgil. Resta il fatto che per accettare questa cura da cavallo, dovrebbe quantomeno ottenerealcunemodifiche.Innanzitutto un rafforzamento reale della lotta all’evasione fiscale, poi l’alleggerimento del carico su regioni ed enti locali, accrescendo, ad esempio, i risparmi con il taglio delle indennità di tutti i consiglieri regionali al 65% di quelle dei parlamentari. E visto che non ci sono misure di sostegno all’occupazione si potrebbero almeno detassare per un biennio le aziende che oggi assumono. La manovra è certamente necessaria, anzi indispensabile per mettere in salvo l’Italia. Ma tra i rimedi di oggi, quelli strutturali sono davvero pochi perché questa maggioranza non vuole colpire le rendite, fa addirittura passi indietro sulle liberalizzazioni, e non combatte veramente l’evasione. E’ una manovra facile facile, perché pesca solo nelle buste paga di chi non ha segreti per il fisco e per questa strada non aiuterà certo la ripresa.