Il Mondo del Latte - Ottobre 2017

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IL MONDO DEL

L AT T E N. 10

OTTOBRE

2017-

ANNO LXXI

IL LATTE NEL MONDO

-

MENSILE

LA CASE HISTORY LATTERIA PLAC EXPORT A GONFIE VELE PER LA PANNA

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IL MONDO DEL

L AT T E OTTOBRE

2017-

ANNO LXXI

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IL MONDO DEL

L AT T E EDITORIALE Sembra fatto apposta: ogni anno, in estate – meglio se in pieno agosto – arriva un fulmine a ciel sereno. Tanti ricorderanno la mozzarella blu di qualche anno fa o l’embargo sui formaggi imposto dalla Russia in pieno agosto in risposta alle decisioni dalla Commissione europea per i noti fatti della Crimea. O ancora le preoccupazioni sulle aflatossine che caratterizzano da qualche anno tutti i mesi estivi. Quest’anno, puntuale come un orologio svizzero, è arrivato il blocco della Cina sulle importazioni di Gorgonzola e Taleggio. Lo stop non riguarda solo questi due formaggi, ma anche alcuni prodotti francesi e inglesi. Le ragioni? Dicono che le muffe utilizzate per produrre questi ed altri grandi formaggi tradizionali non sarebbero (il condizionale è d’obbligo) consentite dalla normativa cinese, che elenca in modo molto dettagliato i batteri che possono essere impiegati dalle imprese alimentari. In verità, la normativa cinese prevede esplicite deroghe per i ceppi tradizionali, ma le autorità sanitarie di Pechino si trincerano dietro una “logica” che di logico ha ben poco: la deroga vale solo per i ceppi cinesi! La vicenda è paradossale: prima di tutto perché non è chiaro come si facciano a distinguere i ceppi tradizionali cinesi dagli altri. Inoltre, non va dimenticato che, pochissime settimane fa, i rappresentanti del governo cinese hanno accettato di inserire nell’elenco di prodotti tradizionali e con indicazione geografica da tutelare in Cina anche i formaggi che ora hanno bloccato. Vien da dire: alla faccia della tutela! Se non ci fossero in ballo qualche milione di euro e un mercato nel quale sono tanti a credere e a investire, ci sarebbe da ridere. Anche perché il blocco, che – va ricordato – è stato voluto per ragioni di tutela della salute, arriva con notevole ritardo: negli ultimi dieci anni, l’export di Gorgonzola e di Taleggio è passato da pochi chilogrammi ad alcune tonnellate, senza che nessuno sollevasse problemi di sorta. Cosa pensavano fossero quelle meravigliose striature verdastre caratteristiche del re dei formaggi blu? E l’arancio che caratterizza la crosta del Taleggio? Abbiamo scritto ai nostri ministri e commissari europei e tutti si stanno interessando del problema che speriamo possa trovare a breve una soluzione. È evidente che siamo di fronte a una vera e propria barriera non tariffaria, una scusa per limitare l’accesso di alcuni formaggi europei, i cui consumi crescono ovunque, anche in Cina. Per quanto mi riguarda, la vicenda conferma quello che diciamo da tempo: sì agli accordi di libero scambio; sì a regole comuni per lavorare sereni sul mercato mondiale; sì al lavoro di squadra con le istituzioni per affrontare al meglio i problemi delle imprese. Adriano Hribal

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SOMMARIO

IL MONDO DEL

L AT T E N. 10

OTTOBRE

2017-

ANNO LXXI

IL LATTE NEL MONDO

-

MENSILE

LA CASE HISTORY LATTERIA PLAC EXPORT A GONFIE VELE PER LA PANNA

PAG.

5

Editoriale

PAG.

8

Amarcord

PAG. 14

Notizie dalla Ue

PAG. 17

Notizie Fil/Idf

PAG. 20

News

PAG. 26

Libri

OPINIONI PAG. 10

L’invito della Ue: più qualità per il nostro cibo di Paolo De Castro

PROTAGONISTI PAG. 28

Latteria Plac: i maestri del Provolone

PAG. 32

I giovani di Assolatte: Rodolfo Zanetti

ECONOMIA PAG. 36

Alimentare: cresce la produzione, vola l’export

PAG. 39

Etichette, il nuovo oracolo sui consumi

PAG. 47

Panna, il marchio è la chiave del successo

MERCATI PAG. 51

Nuova Zelanda, accordi Ue a rischio boomerang

PAG. 56

Latte, cresce la produzione in Europa

PAG. 58

Prodotti lattiero-caseari: la borsa dei prezzi in Italia

PAG. 60

Formaggi Dop: produzione in crescita

NORMATIVE PAG. 65

Mezza Europa dice no al Nutri-Score

PAG. 68

Patto con la gdo per evitare le aste al doppio ribasso

PAG. 72

L’esperto risponde

6 IL MONDO DEL LATTE

POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE

ATTUALITÀ

70%

ROMA

AUT MP-AT/c/RM

CONGIUNTURA POSITIVA PER IL FOOD ITALIANO

ORGANO UFFICIALE DI

ASSOLATTE

E DEL

COMITATO ITALIANO FIL-IDF

Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987 Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm Questa rivista è stata inviata tramite abbonamento: l’indirizzo in nostro possesso verrà utilizzato, oltre che per l’invio della rivista, anche per l’invio di altre pubblicazioni e stampe o per l’inoltro di proposte pubblicitarie. Ai sensi della legge 675/96 è nel suo diritto richiedere la cessazione dell’invio e/o l’aggiornamento o la cancellazione dei dati in nostro possesso. PREZZI DEGLI ABBONAMENTI: Italia: 118,00 euro Estero: 150,00 euro 1 copia: 11,50 euro Arretrati: 23,00 euro



Amarcord:

QUANDO IL GOVERNO VIETAVA LE IMPORTAZIONI DI BURRO Alimento riabilitato dopo anni di oblio, deve fare i conti con quotazioni alle stelle a causa della carenza di materia prima Dopo anni di lotta al burro a causa dei suoi fantomatici effetti negativi sulla salute (finalmente ridimensionati) e i consigli di ridurne quanto più possibile i consumi, l’impennata dei prezzi di questo nobile alimento registrata nel 2017 (oltre il 90% nell’ultimo anno), può suonare all’orecchio quanto meno anomala. L’aumento della domanda, la carenza di materie prime e di prodotti, le misure di contenimento della produzione messe in atto dall’Unione europea sono sul banco degli accusati. Un insieme di fattori e tensioni che non potevano non avere ripercussioni anche in Italia, considerata l’insufficiente produzione nazionale di latte. Ma se oggi il panorama è europeo e mondiale, sessant’anni fa la visione e le politiche erano diverse. Così come era diversa la situazione dei prezzi. Era il 1958 quando fu pubblicato il decreto ministeriale che sospendeva temporaneamente le importazioni di burro dall’estero. Un divieto all’importazione che – neanche a dirlo – veniva promulgato all’entrata in vigore dei Trattati di Roma (1 gennaio 1958) che istituivano il mercato unico della Comunità economica europea per la libera circolazione delle merci. Un dispositivo che

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prevedeva la riapertura degli scambi solo al raggiungimento di un “prezzo italiano alla produzione non inferiore a Lire 650 il kg prendendo a raffronto il prezzo nazionale unico giornaliero realizzato sulla piazza di Milano per il burro di affioramento degli altri casoni lombardi”. Un provvedimento accolto con favore dalla stampa agricola di allora, ma che Assolatte giudicò in maniera molto dura. Quanto emerge dai verbali del consiglio associativo che riporta il pensiero degli industriali, in alcuni suoi passaggi illustra bene come condivisione e visione razionale delle necessità di un settore, nella sua interezza, possano giovare più che interventi spot all’una o all’altra parte. Ad esempio si legge “che il provvedimento preparato e adottato all’insaputa

degli organi tecnici delle categorie interessate, altera profondamente l’equilibrio economico di uno dei più importanti settori dell’economia nazionale […] che la disponibilità di burri esteri costituisce un’inderogabile necessità diretta non soltanto a integrare deficienze quantitative della produzione nazionale, ma anche a consentirne il miglioramento qualitativo, sicché l’importazione non può essere considerata solo sotto l’aspetto concorrenziale delle produzioni interne […] che la determinazione adottata non colpisce soltanto il settore burriero, ma investe anche le basi economiche dei contratti di acquisto del latte già pattuiti con riferimento a prezzi di prodotti in libero mercato in quanto rende in modo non previsto e non prevedibile più onerose per gli acquirenti le condizioni dei contratti stessi così da infirmarne la validità […] che soprattutto sotto quest’ultimo riguardo l’intervento governativo altera artificiosamente i rapporti degli industriali lattierocaseari con i loro fornitori […] che il provvedimento, mentre può apparire ispirato al fine di migliorare i redditi agricoli, in realtà aggrava le differenze già esistenti tra i costi italiani del latte e dei suoi derivati ed i corrispondenti costi degli altri Paesi del mercato comune”.



OPINIONE

PIÙ QUALITÀ PER IL NOSTRO CIB0 L’INVITO DELL’UE AD ALZARE L’ASTICELLA La Commissione Juncker e la legislatura europea sono arrivate al giro di boa, passaggio sancito con un discorso sullo “Stato dell’Unione” da parte del presidente dell’esecutivo Ue, mai enfatizzato come quest’anno. Juncker è politico abile e di lungo corso e il suo speech è un capolavoro di bilanciamento di interessi e suscettibilità diversi. Questa sensibilità politica resterà il segno distintivo del suo quinquennio nel posto che fu di Jacques Delors. Una sensibilità che si è tradotta a volte in flessibilità auspicabile e auspicata, altre volte in elemento destabilizzante. Soprattutto per il mercato interno, come nel “lasciar fare” sulle etichette che ha fatto emergere tutta la fragilità dell’etichettatura unica europea. Nata nel 2011, già oggi un mantello di Arlecchino.

politica agricola comune. In questo caso, invece, il silenzio sul tema agricolo conferma qualcosa che sappiamo già: in questa legislatura nessuna riforma, neanche per aggiustare – come si era reso necessario fare nel 2003 e nel 2009 – quello che non sta funzionando. L’europarlamento vorrebbe fare di più, con il regolamento omnibus di cui sono relatore, ma vedremo. In compenso, Juncker ha menzionato il cibo (food) in tre occasioni. In primo luogo, per dire che fare accordi commerciali vuol dire anche esportare i nostri standard alimentari. Sbocchi su nuovi mercati sono essenziali, non solo in termini quantitativi, ma perché ci consentono – dovrebbero consentirci – di alzare l’asticella della qualità.

IN DIFESA DELLA TERRA L’ex primo ministro AGRICOLTURA DIMENTICATA? lussemburghese ha parlato A differenza degli anni passati, anche di “reciprocità” delle in cui c’erano dei riferimenti regole, soprattutto sugli investimenti stranieri in settori alla crisi dei prezzi del latte alla strategici. Credo che stalla o allo non si debba guardare scarso potere solo a energia e contrattuale infrastrutture, ma degli agricoltori Un nuovo anche alla proprietà nella filiera mercato non della terra agricola, alimentare, si conquista risorsa scarsa in quest’anno Europa, il continente Juncker solo con più antropizzato del non ha mai accordi mondo. Lo scorso pronunciato febbraio, il parlamento la parola commerciali francese ha adottato “agricoltura”, una legge per tentare né “politiche di arginare il fenomeno agricole”. delle grandi acquisizioni Può starci. Anni fa in plenaria a fondiarie di vigneti di pregio Strasburgo rinfacciai all’allora da parte di investitori stranieri, presidente della Commissione soprattutto cinesi. Il problema, Joao Barroso la stessa come segnalato anche da mancanza, ma in quel caso la Italia, Francia e Germania, “dimenticanza” era di gravità non è chiudersi, ma iniziare assoluta, visto che eravamo alla vigilia di una grande riforma della ad applicare le stesse regole

10 IL MONDO DEL LATTE

di Paolo De Castro, parlamentare europeo

di trasparenza, e non solo, che valgono per le nostre imprese anche a chi viene a investire nel mercato europeo, il più aperto del mondo. L’Europa deve difendere i suoi interessi strategici. Tra questi è importante annoverare quelli legati all’approvvigionamento alimentare, dalla proprietà fondiaria a tutte le altre parti della filiera. IL FOOD A DUE VELOCITÀ In un altro paragrafo del suo discorso, Juncker ha nominato l’accesso al cibo di qualità come questione di uguaglianza. In un passaggio sulla “doppia qualità” dei cibi, argomento di cui abbiamo trattato su queste pagine, Juncker ha definito inaccettabile che esistano “consumatori di seconda classe”. In questo caso, è interessante vedere come a una presa di posizione politica senza compromessi, che ha fatto sicuramente la gioia Ä


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OPINIONE Ä dei leader dei Paesi dell’est

Europa, corrisponda una certa prudenza sul piano tecnico. L’accusa della doppia qualità (secondo cui l’industria alimentare europea destinerebbe all’est cibi di qualità inferiore), ha una forte presa presso i cittadini dei Paesi dell’allargamento, ed è qualcosa che non si può ignorare dal punto di vista politico. La Commissione sta gestendo la questione da un lato tranquillizzando i cittadini e dall’altro impegnando risorse, anche finanziarie, per avere informazioni di qualità. Visto che gli studi di partenza su cui si basa la tesi lasciavano molto a desiderare, ha preparato delle linee guida per gli studi futuri per dimostrare se e in che proporzione il problema esiste davvero. Nessun cambio delle regole all’orizzonte, come chiesto frettolosamente dal commissario Vera Jourova (Repubblica Ceca). Il terzo e ultimo riferimento al cibo è stato un implicito invito ai

Paesi Ue a contribuire agli aiuti per lo sviluppo e a investire in Africa per fermare l’esodo dal continente. Secondo un rapporto del Programma alimentare mondiale (Pam), presa a parametro una popolazione di mille persone, a ogni punto percentuale di incremento dell’insicurezza alimentare in una

determinata area, corrisponde l’1,9% in più di persone costrette a migrare. Cifre da tenere a mente in vista del G7 agricoltura di Bergamo.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea


ATTUALITÀ_UE

A RISCHIO LE DOP?

