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BRAZZALE = SOSTENIBILITÀ DAZI USA, UN DANNO DA 57 MILIONI A BRUXELLES PER DIFENDERE IL SETTORE ORGANO UFFICIALE DI
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iamo stati i primi a lanciare l’allarme sui super dazi Usa entrati in vigore lo scorso 18 ottobre. In risposta alle nostre preoccupazioni, alcuni hanno promesso interventi ad alto livello, altri hanno fatto finta di non capire, altri ancora hanno placidamente confessato che non c’era nulla da fare. Abbiamo lavorato gomito a gomito con gli importatori statunitensi, anch’essi danneggiati dalle decisioni di Trump. Abbiamo spiegato le nostre ragioni, evidenziando che non ci sono motivi per colpire il settore caseario. Non siamo certo noi i beneficiari dei contributi miliardari che l’Unione europea ha dedicato ad Airbus! Anzi: abbiamo investito centinaia di migliaia di dollari per far crescere il mercato dei formaggi made in Italy negli Stati Uniti. OPINIONI Purtroppo, anche su pressione degli industriali IL MONDO DEL Bilancio Ue 2021-2027 caseari americani, con tanto di beneplacito del Wto, ancora in alto mare l’amministrazione Usa è stata autorizzata a “tassare” di Paolo De Castro N. 11 gli esportatori europei fino a 7,5 miliardi di dollari. In piena libertà e senza limiti di sorta. La misura – il 25% PROTAGONISTI Gruppo Brazzale: ad valorem oltre al dazio già esistente – ci colpisce in sostenibile davvero modo violento e non si possono escludere ricadute su Consorzio Tutela tutti gli anelli della catena produttiva. Formaggio Asiago Il nostro è il settore italiano più colpito dalle misure americane: siamo i primi esportatori mondiali di ECONOMIA formaggi verso l’America (35.000 tonnellate per un Le “esche” per la Gen Z controvalore all’export di circa 280 milioni di euro). Negli Verità, identità ed etica States portiamo prodotti di grande valore, molto sensibili MERCATI ad aumenti di prezzo per la concorrenza del finto made Dazi Usa, grave danno in Italy che regna indisturbato in quel grande Paese. per i nostri formaggi Per i formaggi gli importi addizionali ammontano a più di 60 milioni Consegne di latte nell’Ue: di euro, che si aggiungono ai 30 che già pagavamo. Irlanda sempre in testa Ormai il danno è fatto, però non bisogna abbassare la guardia, Esportazioni italiane di latte dobbiamo andare avanti con la diplomazia, perché nulla vieta Borsa prezzi agli Stati Uniti di modificare gli importi appena fissati, né di includere Quanto valgono le Dop o escludere nuovi prodotti. IGIENE E SICUREZZA A nulla sono serviti o serviranno i proclami e le urla di lesa maestà. Il piano nazionale residui 2018 Così come sono controproducenti le accuse rivolte ai colleghi d’Oltreoceano di produrre prodotti di bassa qualità. Sono dichiarazioni NORMATIVE che non aiutano certo ad aprire un dialogo che tutti auspichiamo. L’Antitrust sanziona la Gdo Un avviso a chi ama seminar zizzania: non si lamenti delle barriere per il reso del pane fresco altrui chi per primo alza muri a difesa del proprio mercato. L’esperto risponde Chi di dazi ferisce, di dazi perisce!
Amarcord Eda: la politica riconosca il valore delle aziende Fil/Idf: Idf Dairy Sustainability Outlook il documento raccoglie le iniziative del settore lattiero-caseario a favore della sostenibilità Ue: Assolatte a Bruxelles difende il sistema Italia Un secolo di Anuga nel segno dell’Italia News
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Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987
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Amarcord: QUANDO UE E USA DIALOGAVANO FINO AL 1995 LE NEGOZIAZIONI COMMERCIALI INTERNAZIONALI SI CHIUDEVANO IN SEDE GATT. GIÀ ALLORA SI LOTTAVA MA ALLA FINE CI SI ACCORDAVA
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uesto mese facciamo un salto indietro nel tempo di quarant’anni. Siamo nel maggio 1979, quando l’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) non era ancora stata istituita (bisognerà aspettare il 1995). La regolamentazione del commercio mondiale era ancora definita in seno al Gatt e l’insieme dei lavori e delle sessioni necessarie al raggiungimento degli accordi negoziali erano definiti “round”. Più precisamente siamo al termine del “Tokyo round” (1973-’79), quando l’Assilec – prima associazione europea dell’industria lattiero-casearia – invitò a Parigi gli esponenti della Commissione Cee e i membri della delegazione statunitense responsabili dei negoziati multilaterali sul commercio import-export dei prodotti lattiero-caseari tra le due parti. In quell’occasione, l’allora presidente di Assilec, Ercole Locatelli, ricordava che “Il est vrai que l’Europe et les U.S.A. ont eu, au cours de ces dernières années, quelques malentendus à propos de leurs systèmes respectifs d’importation et d’exportation mais, grâce à l’accord réalise au sein du Gatt, ces difficultés n’ont plus raison d’être et nous voyons avec confiance refleurir l’important volume d’échanges commerciaux entre l’Europe et les Etats Unis. L’Europe, première productrice de lait du monde, fabrique à elle seule 40 pour cent de la
quantité de fromage produite dans le monde. Elle reste, dans ce dernier domaine, fortement attachée a la tradition des échanges entre le Vieux Continent et le Nouveau Monde. Outre son attachement aux traditions commerciales, l’Industrie fromagère
sont capables de faire, grâce à leur maitrise de la technique de fabrication, de présentation et de commercialisation. Et puisque nous sommes à Paris, ces finesses seront accompagnées d’un SaintEmilion et d’un Corton.” A distanza di anni, con le sue
européenne en particulier demeure comme par le passe fidèle a l’image de la qualité et de la diversité de ses produits, produits apprécies tant chez nous-mêmes qu’au-delà de nos frontières.” “Pour illustrer ces notions de qualité et de diversité, qui ne sont pas seulement des notion subjectives, mais une réalité objective – concluse Locatelli – nous allons, sur la suggestion de la Commission, vous présenter un assortiment de ce que les fabricants du Marche Commun
eccellenze alimentari l’Europa continua a ribadire con forza la qualità e la diversità dei propri formaggi e di tutti quei prodotti che si trovano oggi penalizzati da nuovi dazi, recentemente imposti dall’amministrazione Usa, e coinvolti in una guerra commerciale con gli Stati Uniti della quale non hanno colpa, se non quella di aver suscitato meritatamente tanto interesse da parte dei consumatori d’Oltreoceano e l’invidia di operatori che sfruttano indebitamente tale fama.
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OPINIONE
BILANCIO UE 2021-2027 PARTI ANCORA DISTANTI C on il vertice dei capi di governo del 17 e 18 ottobre scorso è iniziato finalmente il dibattito sul quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea, che dovrà coprire il periodo 2021-27. In sintesi, nel 2017 la Commissione aveva proposto un bilancio da 1.135 miliardi di euro, con un contributo degli Stati membri pari all’1,11% del reddito nazionale lordo, un aumento rispetto al budget dell’attuale periodo che, tenuto conto della Brexit, prevede tagli alle politiche agricole e di coesione e più fondi per migrazioni e difesa. L’Europarlamento aveva respinto i tagli, proponendo ai Paesi di aumentare il contributo fino all’1,3% del reddito nazionale lordo. Ora l’auspicio è che i leader europei siano capaci di
accelerare in modo deciso su questo dossier nel prossimo vertice di dicembre. Perché per ora le parti appaiono molto distanti. La presidenza di turno finlandese ha gettato il classico sasso nello stagno proponendo un documento che è stato più un modo per smuovere le acque che un’idea di compromesso. Il testo proponeva di ridurre il contributo dei Paesi membri rispetto a quanto suggerito dalla Commissione e aumentare il peso delle politiche tradizionali come coesione e agricoltura a discapito delle nuove come difesa e migrazione. Secondo il documento il budget sarebbe stato compreso tra 1.050 e 1.100 miliardi, invece dei 1.135 proposti dalla Commissione Ue.
di Paolo De Castro, parlamentare europeo
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OPINIONE Il contributo dei Paesi al bilancio del prossimo settennio dovrebbe collocarsi tra l’1,03 e l’1,08% del reddito nazionale lordo. In questo contesto la Politica agricola comune, soprattutto i fondi per lo sviluppo rurale, subirebbero meno tagli rispetto alla proposta della Commissione, così come le politiche di coesione. Le nuove politiche su difesa, migrazione e competitività avrebbero visto invece ridotta la loro incidenza sul bilancio dal 35 al 24 per cento. La proposta è stata respinta da tutti i Paesi membri, ma, come si diceva, era un modo per spingere i governi a fare le loro proposte e uscire dalla logica dei “no” che ha paralizzato il dibattito fino a oggi. Le parti sono tuttora distanti. C’è un gruppo di Paesi (Olanda, Danimarca, Svezia e Austria) che non vuole versare che se ne avvantaggiano ora nelle casse Ue più dell’1% Angela Merkel, cancelliera non vogliono lasciarli. del Rnl. A questi, di recente, federale della Germania Un altro gruppo di si è aggiunta la Stati, specialmente Germania. Fino dell’Europa centro al 2018, Berlino, SARANNO orientale, chiedono Roma e Parigi DESTINATE di mantenere il erano le capitali PIÙ RISORSE livello delle politiche che chiedevano un A DIFESA di coesione. La Brexit e accettare le nuove impegno più grande E POLITICHE Polonia chiede sfide dell’integrazione sulle da parte di tutti, anche un maxi politiche migratorie e della oggi la situazione è MIGRATORIE fondo per il clima difesa. Per questa proposta cambiata. fuori dal bilancio Ue, mi sono battuto e l’ho votata, La cancelliera fino a 290 miliardi ed è quindi ovvio che per Angela Merkel pone di euro l’anno. me sia la soluzione migliore. un altro paletto non da poco, C’è poi il dibattito L’Europarlamento ovvero il mantenimento di un sulle “risorse potrà dire la sua qualche tipo di rebate anche proprie”, cioè sulle con il voto una dopo la Brexit. Il rebate è il IL BUDGET entrate che l’Ue volta raggiunto un rimborso su quanto versato DELLA PAC può realizzare accordo. Ma sono nelle casse Ue conquistato È NELLE i capi di Stato a dal Regno Unito con una lunga senza bisogno dei MANI DEI contributi nazionali. condurre il gioco e, battaglia di Margaret Thatcher GOVERNI Una tassa europea come accaduto nel nel 1985. Da allora i rebate si sulla plastica è 2013, potrebbero sono moltiplicati a beneficio NAZIONALI l’idea che piace di includere nel testo di diversi Paesi, soprattutto la più, ma alcuni Paesi delle conclusioni, Germania. A pagarli, invece, dell’est frenano. importanti sono state soprattutto Italia La proposta disposizioni sulla Politica e Francia. La Commissione dell’Europarlamento prevede agricola comune. europea, in vista della Brexit, una maggiore assunzione di Se l’agroalimentare vuole farsi ovvero dell’uscita dall’Ue del responsabilità da parte degli sentire, adesso è il momento membro che ha imposto la Stati membri per evitare i tagli di fare pressione sui governi logica del rebate, ha proposto alla Pac conseguenza della nazionali. di cancellarli tutti. Ma i Paesi
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Diciamo la verità Da diversi studi è stato dimostrato che un Test con troppi passaggi, aumenta il rischio di errore. Rispettare tutti i passaggi è una procedura obbligatoria che la casa produttrice suggerisce per la validità del risultato. Il Test Charm MRL Aflatossina M1 quantitativa 50ppt, necessita di un solo passaggio, evitando ogni rischio di errore da parte dell'operatore. Basta addizionare il latte nello strip e il test è pronto. Dopo alcuni minuti di incubazione, il lettore da il risultato in ppt, senza la necessità di digitare nessun tasto.
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LA POLITICA RICONOSCA IL VALORE DELLE AZIENDE di Katia Bellantone
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L CONGRESSO ANNUALE DELLA EUROPEAN DAIRY ASSOCIATION SI È TENUTO A VIENNA IN CONCOMITANZA CON IL RINNOVO DELLE MAGGIORI CARICHE DELL’UE. SI È PARLATO DI STRATEGIE E OBIETTIVI PER IL FUTURO DEL SETTORE LATTIERO-CASEARIO EUROPEO Il presidente Michel Nalet ha aperto la sessione privata dell’assemblea ringraziando i membri di Eda perché il successo dell’associazione è una “responsabilità condivisa”. L’impegno costante delle delegazioni nazionali, il confronto non sempre facile e lo sforzo di sintesi per trovare una posizione comune fanno di Eda un punto di riferimento nel sistema di lobby europeo. L’obiettivo primario resta salvaguardare la credibilità del “white gold”. Nalet ha poi annunciato le sfide che ci aspettano nei prossimi cinque anni secondo le priorità stabilite dalla nuova Commissione europea.
I TEMI CALDI IN AGENDA European green deal. La sostenibilità sarà la vera protagonista di tutte le politiche comunitarie. Spetta all’industria casearia trasformare i vincoli e gli obblighi che ne deriveranno in “market opportunity”. Single market. A fronte di una Commissione europea uscente che si è completamente disinteressata della tutela del mercato unico, i nuovi commissari saranno chiamati a salvaguardare il più grande successo dell’Europa unita (dopo la pace tra i popoli). Politica agricola comune. Serve una Pac integrata a una politica industriale alimentare. La Farm–to–fork strategy è l’occasione per parlare di una European common food policy che promuova tutti gli anelli della catena produttiva. PROPOSTE E CRITICHE La parte pubblica dell’assemblea ha ripreso quanto anticipato da Nalet e i relatori che si sono susseguiti sul palco hanno approfondito
Da sinistra: Michel Nalet, presidente di EDA, Maria Patek, ministra austriaca dell’Agricoltura, Helmut Petschar, presidente di Vöm e l’eurodeputato Josef Hechenberger
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Nutriamo insieme l’oggi e il domani
ATTUALITÀ _EDA
Michel Nalet
Norbert Lins
i temi in base alla loro posizione politica e istituzionale. La ministra austriaca per la Sostenibilità l’Agricoltura e il Turismo Maria Patek ha puntato l’accento sull’importanza del legame tra agricoltura e turismo in un Paese come l’Austria, dove la produzione di latte, per la particolare conformazione del territorio, può vantare criteri ecologici e una produzione 100% biologica da far conoscere ai visitatori. Nonostante ciò, le difficoltà non mancano. La struttura produttiva è composta da piccole aziende, la cui competitività va preservata attraverso la Pac. Norbert Lins, presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo, ha criticato l’operato del Parlamento, che si è concentrato sulla ricerca di soluzioni dalla scarsa fattibilità, anche a causa della polarizzazione delle posizioni politiche. Secondo il deputato tedesco, la parola chiave di questa legislatura deve essere compromesso. Un Parlamento composto da una numerosa presenza di nazionalisti e sovranisti da una parte e di radicali dell’ambiente dall’altra, rischia la paralisi. Lins ha anche sottolineato che il settore caseario è importantissimo per l’Europa. Tutti gli Stati membri sono produttori di latte e molte aziende sono già impegnate sul campo per migliorare la sostenibilità e ridurre l’impatto ambientale. NO ALLE ETICHETTE NUTRIZIONALI Quest’anno, a rappresentare il settore industriale sul palco dell’Eda c’era il presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi, che ha inviato alle istituzioni presenti messaggi molto chiari. Secondo Ambrosi per prima cosa bisogna bloccare i sistemi di etichettatura nutrizionale che mettono in contrapposizione industria e consumatori in una guerra che vede tutti perdenti. I prodotti non sono semplici agglomerati di nutrienti che si possono classificare con un colore, ma rappresentano
Maria Patek
Giuseppe Ambrosi
cultura, tradizione, know how e territorio, tutti elementi che un algoritmo non può prendere in considerazione. Le aziende sono le più vicine ai consumatori e sono costantemente impegnate perché i prodotti siano sempre più aderenti alle loro esigenze. L’Europa non deve orientare gli acquisiti, ma investire in campagne e progetti di educazione alimentare per salvaguardare la salute dei consumatori e preservare l’immenso patrimonio agroalimentare europeo. Ambrosi ha proseguito parlando della recente Farm–to–fork strategy alla quale la Commissione europea sta lavorando. Il percorso che porta dalla fattoria alle tavole dei consumatori passa dall’industria. Soprattutto nel settore lattierocaseario sono le aziende di trasformazione che raccolgono il latte, lo trasformano, negoziano con la distribuzione, fanno promozione e marketing. È l’industria che crea o aggiunge valore alla catena produttiva. Senza questo riconoscimento è impossibile stabilire relazioni di filiera costruttive. SOSTENIBILITÀ A 360 GRADI Last, but not least, Ambrosi ha toccato il tema sostenibilità, sostenendo che le aziende lo sono a 360 gradi. Perché oltre alla sostenibilità ambientale – su cui le industrie hanno iniziato a lavorare per assecondare necessità di risparmio economico (riduzione della plastica) e le richieste di retailer e consumatori – le aziende casearie rispettano anche criteri di sostenibilità sociale ed economica, creando lavoro e concorrendo allo sviluppo e al progresso del territorio e delle comunità locali in cui operano. “Il settore caseario è sempre aperto e pronto al dialogo – ha concluso Ambrosi – per un coordinamento con le Istituzioni che porti verso la crescita, il progresso, il futuro. Le istituzioni europee sono pronte ad ascoltare chi fa impresa e a lavorare con noi per il bene dei consumatori?”
