IlGuitto 02

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il N° 2 - GIUGNO 2015

Guitto

Rivista dell’Associazione Culturale Il Guitto

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Il Maestro d’arte De Santis

Il lago di Canterno

I fantasmi del castello

Martirio e Santità La statua argentea del san Sebastiano di Fumone di Alessandro Potenziani

EDITORIALE

L’oreficeria laziale in mostra al Vaticano di Elisa Potenziani La mostra “Sculture preziose. Oreficeria sacra nel Lazio dal XIII al XVIII secolo” è un evento epocale perché, allestita nel Braccio di Carlo Magno in piazza San Pietro, cuore della cristianità, rende noti agli studiosi e al grande pubblico straordinari capolavori di oreficeria sacra realizzati per la munificenza di committenti laici ed ecclesiastici, spesso poco conosciuti perché custoditi nelle sacrestie o conservati nelle raccolte diocesane, nelle Abbazie (Casamari e Montecassino) e in istituti religiosi. - Pag. 2

Delle molteplici opere di arte ecclesiastica della provincia di Frosinone salvatesi dalle requisizioni avvenute a causa del trattato di Tolentino (1797) e dalle spoliazioni esercitate durante la Repubblica Romana (1798-1799), il caso del San Sebastiano in argento, pregevole statua del santo patrono di Fumone, rappresenta un esempio non raro di opera riscattata dagli abitanti mediante un gravoso sborso economico. Nell’ambito delle mie ricerche riguardanti Fumone ho avuto la fortunata sorpresa di rintracciare un documento inedito che, illustrando la genesi e la relativa vicenda economica della statua del San Sebastiano, permette di restituire a pieno titolo l’opera al suo artefice, fino ad oggi soltanto ipotizzato.Tale documento riguarda un conto pagato per la statua di un “S. Bastiano” all’illustre argentiere forlivese Giovanni Giardini (Forlì 1646 - Roma 1721) di cui però manca il bollo distintivo sulla statua, rappresentato da un canestrino di fiori stilizzato allusivo al suo cognome. Il culto di san Sebastiano a Fumone è di origine antichissima e le due reliquie del santo conservate nella chiesa collegiata della SS.ma Maria Annunziata sono costituite da una parte del capo e un frammento del braccio: la prima reliquia era posta all’interno di un busto in bronzo dorato con la testa di argento, donato dalla comunità di Fumone in epoca molto antica; la seconda era posta all’interno di un manufatto artistico in argento dorato a forma di braccio. Entrambi i reliquiari furono poi trafugati in tempi diversi e, nel 1806, i marchesi Longhi, in qualità di “festaroli”, donarono alla comunità fumonese un busto del santo analogo al precedente nel quale venne riposta la reliquia del braccio. - Pag. 2


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