A Bruxelles sono mesi molto caldi dal punto di vista delle trattative e non potrebbe essere diversamente, considerando gli ambiziosi progetti della Commissione circa il commercio internazionale. Tuttavia, le negoziazioni in oggetto – tra l’altro, quelle più complesse – non riguardano un eventuale accordo di libero scambio, ma un withdrawal agreement, il primo accordo di recesso nella storia dell’Unione, che vede seduti al tavolo i negoziatori di Bruxelles e quelli di Londra, impegnati a garantire l’uscita del Regno Unito dall’Ue nel modo meno traumatico possibile. La Brexit è un processo che interessa i diritti dei cittadini, l’economia e la finanza più sofisticate, i rapporti politici e strategici, ma in qualche modo anche il nostro settore, che improvvisamente vede diventare Terzo un Paese che fino a ieri era uno dei nostri principali partner commerciali. Attualmente il Regno Unito assorbe il 9% delle nostre esportazioni di formaggio; di questa quota il 25% sono Dop. Ed è proprio di Dop che si parla in un position paper che la Commissione ha inviato ai 27 Paesi membri, nel quadro dei negoziati con il Regno Unito. Nel documento sono stati elencati i principi generali che l’Ue ritiene fondamentali per il riconoscimento dei diritti di proprietà intellettuale nel Regno Unito – quindi anche quelli relativi alle indicazioni geografiche – e che saranno oggetto dei prossimi incontri con la controparte britannica. Per quel che riguarda le

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indicazioni geografiche, la Commissione chiede che nel territorio britannico, dopo l’entrata in vigore dell’accordo di recesso, la tutela delle Ig attualmente riconosciute sulla base del sistema europeo rimanga invariata. Per far sì che ciò accada, è necessario che il Regno Unito preveda una legislazione ex novo in materia, dato che finora l’ordinamento nazionale non prevede alcuna normativa sulla tutela delle indicazioni geografiche. L’attuazione di questo principio comporterebbe il riconoscimento automatico di un diritto di proprietà intellettuale, stabilito dall’ordinamento comunitario, in tutto il territorio britannico. La Commissione chiede altresì che il Regno Unito garantisca la priorità acquisita per il riconoscimento di un diritto di proprietà intellettuale sul suo territorio a chi, al momento dell’accordo di recesso, ne abbia fatto richiesta all’Ue senza che le procedure comunitarie abbiano finito il loro corso. Se questa posizione venisse accettata, sarebbe un grande successo per le nostre Dop, che manterrebbero il loro status quo in quel mercato, garantendo un introito importante – più di 87 milioni di euro – per i nostri esportatori. Detto ciò, bisognerà capire come verranno impostati i più ampi rapporti commerciali tra le due parti: una chiusura anche parziale delle barriere metterebbe a rischio l’intero export di formaggi verso quello che attualmente è il nostro terzo mercato di destinazione, con un valore di circa 220 milioni di euro.



ATTUALITÀ FIL/IDF

PRODOTTI LATTIERO-CASEARI

ESSENZIALI PER LA DIETA di Chiara Fabrizi L’industria lattiero-casearia svolge un ruolo fondamentale nell’alimentazione umana e deve reagire dinamicamente e con forza a livello mondiale nei confronti di coloro che sfidano l’integrità nutrizionale e ambientale. Questo il messaggio lanciato dal presidente della Federazione Internazionale del Latte Judith Bryans, in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione lattierocasearia cinese tenutasi a Hohhot, in Mongolia. “La crescente domanda internazionale di prodotti lattiero-caseari offre molteplici opportunità che devono essere afferrate – ha detto Bryans –. Il latte è una delle derrate alimentari più prodotte e preziose scambiate a livello globale. Giorno dopo giorno, i prodotti lattieri forniscono nutrizione e valore, arricchendo la vita delle persone”. Il presidente Fil ha ricordato che: “Quando le Nazioni Unite impostarono i propri obiettivi di sviluppo sostenibile

16 IL MONDO DEL LATTE

come un richiamo universale all’azione, era chiaro che latte e latticini dovessero essere parte della soluzione in termini di aiuto nel raggiungimento di una serie di obiettivi relativi all’alimentazione, alla salute delle persone, a un pianeta sano, aiutando le persone ad allontanarsi dalla povertà e dalla fame e potenziando le donne che possono poi dar forza alle proprie famiglie. Quindi – ha proseguito Bryans – se facciamo parte della soluzione, dobbiamo avere le opportunità ed essere pronti e attrezzati per coglierle. Sappiamo che la popolazione mondiale sta crescendo e raggiungerà più di nove miliardi entro il 2050. Sappiamo che la demografia del mondo sta cambiando e che presto avremo più persone anziane al mondo che nuove nascite. Sappiamo che, mentre la gente prospera, il suo desiderio di consumare latticini sale”. Bryans ha però anche puntualizzato che: “Il settore lattiero ha un ruolo nel soddisfare questi bisogni,

se abbiamo i prodotti e gli ingredienti giusti e se le persone ne comprendono i vantaggi. Per essere adatti al futuro dobbiamo continuare a essere innovativi e assicurarci di avere i prodotti giusti disponibili, culturalmente accettabili, nutrienti, sicuri, sostenibili e accessibili e distribuiti in modo da essere adeguati alla vita dei nostri consumatori. Ciò varia da Paese a Paese e da continente a continente. E non dobbiamo mai dimenticare di dire ai consumatori perché siamo importanti per loro e il mondo. I prodotti lattiero-caseari sono da tempo riconosciuti come prodotti nutrizionalmente di alta qualità, ma il settore ora si trova attaccato da gruppi antimilk e da alternative vegetali. Anche sul fronte ambientale siamo messi in discussione. In quanto settore – ha concluso Bryans – sappiamo di avere un forte tema da porre all’attenzione dei responsabili politici sul perché gli Ä allevamenti da latte


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ATTUALITÀ FIL/IDF e i prodotti lattierocaseari dovrebbero essere parte integrante dell’alimentazione umana e aiutare a soddisfare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. È essenziale farlo in ogni occasione”.

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Calendario degli appuntamenti Fil/Idf 2017: Idf World Dairy Summit, 29 ottobre-3 novembre, Belfast, Uk 2018: Idf Symposium ‘The role of dairy in sustainable diets’, 1-2 febbraio, Siviglia, Spagna Idf/Iso Analytical week, 23-27 aprile, Dublino, Irlanda Idf World Dairy Summit, 9-19 ottobre, Daejeon, Corea del Sud 2019: Idf Mastitis Conference, 15-16 maggio, Copenaghen, Danimarca Idf/Iso Analytical week, Praga, Repubblica Ceca Idf World Dairy Summit, Istanbul, Turchia

NUTRIZIONE E SALUTE: STANDING COMMITTEE AL LAVORO SU MICRO-RNA E PROTEINE Nel complesso sistema di sintesi delle proteine, il primo e fondamentale passaggio è la trascrizione delle informazioni genetiche scritte nel Dna di ogni essere vivente. Fase durante la quale vengono prodotte le molecole di Rna messaggero (mRna) responsabili della trasmissione dell’informazione genica. Durante questa fase, non tutte le molecole di Rna prodotte hanno direttamente a che fare con l’espressione del codice genetico, ma ci sono anche Rna chiamati non coding Rna (Rna non codificante) nella cui famiglia rientrano i microRna: frammenti di una ventina di nucleotidi di grande importanza per il funzionamento delle nostre cellule in quanto in grado di

regolarne l’espressione genetica intervenendo nella trascrizione, ad esempio impedendo la traduzione dell’mRna in proteina, ma il cui ruolo e funzionamento sono oggetto di attenzione solo da qualche anno. I microRna, i prodotti lattieri e la salute dell’uomo rappresentano dunque temi su cui il comitato permanente Salute e nutrizione della Fil ha voluto concentrare l’attenzione impegnandosi in un documento di revisione delle attuali conoscenze. La revisione fornirà il quadro delle ultime e più aggiornate evidenze sul presunto ruolo dei microRna su salute e malattia e della probabilità di assorbimento di queste molecole dagli alimenti.


ATTUALITÀ news MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA

BOOM DI CONSUMATORI MUSULMANI, UNA SU QUATTRO È HALAL La Mozzarella di Bufala Campana Dop diventa halal e conquista i consumatori musulmani. Il Consorzio ha reso noto che nel 2016 il mercato per la mozzarella prodotta nel rispetto delle leggi islamiche e dunque “lecita” per i consumatori di fede islamica è cresciuto, con una produzione di oltre dieci tonnellate e mezzo di mozzarelle halal, cioè il 24% del totale prodotto: in pratica una mozzarella su quattro è destinata a consumatori musulmani. Aumenta anche il numero di caseifici certificati, che oggi rappresentano un quinto degli iscritti al consorzio di tutela in tutta l’area di produzione della Dop (Campania, basso Lazio, Capitanata in Puglia e Venafro in Molise). “Il successo – spiega una nota del consorzio – è frutto, da un lato, della conquista di nuovi mercati in Paesi asiatici di fede

islamica, come gli Emirati Arabi, e, dall’altro, di un gradimento crescente verso la mozzarella Dop da parte dei consumatori musulmani in tutta Europa, a cui viene offerto un prodotto ad hoc”. “Il trend in crescita della mozzarella di bufala halal conferma l’apprezzamento globale del nostro prodotto da parte di ogni tipo di consumatore – ha detto il presidente del consorzio di tutela Domenico Raimondo –. Secondo il report di Euromonitor, i consumatori di prodotti a marchio halal costituiscono un mercato di circa due miliardi di persone ed entro il 2030 peseranno il 26% dei consumi mondiali. Per alcuni Paesi islamici quello halal è un requisito doganale imprescindibile per l’entrata e la commercializzazione di alcuni

generi alimentari. Il comparto della mozzarella Dop ha raccolto questa sfida e la sta giocando da protagonista”. Le differenze tra mozzarella normale e halal non riguardano il prodotto ma il processo di produzione, che deve seguire alcuni vincoli dettati dalla religione islamica, come ad esempio l’uso di prodotti senza alcol per la pulizia degli impianti e l’impiego di caglio di origine animale certificato halal.

Opportunità d’investimento in Albania Impianto per la produzione lattiero–casearia/ succhi di frutta Il sito di produzione, che si trova nel centro dell’Albania, è stato avviato nel 2005 e poi modernizzato con numerosi investimenti tra il 2011 e il 2014 da un gruppo internazionale del settore lattiero-caseario. La produzione è stata fermata nel 2015 per una serie di motivi ma i macchinari sono pronti per la ripresa dell’attività. Dettagli: lotto terriero di oltre 8.000 m², linee produttive per il latte, cisterne isolate, omogenizzatore, pastorizzatore, sterilizzatore, linee di produzione e riempimento per latte UHT (e/o succhi) e prodotti fermentati (yogurt), capacità di riempimento di circa 35 milioni di litri, impianto di trattamento delle acque, edificio caldaia, magazzino di 2000 m² (ampliabile tramite scaffalatura), locali di produzione 1.045 m², edificio adibito a uffici 200 m², certificati di proprietà. Æ Condizioni vantaggiose / Acquisto con o senza attrezzatura. Per maggiori informazioni si prega di scrivere, solamente in inglese, all’indirizzo email ioalbanien@gmail.com



ATTUALITÀ news

UNA MOSTRA SUL BITTO IL 14 E 15 OTTOBRE A MORBEGNO In programma sabato 14 e domenica 15 ottobre nel piccolo borgo di Morbegno (So) in Valtellina, la mostra del Bitto organizzata dal Consorzio per la tutela dei formaggi Valtellina Casera e Bitto, quest’anno compie 110 anni e racconta un secolo di storia di questo grande formaggio italiano. Il Bitto non è solo una Dop ben nota agli amanti dei formaggi d’alpe, ricchi e saporiti, ma rappresenta la fatica e la

fortuna di questi luoghi da oltre un secolo, ed è il frutto di gesti che vanno celebrati anno dopo anno perché non se ne perda la memoria e perché possano continuare ad esistere nonostante i grandi cambiamenti che hanno stravolto un’economia. Per tutto il weekend ci saranno rievocazioni storiche, casette per lo street food che serviranno “sciatt e pizzoccheri” da passeggio, ideali da

assaporare durante una visita ai mercatini dei produttori o all’area eventi e spettacoli. Dai balconi fioriti delle case di Morbegno risuoneranno canti e note di violino, per incantare i visitatori. I ristoranti, come sempre, proporranno menù a tema, i bar e i locali organizzeranno le immancabili “Cheese hour”. Infine, chi preferisce lo stile green, potrà attraversare l’Adda e scoprire le fattorie didattiche e le attività country collocate al polo fieristico e ideate per i più piccoli.

FEDERALIMENTARE PAOLO MASCARINO NUOVO VICEPRESIDENTE Paolo Mascarino è il nuovo vicepresidente di Federalimentare, in sostituzione di Edo Milanesio, dimessosi dalla carica per ottemperare ad altri impegni nell’associazione. Dopo la laurea in ingegneria gestionale, Mascarino ha iniziato il suo percorso professionale in Procter&Gamble, dove dal 1987 al 1998, con responsabilità crescenti, è

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arrivato a ricoprire il ruolo di direttore marketing. Dal 1998 al 2009, per scelta personale, ha prestato servizio per la chiesa cattolica, con il ruolo di direttore responsabile per la comunicazione e per il sostegno economico a fianco del cardinale Camillo Ruini, quando questi ricopriva l’incarico di presidente della Conferenza episcopale italiana. Dal 2009 è entrato

in Ferrero Spa come amministratore delegato delle imprese sociali del gruppo. Nel 2013 ha assunto l’incarico di assistente personale e capo della segreteria imprenditoriale del cavalier Michele Ferrero. Infine, dal gennaio 2017 ricopre il ruolo di direttore delle relazioni istituzionali con delega al coordinamento mondiale.



ATTUALITÀ news

CAMPO DEI FIORI LANCIA LA MOZZARELLA A FETTE Campo dei Fiori ha introdotto sul mercato “Mozzarella a fette”, la prima mozzarella in fette confezionate una ad una. Disponibile nel banco frigo nel formato da 110 g, Mozzarella a fette è il pratico alleato in cucina per chi desidera rendere semplice e ultra veloce la preparazione di ogni piatto a base del più classico formaggio a pasta filata. “Questo nuovo prodotto rispecchia l’identità di Campo dei Fiori – ha detto il direttore commerciale di Campo dei Fiori Giorgio Monaco –. Da settant’anni la nostra azienda è sinonimo di prodotti genuini lavorati con la massima competenza produttiva e attenzione alle materie prime, che uniscono l’amore tradizionale per le cose buone a una spinta costante verso l’innovazione. Mozzarella a fette è pensata per lo chef, per lo sperimentatore dei fornelli, per chi vuole mangiare bene in tutte le occasioni ma ha poco tempo: i passaggi per preparare i piatti si semplificano e i tempi in cucina si riducono, senza però dover rinunciare a qualità e gusto”. Ogni confezione include quattro fette di mozzarella preservate singolarmente in una

sottile pellicola. Mozzarella a fette si propone quindi come l’ingrediente perfetto per preparare in modo semplice e veloce sandwich, toast, panini e insalate ed è ideale anche per realizzare con praticità i piatti più elaborati, grazie al suo sapore e alla sua consistenza. Mozzarella a fette unisce gusto e versatilità e nasce dalla continua attenzione all’innovazione di Campo dei Fiori e dalla sua esperienza nell’uso delle più avanzate tecnologie alimentari per la lavorazione dei formaggi.