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ATTUALITÀ_FIL/IDF IDF DAIRY SUSTAINABILITY OUTLOOK IL DOCUMENTO RACCOGLIE LE INIZIATIVE DEL SETTORE LATTIERO-CASEARIO A FAVORE DELLA SOSTENIBILITÀ di Chiara Fabrizi
“L
o sviluppo sostenibile è uno sforzo collettivo che dipende dalla collaborazione tra governi, organizzazioni internazionali e settori privati, insieme ai singoli individui. L’International Dairy Federation (Idf) riconosce le sfide e le opportunità di questo sforzo e si impegna a fornire informazioni scientifiche pertinenti ed esempi di buone pratiche utili alla discussione. Il contributo del latte e dei prodotti lattierocaseari alla produzione, alla trasformazione e al consumo, allo scopo di raggiungere obiettivi nutrizionali e di miglioramento socioeconomico è ampiamente riconosciuto. Da molti anni il settore lattierocaseario si è affermato per il suo ruolo di leader nelle pratiche sostenibili. Trovare nuovi modi per ridurre l’impatto sull’ambiente, gestire le risorse in modo efficiente e aumentare i benefici per la biodiversità e la bioeconomia è una parte cruciale dell’impegno del Issue N° 2 - July 2019
DA I RY IDF
SUSTAINABILITY
OUTLOOK Research progress | Global insights | Expert opinion
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settore lattiero-caseario per il miglioramento continuo”. Con queste parole il direttore generale Fil/Idf Caroline Emond ha presentato la pubblicazione del secondo Idf Dairy Sustainability Outlook. Il documento raccoglie le azioni messe in atto nel settore lattiero-caseario a favore della sostenibilità e fornisce un’utile visione di ciò che il comparto sta facendo per uno sviluppo sostenibile. Gli esempi e le case history presentate illustrano numerose iniziative avviate nella filiera lattiero-casearia in giro per il mondo, a favore della sostenibilità e volte a rispondere agli impegni dei programmi di sostenibilità nazionali a uno sviluppo a impatto neutro dal punto di vista climatico, a un miglioramento della biodiversità, a una riduzione degli sprechi alimentari,
all’emancipazione delle donne nel settore lattiero-caseario, alla creazione di un luogo di lavoro sostenibile, al riciclaggio e all’imballaggio e all’economia circolare. Accanto alle iniziative nazionali ci sono quelle volte a una sostenibilità globale. Tra queste lo sviluppo delle recenti metodologie Leap della Fao e alcuni risultati di ricerca su diete sane, sull’impatto dei prodotti animali sui cambiamenti climatici e sul perché il metano dovrebbe essere trattato in modo diverso dagli altri Ghg. GLI OBIETTIVI DELL’AUSTRALIA L’Australia, ad esempio, fa il punto sui progressi fatti rispetto agli obiettivi posti per il 2020 e illustra quelli futuri, in vista del 2030. Infatti, tra il 2012 e il 2013 l’industria lattiero-casearia australiana
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ATTUALITÀ _FIL/IDF aveva definito quattro impegni cardine volti a migliorare la redditività economica e i mezzi di sussistenza grazie a un’industria che premia i lavoratori lattierocaseari e le loro famiglie, le comunità a loro collegate, le imprese e gli investitori; migliorare il benessere delle persone, fornendo prodotti lattiero-caseari nutrienti, sicuri e di qualità; lottare e assicurare alti livelli di salute e benessere animale; ridurre l’impatto ambientale. Con l’avvicinarsi del 2020 l’industria lattiero-casearia australiana ha deciso di proseguire negli sforzi avviati e di allinearsi con l’orizzonte temporale degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti per il 2030. Per fare ciò si è deciso di integrare il Sustainable Framekork australiano con ulteriori obiettivi per rispondere a quattro nuove aree: garantire il riconoscimento dei benefici nutrizionali dei prodotti lattiero-caseari e continuare a svolgere un ruolo nel fornire alimenti nutrienti per un mondo più sano; assumere una posizione industriale in materia di diritti umani; impegnarsi a un utilizzo responsabile degli antibiotici (il meno possibile per quanto necessario), per proteggere la salute e il benessere degli animali e non minarne l’accesso per la salute umana; dimezzare gli sprechi, anche attraverso l’uso di imballaggi riciclabili, compostabili o degradabili. LE INIZIATIVE IN CANADA In Canada, molti sono stati gli investimenti fatti negli anni nella ricerca sulla produzione sostenibile, ad esempio nella cura degli animali, nella genetica, nei foraggi e nella mitigazione dei gas a effetto serra. Dal 2018 il Dairy Farmers of Canada (Dfc) lavora all’aggiornamento delle prestazioni ambientali
nella produzione di latte. Una prima valutazione di base del ciclo di vita (Lca) era stata condotta nel 2012. Questa nuova valutazione punta a valutare il livello di attuazione delle buone pratiche di gestione e in parte a identificare le aree dove lavorare ulteriormente. Lo studio caratterizza le prestazioni ambientali della produzione di latte canadese nel 2016 e le confronta con quelle del 2011: valuta diversi aspetti ambientali, tra cui la carbon foot print del carbonio, il consumo di acqua e l’uso del suolo, seguendo le linee guida Idf su un approccio comune dell’impronta di carbonio, rivisto nel 2015, e quella sulla metodologia dell’impronta idrica per il settore lattiero-caseario. GLI ESEMPI IN EUROPA La pubblicazione illustra anche le attività in corso in Danimarca, Francia, Olanda e Regno Unito. Proprio dal Regno Unito ricordano che a livello globale, circa un terzo del cibo prodotto per il consumo umano – più o meno 1,3 miliardi di tonnellate – è perso o sprecato. Si stima che il costo totale di questi rifiuti superi un trilione di dollari ogni anno (Fao, 2019) e il suo impatto sul clima e sull’ambiente sia ugualmente costoso. In Gran Bretagna circa 330.000 tonnellate di latte vengono sprecate ogni anno dalla trasformazione alla casa, rappresentando circa il 3,2% dell’impronta totale dei rifiuti alimentari. Mentre le perdite interessano tutta la catena di approvvigionamento dei prodotti lattiero-caseari, la stragrande maggioranza (90%) è dovuta ai consumatori. Riconoscendo l’onere sociale, economico e ambientale delle perdite e dei rifiuti alimentari, Dairy Uk – l’associazione che rappresenta i produttori lattiero-caseari inglesi – si è quindi impegnata a incoraggiare un cambiamento radicale del modo in cui il settore lattierocaseario britannico considera
Caroline Emond, direttore generale Fil/Idf
i rifiuti. L’associazione è infatti firmataria del Courtauld Commitment 2025, un’iniziativa guidata da Wrap (Waste and Resources Action Programme) che punta a una riduzione del 20% di carbonio, acqua e rifiuti associati alla produzione di alimenti e bevande entro il 2025, oltreché di altri impegni sui rifiuti alimentari del Regno Unito volti ad integrare l’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per il dimezzamento dello spreco alimentare entro il 2030. Altri esempi riguardano l’esperienza sudafricana nella scelta dell’imballaggio più adatto ad aiutare le successive fasi di riciclaggio delle bottiglie in Pet del latte o l’impegno assunto in Nuova Zelanda per migliorare l’ambiente di lavoro attraverso l’adozione di buone pratiche di gestione dei luoghi di lavoro. Alle esperienze nazionali la pubblicazione affianca le iniziative globali: la Dairy Sustainability Framework, la Piattaforma Sai (Sustainable Agriculture Initiative), la Parternship Fao Leap (Livestock Environmental Assessment and Performance).
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ASSOLATTE A BRUXELLES DIFENDE IL SISTEMA ITALIA di Katia Bellantone
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resentare ai neoeletti deputati europei il “sistema Italia”, creare sinergie tra industria e istituzioni europee, rafforzare e migliorare la cooperazione tra settori produttivi e rappresentanti italiani in Europa: questi gli obiettivi dell’evento organizzato a Bruxelles lo scorso 8 ottobre sotto il cappello di Confindustria presso l’Ambasciata del Belgio. Nel suo discorso di apertura il presidente Vincenzo Boccia ha chiesto ai parlamentari europei italiani di promuovere una forte manovra anticiclica, di essere a disposizione per l’interesse nazionale e di evitare divisioni nel contesto europeo dove, più che altrove, serve fare squadra. Assolatte era presente con il presidente Giuseppe Ambrosi, il delegato di presidenza Adriano Hribal e il vice presidente della European Dairy Association Attilio Zanetti. A sostenere gli interessi dell’industria casearia in questa occasione anche Matteo Zanetti, membro del consiglio di presidenza di Confindustria, riunitosi a Bruxelles quello stesso giorno. Assolatte ha avuto modo di confrontarsi con vecchie conoscenze e nuovi contatti soprattutto sul tema dei dazi recentemente imposti dagli Stati Uniti che colpiscono in particolar modo i formaggi italiani. Le nuove tariffe americane
Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria destano preoccupazione sia in seno a Confindustria, sia tra i parlamentari italiani che si sono mostrati trasversalmente disponibili a sostenere le ragioni del settore caseario italiano in tutte le sedi. Particolarmente importante il confronto con Sandra Gallina, vice direttore della Dg Trade, gli onorevoli Paolo De Castro (Sd) e Ebert Dorfmann (Ppe), coordinatori della Commissione Agricoltura e gli onorevoli Nicola Danti (Sd) e Massimiliano Salini (Ppe), membri della Commissione per il Commercio estero. Tutti coinvolti nei temi cruciali per il settore caseario, dalla tutela delle Indicazioni geografiche all’apertura di nuovi mercati. Bruxelles è il principale centro decisionale, qui è necessario essere sempre presenti per stringere relazioni, costruire una posizione che tuteli gli interessi del settore industriale italiano e creare alleanze.
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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
L’importanza del raffreddamento di precisione nel settore lattiero-caseario di Fabio Bruno* Nei processi di produzione e lavorazione del latte e del formaggio, il raffreddamento è un trattamento che riveste un ruolo di fondamentale importanza. Infatti, sono molteplici le applicazioni in cui la refrigerazione viene utilizzata nel settore lattierocaseario. Innanzitutto, al fine di preservare la qualità del latte in uscita dall’impianto di mungitura alla temperatura di 30 – 35° C, è necessario avere serbatoi di raccolta
refrigerati correttamente a una temperatura di mantenimento di circa 3° C. Le prestazioni di un impianto di refrigerazione condizionano in modo importante l’efficienza di contenimento della moltiplicazione batterica. Inoltre, l’acqua refrigerata utilizzata per il raffreddamento dei serbatoi di stoccaggio permette di avere una conservazione e un controllo dell’igiene e della qualità del latte nelle fasi di pastorizzazione,
fermentazione, miscelazione e imbottigliamento. In alcuni processi di lavorazione del latte, poi, l’acqua glicolata deve essere fornita alle utenze anche a temperature inferiori a 0° C e fino a -5° C. Infine, essa diviene un elemento importante per la fornitura del fluido freddo agli scambiatori delle unità di trattamento dell’aria (Uta), che permettono la circolazione di aria fredda e condizionata nei locali di stagionamento dei formaggi.
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La tecnologia giusta per il raffreddamento di precisione dell’acqua. Alla luce di quanto detto, al fine di conservare al meglio il prodotto e migliorare i processi produttivi, il raffreddamento deve essere preciso e costante, stabile in qualsiasi condizione atmosferica. Sul mercato sono presenti molteplici produttori di refrigeratori d’acqua, più comunemente denominati “chiller”, ma è importante fare una distinzione ben precisa tra i refrigeratori d'acqua di processo e quelli utilizzati per il condizionamento industriale o civile. Molto spesso si crede che tutti i chiller per il settore industriale siano uguali, ma si potrebbe commettere un grandissimo errore di valutazione che potrebbe influire in quella che sarà la scelta finale. Per impianti di condizionamento o climatizzazione si intendono i sistemi adatti al controllo
contemporaneo della temperatura e dell’umidità negli ambienti. Solitamente sono utilizzati per il raffrescamento degli ambienti, di armadi elettrici o dove non è richiesta una temperatura dell’acqua di raffreddamento precisa e costante. I chiller per il raffreddamento d’acqua di processo, invece, sono refrigeratori d'acqua progettati per l’industria, che garantiscono un’elevata e costante precisione della temperatura in uscita dell’acqua mantenendo il fluido pulito privo di contaminazioni, al fine di non danneggiare il macchinario industriale. Ogni refrigeratore d’acqua di processo a circuito chiuso è progettato per garantire: - nessuno spreco del fluido di raffreddamento; - nessuna gestione di scarichi - controllo della qualità dell’acqua; - modularità con possibilità di espansioni;
- totale flessibiltà; - temperatura acqua impostabile; - indipendenza dalle condizioni ambientali. Parker è leader nella fornitura di refrigeratori d’acqua per i processi di produzione, che assicurano la massima facilità d'uso e affidabilità di funzionamento grazie all'impiego delle più moderne soluzioni tecnologiche e alla disponibilità di una vasta gamma di versioni e accessori. La gamma di raffreddatori per liquidi di Parker rappresenta una semplice ma efficiente soluzione ai più comuni problemi normalmente connessi con l’utilizzo dell’acqua.
