il N° 0 - DICEMBRE 2014
Guitto
Periodico dell’Associazione Culturale Il Guitto
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Chiese “scomparse”: la chiesa abbaziale di Sant’Angelo
Panorama dell’emigrazione ciociara in cinque secoli di storia
Essere “Festaroli” a Fumone
Un americano a Fumone
Il sociologo Feliks Gross studia i “bonagentesi”
“Vox populi fumonis” Un patrimonio immateriale da conoscere e tutelare
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Ai contadini e cittadini di Bonagente il cui ricordo è legato ai giorni felici trascorsi nelle vallate e dolci colline e antiche città della Ciociaria tra un popolo che serenamente affronta un duro lavoro
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EDITORIALE
Feliks Gross
di Elisa Potenziani
Appartenere, appartenersi. Quello dell’appartenenza (a una cultura, a una nazione, a un gruppo di qualunque genere) è un bisogno che ci spinge a reagire, a proteggere, a lottare… è tuttavia un valore che tendiamo a disconoscere credendo che “poco conosciuto” sia sinonimo di “poco importante” e che “storico” lo sia di “vecchio, superato”. Guardando attraverso il buco della serratura ci accorgiamo che tra le pieghe della quotidianità prende forma un’altra vita, l’eredità culturale di una civiltà che muta, giorno dopo giorno, ma che ci chiede di essere conosciuta e custodita. - Pag. 2
di Stefano Petri
Con questa dedica si apre il volume che contiene uno studio socio-antropologico sul paese di Fumone condotto dal sociologo Feliks Gross tra il 1957 e il 1971. Ma chi è stato Feliks Gross? E come è arrivato a Fumone? Il sociologo umanista – così definito dall’ ASA (American Sociological Association) nel giorno del suo centesimo compleanno – nasce il 17 giugno 1906 a Cracovia, a quel tempo vivace centro della vita intellettuale e culturale polacca. Dopo essersi laureato in giurisprudenza, grazie a una borsa di studio, arriva a Londra dove conosce il famoso antropologo Malinowski, padre della moderna etnografia, la cui influenza lo avrebbe portato a occuparsi per tutta la vita delle scienze sociali.Tornato in Polonia diventa un attivista politico e sociale, coraggioso e rispettato, a tal punto da riuscire a fondare, nel 1934, la Scuola di Scienza del lavoro; è proprio per questo suo forte impegno che allo scoppio della seconda guerra mondiale, considerando anche le sue origine ebraiche, è costretto a lasciare la sua patria per trasferirsi negli Stati Uniti. - Pag. 3