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L’ONNIVORO. L’UOMO CHE HA MANGIATO TUTTO Considerato dalla stampa mondiale uno dei libri sul cibo più belli mai scritti, “L’onnivoro” (Edt edizioni 2017, 424 pp.) è una collezione dei reportage di Jeffrey Steingarten, storico critico gastronomico di Vogue Usa. Non c’è disputa a cui si sottragga, pietanza che non osi assaggiare, regime alimentare che non si periti di scandagliare, in un volume che è in parte racconto di viaggio, in parte ricettario e in parte ricerca medico-scientifica. Steingarten ha provato tutto sulla propria pelle: ciò che mangiamo e ciò che non mangeremmo mai; le materie prime più basilari come l’acqua o il pane e quelle più stravaganti; le cucine esotiche, antiche, altissime e quelle che affondano le proprie radici nella tradizione. E lo racconta con passione e humor, solida documentazione e precisione.

È LA MEDICINA, BELLEZZA! Il broccolo miracoloso, le bistecche cancerogene. Si parla anche di questo nel libro “È la medicina, bellezza! Perché è difficile parlare di salute” (Carocci editore 2017, 200 pp.) scritto a quattro mani dalle giornaliste scientifiche Silvia Bencivelli e Daniela Ovadia e pubblicato nella collana “Sfere”. Il libro è un viaggio attraverso alcuni casi da manuale di cattiva informazione scientifica o vere e proprie bufale, che continuano a imperversare indisturbate nella rete e spesso, purtroppo, anche sui giornali. Tra le tante storie raccontate, dal disastro di Seveso al caso Stamina, non potevano mancare anche quelle sull’alimentazione, un argomento così in voga nel nostro Paese da invadere addirittura i talk show politici. All’appello non poteva mancare l’affaire carni rosse. Infatti, dopo che lo Iarc ha annunciato di averle classificate tra i probabili cancerogeni e gli insaccati tra i sicuri cancerogeni, in rete e sui giornali impazzavano gli articoli sulla “carne cancerogena”. Ma in quale misura mangiare un panino con il salame o una tagliata di manzo causa il cancro? 26 IL MONDO DEL LATTE

Con l’arrivo dei giganti dell’e-commerce, come Amazon, ebay e Alibaba, le aziende tradizionali del retail affrontano la sfida lanciata dalla digital transformation, integrando vecchi modelli di business con strategie omnichannel e online. Un approccio sposato in pieno nel nuovo libro di Alessandro Sisti: “Digital Transformation War: Retailer tradizionali vs giganti dell’e-commerce” (Edizioni Franco Angeli 2017, 214 pp.). Sebbene l’e-commerce rappresenti oggi solo il 7% delle vendite del commercio al dettaglio globale (e solo il 5% in Italia), le aziende tradizionali del retail subiscono l’aggressione dei giganti digitali in più settori: dall’editoria ai giocattoli per l’infanzia, dai media all’elettronica di consumo, dall’abbigliamento e scarpe, all’arredamento. Il rischio di chiusura degli store fisici è in agguato e aumenta con il crescere delle quote di vendita che passano per l’online.

NUOVI PERCORSI D’ACQUISTO E IL RUOLO DELL’INFORMAZIONE Ricco di infografiche e approfondimenti, il volume VI de “i Quaderni di GS1 Italy”(scaricabile dal sito web https://gs1it. org/) presenta, sintetizza e intreccia i risultati di tre ricerche condotte in Italia per fare il punto su due temi centrali per il mondo delle aziende di largo consumo: i nuovi processi mentali e i percorsi comportamentali di acquisto degli italiani, nonché il ruolo dell’informazione nel processo d’acquisto di prodotti alimentari e non alimentari. Nuovi percorsi d’acquisto Fare la spesa per gli italiani e il ruolo dell’informazione è sempre più un percorso di esplorazione gratificante, perciò informare bene è la nuova mission delle aziende alimentari, perché saranno sempre di più le informazioni a fare la differenza. iQ

VI

VI.

pb / 1

i Quaderni

Matteo Zanibon e Edmondo Lucchi - GfK

GS1 ITALY

ADM



PROTAGONISTI

LATTERIA PLAC

I MAESTRI DEL PROVOLONE La cooperativa, creata nel 1933, produce tutte le varianti di uno dei formaggi italiani più conosciuti nel mondo di Gianluca Pierangelini

La Latteria Plac (Produttori Latte Associati di Cremona) nasce nel 1933 grazie all’intuizione di 19 allevatori che decisero di unire le proprie forze per affrontare con maggiore determinazione il mercato e ampliare i propri orizzonti. Venne quindi fatta una scelta cooperativistica che nel corso degli anni ha favorito la crescita dell’azienda e dei soci allevatori. Innovazione, distintività, qualità ed espansione sono i principi che muovono le scelte aziendali di Plac, che aspira a distinguersi sempre di più in Italia e nel mondo, nel rispetto della migliore tradizione casearia italiana. Oggi Plac è una cooperativa di 92 soci conferenti che

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fatta più di ottant’anni fa allevano più di 16mila capi si vedono dai numeri. La e conferiscono circa 150 milioni di litri di latte l’anno. fornitura di latte ha vissuto Gli allevamenti sono seguiti un’incredibile espansione negli ultimi dieci anni: dal 2006 le giornalmente per garantire consegne sono aumentate la migliore qualità del latte e del 67%, passando dai 90 ai la costanza delle consegne. I rigorosi 150 milioni di litri. controlli che Questo ovviamente ha portato anche dei sistematicamente benefici economici vengono effettuati L'azienda è all’azienda, che ha sono provati dalle cresciuta visto aumentare certificazioni molto ottenute il fatturato con dall’azienda, che variazioni ancora più negli ultimi consistenti. riguardano non dieci anni Il 2016 si è solo la filiera di chiuso con un giro produzione, ma d'affari di oltre 86 anche le innovative strutture e l’organizzazione milioni di euro e la crescita è commerciale. anche una conseguenza del I benefici della scelta coraggiosa grande aumento delle vendite


CONOSCIAMOLO MEGLIO

LUCIANO NEGRI Quali sono i suoi hobby? Musica (anche suonare) e pittura. Un posto in cui vorrebbe tornare? Sidney. Lo sport preferito? Pallavolo. Sul suo comodino ci sono...? Un libro: la biografia di Nick Drake. Cucina tradizionale o innovativa? Tradizionale, ma di tutte le culture. Il piatto preferito? Pappardelle al sugo di lepre. Il formaggio più buono? Comté Dop. Nel suo frigo non manca mai? Del latte intero. Il film che ha amato di più? "2001 Odissea nello spazio". E il libro? "Il rosso e il nero" di Stendhal.

all’estero, che l’anno scorso hanno fatto registrare un valore di circa sette milioni di euro. L’azienda è uno dei principali produttori nazionali di Grana Padano e Provolone, due

eccellenze casearie ben conosciute e apprezzate nei mercati internazionali. Nelle tre sedi produttive di Cremona, Persico Dosimo (Cr) e Viadana (Mn) si producono e

si confezionano Grana Padano e tutte le diverse tipologie della grande famiglia del Provolone. Una vasta gamma di prodotti che intende soddisfare le esigenze più disparate del consumatore, pur mantenendo saldi i principi legati all’alta qualità e alla tradizione. Proprio nell’ottica di fornire sempre più servizio ai propri consumatori, negli ultimi anni Plac ha potenziato l’attività di preconfezionamento, tanto che nel 2016 ha porzionato e grattugiato l’equivalente di circa 45mila forme di Grana Padano. Il rinnovamento e l’innovazione sono fattori essenziali nella strategia aziendale. In questo senso un chiaro esempio è quello del Sigillo Rosso, un Provolone stagionato oltre dieci mesi, che, grazie alle sue particolari caratteristiche organolettiche, sta crescendo moltissimo sui mercati: negli ultimi cinque anni ha addirittura quadruplicato le vendite. L’idea del Sigillo Rosso è partita dall’esigenza di offrire un prodotto nuovo, distinguibile, capace di intercettare la crescente ricerca del gusto e la voglia di cambiamento da parte dei consumatori. Di questo e di altro abbiamo parlato con il direttore generale di Latteria Plac Luciano Negri. Con una produzione pari a circa 210mila forme annue siete il quarto produttore nazionale di Grana Padano e il terzo di Provolone. Questi traguardi sono una conseguenza della qualità dei vostri prodotti, ma anche di scelte commerciali accurate che hanno portato nel tempo ad offrire produzioni selezionate attraverso un vasto numero di referenze. Quali sono i vostri obiettivi per il futuro? Consolidare la crescita utilizzando le leve che già conosciamo bene: strenua difesa della qualità organolettica del Grana Padano e del Provolone combinata con innovazione e servizio. Questi

IL MONDO DEL LATTE 29


PROTAGONISTI ultimi aspetti sono fondamentali per rendere la nostra proposta distintiva rispetto ai tanti competitor e quindi permettere all’azienda di crescere attraverso la conquista di nuovi consumatori e di nuovi mercati, in Italia e all’estero. Per crescere ed essere più competitivi non si può prescindere Oggi dai mercati internazionali l'expo e voi avete vale u intercettato quarto egregiamente questa esigenza, fattura stando a quanto dicono i dati sulla crescita del 75% del totale esportato, fatturato relativo all'export. ma lo sforzo maggiore andrà Quali sono le principali sempre di più verso quel destinazioni dei vostri 25% che rappresenta il futuro prodotti e quali credete dell’azienda. possano essere i prossimi Esportare è difficile. mercati da conquistare? Quali sono le principali Ritengo che per crescere problematiche che in modo costante si debba riscontrate vendendo avere quello che io chiamo all’estero? lo “strabismo strategico”, Sappiamo che lo scoglio ovvero mantenere l’attenzione principale è il prezzo di e l’impegno sui mercati vendita: l’elevata qualità consolidati e, al tempo stesso, del latte impiegato, la seguire e coltivare i mercati manualità delle produzioni nuovi, quelli che tra dieci anni tradizionali, la resa ridotta, uniti saranno la spina dorsale del all’impegno finanziario e alle fatturato aziendale. Al momento cure prestate nel corso della le vendite all’estero si sono lunga stagionatura, alzano concentrate sulle piazze inevitabilmente il valore finale europee, dove fatturiamo il dei nostri formaggi. Questo si

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scontra inevitabilmente con prodotti simili, che, realizzati in altri contesti e solitamente con caratteristiche differenti, tentano di imitare le nostre produzioni facendo leva sostanzialmente sulla convenienza. Un’altra difficoltà è quella di comunicare le modalità di utilizzo al consumatore finale. In questi anni si è fatto molto con gli chef e gli esperti del settore, ma il grande pubblico è ancora tutto da conquistare, per cui molto resta da fare soprattutto nell’intento di far comprendere appieno la differenza tra i prodotti originali e le imitazioni. Insieme alla ricerca di nuovi mercati, tra i vostri principali obiettivi ci sono l’innovazione e la ricerca. Quali sono i maggiori successi che vi hanno aiutato a ottenere certificazioni importanti in questo campo? Innovare rispettando la tradizione non è cosa facile. Ci sono tanti vincoli sia tecnologici che culturali da superare e, talvolta, da aggirare. In questo senso il fenomeno Sigillo Rosso ha insegnato a noi e ai consumatori che ciò è possibile. Ovviamente la ricerca è continua e abbiamo in cantiere altre proposte che nel 2018 immetteremo sul mercato con la medesima cura e passione.



PROTAGONISTI GIOVANI

RODOLFO ZANETTI, il casaro che diventerà manager È uno tra i più giovani membri del gruppo Giovani di Assolatte e sta imparando il mestiere sotto l'ala dello zio Guido, occupandosi di produzione e vendita di Gianluca Pierangelini

Ha 26 anni e fa parte della struttura dell’azienda di famiglia già da qualche anno, dove sta maturando esperienza e acquisendo sempre più operatività. Zanetti, oltre a essere una famiglia numerosa, è anche una delle realtà industriali più importanti del settore lattierocaseario italiano, ben radicata nel tessuto commerciale nazionale e particolarmente votata all’export, soprattutto in considerazione dei prodotti di punta dell’azienda, cioè due tra le più conosciute eccellenze italiane: Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Rodolfo si occupa di produzione, in particolar modo cura le attività dei caseifici di Marmirolo e San Gervasio, ma anche di quelli in cui l’azienda produce in conto lavorazione il Parmigiano Reggiano. È giovane, ma ha acquisito una buona esperienza nell’ambito della produzione grazie alla direzione dello zio Guido, al quale è stato affiancato fin dal primo giorno in azienda, e che l’ha seguito nella formazione sul campo. Inoltre, Rodolfo ha frequentato un corso da tecnico per le lavorazioni casearie (casaro) presso l’Ersasf. Le sue mansioni spaziano dagli acquisti di latte, caglio e lisozima, alle vendite dei sottoprodotti alle aziende agricole e agli

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allevamenti di maiali, fino al coordinamento del progetto Sostenibilità e responsabilità sociale dell’azienda: tematiche importantissime nello scenario industriale moderno. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui. Facendo fede a una regola interna della vostra famiglia, quindi dell’azienda, i componenti della nuova generazione degli Zanetti sono “affidati” a uno zio e mai al proprio genitore. Pensi che questo abbia facilitato la tua integrazione in azienda? Oltre agli aspetti pratici, cosa ti sta trasmettendo tuo zio Guido in ottica futura? Assolutamente sì, credo che questo abbia aiutato a

integrarmi meglio in azienda. Avere uno zio come “capo” ti lascia un minimo di distanza nei rapporti personali che probabilmente col proprio padre non si avrebbe. Ormai sono quasi due anni che Guido porta pazienza portandomi in giro per allevamenti e caseifici cercando di insegnarmi un po’ di tutto sul nostro mestiere. In questi 24 mesi ho vissuto due campagne acquisti latte diverse: una in cui i prezzi erano andati ai minimi e l'altra in cui c'è stata una netta ripresa del mercato. Noi Zanetti abbiamo sempre cercato di dare la giusta retribuzione agli allevatori senza mai scendere sotto determinati prezzi. La seconda cosa su cui zio Guido ha sempre insistito,