*Compressed Air Purification, Gas Generation & Process Cooling Application Engineer Region South Emea – Parker Hannifin Italy S.r.l
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ATTUALITÀ
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UN SECOLO DI ANUGA NEL SEGNO DELL’ITALIA NELL’ANNO DEL CENTENARIO, EDIZIONE RECORD PER QUANTITÀ E QUALITÀ DI ESPOSITORI E OPERATORI: ALTISSIMA LA PERCENTUALE DI STRANIERI, OLTRE MILLE LE AZIENDE ITALIANE PRESENTI. DURANTE LA FIERA ANCHE CONGRESSI SULLE SFIDE FUTURE DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE di Gianluca Pierangelini
A
nuga ha compiuto cento anni. La prima edizione si tenne a Stoccarda nel 1919. Un traguardo eccezionale per una tra le più importanti piattaforme fieristiche internazionali dedicate al mondo del food&beverage. La manifestazione, che dal 1924 si tiene ogni due anni a Colonia, è un evento che ha dato vita a un gigantesco network, un vero e proprio “sistema” dove si incontrano domanda e offerta non solo di cibi e bevande, ma anche di tutte le tecnologie e dei servizi che sono parte della grande industria agroalimentare mondiale, dalla produzione alla distribuzione. Il centenario della fiera è stato festeggiato con nuovi record: 7.590 aziende provenienti
da 106 Paesi su una superficie espositiva lorda di 284.000 m2; 738 espositori provenivano dalla Germania, mentre 6.852 sono giunti dall’estero, con un’incidenza estera del 90 per cento. Anuga 2019 ha ospitato oltre 170.000 operatori da 201 Paesi, con una partecipazione estera del 75 per cento. L’Italia, come sempre, è stata protagonista nella manifestazione: più di mille le aziende del “made in Italy” presenti, 200 delle quali nella collettiva organizzata da Koelnmesse Italia articolata nelle diverse aree merceologiche. Altre 200 imprese hanno scelto di partecipare, nel padiglione 11.2, negli spazi organizzati con Ice–Italian Trade Agency.
Tantissimi nomi importanti, tra cui Afidop–Assolatte e tante aziende o consorzi associati. Gli espositori sono rimasti soddisfatti in particolare della qualità dei visitatori: la fiera di Colonia ha accolto numerosi buyer e responsabili decisionali del commercio e del foodservice. Erano presenti tutti i principali rappresentanti dei primi dieci commercianti al mondo di generi alimentari e i primi dodici tedeschi. Ma Anuga non è solo la porta d’accesso al mondo globale del food & beverage. Quest’anno il salone ha anche generato un nuovo slancio per l’industria alimentare di domani grazie a un ricco programma di congressi ed eventi e a mostre speciali
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ATTUALITÀ ANUGA
come Anuga Horizon 2050. Il trio di congressi Newtrition X, E-Grocery Congress @ Anuga e la Innovation Food Conference (iFood) con i suoi prestigiosi relatori internazionali hanno proposto un’ampia offerta informativa su trend, opportunità di business, nuove tecnologie e digitalizzazione. La fiera ha collegato le future tematiche del settore all’odierno dibattito politico sull’influenza esercitata da produzione, lavorazione e commercializzazione dei prodotti alimentari, su ambiente e cambiamento climatico. La prossima edizione di Anuga si svolgerà dal 9 al 13 ottobre 2021.
A PRANZO BOCCONCINI D’AUTORE CON SEI “STELLE” DI AFIDOP Durante la fiera di Colonia, all’ora di pranzo nello stand Afidop, lo chef Antonino Bonetta (titolare nella città renana del ristorante “Il Valentino”), accompagnato dalla giornalista e divulgatrice tedesca Veronika Crecelius (nominata anche ambasciatrice del vino italiano dal cerimoniale della Presidenza del Consiglio dei Ministri di Roma) ha preparato sei tipi di bocconcini. Piccoli panini farciti con altrettante Dop casearie, offerti in degustazione in abbinamento a vini o birre.
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ATTUALITÀ ANUGA I TRE PECORINI ESALTATI DALLO CHEF BARBAROSSA Ha preso il via con la partecipazione ad Anuga la terza annualità della campagna voluta dai tre consorzi Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo nei Paesi target Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Usa. Riuniti in un unico stand, i tre Consorzi si sono interfacciati con gli operatori di settore. Un’occasione unica per valorizzare il progetto di comunicazione 3 Pecorini, nato grazie all’unione delle tre realtà consortili volto a promuovere le caratteristiche e le virtù
delle tre denominazioni sul mercato europeo e negli Stati Uniti. Diversi Paesi, un unico messaggio: non le solite pecore, non i soliti formaggi. Durante i cinque giorni della fiera lo chef Matteo Barbarossa ha animato lo stand collettivo, creando ricette a base di questi tre formaggi. I visitatori della kermesse tedesca hanno potuto anche scoprire la qualità e il gusto dei tre prodotti al naturale. Le attività di valorizzazione volte a
diffondere la conoscenza e le caratteristiche dei tre Pecorini attraverso eventi, giornate di degustazione, attivazione digitale e altre, continueranno fino a giugno 2020.
TEDESCHI PRIMI ACQUIRENTI DI TALEGGIO DOP A 23 anni dal riconoscimento della Dop il Taleggio è sempre più apprezzato, non solo in Italia ma anche a livello internazionale. Grazie all’importante lavoro svolto dal Consorzio e da tutti i soci, la voce export incide oggi per
il 25% sul totale della produzione. I paesi Ue più importanti sono la Germania e la Francia, l’America per il mercato extra Ue. Proprio la Germania, sede della Fiera Anuga, è stata nel 2018 il primo importatore di Taleggio con il 15% dei volumi spediti oltre confine. Una leadership confermata nel primo semestre 2019, con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente. “Anuga è stata una vetrina internazionale molto importante per promuovere e far conoscere le caratteristiche e le peculiarità del nostro prodotto – ha detto il presidente del Consorzio Lorenzo Sangiovanni – i consumatori stranieri dimostrano di apprezzare sempre di più le caratteristiche del Taleggio Dop. Per questo l’export rappresenta una delle leve principali per accompagnare l’incremento della produzione del Taleggio Dop anche nei prossimi anni”.
GRUPPO SABELLI IN FIERA CON UN TRIS D’ASSI Dopo aver partecipato alla scorsa edizione con il solo brand Sabelli, quest’anno il Gruppo è stato presente a Colonia anche con i marchi Val D’Aveto e Natura Sincera. Rinnovato lo stand, con uno spazio per la pizza, preparata con i prodotti Sabelli dal maestro pizzaiolo Mirko Petracci e proposta in degustazione. “Partecipare ad Anuga è determinante – ha spiegato l’amministratore delegato di Sabelli Group Angelo Galeati – dal momento che l’export è in forte crescita per tutte le nostre categorie di prodotto.
Basti pensare che nel 2018 il caseificio Sabelli ha registrato una quota di esportazione pari al 7% del proprio fatturato, mentre da gennaio ad agosto 2019 è stato registrato un aumento del 14,2% a volume e del 7,7% a valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, confermando sostanzialmente il trend di forte crescita degli ultimi anni”. Il Gruppo è già presente in Francia, Olanda, Gran Bretagna Austria, Irlanda, Germania e Spagna e sta lavorando per aprire canali commerciali in Paesi extra Ue.
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NOVEMBRE
ATTUALITÀ ANUGA GRANA PADANO A CACCIA DI NUOVI MERCATI Grana Padano ha fatto parte della delegazione di prodotti italiani ad Anuga nello stand di Afidop, dove sono stati ospitati cooking show con preparazione di deliziosi assaggi che l’hanno visto protagonista insieme ad Asiago, Gorgonzola, Mozzarella di Bufala Campana, Pecorino Romano e Taleggio. “Ci siamo confrontati con buyer di tutto il mondo – ha commentato il direttore generale del Consorzio di Tutela, Stefano Berni – è stata l’occasione per puntare ad aprire nuovi mercati e a rafforzare la presenza in quelli dove già stiamo raccogliendo positivi risultati e da tempo per trovare sbocchi per il prodotto che non dovesse più trovare spazio negli Usa e senza dimenticare l’incognita della Brexit”. Grana Padano è il formaggio a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo,
con 4.932.996 forme prodotte nel 2018 e 3.581.994 già lavorate nei primi otto mesi del 2019 e con ben 1.938.328 forme destinate lo scorso anno all’export.
CONSORZIO GORGONZOLA RE DEGLI ASSAGGI Il Consorzio Gorgonzola ha partecipato ad Anuga all’interno della collettiva Afidop. Nello stand sono state organizzate degustazioni con abbinamenti, anche con prodotti locali, all’insegna del panino gourmet. Il panino è stato protagonista anche di un’altra iniziativa del Consorzio, ma questa volta a Milano e rivolta al grande pubblico. Sempre a ottobre, dal 17 al 20, si è
tenuta la quarta edizione di “Forme”. La manifestazione si è svolta, come di consueto, a Bergamo, città che vanta il primato europeo di Dop
casearie: ben nove delle 50 italiane, infatti, sono prodotte nella provincia bergamasca. Il Consorzio Gorgonzola era in uno stand collettivo insieme ai Consorzi di Taleggio, Quartirolo, Salva Cremasco e Montasio. Durante la manifestazione lo chef Gianpiero Cravero ha utilizzato i cinque formaggi per creare le degustazioni che sono state offerte al pubblico.
Da: Press Nice to Eat-EU / Formaggio Piave DOP stampa@blancdenoir.it Oggetto: Nice to Eat-EU @ANUGA (Colonia) // Il Formaggio Piave DOP lancia la campagna in Germania Colonia, presentazione stampa 06.10.19, ore 14.00 Data: 25 settembre 2019 17:48 A: masoressi@alice.it
UN SUPEREROE PER DIFENDERE IL FORMAGGIO PIAVE DOP Ad Anuga il Consorzio per la tutela del Formaggio Piave Dop ha presentato il suo nuovo progetto dedicato ai bambini nell’ambito della campagna Nice to Eat-Eu co-finanziata dell’Unione europea: Captain Piave, il supereroe protagonista di un’animazione 3D Full Hd che difende il formaggio delle Dolomiti bellunesi e tutte le produzioni a marchio di tutela Dop da abusi e contraffazioni. La presentazione ad Anuga precede una massiccia campagna di comunicazione che vedrà Captain Piave protagonista a novembre in 50 sale del circuito Uci Cinemas. Quale modo migliore per parlare ai bambini in età scolastica, se non quello di utilizzare un linguaggio divertente e a loro comprensibile, nel tentativo di infondere nei giovani consumatori di domani la consapevolezza e il riconoscimento dei marchi di qualità europei sul piano della sicurezza degli
Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui
alimenti, della tracciabilità, dell’autenticità e degli aspetti nutrizionali e sanitari. Captain Piave è impegnato a contrastare Dr Fake, scienziato che tenta di riprodurre copie del Piave Dop tenendo in ostaggio la povera Mucca Bruna.
NICE TO EAT-EU sbarca in Germania!
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Il Consorzio Tutela Formaggio Piave DOP vi invita a scoprire la campagna che porta in terra tedesca l'eccellenza agroalimentare made in Italy @ANUGA Presentazione stampa Domenica 6 Ottobre 2019, ore 14.00
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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA
igorgorgonzola.com
ATTUALITÀ_NEWS CIBUS 2020: A PARMA CRESCE ED ESPONE LA QUALITÀ SOSTENIBILE Sostenibilità ambientale, la rinnovata attenzione a temi quali eticità, trasparenza e rispetto del territorio da parte della filiera agroalimentare italiana saranno il focus centrale della prossima edizione di Cibus 2020. Saranno presentate le buone pratiche e le soluzioni ecoambientali già realizzate da alcune aziende e nuovi progetti per rispondere alle esigenze dei consumatori. Contestualmente sarà mappata e valorizzata insieme alla distribuzione nazionale e internazionale l’offerta dell’intera filiera agroalimentare italiana per consolidarne il successo
della biodiversità, riduzione del carbon footprint, attenzione agli sprechi e alle opportunità dell’economia circolare, l’uso di packaging completamente riciclabili o compostabili, corretta remunerazione del lavoro sul campo e in fabbrica. Cibus 2020, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare, in collaborazione con Agenzia Ice, si terrà a Parma dall’11 al 14 maggio, celebrando il suo 35esimo compleanno, nel prestigioso contesto di Parma capitale della cultura italiana. Si prevedono oltre 3.000 espositori e 80.000 visitatori professionali, di cui circa un
quartiere fieristico di Fiere di Parma, all’avanguardia nella sostenibilità sotto ogni aspetto e dotato di un impianto fotovoltaico che ha una potenza di circa 7 MW, che ha consentito una riduzione di emissioni di decine di migliaia di tons di CO2 nell’ambiente Altro punto cardinale di Cibus
internazionale. Migliaia di nuovi prodotti saranno esposti e un’apposita guida green guiderà i visitatori alla scoperta dei numerosi prodotti made in Italy che si distinguono per ecosostenibilità. Una selezione di questi saranno esposti nell’area del Cibus Innovation Corner. Il tema della sostenibilità sarà declinato e reso leggibile attraverso i vari aspetti che caratterizzano le nostre produzioni, tipiche e non, quali: difesa del territorio e
terzo provenienti dall’estero. Buona parte delle aziende alimentari italiane hanno già confermato la loro partecipazione anche sulla scia del successo di Cibus Connect dell’aprile scorso. Il tema “competitività e sostenibilità nel rispetto dei consumatori” verrà analizzato anche nel corso degli “Stati Generali dell’Alimentazione”, organizzati a Parma da Federalimentare in contemporanea a Cibus 2020. Una fiera green coerente alla sensibilità ambientale del
2020 sarà il rapporto tra industria alimentare italiana e distribuzione fisica e online, un canale di vendita fondamentale per l’export made in Italy, che sta già confermando la sua presenza a Parma. I rapporti con i grandi retailer esteri si sono costantemente intensificati grazie all’iniziativa “True Italian Taste” organizzata dal Mise, in collaborazione con Assocamerestero. Infine, spazio alle start up innovative nel food &beverage ospitate nello Start Up Lab.
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ATTUALITÀ _NEWS _NEWS LATTERIA SORESINA PARTNER DI UN PROGETTO PER AUMENTARE LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Latteria Soresina in prima fila per la sostenibilità ambientale. La cooperativa cremonese ha aderito al progetto app-iDaiS (App for DAIry Sustainability), avviato grazie ai finanziamenti di Regione Lombardia e alla collaborazione con l’Università degli Studi di Milano (Dipartimenti di Scienze Agrarie e Ambientali e di Scienze e Politiche Ambientali) e 13 aziende zootecniche conferenti. Si tratta di un
sistema informativo basato su app per smartphone e cloud dati per il monitoraggio energetico, la riduzione dell’impatto ambientale e l’ottimizzazione della gestione della logistica di raccolta del latte volti a una maggiore sostenibilità della filiera lattiero-casearia. Spiega Tiziano Fusar Poli, presidente di Latteria Soresina: “Oggi più che mai il tema ambientale è centrale per gli abitanti del pianeta e la sensibilità del consumatore all’impatto ambientale delle produzioni è diventato un elemento tenuto in grande considerazione. Purtroppo, in generale, la messa in atto di azioni in risposta a questa esigenza concreta e importantissima incontra molti ostacoli, anche di tipo culturale”. Attraverso un approccio di confronto tra le diverse aziende conferenti a Latteria Soresina, si mira a favorire un processo virtuoso che porti a ridurre l’impatto ambientale della produzione di latte. I singoli
allevatori saranno chiamati a “caratterizzare” il latte conferito in termini energetici e di impatto ambientale con la raccolta di informazioni relative al processo produttivo. Un secondo elemento prevede poi l’ottimizzazione della logistica di conferimento al fine di ottimizzare il conferimento del latte anche da un punto di vista ambientale. Il progetto, iniziato ad agosto 2018, ha una durata di 24 mesi e si divide in due fasi: una preliminare di raccolta dati per il monitoraggio delle produzioni attraverso il metodo Life Cycle Assessment e un’altra di sviluppo dell’app con interfaccia user-frendly che consentirà agli allevatori di prendere consapevolezza riguardo al loro impatto ambientale, alle possibili soluzioni per ridurlo, e alla cooperativa di raccogliere informazioni lungo tutta la filiera produttiva facilitando un’ottimizzazione del processo produttivo.
