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LICEO

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UNIFORME A SCUOLA?

UNIFORME A SCUOLA?

DIARIO DI SOPRAVVIVENZA PER IL LICEO

di Alessia Oreti

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Il 14 settembre ci siamo risvegliati da un coma durato 6 mesi. Abbiamo, forse a malincuore, lasciato i nostri comodi letti, disattivando la sveglia ad un orario che non ci saremmo mai aspettati di rivedere, abbiamo preso gli zaini in spalla, colmi di libri e di speranze, con un senso di nostalgia dentro. Di nuovo abbiamo fatto il tragitto verso scuola:siamo tornati ad una quasi normale realtà. Potremmo chiamare questo articolo “Diario di sopravvivenza: edizione Covid-19”. Nonostante gli sforzi, per quanto ci piaccia illuderci che non sia così, questo inizio scuola non è stato come tutti gli altri e non possiamo fare finta di niente. Quindi, come possiamo sopravvivere al liceo nell’epoca del Covid-19? Innanzi tutto, facciamo un grande sospiro e buttiamo fuori tutte le ansie. Per quanto all’apparenza non sembri così, gli studenti, seppur con le mascherine, sono sempre studenti e lo stesso vale per docenti e personale scolastico. La vita di un liceale era già complicata prima che tutto ciò arrivasse, ma quest’anno serviranno dei sacrifici in più per stare bene e per fare stare bene gli altri. Non sono complicati, basta solo prenderci la mano giorno dopo giorno. Ed ecco alcuni semplici consigli a tema Covid-19 per inaugurare il Diario di sopravvivenza anche quest’anno:

Ore 7.30:

I primi studenti iniziano ad arrivare davanti a scuola, rintracciano amici e compagni di classe, si avvicinano, si raggruppano, si abbracciano e stringono. Mi duole dirlo ma è sbagliato. L’affetto e la socializzazione sono quanto di più bello ci possa essere, ma nonostante pensiate di conoscere una persona e tutti i suoi spostamenti, dovremmo aver capito a questo punto che chiunque, anche la persona più vicina a noi, potrebbe essere potenzialmente positiva, asintomatica o meno. Non voglio mettere ansia, far venire le paranoie, ma ad oggi possiamo dimostrare affetto con le parole, possiamo socializzare anche stando lontani, non di molto, solo di un metro. Anche con una mascherina sulla bocca e sul naso rimaniamo noi, ma più sani e più protetti. Pensiamoci prima di rischiare di creare assembramenti, dannosi a noi e agli altri.

Ore 8.00:

Gli studenti ancora mezzi addormentati, appena sentono la campanella suonare, si dirigono verso il portone d’entrata e come in una processione, iniziano a salire le scale andando verso le classi. Come potete ben immaginare, anche questo è sbagliato! Ogni classe ha un’entrata e un orario di entrata diverso. Se non sapete quale sia, il nostro sito scolastico ci fornisce ogni informazione necessaria. Se vi è stata assegnata un’entrata non fate i furbetti entrando da un’altra, pensando che tanto nessuno vi scoprirà, così facendo rischiamo di mandare all’aria tutto il duro lavoro di organizzazione fatto da altri, che pur sembrandovi banale e sbrigativo, è stato un dispendio di tempo e di forze per tutelare la nostra salute. Cerchiamo di arrivare in classe tenendo sempre la distanza dagli altri, la mascherina e la speranza che così facendo prima o poi potremo tornare alle nostre processioni mattutine da una sola entrata.

In classe:

Gli studenti entrano in classe, lanciano la mascherina in aria dimenticandosi la sua utilità e iniziano a vagare per la stanza, facendo lo slalom tra i banchi. Be’, ormai siamo diventati molto bravi a capire cosa vada o non vada fatto: proprio così, anche questo è sbagliato!

Appena arrivati in classe dovremmo educatamente salutare il professore già in aula, cercare il nostro 22

posto, magari dopo esserci igienizzati le mani con i dispenser che la scuola ci fornisce e finalmente accomodarci. Appena seduti al nostro posto possiamo togliere la mascherina e pensare: “wow, finalmente respiro di nuovo!”. Magari non gettiamola in qualche meandro dimenticato dello zaino, potrebbe tornarci utile in qualsiasi momento.

Il cambio d’ora:

Quando il professore esce di classe gli studenti rimangono composti al loro banco, chiacchierano mantenendo le distanze. Se qualcuno si alza per sgranchirsi le gambe o per andare a parlare con un altro compagno di classe, si rimette la mascherina che aveva prontamente a portata di mano e senza fare troppo chiasso, i due possono scambiare due parole prima che il professore dell’ora dopo entri in aula. E finalmente possiamo dire di averne trovata una giusta! Questo sarebbe il comportamento adeguato da seguire, non comportarci da cavernicoli, spostando banchi e sedie (che vorrei precisare, andrebbero tenuti lì dove sono), urlando, girando senza mascherina e tirando pacche sulle spalle ai propri amici.

L’uscita da scuola:

Valgono le stesse regole dell’entrata (se non le ricordi torna su a dare un’occhiata). Ogni piano ha un suo orario. Ogni classe ha una sua uscita. Mascherine che coprono il naso e la bocca e distanza di sicurezza. Poi arrivati a due chilometri da scuola potete fare ciò che volete, ma considerate sempre una cosa: ci lamentiamo tanto di come vengano gestite le cose, di quanto insopportabile sia tenere la mascherina, di quanto vorremmo tornare ad abbracciarci come una volta.

Se tutti noi riuscissimo a seguire queste semplici regole, scritte in italiano comprensibile, dette ogni giorno da professori, da genitori, da persone competenti nell’ambito e non, forse in un tempo non troppo lontano potremmo tornare a fare ciò che facevamo ogni giorno, prima che questo virus che ci sta rovinando la vita arrivasse. Ma sta a noi. Ognuno pensi a quello che fa nel suo piccolo, non a quello che fanno gli altri. Non adeguiamoci a ciò di sbagliato che vediamo. Anche noi, singoli personaggi, singole persone, possiamo fare la differenza. Questi sono tutti i consigli che posso dare su come sopravvivere al liceo ai tempi del Covid-19.

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