CONOSCIAMOL0 MEGLIO

RODOLFO ZANETTI Qual è la tua ricetta della felicità? Sorridi alla vita. La tua virtù principale? Onestà. Il tuo difetto? Qualche volta sono troppo testardo. Quello che ti piace negli altri? La sincerità. Quello che non tolleri? L'invidia. Razionale o istintivo? Dipende dalle situazioni. Una persona che ammiri? Mio nonno Antonio. Tre parole per descrivere il tuo carattere? Scherzoso, generoso, curioso. Il tuo motto? La bóca l'è mia straca se la sènt mia de aca (La bocca non è sazia se non sa di vacca). Quali sono i tuoi hobby? Giocare a calcio e sciare. Il tuo sport preferito? Il calcio. Sul tuo comodino ci sono? Libri. Che musica ti piace? Un po' tutti i generi. Il film che hai amato di più? "Leoni". E il libro? "Educazione siberiana" di Nicolai Lilin. Nel tuo frigo cosa non manca mai! Formaggi, latte e limoni. Cucina tradizionale o innovativa? Tradizionale. Il formaggio più buono? Il Grana. Un posto in cui vorresti tornare: Sudafrica. Il prossimo viaggio: grande città o borgo medievale? Borgo medievale.

e continua ancora adesso a insistere, è quella di “pagare la qualità”: questo stimola l'agricoltore a migliorarsi sempre e, inoltre, rende sensibile chi non ha ancora preso in considerazione questo parametro come vantaggio competitivo. La qualità, oltre a giovare al bestiame, offre anche un ritorno economico e una maggiore sicurezza in trasformazione. Tra le altre cose, ti occupi di produzione e di acquisti di latte, come valuti l’attuale mercato interno? Vedi dei cambiamenti all’orizzonte? Adesso il mercato del latte sta attraversando un momento positivo, nel quale sia la materia prima che i suoi sottoprodotti (panna e siero) stanno trovando la giusta remunerazione. Sono pochi anni che lavoro e per ora ho vissuto due situazioni completamente diverse, perciò sbilanciarmi a fare delle previsioni sul futuro mi sembra azzardato. Sicuramente tornerà sul mercato una quota di latte dal Nord Europa, del quale si è sentita la mancanza negli ultimi mesi del 2016 e nei primi del 2017. Raccontaci dell’azienda agricola e dell’allevamento della Zanetti. Che valore aggiunto danno all'impresa nel suo complesso? La nostra famiglia, oltre a produrre e commercializzare formaggi, è proprietaria di un’azienda agricola che coltiva principalmente mais, frumento, orzo e soia e di un allevamento di maiali a ciclo chiuso, da sempre connesso al nostro caseificio, che consente il reimpiego del siero, anche se quest’ultimo da qualche anno ha trovato un suo canale di vendita specifico e dedicato. Dopo anni in cui il mercato dei maiali non è stato redditizio, dal 2017 sembra ci sia stata un’inversione di tendenza e, finalmente, ci stiamo togliendo delle soddisfazioni sia a livello

IL MONDO DEL LATTE 33


PROTAGONISTI produttivo che economico (speriamo possa continuare questo trend positivo). Poter diversificare il mio lavoro, partecipando alle attività di un'azienda agricola e anche di un allevamento fino a quelle di una azienda di trasformazione, mi permette di comprendere il mondo agricolo nel suo insieme, vestendo i panni di chi vende e anche di chi compra. Stai seguendo di persona anche il progetto aziendale sulla sostenibilità. A tal proposito non possiamo non chiederti che idee hai sul progetto sostenibilità dei Giovani di Assolatte: cosa pensi si possa fare di interessante? Quando ho saputo del progetto Sostenibilità dei Gia sono stato davvero entusiasta. Siamo molto sensibili a questa tematica e con alcuni collaboratori stiamo analizzando l’intera filiera della nostra produzione: dalla gestione in stalla dei

conferenti, al trasporto, alla produzione, fino al riutilizzo degli scarti e sottoprodotti di lavorazione. Un’attenzione particolare viene dedicata alla gestione consapevole e al risparmio delle risorse: dall’inizio dell’anno il Gruppo Zanetti utilizza energia elettrica derivante al 100% da fonti rinnovabili certificate e da sempre i nostri consumi d’acqua sono inferiori a quelli di caseifici campione, grazie a strategie di ottimizzazione personalizzate. Anche le emissioni di carbonio in atmosfera sono oggi per noi oggetto di preoccupazione e studio. Come Gia penso sia interessante condividere con

i propri colleghi le esperienze maturate nelle nostre aziende per migliorarle e renderle sempre più sostenibili. Questa può essere anche una risposta agli attacchi mediatici che il nostro settore subisce e che continuamente, ma consapevolmente, dobbiamo affrontare.



ECONOMIA

INDUSTRIA ALIMENTARE, LA CONGIUNTURA A METÀ 2017 Nei primi sei mesi di quest'anno, molti segni più tra i principali indicatori economici, con il settore alimentare in buona salute: cresce la produzione, vola l'export di Gigi Pelliccia

I dati di giugno hanno illuminato con alcuni raggi di luce la congiuntura alimentare del Paese. Il primo: la produzione, che nel confronto con giugno 2016 ha fatto registrare un incremento del 2,5 per cento. Da tempo

36 IL MONDO DEL LATTE

non si vedeva una spinta mensile così marcata. Ne esce un aumento semestrale dell'1,4%, con una netta accelerazione rispetto al +1,1% segnato sia su gennaiomaggio che nel consuntivo dello scorso anno. In questo

contesto, tuttavia, il lattierocaseario fatica ancora, con un semestrale del -0,4%, dopo il +0,9% del 2016. Il totale industria ha messo il turbo, tirato da automotive, farmaceutico ed energia. Nel confronto giugno 2017/16, ha


LE TENDENZE CONGIUNTURALI NEL PRIMO SEMESTRE 2017

+1,4% a parità di giornate lavorative (DOPO IL +1,1% DEL 2016) PRODUZIONE INDUSTRIA LATTIERO-CASEARIA = -0,4% a parità di giornate lavorative (DOPO IL +0,9% DEL 2016) PRODUZIONE INDUSTRIALE TOTALE = +2,2% a parità di giornate lavorative (DOPO IL +1,6% DEL 2016) PRODUZIONE INDUSTRIA ALIMENTARE =

+0,8% (DOPO IL -0,3% DEL 2016) VENDITE ALIMENTARI DESTAGIONALIZZATE IN VOLUME = -1,5% (DOPO IL -0,6% DEL 2016) VENDITE ALIMENTARI DESTAGIONALIZZATE IN VALORE =

PREZZI ALIMENTARI LAVORATI AL CONSUMO GIUGNO 2017/16 = INFLAZIONE GIUGNO 2017/16 =

+1,2% (DOPO IL -0,1% MEDIA 2016/15)

EXPORT INDUSTRIA ALIMENTARE = EXPORT TOTALE =

+0,5% (DOPO IL +0,0% MEDIA 2016/15)

+7,2% (DOPO IL +3,6% DEL 2016)

+8,0% (DOPO IL +1,2% DEL 2016)

FONTE: ELABORAZIONE FEDERALIMENTARE SU DATI ISTAT

registrato un'accelerazione d'altri tempi (+5,3%), mentre nel confronto semestrale ha segnato un +2,2%, dopo il +1,7% di gennaio-maggio e il +1,6% del consuntivo 2016.

hanno raggiunto nel mese un +1,5% in valore e un +1,3% in volume. Nel confronto semestrale, le vendite alimentari registrano così un +0,8% in valore, ma scontano ancora la pesante PRODUZIONE A VALORI PRE CRISI eredità del -1,5% in volume. A Fotografando i trend attuali, loro volta, le vendite totali in l’industria alimentare si riporta Italia hanno fatto registrare nel a ridosso del top di produzione semestre un +0,2% in valore e un -0,6% in volume. raggiunto nel 2007, con un I discount alimentari si solo punto di distacco. Si sono attestati su un +3,1% ricorda che aveva raggiunto un in valore, nel gap di 3,4 punti confronto con nel biennio più giugno 2016, e un debole (201314). Mentre il +2,7% nel confronto Per totale industria semestrale. E il settore questo sottolinea accorcia la la perdurante e distanza dal alimentare altissima attenzione picco 2007 bene export, al risparmio dei attorno ai 20 vendite consumatori punti (sempre un’enormità), italiani. e prezzi I prezzi alimentari dopo aver al consumo, grazie accusato una soprattutto al forbice massima fresco, crescono nel semestre di 24,3 punti nel 2014. di oltre il 2%: superano Le vendite di giugno portano un altro raggio di luce. Quelle quindi l'inflazione, che a giugno è stata dell +1,2 per cento. alimentari, nel confronto con Invece i prezzi dei prodotti lo stesso mese del 2016, trasformati si sono fermati hanno segnato un +1,7% in attorno al +0,5 per cento. valore e, finalmente, anche un Infine, i discount alimentari +0,7% in volume. In parallelo, continuano a distinguersi, le vendite totali del Paese

contenendo la dinamica dei prezzi a pochi decimali di punto. Con una performance del +10,9% nel confronto con giugno 2016 e un +7,2% nel paragone semestrale (secondo le anticipazioni Istat), l’export alimentare ha messo a segno l’ultima spinta interessante. Sono, fin qui, i tassi tendenziali migliori del 2017. OBIETTIVO: SPINGERE I VOLUMI Nel complesso, il passaggio congiunturale di metà 2017 dell’industria alimentare ne esce indiscutibilmente come il più tonico degli ultimi anni. Conclusione: se una rondine non fa primavera, tre rondini recano segnali più probanti. Rimane la zavorra delle vendite alimentari in volume accumulata dal mercato interno, sia sul lungo periodo (oltre 15 punti sul 2007, in gran parte irrecuperabili per le mutate abitudini alimentari) sia nel confronto semestrale 2017/16 (1,5 punti). Ma ci sono le premesse per rimettere in sesto anche quest’ultimo trend e riportarlo quantomeno attorno al pareggio con l’anno precedente, a consuntivo 2017.

IL MONDO DEL LATTE 37



ECONOMIA

ETICHETTE, IL NUOVO ORACOLO SUI CONSUMI Integrale, ricco di fibre, con sempre meno grassi, senza glutine e lattosio, biologico, preferibilmente del territorio, Dop per chi è più in là con l’età. Questo l’identikit dell’alimento ideale per gli italiani in base alle informazioni riportate nelle etichette dei prodotti più acquistati secondo l'Osservatorio Immagino di Samuele Ferrigato

Molte conferme e poche sorprese leggendo i dati riportati sul primo Osservatorio Immagino di Gs1 Italy e Nielsen, relativo alle preferenze di acquisto

alimentare degli italiani: i consumatori del Bel Paese preferiscono alimenti ricchi di fibre e integrali, sono sempre più attratti da cibi “free from” e “rich in”, hanno un debole

per i prodotti locali, mentre le denominazioni protette sono riconosciute soprattutto dagli over 55. Inoltre, gli shopper sono sempre più informati sul cibo che acquistano e

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ECONOMIA cercano informazioni su vari canali. L’analisi, permette agli stakeholder di avere risposte alle domande: “Come mangiano gli italiani?” e “Quali scelte fanno nel momento dell’atto d’acquisto?” fornendo un valido supporto per la scelta delle strategie aziendali. L’indagine è stata condotta sulle etichette degli 80mila prodotti digitalizzati dal servizio Immagino di Gs1 Italy (ingredienti, tabelle nutrizionali, loghi e certificazioni, claim e indicazioni di consumo). SEMPRE PIÙ FIBRE Lo studio rivela che i prodotti alimentari venduti nei supermercati fisici e online sono sempre più ricchi di fibre: nel 2016 il contenuto di queste benefiche sostanze è aumentato del 3,7% rispetto all’anno precedente. E sono cresciute le vendite sia di prodotti “integrali” che di prodotti definiti “ricchi di fibre”. Gli italiani sembrano,

dunque, essere consci dei sull’assortimento registrato tanti benefici salutistici da Immagino, è l’offerta apportati a determinare dalle fibre e l’aumento del dell’importanza 5,4% delle vendite Nel 2016 di aumentarne registrato tra il consumo. E 2015 e 2016, le vendite mostrano di grazie soprattutto di zucchero apprezzare i al lancio di nuove prodotti che le referenze e raffinato contengono, visto all’ampliamento sono calate che ne acquistano della distribuzione del 10% sempre di più. dei prodotti. Ma l’analisi dei Invece, la domanda trend realizzata si dimostra più debole, dall’Osservatorio probabilmente in virtù della Immagino ha identificato dialettica con i prodotti traiettorie diverse in questa integrali, i fuoriclasse del passione per le fibre. 2016, visto che il claim “ricco Il maggior tasso di crescita di fibre” risulta il più affine registrato del 2016 è quello agli alto acquirenti di prodotti dei prodotti “integrali”, le integrali. cui vendite sono aumentate L’Osservatorio Immagino del 22,8% rispetto al rileva che i prodotti integrali 2015. Qui la domanda dei sono più presenti nei carrelli consumatori contribuisce in della spesa delle fasce di modo significativo a trainare il consumatori più salutisti. mercato. In particolare, il 60% del Al contrario, nel mondo dei giro d’affari complessivo prodotti definiti in etichetta generato dai prodotti integrali come “ricchi di fibre”, è realizzato da quattro milioni che incidono per il 3%

I NUMERI DEL MONDO FREE FROM: LA SEGMENTAZIONE DELLE CARATTERISTICHE

Senza conservanti Pochi grassi Senza coloranti Pochi zuccheri Senza OGM Senza additivi Senza olio di palma Senza grassi idrogenati Senza zuccheri aggiunti Senza MSG Senza sale Poche calorie Grassi saturi Senza aspartame

% PRODOTTI

% VENDITE IN VALORE

TREND % VENDITE IN VALORE

8,5 5,1 4,3 2,5 1,9 1,9 1,7 1,7 1,0 0,9 0,8 0,6 0,6 0,1

12,7 8,8 5,4 2,3 1,6 1,6 5,7 2,2 0,6 0,9 0,7 1,0 2,6 0,1

-0,7 2,2 -4,4 2,1 -3,0 3,8 13,5 -1,8 10,5 -2,8 15,2 3,3 6,9 -0,5

PRESSIONE FASCE DI REDDITO PROMO 2016

40,1 36,8 35,9 24,8 25,4 31,3 35,9 41,1 26,7 34,5 29,9 36,0 36,7 14,0

Basso Medio Basso Alto Medio Medio Medio/Basso Basso Alto Medio Medio Alto Medio Alto

LIFESTAGE

New/Maturing Trasversale New/Maturing Trasversale Trasversale New Maturing/Established Con Figli Post/Older RA < 49 New Pre/Post Trasversale Post/Older

Tutte le quote si riferiscono al totale prodotti alimentari dell'Osservatorio Immagino (escluso acqua e alcolici) (36 mila prodotti)