LATTE PARMALAT E ZYMIL NEL MINI FORMATO DA 250 ML, STRIZZANO L’OCCHIO AL TEMA DEL RICICLO Parmalat allarga il proprio portafoglio di prodotti con tre nuove referenze da 250 ml in Pet riciclabile, per garantire al consumatore un’offerta ancora più completa e in linea con una sensibilità crescente verso gli sprechi e l’ambiente. I dati in possesso della multinazionale Lactalis evidenziano che il formato da 250 ml è l’unico in crescita nel mercato del latte Uht: è infatti ideale per avere in casa una piccola scorta di latte, utile per la colazione, per macchiare il caffè o da utilizzare come ingrediente in cucina: un formato mini, ideale per mille usi e zero sprechi. A conferma ulteriore
dell’attenzione di Parmalat verso l’ambiente, le bottiglie sono realizzate in Pet “monolayer”, ovvero composte da un unico
strato di Pet bianco che ne rende ancora più facile il riciclo, consentendo di dare nuova vita alla plastica.
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GALBANI PRESENTA “SELEZIONE EGIDIO GALBANI” Galbani presenta due novità dedicate al banco taglio e al take away firmate da Egidio Galbani, come sigillo di qualità. Una gamma che si focalizza su categorie di prodotto ad alto consumo: la mozzarella e la crescenza prodotte con latte 100% italiano. La storia di fiducia di Galbani porta sulle tavole degli italiani
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la nuova gamma Selezione Egidio Galbani con prodotti scelti il cui valore è stato confermato direttamente dai consumatori. Da una ricerca su 660 responsabili d’acquisto è emerso infatti come la Mozzarella e la Crescenza Selezione Egidio Galbani vengano associate ad artigianalità, genuinità, premiumness, tradizione e qualità. “Selezione Egidio Galbani è una proposta innovativa che soddisfa i requisiti del mercato proponendo il top di gamma delle principali categorie della tradizione casearia italiana, destinato al banco taglio e al take away – commenta il direttore marketing di Galbani Mauro Frantellizzi – la nuova offerta porta con sé la rassicurazione di un marchio noto e storico come Galbani che rappresenta una garanzia per i consumatori, grazie alla tradizione casearia che ci
contraddistingue dalla nostra fondazione nel 1882”. La Mozzarella Selezione Egidio Galbani - Fiordilatte da 220 grammi è prodotta con ricetta tradizionale che ne esalta il gusto e la succosità nel formato a ciuffo. La Crescenza Selezione Egidio Galbani dalla consistenza morbida, è disponibile in due pratici formati per canali di destinazione diversi: confezione da 230 grammi per il take away e confezione da 1000 grammi destinata al taglio per il banco servito.
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PROTAGONISTI
GRUPPO BRAZZALE SOSTENIBILE DAVVERO PIANTATI IN BRASILE 1,5 MILIONI DI ALBERI CHE AZZERANO L'IMPRONTA DI CARBONIO GENERATA PER PRODURRRE BURRO E FORMAGGI di Leonardo Graverini
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i fronte alle straordinarie opportunità offerte dall’apertura dei mercati, quindici anni fa il Gruppo Brazzale (prodotti Brazzale, Gran Moravia, Burro delle Alpi, Zogi, Alpilatte e Burro Superiore Fratelli Brazzale) ha deciso di orientare tutto il suo sviluppo verso la creazione di sistemi agroindustriali fondati su una base agricola e zootecnica “sostenibile”, cioè in grado di operare senza sbilanciare l’equilibrio ecologico e di migliorare l’impatto ambientale provocato dai sistemi tradizionali, nonché la salubrità dei prodotti stessi. Grazie a 1,5 milioni di nuovi alberi piantati, l'impronta di carbonio per tutto il burro e i formaggi prodotti dal Gruppo è azzerata. Il bilancio fra CO2 emessa e CO2 catturata dalle piante della foresta impiantata in Brasile, infatti, è neutro in virtù della capacità degli alberi di agire come una spugna naturale, assorbendo l'anidride carbonica mentre crescono. Carbon Neutral è il frutto di una filosofia aziendale sostenibile, che consente di raggiungere e mantenere questo eccezionale risultato nel tempo, con un sistema estremamente
flessibile, in grado di accompagnare la crescita del Gruppo senza modificarne l'impatto ambientale. L'inventario Ghg (gas a effetto serra, tra cui la CO2) è stato verificato da Dnv Gi. Un risultato che dallo scorso ottobre è comunicato al consumatore con il logo Carbon Zero in grande evidenza sul pack di tutti i prodotti dell'assortimento Brazzale. Questo sistema è stato presentato dall'azienda veneta in una conferenza stampa tenutasi a Milano lo scorso 2 ottobre, moderata dalla conduttrice televisiva Eva Crosetta, con la partecipazione del presidente Roberto Brazzale, del responsabile tecnico Piercristiano Brazzale, dell'energy manager Paolo Lucietto, del senior consultant Dnv Gi Piergiorgio Moretti e del docente della facoltà di Agraria dell'Università di Padova Stefano Guercini. Ne parliamo con Roberto Brazzale per sapere come nasce questa iniziativa e per conoscerne tutti i dettagli. Perché avete deciso di affrontare una sfida così grande, di impegnarvi così fortemente su questo fronte?
La "Neutralità di carbonio" è il coronamento della ventennale "rivoluzione verde" iniziata dal gruppo Brazzale nel 2000: una radicale innovazione nei processi produttivi che ha portato alla creazione di filiere ecosostenibili, che si bassano sul principio di "fare le cose dove riescono meglio". In Republica Ceca è stata creata la "Filiera ecosostenibile Gran Moravia", un sistema di oltre 80 fattorie su 90.000 ettari per la produzione di latte e formaggi di alta qualità. In Brasile è stato sviluppato il rivoluzionario sistema di produzione di carne su pascolo riforestato "Ouro Branco Silvipastoril". Il gruppo Brazzale ha scelto di azzerare la propria impronta di carbonio per tutte le sue attività dopo la riduzione e il calcolo del consumo di acqua, per rispondere a vari appelli: quello del pianeta, quello dei consumatori e quello rivolto alle persone di buona volontà. Il tutto restando pienamente fedele alla propria missione, che è quella di offrire alimenti buoni, sani, nutrienti e sostenibili sotto tutti i punti di vista, compreso quello economico.
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CONOSCIAMOL0 MEGLIO
ROBERTO BRAZZALE Come si dedica al rispetto dell’ecologia nella sua vita privata? Non ne faccio una mania. Pianto alberi, faccio l'orto e cambio l'auto più tardi che posso: rottamare è "carbon negative". Ma non per l'ecologia, perché mi piace così, per sobrietà. Mi impegno molto nella manutenzione delle colline in cui vivo. Purtroppo gli ultimi agricoltori le abbandonano perché non più redditizie. La Ue spende cifre astronomiche, pensiamo al biologico, ma nulla fa in quelle aree marginali, estremamente ampie e vulnerabili in Italia. Tra i prodotti alimentari più sostenibili quale preferisce? Carne del Silvipastoril e formaggio della filiera ecosostenibile Gran Moravia, ovvio. Letteratura e tutela ambientale: c’è un libro sul suo comodino o un autore che vorrebbe consigliare? Quarant'anni prima di Greta, da ragazzo, leggevo brani di Pellerossa americani e fricchettoni tedeschi. Figuriamoci. Oggi, rapporti scientifici. Sono spesso molto comprensibili, ricchi di grafici e illustrazioni, e facilmente reperibili in rete. Stimo Luigi Mariani. Leggo molti libri alla moda come quelli della Thunberg, sono utili per capire dove si annidano l'ideologia e la distorsione informativa. Quel pensiero antiumanista-nichilista, antiscientifico, si sta diffondendo rapidamente, specialmente tra i giovani, e non promette nulla di buono. Nel genere musicale che preferisce, esiste un’opera che celebra la natura e che lei apprezza particolarmente? Ovviamente la sesta di Beethoven, ma anche il sinfonismo tardo romantico di Richard Strauss, Mahler e Ives. Ma, se vogliamo, tutto Bach è un inno alla perfezione della geometria della natura e del creato. … e un film su questa tematica che l’abbia colpita positivamente? Il vertice poetico attorno alla vita rurale rimane "L'Albero degli Zoccoli" di Ermanno Olmi. Ma, più che la natura, Olmi dipinse soprattutto la civiltà che vi viveva immersa, quella che si è estinta con l'industrializzazione e la modernità. Pratica uno sport green? Forse senza saperlo. Cammino molto per le colline delle Bregonze e per i boschi dell'Altopiano di Asiago. Amo lo sci di fondo. A pensarci bene, nessuno sport che richieda motori, a parte una mountain bike assistita elettricamente per andare a funghi. Il suo motto per la sostenibilità? "La sostenibilità sta diventando insostenibile". Quella parola è diventata un mantra cui ciascuno dà il significato che gli fa più comodo. Finché non viene precisata nel suo contenuto è una parola che significa tutto e nulla, perfetta per il marketing e le fritture d'aria alle quali mi sento piuttosto allergico.
Ci siamo attenuti a una visione rigorosa dell'efficienza imprenditoriale, ben consapevoli della necessità di una continua ricerca innovativa per evolvere i prodotti della tradizione alle loro massime potenzialità in linea con i tempi e con le nuove esigenze dei consumatori. Qualunque sarà la risposta definitiva della scienza in ordine al cambiamento climatico e alle sue cause, il nostro risultato è comunque un successo, poiché la riduzione delle emissioni di gas serra è invocata da tutti gli scienziati, in quanto il vertiginoso aumento delle emissioni di Ghg in atto nel pianeta rappresenta un fatto fortemente negativo per l'ambiente. Oltre alla vostra determinazione e sensibilità per l'ambiente, siete attenti al benessere animale e alla biodiversità. Cos’è che ha reso possibile questa “rivoluzione verde”?
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PROTAGONISTI Si tratta insieme di rivoluzione ed evoluzione, ci piace chiamarla "(R)evolution", che ci ha portati a ridisegnare le nostre attività senza limitazioni di confini, per arrivare a cogliere pienamente tutti quegli obiettivi. La caduta delle frontiere, lo sviluppo tecnologico, il progresso prodigioso di logistica e trasporti conseguiti negli ultimi decenni, hanno offerto opportunità straordinarie di allocare in modo ottimale i processi produttivi; di fare, cioè, le cose dove riescono meglio, con formidabili risultati in termini di qualità, salubrità, convenienza dei prodotti e di rispetto ambientale dei cicli produttivi. Azzerare l’impronta di carbonio non è facile per un’impresa, si rischia che la produzione ne risenta e si contragga. Il merito del nostro modello sta invece nell'aver conseguito questa neutralità assieme a una crescita di produzione e produttività di quasi tre volte. Infatti, l'adozione di pratiche innovative in regioni climaticamente vocate permette di sviluppare processi produttivi innovativi che evitano pericolose derive verso rimedi che deprimono la crescita. La necessità di regolare l’approvvigionamento alimentare per nutrire gli odierni 7,5 miliardi di esseri umani sul pianeta, che si prevede superino i nove miliardi entro il 2050, non consente di avvicinarsi a questi temi senza forte senso della realtà e idee chiare. A fronte della crescente preoccupazione dell'opinione pubblica di tutto il mondo, vengono suggeriti normalmente solo interventi destinati a impattare negativamente sulla crescita. Per questo il nostro annuncio, se mi è consentito dirlo, è una "lieta novella" che penso possa dare grande conforto agli abitanti del nostro pianeta e ai consumatori: non solo
si può abbattere la CO2, ma lo si può fare aumentando la produzione. I sistemi produttivi innovativi che rendono possibile tale conquista offrono, oltretutto, formidabili miglioramenti in termini di benessere animale, biodiversità, risparmio di risorse naturali ed economiche, qualità e salubrità dei prodotti. Senza un'azione di profonda innovazione, cui l’azienda ha sottoposto i propri processi produttivi e la loro allocazione nelle aree climaticamente più adatte, tale risultato sarebbe impensabile. In particolare, in merito all'azione di sequestro della CO2, oltre ai costanti investimenti impiantistici in riduzione delle emissioni, nel gruppo il modello Silvipastoril gioca un ruolo decisivo con la riforestazione dei pascoli. La cattura del carbonio viene infatti realizzata attraverso il più naturale dei processi, quello della fotosintesi, ad opera di macchine meravigliose quali sono gli alberi e i vegetali in generale. La rivoluzione iniziata all'alba del millennio dal Gruppo Brazzale ha prodotto importanti risultati anche a beneficio dei propri collaboratori, passati in vent'anni da circa 150 a circa 700 (in Italia il numero è raddoppiato). Inoltre, l'aumento del numero degli occupati si è combinato positivamente con il progredire dei profili professionali, sempre più qualificati. In cosa consiste il modello "Silvipastoril"? Il sistema Silvipastoril, adottato nell’azienda del gruppo "Agropecuaria Ouro Branco" nel Mato Grosso do Sul, in Brasile, prevede la riforestazione dei pascoli e la loro trasformazione in giganteschi polmoni che catturano nel legno la CO2, grazie a 1,5 milioni di alberi di eucaliptus, a regime pari a
circa 300 per capo, piantati in filari, che realizzano foreste miste a radure. La CO2 non è un veleno, ma un vero e proprio alimento per gli alberi, di cui si cibano trasformandola in ossigeno, massa vegetale e legnosa, evitando la dispersione del carbonio nell'atmosfera. Ma non solo. La riforestazione delle aree a pascolo permette infatti il conseguimento di ulteriori straordinari traguardi: l’incremento del benessere animale, perché si ricrea la condizione naturale di bosco misto a radura, quello formidabile della biodiversità, nonché della produzione di foraggio e di carne bovina per unità di superficie, la limitazione delle concimazioni, la riduzione del fabbisogno di superfici, dato che a parità di produzione consente di lasciare a foresta selvatica superfici maggiori. Sappiamo però che il gruppo Brazzale è riuscito a diventare "carbon positive". Cioè? Le emissioni dei nove stabilimenti del Gruppo nel 2018 sono state di 45.431 tonnellate di carbonio equivalente per anno di origine biogenica, mentre gli assorbimenti totali sono ammontati a 54.110 tonnellate. Ciò significa che possiamo vantare una "cattura" di CO2 di 8.679 tonnellate di carbonio equivalente per anno rispetto a quanto emesso.
