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MUCCHIO DI NIENTE

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LICEO

LICEO

Quante volte abbiamo sentito parlare di “libertà di espressione”, “libertà di pensiero” e “libertà di stampa”? Beh, molto spesso ne abbiamo sentito parlare, e molte altre ne abbiamo frainteso il significato. Per cercare di fare chiarezza su questa “libertà” dovremmo fare un piccolo passo indietro, (forse dovremmo dire un salto molto lungo); arriviamo dunque a parlare delle poleis con regime democratico dell’antica Grecia, qui come ben sappiamo i cittadini di condizione libera potevano esprimere liberamente la loro opinione durante le assemblee che si svolgevano nell’agorà (adesso sembra giusto fare una piccola digressione per specificare quest’aspetto dei “cittadini di condizione libera”, poiché la popolazione delle poleis comprendeva anche un numero elevato di schiavi, donne e meteci→stranieri residenti, che si trovavano in una posizione di inferiorità rispetto ai cittadini liberi, questi infatti oltre alle numerose disuguaglianze, avevano anche il divieto di partecipare alla vita politica, infatti non potevano prendere parte ai dibattiti né alle votazioni, ma solo assistervi). Considerando il nostro mondo occidentale, è proprio in Grecia dove si sviluppa per la prima volta questo concetto. Dunque cos’è questa libertà così agognata e così ostacolata nel corso della storia, tanto che ancora oggi sono davvero pochi gli ambiti nei quali è concessa pienamente (basti pensare alla censura nei giornali: quanti infatti sono a conoscenza della guerra tra Armenia e Azerbaijan nel Nagorno Karabakh? Quanti hanno sentito parlare delle tensioni tra Grecia e Turchia?)? Tornando quindi alla domanda su cosa sia questa libertà, possiamo rispondere più facilmente dicendo quello che non è; quante volte vi sarà capitato di sentire una persona esprime un proprio giudizio errato su un argomento scientifico provato e comprovato negandone l’attendibilità? E quante volte vi sarà capitato di provare a correggere queste affermazioni per poi sentirvi dire la classica frase “questa è la mia opinione, e tu devi accettarla”? Secondo Platone, il pericolo di questa libertà di parola non consiste nel suo essere concesso a tutti, ma nel fatto che sia strettamente connessa con la libertà di fare ciò che si vuole. “La libertà di parola usata per fare ciò che si vuole senza limiti, o per adulare le masse e perseguire un interesse personale, non è un valore quanto una delle maggiori cause di degenerazione delle istituzioni democratiche. Il libero parlare è un valore solo quando ne sappiamo fare un uso critico e coraggioso per “svegliare” le persone, sempre a condizione che loro vogliano smettere di “dormire” e non preferiscano sentirsi dire quello che desiderano” (dice Foucault).

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