40 IL MONDO DEL LATTE


una terra, una famiglia, una forma

Zarpellon Spa - Via S.G.B. De La Salle, 6 - 36060 Romano d’Ezzelino (VI) Tel. +39 0424 3993 - Fax +39 0424 399499 - info@zarpellon.it

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ECONOMIA I NUMERI DEL MONDO DELL'INTOLLERANZA:LA SEGMENTAZIONE DELLE CARATTERISTICHE % PRODOTTI

% VENDITE IN VALORE

TREND % VENDITE IN VALORE

SENZA GLUTINE (CLAIM)

12,1

12,4

-0,2

34,8

Medio

New/Maturing

SENZA GLUTINE (LOGO)

2,4

1,8

5,7

28,8

Medio

New/Maturing

SENZA LATTOSIO

1,9

2,7

13,8

33,9

Medio

Pre/Post

PRESSIONE FASCE DI REDDITO PROMO 2016

LIFESTAGE

Tutte le quote si riferiscono al totale prodotti alimentari dell'Osservatorio Immagino (escluso acqua e alcolici) (36 mila prodotti)

GUIDA AI LIFESTAGE new family: famiglie con figli sotto i 7 anni e senza figli di 7-17 anni; maturing family: famiglie con figli tra 0-17 anni, non tutti sotto i 6 anni o sopra i 10 anni. pre family: single sotto i 35 anni e famiglie con almeno 2 membri, senza figli, con responsabile acquisto sotto i 35 anni post family: single di 35 anni-54 anni e famiglie con responsabile acquisto di 35-54 anni e nessun figlio sotto i 18 anni estabilished family: famiglie con figli solo di 11-17 anni; older couple: famiglie con responsabile acquisto di età superiore a 55 anni e nessun figlio sotto i 18 anni; older single: single di età superiore a 55 anni

di famiglie, le stesse che sono sensibili ad altri claim salutistici, come “ricco di fibre”, “ricco di vitamine” ma anche “biologico” e “veg”. Invece, gli alimenti ricchi di fibre hanno un pubblico più trasversale, che accomuna varie fasce della popolazione ed è solo leggermente influenzato dal reddito. L’ALIMENTO “PERFETTO” Analizzate le etichette nutrizionali presenti su oltre 31mila prodotti alimentari di largo consumo (tra confezionati, freschi, surgelati e bevande) l’Osservatorio ha registrato i cambiamenti avvenuti tra 2015 e 2016 e ha creato una sorta di alimento ideale che riassume la media dei valori di carboidrati, zuccheri, proteine, grassi, grassi saturi e fibre presenti nel cibo consumato ogni giorno. Un approccio inedito, che è riuscito a misurare come si stiano modificando gli apporti calorici del prodotto alimentare medio acquistato dagli italiani e a svelare

42 IL MONDO DEL LATTE

come stiano cambiando le caratteristiche nutrizionali dei prodotti venduti nel mass market e che finiscono sulle nostre tavole. Il “metaprodotto” che ne è venuto fuori è un alimento a basso valore energetico (184,8 cal ogni 100 g), ricco soprattutto di carboidrati (21 g), con una buona presenza di grassi (8,6 g), poche proteine (6,1 g) e pochissime fibre (1,9 g). Solo due anni fa questa “ricetta” sarebbe stata diversa: rispetto al 2015, l’Osservatorio rileva una diminuzione dei grassi totali (-1,1%) e un aumento del tenore di fibre (+3,7%), proteine (+2,1%) e carboidrati (+0,9%). Il tutto con una sostanziale stabilità energetica, visto che le calorie restano le stesse (+0,3%). A essere penalizzato nelle vendite del 2016 è stato soprattutto lo zucchero raffinato, che ha ceduto il 10% delle vendite rispetto al 2015. In crescita, invece, lo zucchero di canna (+15%), percepito dai consumatori come meno raffinato e più

naturale. E, in quanto tale, sempre più utilizzato anche come ingrediente alimentare in cibi dal posizionamento salutistico, come attesta la crescita del 12% dei prodotti che ne evidenziano il contenuto in etichetta. Dunque, se zucchero deve essere, che sia più “naturale”, ma che sia comunque poco o perlomeno, minore rispetto al passato. LA BEVANDA “IDEALE” L’indagine ha elaborato anche le informazioni fornite dalle tabelle nutrizionali inserite sulle etichette di 1.900 bevande. L’apporto nutritivo medio che ne è risultato è caratterizzato dal basso apporto energetico e dalla predominanza degli zuccheri. La meta-bevanda acquistata dagli italiani è l’alimento che, con le sue 38 cal per 100 ml, ha la minor incidenza sull’apporto nutrizionale complessivo. Gli zuccheri ne rappresentano la voce principale (9,2%) e sono stati ridotti sì dello 0,2% nel corso del 2016, ma in misura minore rispetto al -1,8% complessivo del food & beverage.



ECONOMIA I NUMERI DEL MONDO DELL'ITALIANITÀ: LA SEGMENTAZIONE DELLE CARATTERISTICHE % PRODOTTI % VENDITE IN VALORE

Bandiera italiana Prodotto in Italia Doc 100% italiano Dop Docg Igp

FASCE D'ETÀ

14,6

14,1

3,1

39,5

Medio

Trasversale

12,2

9,2

0,3

38,6

Alto

Giovani/over 50

2,2

1,1

3,3

44,6

Medio

Over 50

1,9

3,1

1,2

36,9

Alto

Over 50

1,1

1,3

2,1

36,0

Alto

Over 50

0,9

0,6

9,5

46,4

Alto

Over 65

0,9

0,9

8,1

44,6

Alto

Over 65

IL RICHIAMO DEL TERRITORIO Un'altra evidenza che emerge dallo studio di Gs1 è che il territorio d’origine o di provenienza conquista le etichette e i packaging dei prodotti alimentari italiani, che sempre più spesso precisano ed evidenziano la regione in cui nascono. Dall’Osservatorio Immagino emerge che sono ben 2.082 i prodotti alimentari venduti in super e ipermercati sulle cui etichette compare il riferimento a una di queste sette regioni italiane: Piemonte, Lombardia, Trentino, Toscana, Campania, Puglia e Sicilia. Complessivamente, questi prodotti – dai taralli pugliesi ai cantuccini toscani, dallo yogurt altoatesino ai formaggi veneti – generano un giro d’affari di 818 milioni di euro, con trend di vendita positivi, con la sola eccezione della Lombardia. L’attenzione alla regionalità è un fenomeno evidente e pervasivo, che intreccia molti atteggiamenti dei consumatori di oggi. È correlata alla scoperta dei “giacimenti gastronomici”, che ha portato alla ricerca di prodotti tradizionali e locali, con una forte identità e reputazione, e capaci di esprimere il genius loci delle zone geografiche di cui sono espressione. L’enfatizzazione della provenienza geografica

44 IL MONDO DEL LATTE

TREND % PRESSIONE % FASCE DI VENDITE PROMO 2016 REDDITO IN VALORE

di un alimento liquori, ortofrutta rappresenta anche e miele a Due italiani un forte argomento denominazione su tre di rassicurazione e d’origine? fa leva sulla qualità, Dalla correlazione dichiarano sulla sicurezza e tra i dati di vendita di scegliere sulle caratteristiche e la tipologia di latte made organolettiche che acquirenti emerge caratterizzano le che l’appeal di in Italy produzioni locali nel questi prodotti vissuto degli italiani. sui consumatori La regione più dell’area 1 presente sulle (ossia Piemonte, etichette è il Trentino Alto Adige, Lombardia, Liguria e Valle citata su ben 577 prodotti, dallo d’Aosta) è maggiore di almeno speck al succo di mele, dal latte quattro punti percentuali allo yogurt, che rappresentano rispetto al peso complessivo un giro d’affari di 256 milioni di quest’area geografica sul totale dell’Osservatorio. di euro e che hanno visto Inoltre, il legame dei aumentare le vendite del 2,6% consumatori cresce in modo tra 2015 e 2016. proporzionale all’avanzare Il trend più vivace si registra dell’età e del reddito. Difatti, per le regioni meridionali, in gli alimenti Dop finiscono nei particolare Puglia, Campania carrelli della spesa soprattutto e Sicilia, che evidentemente degli over 50enni e tra coloro stanno recuperando terreno che hanno un reddito sopra la e stanno accrescendo la media o alto. propensione a valorizzare Circa due Italiani su tre anche in etichetta l’origine dichiarano di scegliere prodotti territoriale delle loro produzioni italiani per frutta, verdura, agroalimentari. carne, pesce, latte (+7 punti rispetto alla media europea). DOP PER GLI OVER 50 BENESTANTI Il vissuto dei consumatori Doc, Dop, Docg e Igp italiani in rapporto all’origine rappresentano il 5% dei prodotti presenti nel “paniere” dei marchi dei prodotti acquistati è associato ai valori Immagino e circa il 4% delle di affidabilità (46% contro 44% vendite complessive del media Ue) e di vicinanza al mondo food. Ma qual è il consumatore (50% contro 47% profilo tipo dell’acquirente media Ue). di salumi e formaggi, vini e


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La nostra è una storia che inizia oltre cent'anni fa e arriva ad oggi quale emblema di un'eccellenza tutta italiana, capace, da quattro generazioni, di costruire la propria leadership nella produzione, stagionatura ed esportazione del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano.

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ECONOMIA

PANNA, IL MARCHIO È LA CHIAVE DEL SUCCESSO Il mercato interno è stabile mentre cresce l’export. Brand awareness e servizio sono considerati le leve di marketing più efficaci di Samuele Ferrigato

Il 2016 è stato un anno senza sussulti per il mercato italiano della panna di origine animale. I consumi sono rimasti stabili, con un marcato calo delle importazioni, ampiamente compensato dall’incremento della produzione. Per il 2017 si prevede un leggero calo degli acquisti. A dirlo è un report dell’agenzia Cerved, nel quale si legge anche qualche consiglio per le imprese produttrici interessate a puntare con profitto su questo segmento. MERCATO STABILE Entrando nel merito dei dati, si è assistito a una lieve crescita dei volumi di vendita della panna pastorizzata (+0,2%), con prezzi in crescita, dato che i consumi a valore sono saliti dello 0,9 per cento. In leggera flessione la domanda di panna Uht, influenzata dalla diminuzione delle campagne pubblicitarie del marchio Parmalat: lo scorso anno i consumi sono calati dello

IL MONDO DEL LATTE 47


ECONOMIA Per quanto riguarda la panna pastorizzata, il prossimo anno vedrà una produzione quasi identica al 2017 (+0,2%) e prezzi invariati.

I DATI CHIAVE DI SETTORE

90 600 51

Numero imprese rilevanti

Numero addetti Numero imprese trattate (B) Concentrazione settore (%) ∙ Top 4 imprese ∙ Top 8 imprese Valore della produzione (Mln. euro) Export/Produzione (%) Import/Mercato interno (%)

CONSIGLI PER LE IMPRESE Nella loro indagine, gli analisti dell’agenzia milanese hanno anche indicato quali sono, 56,1 (C) 42,1 (D) secondo loro, (C) (D) i fattori che 68,8 58,2 possono aiutare 191,5 (C) 150,2 (D) le imprese 19,8 (C) del settore a incrementare 17,7 (C) l’incremento della produzione il proprio business. Per B - La maggior parte delle aziende a specializzazione lattiera produce anche di panna Uht nel 2016 il segmento panna e (più marginalmente) burro, pertanto le imprese possono essere anche della panna in tutte le aree Uht, i fattori determinanti per C - Panna Uht il successo di un’azienda D - Panna pastorizzata sono la distribuzione, intesa come presenza nel punto FONTE: analisi Cerved-Databank su fonti varie vendita, il marchio e la specializzazione produttiva. La dall’incremento dei prezzi 0,2% in volume e dello 0,8% notevole possibilità di variare della materia prima e dalla a valore rispetto al 2015. In qualitativamente il prodotto e conseguente concorrenza del netta ripresa la produzione la funzione prevalentemente prodotto vegetale, che si trova (+4,3%) dopo il calo del 2015 edonistica dello stesso a scaffale a quotazioni più (-1,1%), grazie al sensibile lasciano spazio a possibilità basse. ridimensionamento delle di sviluppo, impostando una L’analisi di Cerved propone importazioni (-8% a volume) politica di differenziazione del anche un future sul 2018, e dell’impennata dell’export: marchio e segmentazione del nel quale è indicata una +17,6 per cento. mercato. produzione di panna Uht in Per quanto riguarda l’anno Per il segmento della panna crescita dello 0,7% sul 2017, in corso, secondo Cerved i pastorizzata, invece, Cerved le importazioni dovrebbero consumi di panna di origine suggerisce agli imprenditori aumentare della stessa animale dovrebbero calare di di prevedere strategie diverse percentuale, mentre l’export circa un punto percentuale a seconda dei mercati di crescerà del 5,1 per cento. rispetto al 2016, penalizzati destinazione del prodotto.

4,3%

PANNA UHT: DIMENSIONE E ANDAMENTO DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA, IN VOLUME, DAL 2014 AL 2018 – (000 TONNELLATE) PREVISIONE

Produzione Import Export Saldo commerciale Mercato interno Export/Produzione (%) Import/Mercato (%)

VAR.%

VAR.%

VAR.%

2014

2015

2016

2017

2018

18/17

17/16

16/15

15/14

57,26 13,49

56,61 15,19

59,07 13,98

57,80 13,40

58,20 13,50

0,7 0,7

-2,1 -4,1

4,3 -8,0

-1,1 12,60

7,25 -6,24 63,50 12,70 21,20

7,65 -7,54 64,15 13,50 23,70

9,00 -4,98 64,05 15,20 21,80

7,80 -5,60 63,40 13,50 21,10

8,20 -5,30 63,50 14,10 21,30

5,1

-13,30

17,60

5,50

0,2

-1,0

-0,2

1,0

FONTE: analisi Cerved-Databank su fonti varie

48 IL MONDO DEL LATTE

VAR.%


PANNA PASTORIZZATA: DIMENSIONE E ANDAMENTO DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA, IN VOLUME E VALORE, DAL 2014 AL 2018 PREVISIONE

Produzione e Mercato (000 t.) Produzione e Mercato (mln. euro) Export e Import

VAR.%

VAR.%

VAR.%

VAR.%

2014

2015

2016

2017

2018

18/17

17/16

16/15

15/14

58,80 151,1

58,90 148,8

59,00 150,2

58,70 152,5

58,80 152,5

0,2 0,0

-0,5 1,5

0,2 0,9

0,2 -1,6

N.S.

N.S.

N.S.

N.S.

N.S.

