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WHITE PRIVILEGE

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IL NOME DELLA ROSA

IL NOME DELLA ROSA

di Giulia Agresti

A maggio e a giugno del 2020, a seguito delle proteste del movimento Black Lives Matter, negli USA si è sempre più diffuso il termine ‘white privilege’, ma cosa significa esattamente? Per white privilege si intendono tutti i vantaggi che le persone bianche ricevono, anche se involontariamente, solo per il colore della loro pelle. Peggy McIntosh, fondatrice del progetto SEED (“Seeking Educational Equity & Diversity”), ha definito il white privilege come “uno zaino invisibile senza il peso di disposizioni speciali, assicurazioni, strumenti, mappe, guide, libri di codice, passaporti, visti, vestiti, bussola, equipaggiamento di emergenza e assegni in bianco”. Purtroppo cominciamo a parlare di white privilege solo adesso, per di più è facile dare per scontato i nostri privilegi, quindi l’argomento è stato per molto tempo tralasciato. È dunque fondamentale informare tutti su ciò. La più evidente forma di white privilege è la caratterizzazione attraverso la pelle. L’essere umano ‘normale’ infatti è pensato come bianco, tanto che per indicare una persona di colore la maggior parte delle volte la prima cosa che si denota è proprio il colore della pelle. Un altro esempio è il non essere rappresentati: solitamente sono bianchi i

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protagonisti di spot pubblicitari, immagini illustrative su libri generali e libri scolastici, e film - anche se Bollywood ha sempre dato spazio nell’industria cinematografica all’India e ultimamente le case di produzione cinematografica stanno inserendo sempre più personaggi multietnici. Ancora, i bianchi possono essere certi che i loro figli non siano bullizzati per il colore della loro pelle; possono essere certi che i loro problemi siano discussi pienamente dal momento che le persone al potere sono prevalentemente bianche; possono interessarsi a questioni razziali senza essere accusati di farlo solo per il loro tornaconto; possono imparare approfonditamente a scuola la storia delle proprie origini. Altri esempi di white privilege minori, ma altrettanto cruciali, riguardano l’estetica. Quando infatti entriamo in un negozio per comprare un fondotinta o un correttore, ci vengono presentate un milione di sfumature così da capire quale sia quella perfetta per noi. Se confrontiamo però il numero di trucchi per

la pelle chiara con quelli per la pelle scura, vediamo che il primo è estremamente più alto. Spesso infatti le donne di colore sono costrette a ordinare i loro trucchi in negozi specializzati, i quali, essendo pochi, solitamente hanno prezzi molto elevati. Una situazione analoga si ha anche per i capelli. Tra tutti i parrucchieri che lavorano a Firenze, solo quattro offrono trattamenti e prodotti (non sempre infatti si trovano nei supermercati) per i capelli afro. Troviamo per di più esempi di white privilege anche in settori particolari, come quello della danza. Quando infatti le ballerine devono comprare le scarpette da ballo, sia quelle normali sia le punte, si trovano davanti a una grandissima scelta di scarpe rosa. Una scarpetta color rosa addosso a una persona di colore non solo è brutta da vedere, ma è anche ‘sbagliata’ in quando essa in teoria dovrebbe rispecchiare il colore della pelle, così da sembrare tutt’uno con la gamba. loro vita sia considerata più facile di quella delle persone di colore; ma dobbiamo capire che godere del privilegio bianco non significa non affrontare difficoltà nella vita, ma vuol semplicemente dire che esse non sono causate dal colore della pelle.

Come possiamo fare per eliminare il white privilege? Prima di tutto bisogna accettarlo e riconoscere che tutte le persone bianche sono effettivamente avvantaggiate rispetto alla black community. Dopodiché è fondamentale usare il white privilege affinché questo sia utile e non nocivo. Ciò consiste nel fare il possibile per amplificare la voce di chi non viene ascoltato perché non bianco; farsi sentire sulle ingiustizie razziste anche quando esse non ci riguardano e anche se significa andare contro corrente; seguire attivisti da cui informarsi. Durante le proteste negli USA del movimento ‘Black Lives Matter’ alcune persone bianche si sono messe come ‘scudo’ davanti alle persone di colore così che esse non potessero essere picchiate o arrestate. Il manganello e le manette infatti erano strumenti utilizzati da tanti poliziotti per spaventare la folla e costringere i manifestanti a disperdersi. Anche se in Italia non si sono presentate situazioni tali, non significa che qui non esista il white privilege, quindi è cruciale adoperarsi per estirparlo del tutto dalla nostra società.

Foto da: https://www.dancespirit.com/amp/ inclusive-dancewear-2646174713 Foto da: Adam Fagen, Flickr

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