il N° 4 - MARZO 2016
Guitto
Rivista dell’Associazione Culturale Il Guitto
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Le balie, figlie della Ciociaria
Alatri, la città dei ciclopi
I misteri del castello di Fumone
L’inverno del 1956 La nevicata del secolo nei racconti dei fumonesi
EDITORIALE
Un anno di (da) Guitto di Elisa Potenziani Era l’8 dicembre 2014. Un lunedì festivo che sanciva l’inizio del periodo natalizio e che noi scegliemmo per presentare, nella sala consiliare del Comune di Fumone, il nostro progetto al quale avevamo dato un nome emblematico: “Il Guitto”. I guitti, è bene rammentarlo, erano quei ciociari che, fin dal XVI secolo, in cerca di un avvenire migliore migravano verso l’Agro Romano e l’Agro Pontino oppure verso le grandi città italiane, con Roma in testa, e verso centri europei: guitto significa dunque “nomade, spiantato”, ma la sua figura conserva tutto il fascino del pioniere, del coraggioso, dell’uomo artefice della propria sorte. - Pag. 2
di Mariano D’Agostini
S
ono passati sessant’anni dalle ondate di gelo e di neve che si susseguirono nei mesi di febbraio e marzo del 1956. L’evento è passato alla storia come la più grande nevicata del ventesimo secolo. Gli ultimi mesi del 1955 erano stati più miti della media, ma alla fine del gennaio del ‘56, nei giorni “della merla”, si ebbero in Europa temperature eccezionalmente rigide dovute ad un’ondata di freddo proveniente dalla Scandinavia, spinta da un fortissimo vento di tramontana. Contemporaneamente si formò una vasta depressione sul mar Mediterraneo che, costantemente alimentata dall’aria artica, sviluppò continue perturbazioni a carattere nevoso che dal mare attraversavano l’Italia riversandovi cospicue quantità di neve: un fenomeno simile, dall’inizio del secolo, si era verificato con tale violenza solo nel 1929. Per tutto il mese di febbraio, in Italia, si ebbero temperature siberiane: -20°C sulle Alpi, -15°C nella pianura padana, si innalzarono di qualche grado a Firenze (-11), a Roma (-7), a Napoli (-5). A L’Aquila per tutto il mese di febbraio il termometro non superò mai gli 0°C. Il 2 febbraio, giorno della Candelora, e i giorni seguenti su buona parte dell’Italia le precipitazioni erano oramai nevose. Specialmente nelle notti del 7, 9, 12, 18 e 19 il Lazio e gran parte delle regioni meridionali furono colpite da forti tormente: intorno al 25 febbraio sembrava tutto finito, complice un lieve rialzo termico, ma il 10 e 12 marzo, per un brusco abbassamento delle temperature, si ebbero le ultime abbondanti nevicate. - Pag. 2