FONTE: analisi Cerved-Databank su fonti varie

Il canale extraretail risulta particolarmente attento a fattori quali il servizio (inteso come capillarità distributiva, prodotti a elevato contenuto di servizio e condizioni di pagamento personalizzate), il prezzo e la costanza qualitativa. La domanda familiare, si legge nel report di Cerved, risulta particolarmente attenta all’immagine di marca dell’azienda produttrice. I margini aziendali e, quindi,

l’interesse per il segmento panna in un’ottica di medio periodo, sono fortemente influenzati dalla struttura produttiva dell’azienda: risulterebbero favoriti i produttori di latte Uht, che ottengono la panna come sottoprodotto della scrematura del latte, mentre i produttori di latte fresco, che vendono prevalentemente latte intero, possono sfruttare minori sinergie nel reperimento della materia prima.



MERCATI

NUOVA ZELANDA, ACCORDO BOOMERANG? L’Ue sta negoziando con Wellington la liberalizzazione dei mercati, ma il Paese australe è un colosso del lattiero-caseario e gli svantaggi potrebbero essere superiori ai benefici di Filippo Bordieri L’export lattiero-caseario comunitario sta vivendo un periodo molto importante. Negli ultimi dieci anni si sono registrati incrementi significativi e i nostri prodotti sono sempre più apprezzati nei mercati mondiali grazie alle capacità imprenditoriali degli operatori e alla qualità dei prodotti. Parte dei meriti va anche alla politica “aggressiva” della Commissione europea, che, dopo la sconfitta incassata in occasione dell’Uruguay round in ambito Wto, cerca di ampliare gli orizzonti del mercato europeo negoziando accordi bilaterali con Stati Terzi – più o meno importanti dal punto di vista commerciale – al fine di assicurare una maggiore liberalizzazione degli scambi e una tutela delle produzioni

continentali. Sulla base di questa strategia, dopo Corea del Sud, Giappone, Cina, Canada, Singapore, Vietnam, Islanda e Messico, la Commissione intende avviare i negoziati per raggiungere un accordo anche con la Nuova Zelanda, un vero e proprio colosso della produzione lattiera e dell’export di prodotti lattierocaseari a livello mondiale. A differenza degli accordi citati in precedenza, però, quello con Wellington rischia di danneggiare il mercato lattiero-caseario europeo, tanto dal punto di vista della competitività, quanto da quello della stabilità. L’obiettivo, infatti, è sempre lo stesso: garantire la liberalizzazione degli scambi, assicurando un accesso al mercato semplificato

e abbattendo le barriere non commerciali. Obiettivi non sempre condivisibili, soprattutto quando ci si confronta con realtà come quella neozelandese. In questo caso si parla di uno Stato che ha più vacche che abitanti, con una media di 419 capi a mandria, contro i 36 europei. Negli ultimi cinque anni ha incrementato la produzione del 22%, a fronte del nostro +7%, ed è uno dei principali player mondiali per l’export lattierocaseario: l’88% della produzione nazionale è destinata ai mercati esteri, soprattutto orientali, quelli in più forte crescita. L’accordo sembrerebbe quindi un’arma a doppio taglio: da una parte aggiungerebbe un altro tassello alla strategia commerciale europea che ha l’obiettivo di integrare l’Unione

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GLI ESPORTATORI

AMBROSI

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Produzione, stagionatura e confezionamento Dop Italiane. Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Provolone, Pecorino Romano, Taleggio, Asiago, Paste filate, Mascarpone, Ricotta.

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Strada Roma, 1/A 43044 Collecchio (PR) Tel. 0521/333911 Fax 0521/333900 info.export@ambrosi.it www.bertozzi.com

AGRIFORM Via dei Ponticelli,1 25014 Castenedolo (BS) Tel. 030/2134811 Fax 030/2733121 info.export@ambrosi.it www.ambrosi.it

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Provolone piccante, dolce, giovane, affumicato e stravecchio. Pecorino Romano, Gorgonzola, caciotte, pecorini freschi e stagionati, ricotte, Grana Padano, Parmigiano Reggiano,Taleggio.

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Via Rezzola, 21 37066 Sommacampagna (VR) Tel. 045/8971800 Fax 045/ 515974 export@agriform.it www.agriform.it

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MERCATI

04069061

040620

04064050

04069075

04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -04069075 - 04069079 -04069076 -04069087

11.141 2.188 5.269 1.732 2.866 986 730 939 1.133 734 237 218 162 195 28.530 23 59 27 31 235 534 206 66 225 43 29.979 98 355 30.432 187 30.619

10.041 3.858 3.238 1.431 1.963 1.414 568 216 219 480 158 245 129 140 24.100 16 20 9 427 242 1.435 472 268 306 238 27.533 314 605 28.452 141 28.593

3.490 6.734 2.824 1.484 1.030 942 1.132 671 120 1.035 106 800 115 221 20.704 33 29 15 14 160 449 271 86 188 76 22.025 42 191 22.258 74 22.332

4.379 4.342 2.019 850 874 490 573 158 67 213 32 168 35 78 14.278 13 8 3 9 55 85 183 43 127 44 14.848 55 181 15.084 96 15.180

1.857 2.261 390 448 293 185 414 293 97 170 8 44 19 11 6.490 5 4 4 11 10 225 87 35 24 43 6.938 15 103 7.056 23 7.079

70 75 14 17 21 42 6 4 7 2 2 31

476 279 224 124 132 70 69 53 41 69 3 5 7 11 1.563 2 2 2 62 175 26 48 4 152 13 2.049 3 24 2.076 24 2.100

4 295 3

5 4 23 1 7 4 342 2 2 346 5 351

040630

1.627 725 488 158 174 193 227 101 13 77 9 72 2 9 3.875 2 8 1 6 42 42 29 3 35 6 4.049 41 61 4.151 5 4.156

344 567 279 56 160 39 278 43 11 54 5 38 31 9 1.914 4 30 1 2 12 39 40 5 8 6 2.061 7 7 2.075 15 2.090

369 329 139 96 21 302 44 25 2 29 6 20 5 4 1.391 9 25 7 48 16 10 23 1 32 6 1.568 55 68 1.691 7 1.698

61 18 54 95 174 4 79

403 1.488 338 549 200 113 296 125 83 92 6 286 3 45 4.027 17 50 12 10 163 224 197 36 112 29 4.877 47 142 5.066 19 5.085

54 22 3

564

1 105 1 22 39 57 4 793 3 10 806 4 810

TOTALI

04069099

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

04069063

FORMAGGI FUSI

0406901 04069069 04069021 9019-905 04069039 9082-9084 0406908 04069081 9093 04069086 0406401 04069013 4090 04069015 04069017

PROVOLONE

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI DURI

ALTRI FORMAGGI

04061050 -04061080

PAESI

FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA 1TOTALE UE A 28

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

0406 1030

PECORINO

CODICE DOGANALE

RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

MOZZARELLA

(IN TONS)

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (gennaio-maggio 2017)

04069073 04069001

201 321 120 854 123 10 73 35 4 7 6 36 1 5 1.796 3 1 1 1 15 10 14

1 10 24 85 76

196 1

1 1

6 5 1.852 1 16 1.869 3 1.872

199 625 824 824

34.459 23.186 15.396 7.904 8.055 4.790 4.574 2.739 1.797 3.016 600 1.966 509 732 109.723 131 236 82 622 1.235 3.085 1.615 588 1.279 517 119.113 683 2.390 122.186 603 122.789

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52 IL MONDO DEL LATTE

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Abbiamo sempre fatto tutto in famiglia...

E da settant'anni portiamo bontĂ sulle tavole degli italiani.


MERCATI

040620

04064050

33.169 30.619 2.330 20 200 43 308 4 304 62 6 9 47 1.619 751 76

24.671 22.332 2.003 77 259 179 6.825 1.624 5.201 450 114 161 175 2.100 770 101 79 50 56 1.044 730 700 30 14

16.096 15.180 758 4 154 8 119 41 78 7 1

28 21 743 167 130 37

30.278 28.593 1.487 53 145 53 758 40 718 168 4 1 163 3.550 1.442 1.067 11 97 86 847 211 188 23

7.549 7.079 445 13 12 10 192 20 172 14 9 1 4 241 146 2 1 1 1 90 68 68

35.368 4.749 166.252 24.823

35.018 6.425 128.071 32.455

34.969 12.637 345.424 122.503

16.822 1.642 138.680 12.415

PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue

6 520 260 78 2 56 14 110 71 70 1 1

PECORINO 04069063

04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017

2.173 2.090 75 3 5 9 5.762 182 5.580 40 29 6 5 275 227

5.347 5.087 142 77 41 146 446 49 397 44 22

2

4 2 42 50 46 4 1

22 720 161 153 41 36 15 314 107 99 8 2

8.076 997 48.523 6.845

8.310 6.220 53.565 35.479

6.812 1.725 45.220 11.025

FORMAGGI FUSI

04069061

PROVOLONE

04061050 04061080

ALTRI FORMAGGI

GRATTUGIATI

CODICE DOGANALE

GORGONZOLA

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

04061030

MOZZARELLA

RICOTTA E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

ALTRI FORMAGGI DURI

ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (gennaio-maggio 2017)

04069099

04069073

040630

2.614 1.698 613 13 290 16 407 6 401 62 24 2 36 511 73 21

1.931 1.872 57 1 1 5 179 36 143 29 14 1 14 38 4 1

879 810 62

41 43 333 83 82 1

3 3 27 194 188 6

1 1 53 0

3.693 1.995 21.845 12.648

2.376 504 13.849 3.266

1.086 276 3.760 962

7 146 5 2 3 0

56 1

GLI ESPORTATORI

BERNERI CIRESA FORMAGGI Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it

GELMINI CARLO

SPA

Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it

54 IL MONDO DEL LATTE

Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella. 24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it

MARIO COSTA SPA F.LLI PINNA AZIENDA

SRL Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it

CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL

CASEARIA SPA Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax. 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it

Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com


1.155 1.117 33 4 1 11 13 1 12 0

29 24

5 0

1.208 91 7.583 743

1.110 1.099 5 5 1 1 35 6 29 0

421 340 79 2 14 57 11 46 2

30

2 5

8 7 1 14 3 2 1 1.179 80 8.436 565

TOTALI

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

FONTINA FONTAL

04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069019 04069050 04069082 04069084

860 832 27 1

1.977 1.938 31 7 1 1 843 10 833 0

15 0 0

1

304 291 2

53 11 4

1

1

4

3 19 15 4 4

10 4 2 2

34 25 12 13

522 182 3.760 1.531

1.183 351 6.144 1.949

TRENTIN

ASIAGO CACIOCAVALLO MONTASIO RAGUSANO

ITALICO TALEGGIO

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI

CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI

ALTRI FORMAGGI ERBORINATI

064010 04069088 04069087 04069023 04069025 064090 04069093 04069027 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085

2.899 961 20.390 5.226

807 766 39

500 351 144

2 3 151 6 145 1

5 189 16 173 1

1 0 34 29

1 8 3

220 163 55 1 1 3 113 1 112 1

825 824 1 2 1 1 4

1 7

4 22 16

1 2 5 14 14

1.010 244 6.742 1.691

1

4 5 4 1 1

776 425 5.035 2.643

350 187 2.626 1.318

5 77 77

6 0

132.582 122.790 8.385 279 1.128 620 16.404 2.056 14.348 885 223 183 479 10.122 4.208 1.515 135 332 243 3.689 1.828 1.697 131 26

853 162.510 39.720 29 2.025 1.027.930 231 278.318

nel commercio internazionale, dall’altra metterebbe a dura prova la competitività delle nostre aziende. L’ingresso di prodotti a basso costo in grandi quantità abbasserebbe il livello del nostro mercato e ne minerebbe la stabilità, creando non pochi problemi alle aziende europee che, dal canto loro, difficilmente riuscirebbero a essere competitive nel mercato neozelandese. C’è da dire che la Commissione, nel chiedere al Consiglio l’autorizzazione ad avviare le trattative con la Nuova Zelanda, ha specificato che i negoziati dovranno prevedere eccezioni per i prodotti più sensibili (tra i quali ovviamente quelli lattierocaseari), attraverso la previsione di contingenti tariffari, lunghi periodi transitori o accordi specifici. Una precisazione che non scioglie i dubbi sugli effetti benefici che questo accordo potrebbe avere per il nostro settore. Verrebbero riconosciute e tutelate le nostre Dop, ma quanti prodotti ad alto valore aggiunto riusciremmo ad esportare in un mercato di 4,6 milioni di abitanti, con abitudini culinarie diverse dalle nostre e poco abituati a spendere per l’acquisto di formaggi?

SPA

Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta Via Genova 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it

ZANETTI

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Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola. Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it IL MONDO DEL LATTE 55


MERCATI

LATTE, CRESCE LA PRODUZIONE IN EUROPA La produzione di latte è in netta ripresa in tutta Europa. Anche se i dati relativi al primo semestre parlano di una minore disponibilità complessiva rispetto allo stesso periodo del 2016 (-0,6%), maggio e giugno hanno chiuso con il segno più. Il nuovo trend è confermato dalle rilevazioni sui singoli Paesi. Praticamente ovunque, nelle ultime settimane le consegne sono state superiori a quelle tendenziali: sia dove il primo semestre ha chiuso con variazioni positive sia dove la produzione della prima parte dell’anno è inferiore ai livelli 2016. Osservando i dati dei singoli mesi, si vede bene come i colossi del latte europeo abbiano cominciato a spingere sull’acceleratore. La Germania è passata da -2,5% di maggio a -0,4%

di giugno, la Francia da -2,7% a -1,3%, l’Olanda da -0,6% a -0,4%, la Gran Bretagna da -0,5% a +2,1 per cento. E dove la produzione non ha conosciuto momenti di stasi si è assistito a un vero e proprio boom. In Italia, ad esempio, a fronte del +2,8% del primo semestre, giugno si è chiuso con un aumento delle consegne del 4,8 per cento. Per non parlare dell’Irlanda o della Polonia che viaggiano su valori vicini al +7 per cento. Difficile immaginare che questa tendenza cambi nei prossimi mesi: per aumentare la produzione servono investimenti e tempo per organizzare le mandrie e programmare i parti. Solo un radicale cambiamento del mercato potrebbe far tornare gli allevatori sui propri passi.

PRODUZIONE DI LATTE NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI ( UE -2,8%

FRANCIA

-2,8%

-2,0% -1,3%

OLANDA

-O,5%

GERMANIA

GENNAIO-GIUGNO)

+1,6%

-O,6%

DANIMARCA

GIUGNO E

-O,4% -O,4%

-3,2%

+O,4% +O,3% +1,4%

SPAGNA REPUBBLICA CECA

-1,8%

REGNO UNITO

+2,1%

-0,9%

SVEZIA

+2,2%

-1,0%

AUSTRIA

+3,6%

+0,1%

BELGIO

+3,7%

+0,2%

IRLANDA

+6,1%+6,6%

ITALIA

+4,6%

+2,8%

POLONIA

ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI

BURRO

5

CHEDDAR

10

15

10

25

30

35

40

45

50

settimane

700 650 600 550 500 450 400 350 300 250 200

25

30

35

40

45

50

settimane

€/100 kg

Anche durante la calda e lunga estate italiana il prezzo del burro ha continuato a crescere. Stop deciso alle quotazioni dei formaggi e, in particolare, del Cheddar. In continuo calo il valore del siero.

