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UNIFORME A SCUOLA?

di Giulia Agresti

‘Non presentatevi in classe con la gonna perché al prof cade l’occhio’ questo è stato il rimprovero fatto alle ragazze del liceo Socrate a Roma che avevano indossato gonne e pantaloncini corti per andare a scuola. La reazione non si è fatta attendere e le studentesse del penultimo anno si sono messe tutte la minigonna in classe: ‘ci siamo presentate in gonna perché quel messaggio della scuola sull’abbigliamento non poteva passare’ affermano. È ovvio che le studentesse e gli studenti debbano frequentare le lezioni con un abbigliamento decoroso, in segno di rispetto verso l'Istituzione che la scuola rappresenta e verso se stessi, tuttavia è assurdo che la motivazione posta alla base di tale condotta sia un ipotetico voyeurismo da parte dei docenti maschi, soprattutto in un luogo, quale la scuola, atto a educare ai valori morali. Lo scandalo si è diffuso anche sui social attraverso l’hashtag #stopallaviolenzadigenere. Qualcosa di molto simile è successo anche in Canada poco tempo fa: in una scuola a Gatineau, in provincia di Quebec, ritenendo ingiusto e sessista il fatto che esistessero limitazioni per l’abbigliamento delle femmine - come il non poter mettere una gonna più alta di dieci centimetri dal ginocchio - e nessuna per quello dei maschi, dei ragazzi hanno cominciato a presentarsi a scuola tutti i mercoledì indossando una gonna corta. ‘Ho spiegato ai professori che il messaggio che vogliamo mandare riguarda la pressione imposta sulle donne e la sessualizzazione dei loro corpi. Queste cose devono cambiare. Si tratta proprio di un movimento che parla alla nostra generazione’ afferma Simon Lefebvre, uno studente della Lucille-Teasdale International School. ‘E’ un movimento che vuole anche attaccare i dress code sessisti e degradanti per coloro che indossano gonne o altri capi non egualitari’ scrive invece su twitter Colin Renaud, uno studente di Villa Maria. Molti hanno risposto sul web chiedendo di istituire un’uniforme in tutte le scuole, per evitare situazioni come queste. Ma questo rimedio riuscirebbe veramente ad eliminare tutti i problemi o ne creerebbe altri ancora? Certo, creando un’apposito dress code non ci sarebbero casi di pantaloni e gonne troppo corte o di vestiti che lasciano poco all’immaginazione. Inoltre per i genitori sarebbe molto più pratico e veloce comprare gli abiti direttamente a scuola piuttosto che girare per mille negozi in cerca della maglietta adatta. Infine nessuno sarebbe preso in giro per come si veste e tutti gli alunni si sentirebbero parte di un qualcosa. D’altro canto però l’uniforme obbligatoria potrebbe interferire con alcune religioni che richiedono un certo modo di vestirsi, ad esempio se la maglia da indossare fosse a maniche corte e i pantaloni fossero attillati, questi capi creerebbero un disagio a coloro che devono coprire tutto il corpo. I prezzi delle uniformi inoltre sono molto più alti rispetto a quelli degli altri vestiti, in più provocherebbero una doppia spesa: al ragazzo servirebbero sia i vestiti scolastici sia quelli per uscire normalmente. Infine l’obbligo di vestirsi tutti uguali eliminerebbe la possibilità di ognuno di esprimere se stesso, come afferma il comico americano George Carlin: ‘Queste scuole provocano già abbastanza danni facendo pensare tutti questi ragazzi allo stesso modo, adesso devono farli pure sembrare tutti uguali?’.

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