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LA STORIA DELLA BRAZZALE SPA Attiva nel mondo del latte già dal 1784, Brazzale Spa è la più antica azienda familiare italiana del settore lattierocaseario, originaria dell’Altopiano di Asiago, in attività ininterrotta da ben otto generazioni. Oggi il Gruppo vanta sei insediamenti produttivi in Italia, Repubblica Ceca, Brasile e Cina e impiega complessivamente oltre 730 dipendenti, per un fatturato 2018 pari a circa 210 milioni di euro, di cui oltre un terzo esportato dall’Italia nel mondo. Opera sul mercato con i marchi Burro delle Alpi, Burro Fratelli Brazzale, Zogi, Verena, Alpilatte, Brazzale, Silvipastoril e Gran Moravia. Dal 2003, a Litovel, in Moravia (Repubblica Ceca), produce il formaggio Gran Moravia, stagionato in Italia. A Zanè (Vi), dal 1898 il Gruppo ha la sede principale ed il burrificio Burro delle Alpi. A seguito della fusione con la famiglia Zaupa, a Monte di Malo (Vi), realizza provoloni, Provolone Valpadana Dop, paste filate e pressate, Asiago Dop. Tutti i prodotti del caseificio di Litovel vengono prodotti con il latte della Filiera ecosostenibile Brazzale, che nel 2011 ha ottenuto la certificazione di tracciabilità secondo le norme Uni En Iso 22005:2008.
Sempre in Repubblica Ceca, Brazzale ha realizzato la catena di negozi propri con insegna La Formaggeria Gran Moravia, che oggi conta 22 punti vendita, più di 150 commessi, oltre 1.500.000 di clienti all’anno, con oltre il 70% del venduto importato dall’Italia. Nel 2012 ha creato a Shanghai una propria unità commerciale e, nel novembre dell’anno successivo, ha aperto un punto vendita sempre a marchio La Formaggeria Gran Moravia. Nel 2014, a Pechino, Brazzale ha sviluppato un caseificio di formaggi freschi per il mercato locale. Nel 2018, in Italia, ha avviato un progetto di apertura di temporary store con il brand “A tutto burro”, che conta già due punti vendita al dettaglio, ad Asiago e Vicenza. Presente in oltre 56 Paesi, il Gruppo Brazzale raccoglie direttamente dalla stalla circa 200.000.000 di Kg di latte, che lavora nei propri caseifici, in Italia e in Repubblica Ceca. Da molti anni è impegnata nello sviluppo di innovative filiere agroalimentari, caratterizzate da efficienza produttiva e sostenibilità ambientale come “La Filiera ecosostenibile Gran Moravia”, in Repubblica Ceca, e il “Pascolo riforestato Silvipastoril”, in Brasile.
I PASSAGGI CHIAVE DELLA (R)EVOLUTION BRAZZALE 2000: acquistata la Fazenda Ouro Branco nel Mato Grosso do Sul (Brasile), per lo sviluppo della produzione di latte e carne al pascolo. 2001: scelta della Moravia (Repubblica Ceca) come regione ideale per lo sviluppo di una filiera di produzione di formaggi della propria tradizione: grana, paste pressate, paste filate. 2003: nasce il Gran Moravia, il primo formaggio grana a tecnologia tradizionale realizzato fuori dall'Italia e "brandizzato". 2006: prima piantagione di Eucalyptus in Mato Grosso do Sul. 2009: avvio del modello Silvipastoril, allevamento su pascolo riforestato. 2010: viene certificata la Filiera ecosostenibile Gran Moravia.
2010: nasce la catena retail "La Formaggeria Gran Moravia", oggi con 20 negozi e 1,5 milioni di clienti. 2011: creata l'Etichetta di Origine Multimediale per una trasparenza e rintracciabilità che arriva al dettaglio fotografico di tutte le aziende fornitrici. 2012: nascono le Nutriclip, una rivoluzione nell'informazione nutrizionale, accessibile già dalla confezione. 2012: apertura di un negozio al dettaglio a Shanghai e inizio della produzione formaggi freschi in Cina per il mercato locale. 2013: Gran Moravia, primo formaggio al mondo, calcola il proprio Waterfootprint da primato. 2019: con 1,5 milioni di alberi piantati in Brasile viene calcolato il raggiungimento della "neutralità di carbonio" per l'intero gruppo, con inventario verificato da Dnv. IL MONDO DEL LATTE 37
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PROTAGONISTI
4 DOMANDE A… FIORENZO RIGONI PRESIDENTE DEL CONSORZIO TUTELA FORMAGGIO ASIAGO
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Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago compie 40 anni: come si sono evoluti il consumo e la produzione del formaggio in questi anni e quali sono le previsioni di medio periodo del mercato dell’Asiago Dop? Ripercorrere la storia di questo Consorzio vuol dire fare un viaggio a ritroso negli stili di consumo degli ultimi quarant’anni. Il punto di partenza è il 1979, anno nel quale nasce ufficialmente il Consorzio Tutela Formaggio Asiago, mentre il 1981 è il primo anno di rilevazione delle produzioni, che partirono con 850.000 forme e sancirono l’avvio di questa lunga storia che nasce da una tradizione millenaria e ha accompagnato l’evoluzione del concetto di nutrizione nel nostro Paese. Oggi le forme sono quasi raddoppiate, quelle prodotte nel 2018 sono state 1.582.000. Una crescita e un successo quantitativo che porta con sé la diffusione del prodotto in Europa e nel mondo, con la conquista costante e graduale anche di mercati lontani come il Giappone. Ma sarebbe di certo riduttivo limitarsi a leggere questo dato, seppur positivo, senza addentrarsi nel lavoro dei soci, produttori e stagionatori, per elevare la qualità organolettica e garantire, anche con strumenti come l’analisi sensoriale, da tempo diventata obbligatoria, un efficace e costante innalzamento della qualità. A questa evoluzione, che stimola e premia il miglioramento continuo, si è aggiunta un’evoluzione del consumo dei formaggi in generale e dell’Asiago Dop in particolare. In quarant’anni si può dire che il modo di consumare si è arricchito di tante sfaccettature. Oggi il consumatore è più consapevole e più informato e anche la fruizione dell’Asiago Dop è cresciuta, si è articolata e ha incluso tutti gli aspetti: dal consumo quotidiano a quello gourmet o di ricorrenza. Ecco, allora, che il grande pregio di questo prodotto è stato quello di saper mantenere intatta la sua tradizione, grazie al disciplinare di produzione che ne sancisce le caratteristiche e, allo stesso tempo di evolversi, con una differenziazione al suo interno che propone perle come il Prodotto della Montagna. Il futuro dell’Asiago Dop andrà sempre più in questa direzione: valorizzare il nostro passato e aumentare le caratteristiche della nostra qualità distintiva per offrire una giusta remunerazione ai soci e un prodotto in grado di soddisfare i consumatori di tutto il mondo.
Una delle vostre principali attività è quella di far conoscere il prodotto all’estero e di tutelare l’Asiago Dop dalle imitazioni. Come si posiziona il formaggio veneto-trentino nel mercato internazionale? I compiti istituzionali del Consorzio sono quelli di promuovere la conoscenza del prodotto, tutelarlo da ogni tentativo di utilizzo improprio e vigilare affinché il consumatore, quando acquista, possa essere sempre certo dell’autenticità dell’Asiago Dop. Con l’aumento della diffusione dell’Asiago Dop nel mondo, l’attività è andata via via incrementando, distribuendosi su canali diversi. Basti pensare all’impatto che hanno oggi la vendita on line e l’ecommerce. Il Consorzio di Tutela lavora su più fronti. Da un lato con specifiche azioni che tendono a far riconoscere e tutelare il prodotto all’interno di accordi internazionali. Oggi, ad esempio, la nostra Dop è protetta, tra gli altri, in Paesi strategici come Messico, Giappone e, più recentemente, Singapore. Un risultato che apre mercati interessanti. Dall’altro, siamo impegnati in decine di azioni legali in diversi Paesi contro aziende piccole e grandi che tentano di imporre la loro presenza con prodotti similari. È un lavoro molto complesso, oneroso e lungo, che risulta però necessario in quanto solo così è possibile garantire consumatori e produttori. A questa attività si aggiungono progettualità che hanno visto l’apprezzamento e il sostegno dell’Unione europea. Negli ultimi quattro anni sono stati infatti realizzati due progetti cofinanziati per un valore complessivo pari a 5,5 milioni di euro, uno negli Stati Uniti e in Canada, l’altro in Austria, Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia.
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L’attualità non ci consente di tralasciare il tema dazi americani: quale sarà l’impatto delle nuove tariffe Usa sull’Asiago? Quali sono le strategie del Consorzio a supporto della Dop negli Stati Uniti e in Canada? Un primo dato che possiamo certamente indicare è che le esportazioni di Asiago Dop in Canada sono aumentate del 12,3% dal 2016 al 2017 e del 33,6% dal 2017 al 2018. In questi ultimi anni il Consorzio è stato molto attivo sia sul fronte della tutela che in quello dell’attività di promozione in Usa e Canada. Dal 2017 e fino a fine 2019, si è attuato il piano di comunicazione triennale “Uncommon Flavors of Europe”, promosso insieme ai Consorzi Speck Alto Adige e Pecorino Romano e co-finanziato dalla Ue, nell’ambito di “Enjoy, it’s from Europe”. Il progetto ha puntato a rafforzare la riconoscibilità da parte del consumatore delle caratteristiche distintive del prodotto d’origine, in contrapposizione con i prodotti denominati “comuni”, ovvero generici. In questo devo dire che siamo stati precursori di una situazione che oggi appare in tutta la sua evidenza. Ovviamente, l’introduzione dei dazi per i prodotti caseari ha un impatto negativo sul clima complessivo dell’export, anche se siamo fiduciosi che l’inevitabile aumento dei prezzi verrà compreso dal consumatore statunitense che sta imparando a conoscere il nostro prodotto e ad apprezzarne la distintività. È anche vero che lo stato di incertezza generale non giova e oggi è difficile fare previsioni a medio termine.
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Come festeggerete il vostro quarantesimo compleanno? Ci sono iniziative particolari in cantiere? I quarant’anni del Consorzio saranno un momento di condivisione del percorso con tutti i nostri soci e consumatori. Per questo abbiamo preparato un video che ripercorre le tappe fondamentali di questa nostra storia di crescita e riconoscimenti. Allo stesso tempo, lanceremo un’iniziativa on line dove tutti gli appassionati potranno concorrere a realizzare un grande affresco, un’ideale fotografia fatta di ricordi, esperienze, momenti unici che legano in un solo frame le storie personali a quelle dell’Asiago Dop, compagno di tanti momenti grazie alla sua versatilità, al suo essere espressione di un territorio e di una storia che è parte di ciascuno di noi.
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ECONOMIA
LE "ESCHE" PER LA GEN Z? VERITÀ, IDENTITÀ ED ETICA I GIOVANI NATI DALLA METÀ DEGLI ANNI NOVANTA IN POI PRENDONO IN CONSIDERAZIONE I BRAND SOLO SE RIESCONO A TRASMETTERE (VERA) TRASPARENZA E IMPEGNO SOCIALE di Samuele Ferrigato
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onsumi intesi come accesso e non come possesso, acquisti che diventano espressione dell'identità individuale e una questione di interesse etico. Questi i tre pilastri su cui si reggono le scelte d’acquisto dei giovani della Generazione Z secondo una recente ricerca condotta da McKinsey&Company su un campione di brasiliani d’età compresa tra 14 e 64 anni. Perché il Brasile? Perché nel
Paese sudamericano la fascia di popolazione dei nati tra il 1995 e il 2010 raggiunge il 20% del totale ed è in grado di influenzare i comportamenti dei loro connazionali più adulti. Inoltre, due terzi di loro si affida ai consigli degli amici per decidere cosa comprare. Secondo gli analisti dell’agenzia statunitense le tendenze rilevate in Brasile valgono anche nel resto del mondo e se le aziende non riusciranno a trasmettere
questi concetti rischiano di essere tagliate fuori dal mercato. Le implicazioni di queste trasformazioni sociali impongono anche alle aziende di impegnarsi per cambiare le strategie di approccio con i clienti. Devono ripensare il modo in cui forniscono valore al consumatore, riequilibrare la scala e la produzione di massa contro la personalizzazione e, più che mai, mettere in pratica ciò che predicano quando affrontano
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ECONOMIA questioni di marketing ed etica del lavoro.