SIERO IN POLVERE 110

380 360 340 320 300 280 260 240 220 200

100

€/100 kg

90 80 70 60

5

10

15

56 IL MONDO DEL LATTE

10

25

30

35

40

45

50

settimane

€/100 kg

+6,9%

+4,1%

50 40 5

10

15

10



MERCATI

BORSA PREZZI

ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)

BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA DI 12-15 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA DI 9 MESI E OLTRE GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI E OLTRE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE-PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)

VAR.

2017 AGOSTO MEDIA

2016 AGOSTO MEDIA

VAR.

2,12 2,97 3,12 1,92 7,32 6,30 5,12 9,92 9,17 8,19 4,90 5,90 4,70 3,90 4,75 4,97 5,28

132,02% 100,01% 93,59% 146,88% 6,97% 7,46% 8,40% 14,72% 15,05% 16,85% 7,14% 5,93% 7,45% 8,97% 7,37% 7,24% 6,44%

5,08 6,35 6,48 4,88 7,83 6,77 5,55 11,38 10,55 9,57 5,25 6,25 5,05 4,25 5,10 5,33 5,62

2,59 3,44 3,59 2,39 7,38 6,35 5,17 10,02 9,28 8,30 4,90 5,90 4,70 3,90 4,75 4,97 5,28

96,14% 84,59% 80,50% 104,18% 6,10% 6,61% 7,35% 13,57% 13,69% 15,30% 7,14% 5,93% 7,45% 8,97% 7,37% 7,24% 6,44%

432,00

333,00

29,73%

439,00

350,00

25,43%

12,00 11,35 10,70 9,95

10,40 9,75 9,20 8,60

15,38% 16,41% 16,30% 15,70%

12,00 11,35 10,70 9,95

10,45 9,85 9,30 8,625

14,83% 15,23% 15,05% 15,36%

2017 LUGLIO MEDIA

2016 LUGLIO MEDIA

4,94 5,97 6,04 4,74 7,83 6,77 5,55 11,38 10,55 9,57 5,25 6,25 5,05 4,25 5,10 5,33 5,62



MERCATI

DOP, PRODUZIONE IN CRESCITA Anche se fare previsioni è sempre più difficile, perché ci sono troppe variabili in gioco, e anche se è sempre meglio essere prudenti, analizzando i dati mensili tendenziali dei formaggi Dop italiani e proiettandoli a fine anno, è probabile che anche il 2017 chiuderà con una produzione leggermente superiore a quella dell’anno scorso. Infatti, se da un lato le rilevazioni sul Grana Padano confermano il rallentamento registrato negli ultimi mesi (-0,8% come media dei primi otto mesi e -4,5% ad agosto), dall’altro è evidente che la produzione di Parmigiano Reggiano si posiziona su livelli certamente superiori a quelli del passato (+4,7% nei primi otto mesi dell’anno). A meno di un vero e proprio tracollo della produzione in area lombardo-veneta, quindi, il numero di forme Dop prodotte in più nel comprensorio del Reggiano sarà di gran lunga superiore a quelle perse dal Padano. Le previsioni sono confermate anche da quanto sta succedendo nel segmento del Gorgonzola, che viaggia con un tasso medio di crescita del 3,2%, che compensa abbondantemente le riduzioni registrate dall’Asiago. Da segnalare poi la forte crescita nella produzione di Mozzarella di Bufala Campana,

che, con ogni probabilità, chiuderà l’anno con un incremento produttivo del 6-7% rispetto al 2017. Il Pecorino Romano, invece, ha chiuso l’ultima campagna in forte calo, riportandosi sui livelli registrati prima del boom del 2015/2016. In calo anche le produzioni di Montasio e Quartirolo Lombardo, che incidono meno, però, sui volumi totali. È evidente, quindi, che le imprese italiane stanno investendo molto nel segmento dei formaggi Dop, che la maggior disponibilità di latte italiano va ad alimentare almeno in parte, e che i mercati – sia quelli nazionali che quelli esteri – mostrano crescente interesse per queste specialità. Infatti, i dati sull’export relativi ai primi sei mesi dell’anno confermano tassi di crescita interessanti. Grana Padano e Parmigiano Reggiano in forme o pezzi crescono in media dell’1,3% e con percentuali a due cifre se esportati già grattugiati. Il Pecorino Romano è in forte crescita (+27%) dopo un 2016 chiuso in riduzione: una vera iniezione di fiducia per un mercato che esce da mesi difficili e ora vede la luce.

Merita un discorso a parte il Gorgonzola, che, nel primo semestre, ha mostrato segnali di leggera flessione nell’export, una contrazione che arriva però dopo anni di crescita davvero impetuosa: infatti, dal 2010 al 2016 le esportazioni del re degli erborinati sono cresciute in media del 6,5% all’anno. In calo anche gli ordini dall’estero di Asiago e Montasio (-14%), probabilmente a causa della minore produzione registrata dalla fine del 2016 e, quindi, della minore disponibilità di prodotto da destinare ai mercati esteri. Mentre non si hanno numeri certi per l’export della Mozzarella di Bufala Campana, che tutti sappiamo in crescita, pur mancando dati Istat.

ANDAMENTO PRODUTTIVO DEI FORMAGGI DOP NEL PERIODO GENNAIO-AGOSTO 2017 (VARIAZIONI %) TALEGGIO

+2,3

QUARTIROLO LOMBARDO PECORINO ROMANO

-7,2 -21,1 +4,7

PARMIGIANO REGGIANO

+7,4

MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA -0,8

GRANA PADANO GORGONZOLA ASIAGO

60 IL MONDO DEL LATTE

+3,2 -3,7



INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Dalter Alimentari:

eccellenti miscele dalle performance ottimali

Sono nove le miscele di formaggi grattugiati frutto del lavoro tra le unità Ricerca & Sviluppo e Assicurazione Qualità. Caratterizzati da un elevato contenuto di servizio e pensati per soddisfare i più moderni trend di consumo, i blend sono ideali come ingredienti per preparazioni che spaziano dalle paste ripiene ai sughi, dalle salse ai prodotti ricettati a base di carne. Nata nel 1978, Dalter Alimentari è oggi azienda leader nel settore del confezionamento dei formaggi grattugiati e porzionati freschi. I canali di vendita principali sono rappresentati dal food service e dall’industria alimentare, che insieme incidono per oltre il 60% del fatturato. Per questi clienti, Dalter Alimentari non è semplicemente un fornitore: è un partner di valore e un alleato prezioso, sia per la cultura quarantennale maturata nel settore caseario sia per la

62 IL MONDO DEL LATTE

capacità di studiare soluzioni innovative a elevato contenuto di servizio, con un grado di personalizzazione del prodotto che non ha eguali. Proprio pensando alle industrie alimentari e agli operatori food service, che utilizzano il formaggio come ingrediente principale nelle loro preparazioni (dalle paste ripiene a sughi, dalle salse ai condimenti, passando per prodotti ricettati a base di carne), di recente Dalter Alimentari ha arricchito il proprio portfolio prodotti con una nuova gamma di blend: si tratta di nove miscele di formaggi grattugiati, che nascono dalla fusione di qualità, passione ed esperienza. Queste miscele, che si differenziano per gusto, proprietà di condimento e resa in uso, possono trovare utilizzo nella preparazione di numerose ricette, accomunate dall’identità italiana, di cui Dalter Alimentari si propone come ambasciatrice nel mondo. I nuovi blend targati Dalter

Alimentari sono innanzitutto il frutto di un’accurata selezione delle materie prime: formaggi stagionati e semi-stagionati, tipici della tradizione casearia italiana. Fondamentale è stato il ruolo del reparto Ricerca & Sviluppo e dell’ufficio Assicurazione Qualità: lavorando in sinergia, i due team hanno eseguito un’attenta analisi delle principali proprietà che caratterizzano ogni miscela e che sono fondamentali per orientare la scelta del cliente. Questi i parametri analizzati: doratura (è la colorazione in superficie che il blend conferisce al prodotto), gratinatura (croccantezza in superficie), filatura (che è la tendenza a sciogliersi, pur mantenendo una struttura ben visibile) e capacità di condimento (definita come capacità del blend di trasferire il suo gusto e la sua sapidità alla ricetta). Il risultato è una gamma composta da nove miscele, ciascuna con particolari caratteristiche e specifiche performance durante l’utilizzo (si veda il grafico dedicato), ognuna ideale per esaltare il gusto e l’aroma delle diverse preparazioni. Nello sviluppo delle nuove miscele, sono stati fondamentali anche lo studio e l’analisi dei principali trend di mercato, che evidenziano l’emergere di nuove abitudini di consumo e di nuovi stili alimentari. Ad esempio, cinque blend sono indicati per chi segue una dieta vegeteriana: una tendenza in crescita, se si pensa che la percentuale di cittadini italiani che si definiscono vegetariani è arrivata a quota 7,1%, secondo il rapporto Eurispes 2016. In questo caso specifico,


le miscele sono ottenute utilizzando esclusivamente formaggi contenenti caglio di origine microbica. Per i clienti più sensibili all’appeal del made in

Il grafico mette in relazione i parametri analizzati per ciascun blend".

IL MOND

O DEL

L AT T E N. 10

OTTOBRE

2017-

LATTE NEL MONDO

-

MENSILE

ALIANO R IL FOOD IT

CONG

ERIA STORY LATT

LA CASE HI

PLAC

R LA PANNA

-AT/c/RM AUT MP

NFIE VELE PE

70%

ROMA

EXPORT A GO

italiani Dop, come Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Pecorino Romano. Inoltre, per preservare gli aspetti di naturalità e genuinità, cinque referenze della nuova gamma sono state realizzate utilizzando solo materie prime prive di conservanti. Grande è anche l’attenzione al tema delle intolleranze alimentari: secondo gli ultimi dati della Aic - Associazione Italiana Celiachia (maggio 2017), in Italia le persone affette da questa patologia sono circa 600mila, di cui appena 190mila diagnosticate. Tutti e nove i nuovi blend resi disponibili per il mercato da Dalter Alimentari sono adatti per essere utilizzati come ingrediente in preparazioni gluten free. Per info sulla gamma blend e, più in generale, su tutte le referenze di Dalter Alimentari destinate al foodservice e all’industria alimentare si può consultare il sito www.dalter.it.

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NORMATIVE

DA MEZZA EUROPA NO AL NUTRI-SCORE

Molti i Paesi che si sono espressi contro il sistema di etichettatura nutrizionale volontaria proposto dalla Francia. Puntuali le osservazioni presentate dall’Italia di Chiara Fabrizi L’attenzione ai temi di nutrizione e salute pubblica è ai massimi livelli. Molti gli argomenti che ruotano attorno ai corretti stili di vita e a una sana alimentazione: lotta all’obesità, riformulazione degli alimenti, informazione, profili nutrizionali e, ovviamente, etichettatura. Tutti punti presenti nelle agende degli incontri e delle riunioni di ogni titolo e grado. Uno degli aspetti sui quali operatori e autorità si stanno muovendo a più livelli è quello dell’informazione nutrizionale. Ne discutono le grandi aziende alimentari, con la proposta Nutrition Evolution Labeling presentata durante l’incontro della piattaforma europea “Diet, Physical Activity and Health” del febbraio scorso, così come le singole autorità nazionali. Dopo il caso eclatante del Regno Unito con i suoi “traffic lights”, a lanciarsi su una proposta di etichettatura nutrizionale volontaria, basata anch’essa su codici colore, è stata la Francia. Lo scorso marzo Parigi ha scelto il simbolo grafico Nutri-Score e, successivamente, ha notificato a Bruxelles il progetto di decreto con il quale sono fissate

le regole per l’utilizzo di tale forma di espressione, impiegabile volontariamente dagli operatori sulle confezioni dei prodotti alimentari venduti Oltralpe. La procedura di notifica prevede un periodo di tre mesi, dopo i quali, in mancanza di osservazioni o obiezioni da parte degli Stati membri e della Commissione europea, lo Stato richiedente può adottare le misure sottoposte al vaglio comunitario. La scadenza era fissata lo scorso 25 luglio, ma le osservazioni inviate contro la proposta francese sono state diverse e hanno determinato il posticipo dei termini a fine ottobre. LA POSIZIONE DELL’ITALIA Anche l’Italia ha detto la sua, ponendo l’accento su aspetti del sistema riguardanti la non compatibilità con le disposizioni del Regolamento Ue n. 1169/2011 e del Trattato di Funzionamento (Tfue) dell’Unione europea e la necessità di assicurare la massima armonizzazione delle informazioni sui prodotti alimentari a livello comunitario. Il Regolamento Consumer Information

prevede la possibilità di utilizzare altre forme di espressione o presentazione del valore energetico e delle quantità di sostanze nutritive rispetto alla tabella nutrizionale, già richiesta obbligatoriamente dalla norma. Di contro, il progetto francese si presenta come una forma diversa di espressione che condensa informazioni sui valori energetici e sostanze nutritive, incluse le facoltative (fibre, sali minerali e vitamine), in un giudizio sintetico degli alimenti in base all’analisi degli elementi negativi e di quelli positivi in esso contenuti. La forma di espressione “Nutri-Score”, quindi, è riferita all’alimento nel suo complesso e non a ciascun nutriente. In sintesi, il sistema orienterebbe il consumatore verso un consumo di alimenti ritenuti favorevoli alla salute, ma ne impedirebbe l’informazione sul contenuto specifico di energia e di nutrienti per una comparazione con gli altri alimenti. CONFUSIONE E NON CHIAREZZA La posizione italiana ha puntato l’accento anche sul fatto che il

