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ICCHÉ TU DIHI: IL DIALOGO

Il cibo

DelLa Franca e di Pietro Santi

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Si consiglia di andare a rileggere il Dialogo scritto nel numero di febbraio, in funzione di una più ottimale comprensione del testo seguente.

Personaggi:

Lorenzo il Magnifico Marsilio Ficino Angelo Poliziano

Ambientazione:

Villa del Cafaggiolo, tra le sei e le sette di sera del 27 ottobre 1491

Entrorono adunque nella sala acciò di consumar la cena. Lorenzo il Medici fé parare pe’ sua ospiti delizie in numero, tamen per sé una misera minestrina, non volendo rursus contrarre ‘l malanno de’ ricchi: la gutta.

LM- Attingete dalla tavola, ottimi commensali! Colmate ‘l ventre di tortelli di castagne, pane, carne di selvaggina et omnia quae exornant hanc mensam albam. Voi non suffrite dei mali ch’affliggono ‘l mio corpo…

MF- Lorenzo, ci dispiace che tu debba vederci manducare, dum ti scaldi la gola con misera minestrina. Neppur e’ malati degli spedali florentini si nutrono sic paulum. Non c’abbufferemo come tu hai proferito.

Marsilio Ficino disse tali mentre Angelo Poliziano pienava la sua scodella di tortelli e ‘l calice di rubro vino.

MF- Ahi Angelo, che fai!? Nessun rispetto pello nostro compare?

AP- Ei licenza ci diede pe’ render lo nostro ventre ben satisfatto! Tunc accìbati, non menar la bestia cinica pe’ l’aia et fac sicut amicus dixit!

LM- Non mi compiace dar ragione ad Angelo, tamen ha detto ‘l vero…

MF- Sit quomodo vis… Quanto puote esser malifero ‘l ventre, rende l’omo più di natura ferina, l’appressa all’antica condicione… non fassi governar dalla mente e lo spirto n’è deturpato…

AP- Concordo con Lorenzo, non semper sed aliquando dona sollievo allo spirto riposar nel ventre, acciò che torni magis forte. Porro è ben gustar l’alimenti toscani quand’ancor vengan di Toscana! Nam, lo pongo certo, tra non molto, lo grano proverrà in numero grande dalle steppe della Russia di Chievvo: il marchio sarà sì italico, tamen non sustanzia! L’emporio sarà ben maggior di quel di Genoa e Venezia!

MF- Pensa al presente, Angelo mio, non predirre semper futuri funesti!

LM- V’aggrada ‘l cibo, or puro toscano?

MF- E’ la cocina magis bona che sii nel mondo tutto! Questi tortelli son poesia pe’ sensi!

AP- Or son di castagne, ma dico che presto verrà un nuovo frutto della terra, da non so dove. Pieneranno la pasta di questa “pitity”, sic l’appello.

LM- Or se’ governato da follia! Troppo vino hai beùto!

MF- Dici lo ver, ma si non fusse, anderebbe creato! Riempie la sala di risate a dir tali “bischerate”, come da un po’ suolsi dire!

AP- Ah, ecco la frutta et il dulce, che concludono cum magnitudine la poderosa mensa! Boni i diosperi, frutto divino d’autunno!

LM- Uno ne piglio pur io, se non dua! MF- Fate rapidi! Stasera v’è un bel cielo, sie bello recarsi a mirar le stelle! Andiam nel prato o sul mastio! In campagna si saggia meglio ch’altrove la magnificenzia del creato e pur del mondo supralunare!

Le nozze di Cana, dipinto di Veronese, 1563, conservato al Museo del Louvre, Parigi

Allor subiti furon a manducar li frutti e si diressero nel prato ante l’intrata della villa.

Glossario

Tamen: tuttavia Omnia qual exornant hanc mensam albam: tutto ciò che adorna questa tavola bianca Dum: mentre Sic paulum: così poco Tunc: allora Fac sicut amicus dixit: fa’ come ha detto il tuo amico Sit quo modo vis: sia come tu vuoi Nonnunquam: talvolta Non semper sed aliquando: non sempre ma alcune volte Magis: più Sic: così

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