specifico da comprare. migliori fornendo accesso I “Genzer” analizzano non solo ad attrezzature, tecnologia, ciò che acquistano, ma anche coaching e comunità di INFLUENCER PER TUTTI l'atto stesso del consumo, consumatori affini. I giovani hanno sempre che ha acquisito un nuovo McKinsey consiglia alle incarnato lo spirito del significato. Per aziende di beni tempo delle loro società, loro – e sempre di consumo 58% influenzando profondamente più anche per tradizionali di I CONSUMATORI tendenze e comportamenti le generazioni prendere in allo stesso modo. L'influenza più anziane – il considerazione MENO ABBIENTI della Generazione Z, la prima consumo significa la creazione di DISPOSTI di veri nativi digitali, si sta ora avere accesso piattaforme di A PAGARE DI irradiando verso l'esterno, a prodotti o prodotti, servizi PIÙ PER UN con la ricerca della verità al servizi, non ed esperienze PRODOTTO centro dei comportamenti necessariamente che aggregano “ETICO” caratteristici e degli schemi possederli. o collegano i di consumo. La tecnologia ha Man mano che clienti attorno dato ai giovani un livello di l'accesso diventa ai marchi. connettività tra loro e con il la nuova forma di Le aziende resto della popolazione senza consumo, l'accesso illimitato storicamente definite dai precedenti. Tale contesto ha a beni e servizi (come i servizi prodotti che vendono o prodotto una generazione di guida in auto, streaming consumano ora possono ipercognitiva, molto a video e abbonamenti), crea ripensare i loro modelli di proprio agio con la raccolta valore. I prodotti diventano creazione di valore, sfruttando e il riferimento incrociato di servizi e i servizi collegano i relazioni più dirette con i molteplici fonti d’informazione consumatori. consumatori e nuovi canali di e con l'integrazione Man mano che i distribuzione. di esperienze consumi collaborativi virtuali e offline. guadagnano terreno, CONSUMO DUNQUE SONO 20% Man mano che la le persone stanno Per i nati dopo il 1995 l'idea LA QUOTA connettività globale anche iniziando a di manifestare l'identità DI sale, i cambiamenti vederlo come un individuale è un concetto “GENZER” generazionali modo per generare fondamentale. Il consumo IN potrebbero arrivare reddito aggiuntivo diventa quindi un mezzo BRASILE a svolgere un ruolo nell'”economia di espressione personale: più importante dei concerti”. l’esatto contrario di quanto nel determinare il Un altro aspetto facevano i loro coetanei di 20 comportamento rispetto alle dell'economia dei concerti o 30 anni fa, cioè acquistare o differenze socioeconomiche. coinvolge i consumatori che indossare marchi per adattarsi I giovani sono diventati una sfruttano le relazioni esistenti alle norme dei gruppi. Gli potente fonte di influenza con le aziende per generare analisti di McKinsey affermano sulle persone di tutte le età reddito aggiuntivo lavorando che, trascinati dai giovani e redditi, nonché sul modo in temporaneamente per loro. E della Gen Z e dai millennial, i cui tali persone consumano e alcune aziende si stanno già consumatori delle generazioni si relazionano con i marchi. muovendo in questa direzione. più adulte sono desiderosi Per le aziende, questo Le case di prodotti più spostamento porterà sia sfide automobilistiche, personalizzati, ma che opportunità altrettanto ad esempio, anche disposti a IL 63% interessanti. noleggiano veicoli pagare un premio SEGUE direttamente ai per le referenze I CONSIGLI DAL POSSESSO consumatori, che mettono in DEGLI ALL’ACCESSO per cui invece di risalto la loro AMICI PER Siamo di fronte a una vendere mille auto individualità. Tra gli generazione più pragmatica e possono vendere intervistati, il 56% DECIDERE realistica di consumatori che un'auto mille dei consumatori COSA prima di acquistare qualcosa volte. Allo stesso con più alta ACQUISTARE vuole valutare un'ampia modo, il ruolo capacità di spesa gamma di aspetti e quindi delle imprese di e il 43% di quelli pretende di accedere a molte articoli sportivi si è con redditi più informazioni sull’azienda spostato nell'aiutare le bassi ha dichiarato di essere produttrice e sull’oggetto persone a diventare atleti disposto a pagare di più
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ECONOMIA per offerte personalizzate. diversità all'interno Il 70% dei consumatori più dei propri ranghi, benestanti e il 58% di quelli ad esempio, tale meno abbienti sono disposti contraddizione verrà a riconoscere un valore notata. maggiore ai prodotti di marchi I membri delle altre che abbracciano generazioni le cause con cui intervistati i consumatori si condividono IL 70% identificano. questa CERCA E ancora: il 48% mentalità. Il DI FARE dei “Genzer” 70% afferma ACQUISTI e il 38% dei di provare ad DA AZIENDE consumatori di acquistare altre generazioni prodotti da CHE ha affermato aziende che CONSIDERA di valutare i considerano ETICHE marchi che non etiche. L'80% classificano afferma di gli articoli ricordare come maschili o femminili. almeno uno scandalo Secondo McKinsey questo o polemiche è un concetto nuovo con cui che coinvolgono confrontarsi per la maggior un'azienda e la stessa parte delle aziende. percentuale si rifiuta di acquistare beni da L'ETICA PRIMA DI TUTTO società coinvolte in infine, ma non ultimo, i giovani scandali. Circa due consumatori si aspettano terzi cerca di sempre più che i marchi conoscere identificare L' 80% "prendano posizione". Il le origini di chiaramente gli NON punto non è quello di avere tutto ciò che argomenti su cui ACQUISTEREBBE una posizione politicamente acquista: da assumeranno corretta su una vasta dove viene posizioni, ma MAI gamma di argomenti, è un prodotto, anche assicurarsi UN PRODOTTO scegliere gli argomenti (o le da quali che tutti i membri DI UN MARCHIO cause) specifici che hanno materie prime della catena del COINVOLTO senso per un marchio e i è composto valore entrino IN SCANDALI suoi consumatori e avere e come viene a farne parte. qualcosa di chiaro da dire su realizzato. Per lo stesso tali problemi. In un mondo Il 63% di chi motivo, le aziende trasparente, i consumatori più ha compilato il questionario dovrebbero riflettere giovani non fanno distinzioni ha affermato che le attentamente sugli agenti di tra l'etica di un marchio, la raccomandazioni degli amici marketing che rappresentano società che lo possiede e la sono la fonte più affidabile per i loro marchi e prodotti. Il sua rete di partner e fornitori. conoscere prodotti e marchi. La report McKinsey fa notare Le azioni di un'azienda devono buona notizia per le aziende è anche che i consumatori corrispondere ai suoi ideali e che i consumatori, in particolare comprendono sempre più che tali ideali devono permeare i “Genzer”, tollerano i marchi alcune aziende sovvenzionano l'intero sistema delle parti quando commettono errori, i loro influencer. Forse in parte interessate. a patto che questi vengano per questo motivo, gli shopper I consumatori della corretti. Tale percorso è più tendono a prestare maggiore generazione Z sono per lo impegnativo per le grandi attenzione a connessioni più più ben istruiti sui marchi e società, poiché la maggior parte strette, ad esempio utenti sulle realtà che gli stanno degli intervistati ritiene che di Instagram con follower da dietro. Quando non lo sono, le multinazionali siano meno 5.000 a 20.000. Il marketing sanno come accedere alle etiche delle piccole aziende. nell'era digitale pone sfide informazioni e sviluppare Per i consumatori, l'etica del sempre più complesse man rapidamente un punto di vista. marketing e del lavoro stanno mano che i canali diventano Se un marchio pubblicizza convergendo. Pertanto, le più frammentati e in continua la diversità, ma manca di aziende non solo devono evoluzione.
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MERCATI
DAZI USA, GRAVE DANNO PER I NOSTRI FORMAGGI STIMATA IN 57 MILIONI DI EURO LA PERDITA DI VALORE PER LE IMPRESE LATTIERO-CASEARIE ITALIANE. NECESSARIA UNA TRATTATIVA di Gianluca Pierangelini
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al 18 ottobre gli Stati Uniti hanno applicato tariffe aggiuntive del 25% su diversi prodotti europei a seguito della pronuncia del Wto che ha legittimato la misura di ritorsione statunitense nell’ambito della disputa con l’Ue sui sussidi Airbus, pur ridimensionando le richieste americane a 7,5 miliardi di dollari (a luglio si parlava di 20 miliardi). Il settore dei formaggi italiani è quello più colpito dai dazi Usa ed è la vittima sacrificale per violazioni commesse da altri Stati membri dell’Ue in un settore ben lontano da quello alimentare. Asiago, Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola e altri prodotti lattieri subiranno le conseguenze di questa grave ritorsione commerciale, che genererà
un danno alle imprese italiane superiore ai 57 milioni di dollari. Le principali aziende esportartici hanno investito molto nel mercato Usa che oggi, con un valore che sfiora i 300 milioni di euro, rappresenta la quarta destinazione dei nostri formaggi. Con l’applicazione delle nuove tariffe – che si aggiungono a quelle attuali – i formaggi italiani saranno inevitabilmente meno competitivi, con il rischio di essere sostituiti dalle produzioni locali. Questo accanimento nei confronti delle produzioni casearie italiane non viene a caso. Da anni è in corso una battaglia tra i produttori americani e quelli europei per i formaggi Dop. Gli americani sostengono la genericità delle denominazioni europee;
gli esportatori dell’Ue – in particolar modo gli italiani – pretendono il riconoscimento e la tutela delle proprietà intellettuali delle produzioni di origine. Una battaglia che sembra senza via d’uscita. Questo terreno di scontro è frequente nell’ambito degli accordi di libero scambio negoziati dall’Ue con i Paesi terzi. La maggior parte delle opposizioni al riconoscimento e alla tutela delle Dop nei mercati esteri arrivano proprio dagli Usa, ma la carta giurisprudenziale giocata dalla Commissione nei diversi accordi ha sempre portato a una vittoria dell’Ue. L’Europa ha vinto in Corea del Sud, Canada, Giappone, Messico, anche cedendo sulla coesistenza di alcuni trademark con le Indicazioni geografiche.
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11.998 4.189 3.945 1.916 2.843 1.558 802 352 411 493 248 276 194 238 29.463 17 38 11 187 279 1.230 862 389 317 528 33.321 313 894 34.528 196 34.724
4.627 9.170 3.732 2.109 1.218 1.433 1.628 881 161 1.416 194 1.088 130 261 28.048 53 48 13 15 107 681 451 122 127 139 29.804 101 385 30.290 119 30.409
6.084 6.768 2.319 1.247 1.198 668 836 225 70 321 87 291 54 103 20.271 16 9 5 14 82 143 284 108 166 73 21.171 86 357 21.614 190 21.804
2.561 3.149 469 582 369 314 510 313 140 162 21 33 13 15 8.651 5 11 3 17 11 351 151 39 31 63 9.333 18 173 9.524 34 9.558
72 44 16 24 18 15 4 7 6 3 2 3 1 5 220 3 2 0 0 6 7 9 1 11 3 262 3 5 270 5 275
PAESI
FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA 1TOTALE UE A 28
04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -0406907404069079 -04069076 -04069089
561 662 343 156 143 90 115 54 39 106 13 24 9 43 2.358 1 4 3 14 161 64 29 4 454 27 3.119 2 48 3.169 30 3.199
040630
1.812 1.094 367 206 262 232 292 58 17 126 21 38 4 9 4.538 0 20 1 8 47 135 62 4 44 8 4.867 41 64 4.972 9 4.981
481 784 406 86 212 47 249 61 12 68 28 54 25 10 2.523 5 7 1 12 19 76 41 9 13 11 2.717 8 21 2.746 20 2.766
592 563 88 166 24 278 46 50 3 34 4 19 3 16 1.886 5 1 6 2 14 28 28 3 11 8 1.992 34 16 2.042 5 2.047
158 15 26 65 187 7 22
552 1.900 547 1.202 314 157 329 135 67 155 21 378 9 48 5.814 22 77 14 4 202 153 285 47 158 32 6.808 93 268 7.169 38 7.207
109 31 3 623 3 1 134 4 31 21 56 873 5 17 895 9 904
TOTALI
04069099
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
04069063
FORMAGGI FUSI
04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI DURI
ALTRI FORMAGGI
04061050 -04061080
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
0406 1030
PECORINO
CODICE DOGANALE
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
MOZZARELLA
(IN TONS)
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (1 gennaio - 30 giugno 2019)
04069073 04069001
236 548 133 1.472 121 7 113 24 5 12 10 57 2 9 2.749 5 3 1 4 17 33 27 10 5 2.854 4 6 2.864 8 2.872
1 5 17 24 116
163
11 1 66 11 252 0 651 903 903
44.821 34.146 19.556 12.159 10.561 6.511 5.977 3.449 1.557 4.158 1.136 2.625 712 1.075 148.443 201 309 121 332 1.430 3.675 2.427 838 1.827 1.010 160.613 875 3.212 164.700 951 165.651
GLI ESPORTATORI
BRAZZALE
SPA
Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano
Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com
FORGRANA CORRADINI SPA Parmigiano Reggiano, Grana Padano in forma e confezionato sottovuoto, Grattugiati di fresco con scadenza lunga e disidratati da 5 g, 40 g, 100 g, 1000 g, Shaker da 80 g, 250 g, Parmigiano biologico forveggie per alimentazione vegetariana - provoloni dolci e piccanti mozzarella - Pecorino Romano e Sardo. Caciotte peperoncino e altri gusti Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla Reggio Emilia Tel. 0522 833818 Fax 0522 833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it
SAVIOLA SPA Produzione, stagionatura e confezionamento Grana Padano e Parmigiano Reggiano
Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it
52 IL MONDO DEL LATTE
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23/10/19 17:41 10:39 28/10/19
LA TUA SCELTA
CONTA
Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.
Ottima scelta.
MERCATI
CODICE DOGANALE
PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue
04061030
04061050 04061080
04069061
040620
04064050
47.556 44.002 2.904 55 595 171 426 7 419 68
33.123 30.409 2.169 140 405 196 8.566 1.394 7.172 511 118 186 207 3.053 1.158 111 53 60 69 1.602 1.096 1.056 40 6
23.317 21.804 1.256 14 243 14 206 76 130 17
68 3.195 1.765 183 10 67 43 1.127 329 270 59
37.203 34.724 2.260 103 116 83 1.107 96 1.011 58 13 2 43 3.702 1.142 1.115 21 103 117 1.204 191 136 55
51.745 7.743 255.568 41.168
42.344 7.620 168.672 40.216
46.551 16.142 512.814 177.993
ALTRI FORMAGGI
FORMAGGI FUSI
PROVOLONE
ALTRI FORMAGGI
ALTRI FORMAGGI DURI
PECORINO
GORGONZOLA
GRATTUGIATI
GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO
MOZZARELLA
(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI
ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (1 gennaio - 30 giugno 2019)
04069099
04069073
040630
04064010 04064090
7.579 7.207 111 134 127 261 697 77 620 141 48 19 74 1.278 283 159 127 67 11 631 174 160 14
2.930 2.047 531 37 315 22 461 6 455 198 17 20 161 423 98 47 14 51 22 191 127 122 5 1
2.969 2.872 90 6 1 2 268 57 211 37 11 2 24 68 4 1 2 2 3 56 309 304 5
993 904 47
1.403 1.336
10.130 2.923 69.687 19.707
4.162 2.115 26.203 14.133
3.653 781 19.388 5.003
1.088 184 4.124 734
04069063
04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017
17 678 351 98 0 50 17 162 129 129 0
10.157 9.558 528 34 37 10 183 23 160 14 4 2 8 400 275 4 2 3 1 115 176 174 2
2.918 2.766 100 8 44 11 6.798 189 6.609 44 24 8 12 253 190 5 2 4 3 49 109 102 7
24.361 2.557 217.482 21.350
10.940 1.382 67.250 10.061
10.133 7.367 73.420 49.117
42 2 4 4 0 0 89 1 4 2 1 81 0
1.471 9.387
GLI ESPORTATORI
BERNERI CIRESA
SPA
SRL
CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.
Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it
Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it
GELMINI CARLO SRL
MARIO COSTA SPA
CASEARIA SPA
Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it
Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it
Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com
24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it
F.LLI PINNA AZIENDA
54 IL MONDO DEL LATTE
23-10 mercati export (1).indd5453 NUOVO n 11 nov 19 SPFP interno.indd
23/10/19 17:41 10:40 28/10/19
23-10 me
1.601 1.584 5 8 4 1 11 7 4 1 0
13 0 0 0
31 14 14 0 11
1.471 135 9.387 974
1.659 75 11.891 491
819 257 5.793 2.529
1 45 0 27 0 5
980 930 45 1 4 1 193 2 191 6 0 1 5 47 26 1 0 0 0 20 14 13 1
478 275 201 1 1 6 280 12 268 12 3 6 3 5 0 0
7 1 46 13 13 0
2.204 2.062 121 19 2 2 274 4 270 8 0 0 8 69 10 3 2 2 1 51 12 7 5
0 5 72 63 9
270 196 59 12 3 5 247 2 245 1 0 0 1 17 2 0 2 5 0 8 3 3 0
2.417 907 13.400 5.790
2.569 507 19.380 3.945
1.241 311 8.346 2.120
853 578 5.498 3.582
543 347 3.826 2.295
1 0 0
TOTALI
FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE
FONTINA FONTAL
ASIAGO CACIOCAVALLO, MONTASIO RAGUSANO
ITALICO TALEGGIO
04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084
1.834 1.510 312 7 5 14 11 7 4 20 0 3 17 525 469 2
672 562 107 3 0 12 75 11 64 3 0 0 3 32
1.403 1.336 44 18 5 12 5 1 4 0 0 0 0 39 15 0 0 1 1 22 12 11 1
ALTRI FORMAGGI MOLLI
ALTRI FORMAGGI SEMIDURI
CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI
CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI
ALTRI FORMAGGI ERBORINATI
04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085
903 903
3 3 96 96 24 13
6 5 5 5
179.090 165.651 10.890 600 1.949 654 19.815 1.971 17.844 1.235 238 249 748 13.942 5.802 1.761 235 429 296 5.419 2.785 2.582 203 18
1.031 217.710 52.059 128 2.750 1.494.879 725 401.933
Gli americani, poi, non possono esportare nel Vecchio continente le imitazioni per la legislazione comunitaria, che vieta qualsiasi evocazione delle Ig. I dazi, quindi, sembrano quasi un’occasione di ritorsione. I produttori caseari locali sono stati tra i pochi a chiedere al Governo americano di proseguire deciso verso l’imposizione dei dazi. Gli altri settori, a ragion veduta, hanno fatto presente agli amministratori che la guerra commerciale fa male a tutti, non solo alla parte offesa. A questo punto è necessario che l’Ue e gli Usa si siedano attorno a un tavolo per trovare un compromesso quanto prima. In primavera il Wto si pronuncerà sui sussidi Boeing e, se dovesse confermare le richieste della Commissione europea, si assisterebbe a una escalation daziaria che brucerà redditi e posti di lavoro in Italia, nell’Ue e negli Usa. Le guerre commerciali non portano a nulla, fanno solo danni. Questo è il risultato che si raggiunge se il protezionismo vince sul dialogo e sulle intese commerciali.