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NORMATIVE sistema Nutri-Score, tramite l’uso dei colori, se anche può avere un immediato effetto di indirizzo verso alimenti salutistici, non aiuta a comprendere il contributo (in termini di nutrienti) che l’alimento apporta alla dieta, in palese contrasto con il principio secondo cui ogni cibo ha un suo posto nella dieta e inducendo i consumatori ad acquistare prevalentemente alimenti con la “luce verde” senza valutare l’equilibrio della propria alimentazione. Inoltre, gli studi presentati confermerebbero che il sistema è compreso dal consumatore unicamente come segnalazione di prodotti a rischio salutistico o meno: mancano dati che giustifichino scientificamente e in modo obiettivo la scelta delle soglie impiegate per la valutazione e il sistema risulta discriminatorio verso i prodotti Dop, Isp e Stg, legati a specifici disciplinari. Oltre a ciò, il sistema, sebbene presentato come forma di informazione la cui adozione è lasciata alla libera scelta degli operatori, in quanto raccomandato dal governo francese, costituirebbe in realtà regola tecnica de facto, che, proprio perché non più volontaria, dovrebbe essere soggetta alla notifica ai sensi dell’articolo 34 del Tfue per una valutazione in termini di impatto sul mercato comune. Secondo la nota trasmessa dall’Italia, però, il sistema non sarebbe conforme neanche a tali disposizioni del Tfue, poiché sarebbero evidenti gli effetti discriminatori e l’influenza sulla libera circolazione delle merci che derivano dall’impatto sulle aziende, soprattutto sulle Pmi, dei costi addizionali generati dalla ridefinizione delle etichette, nonché della catena distributiva e della pubblicità. Inoltre, la versione del decreto francese datata luglio 2016 (ma non notificata), prevederebbe che il produttore o distributore che intenda avvalersi dell’uso del Nutri-Score debba applicare quest’ultimo a tutti i prodotti recanti il proprio marchio, con evidente impatto per le imprese italiane fornitrici di prodotti venduti con il marchio della distribuzione francese, nonché delle imprese che vendono a proprio marchio su un

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mercato dove la quasi totalità della consumatore invece che supportarlo distribuzione, si presume, aderirà nelle scelte. alla raccomandazione. L’adozione del Infine, la nota italiana richiama il fatto sistema da parte del retailer è quindi che l’articolo 35 del Reg. Consumer di per sé sufficiente a far sì che il Information non legittima tout court modello di etichetta l’adozione di forme venga imposto alle di informazione imprese fornitrici. La nutrizionale Tra i vari produzione di costi supplementari aggiuntivi per gli volontarie, ma richiede rilievi quello operatori genererà che la Commissione sul mancato dunque restrizione europea adotti aiuto al alla libera circolazione atti di esecuzione delle merci. contenenti i requisiti consumatore La misura francese di legittimità che le nelle scelte non parrebbe trovare forme di espressione giustificazione o presentazione neanche in virtù delle supplementari deroghe previste dell’etichettatura dall’articolo 36 del Tfue, in particolare nutrizionale devono rispettare, cui quella relativa alla tutela della corrispondono altrettante “verifiche” salute. Se pure lo schema venisse che lo Stato membro deve compiere

ricondotto dalle autorità francesi all’esigenza di promuovere un’azione di contrasto all’obesità, il nesso tra tale grave problematica sociale e la misura adottata risulta ancora poco circostanziato.

sugli schemi concretamente applicati. La Francia, invece, non ha atteso tali atti, con il rischio che possa passare l’idea che ciascun Paese può liberamente individuare i propri schemi di etichettatura volontaria e il risultato di arrivare ad avere NO A “BUONI E CATTIVI” uno schema diverso per ciascuno Critiche dall’Italia anche al riferimento dei Paesi membri. Esattamente del sistema a un contenuto di 100 g il contrario di quello che di prodotto e non a porzioni medie. dovrebbe essere il fine ultimo del Con il risultato che l’identificazione Regolamento Consumer Information: rapida fornita risulta semplicista e l’armonizzazione delle informazioni ingannevole per il consumatore, che, sui prodotti alimentari nel mercato indotto dal codice a colori, valuta il dell’Unione. prodotto più che la dieta. Oltre all’Italia, a oggi Una comunicazione hanno sollevato rilievi così strutturata, rischia alla proposta francese Non dunque di marchiare Bulgaria, Estonia, esistono alcuni prodotti, fallendo Germania, Repubblica nell’obiettivo di facilitare Ceca, Polonia, cibi buoni e la comprensione del Portogallo, Spagna, cibi cattivi consumatore sul Ungheria e la stessa contributo e l’importanza Commissione europea. dell’alimento nell’ambito Bisognerà attendere della dieta e mettendo in secondo ancora qualche giorno per capire a piano le informazioni obbligatorie cosa andranno incontro le imprese fornite con l’etichetta nutrizionale. che esportano in Francia, sperando Una forma di espressione semplificata che l’esperienza dei traffic lights non che, alla fine, deresponsabilizza il si ripeta tale e quale.


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STOP ALLE ASTE AL DOPPIO RIBASSO Patto sottoscritto tra Mipaaf, Federdistribuzione e Ancd Conad per promuovere pratiche leali di Giulia Ponti Qualche settimana fa, il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Federdistribuzione e Ancd Conad, hanno firmato un patto di impegno per promuovere, attraverso un codice etico, pratiche commerciali leali lungo l’intera filiera agroalimentare. In particolare, le organizzazioni firmatarie si sono impegnate a non fare più ricorso alle aste elettroniche al doppio ribasso per l’acquisto di prodotti agroalimentari e ad adottare misure di massima trasparenza nell’utilizzo di piattaforme elettroniche di approvvigionamento. Oltre al tema delle aste online, il protocollo in questione prevede ulteriori impegni volti a: - valorizzare nei punti vendita la stagionalità e la provenienza dei prodotti agricoli e alimentari; - promuovere presso le aziende fornitrici l’iscrizione alla rete del lavoro agricolo di qualità per contrastare il possibile ricorso al lavoro nero e al caporalato; - svolgere campagne di sensibilizzazione e comunicazione verso i consumatori relative all’impegno contro il lavoro nero, per la trasparenza della filiera agricola e alimentare e per il rispetto dei diritti dei lavoratori; - realizzare etichette (con tecnologie come Qr code, etichetta narrante, app dedicate ecc.), per informare il consumatore sulla provenienza delle materie prime, sul rispetto delle norme sul lavoro agricolo e sui passaggi di filiera; - utilizzare un marchio di riconoscimento per valorizzare questo impegno anche verso consumatori e operatori.

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TROPPA FORZA ALLA GDO Ritornando alla questione, molto sentita nella filiera, delle aste inverse o al doppio ribasso, esse interessano numerosi prodotti, tra i quali, oltre a quelli lattiero-caseari (soprattutto Dop), l’olio, i salumi, il caffè, le conserve di pomodoro, i legumi ecc. E, sebbene a un primo sguardo potrebbero essere considerati dei meccanismi utili a mantenere un prezzo basso per il consumatore, essi potrebbero generare degli stress economici che si ripercuotono dal produttore fino al lavoratore e che, a lungo termine, danneggiano anche il consumatore. Vediamo come funziona questa pratica sempre più diffusa per l’acquisto di prodotti agroalimentari da parte della Gdo.

La catena interessata ad acquistare invita attorno a una piattaforma digitale i propri fornitori e chiede loro di proporre un’offerta per una grande quantità di un determinato prodotto. Poi, al fine di ottenere un ulteriore ribasso del prezzo, viene proposta una seconda asta, chiedendo agli stessi fornitori di presentare una nuova offerta partendo, però, dal minor prezzo raggiunto nella prima asta. In genere i fornitori che partecipano alla gara non conoscono le altre imprese concorrenti né il prezzo da queste proposto. Appare evidente, quindi, che una tale concentrazione di potere negoziale in capo al soggetto che gestisce l’asta, e che detta le regole del gioco, può determinare un effetto distorsivo sulla formazione del giusto prezzo,


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NORMATIVE e generare sofferenze economiche, che inevitabilmente si rifletteranno sul fornitore e sul produttore, fino ai lavoratori. SI MUOVE ANCHE L’EUROPA Il tema delle aste online è oggetto di attenzione anche a livello europeo. Tramite interrogazioni parlamentari (l’ultima in ordine di tempo del 22 marzo 2017: n. E-001919-17) è stata richiesta un’opportuna regolamentazione della materia al fine di evitare gli effetti potenzialmente dannosi su tutta la filiera agroalimentare. Nel documento si legge: “[...] i prezzi eccessivamente bassi danneggiano economicamente non solo i fornitori, ma anche i produttori, oltre che la qualità dei prodotti e l’affidabilità generale del comparto”. Alcuni Stati europei, tra cui la Francia, hanno già provveduto a dare al fenomeno un primo inquadramento giuridico, tutelando la correttezza delle contrattazioni e l’adeguatezza dei prezzi. La legge francese (n° 2005-882/ Legge Jacob), ad esempio, commina

organizza l’asta per suo conto la nullità di quei contratti conclusi a seguito di un’asta inversa a distanza, effettua una registrazione dello svolgimento dell’asta, che specialmente ove organizzata per conserverà per un anno; via elettronica, quando non risulta - le aste inverse a distanza sono rispettata almeno una delle seguenti interdette per una condizioni: serie di prodotti - prima delle aste, agricoli, così come l’organizzatore deve Serve una comunicare, in modo per quelli alimentari trasparente e non di consumo corrente legge europea discriminatorio a tutti i derivanti dalla prima molte perché partecipanti ammessi trasformazione dei transazioni a presentare l’offerta, prodotti agricoli per i la descrizione quali è vietata l’asta avvengono del prodotto che inversa. on line intende acquistare, Sarebbe opportuno, le condizioni e le comunque, che una modalità d’acquisto, regolamentazione i criteri di selezione della materia che saranno utilizzati e le regole di avvenisse da parte delle istituzioni svolgimento dell’asta; europee, per evitare come è - al termine dell’asta, l’identità del avvenuto in molti altri casi, che gli candidato prescelto è rivelata al operatori si ritrovino a rispettare regole diverse a seconda del partecipante che ne fa richiesta, Paese, una confusione che sarebbe inoltre, se l’offerente selezionato si accresciuta dal fatto che le aste ritira, non si è tenuti a riprendere la avvengono online e quindi è spesso negoziazione dall’ultimo prezzo, né difficile stabilire la legge applicabile tantomeno dall’ultima asta; all’accordo avvenuto. - l’acquirente o la persona che


NORMATIVE

l’esperto risponde

La nota del ministero della Salute 0027673-P07/07/2015 chiarisce che “nel caso di prodotti naturalmente privi di glutine, l’indicazione ‘senza glutine’ potrà […] essere seguita dalla dicitura ‘adatto alle persone intolleranti al glutine’ o ‘adatto per i celiaci’ alle condizioni previste dall’articolo 7 del Regolamento Ue n.1169/2011 [...]”. Per prodotto naturalmente privo di glutine si intende per esempio un prodotto ortofrutticolo fresco, come la carota, o anche uno composto come può essere una caramella nella cui formulazione non è presente alcuna fonte di glutine? Il richiamo della nota del ministero della Salute all’articolo 7 del Regolamento Ue n.1169/2011 per i prodotti naturalmente privi di glutine, si riferisce al considerando 10 del Reg. Ue n. 828/2014, secondo il quale “un alimento

contenente ingredienti naturalmente privi di glutine dovrebbe inoltre poter recare un’etichettatura indicante l’assenza di glutine, in conformità alle disposizioni di cui al presente regolamento, purché siano rispettate le condizioni generali sulle pratiche leali di informazione di cui al regolamento Ue n.1169/2011. In particolare, le informazioni sugli alimenti non dovrebbero indurre in errore suggerendo che l’alimento possiede caratteristiche particolari, quando in realtà tutti gli alimenti analoghi possiedono le stesse caratteristiche”. Stando agli esempi proposti, dunque, per prodotto naturalmente privo di glutine non può intendersi la carota. Viceversa, ci sembra che potrebbe intendersi tale una caramella, nella misura in cui esistano caramelle nelle quali non sono state utilizzate sostanze che potrebbero contenere glutine.

Siamo intervenuti in un nostro prodotto per ridurre il tasso di un valore nutrizionale. Come dobbiamo comportarci per reclamizzarlo? Il Regolamento Ce n.1924/2006 sui claim nutrizionali e salutistici ammette la possibilità di evidenziare la presenza ridotta di un nutriente con la seguente dicitura e alle relative condizioni: “A tasso ridotto di [nome della sostanza]. L’indicazione che il contenuto di una o più sostanze nutritive è stato ridotto e ogni altra indicazione che può avere lo stesso significato per il consumatore sono consentite solo se la riduzione del contenuto è pari ad almeno il 30% rispetto a un prodotto simile, a eccezione dei micronutrienti, per i quali è accettabile una differenza del 10% nei valori di riferimento di cui alla direttiva Cee 90/496, e del sodio o del valore equivalente del sale, per i

quali è accettabile una differenza del 25%”. Trattandosi di un claim di tipo comparativo, il Regolamento prevede che il confronto possa essere fatto solo tra alimenti della stessa categoria prendendo in considerazione una gamma di alimenti di tale categoria (articolo 9). Tale disposizione trova fondamento nel tentativo di evitare situazioni dove il confronto con un unico prodotto (non rappresentativo della media della categoria), possa essere ingannevole per il consumatore. Le linee guida comunitarie sul Regolamento riconoscono però l’esistenza di casi in cui un’azienda è interessata a fare la comparazione con un proprio prodotto. In questo caso, il confronto è ritenuto ammissibile qualora il prodotto preso a riferimento abbia una composizione rappresentativa dell’intera gamma di prodotti alla quale appartiene.

Nel caso di formaggi venduti in forma intera a commercianti intermediari, deve indicarsi in etichetta o nei documenti commerciali la data di scadenza? L’obbligo di determinare la shelf life di un prodotto in funzione anche della temperatura di conservazione ricade sull’Osa produttore. L’art. 3 lettera b) del Reg. Ce n.2073/2005 prevede che “i criteri di sicurezza alimentare applicabili per l’intera durata del periodo di conservabilità dei prodotti possano essere rispettati a condizioni ragionevolmente prevedibili di

distribuzione, conservazione e uso”. L’allegato II del suddetto Regolamento fornisce gli elementi per l’esecuzione degli studi. Alla luce di quanto sopra non ci sono distinzioni fra forme intere e prodotti porzionati, in quanto è fondamentale per un operatore successivo a quello di produzione conoscere questi elementi, al fine di determinare le condizioni di commercializzazione. Il porzionato avrà una shelf life determinata in funzione di quella della forma originaria.

Per i formaggi preimballati è obbligatorio riportare in etichetta l’indicazione delle modalità di confezionamento (esempio: confezionato in atmosfera modificata o in sottovuoto) e la data di confezionamento? I prodotti preimballati, la cui conservazione è stata prolungata mediante gas d’imballaggio autorizzati, devono riportare obbligatoriamente in etichetta l’indicazione “Confezionato in atmosfera protettiva”; lo prevede l’Allegato III, punto 1.1., del Reg. Ue n.1169/2011. Per il sottovuoto non ci sono indicazioni obbligatorie specifiche da mettere in etichetta; può essere però opportuno indicarlo, apponendo l’avvertenza di non forare la confezione.

La data di confezionamento non è prevista tra le indicazioni obbligatorie.

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