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FABRIZIO DE ANDRÉ

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D’ISTITUTO

D’ISTITUTO

Abbiamo quest’anno un’unica candidata al Parlamento. Sentiamo cosa ha da dirci!

Sono Maria Vittoria D’Annunzio, della classe IIIB del liceo classico. Il mio obiettivo è quello di portare la voce degli studenti in Parlamento. Ritengo che uno dei problemi principali della scuola sia la mancata organizzazione, nonché la poca manutenzione nelle 3 sedi.

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L’emergenza Covid non va assolutamente presa sotto gamba, cambieranno molte cose, ma dobbiamo imparare ad adattarsi per fare in modo che non diventi un ostacolo, quanto una possibilità di crescita personale e di riflessione. È fondamentale seguire i decreti promossi dal governo, anche se penso che la riapertura di scuole, che implica un grande uso dei mezzi di trasporto, sia stata troppo accelerata. Una problematica che l’Italia sta vivendo e che con l’emergenza Covid è diventato più evidente, è quello che riguarda il Digital divide: mai come oggi, a seguito della pandemia, è risultato chiaro quanto sia profonda la differenza, all’interno di un paese come l’Italia, tra chi può accedere a mezzi tecnologici e chi

In quest’ultimo periodo ho scoperto la magia e l’amore nei testi di questo cantante, e non potevo far a meno che condividere con voi una cosa così bella… Ho notato tra alcuni miei coetanei che De André è un cantante abbastanza snobbato o sottovalutato, visto come obsoleto, vecchio e fuori moda… Quando sento queste parole mi si gela il sangue nelle vene. Dio perdonali perché non sanno cosa si perdono! Siete parecchio fortunati ad avere questo articolo tra le mani, spero non sia inutile, ma che almeno qualche lettore possa dargli una possibilità. Vediamo se riesco ad essere convincente, ok? ;-) La sua biografia è molto interessante, tranquilli, non la riporterò del tipo nacque nel giorno blabla, dai genitori blabla, nel giorno blabla iniziò a fare musica, anche perché sono cose di cui ci interessa il giusto, diciamocelo, e poi vorrei essere più originale di Wikipedia. Saltando inutili particolari andiamo nel 1955, quando da ragazzino, a 15 anni, inizia a cantare in un teatro con la sua band. Ma la sua passione per la musica inizia davvero quando il padre gli porta un vinile di Georges Brassens, autore a cui si ispira. Durante gli anni del liceo inizia a suonare jazz, e si appassiona al genere. Finalmente nel ’60 scrive la sua prima canzone. Firma un contratto con una produzione, e pubblica il suo primo vinile, Nuvole Barocche, E fu la notte. L’università fu particolare per il cantante, tanto che frequenta prima lettere, poi medicina, e poi, quando è quasi giunto alla fine della facoltà di Giurisprudenza, la abbandona: insomma era destino che cantasse. Si sposa giovane, dalla moglie ha anche un figlio, e questo è stato davvero un periodo d’oro per Fabrizio: conosce i maggiori esponenti della canzone italiana, che gli procurano diverse esibizioni mentre lavora con il padre, continuando a scrivere canzoni meravigliose, tra le quali la sua più celebre La canzone di Marinella, che venne interpretata anche da Mina, fatto che risulta essere una svolta per la carriera di De André. Negli anni ’70 conosce Dori Ghezzi, della quale s’innamora e la frequenta tradendo la moglie, che lascerà dopo pochi mesi, e dall’unione con essa nasce una secondogenita. Fabrizio e Dori vengono rapiti, e tenuti in ostaggio per quasi 4 mesi in pessime condizioni. Dopo una carriera di successi, dopo aver visti apprezzati i suoi testi da tutta l’Italia, dopo aver fatto anche parecchi tour e aver scritto libri di poesie e anche un romanzo sulla sua vita, morì nel 1999, a Milano. Oltre a scrivere benissimo e avere una voce davvero bellissima e rilassante, nei suoi testi e nelle interviste noto una mente davvero brillante: è in grado di esprimere tantissimi pensieri e ragionamenti interessanti e originali, riesce sempre a trasmettere a pieno con parole limpide ciò che gli frulla in testa, e nell’animo in modo elegante e incisivo. Io mi sento quasi amica di Fabrizio, per via del suo modo di esprimere ciò che prova, e spesso rimugino giorni interi solo su una sua frase, perché racchiude un mondo nei suoi discorsi e nei testi se letti con occhio attento e profondo. “È sbagliato dimenticarsi del passato in quanto passato, perché è come togliere ad un animale l’istinto e questo vorrebbe dire ucciderlo completamente. Bisogna sapere quali sono le nostre radici, quali sono le ancore che ci legano ad un certo tipo di passato, per poter continuare in

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