O
0/19 10:40
TRENTIN
SPA
Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta
Via Genova 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it
ZANETTI
SPA
Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.
Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it
IL MONDO DEL LATTE 55
23-10 mercati export (1).indd5554 NUOVO n 11 nov 19 SPFP interno.indd
23/10/19 17:41 10:40 28/10/19
MERCATI
CONSEGNE DI LATTE UE: IRLANDA SEMPRE IN TESTA
D
opo i primi sette mesi del 2019 la quantità di latte prodotta nei 28 paesi Ue ha raggiunto
94,7 milioni di tonnellate, poche più del 2018 (+0,2 per cento). Le consegne quindi si sono mantenute sui livelli dello scorso anno. L’ANDAMENTO DELLE CONSEGNE DI LATTE IN EUROPA (GEN-LUG - 2019 VS 2018) Non tutti i Paesi, però, sono SLOVENIA -2,9% andati nella AUSTRIA -2,7% OLANDA stessa direzione -2,6% PORTOGALLO -2,0% o alla medesima REP. CECA -1,9% velocità. Tra FINLANDIA -1,7% i primi sette ITALIA -1,4% grandi produttori, SVEZIA -1,4% per esempio, FRANCIA -1,2% -1,2% SLOVACCHIA artefici del 75% -0,9% BULGARIA della produzione GERMANIA -0,7% europea totale, LETTONIA -0,6% Germania, -0,4% LITUANIA Francia, Italia e UNGHERIA -0,2% Olanda hanno SPAGNA -0,2% 0,2% frenato in UNIONE EUROPEA 0,6% DANIMARCA modo più meno 0,9% GRECIA importante, 1,3% LUSSEMBURGO mentre Irlanda, 1,7% BELGIO Regno Unito e 2,1% POLONIA Polonia hanno 2,2% ESTONIA 2,8% raggiunto REGNO UNITO 3,2% ROMANIA livelli produttivi 10,1% IRLANDA da record
L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI BURRO
€/100 kg
Quotazioni delle commodity molto diverse da quelle dello scorso anno. Il burro è su valori minimi, di poco superiori a 3,5 euro, il latte scremato in polvere, invece, continua lentamente a crescere. Molto bassi i valori del siero.
700 650 600 550 500 450 400 350 300 250
5
LATTE SCREMATO IN POLVERE
20
25
30
35
40
45
25
30
35
40
45
50 settimane
110
200
100
180
90 €/100 kg
€/100 kg
15
SIERO IN POLVERE
220
160 140 120 100
10
80 70 60 50
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50 settimane
40 5
10
15
20
50 settimane
Fonte: Mmo – Reg. Ue n. 2017/1185
56 IL MONDO DEL LATTE
23-10 merc prod SPF(1)P.indd NUOVO n 11 nov1+mez 19 interno.indd 56 56
16:53 28/10/19 17:41
23-10 me
0/19 16:53
(rispettivamente +10,1%, +2,8% e 2,1 per cento). Il dato che colpisce di più è quello dell’Irlanda, dove in soli quattro anni si è registrata una crescita del 30% (2 milioni di tonnellate), frutto degli investimenti messi in cantiere con la fine delle quote latte: parecchie centinaia di milioni di euro. Paesi meno importanti per livelli di produzione (Romania, Estonia, Belgio e Grecia) sembrano crescere nel panorama europeo. Anche nel nostro Paese l’andamento non è stato
omogeneo nelle diverse regioni. Se è vero che la prima parte dell’anno si è chiusa con un bilancio negativo delle consegne, i tassi di decrescita sono stati molto eterogenei. Ancora una volta, poi, la Lombardia fa eccezione alla regola generale, dimostrando di investire molto nel settore: è la sola a mostrare un dato positivo, peraltro importante (+0,6% nei primi sette mesi e addirittura +2,1% nel mese di luglio).
L’ANDAMENTO DELLE CONSEGNE DI LATTE IN ITALIA (GEN-LUG - 2019 VS 2018) MARCHE LAZIO MOLISE TOSCANA PUGLIA ABRUZZO LIGURIA CALABRIA CAMPANIA VELLE D’AOSTA UMBRIA SARDEGNA BASILICATA FRIULI VENEZIA GIULIA BOLZANO VENETO TRENTO ITALIA EMILIA ROMAGNA PIEMONTE SICILIA LOMBARDIA
23-10 merc prod SPF(1)P.indd NUOVO n 11 nov1+mez 19 interno.indd 57 57
-14,1%
-10,2% -10,7% -9,4% -8,7% -8,2% -7,8% -7,5% -6,3% -5,1% -5,1% -4,5% -3,7% -3,6%
-2,6% -2,1% -2,0% -1,5% -1,0% -0,9% -0,3%
0,6%
16:54 28/10/19 17:41
MERCATI
ESPORTAZIONI ITALIANE
DI LATTE
DEL
L AT T E IL M O N D O N. 11
NOVEMBRE
2019 -
ANNO
IL LATTE NEL MONDO
LXXIII -
MENSILE
LATTE IN CONFEZIONI
LATTE SFUSO IN CISTERNA
0401 1010 2011 2091
0401 1090 2019 2099
20 2
10
93 31 402
27 336 1.176
CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA TOTALE UE A 28 TOTALE PAESI TERZI DI CUI: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG TOTALE GENERALE -TONNELLATE -MIGLIAIA DI EURO
3 15 5 25 9 605
TO POSTALE IN ABBONAMEN ZIONE NE SPA SPEDI POSTE ITALIA
PAESI AUSTRIA BELGIO DANIMARCA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LUSSEMBURGO PAESI BASSI PORTOGALLO REGNO UNITO SPAGNA SVEZIA TOTALE UE A 15
70%
ROMA
–
TARIFFA DOGANALE
/c/RM AUT MP-AT
1 GENNAIO - 30 GIUGNO 2019 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)
CIALE DI ORGANO UFFI
1 1 7 23 14 1.595
2 6 17
1
1.886 1 69 1 329 13 2.929
60 1 74 1 1.732 2
41 2.970 14 2.984
1.734 2 1.736
23.155
2.040
2.107 15.666 3.013 77
26 1.643 319 1
26.139 16.709
3.776 2.265
ASSOLATTE
E DEL
FIL-IDF COMITATO ITALIANO
ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE IL MONDO DEL
L AT T E
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“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” 20135 Milano - Via Adige, 20 Tel. 02.72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Internet: www.assolatte.it
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Se non è DOP non è Stelvio Consistenza morbida, gusto unico e intensamente aromatico – lo Stelvio DOP convince anche i palati piú esigenti. Nasce dal latte fresco raccolto da 300 masi di montagna situati oltre 1.000 metri di altitudine in Alto Adige. Stelvio DOP– una storia lunga oltre un secolo.
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Stelvio DOP – unico formaggio di origine protetta dell’Alto Adige. • Foraggi privi di organismi geneticamente modificati • Stagionatura minima 60 giorni • Genuinità e tradizione artigianale altoatesina
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MERCATI
BORSA PREZZI ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)
BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA DI 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA DI 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)
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2018 2019 SETTEMBRE SETTEMBRE MEDIA MEDIA
2019 AGOSTO MEDIA
2018 AGOSTO MEDIA
. VAR.
1,70 3,30 3,55 1,50 8,65 8,00 6,62 13,33 12,36 10,95 5,65 6,65 5,15 4,65 5,50 5,73 6,03
3,67 5,29 5,54 3,47 6,78 6,16 5,17 11,97 10,95 9,75 5,30 6,30 5,10 4,30 5,15 5,48 5,78
-53,68% -37,62% -35,92% -56,77% 27,58% 29,87% 28,05% 11,36% 12,88% 12,31% 6,60% 5,56% 0,98% 8,14% 6,80% 4,56% 4,33%
1,70 3,30 3,55 1,50 8,64 7,99 6,62 13,05 12,08 10,86 5,67 6,67 5,15 4,67 5,52 5,75 6,05
3,52 5,12 5,37 3,32 6,93 6,30 5,33 12,17 11,14 9,76 5,31 6,31 5,10 4,32 5,17 5,48 5,78
-51,70% -35,55% -33,89% -54,82% 24,68% 26,83% 24,11% 7,23% 8,39% 11,27% 6,78% 5,71% 0,98% 8,10% 6,77% 4,84% 4,58%
448,33
402,50
11,39%
456,50
404,38
12,89%
14,225 13,225 10,100 NQ
12,800 11,900 9,950 NQ
11,13% 11,13% 1,51% NQ
14,075 13,075 12,325 NQ
13,000 12,100 11,300 NQ
8,27% 8,06% 9,07% NQ
. VAR.
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MERCATI
QUANTO VALGONO LE DOP I n occasione della manifestazione “Forme” si è tenuto un convegno promosso dall’Associazione dei Formaggi Italiani Dop e Igp (Afidop) dedicato alle Indicazioni geografiche casearie di tutto il mondo. Oggi i prodotti Dop sono al centro del dibattito politico europeo e rappresentano, oltre a un importante valore economico, l’identità culturale dei territori dell’Unione europea. Ma il sistema di qualità comunitario si è via via dimostrato un valore aggiunto anche per le Ig internazionali, rappresentando un modello economico sul quale investire per valorizzare i prodotti tipici di qualsiasi territorio. Negli ultimi 25 anni, infatti, il sistema Dop e Igp europeo è stato perfezionato e si è progressivamente adeguato alle regole del diritto internazionale, diventando un modello aperto anche alle eccellenze di altri territori. È stato addirittura di ispirazione per Paesi come Canada, Cina o Giappone, che si stanno via via dotando di un sistema nazionale di riconoscimento e tutela delle Indicazioni geografiche. Si tratta di un modello su cui è utile investire perché continui a portare valore aggiunto a tutti gli anelli della catena produttiva e a salvaguardare le migliori tradizioni alimentari mondiali. Questo è quanto emerso dal dibattito tra alcuni importanti esperti di Indicazioni geografiche che nel corso del convegno si sono confrontati sul valore economico e sociale delle Ig,
sulla loro importanza nel commercio internazionale e sulle principali sfide che devono affrontare nei mercati. Oltre al presidente di Afidop Domenico Raimondo, hanno partecipato alla tavola rotonda Nicola Cesare Baldrighi (presidente del Consorzio Grana Padano), Luigi Polizzi (dirigente ufficio Pqai IV del Mipaaf), Philip Marfuggi (presidente della Cheese Importers Association of America), Carols Yescas (consigliere dell’Istituto messicano del formaggio) e l’eurodeputato Paolo De Castro. Nel corso del dibattito – moderato dalla giornalista del Sole 24 Ore Micaela Cappellini – si è approfondito il valore socioeconomico dei formaggi italiani Dop. Con le sue 53 tra Dop, Igp e Stg, l’Italia continua a conservare il primato mondiale di Indicazioni geografiche casearie. Le produzioni certificate continuano a crescere e il valore della produzione complessiva dei formaggi Dop si attesta sui 4 miliardi di euro (il 57% del totale dei prodotti agroalimentari Dop e Igp), mostrando una crescita costante negli anni. I formaggi Dop italiani sono forti anche a valle dalla filiera perché generano un valore al consumo di circa 7,6 miliardi di euro, più della metà di quello generato da tutte le altre categorie di prodotti ad Indicazione geografica. Dopo il vino, siamo il primo settore per numero di operatori: circa 28.000 imprenditori hanno deciso di investire nei formaggi Dop e Igp, generando benessere per
le loro imprese e il loro indotto. Al contempo, i mercati internazionali sono sempre più interessati alle denominazioni d’origine italiane, anche grazie agli accordi di libero scambio, che hanno contribuito fortemente al riconoscimento internazionale delle Ig. Oggi il 36% delle produzioni certificate viene venduto all’estero per un valore che sfiora i 2 miliardi di euro. Un altro tema al quale è stato dedicato ampio spazio è quello dei dazi Usa. C’è molta incertezza su come la misura protezionistica degli Stati Uniti impatti il mercato statunitense dei formaggi Dop. È necessario intraprendere un’azione di sistema a sostegno delle esportazioni, sia dal punto di vista politico che commerciale, individuando le migliori strategie promozionali per supportare la competitività dei nostri prodotti. Circa l’80% delle esportazioni casearie negli Stati Uniti riguardano formaggi Dop, prodotti ad alto valore aggiunto, che subiranno ancora di più gli effetti negativi di un dazio aggiuntivo del 25% calcolato sul prezzo doganale. Una stretta collaborazione tra gli esportatori italiani e gli importatori americani – uno scenario al quale Assolatte ha dato seguito fin dall’inizio del dibattito sui dazi Usa – è la miglior soluzione possibile per far fronte a una potenziale situazione di crisi commerciale che non fa bene a nessuno.
L’ANDAMENTO DELLE PRODUZIONI DOP NEL 2019 (GENNAIO/SETTEMBRE 2019) 14,1% 7,3% 3,1%
0,4% -1,8%
-4,1% -3,4%
4,8% -0,8%
1° TRIMESTRE 1,9% 1,8% 1,9% 1,1% -0,2% -0,6%
4,6% 0,0% -3,2%
2° TRIMESTRE
6,3%
3° TRIMESTRE -4,4% -6,1%
-7,0% -14,9%
-29,4% ASIAGO
GORGONZOLA GRANA PADANO MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA
PARMIGIANO REGGIANO
TALEGGIO
QUARTIROLO
PECORINO ROMANO
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IGIENE & SICUREZZA
IL PIANO NAZIONALE RESIDUI 2018 di Ettore Soria
È
stata diffusa dal ministero della Salute la relazione sui risultati del Piano nazionale residui 2018 per la ricerca delle sostanze farmacologicamente attive (medicinali veterinari) e dei contaminanti negli animali vivi e nella prima trasformazione dei prodotti di origine animale, ossia nel nostro caso le bovine e il latte. Gli obiettivi del Pnr sono i seguenti: 1) svelare i casi di somministrazione illecita di sostanze vietate; 2) evidenziare i casi di somministrazione di sostanze non autorizzate o utilizzate a condizioni diverse da quelle autorizzate; 3) verificare la conformità dei residui di medicinali veterinari, di prodotti fitosanitari e di contaminanti ambientali con i limiti massimi di residui e con i tenori massimi fissati dalle norme comunitarie e nazionali. Il Pnr viene elaborato annualmente, in collaborazione con le Regioni, le Province autonome, i Laboratori nazionali di riferimento per i residui e gli Istituti zooprofilattici sperimentali, tenendo conto di vari aspetti, quali, ad esempio, le richieste della Commissione, le non conformità riscontrate negli anni precedenti, le variazioni delle realtà produttive territoriali, le segnalazioni di allerta sui residui chimici in alimenti e mangimi, ecc. Per quanto concerne il latte, i gruppi di residui o di sostanze da ricercare sono: B1: sostanze antibatteriche compresi i sulfamidici e i chinoloni; B3d: micotossine.
