Venerdì 30 Aprile 2010
il Domani
SPECIALE
Segnali di ripresa nel mercato immobiliare Andrea Celia Magno Segnali di ripresa per il mercato immobiliare italiano nel 2010, dopo due anni trascorsi al ribasso e in tono minore sia nel campo della compravendita di immobili che in quello dei prezzi (il che ha significato, almeno, che in questo settore l’Italia è rimasta distante da speculazioni finanziarie). Secondo uno studio della Banca Monte dei Paschi di Siena le stime per il 2010 vedranno una ripresa intorno al 2%, dopo il clamoroso calo dell’annata 2009 (-11,3%) e una stabilizzazione nella decrescita dei prezzi, già crollati l’anno precedente, che per il 2010 potrebbero al massimo diminuire di un ulteriore 2%. La ripresa, soprattutto per quel che riguarda le abitazioni di nuovacostruzione,eragiàcominciata alla fine del 2009, grazie al già citato ribasso dei prezzi del mercato, con le imprese edilizie sempre più propense a scontare fortemente i nuovi immobili. E in virtù della propensione degli acquirenti a prediligere decisamente gli immobili in fase di costru-
zione, o meglio ancora, quelli allo stato embrionale della progettazione su carta. Con la crescita del mercato immobiliare dovrebbero aumentare anche le erogazioni di mutui per acquisire immobili, che erano diminuiti di pari passo con la crisi nelle compravendite. La ripresa riguarderà certamente anche questa importante voce del sistema immobiliare, che mette in evidenza il rapporto circolare fra il mercato e la possibilità di avere
adeguati finanziamenti che possano permettere lo sviluppo del mercato stesso. Il dato significativo del rapporto stilato da MPS è che locomotiva trainante della ripresa del settore è stato l’incremento registrato nell’acquisto delle case di lusso o delle seconde case. Il significato di dati di questo genere è che l’investimento è possibile soltanto per quella fascia di contribuenti che può permettersi quel determinato tipo di
acquisizioni. Puntare su qualcosa di concreto e visibile per lasciarsi alle spalle i rischi corsi con il picco della crisi economica mondiale. Nel rapporto si legge che «in tempi di crisi l’abitazione conferma la propria natura di bene rifugio, come dimostrato dalla crescita delle intenzioni di acquisto delle seconde case e di acquisti con finalità d’investimento. A livello di singoli comparti cresce il residenziale di lusso (Top Real
Estate) grazie alla crescente domanda di investitori esteri rivolta alle città d’arte e alle località turistiche. In forte espansione soprattutto il mercato dei rustici e delle case di campagna». Locomotiva trainante di questa rinascita del mercato immobiliare è dunque il settore di vendite che riguarda le classi più abbienti, in particolare il settore del lusso che dimostra di essere sempre al top e di non aver risentito, se non incidentalmente, della crisi. Settore che si dimostra sempre più globalizzato, come dimostrano gli investimenti stranieri nel bel paese. E proprio dal luogo in cui è partita ed è diventata più evidente la crisi economica, gli Stati Uniti d’America, si sono sviluppati i primi segnali di ripresa della crescita del mercato immobiliare, favoriti da un calo nei prezzi anche maggiore rispetto a quelli europei in generale e italiano nello specifico. La conferma, ancora una volta, di quanto l’economia americana sia un traino per tutte le altre, nel bene o nel male, ma questa volta portando buoni segnali nel mercato e infondendo fiducia e benefici effetti.
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