Nell’ambito del Pnr sono previsti tre tipi di attività: Piano: prelievo di campioni mirati, pianificati dal ministero per i diversi settori produttivi sulla base dell'entità delle produzioni nazionali e regionali; Extrapiano: predisposto dal Ministero o dalle Regioni nei casi di specifiche esigenze nazionali o locali, al fine di intensificare i controlli per la ricerca di gruppi di residui o di sostanze in specie/categorie animali, prodotti di origine animale/matrici, già previsti dal piano;
Sospetto: prevede il prelievo di campioni nei casi in cui ci sia motivo di sospettare la presenza di residui (es: positività precedente). RISULTATI E NOVITÀ Per il Piano nazionale residui 2018 sono stati prelevati 32.893 campioni, per un totale di 325.390 determinazioni analitiche; relativamente al latte, sono stati prelevati circa 3.000 campioni presso gli allevamenti e 280 presso gli stabilimenti.
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IGIENE & SICUREZZA Nel contesto dell’intera ricerca, sono stati riscontrati solo 81 campioni non conformi. La non conformità dei 26 campioni risultati tali è stata determinata da: Contaminazione accidentale: 5 campioni Trattamento illegale: 3 campioni Presenza naturale: 1 campione Tempo di sospensione del farmaco non rispettato: 3 campioni Non accertata: 3 campioni Altre cause: 5 campioni Indagine in corso: 6 campioni Nell’Extrapiano a livello regionale sono stati prelevati complessivamente 2.648 campioni, di cui sul latte 1.625, pari al 61,38 per cento. Per le sostanze B1 e B3d sono stati analizzati rispettivamente 552 e 1.360 campioni. Dall’esame dei campionamenti effettuati per le attività
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Extrapiano, emerge che la maggior parte dei campionamenti è stata effettuata sul latte per la ricerca di sostanze antibatteriche e di aflatossine. Nel 2018 i campioni che, nell’ambito dell’Extrapiano, hanno fornito risultati irregolari per la presenza di residui sono stati complessivamente 13, pari allo 0.5% del totale dei campioni prelevati: Emerge che la distribuzione dei campioni non conformi in base ai diversi gruppi di sostanze è riconducibile alle sostanze antibiotiche e alle aflatossine (6 campioni su 6 risultano con aflatossine). Per quanto concerne la categoria “Sospetto”, c'è stato un campione per la B1 e 3 per la B3d. Sulla base dell’esperienza maturata nella rendicontazione dei dati del 2018, il Minsal avvierà una profonda riflessione sugli interventi di miglioramento del sistema, che si riassumono
nei seguenti punti: 1) la programmazione regionale deve tener conto del nuovo sistema di rendicontazione, pertanto devono essere apportati interventi correttivi per garantire il raggiungimento degli obiettivi comunitari e nazionali; 2) devono essere definite nel sistema Nsis/Pnr New regole informatiche più stringenti, al fine di ottenere dati di migliore qualità, che possano essere trasmessi in modo fluido all'Efsa; 3) le autorità competenti devono avviare sforzi più efficaci per garantire il rispetto delle tempistiche previste dalle procedure del Piano, sia per il campionamento sia per l’analisi; 4) è necessario migliorare ancora di più il coordinamento tra tutti gli attori coinvolti nell’attuazione del Piano, tenuto conto dell’attuazione del Regolamento n. 625/2017 sui controlli ufficiali.
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NORMATIVE
L’ANTITRUST SANZIONA LA GDO PER IL RESO DEL PANE FRESCO di Giulia Ponti
L’
Autorità garante della concorrenza e del mercato ha inflitto un duro colpo alle maggiori catene distributive che operano sul territorio italiano, ritenendo illecito il comportamento che le stesse hanno tenuto nei confronti dei propri fornitori di pane fresco: questi ultimi, infatti, sono stati costretti al cosiddetto obbligo di reso, ossia l’imposizione di ritirare l’intera quantità di prodotto rimasto invenduto sugli scaffali a fine giornata scalandone il prezzo dall’acquisto successivo. Coop Italia, Conad, Esselunga, Eurospin, Auchan e Carrefour sono i supermercati destinatari del provvedimento e per le infrazioni accertate sono state comminate sanzioni per complessivi 680mila euro. Il procedimento, iniziato a settembre 2018, era stato aperto su segnalazione della principale associazione nazionale di panificatori, Assipan-Confcommercio Imprese per l’Italia. L’istruttoria dell’Autorità si è basata non solo sulla segnalazione dell’associazione
dei panificatori, ma anche su di dell’articolo 62 stabilisce che un questionario inviato a tutti i nelle relazioni commerciali tra fornitori di pane delle operatori economici in catene distributive, materia di cessione di contenente una prodotti agricoli e agroMULTE PER serie di domande alimentari è vietato UN TOTALE sulla pratica del “imporre direttamente DI 680MILA reso obbligatorio. o indirettamente EURO ALLE Tuttavia, solo il 15% condizioni di acquisto, dei panificatori ha di vendita o altre PRINCIPALI risposto, nonostante condizioni contrattuali CATENE le ampie rassicurazioni ingiustificatamente ricevute in merito al gravose” e “adottare mantenimento della ogni ulteriore condotta più assoluta riservatezza sulla loro commerciale sleale che risulti tale identità. anche tenendo conto del complesso Secondo l’Autorità, il delle relazioni commerciali che comportamento delle catene di caratterizzano le condizioni di supermercati si sostanzia in una approvvigionamento”. pratica commerciale sleale e L’art.62 consente, quindi, integra una violazione dell’art. 62 all’Autorità di intervenire nei del Dl 1/2012, che fa divieto agli confronti di quelle pratiche che operatori commerciali di imporre discendono dallo sfruttamento condizioni di acquisto, di vendita del cosiddetto buyer power, senza o altre condizioni contrattuali che si renda necessario accertare ingiustificatamente gravose, la sussistenza di una posizione abusando della propria maggiore dominante in capo all’acquirente forza commerciale. o di un rapporto di dipendenza In particolare, il comma economica tra i contraenti.
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NORMATIVE Durante l’indagine il Garante ha rilevato la sussistenza di un significativo squilibrio contrattuale nelle rispettive posizioni di forza commerciale. L’asimmetria tra i contraenti non si apprezza solo sotto il profilo dimensionale, ma anche in termini di potere di mercato. Il pane fresco, infatti, è una merce altamente deperibile, che, anche per ragioni di ordine normativo, deve essere venduta in giornata. Ciò impedisce al produttore di stoccare il prodotto, sia pure per pochi giorni. A ciò si aggiunga la bassa fidelizzazione dei consumatori a uno specifico produttore di pane che determina una facile sostituzione degli stessi da parte della catena distributiva. La situazione fa sì che, mentre le imprese della Gdo hanno in ogni momento una pluralità di potenziali fornitori tra cui scegliere, per i singoli panificatori risulta particolarmente difficoltoso sostituire un proprio cliente. Le condotte commerciali suddette costituiscono, pertanto, uno
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che, nella stragrande maggioranza sfruttamento abusivo della posizione di forza commerciale della dei casi, è costretto a smaltirlo come rifiuto organico. Gdo a danno dei fornitori di pane Infine, dall’istruttoria fresco, soggetti deboli risulta che i fornitori di del rapporto negoziale, pane non beneficiano sostanziandosi in GIUDICATA di alcuna forma di un’imposizione PRATICA compensazione di condizioni SLEALE economica per l’onere ingiustificatamente IN BASE e i rischi connessi gravose. all’obbligo di ritirare Secondo l’Antitrust ALL’ART. 62 quotidianamente l’obbligo di ritiro l’invenduto. dell’invenduto Per queste motivazioni, rappresenta una le condotte della Gdo appaiono condizione contrattuale posta a determinare un trasferimento esclusivo vantaggio delle catene eccessivo e ingiustificato di un della grande distribuzione e determina un indebito trasferimento rischio tipico dell’attività distributiva ai fornitori di pane, soggetti deboli sul contraente più debole del del rapporto negoziale. rischio commerciale di non riuscire La pronuncia dell’Autorità riveste a vendere il quantitativo di pane una particolare importanza ordinato e acquistato. nell’ambito delle cessioni dei Bisogna anche tener conto che, oltre ai maggiori costi di produzione prodotti agricoli e agroalimentari. I principi espressi dall’Agcm nel e trasporto che gravano sul caso del pane potrebbero infatti panificatore a causa della clausola essere invocati e applicati anche per di reso, anche lo smaltimento del altri prodotti freschi sottoposti alla prodotto invenduto rappresenta un prassi commerciale del reso. costo vivo per quest’ultimo, posto
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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE A cura di Leonardo Graverini NELL’ETICHETTA DI UN PRODOTTO ALIMENTARE È APPOSTA LA DICITURA “CONFEZIONATO PER DITTA X, VIA... DA DITTA Y”. È CORRETTO RIPORTARE LA RAGIONE SOCIALE DELLA DITTA Y SENZA INDICARNE L’INDIRIZZO?
Secondo quanto chiarito dal ministero dello Sviluppo Economico con nota 0170264/2014 del 30/09/2014, nel caso di produzione per operatori terzi, l’operatore responsabile delle informazioni sugli alimenti – in questo caso la ditta X – può scegliere di aggiungere al suo nome e indirizzo anche il nome e/o l’indirizzo del produttore, purché tale informazione volontaria non sia sostitutiva di quella obbligatoria del responsabile delle informazioni in etichetta e siano chiari i ruoli degli operatori citati. L’assenza dell’indirizzo della ditta Y non può, dunque, essere motivo di contestazione.
?
Il Regolamento Ue n. 1169/2011 richiede l’indicazione del nome o ragione sociale dell’operatore responsabile delle informazioni sugli alimenti e, quindi, dell’operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto.
- i segni che possono costituire una violazione di un diritto d’autore, di proprietà industriale o di altro diritto esclusivo di terzi; - i segni divenuti di uso comune nel linguaggio o di uso costante nel commercio (a tale riguardo non siamo in grado di escludere che la parola in questione possa essere entrata negli usi commerciali prima del vostro deposito, oppure essere stata anteriormente utilizzata con riferimento a specifici prodotti caseari tradizionali locali). Per quanto riguarda l’uso della parola in questione nella denominazione di un formaggio inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali, deve ritenersi che tale inclusione non equivalga a un marchio, ma a una presa d’atto. L’elenco in questione costituisce infatti un Albo del patrimonio gastronomico italiano, previsto dall’articolo 8 del decreto legislativo n. 173/1998 e dal Dm di esecuzione n. 350/1999. L’Albo, secondo le intenzioni del legislatore, ha lo scopo di promuovere e diffondere le La finalità della registrazione del marchio è notoriamente quella di produzioni tradizionali del nostro Paese e di fissare l’elenco di prodotti attribuire al suo titolare diritti esclusivi che consentono di impedire l’uso non autorizzato, da parte di altre imprese, dello stesso marchio o per i quali il ministero competente dovrebbe concedere alcune deroghe sanitarie. di un marchio simile. Sono considerati prodotti agroalimentari tradizionali, inseribili Perché un marchio possa essere validamente registrato, la legge nell’elenco, quelli le cui metodiche di lavorazione, conservazione e chiede però che sia dotato, tra l’altro, di requisiti della novità, in stagionatura risultano consolidate nel tempo. Per l'individuazione dei quanto non confondibile con segni distintivi anteriori altrui (marchi, prodotti agroalimentari tradizionali le Regioni e le Province autonome di nomi commerciali) e della capacità distintiva, in quanto idoneo a Trento e Bolzano accertano che le suddette metodiche sono praticate distinguere un prodotto o servizio da quello di altri. sul loro territorio in maniera omogenea e secondo regole tradizionali e Non possono costituire oggetto di registrazione segni protratte nel tempo, comunque per un periodo non inferiore a 25 anni. specificatamente individuati dalla legge, quali tra gli altri: DA PIÙ DI SETTANT’ANNI ABBIAMO DEPOSITATO UN MARCHIO COSTITUITO DA UNA PAROLA. QUESTO MARCHIO È STATO DA NOI MANTENUTO SEMPRE ATTIVO E CONTINUA A ESSERE UTILIZZATO COME NOME COMMERCIALE DI UN NOSTRO FORMAGGIO. ALTRE AZIENDE POSSONO UTILIZZARE LA STESSA PAROLA PER DENOMINARE I PROPRI FORMAGGI? INOLTRE, IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI CON LA COLLABORAZIONE DELLE REGIONI HA UTILIZZATO TALE PAROLA NELLA DENOMINAZIONE DI UN FORMAGGIO INSERITO NELL’ELENCO DEI PAT. È LEGITTIMO?
QUALE DENOMINAZIONE SI DEVE UTILIZZARE IN ETICHETTA PER UN PRODOTTO I CUI INGREDIENTI SONO LATTE, FERMENTI, CAGLIO E FRUTTA? SI PUÒ UTILIZZARE LA DENOMINAZIONE “FORMAGGIO CON FRUTTA” O VANNO USATI NOMI DIVERSI, COME “PREPARAZIONE A BASE DI FORMAGGIO CON FRUTTA” O “CAGLIATA LATTICA CON FRUTTA”? IN DENOMINAZIONE SI PUÒ USARE L’AGGETTIVO “FRESCO”?
Secondo il Regolamento Ue n. 1169/2011, la denominazione di un prodotto alimentare è quella fissata dalla legislazione europea o nazionale. In mancanza, si potrà fare riferimento a nomi consacrati da usi e consuetudini o, mancando anche questi, da una descrizione del prodotto che permetta al consumatore di distinguerlo da quelli con i quali potrebbe essere confuso. La denominazione dell’alimento, dunque, non si determina sulla base – o solo sulla base – degli ingredienti impiegati. In Italia il formaggio è il prodotto che si ricava dal latte intero, parzialmente o totalmente scremato o dalla crema per coagulazione acida o presamica, anche facendo uso di fermenti e di sale da cucina. Se il processo produttivo dell’alimento in
questione risponde alla definizione di formaggio, andrà impiegata tale denominazione, accompagnata con un’indicazione del tipo “alla frutta”, “con frutta”. Per quanto riguarda l’aggettivo “fresco” non esiste nel nostro ordinamento nazionale una definizione generale. Per i formaggi, sono generalmente considerati “freschi” quelli che non sono sottoposti a stagionatura e che vanno consumati entro pochi giorni dalla produzione. Viceversa, qualora la tecnologia di produzione o la natura del prodotto non permettano di impiegare la denominazione “formaggio” se ne dovrà utilizzare una che descriva adeguatamente il prodotto, per far sì che il consumatore possa conoscerne la reale natura e distinguerlo da altri prodotti con i quali potrebbe confonderlo. Una denominazione come “cagliata lattica” non risulta usuale a livello nazionale. Alcune alternative da prendere in considerazione sono, eventualmente, denominazioni quali “latticino” o “preparazione lattiero-casearia”. A seconda dei casi, qualora sia aggiunta frutta o preparazioni di frutta, alcune denominazioni descrittive da valutare potrebbero essere “preparazione lattiero-casearia a base di formaggio fresco e frutta/preparazione di frutta” o “preparazione lattiero-casearia con frutta/preparazione di frutta”.
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IL MONDO DEL LATTE 11/2019
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E DEL
COMITATO ITALIANO FIL-IDF 13:06 29/10/19 13:12